Canis lupus pallipes

specie di animali della famiglia Canidae

Il lupo grigio indiano (Canis lupus pallipes) è una sottospecie di lupo grigio che popola l'area tra la Palestina e il subcontinente indiano. Ha dimensioni intermedie tra il lupo grigio tibetano e quello arabo, ma è privo del denso sottopelo invernale.[2] Le analisi genomiche mostrano che la popolazione indiana presenta due aplotipi filogeneticamente basali rispetto a tutte le altre popolazioni di lupo grigio, fatta eccezione per quelle dell'Himalaya; per questo motivo, è stato proposto di classificarlo come specie separata.[3][4]

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Lupo indiano
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineCarnivora
FamigliaCanidae
GenereCanis
SpecieC. lupus
SottospecieC. l. pallipes
Nomenclatura trinomiale
Canis lupus pallipes
Sykes, 1831
Areale
Distribuzione del lupo indiano nel 2016 secondo i dati dell'IUCN.

Descrizione

modifica
 
Rispetto alle altre sottospecie, il lupo indiano ha corporatura esile, testa e zampe snelle, e orecchie grandi.

È simile al lupo grigio europeo, ma risulta più piccolo e meno robusto, con il pelo più corto e quasi privo di sottopelo.[5] I maschi adulti pesano in media tra 19 e 25 kg, mentre le femmine tra 17 e 22 kg; la lunghezza corporea varia da 103 a 145 cm e l'altezza al garrese da 57 a 72 cm.[6] Ricorda il lupo grigio arabo per via del manto estivo corto e ispido, sebbene il pelo dorsale resti lungo anche nei mesi caldi, probabilmente come adattamento all'intensa radiazione solare presente nel suo areale.[7] Il mantello è in genere grigio-rossastro o rosso-biancastro, con sfumature grigie. I peli sul dorso presentano punte nere che formano una macchia a V intorno alle spalle; gli arti sono più chiari del corpo, mentre il torace e l'addome sono quasi bianchi.[8] I cuccioli nascono con un manto marrone-cenerino e una macchia bianca sul torace, che scompare con la crescita.[5] Gli esemplari melanici sono rari, ma sono stati segnalati nel Ladakh,[6] nel distretto di Solapur e in due regioni dell'Iran. In quest'ultimo Paese, la mutazione responsabile del manto nero sembra essersi sviluppata spontaneamente, contrariamente a quanto avvenne nei lupi nordamericani, che derivarono l'allele Kb (responsabile del melanismo) da antichi incroci con i cani.[9][10]

Questa sottospecie non differisce molto dalle altre nel comportamento: vive di norma in branchi relativamente piccoli, di rado oltre i 6-8 individui, ed è nota per essere meno vocale,[5] ululando solo di rado.[8] In almeno un caso, un esemplare solitario è stato avvistato mentre si associava a una coppia di cuon alpini nel Debrigarh Wildlife Sanctuary.[11] La riproduzione avviene tra ottobre e fine dicembre, con la nascita dei cuccioli in tane ricavate in fosse o gravine.[8] Il lupo indiano si nutre soprattutto di antilopi, cervi pomellati, roditori e lepri.[12] Nella caccia alle antilopi, agisce in genere in coppia, con un lupo che distrae la preda mentre l'altro la attacca alle spalle.[5]

Tassonomia

modifica

Nel 1831, l'ornitologo britannico William Henry Sykes descrisse per la prima volta questo animale, chiamandolo Canis pallipes.[13][14] Nel 1941, Reginald Pocock lo incluse nella specie Canis lupus, assegnandogli il nome trinomiale Canis lupus pallipes.[2]

Nel subcontinente indiano esistono due aplogruppi del lupo grigio indiano, strettamente correlati a specie indigene tipiche delle aree aride e semiaride delle pianure peninsulari.[4] Nel 2009 è stato proposto di ribattezzare tali popolazioni Canis indica, conferendo loro lo status di specie separata.[15] Il comitato della nomenclatura CITES ha tuttavia sconsigliato questa modifica, pur proponendo di inserire il nome nel database tassonomico come sinonimo.[16] Tale proposta derivava da un singolo studio,[4] basato su pochi esemplari museali, i quali potrebbero non essere rappresentativi dell'attuale popolazione.[17]

In precedenza, due studi di sequenziamento del DNA mitocondriale avevano rivelato come il lupo indiano fosse più «basale» rispetto alle altre sottospecie di lupo grigio, ad eccezione di quelle himalayane, considerate ancora più antiche.[3][4] Successivi confronti sulle sequenze genetiche dei lupi hanno confermato questa posizione.[18][19][20] In particolare, uno di tali studi – ipotizzando la distanza temporale tra lupi e coyote dai reperti fossili – ha stimato che il lupo indiano si sia discostato dal ceppo che ha dato origine a lupi e dei cani domestici circa 400000 anni fa.[3] Un'analisi successiva, pur mettendo in dubbio la cronologia precedente, ne ha fornita una leggermente più recente, di 270000 anni fa.[4] L'albero filogenetico sottostante mostra la posizione del lupo indiano, insieme alle stime sulla sua divergenza:


Cane  

Lupo grigio europeo  

Lupo grigio indiano 270000 BP[4]  

Lupo grigio dell'Himalaya 630000 BP[4]  

Coyote 1,1 milioni BP[21]  

Sciacallo dorato 1,9 milioni BP[21]  

A differenza di MSW,[22] attualmente solo NCBI e GenBank riconoscono la denominazione Canis indica.[23]

Areale e status attuale

modifica
 
Lupi indiani si cibano di un'antilope cervicapra nel Parco nazionale Blackbuck mentre una iena striata osserva nella distanza

Un tempo i lupi erano comuni nella Terra Santa, sia a est che a ovest del Giordano. Tra il 1964 e il 1980 la loro presenza diminuì sensibilmente, a causa della persecuzione da parte dei pastori.[24] Oggi le leggi in materia di tutela ambientale in Israele favoriscono il mantenimento di una popolazione di lupi piuttosto numerosa, che si estende anche nei Paesi limitrofi. La Turchia, grazie alla sua contiguità con l'Asia centrale, potrebbe svolgere un ruolo rilevante nella conservazione della specie. Le sue catene montuose offrono infatti un rifugio prezioso per i pochi lupi sopravvissuti in Siria. Una piccola popolazione è presente anche sulle alture del Golan, dove trova una protezione indiretta dovuta alle attività militari nella zona.[25] In Turchia i lupi non godono di protezione legale, ma si stima possano essere presenti circa 7000 esemplari.[26]

Si sa poco delle popolazioni iraniane, sebbene la specie fosse già diffusa in tutto il Paese in numero ridotto fin dagli anni '70.[25] Non esistono censimenti precisi, ma è noto che i lupi sono assenti solo nel deserto centrale e nel Dasht-e Lut. Qui la specie risente ancora della degradazione ambientale, del bracconaggio e della scarsità di prede.[27][28] Le regioni settentrionali di Afganistan e Pakistan forniscono un importante rifugio per la sopravvivenza di questi animali. Si stima che nel Jammu e Kashmir, in India settentrionale, vivano circa 300 lupi distribuiti su 60000 km², e altri cinquanta esemplari siano presenti nell'Himachal Pradesh.[25] La tradizione induista non prevede generalmente la caccia ai lupi, neppure quando rappresentano un pericolo, poiché si crede che l'uccisione di un lupo possa compromettere il raccolto. La comunità tribale dei Santal, al contrario, non dà ai lupi una considerazione particolare e li caccia come altra selvaggina.[29]

Durante l'epoca coloniale britannica, i lupi non erano considerati animali di interesse venatorio ma venivano abbattuti per contrastare gli attacchi a selvaggina, bestiame e persone. Nel 1876, tra gli Stati della frontiera nordoccidentale e il Bihar, vennero uccisi 2825 lupi, che in precedenza avevano causato la morte di 721 persone.[30] Due anni più tardi, ne furono abbattuti 2600 a seguito di varie aggressioni che provocarono 624 vittime umane.[31] Negli anni '20, l'eliminazione dei lupi era una priorità sia nelle province nordoccidentali che nell'Awadh. Complessivamente, tra il 1871 e il 1916, nell'India britannica vennero sterminati circa 100000 lupi.[30]

Oggi in India tali animali sono diffusi in Gujarat, Rajasthan, Haryana, Uttar Pradesh, Madhya Pradesh, Maharashtra, Karnataka e Andhra Pradesh. Una stima del 2004 parla di circa 2000-3000 esemplari sull'intero territorio indiano.[32] Vive principalmente fuori dalle riserve naturali, cibandosi in prevalenza di bestiame (pecore e capre), anche se in alcune zone protette – ad esempio nei parchi nazionali di Velavadar e Panna – caccia ancora prede selvatiche.[33] Sebbene la protezione risalga al 1972, in India il lupo rimane classificato come specie in pericolo, con diverse popolazioni ristrette in aree antropizzate. È presente anche in Nepal e Bhutan, ma mancano dati precisi sulla sua distribuzione in questi Paesi.[25]

Relazioni con gli umani

modifica

Aggressioni

modifica

La predazione del lupo indiano sui bambini – fenomeno noto come child-lifting – ha una lunga storia. Nel 1878, nell'Uttar Pradesh, 624 persone furono vittime di attacchi di lupi, mentre nello stesso periodo 14 persone vennero uccise in Bengala.[34] Nel 1900, nelle province centrali e nel Berar, i lupi uccisero 285 persone.[35] Fra il 1910 e il 1915, nella regione di Hazaribag, ne uccisero 115 bambini, e tra il 1980 e il 1986 i decessi furono 122 nello stesso territorio. Dal marzo al luglio del 1996, nella regione di Jaunpur, nel distretto di Pratapgarh, nel Sultanpur e nell'Uttar Pradesh, i lupi uccisero 21 bambini e ne ferirono 16. Fra il 1993 e il 1995, nei distretti di Koderma e Latehar, cinque branchi di lupi attaccarono 80 bambini, 20 dei quali sopravvissero. Di solito, questi incidenti avvengono in estate, di sera, spesso all'interno dei villaggi.[34]

Anche in Iran si registrano attacchi di lupi sin dai tempi antichi. Come in India, capita che le vittime siano bambini. In alcuni casi, tuttavia, i lupi hanno aggredito anche adulti, Talvolta è stato attaccato persino un adulto, come quando un poliziotto venne assalito e divorato da tre lupi, appena smontato da cavallo.[36] Nel 2005, nel villaggio di Vali Asr, nella provincia di Mazandaran, un lupo uccise un senzatetto di fronte a diversi testimoni.[37] Alla fine del 2008, un lupo fu soffocato mentre tentava di attaccare un'anziana nel cimitero di Kashan.[38]

Nella cultura

modifica

I lupi appaiono talvolta nella mitologia indiana. Nell'Harivaṃśa, ad esempio, Kṛṣṇa crea dei lupi a partire dai propri peli per costringere il popolo dei Vraja a migrare nella città di Vrindavan.[39] Nel Ṛgveda, Rijrsava viene accecato dal padre per aver consegnato a una lupa 101 montoni di famiglia, quindi prega gli ashvin di restituirgli la vista.[40] Bhima, figlio di Vāyu e noto per la sua voracità, è spesso chiamato «colui dallo stomaco di lupo».[41]

In Iran, il lupo ha una reputazione ambivalente: l'Avestā lo presenta come una creazione di Arimane,[40] mentre ancora oggi nei racconti per bambini svolge spesso il ruolo del «cattivo».[42]

Nella narrativa ambientata in India, il lupo riveste un ruolo di primo piano ne Il libro della giungla di Rudyard Kipling, dove un branco – chiamato «popolo libero» – adotta il cucciolo d'uomo Mowgli, insegnandogli la legge della giungla e proteggendolo sia dalla tigre Shere Khan che dai dhole.

  1. ^ Wildlife Protection Act 1972 (PDF), su legislative.gov.in.
  2. ^ a b Pocock, R. I. (1941), Fauna of British India: Mammals volume 2., Taylor & Francis, pp. 82-94
  3. ^ a b c Sharma, D. K.; Maldonado, J. E.; Jhala, Y. V.; Fleischer, R. C. (2004). "Ancient wolf lineages in India". Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. 271 (Suppl 3): S1–S4. doi:10.1098/rsbl.2003.0071. PMC 1809981Freely accessible. PMID 15101402
  4. ^ a b c d e f g Aggarwal, R. K.; Kivisild, T.; Ramadevi, J.; Singh, L. (2007). "Mitochondrial DNA coding region sequences support the phylogenetic distinction of two Indian wolf species". Journal of Zoological Systematics and Evolutionary Research. 45 (2): 163–172. doi:10.1111/j.1439-0469.2006.00400.x.
  5. ^ a b c d Blanford, W. T. (1888), Fauna of British India: Mammalia., London, Taylor and Francis, pp. 137-40
  6. ^ a b Jhala, Y. V. (2003). "Status, ecology and conservation of the Indian wolf Canis lupus pallipes Sykes. Journal of Bombay Natural History Society. 100:293-307
  7. ^ Harrington, F. H. & Paquet, P. C. (1982). Wolves of the World: Perspectives of Behavior, Ecology, and Conservation. Park Ridge, N.J: Noyes Publications. ISBN 0-8155-0905-7
  8. ^ a b c Mivart, G. (1890), Dogs, Jackals, Wolves and Foxes: A Monograph of the Canidæ., London: R.H. Porter : Dulau, pp. 9-10
  9. ^ A. S. Lokhande e S. B. Bajaru, First Record of Melanistic Indian Wolf Canis lupus pallipes from the Indian Subcontinent, in Journal of the Bombay Natural History Society, vol. 110, n. 3, 2013, pp. 220-30.
  10. ^ Khosravi, R. (2014). "Is black coat color in wolves of Iran an evidence of admixed ancestry with dogs?" Journal of Applied Genetics, DOI10.1007/s13353-014-0237-6
  11. ^ Nair, M. V. & Panda, S. K. (June 2013). Just Friends. URL consultato il 26 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2019)., Sanctuary Asia, Vol. XXXIII, No. 3
  12. ^ V. Jhala Yadvendradev, Predation on Blackbuck by Wolves in Velavadar National Park, Gujarat, India, in Conservation Biology, vol. 7, n. 4, Wiley & Sons, dicembre 1993, pp. 874-881, DOI:10.1046/j.1523-1739.1993.740874.x.
  13. ^ Ovvero, cane dai piedi bianchi.
  14. ^ William H. Sykes, Catalogue of the Mammalia of Dukun (Deccan); with observations on the habits, etc., and characters of new species., in Proceedings of the Committee of Science and Correspondence of the Zoological Society of London 1830–1831, I, London, Zoological Society of London, 1831, p. 101. URL consultato il 28 dicembre 2013.
  15. ^ "Nomenclatural Matters. Twenty-fourth meeting of the Animals Committee Geneva, (Switzerland), 20–24 April 2009, AC24 Doc. 13 Rev. 1 Annex 1" (PDF). CITES. 2009. p. 3.
  16. ^ "Summary Record. Twenty-fourth meeting of the Animals Committee Geneva, (Switzerland), 20–24 April 2009, AC24 Summary Record". CITES. 2009. p. 28.
  17. ^ Shrotriya, Lyngdoh, Habib (October 25, 2012). "Wolves in Trans-Himalayas: 165 years of taxonomic confusion". Current Science. 103 (8).
  18. ^ J. A. Leonard, C Vilà, K Fox-Dobbs, P. L. Koch, R. K. Wayne e B Van Valkenburgh, Megafaunal extinctions and the disappearance of a specialized wolf ecomorph (PDF), in Current Biology, vol. 17, n. 13, 2007, pp. 1146-50, DOI:10.1016/j.cub.2007.05.072, PMID 17583509. URL consultato il 26 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2016).
  19. ^ M. G. Pilot, W. Branicki, W. O. Jędrzejewski, J. Goszczyński, B. A. Jędrzejewska, I. Dykyy, M. Shkvyrya e E. Tsingarska, Phylogeographic history of grey wolves in Europe, in BMC Evolutionary Biology, vol. 10, 2010, p. 104, DOI:10.1186/1471-2148-10-104, PMC 2873414, PMID 20409299.
  20. ^ Erik Ersmark, Cornelya F. C. Klütsch, Yvonne L. Chan, Mikkel-Holger S. Sinding, Steven R. Fain, Natalia A. Illarionova, Mattias Oskarsson, Mathias Uhlén, Ya-Ping Zhang, Love Dalén e Peter Savolainen, From the Past to the Present: Wolf Phylogeography and Demographic History Based on the Mitochondrial Control Region, in Frontiers in Ecology and Evolution, vol. 4, 2016, DOI:10.3389/fevo.2016.00134.
  21. ^ a b K.-P. Koepfli, J. Pollinger, R. Godinho, J. Robinson, A. Lea, S. Hendricks, R. M. Schweizer, O. Thalmann, P. Silva, Z. Fan, A. A. Yurchenko, P. Dobrynin, A. Makunin, J. A. Cahill, B. Shapiro, F. Álvares, J. C. Brito, E. Geffen, J. A. Leonard, K. M. Helgen, W. E. Johnson, S. J. O’Brien, B. Van Valkenburgh e R. K. Wayne, Genome-wide Evidence Reveals that African and Eurasian Golden Jackals Are Distinct Species, in Current Biology, vol. 25, 17 agosto 2015, DOI:10.1016/j.cub.2015.06.060. URL consultato il 26 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2015).
  22. ^ Mammal Species of the World, fonte principale degli zoologi per la nomenclatura delle sottospecie.
  23. ^ Canis lupus indica, su ncbi.nlm.nih.gov.
  24. ^ Qumsiyeh, Mazin B. (1996). Mammals of the Holy Land. Texas Tech University Press, pp. 146–148, ISBN 089672364X
  25. ^ a b c d Mech, L. David; Boitani, Luigi (2003). Wolves: Behaviour, Ecology and Conservation. University of Chicago Press. p. 326-27. ISBN 0-226-51696-2.
  26. ^ Pierre Zuppiroli e Lise Donnez, An Interview with Ozgun Emre Can on the Wolves in Turkey (PDF), in UKWCT, vol. 26, 2006, pp. 8-9 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2011).
  27. ^ Khosravi, R. et al. (2012). "Morphometric variations of the skull in the Gray Wolf (Canis lupus) in Iran", Acta Theriol DOI10.1007/s13364-012-0089-6
  28. ^ R. Khosravi, H.R. Rezaei e M. Kaboli, Detecting hybridization between Iranian wild wolf (Canis lupus pallipes) and free-ranging domestic dog (Canis familiaris) by analysis of microsatellite markers, in Zool. Sci., vol. 30, 2013, pp. 27-34, DOI:10.2108/zsj.30.27.
  29. ^ Charles Maclean, The Wolf Children, Harmondsworth, Eng.; New York, Penguin Books, 1980, p. 336, ISBN 0-14-005053-1.
  30. ^ a b Knight, John (2004). Wildlife in Asia: Cultural Perspectives. Psychology Press, pp. 219–221, ISBN 0700713328
  31. ^ Michael Bright, Man-Eaters, New York, St. Martin's Paperbacks, 2002, p. 304, ISBN 0-312-98156-2.
  32. ^ V. Jhala Yadvendradev e Robert H. Jr. Giles, The Status and Conservation of the Wolf in Gujarat and Rajasthan, India, in Conservation Biology, vol. 5, n. 4, Wiley, dicembre 1991, pp. 476-483, DOI:10.1111/j.1523-1739.1991.tb00354.x, JSTOR 2386069.
  33. ^ Mewa Singh e H. N. Kumara, Distribution, status and conservation of Indian gray wolf (Canis lupus pallipes) in Karnataka, India, in Journal of Zoology, vol. 270, n. 1, 2006, pp. 164-169, DOI:10.1111/j.1469-7998.2006.00103.x.
  34. ^ a b K.S. Rajpurohit, Child lifting: Wolves in Hazaribagh, India, in Ambio, vol. 28, 1999, pp. 162-166.
  35. ^ Burton, R.G. (1991). A Book of Man Eaters. Mittal Publications.
  36. ^ T. R. Mader, Wolf Attacks on Humans, su aws.vcn.com, P. O. Box 2, Beresford, SD 57004, Abundant Wildlife Society of North America, Research Division. URL consultato il 28 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2007).
  37. ^ Homeless man eaten by wolves in Iran.. Iranfocus (2005-01-04)
  38. ^ Wolf slain by 87-year-old Iranian woman (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2012).. presstv.ir (2008-11-08).
  39. ^ Wilson, H. H., Hall, F. (1868). The Vishńu Puráńa: A System of Hindu Mythology and Tradition. Trubner
  40. ^ a b Krishna Murthy, K. (1985). Mythical animals in Indian art. Abhinav Publications, ISBN 0-391-03287-9
  41. ^ W. J. Wilkins, Hindu Mythology, Vedic and Puranic, S.l, Kessinger Publishing, 2004, ISBN 0-7661-8881-7.
  42. ^ Humphreys, P. & Kahrom, E. (1999). Lion and Gazelle: The Mammals and Birds of Iran. I.B.Tauris. pp. 88-9. ISBN 1860642292

Altri progetti

modifica
  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi