Strelitzia nicolai
Strelitzia nicolai, nota come strelitzia gigante, è originaria delle foreste costiere sempreverdi comprese tra il Sudafrica orientale (da East London in poi), il Mozambico meridionale e lo Zimbabwe, zone dove è chiamata inkhamango in lingua xhosa, isigude o isigceba in lingua zulu e natalse wildepiesang in afrikaans. Cresce in boscaglie lungo la costa (da cui il nome inglese coastal strelitzia)[1][2] e in ambienti umidi e ombreggiati, spesso lungo i fiumi. Il nome scientifico nicolai deriva dal granduca di Russia Nikolaj Nikolaevič Romanov, appassionato di piante tropicali.[2]
Strelitzia gigante | |
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Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
(clade) | Commelinidi |
Ordine | Zingiberales |
Famiglia | Strelitziaceae |
Genere | Strelitzia |
Specie | S. nicolai |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Ordine | Zingiberales |
Famiglia | Strelitziaceae |
Genere | Strelitzia |
Specie | S. nicolai |
Nomenclatura binomiale | |
Strelitzia nicolai Regel & Körn. | |
Sinonimi | |
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Nomi comuni | |
Strelitzia gigante |
Presenta fusti legnosi eretti che possono raggiungere un'altezza di 12 metri, con apparato radicale particolarmente invasivo.[3] Le foglie giungono ad una lunghezza di 2 metri con una larghezza di 50 centimetri, di colore grigio-verde, e sono disposte a ventaglio sulla sommità dei fusti, in modo simile a Ravenala madagascariensis. La loro somiglianza con quelle del banano ha originato i nomi inglesi wild banana e Natal wild banana.[4]
I forti venti tendono a frazionare la lamina fogliare e di conseguenza la Strelitzia nicolai assume un tipico aspetto da «palma».
L'infiorescenza, alta fino a 18 centimetri e lunga 45, è composta da una brattea blu scuro, sepali bianchi e una vistosa spata violacea. I fiori, che compaiono in estate dopo almeno 5 anni, sono seguiti da capsule di semi triangolari.

Viene spesso confusa con Strelitzia alba (il cui sinonimo è Strelitzia augusta), dalla quale differisce per l'infiorescenza, che in Strelitzia nicolai è composita e in Strelitzia alba è semplice e completamente bianca.

Coltivazione
modificaIntrodotta in Italia nel 1845, la Strelitzia nicolai è comunemente coltivata come elegante pianta decorativa da interni, ma nei climi marittimi più miti (è presente in Puglia e lungo tutta la fascia costiera tirrenica dalla Sicilia alla Toscana, Elba compresa, fino alla Liguria) cresce regolarmente all'aperto, fiorisce e forma delle piccole colonie. Può sopportare una temperatura di -2°C e risulta essere più resistente al gelo rispetto a Strelitzia reginae.[5]
La propagazione avviene principalmente tramite divisione dei cespi o talee di polloni; meno spesso tramite seme. Naturalizzata nel Messico orientale (Stato di Veracruz), Strelitzia nicolai, assieme a Strelitzia alba e Strelitzia caudata, è una delle tre più grandi Strelitziaceae.
Note
modifica- ^ V. Thomas e R. Grant, Sappi tree spotting. Kwazulu-Natal and Eastern Cape, 2004.
- ^ a b (EN) Val Thomas e Rina Grant, Sappi Tree Spotting Kwazulu-Natal and Eastern Cape, Jacana, 2004, p. 124, ISBN 9781770090385. URL consultato il 14 maggio 2025.
- ^ P. Joffe, Easy guide to indigenous shrubs, 2003.
- ^ J. Manning, Field guide to wild flowers of South Africa, 2009
- ^ J. Scheper in www.floridata.com.
Altri progetti
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