Melquíades | ||||||||||
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Ciao, benvenutǝ nella mia pagina utente!
Chi sono? Nato tra le colline piemontesi negli anni novanta, mi sono iscritto su Wikipedia nell'ormai distante 2009, in una lontana mattina di primavera della mia adolescenza. Dal gennaio 2019 sono amministratore, dopo esserlo già stato dal 2010 al 2012 e dal 2016 al 2018. In passato ho utilizzato i nomi Franz Liszt e K'n-yan, omaggiando rispettivamente lo splendido compositore ungherese, figlio di una passione pianistica ormai tramontata con gli anni, e un racconto di Lovecraft, di cui oggi sinceramente fatico a spiegarmi la scelta (forse semplicemente suonava bene). L'attuale nome utente, sperando sia quello definitivo, viene invece dall'omonimo personaggio di Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez.
Che cosa faccio nella vita? Fuori di qui sono un dottorando in filosofia di stanza a Parigi. Mi occupo di filosofia continentale contemporanea di area francese e tedesca (in particolare fenomenologia e post-strutturalismo, nonché i loro rapporti con il marxismo), teoria critica e pensiero decoloniale. Tra gli interessi extra-accademici annovero la letteratura, soprattutto letteratura latinoamericana e postmodernismo, e la musica jazz, dal bebop delle origini a Esbjörn Svensson Trio o Portico Quartet. Su Wikipedia mi dedico sulla carta prevalentemente a questi settori, dopo esser passato in età anagraficamente più giovane attraverso le tipologie più disparate di voci. La verità però è che, per carenza di tempo (o di voglia? dopotutto Wikipedia dovrebbe essere un rilassante passatempo), mi occupo praticamente solo di lavoro sporco, verifica delle ultime modifiche e manutenzione varia. Ogni tanto manovro anche MelquíadesBot.
Buon proseguimento a tuttɜ, --Melquíades (msg) 23:08, 4 dic 2023 (CET)
- ^ Angela Davis, «I Am a Revolutionary Black Woman» [1970], in Manning Marable e Leith Mullings (a cura di), Let Nobody Turn Us Around. Voices of Resistance, Reform, and Renewal. An African American Anthology, 2a ed., Lanham, Rowman & Littlefield, 2009, p. 460.
- ^ Frantz Fanon, Les damnés de la terre [1961], Paris, La Découverte, coll. «Poche», 2002, pp. 304-305.