Telemontepenice è stata una delle prime emittenti televisive private italiane, fondata a Pavia nel 1977 da Franco Rizzi e da alcuni soci. L’emittente ha rappresentato un punto di riferimento per l’informazione locale, la sperimentazione televisiva in Lombardia e nell’Emilia occidentale[1].

Telemontepenice
PaeseItalia
Linguaitaliano
Tipogeneralista
Data di lancio7 aprile 1977
Data chiusura1984
EditoreFranco Rizzi, Gianfranco Serena, Giovanni Savioni, Edoardo Franchi e Ruggero Muttarini.
Diffusione
Terrestre
AnalogicoUHF 68 e 48

Le origini di Telemontepenice risalgono al 1974, con la creazione di Tele Pavia Sperimentale, un'emittente artigianale nata in uno scantinato di Viale Cremona a Pavia. Le prime trasmissioni sperimentali venivano realizzate con mezzi di fortuna: vecchie telecamere, mixer autocostruiti e apparecchiature recuperate e adattate da Franco Rizzi e dai suoi Soci e collaboratori, tra cui Gianfranco Serena, Giovanni Savioni, Edoardo Franchi e Ruggero Muttarini. Nel 1977 l’iniziativa si strutturò nella S.I.T.R.A. (Società Italiana Teletrasmissioni Radiofoniche e Audiovisive) e prese ufficialmente il nome di Telemontepenice, con sede in un capannone attrezzato a studi televisivi in Viale Montegrappa a Pavia Est[2]. L’emittente trasmetteva sui canali UHF 68 e 48, raggiungendo un'ampia area del Nord Italia, da Milano fino al Canton Ticino e Bologna. Telemontepenice si distinse per un palinsesto locale ricco e innovativo, comprendente telegiornali, programmi culturali, sportivi, di intrattenimento e di servizio pubblico. Tra le trasmissioni più note si può segnalreː "La Panchina di Rivera", talk show sportivo condotto da Giorgio Micheletti con la partecipazione fissa di Gianni Rivera, Elio Corno e Maurizio Mosca, "Spazio Donna", condotto da Pierangela Fiorani e "Controtestata", Condotto da Daniele Piombi rubrica satirico-culturale ideata da Ruggero Muttarini[3][4][5]. Nel corso degli anni ’80 del Novecento, con l’espansione delle reti nazionali private (in particolare Fininvest), il modello delle TV locali entrò in crisi. Dopo un tentativo di rilancio con nuovi soci e un temporaneo trasferimento degli studi a Milano, l’identità originale di Telemontepenice si perse. Nel 1984 Telemontepenice cessò definitivamente le trasmissioni[6].

  1. ^ TeleMontePenice, su massimoemanuelli.com.
  2. ^ Archivio, su ricerca.repubblica.it.
  3. ^ Aldo Grasso, Enciclopedia della televisione, Bologna, Garzanti, 2008, p. 549, ISBN 978-88-11-50526-6.
  4. ^ Matteo Rizzi, Il padre delle antenne, Pavia, Univers, 2025, pp. 15-28, ISBN 979-1282087315.
  5. ^ Tele Monte Penice (Pavia), su anacanapana.it.
  6. ^ Ruggero Muttarini, Ho fatto televisione, Milano, Independently Published, 2020, pp. 51-122, ISBN 9798647913654.