Jean Netter
Jean Netter (Gérardmer, 27 giugno 1914 – Wiesbaden, 5 gennaio 2010) è stato un militare e aviatore francese, particolarmente distintosi nel corso della seconda guerra mondiale. Decorato con la Croce di Commendatore della Legion d'onore, dell'Ordre de la Libération, e della Croix de guerre 1939-1945[2].
Jean Netter | |
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Nascita | Gérardmer, 27 giugno 1914 |
Morte | Wiesbaden, 5 gennaio 2010 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Forza armata | Armée de terre Forces aériennes françaises libres |
Arma | Cavalleria |
Anni di servizio | 1935-1946 |
Grado | Capitano |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna d'Italia (1943-1945) |
Battaglie | Battaglia di Francia Battaglia di Dakar |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Jean Netter[1] | |
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Biografia
modificaNacque l'8 giugno 1913 a Gérardmer, dipartimento dei Vosgi, figlio di un mediatore.[1] Studiò a Parigi al Lycée Chaptal e poi al liceo Condorcet.[3] Effettuò il servizio militare nell'Armée de terre dal 1935 al 1937 nel 4° Reggimento corazzieri a Reims, al termine del quale iniziò la carriera di impiegato di commercio.[4]
Venne mobilitato nel giugno 1939, con l'aggravarsi della situazione internazionale, e fu inviato a Reims al deposito di guerra della cavalleria prima di essere trasferito al centro di organizzazione meccanica della cavalleria a Saumur nel novembre successivo.[1] Il 3 gennaio 1940 venne trasferito al 2º Reggimento corazzieri di Fontevraud-l'Abbaye dove fu promosso maresciallo capo il 13 marzo seguente.[3] Impegnato nella battaglia di Francia dal 10 maggio 1940, si distinse il giorno 14 quando fu ferito in Belgio durante uno scontro contro carri armati tedeschi durante il quale riuscì a riportare indietro sani e salvi il suo equipaggio e il suo carro armato.[4] Venne a conoscenza dell'appello del generale Charles de Gaulle mentre era ancora ricoverato nell'ospedale del liceo Clémenceau di Nantes.[3] Raggiunto la zona libera, si imbarcò a Port-Vendres il 24 giugno per raggiungere Liverpool, poi da li Londra dove si unì alle Forces françaises libres il 10 luglio.[4] Assegnato al Gruppo di combattimento n.1 in agosto, fu inviato in Africa dove partecipò alla battaglia di Dakar in settembre.[1] Passò dalla cavalleria all'aeronautica nell'ottobre 1940, essendo assegnato come allievo al Battaglione aeronautico n. 1 a Bangui, Africa Equatoriale Francese.[1]
Il 15 febbraio 1941, ottenne il brevetto di osservatore dall'aeroplano e fu promosso sottotenente.[3] Entrò poi nelle fila del distaccamento permanente delle forze aeree del Gabon e del Congo centrale di stanza a Pointe-Noire.[1] Vi rimase per un breve periodo, venendo assegnato il 1° maggio al distaccamento permanente delle forze aeree del Ciad che, nel febbraio 1942 diede vita al Groupe de bombardement Bretagne.[1] All'interno della sua nuova unità, partecipa alle operazioni di guerra nel deserto sopra il Fezzan.[3] Il 26 dicembre 1942, il suo pilota, il sottufficiale René Weil, fu ferito mortalmente durante una missione. Fu quindi costretto a prendere i comandi del Martin 167 Maryland per riportare l'aereo alla base di Uigh El Kébir, cosa che riuscì a fare, salvando così il resto dell'equipaggio.[3] Sempre con il Groupe de bombardement Bretagne, operò in Egitto nel 1943 poi in Sardegna nell'aprile 1944.[1] Partecipò alla campagna d'Italia durante la quale ricevette una menzione nell'esercito per essersi distinto durante le numerose missioni compiute sotto la minaccia del fuoco antiaereo.[4] Il 17 dicembre 1944, fu distaccato presso la Direzione generale degli studi e delle ricerche dove concluse la guerra.[3] Venne smobilitato nel 1946 con il grado di capitano.[1] Si stabilì in Germania e nel 1953 fondò un'azienda di attrezzature industriali.[1] Si spense a Wiesbaden il 5 gennaio 2010, e fu tumulato nel locale cimitero.[3]
Onorificenze
modificaOnorificenze estere
modificaNote
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Ordre de la Liberation.
- ^ Traces of War.
- ^ a b c d e f g h (FR) Jean-Christophe Notin, 1061 compagnons : Histoire des Compagnons de la Libération, Paris, Éditions Perrin, 2000, ISBN 2-262-01606-2.
- ^ a b c d (FR) Vladimir Trouplin, Dictionnaire des Compagnons de la Libération, Bordeaux, Elytis, 2010, ISBN 2-356-39033-2.
Bibliografia
modifica- (FR) François Marcot, Dictionnaire historique de la résistance: Résistance intérieure et France libre, Paris, Robert Laffont, 2006, ISBN 2-221-09997-4.
- (FR) Jérôme Estrada de Tourniel, Jean Netter: Pilote du groupe Bretagne, in Les combattants de l'aube: les Compagnons de la Libération d'origine lorraine, Éd. Serpenoise, 2002, pp. 162-163, ISBN 978-2-87692-956-2.
- (FR) Jean-Christophe Notin, 1061 Compagnons: histoire des Compagnons de la Libération, Paris, Éditions Perrin, 2000, ISBN 2-262-01606-2.
- (FR) Vladimir Trouplin, Dictionnaire des Compagnons de la Libération, Bordeaux, Elytis, 2010, ISBN 2-35639-033-2.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (FR) Netter, Jean, su Leonore. URL consultato il 19 aprile 2025.
- (FR) Jean Netter, su Ordre de la Liberation. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) Netter, Jean, su Traces of War. URL consultato il 24 aprile 2025.
- (FR) Histoire de l'entreprise Netter, su Netter Vibration. URL consultato il 24 aprile 2025.