Marco Claudio Frontone
Marco Claudio Frontone (latino: Marcus Claudius Fronto; 132/133 circa – 170) è stato un politico e militare romano.
| Marco Claudio Frontone | |
|---|---|
| Console dell'Impero romano | |
| Nome originale | Marcus Claudius Fronto |
| Nascita | 132/133 circa |
| Morte | 170 |
| Gens | Claudia |
| Legatus legionis | della XI Claudia[1] e della I Minervia (161-163) |
| Consolato | suffectus 165 o 166 |
| Legatus Augusti pro praetore | della Mesia Superiore (166-168), della Mesia superiore (169-170) e Dacia Apulensis (169-170) |
Biografia
modificaIllustre personaggio dell'epoca degli Antonini, fu legatus legionis della Legio I Minervia nel periodo 161-163. Accompagnò l'imperatore Lucio Vero in Oriente per le campagne partiche (163-166) ed in seguito gli imperatori Lucio Vero e Marco Aurelio nella prima expeditio germanica delle guerre marcomanniche (168).
Rilevò il comando di Servilio Fabiano Massimo, in qualità di legatus Augusti pro praetore della Mesia Superiore al termine del 168. A causa della guerra in corso contro gli Iazigi e delle presunte morti in battaglia di alcuni governatori provinciali (come Calpurnio Proculo), assunse prima il comando combinato di Mesia superiore e Dacia Apulensis, per poi ottenere, di lì a poco, il comando di tutte e tre le Dacie con la morte di Calpurnio Agricola. Tornò di lì a poco a governare nuovamente la Mesia superiore e le tre Dacie, costituendo un fronte comune contro il nemico sarmatico, ma morì poco dopo in battaglia nel 170.
Rimane di fondamentale importanza l'iscrizione latina scoperta a Roma per meglio comprendere il cursus honorum di questo personaggio di epoca Antonina:
«A Marco Claudio Frontone, figlio di Tiberio, della tribù Quirina, console (nel 165 o 166), legatus Augusti pro praetore (governatore) delle provincie di Dacia e di Mesia superiore (nel 170), allo stesso modo governatore delle province delle "tre Dacie" (nel 169), legato degli Augusti (Marco Aurelio e Lucio Vero) di Mesia superiore e Dacia Apulensis (nel 168), legato degli Augusti della provincia di Mesia superiore (nel 167), comes del divo Augusto [Lucio] Vero (all'epoca, deceduto e asceso tra gli dèi immortali), a lui vennero donate ricompense militari (dona militaria) in seguito ai successi ottenuti durante la "guerra Armeniaca" e "Parthica" dall'imperatore Augusto Antonino (Marco Aurelio), e dal divo Augusto Vero ottenne una corona muraria, una corona vallare, una classica e d'oro oltre a quattro aste pure, quattro vessilli, curatore dei luoghi e delle opere pubbliche (nel 166), inviato in Italia ad arruolare la gioventù (nel 165/166 d.C.; si trattava delle legioni: legio II Italica e legio III Italica), legato degli Augusti dell'esercito legionario e degli auxilia inviato attraverso l'Oriente romano in Armenia e Osroene e Antemusia, inviato come legato degli Augusti della legio I Minervia nella spedizione partica in procinto di essere condotta (162-165), legatus legionis degli Augusti della legio XI Claudia (nel 159-162), pretore (nel 158?), edile curule per volontà del senato romano, questore urbano, decemvir stlitibus iudicandis (decemviro di un tribunale civile sulle cose da giudicare) di questo senato per ordine dell'imperatore Marco Aurelio Antonino Augusto "vittorioso in Armenia, in Media, il più grande vincitore dei Parti", morì combattendo coraggiosamente per la Repubblica romana nella seconda guerra contro Germani e Iazigi, allo stesso venne dedicata una statua con denaro pubblico nel Foro di Traiano per darne testimonianza ai posteri.»