Epinephelus marginatus

specie di pesce
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La cernia bruna (Epinephelus marginatus (Lowe, 1834)) è un pesce osseo appartenente alla famiglia Serranidae[4]. È conosciuta commercialmente come cernia[5]. Nella letteratura scientifica è nota anche con i sinonimi Epinephelus guaza e Mycteroperca marginata.

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Cernia bruna
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseOsteichthyes
SuperordineAcanthopterygii
OrdinePerciformes
SottordinePercoidei
FamigliaSerranidae
SottofamigliaEpinephelinae
GenereEpinephelus
SpecieE. marginatus
Nomenclatura binomiale
Epinephelus marginatus
(Lowe, 1834)
Sinonimi

Epinephelus guaza, Epinephelus guaza Cerna gigas (Bonaparte, 1833)
Epinephelus brachysoma (Cope, 1871)
Epinephelus gigas (Brünnich, 1768)
Epinephelus guaza (non Linnaeus, 1758)
Holocentrus gigas (Brünnich, 1768)
Serranus aspersus (Jenyns, 1840)
Serranus cernioides (de Brito Capello, 1867)
Serranus fimbriatus (Lowe, 1838)
Serranus gigas (Brünnich, 1768)
Serranus guaza (non Linnaeus, 1758)
Serranus marginatus (Lowe, 1834)[2]

Nomi comuni

cernia[3], cernia di scoglio, cernia bruna (I),
dusky grouper (GB), mérou noir (F), kirnja (KR),
rophós (HE), mero (S), braune Zackenbarsch (D)

Individuo giovanile
Individuo con livrea scura a tre macchie chiare, indice di comportamento aggressivo

Distribuzione e habitat

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L'areale comprende l'intero mar Mediterraneo, l'oceano Atlantico orientale tra l'estremo sud delle isole Britanniche e l'Angola, e l'oceano Atlantico sud-occidentale dal Brasile meridionale all'Uruguay[1] e all'Argentina[6]. A partire dalla metà degli anni 2000 la sua diffusione è nettamente aumentata nelle zone più settentrionali del Mediterraneo, compreso il nord del mar Adriatico, a causa del fenomeno noto come meridionalizzazione del mar Mediterraneo[7].

È specie tipica di fondi duri ricchi di anfratti e cavità che possano fungere da riparo; solo raramente si incontra nelle praterie di posidonia[8]. I giovanili sono molto costieri e si possono incontrare in acqua molto bassa[9]. Vive tra 8 e 300 m di profondità, di solito non sotto i 50 m[2].

Descrizione

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La cernia bruna ha corpo robusto, ovale[9] e relativamente tozzo[10]. La testa è grande, con bocca ampia armata di denti caniniformi rivolti all'indietro e mandibola leggermente sporgente[9]. La pupilla è a forma di pera[8]. La pinna dorsale è unica, con 11 raggi spinosi e 13-16 molli. La pinna anale ha 3 raggi spinosi e 8-9 molli. La pinna caudale ha margine arrotondato[10], ma nei grandi esemplari può risultare quasi tronca[8].

La colorazione di base è bruna, più o meno rossiccia[8], più chiara sul ventre[9], con numerose macchie biancastre irregolari sparse sul corpo[8], più contrastate nei giovani. L'occhio è azzurro[10]. Sono presenti in quasi tutte le livree macchie radiali irregolari chiare che si dipartono dall'occhio e una colorazione scura con margine chiaro nella parte posteriore delle pinne dorsale, anale e caudale.

Esistono diversi pattern cromatici che possono cambiare rapidamente ed essere legate a stati d'animo momentanei:

  • una livrea scura con tre macchie chiare sul dorso che sconfinano sulla dorsale, oppure uniformemente scura, sono legate a comportamenti aggressivi;
  • un pattern chiaro con una stretta fascia più scura lungo il profilo dorsale è tipico di individui in acqua libera;
  • i maschi adulti nel periodo riproduttivo possono assumere una colorazione di fondo molto scura, quasi nera, con toni bluastri, macchie radiali argentee dietro l'occhio e fasce verticali argentee sui fianchi. In questa livrea la parte a raggi molli della dorsale e dell'anale e la caudale diventano grigio chiaro; si forma inoltre un'area irregolare chiara sul dorso dietro l'opercolo e l'occhio diventa bianco[8].

Raggiunge dimensioni notevoli, fino a 140-150 cm di lunghezza e circa 60 kg di peso[2].

Biologia

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Può vivere fino a 61 anni[11].

Comportamento

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È un animale piuttosto timido ma dotato di una certa curiosità[8]. Si tratta di una specie fortemente territoriale[2].

Riproduzione

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E. marginatus è un ermafrodita proterogino: gli esemplari di grandi dimensioni sono pertanto tutti maschi. La maturità sessuale viene raggiunta a 5-6 anni, mentre la transizione da femmina a maschio avviene tra i 9 e i 16 anni. I riproduttori formano piccoli gruppi, fino a qualche decina di individui, durante la stagione riproduttiva[1], che cade nel periodo estivo[8].

Alimentazione

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È un predatore che si nutre principalmente di molluschi, crostacei e pesci[12]. Una parte importante della dieta è costituita dai cefalopodi[10]. Con la crescita diventa progressivamente più piscivora e i grandi adulti si nutrono prevalentemente di pesci[2].

Si cattura con palamiti, nasse e reti a strascico[9]. Abbocca anche alle lenze[2] ed è una tipica preda dei pescatori subacquei. Le carni sono consiserate ottime[9].

Conservazione

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La Lista rossa IUCN classifica Epinephelus marginatus come vulnerabile. La principale minaccia è la sovrapesca, che in alcune parti dell'areale ha portato a diminuzioni delle popolazioni superiori all'80%.

Essenda una specie ermafrodita proterogina, gli individui più grandi – e più difficili da catturare – sono maschi, il che può causare uno squilibrio tra i sessi. Anche la crescita lenta e la formazione di aggregazioni riproduttive, che favoriscono la cattura in massa, rendono la specie particolarmente vulnerabile.

Laddove la pesca è stata vietata (come in Francia) o nelle aree marine protette, si è osservato un notevole incremento delle popolazioni, confermando il ruolo della pesca eccessiva nel declino della specie. Nei paesi europei del Mediterraneo in cui sono state introdotte misure di limitazione e controllo della pesca, le popolazioni sembrano in lenta ripresa[1].

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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