Chrysactinia

genere di pianta della famiglia Asteraceae

Chrysactinia A.Gray, 1849 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Tageteae e sottotribù Pectidinae.[1][2]

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Chrysactinia
Chrysactinia mexicana
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùTageteae
SottotribùPectidinae
Genere Chrysactinia
A.Gray, 1849
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùTageteae
SottotribùPectidinae
Genere Chrysactinia
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

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Il nome del genere deriva dal greco "chrysos" (= oro) e "actinos" (= raggio).[3]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Asa Gray (1810-1888) nella pubblicazione " Memoirs of the American Academy of Arts and Sciences" ( Mem. Amer. Acad. Arts ser. 2, 4(1): 93) del 1849.[4]

Descrizione

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Il portamento
Chrysactinia mexicana
 
Le foglie
Chrysactinia mexicana
 
Infiorescenza
Chrysactinia truncata
 
I fiori
Chrysactinia pinnata

Portamento. Le specie di questo genere hanno un habitus erbaceo perenne di tipo quasi arbustivo. In genere queste piante sono aromatiche.[5][6][7][8][9][3]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa. I fusti di una stessa pianta sono strettamente connessi. Altezza media: 10-40 cm.

Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte sia in modo alterno. La lamina può essere semplice o composta da lineare a ovata con segmenti da filiformi a lineari. La superficie può essere ricoperta da ghiandole pustolose o pellucide (ghiandole ricoperte da una membrana trasparente), altre volte questi organi sono incorporati nelle foglie. In altre specie sono presenti delle setole (o ciglia) nella parte terminale dei lobi o disperse lungo i margini; oppure le ciglia sono circoscritte nella parte basale della foglia.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini di tipo radiato, solitari, terminali e lungamente peduncolati. I peduncoli talvolta sono fistolosi. I capolini sono formati da un involucro, con forme campanulate, composto da 8-14 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee con forme da lineari a ovate, subuguali oppure scalate in altezza, libere oppure fuse, a volte con superficie ricoperta da ghiandole di diversi tipi, sono disposte in modo più o meno embricato su una (o due) serie. Il ricettacolo, con forme da piatte a convesse, è usualmente privo di pagliette ("epaleato") o pagliette presto decidue. Dimensione degli involucri: 3,5-5 mm.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): da 8 a 13, sono femminili, fertili e sono disposti su una o più serie; la forma è ligulata (zigomorfa);
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi (da 15 a 70) con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi o (raramente) funzionalmente maschili.
*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [10]
  • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula è biloba, colorata da giallo limone a giallo oro;
  • fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in alcuni lobi; i lobi, con forme da deltate a lanceolate, sono 5i; il colore di solito è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere sono fortemente sclerificate (raramente possono essere prive di sclerite). Le appendici delle antere hanno forme ovate; normalmente sono provviste di densi tessuti sclerificati. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25-40 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo è unico e con due stigmi nella parte apicale. Gli stigmi hanno forme da acute a strettamente affusolate. Le superfici stigmatiche sono strette o ampie e sempre parallele e mai confluiscono agli apici. Le appendici sono acute.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno una forma cilindrica. La superficie è nera o marrone, da sparsamente a densamente ricoperta di peli. Il carpoforo è ben sviluppato e conico. Il pappo è formato da tante (da 20 a 40) scaglie o setole su una serie. Gli acheni sono caratteristicamente provvisti di uno strato di fitomelanina, una sostanza organica che garantisce resistenza contro gli attacchi batterici e da parte degli insetti.[11]

Biologia

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Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo genere sono distribuite in Messico settentrionale e USA meridionali.[2]

Sistematica

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][8][9]

Filogenesi

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Il genere Chrysactinia fa parte della sottotribù Pectidinae, raggruppamento che la classificazione tradizionale colloca all'interno della tribù Heliantheae e che recenti studi filogenetici attribuiscono alle Tageteae.[15] La sottotribù Pectidinae è caratterizzata da foglie e brattee ricoperte da ghiandole pustolose o pellucide e aromatiche e da ricettacoli privi di pagliette, talvolta con minute scaglie o setole.[9]

Nelle analisi filogenetiche Chrysactinia risulta monofiletico e si colloca vicino alla base dell’albero filogenetico delle Pectidinae, subito dopo il clade Boeberastrum-Harnackia-Lescaillea, suggerendo una linea evolutiva antica; quindi è collocato tra i generi più primitivi della sottotribù. Il numero cromosomico base di x = 15, è il più alto tra i membri delle Tageteae, questo lo distingue nettamente dagli altri generi, che hanno numeri base più bassi (x = 8, 12, 13).[16]

I caratteri distintivi del genere sono:[9]

  • le brattee sono disposte su una serie e sono ricoperte da ghiandole pellucide non ingrossate;
  • la distribuzione delle piante è relativa al Messico (settentrionale) e agli USA (sud-ovest).

Il numero cromosomico delle specie di Chrysactinia è: 2n = 30.[9]

Elenco delle specie

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Questo genere ha 6 specie:[2]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 25 settembre 2025.
  3. ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 25 settembre 2025.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 settembre 2025.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  7. ^ a b Judd 2007, pag.517
  8. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 701.
  9. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 425.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pandey A.K. & Dhakal M.R, Phytomelanin in Compositae (PDF), in Current Science 2001; 80(8): 933-940.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  15. ^ Robinson 1981
  16. ^ Loockerman et al. 2003

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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