Camerlata
Camerlata (Camerlada in dialetto comasco, AFI: [kamerˈlaːda]) è un quartiere[1] del comune di Como. Fu un comune autonomo dal 1817 al 1884.[2]
Camerlata | |
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Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Città | ![]() |
Circoscrizione | 3 |
Codice postale | 22100 |
Superficie | 2,38 km² |
Abitanti | 5 502 ab. |
Densità | 2 310,79 ab./km² |
Patrono | santa Brigida d'Irlanda |
Giorno festivo | prima domenica di febbraio |
Origine del nome
modificaIl nome della località è probabilmente da collegare all'espressione (in lingua lombarda) cà merlada, cioè "casa dotata di merli". Non è tuttavia chiaro se quest'espressione si riferisse a un edificio appartenente al sistema difensivo del Castel Baradello[3] (come sostenuto da Cesare Cantù[4]), a un'abitazione situata nei pressi della Basilica di San Carpoforo,[3] oppure al nome proprio di un'osteria[3].
Storia
modificaCamerlata ex comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Provincia | Como |
Circondario | Non presente |
Mandamento | Non presente |
Amministrazione | |
Data di soppressione | 1884 |
Territorio | |
Coordinate | 45°47′25.59″N 9°05′04.68″E |
Altitudine | 286 m s.l.m. |
Superficie | 2,38 km² |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22100 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | CO |
Cartografia | |
Secondo Cesare Cantú il primo insediamento camerlatese risale ad un forte eretto durante le guerre tra Romani e Insubri. Vennero trovate le rovine e ricostruito da Liutprando, re longobardo[senza fonte] al quale peraltro si deve un ampliamento della Basilica di San Carpoforo[5].
Nel XII secolo, Camerlata faceva parte di un territorio più ampio, detto Morsengiana.[3]
Nel 1652 il territorio di Camerlata era già attestato tra i Corpi Santi di Como.[6]
Camerlata costituì un comune autonomo dal 1817 fino al 1884,[2] [7] anno dell'accorpamento alla città di Como[3].
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitetture religiose
modificaLa principale architettura religiosa di Camerlata è la Basilica di San Carpoforo, la più antica basilica della Diocesi di Como. Gli attigui edifici rurali e il vicino monastero - anch'esso intitolato a San Carpoforo[8] - erano abitati da frati gerolimini che, già nel 1511, si occupavano della cura pastorale della parrocchia di Santa Brigida.[9] Sede della parrocchia era la vecchia chiesa di Santa Brigida,[9] attesta dalla seconda metà del Cinquecento[10] e attualmente incorporata nel giardino dell'ex-Sanatorio G.B. Grassi[11][8][10]. Con la soppressione del monastero, avvenuta nel 1772, il titolo di parrocchiale passò dalla vecchia chiesa di Santa Brigida alla basilica di San Carpoforo.[9] Tra la fine del Settecento[9] e il secolo successivo, la sede principale della parrocchia venne spostata alla vecchia chiesa di Santa Brigida[9][11], che mantenne tale funzione fino alla costruzione della nuova chiesa di Santa Brigida (1924-1927).[11]. All'interno di quest'ultima riposano le spoglie dei santi Felice e Carpoforo[11].
Un edificio privato in località Genöcc[8] ospita un antico portale d'ingresso in granito sormontato da lunetta a tutto sesto, risalente al XII secolo. Il portale faceva parte della vecchia chiesa romanica di San Martino in Silvis[8], abbandonata nel XVI secolo[11]. Attestata nel 1197,[12] nel secolo successivo la chiesa fu di San Martino fu officiata da frati domenicani[11]. Nella stessa località, una croce[13] in metallo ricorda il luogo ove, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto il martirio dei santi Carpoforo, Esanzio, Cassio, Severino, Secondo e Licinio.[12][14]
Nella zona meridionale del quartiere, non lontano dalla stazione ferroviaria di Como-Camerlata, si trova la chiesa di Sant'Antonio da Padova,[15] all'interno della quale spicca un affresco di Mario Bogani[16].
Architetture civili e militari
modificaCastel Baradello
modificaLa principale architettura civile di Camerlata è il Castel Baradello, raggiungibile o da una mulattiera che parte da Piazzale Camerlata o da una serie di sentieri che si snodano a partire da Via degli Alpini.
Fontana di Camerlata
modificaIn Piazzale Camerlata, nodo viario al centro del quartiere, sorge una fontana monumentale, opera di Cesare Cattaneo e Mario Radice, intorno alla quale si snoda il traffico automobilistico e, un tempo, anche tranviario.
Cascine Respaù
modificaIl versante sud-occidentale del Monte Respaù ospita la Cascina Respaù di Sotto e la Cascina Respaù di Sopra. Già servitù del Castel Baradello,[17] entrambe le cascine[18] rlsalgono all'epoca medievale[13], quando costituivano delle strutture fortificate[13][18]. In particolare, la Cascina Respau di Sotto si presentava originariamente come una corte chiusa parzialmente fortificata[19]. Quando poi il castello andò in rovina, le cascine vennero adibite ad uso agricolo, scopo che mantennero fino agli anni 1950[19][18]. A testimonianza del passato agricolo rimangono, tra l'altro, un antico gelso e una fontana ripristinata nell'ambito di una riqualificazione di tutta l'area attorno alla Cascina Respaù di Sotto[20].
Proprietà del Comune di Como,[21] la Cascina Respaù di Sotto venne dapprima utilizzata per finalità sociali[18] (più precisamente, come centro di recupero per tossicodipendenti) e successivamente convertita in struttura turistica ricettiva e di ristorazione[18]. La Cascina Respaù di Sopra ospita un ristoro[18] del gruppo alpini di Como[22].
Altre strutture civili
modifica- Edificio con monumentale ingresso merlato, in Via San Carpoforo
- Villa dell'ex-Sanatorio G.B. Grassi, in Piazza Camerlata 4-5[8]
Altro
modificaSocietà
modificaEvoluzione demografica
modificaDemografia pre-unitaria
modificaDemografia post-unitaria
modificaInfrastrutture e trasporti
modificaA Camerlata si trova la stazione di Como Camerlata, servita dalle linee ferroviarie Milano-Chiasso (RFI), Como-Lecco (RFI) e Saronno-Como (FN). Fino al 1966, la stazione era servita anche dalla ferrovia Varese-Como (Traversata).
Dal 13 giugno 2021 non è più attiva la stazione di Albate-Camerlata, che era servita dalle linee Milano-Chiasso e Como-Lecco e che è stata sostituita dalla stazione di Como Camerlata.
Nella prima metà del XX secolo Camerlata ospitò inoltre un capolinea della rete tranviaria di Como, oltre ai binari delle tranvie Como-Cantù-Asnago e Como-Appiano Gentile-Mozzate.
Il quartiere possiede una stazione meteorologica ufficiale facente parte della rete Centro Meteo Lombardo.
Note
modifica- ^ Comune di Como - Statuto
- ^ a b c d Comune di Camerlata, 1859 - 1884 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 24 maggio 2020.
- ^ a b c d e Palio del Baradello di Como, su www.paliodelbaradello.it. URL consultato il 25 marzo 2025.
- ^ Cesare Cantù, Guida a Como e al suo lago con 33 vedute intercalate nel testo Cesare Cantù, G. Brigola, 1872.
- ^ Edifici religiosi della Lombardia, provincia di Como, Como: San Carpoforo, pag. 1, su www.mondimedievali.net. URL consultato il 25 marzo 2025.
- ^ a b Comune di Camerlata, sec. XVII - 1757 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 24 maggio 2020.
- ^ a b Comune di Camerlata, 1817 - 1859 – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 24 maggio 2020.
- ^ a b c d e Giuseppe Ruffo, Piano di Governo del Territorio - Elenco beni storico artistico monumentali e/o archeologici vincolati o da cautelari[collegamento interrotto], a cura di Comune di Como.
- ^ a b c d e SIUSA - Parrocchia dei SS. Carpoforo e Brigida in Camerlata di Como [collegamento interrotto], su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 4 maggio 2020.
- ^ a b Vecchia chiesa di Santa Brigida | Camerlata, su UPEL Italia. URL consultato il 25 marzo 2025.
- ^ a b c d e f Camerlata, su Palio del Baradello. URL consultato il 4 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2020).
- ^ a b Cammina Città, S. Martino in Silvis (PDF).
- ^ a b c d e Manzoni, Il Parco Spina Verde, p. 8.
- ^ Manzoni, La Chiesetta di S. Martino in Silvis, p. 54.
- ^ LIBRO.BOGANI, su santantoniocomo.it. URL consultato il 26 novembre 2021.
- ^ libro bogani, su www.santantoniocomo.it. URL consultato il 30 gennaio 2025.
- ^ a b Spina Verde, rinasce il Respaù Non il parco delle Rimembranze, su www.laprovinciadicomo.it, 15 aprile 2012. URL consultato il 15 dicembre 2023.
- ^ a b c d e f Parco regionale Spina Verde (a cura di), La storia, in La cascina ed i terrazzamenti, pannello esplicativo collocato all'esterno della Cascina Respaù di Sotto.
- ^ a b Manzoni, Conoscere [...], p. 29
- ^ Parco regionale Spina Verde (a cura di), La riqualificazione, in La cascina ed i terrazzamenti, pannello esplicativo collocato all'esterno della Cascina Respaù di Sotto.
- ^ Redazione, Buongustai rallegratevi: il paradiso della Cascina Respaù resta a Katia e Alessandro, su ComoZero, 27 gennaio 2020. URL consultato il 19 giugno 2024.
- ^ Ente Parco Regionale Spina Verde, su enteparco.spinaverde.it. URL consultato il 19 giugno 2024.
- ^ Parco della Rimembranza di Como, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ MONUMENTO PARCO RIMEMBRANZE AL BARADELL, su Associazione Nazionale Alpini Como, 26 maggio 2015. URL consultato il 15 dicembre 2023.
- ^ a b c d Domizia De Rocchi (a cura di), Comune di Como: Demografia in cifre (PDF).
Bibliografia
modifica- Renato Manzoni e Enzo Pifferi, Parco Spina Verde, Como, E.P.I. - Enzo Pifferi Editore, 2005, ISBN 88-88174-51-6.
- Renato Manzoni, Enzo Pifferi e Federico Saladanna, Conoscere il nostro parco, a cura di Parco Regionale Spina Verde, Como, Tipografia Banfi Editore, Dicembre 2002.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Camerlata
Collegamenti esterni
modifica- Camerlata, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.