Gregorio Graba (in greco Γρηγόριος Γαβρᾶς?, Grēgorios Gabras; fl. XI secolo) era il figlio del governatore bizantino di Chaldia, Teodororo Gabra, che fu coinvolto in una piccola ed infruttuosa ribellione contro l'imperatore Alessio I Comneno intorno all'anno 1091.

Biografia

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Costantinopoli

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Il padre di Gregorio era un importante governatore e un eccellente generale, motivi per cui Alessio I cercò di farlo entrare nell'entourage della famiglia imperiale. Di conseguenza, Gregorio era con suo padre a Costantinopoli alla fine degli anni Ottanta del XI secolo, quando si fidanzò con una figlia del fratello di Alessio, il sebastocratore Isacco Comneno, quando suo padre ritornò a Trebisonda, Gregorio rimase alla corte imperiale.

Poco dopo morì la madre di Gregorio e suo padre si risposò con una nobile Alana, Mariam, che era la cugina di primo grado della moglie di Isacco Comneno. Quando la notizia giunse nella capitale, il fidanzamento di Gregorio fu silenziosamente annullato, poiché ora erano considerati parenti stretti e, secondo le leggi civili ed ecclesiastiche, tali matrimoni erano proibiti. Alessio, tuttavia, era preoccupato per la reazione di Teodoro, quindi tenne Gregorio alla corte come ostaggio per assicurarsi che Teodoro continuasse a comportarsi bene, rassicurandolo con la promessa che avrebbe dato in sposa a Gregorio a una delle sue figlie.

Teodoro tornò presto nella capitale e escogitò un piano per liberare suo figlio e tornare con lui a Trebisonda. Portò il ragazzo fino al porto di Pharus prima di fuggire in nave verso il ponto eusino. Alessio venne presto informato e reagì inviando una flotta di navi per catturare padre e figlio. Raggiunsero Teodoro vicino alla città di Egina e gli intimarono di consegnare suo figlio ai rappresentanti dell'imperatore. Per convincerlo, gli ribadì ancora una volta il desiderio dell'imperatore di dare in sposa Gregorio a una delle sue figlie, Maria Comnena. Capendo di non aveva altra scelta, Teodoro obbedì e Gregorio si ritrovò nuovamente segregato a Costantinopoli.

La ribellione contro Alessio I

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Al suo ritorno, Alessio ratificò il contratto matrimoniale solo con le consuete formalità legali e affidò Gregorio alle cure di uno degli attendenti dell'imperatrice, l'eunuco Michele. Michele istituì ben presto un rigoroso programma educativo e marziale per il ragazzo, che Gregorio iniziò presto a detestare. Non gli piaceva il suo tutore, aveva difficoltà a seguire le regole ed era irritato dal fatto di non essere trattato con il rispetto che un futuro membro della famiglia imperiale meritava. I suoi pensieri si concentrarono presto su come fuggire dalla corte e tornare da suo padre.

Riunendo un piccolo gruppo di complottisti, alcuni dei quali erano militari vicini all'imperatore, Gregorio illustrò il suo piano di fuga. Uno di loro riferì il piano di Gregorio ad Alessio, ma l'imperatore si rifiutò di credergli. Così quei pochi fedeli ad Alessio ordirono un piano per catturare Gregorio e i suoi sostenitori in flagranza. Quando Gregorio insistette che voleva fuggire immediatamente da Costantinopoli, gli dissero che non avrebbero assecondato il suo piano a meno che non avesse garantito loro il suo complotto con un giuramento. Gregorio accettò e così lo portarono nella chiesa dove era conservato uno dei chiodi della crocifissione di Gesù Cristo. Qui gli dissero di rubare la sacra reliquia e di portarla fuori in modo che potesse giurare su di essa. Gregorio, essendo giovane e ingenuo, li ascoltò e rubò l'oggetto sacro.

A quel punto, uno degli uomini che avevano informato l'imperatore della congiura andò a chiamare alcune guardie e tornò gridando: «Guardate, ecco Gabra, e il chiodo sacro è nei suoi vestiti, vicino al petto»[1]. Gregorio fu arrestato e condotto al cospetto dell'imperatore, dove il chiodo fu mostrato. Interrogato, ammise tutto e rivelò anche i nomi dei suoi complici. Alessio lo dichiarò colpevole e lo mandò da Giorgio Mesopotamita, doux di Filippopoli, con l'ordine di tenerlo imprigionato in una delle torri della città. I complici di Gregorio furono tutti esiliati o imprigionati.

  1. ^ Comnena, p. 212.

Bibliografia

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  • (EN) Anna Comnena, The Alexiad, collana Penguin classics, traduzione di E. R. A. Sewter, Penguin Books, 2003, ISBN 978-0-14-044958-7.
  • (EN) George Finlay, History of the Byzantine and Greek Empires from 1057–1453, Vol. II, William Blackwood & Sons, 1854.
  • (FR) Basile Skoulatos, Les personnages byzantins de l'Alexiade: analyse prosopographique et synthèse, Louvain-la-Neuve, Louvain, Bureau du recueil, Collège Erasme - Nauwelaerts, 1980, OCLC 8468871.