Megas archon
Il titolo di megas archōn (in lingua greca μέγας ἄρχων; "gran arconte") era un titolo di corte esistito nell'impero bizantino durante il XIII-XIV secolo.
Descrizione generale
modificaIl titolo di megas archōn veniva in origine impiegato per tradurre i titoli riservati a sovrani stranieri, con il significato di "gran principe". Fu così, ad esempio, che nella metà del X secolo, l'imperatore Costantino VII Porfirogenito definì il sovrano magiaro Árpád "gran principe di Turkia [Ungheria]" (in greco ὁ μέγας Τουρκίας ἄρχων) nel capitolo 40 del suo De Administrando Imperio.
Genesi ed evoluzione del termine
modificaFu l'imperatore niceno Teodoro II Lascaris (1254-1258) ad adoperarlo per designare un rango specifico di corte, dedicandolo in principi all'ufficiale di grado più alto del seguito dell'imperatore. Tuttavia, quando pseudo-Codino scrisse il suo Libro degli Uffici nella metà del XIV secolo, essa era diventata una dignità puramente onorifica, senza alcun dovere associato.[1][2][3] Nel Libro degli Uffici, la carica è elencata al 35º posto della gerarchia imperiale, tra il prōtospatharios e il tatas tēs aulēs,[2][4] ma altri elenchi contemporanei di incarichi (ad esempio l'appendice all'Hexabiblos), che riflettono l'uso durante il tardo regno di Andronico II Paleologo (regnante dal 1282 al 1328) o durante il regno di Andronico III Paleologo (r. 1328-1341), lo collocano al 38° posto.[5] L'elenco di Xeropot. 191 lo colloca al 34º posto nella gerarchia,[6] mentre nell'elenco degli incarichi riportato nel manoscritto del XV secolo Paris. gr. 1783, il titolo è mancante.[7] Il suo abito cerimoniale è narrato dallo pseudo-Codino come segue: un cappello skiadion ricamato in oro, un caffettano kabbadion di seta semplice e uno skaranikon (cappello a cupola) ricoperto di seta dorata e giallo limone e decorato con filo d'oro e immagini dell'imperatore davanti e dietro, rispettivamente raffigurato in trono e a cavallo. Non portava alcun bastone di carica (dikanikion).[2][8]
Elenco
modificaSegue un elenco dei detentori noti del titolo:
Nome | Incarico | Nominato da | Note | |
---|---|---|---|---|
Costantino Margarite | 1254 circa – 1258 | Teodoro II Lascaris | Primo detentore del titolo, fu creato per lui da Teodoro II. In precedenza aveva ricoperto i titoli di tzaousios, megas tzaousios e archōn tou allagiou.[2] | |
Michele | 1284 circa | Andronico II Paleologo | Menzionato solo una volta come pansebastos, "megas archōn dell'Oriente" e kephalē (governatore) di Rodi e delle Cicladi.[9] | |
Angelo Duca Comneno Tarcaniote | 1295 circa – 1332 circa | Andronico II Paleologo | Comandante militare prima di farsi monaco, è noto per due orazioni funebri composte per lui da Manuele File.[10] | |
Maroules | 1303 circa – 1305 | Andronico II Paleologo | Comandante militare, fu nominato al comando delle truppe bizantine che accompagnavano la Compagnia Catalana nella sua campagna contro i Turchi in Asia Minore, sotto il comando generale di Ruggero da Fiore. Successivamente promosso epi tou stratou, combatté contro i Catalani in Tracia nel 1306–1308.[11] | |
Alessio Raul | 1321 circa | Andronico II Paleologo | Comandante militare, corrispondente di Michele Gabras e Manuele File.[12][13] | |
Demetrio Angelo | 1332 circa | Andronico III Paleologo | Oikeios dell'imperatore, attestato come uno dei testimoni di un trattato di pace con la Venezia, concluso nel novembre del 1332.[14][15] | |
Giovanni Parasfondilo | 1342 circa | Giovanni V Paleologo | Attestato come uno dei testimoni del rinnovo del trattato di pace con Venezia nel marzo 1342.[14][16] | |
Demetrio Ducas Cabasilas | 1369 circa | Giovanni V Paleologo | Fedele a Giovanni VI Cantacuzeno durante la guerra civile bizantina del 1341-1347, possedeva diversi latifondi nella penisola calcidica e megas papias, menzionato come megas archōn in un atto del marzo 1369 relativo a un atto di proprietà nel monastero di Zografou.[14][16] | |
Cabasila | 1377 circa | sconosciuto | Attestato come megas archōn a Serres, forse figlio di Demetrio Ducas Cabasila.[17] | |
[Antonio] Mandromeno | 1383 circa | sconosciuto | Attestato in un unico manoscritto; si riferisce o al megas archōn e al monaco Antonios Mandromenos, oppure al monaco Antonios, servitore del megas archōn Mandromenos.[18] |
Note
modifica- ^ Bartusis (1997), p. 382.
- ^ a b c d Guilland (1960), p. 87.
- ^ Verpeaux (1966), p. 182.
- ^ Verpeaux (1966), p. 138.
- ^ Verpeaux (1966), pp. 300, 307, 321, 335.
- ^ Verpeaux (1966), p. 309.
- ^ Verpeaux (1966), pp. 303-306.
- ^ Verpeaux (1966), p. 161.
- ^ PLP, 19060. Miclol.
- ^ PLP, 27473. Ταρχανειώτης, Ἂγγελος Δούκας Κομνηνός.
- ^ Guilland (1960), pp. 87-88.
- ^ Guilland (1960), p. 89.
- ^ PLP, 24108. Ῥαοὺλ Ἀλέξιος.
- ^ a b c Guilland (1960), p. 88.
- ^ PLP, 190. Ἂγγελος Δμήτριος.
- ^ a b PLP, 21911. Παρασφόνδυλος Ἰωάννης.
- ^ PLP, (10072) → 92224. Καβάσιλας.
- ^ PLP, 16621. Μανδρομηνὸς Ἀντώνιος.
Bibliografia
modifica- (EN) Mark C. Bartusis, The Late Byzantine Army: Arms and Society 1204-1453, University of Pennsylvania Press, 1997, ISBN 0-8122-1620-2.
- (FR) Rodolphe Guilland, Études sur l'histoire administrative de l'empire byzantin: les commandants de la garde impériale, l'ἐπὶ τοῦ στρατοῦ et le juge de l'armée, in Revue des études byzantines, vol. 18, n. 18, 1960, pp. 79-96, DOI:10.3406/rebyz.1960.1221.
- (DE) Erich Trapp et al., Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, Vienna, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1976-1996, ISBN 3-7001-3003-1.
- (FR) Jean Verpeaux, Pseudo-Kodinos, Traité des Offices (in French), Centre National de la Recherche Scientifique, 1966.