Teseo liberatore
Teseo liberatore è un affresco rinvenuto nella casa di Gavio Rufo a Pompei e custodito all'interno del Museo archeologico nazionale di Napoli.
Teseo liberatore | |
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Autore | sconosciuto |
Data | I secolo |
Tecnica | Affresco |
Dimensioni | 97×88 cm |
Ubicazione | Museo archeologico nazionale di Napoli, Napoli |
N. inventario | 9043 |
Storia
modificaRealizzato tra il 45 e il 79[1], l'affresco era il pannello centrale della parete est dell'esedra della casa di Gavio Rufo[2]: insieme ad altre opere presenti nello stesso ambiente, Stibadio dionisiaco e Piritoo, con cui condivideva anche il tema dell'uccisione di mostri[1], venne rimosso dalla sua collocazione originale nel 1867 durante le indagini archeologiche che riguardarono l'abitazione[2], per essere conservato al Museo archeologico nazionale di Napoli.
Descrizione
modificaL'affresco, in quarto stile[3], raffigura l'uccisione del Minotauro da parte di Teseo: si ispira a un modello pittorico risalente al IV secolo a.C. di cui una copia è stata anche ritrovata nella basilica di Ercolano[1].
Al centro della scena è Teseo, raffigurato in posizione statuaria, anche se le spalle risultano non definite come il resto del corpo e il viso è disegnato sommariamente, completamente nudo, coperto con solo un mantello di colore rosso poggiato sul braccio destro, mentre nella mano sinistra reca un bastone[1]. Ai lati dell'eroe sono presenti due bambini che piangono commossi per essere stati salvati dal Minotauro: quello a sinistra, con un braccio destro di proporzioni ridotte rispetto a quello sinistro e piedi troppo piccoli in confronto al corpo, gli bacia la mano, mentre quello di destra, con testa e braccio di dimensioni ridotte rispetto al resto del corpo, è in ginocchio e gli bacia i piedi[1]. Il Minotauro è all'estrema sinistra, sotto un arco, morto, nel sangue: anch'egli ha un braccio non in proporzione rispetto al resto del corpo[1]. Sull'estrema destra è un gruppo di ateniesi che osserva la scena: in particolare un bambino che porta il dito al mento, un anziano che indica il mostro e un gruppo di quattro donne che guarda l'accaduto[1].
Sullo sfondo, semplice, in modo tale da concentrare l'attenzione dello spettatore sulla scena principale[3], si riconoscono elementi architettonici[1].
Note
modificaBibliografia
modifica- Irene Bragantini e Valeria Sampaolo, La pittura pompeiana, Milano, Electa, 2009, ISBN 978-88-928-2357-0.
- Dario Barbera, Museo archeologico nazionale di Napoli - La Guida, Milano, Electa, 2023, ISBN 978-88-928-2407-2.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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