PCDF
PCDF è la sigla che identifica i policloro-dibenzo-furani. I PCDF sono strutturalmente formati dalla condensazione di due anelli benzenici con un furano, eterociclo ossigenato. Alcuni atomi di idrogeno degli anelli benzenici sono variamente sostituiti da atomi di cloro. Esistono 135 differenti analoghi strutturali dei PCDF, che differiscono per il numero e per la posizione degli atomi di cloro (al massimo 8 atomi di cloro). Ad esempio, il 2,3,7,8-tetraclorodibenzofurano (2,3,7,8-TCDF) ha atomi di cloro che vanno a sostituire ciascuno atomo di idrogeno sui carboni numero 2, 3, 7 e 8 (vedere la figura affianco per la numerazione dei PCDF). I policlorodibenzofurani con atomi di cloro almeno nelle posizioni 2, 3, 7 e 8 sono molto più tossici del composto originario dibenzofurano, con proprietà e strutture chimiche simili alle policlorodibenzo-p-diossine . Questi gruppi insieme sono spesso chiamati impropriamente diossine. Sono noti essere tossici per lo sviluppo oltre ad essere classificati dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel Gruppo 1, ovvero come cancerogeni per l'uomo. I PCDF nell'ambiente e in ogni matrice sono accompagnati quasi sempre alle policlorodibenzo-p-diossine (PCDD). I PCDF possono essere formati mediante pirolisi o incenerimento a temperature comprese tra 350-1200 °C di prodotti contenenti cloro, come PVC , PCB e altri organocloruri , o di prodotti non contenenti cloro in presenza di donatori di cloro. I dibenzofurani sono noti inquinanti organici persistenti (POPs), classificati tra la sporca dozzina nella Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti .

Un dibenzofurano policlorurato ben noto e rappresentativo è 2,3,7,8-tetracloro-dibenzofurano (TCDF), analogo furanico della TCDD.
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