Strategio Podopaguro
Strategio Podopaguro (in greco Στρατήγιος Ποδοπάγουρος?; ... – 25 agosto 766) è stato un comandante militare bizantino, insieme al fratello Costantino, capi di una congiura contro l'imperatore Costantino V (r. 741-775).
Biografia
modifica“Podopagouro” è un soprannome che significa “zampa di granchio”[1]. Si sa molto poco della sua vita e della sua carriera, se non del suo coinvolgimento nella congiura contro l'imperatore, venuta alla luce nell'estate del 766. Secondo Teofane Confessore, Strategio era uno spatharios e comandante (domestikos) del tagma(reggimento della guardia imperiale) degli excubitores[2][3]. Strategio e suo fratello, che all'epoca ricopriva l'alta carica di logothetes tou dromou, erano i capi della congiura che, secondo Teofane, comprendeva in totale diciannove funzionari di alto rango, tra cui diversi governatori provinciali di alto livello (strategoi). Dopo la scoperta del complotto, i cospiratori furono pubblicamente fatti sfilare e umiliati all'ippodromo di Costantinopoli il 25 agosto 766, dopodiché Strategio e Costantino furono decapitati al quartiere di Kynegion, mentre gli altri furono accecati ed esiliati[2][3]. Pochi giorni dopo, anche l'eparca della città Procopio fu destituito, seguito dalla deposizione e dall'esilio del patriarca Costantino II, dopo che alcuni ecclesiastici lo avevano coinvolto nella congiura[4].
Nella sua cronaca, Teofane descrive la congiura come parte di una reazione contro le politiche iconoclastiche di Costantino V, affermando che alcuni dei cospiratori erano seguaci dell'eremita iconodulico Stefano il giovane del monte Auxentios, che l'imperatore aveva pubblicamente umiliato e giustiziato nel novembre precedente[5]. La moderna ricerca storica, d'altra parte, non è così chiara riguardo alle motivazioni dell'imperatore, ovvero se la morte di Stefano, l'umiliazione e l'accecamento di diciassette dei diciannove funzionari e altri atti di persecuzione fossero dovuti al suo irrigidimento nei confronti del sentimento iconodulico, oppure avessero motivazioni politiche come reazione ai complotti contro la sua vita (in cui anche Stefano potrebbe essere stato implicato)[6].
Note
modifica- ^ Mango & Scott 1997, p. 606 (nota 9).
- ^ a b Mango & Scott 1997, p. 605.
- ^ a b Lilie et al. 2001, Strategios Podopaguros (#7130).
- ^ Mango & Scott 1997, pp. 605–606.
- ^ Mango & Scott 1997, pp. 604–605.
- ^ Brubaker & Haldon 2011, pp. 235–239.
Bibliografia
modifica- (EN) Leslie Brubaker e John Haldon, Byzantium in the Iconoclast Era, c. 680–850: A History, Cambridge University Press, 2011, ISBN 978-0-521-43093-7.
- (EN) Cyril Mango e Roger Scott, The Chronicle of Theophanes Confessor. Byzantine and Near Eastern History, AD 284–813, Oxford, Oxford University Press, 1997, ISBN 0-19-822568-7.
- (DE) Ralph-Johannes Lilie, Claudia Ludwig, Thomas Pratsch e Beate Zielke, Strategios Podopaguros (#7130), in Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit: 1. Abteilung (641–867), Band 4: Platon (# 6266) – Theophylaktos (# 8345), Berlino e Boston, De Gruyter, 2001, p. 273, ISBN 978-3-11-016674-3.