Hemimerideae
Hemimerideae Benth., 1835 è una tribù di piante angiosperme appartenenti alla famiglia delle Scrofulariacee.[1][2][3][4]
Hemimerideae | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Euasteridi I |
Ordine | Lamiales |
Famiglia | Scrophulariaceae |
Tribù | Hemimerideae Benth., 1835 |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Scrophulariales |
Famiglia | Scrophulariaceae |
Tribù | Hemimerideae |
Sinonimi | |
Caprariaceae | |
Generi | |
Etimologia
modificaIl nome della tribù deriva dal suo genere tipo Hemimeris L. f., 1807 il cui significato è "due metà" (hmi-merij).[5]
Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico inglese George Bentham (22 settembre 1800 – 10 settembre 1884) nella pubblicazione "Edwards's Botanical Register; or, Flower Garden and Shrubbery. London - 21: ad t. 1770." del 1835.[6][7]
Descrizione
modificaDiascia barberae
Diascia denticulata
Alonsoa meridionalis
Nemesia fruticans
- Il portamento delle specie di questa tribù è erbaceo perenne (annuale in Diascia), raramente arbustivo (eventualmente si tratta di arbusti nani). L'indumento è glabro a parte alcune infiorescenze pubescenti per peli ghiandolari (Alonsoa). Il portamento degli steli varia da eretto a ascendente o procombente; la sezione è quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. A volte gli steli sono alati (Colpias). Queste piante contengono composti iridoidi.[3][8][9]
- Le foglie cauline, a disposizione alternata o debolmente opposta, sono da sessili o subsessili a brevemente picciolate. La lamina ha delle forme da lineari-lanceolate a ovoidi o orbicolari con apici acuminati e base subcordata. Nella lamina sono presenti anche forme insice-palmatolobate e pennatifide. I margini sono dentati o seghettati. In Diascia le foglie hanno un portamento rosulato. In Hemimeris sono presenti delle brattee subfascicolate.
- Le infiorescenze sono racemose o delle cime ascellari con 1 - 5 fiori. Le bratteole sono assenti, mentre sono presenti le brattee.
- I fiori, ermafroditi e distintamente pedicellati e resupinati (per torsione del pedicello), più o meno zigomorfi, sono tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo), pentameri (i verticilli del perianzio hanno più o meno 5 elementi ognuno).
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X K (4-5), [C (2+3) A 5 o 2+2 o 2], G (2), supero, capsula.[8]
- Il calice, gamosepalo, ha una forma campanulata e termina con cinque profondi lobi. I lobi sono da uguali a subuguali tra id loro. La forma dei lobi è per lo più da stretta a lanceolata.
- La corolla, di tipo zigomorfo (i petali sono concresciuti) e ruotata, è formata da un tubo terminante in cinque lobi a disposizione bilabiata. Il tubo (a volte quasi obsoleto) è bisaccato con due speroni gibbosi posti nella parte abassiale. I lobi sono per lo più sono patenti; quelli del labbro adassiale sono più grandi. Il colore varia dall'arancio al salmone rosso, ma anche giallo, crema, bianco e rosa.
- L'androceo è formato da 4 stami (2 stami in Hemimeris) didinami sporgenti o inclusi. In alcune specie (Diascia) le antere abassiali sono abortite. I filamenti adnati alla corolla sono corti. Le antere, libere e non sagittate, hanno due teche (antere biloculari) con portamento da separato a confluente che si aprono per mezzo di un'unica fessura distale. I granuli pollinici sono del tipo tricolporato.
- Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi (alla fruttificazione s'incurva) o ellittiche con superficie pubescente per peli ghiandolosi. Lo stilo ha uno stigma con forme da capitate a debolmente bilobate. Il disco nettarifero in genere è presente.
- I frutti sono delle capsule con deiscenza da loculicida a setticida (o solamente setticida in Diascia, Hemimeris, Diclis e Nemesia). I semi sono numerosi chiari arrotondati o appena incurvati con superficie costoluta e con endosperma ben sviluppato. A volte le teste dei semi possono essere membranose e reticolate.
Biologia
modificaLe specie di questo raggruppamento si riproducono per limpollinazione tramite insetti (impollinazione entomogama).
La dispersione dei semi avviene inizialmente a causa del vento (dispersione anemocora); una volta caduti a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (mirmecoria).
Distribuzione e habitat
modificaLa distribuzione delle specie di questa tribù è soprattutto africana tropicale.
Tassonomia
modificaLa famiglia delle Scrofulariacee comprende 59 generi e oltre 1800 specie[10][1]. La famiglia è caratterizzata soprattutto dai fiori zigomorfi (bilabiati), dai sepali e petali connati, dagli stami in numero di 4 (un quinto è staminoide), dai filamenti adnati alla corolla, dalle antere biloculari e dall'ovario formato da 2 carpelli.
Filogenesi
modificaLa tribù è individuata dai seguenti caratteri:[4]
- la corolla a forma tubolare;
- uno staminoide al posto del quarto stame;
- un numero cromosomico di base x= 20.
Il gruppo di generi di questa tribù, dopo le ultime inclusioni (Colpias), forma probabilmente un clade monofiletico anche per l'assenza di secrezioni oleifere (una sinapomorfia).[11] Nell'ambito della famiglia, questa tribù è "basale" e quindi è "gruppo fratello" al resto delle Scrophulariaceae.[12] La separazione di questo gruppo dal nucleo delle Lamiales è avvenuta tra 68 - 50 milioni di anni fa.[1]
Generi
modificaLa tribù Hemimerideae comprende 7 generi:[10][2][3]
- Alonsoa Ruiz & Pav., 1798 (11 spp.)
- Chamaecrypta Schltr. & Diels (1 sp.)
- Colpias E. Mey. ex Benth., 1836 (1 sp.)
- Diascia Link & Otto, 1820 (63 spp.)
- Diclis Benth., 1836 (9 spp.)
- Hemimeris L. f., 1807 (4 spp.)
- Nemesia Vent., 1804 (65 spp.)
Note:
- in Alonsoa è inclusa anche la specie Schistanthe peduncularis Kunze, 1841, considerata quindi sinonimo di Alonsoa peduncularis (Kuntze) Wettst.;[3]
- in Diascia è inclusa anche la specie Chamaecrypta diasciifolia Schlechter & Diels, 1942;[3]
- genere escluso: Basistemon Turcz., 1863 (ora descritto all'interno della famiglia Plantaginaceae;[2]
- il genere Alonsoa in passato era descritto all'interno della tribù Alonsoeae Barringer, 1993[3] (ora obsoleta) insieme al genere Charadrophila Marloth, 1899 (ora incluso nella famiglia Stilbaceae).[13]
Alcune specie
modificaNote
modifica- ^ a b c (EN) Scrophulariaceae, su Angiosperm Phylogeny Website. URL consultato il 12/06/2025.
- ^ a b c Olmstead 2012.
- ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 363.
- ^ a b Tank et al 2006, pag. 293.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 195.
- ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 16 agosto 2017.
- ^ a b Judd et al 2007, pag. 493-5.
- ^ Strasburger 2007, pag. 852.
- ^ a b (EN) Accepted genera of Scrophulariaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 12/06/2025.
- ^ Oxelman et al. 2005, pag. 419.
- ^ Olmstead et al. 2001, pag. 355.
- ^ (EN) Stilbaceae, su Angiosperm Phylogeny Website. URL consultato il 17 agosto 2017.
Bibliografia
modifica- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
- Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 2, 1960.
- David C. Tank, Paul M. Beardsley, Scot A. Kelchner and Richard G. Olmstead, Review of the systematics of Scrophulariaceae s.l. and their current disposition (PDF), in Australian Systematic Botany, vol. 19, 2006, pp. 289-307.
- David C. Tank, Paul M. Beardsley, Scot A. Kelchner and Richard G. Olmstead, Review of the systematics of Scrophulariaceae s.l. and their current disposition (PDF), in Australian Systematic Botany, vol. 19, 2006, pp. 289-307.
- Bengt Oxelman, Per Kornhall, Richard G. Olmstead & Birgitta Bremer, Furtherdisintegration of Scrophulariaceae (PDF), in Taxon, vol. 2, n. 54, Maggio 2005, pp. 411-425. URL consultato il 17 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2017).
- Richard G. Olmstead, Claude W. dePamphilis, Andrea D. Wolfe, Nelson D. Young, Wayne J. Elisons and Patrick A. Reeves, Disintegration of the Scrophulariaceae, in American Journal of Botany, vol. 88, n. 2, 2001, pp. 348-361 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).
Altri progetti
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