Pop orchestrale

genere musicale
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Il Pop orchestrale, dall'inglese orchestral pop o ork-pop, è un genere musicale nato dalla fusione della musica pop con la musica orchestrale; laddove vengano sfruttate intere orchestre sinfoniche, può prendere il nome di pop sinfonico o symphonic pop.[2][3][4][5] Prevedendo l'utilizzo di parti vocali principali a guidare le canzoni, non va confuso con i lavori delle cosiddette "orchestre pop", cioè quelle orchestre che riarrangiano famose canzoni pop in chiave esclusivamente strumentale.

Pop orchestrale
Origini stilisticheMusica pop
Musica orchestrale
Colonne sonore
Art pop
Crossover classico
Origini culturaliStati Uniti e Regno Unito negli Anni '60
Strumenti tipiciVoce, strumenti tipici di un'orchestra, sintetizzatore
PopolaritàPopolare nel corso degli Anni 1960; di nicchia negli Anni 1990; ancora di nicchia, ma con qualche brano di successo, negli Anni 2010 e 2020
Sottogeneri
Baroque pop - Cinematic pop
Generi correlati
Art pop - Operatic pop - Symphonic rock - Symphonic metal - Easy listening - Progressive pop - Shibuya kei[1]

Il suo sottogenere più famoso e diffuso è il baroque pop, anche chiamato chamber pop,[6][7] ma nel corso degli Anni 2000 si è diffusa anche la variante chiamata cinematic pop o epic pop.

Per via della vicinanza stilistica, può risultare sfumato non solo il confine fra il pop orchestrale, l'operatic pop e l'art pop, ma talvolta anche con il symphonic rock e il symphonic metal, sebbene sia necessario ricordare che la musica pop propriamente detta non preveda l'utilizzo di chitarre elettriche, men che meno distorte, in un ruolo centrale per la composizione, l'arrangiamento e il missaggio.

Negli Anni '60, la musica pop alla radio e nei film statunitensi e britannici si distaccò dalla Tin Pan Alley per avvicinarsi a una scrittura musicale più eccentrica, incorporando chitarre rock riverberate, archi e fiati.[2] Lo sviluppo rapido della registrazione multitraccia a metà degli Anni '60 permise ai produttori di creare registrazioni con arrangiamenti sempre più complessi e sofisticati. Gli arrangiatori e i produttori pop iniziarono così a sfruttare sempre di più elementi orchestrali; esempi di ciò sono riscontrabili negli arrangiamenti con gli archi di George Martin per i The Beatles e le colonne sonore di John Barry per i film di James Bond.[8] Sempre negli Anni '60, furono realizzate numerose versioni orchestrali di brani scritti dai Beatles, comprese esecuzioni sinfoniche di Yesterday, e alcune orchestre furono fondate appositamente per eseguire prevalentemente musica popolare, come la Boston Pops Orchestra.[9]

La rivista Spin definisce Burt Bacharach e Brian Wilson dei The Beach Boys come «divinità» del pop orchestrale.[10] Inoltre, secondo Chris Nickson il «vitale pop orchestrale del 1966» era «sfidante, anziché banale e facile da ascoltare»;[11] ha in particolare lodato in particolare le composizioni di Scott Walker, spiegando che «nel suo periodo più fertile, dal 1967 al 1970, creò un corpo di lavoro che, a modo suo, fu rivoluzionario quanto quello dei Beatles. Portò le idee di Mancini e Bacharach alla loro conclusione logica, ridefinendo sostanzialmente il concetto di pop orchestrale».[12]

A partire dagli Anni '70, il pop orchestrale ha subito un importante declino, anche se nel corso degli Anni '90 è stato parzialmente ripreso dal movimento Ork-pop guidato da artisti come Cardinal, Yum-Yum, The High Llamas, Witch Hazel e Spookey Ruben.[13][14] Ad aver dato nuova linfa vitale al genere è stata soprattutto la possibilità di mescolarlo con la musica elettronica di vario tipo, anche EDM, e l'hip hop.[15][16]

Nel XXI secolo, pochi artisti esplorano questo genere, tra i cui il supergruppo inglese The Last Shadow Puppets (formato dal cantante degli Arctic Monkeys, Alex Turner, e dall'artista solista Miles Kane), la cantautrice statunitense Lana Del Rey e l'artista statunitense Cody Fry, nominato più volte ai Grammy Awards;[17] alcuni brani orchestral pop sono presenti anche nelle discografie di cantautori scandinavi come Björk, Susanne Sundfør, Aurora, Eivør ed Einar Solberg. Inoltre, a partire dal 2010 circa si è creata una nicchia di artisti e ascoltatori che fanno riferimento al cosiddetto cinematic pop o epic pop, portando al successo brani come ad esempio la cover di In the End dei Linkin Park pubblicata da Tommee Profitt assieme a Jung Youth e Fleurie[18] o alcuni brani di Woodkid scritti per la colonna sonora della serie animata Arcane.[19] Ad aver permesso la ripresa recente del sound orchestrale nel pop è stato lo sviluppo e la diffusione di orchestre virtuali dai campionamenti sempre più ricchi e realistici, in combinazione con l'abbassamento dei prezzi sia dei plugin sia degli hardware necessari per farli funzionare.

Sottogeneri e commistioni analoghe

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Baroque pop

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Pop barocco.

Il pop barocco, anche chiamato chamber pop, è il sottogenere più famoso e diffuso del pop orchestrale.[20] Si può dire che, mentre il generico pop orchestrale può trarre ispirazione da vari periodi della musica colta, il pop barocco nello specifico è tende a essere ancorato agli stilemi del periodo barocco e in generale a un approcciò rétro. Inoltre, mentre il generico pop orchestrale può arrivare a sfruttare intere orchestre sinfoniche, il chamber pop nello specifico tende ad avere arrangiamenti più minimali o comunque non particolarmente imponenti. In ogni caso, prima del 2000 era raro che una canzone orchestral pop non fosse definibile senza troppi problemi anche baroque pop.

Cinematic pop

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Il cinematic pop, talvolta chiamato epic pop, è un sottogenere della musica orchestral pop che affonda le sue radici negli Anni '90 del Novecento,[16] ma che si è sviluppato propriamente a partire dalla seconda metà del primo decennio degli Anni 2000 e, ancor di più, dal 2010 grazie all'aumento della qualità e all'abbassamento dei prezzi delle orchestre sinfoniche virtuali (plugin). Trae ispirazione dai principali compositori di colonne sonore hollywoodiane ed è fortemente legato alla "musica epica" per trailer creata da compagnie di produzione per audiovisivi come ad esempio Two Steps from Hell, Audiomachine e 411 Music Group.[21][22] A differenziare tale "musica epica" dal cinematic pop sono le strutture dei brani del secondo genere, giacché in questo gli elementi sinfonici vengono inseriti all’interno di vere e proprie canzoni pop cantate da voci che seguono melodie orecchiabili e al contempo con una forte carica emotiva. L'epicità delle composizioni, che porta spesso a scrivere partiture orchestrali comprensive di ottoni, è una delle principali differenze col meno imponente e intenso pop barocco, assieme alla tendenza ad avere un approccio melodico, di produzione e di sound design più moderno. Non a caso spesso, anche se non sempre, la commistione fra suggestioni classiche e tendenze moderne porta anche a unire le orchestrazioni con elementi di musica elettronica (sintetizzatori, drum machine, effetti...) più o meno invasivi, prendendo ispirazione da una gamma molto eterogenea di stili e generi che varia in base al musicista; alcuni artisti definiti talvolta cinematic pop sono arrivati persino a sostituire interamente o quasi gli strumenti orchestrali con sintetizzatori e suoni elettronici in grado di riprodurre le emozionanti atmosfere cinematografiche ricercate, ma si tratta di casi particolari che potrebbero non rientrare a pieno nella definizione del genere.[23]

Le atmosfere ricche di pathos evocate da questo stile di musica sono quasi sempre epiche e grandiose, ma ci sono anche brani malinconici, oscuri e drammatici marcati da tonalità minori; tali tendenze rendono naturale la presenza di brani cinematic pop in trailer e colonne sonore di film, serie tv, anime e videogiochi.[19][24][25]

Esempi di cinematic pop si possono trovare nei brani cantanti da degli ospiti di compositori e produttori quali Thomas Bergersen, gli Hidden Citizens,[26] Tommee Profitt,[27] Unsecret, i Cinematic Pop,[28], Ursine Volpine e Daniel Brandt,[29] in molti brani dei repertori di cantanti e cantautori quali Woodkid,[30] Raign,[31] Morgan Clae[32] e Merethe Soltvedt,[33] in alcuni di quelli di Lana Del Rey,[34] Fleurie,[35] Ruelle, Melanie C, Krigaré,[36] Eurielle, Empara Mi,[37] Jvke,[38] Ringdown[23] e Milo Greene.[39] Altri esempi di cinematic pop si possono trovare nell’album Synthesis degli Evanescence e in alcuni specifici brani dei Muse (ad esempio, l'Alternate Reality Version di Algorithm, presente come traccia bonus in Simulation Theory),[40] dei Thirty Seconds to Mars, di IAMX e del primo album degli Echos. Dei brani cinematic pop o comunque con chiare influenze di tale genere sono stati presentati anche all'Eurovision Song Contest; in particolare è possibile citare Scream di Sergej Lazarev,[41] Before the Party's Over di Mustii,[42] Rise Like a Phoenix di Conchita Wurst, Veronika di Raiven e The Code di Nemo.[43]

  1. ^ (EN) The Day J-Pop Ate Itself: Cornelius and the Timeless Freakiness of ‘Fantasma’, su Observer music.
  2. ^ a b (EN) Jon Pareles, Orchestral Pop, the Way It Was (More or Less), in The New York Times, 31 ottobre 2008. URL consultato il 25 marzo 2025.
  3. ^ Classic combo; Echo Helstrom mixes rock and classical music for a fresh sound, su bendbulletin.com, 6 ottobre 2026. URL consultato il 25 marzo 2025 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
  4. ^ (EN) Orchestral/Easy Listening, su Allmusic.
  5. ^ Joseph Lanza, Elevator Music: a Surreal History of Muzak, Easy-Listening, and Other Moodsong, St. Martin's, 1994, ISBN 0-312-10540-1.
  6. ^ Lorenzo Barbagli, Altprogcore - Dal post hardcore al post prog, Lulu.com, 2015, p. 49.
  7. ^ (EN) Alessandro Bonini, Emanuele Tamagnini, Enciclopedia discografica: dal rock al soul, dal pop alla new wave, dal punk al metal al jazz, Gremese, 2004, p. 175.
  8. ^ Joseph Lanza, Sound Unbound: Sampling Digital Music and Culture, a cura di Paul D. Miller, The MIT Press, 2008, p. 167, ISBN 978-0-262-26646-8.
  9. ^ (EN) Orchestral/Easy Listening Music Subgenre Overview, su AllMusic. URL consultato il 25 marzo 2025.
  10. ^ (EN) SPIN Media LLC, SPIN, SPIN Media LLC, ottobre 2006. URL consultato il 25 marzo 2025.
  11. ^ (EN) CMJ Network Inc, CMJ New Music Monthly, CMJ Network, Inc., febbraio 1998. URL consultato il 25 marzo 2025.
  12. ^ (EN) CMJ Network Inc, CMJ New Music Monthly, CMJ Network, Inc., novembre 1997. URL consultato il 25 marzo 2025.
  13. ^ (EN) Nielsen Business Media Inc, Billboard, Nielsen Business Media, Inc., 25 maggio 1996. URL consultato il 25 marzo 2025.
  14. ^ (EN) Nielsen Business Media Inc, Billboard, Nielsen Business Media, Inc., 23 agosto 1997. URL consultato il 25 marzo 2025.
  15. ^ (EN) Strings Please: The Rise And Fall Of The Orchestral-pop Sound Of The 1990s - Part One - God Is In The TV, su godisinthetvzine.co.uk, 18 aprile 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
  16. ^ a b (EN) Bill Cummings·Features·, Strings Please: The Rise And Fall Of The Orchestral-pop Sound Of The 1990s - Part Two - God Is In The TV, su godisinthetvzine.co.uk, 29 maggio 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
  17. ^ Cody Fry | Artist | GRAMMY.com, su grammy.com. URL consultato il 25 marzo 2025.
  18. ^ (EN) Amber, "In The End" Linkin Park Cover// Produced By TOMMEE PROFITT, su Nashville Unsigned, 7 novembre 2018. URL consultato il 25 marzo 2025.
  19. ^ a b (EN) Kevin Rutherford, Music from ‘Ghosts,’ ‘Arcane’ Rule November 2024’s Top TV Songs Chart, su Billboard, 20 dicembre 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
  20. ^ Stan Hawkins, Queerness in Pop Music: Aesthetics, Gender Norms, and Temporality, 2015.
  21. ^ Epic Music – Rate Your Music, su rateyourmusic.com. URL consultato il 25 marzo 2025.
  22. ^ (EN) Glorious: Modern Hybrid Pop. URL consultato il 25 marzo 2025.
  23. ^ a b (EN) Electronic Cinematic Pop From the Duo Ringdown, In-Studio | Soundcheck, su WNYC Studios, 13 giugno 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
  24. ^ (EN) Slant Staff, Every James Bond Theme Song Ranked, su Slant Magazine, 4 ottobre 2021. URL consultato il 25 marzo 2025.
  25. ^ (EN) Norman Fleischer, Review: M83 – Oblivion (Original Motion Picture Soundtrack), su NBHAP, 6 aprile 2013. URL consultato il 25 marzo 2025.
  26. ^ (EN) about, su Hidden Citizens. URL consultato il 25 marzo 2025.
  27. ^ (EN) Amber, How TOMMEE PROFITT's "Cinematic Songs" Vol 5 Came to Life, su Nashville Unsigned, 9 novembre 2018. URL consultato il 25 marzo 2025.
  28. ^ (EN) Cinematic Pop: Classical and Mainstream Music Converge – SM Conservatory of Music, su santamonicaconservatory.com. URL consultato il 25 marzo 2025.
  29. ^ (EN) New Releases - 10/12/18, su Grimey's New & Preloved Music, 11 ottobre 2018. URL consultato il 25 marzo 2025.
  30. ^ (EN) Paul Lester, Woodkid (No 1,437), in The Guardian, 23 gennaio 2013. URL consultato il 27 marzo 2025.
  31. ^ American Robb, Premier: RAIGN and the artful multi layered alt pop fusion of "Spaceman" (Official Visualizer), su American Pancake, 29 gennaio 2022. URL consultato il 25 marzo 2025.
  32. ^ (EN) Morgan Clae | Music Producer | Film Director, su morganclae.com. URL consultato il 25 marzo 2025.
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  34. ^ Lana Del Rey, Hydro, Glasgow – Vanguard Online, su www.vanguard-online.co.uk, 25 agosto 2017. URL consultato il 25 marzo 2025.
  35. ^ (EN) LADYGUNN, Ladygunn – Fleurie, su Ladygunn, 18 ottobre 2021. URL consultato il 25 marzo 2025.
  36. ^ (EN) Savvage Media, su Savvage Media, 22 aprile 2017. URL consultato il 25 marzo 2025.
  37. ^ (EN) Artist Spotlight — Blog, su shesaid.so, 14 marzo 2025. URL consultato il 25 marzo 2025.
  38. ^ Serena Pastore, JVKE e il suo “Cinematic Pop”, su LeCosimò, 10 gennaio 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
  39. ^ (EN) Lauren Moraski, Milo Greene: Making cinematic pop for the movies - CBS News, su www.cbsnews.com, 18 dicembre 2012. URL consultato il 25 marzo 2025.
  40. ^ (EN) Hannah Cotter, Exploring Songs on Muse's Simulation Theory World Tour Setlist, su setlist.fm, 12 marzo 2029. URL consultato il 25 marzo 2025.
  41. ^ Valerio Berra, Eurovision 2019, cinque artisti da ascoltare per capire come suonerà questo festival, su Open, 14 maggio 2019. URL consultato il 25 marzo 2025.
  42. ^ (EN) Van Muylem, MUSTII releases remix of 'Before The Party's Over' by Madism, su Snoozecontrol.be, 2 giugno 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
  43. ^ Eurovision Final 2024 Results, su Dailytelegraph.com.au, 24 maggio 2024. URL consultato il 25 marzo 2025.
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