Morganella morganii

genere di batterio della famiglia Enterobacteriaceae
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Morganella morganii è una specie di batterio gram-negativo.[1] È una specie conosciuta per essere commensale del tratto intestinale umano, dei mammiferi e dei rettili. Malgrado la sua ampia distribuzione e presenza innocua, M.morgani è considerata come una causa di infezioni postoperatorie e del tratto urinario, presentando pertanto un rischio per la salute.[2]

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Morganella morganii
Classificazione scientifica
DominioProkaryota
RegnoBacteria
PhylumProteobacteria
ClasseGammaproteobacteria
OrdineEnterobacterales
FamigliaMorganellaceae
GenereMorganella
SpecieM.morganii

Morganella morganii è stata descritta per la prima volta dal batteriologo britannico H de R.Morgan, nel 1906, isolandolo dagli sgabelli usati da neonati che stavano soffrendo di "diarrea estiva".[3] Più tardi, nel 1919, Wislow et al. nominò il bacillo scoperto da Morgan come Bacillus morganii. Nel 1936, Rauss lo nominò come Proteus morganii.[4][5]

Nel 1943 il batteriologo Fulton dimostrò mediante analisi d'ibridazione del DNA che B.columbensis e P.morgani erano la stessa specie e, per classificare meglio questa nuova specie, creò il genere Morganella.

Nel 1962, un articolo scritto da Ewig re-identificò M.columbensis come Escherichia coli, rimuovendolo dal genere Morganella.

Microbiologia

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Morganella morganii cresciuta su una placca di agar agar.

Morganella morganii è un anaerobico facoltativo dall'ossidasi negativa. Le colonie formate da questo microorganismo appaiono di colore bianco pallido e opaco quando crescono sulle placche di agar. Le cellule sono di forma rotonda di un diametro tra gli 0,6 e gli 0,7 μm di diametro e gli 1 e gli 1,7 µm di lunghezza. Possono muoversi grazie alla presenza di un flagello, ma non sopra i 30 °C.[6][7]

M.morgani può produrre enzima catalasi per convertire il perossido d'idrogeno in acqua e ossigeno: questa è un enzima comune facilmente riscontrabile in varie specie batteriane. Inoltre è capace di dividere il triptofano in piruvato e ammonio.

  1. ^ eMedicine. Morganella infections
  2. ^ Morganella infections, su emedicine.medscape.com, Medscape. URL consultato il 5 dicembre 2012.
  3. ^ E. J. Pulaski e G. W. Deitz, Morgan's bacillus septicemia, in Journal of the American Medical Association, vol. 115, n. 11, 1940, p. 922, DOI:10.1001/jama.1940.72810370001008, ISSN 0002-9955 (WC · ACNP).
  4. ^ Yu-Tin Chen, Hwei-Ling Peng, Wei-Chung Shia, Fang-Rong Hsu, Chuian-Fu Ken, Yu-Ming Tsao, Chang-Hua Chen, Chun-Eng Liu, Ming-Feng Hsieh, Huang-Chi Chen, Chuan-Yi Tang e Tien-Hsiung Ku, Whole-genome sequencing and identification of Morganella morganii KT pathogenicity-related genes, in BMC Genomics, vol. 13, Suppl 7, 2012, pp. S4, DOI:10.1186/1471-2164-13-S7-S4, ISSN 1471-2164 (WC · ACNP), PMC 3521468, PMID 23282187.
  5. ^ O'Hara CM, Brenner FW, Miller JM, Classification, identification, and clinical significance of Proteus, Providencia, and Morganella., in Clinical Microbiology Reviews, 4, vol. 13, n. 4, 13 ottobre 2000, pp. 534-546, DOI:10.1128/cmr.13.4.534-546.2000, PMC 88947, PMID 11023955.
  6. ^ Jose Herrara, Morganella morganii, in Truman State University Biology, Truman State University. URL consultato il 6 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2012).
  7. ^ Morganella morganii, su web2.uwindsor.ca, University of Windsor. URL consultato il 6 dicembre 2012.

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