Utente:Giampiero86/Sandbox
https://www.sbbarchiv.ch/detail.aspx?ID=443779 Hans Peter Bärtschi, Inventar historischer Bahnhöfe und Rotonden der SBB, 1960 (ca.)-1994 (ca.)
https://www.e-periodica.ch/cntmng?pid=bts-002%3A1976%3A102%3A%3A92 Stato al 1/1/1974 dei rotabili FFS (Bulletin technique de la Suisse romande, n° 7 del 1° aprile 1976, Société des éditions des associations techniques universitaires, Losanna, pp. 15-22)
https://www.schienenverkehr-schweiz.ch/Strecken
Schweizer Eisenbahn-Revue | |
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Abbreviazione | SER |
Stato | ![]() |
Lingua | tedesco |
Periodicità | mensile |
Genere | rivista ferroviaria |
Fondatore | Walter von Andrian-Werburg |
Fondazione | 1978 |
Editore | Minirex |
Tiratura | circa 10 000 copie[1] |
Direttore | Walter von Andrian-Werburg |
Schweizer Eisenbahn-Revue (SER) è una rivista mensile edita in Svizzera dal 1978, che tratta di argomenti riguardanti il mondo delle ferrovie.
Storia
modificaLa rivista è stata fondata ed è diretta da Walter von Andrian-Werburg, ingegnere laureatosi presso il Politecnico federale di Zurigo appassionato di ferrovie[2] e fondatore della casa editrice Minirex.
La rivista, destinata a professionisti e appassionati, è indipendente dalle compagnie ferroviarie e dall'industria: fece scalpore nel 1981 la pubblicazione in copertina di una foto di una locomotiva Re 4/4 IV delle Ferrovie Federali Svizzere non ancora completata[1].
La rivista riscosse un buon successo di pubblico: pubblicata inizialmente come quadrimestrale con una tiratura iniziale di 5.000 copie, si passò in un decennio a 11.000[2]; dal 1989 la periodicità è mensile[1]. Nel 1992 alla SER si affiancò la rivista Eisenbahn-Revue International, destinata principalmente al mercato tedesco[1]; a fine 1994 venne rilevata la rivista austriaca Eisenbahn, ribattezzata l'anno successivo Eisenbahn Österreich, con redazione a Vienna[3]; nel 2006 venne lanciata la rivista in lingua inglese Railway Update[4], e nel 2009 fu rilevata un'altra rivista austriaca, Schienenverkehr aktuell[5]. Parte dei contenuti sono condivisi tra le riviste[1].
Note
modifica- ^ a b c d e Über uns, su minirex.ch. URL consultato il 1° aprile 2025.
- ^ a b (DE) Peter A. Meyer, Warum wird ein Ingenieur zum Zeitschriften-Verleger? Im Gespräch mit Walter von Andrian, Herausgeber und Chefredaktor der zehn Jahre alten «Schweizer Eisenbahn-Revue», in Nidwaldner Tagblatt, Stans, 26 novembre 1988, p. 19. URL consultato il 1° aprile 2025.
- ^ Eisenbahn Österreich, su minirex.ch. URL consultato il 1° aprile 2025.
- ^ Railway Update, su minirex.ch. URL consultato il 1° aprile 2025.
- ^ Schienenverkehr aktuell, su minirex.ch. URL consultato il 1° aprile 2025.
Bibliografia
modifica- (DE) Dolderbahn, in Schweizerische Bauzeitung, n. 37/1973, Zurigo, Verlags-AG der Akademischen-technischen Vereine, 13 settembre 1973, pp. 891-913. URL consultato il 13 febbraio 2025.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giampiero86/Sandbox
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Die Geschichte der Regionalverkehr Mittelland AG, su bls.ch.
Ferrovia dello Zürichberg | |
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Nome originale | Zürichberglinie |
Stati attraversati | Svizzera |
Inizio | Zurigo |
Fine | Dietlikon |
Attivazione | 1990 |
Gestore | FFS |
Lunghezza | 12,26 km |
Scartamento | 1 435 mm |
Elettrificazione | 15000 V CA 16,7 Hz |
Ferrovie | |
La ferrovia dello Zürichberg è una linea ferroviaria a scartamento normale della Svizzera.
Storia
modificaIl primo progetto di una linea sotto lo Zurichberg per collegare direttamente Zurigo con la valle del fiume Glatt risale al piano d'insieme dei trasporti della regione zurighese redatto dalle FFS in collaborazione con il comune di Zurigo e il cantone nel 1971[1].
A seguito di un referendum tenutosi nel novembre 1981 la popolazione del canton Zurigo accettò la proposta di erogare un finanziamento di 523 milioni di franchi svizzeri per la costruzione di nuove tratte ferroviarie suburbane a Zurigo e dintorni. Tra di esse figuravano:
- l'Hirschengrabentunnel, che da una nuova stazione posta al di sotto della stazione centrale tigurina (nei pressi del Museo nazionale di Zurigo) portava alla stazione di Stadelhofen;
- lo Zürichbergtunnel, al di sotto dell'omonima collina tra la stazione di Stadelhofen e Dietlikon con una fermata intermedia a Stettbach.
Il primo colpo di piccone venne dato nel 1983; i lavori iniziarono l'anno successivo tra Langstrasse e Stettbach[2].
La linea venne inaugurata il 27 maggio 1990 insieme alla rete celere di Zurigo, di cui costituisce una delle pietre angolari[3].
Caratteristiche
modificaLa tratta, a scartamento normale, è lunga 12,26 km, è elettrificata a corrente alternata monofase con la tensione di 15.000 V alla frequenza di 16,7 Hz; la pendenza massima è del 12 per mille. È interamente a doppio binario[4].
Percorso
modifica[4] Stazioni e fermate | ||||||
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per Baden (via Zurigo Altstetten) e per Winterthur (via Wipkingen) | |||||
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1,9 | Zürich Hardbrücke | ||||
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99,3 | Vorbahnhoftunnel | ||||
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99,8 | Zürich HB binari 41–44 | ||||
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Hirschengrabentunnel | 2.148 m | ||||
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per Zurigo HB | |||||
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1,7 | per Zurigo Oerlikon | ||||
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2,9 | Zürich Letten † 1989 | ||||
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Lettentunnel 2.093 m | |||||
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101,6 | Zürich Stadelhofen | ||||
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102,3 | per Rapperswil | ||||
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Zürichbergtunnel | 4.968 m | ||||
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Stettbachtunnel | 354 m | ||||
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106,9 | Stettbach | ||||
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Neugutviadukt | 920 m | ||||
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108,0 | bivio Neugut | ||||
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108,1 | linea Wallisellen-Rapperswil | ||||
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Föhrlibucktunnel | 199 m | ||||
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Weidenholzviadukt | 550 m | ||||
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109,4 | per Zurigo HB (via Wipkingen) | ||||
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110,2 | Dietlikon | ||||
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per Winterthur | |||||
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile |
Materiale rotabile
modificaAll'apertura il materiale rotabile era composto da locotender a vapore realizzate dalla SLM di Winterthur, da carrozze costruite dalla Schlieren e dalla Waggonfabrik Rastatt e da carri merce costruiti da Schlieren e SIG.
Nel 1942 entrò in servizio un'automotrice Diesel da 300 CV a trasmissione meccanica[5]. Nuove automotrici, con un motore Saurer da 400 CV, si aggiunsero a partire dal 1951[6][7].
In seguito all'elettrificazione entrarono in servizio cinque elettromotrici (immatricolate ABDe 4/4 11÷15) costruite in seguito ad un'ordinazione congiunta con altre ferrovie secondarie elvetiche (GFM, RVT, WM e MO); la GFM cedette un'automotrice identica nel 1984[7]. Nel 1969 fu acquistata una locomotiva elettrica identica alle Re 4/4 II fornite alle FFS in quegli anni[8].
In seguito all'espansione dei servizi della MThB verso la Germania vennero acquistate nel 1994 delle elettromotrici simili alle NPZ delle FFS (immatricolate RBDe 566 631÷634); per la trazione di treni merci le FFS cedettero quattro locomotive Re 4/4 I[9].
Materiale motore MThB - prospetto di sintesi
modificaTipo | Unità | Anno di costruzione | Costruttore | Note |
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Locomotive a vapore | Ec 3/5 1÷4 | 1912 | SLM | Ec 3/5 3 conservata dalla VHMThB[10]; le altre demolite tra il 1965 e il 1967 |
Locomotiva a vapore | Ed 4/5 7 | 1903 | SLM | Ex FFS, acquistata nel 1926, venduta nel 1942 |
Locomotive a vapore | Eb 3/5 5810, 5820, 5829 | 1911-16 | SLM | Ex FFS, acquistate tra il 1960 e il 1964; Eb 3/5 5810 conservata dalla DBB[11], le altre demolite nel 1965 |
Locomotiva a vapore | E 3/3 8516 | 1903 | SLM | Ex FFS, venduta nel 1966 |
Locomotiva elettrica | Re 4/4 21 | 1969 | SLM-MFO | Venduta nel 2002 alle FFS |
Locomotiva elettrica | Re 416 625÷628 | 1946-50 | SLM-MFO | Ex FFS, acquistate nel 1999, vendute nel 2002 |
Automotrici Diesel | BCFm 2/4 251÷252 | 1941-42 | Wismar-SLM-Saurer | rinumerate BCFm 2/4 6÷7 nel 1950; 7 distrutta in un incidente nel 1953 e trasformata in carrozza; demolite nel 1968 |
Automotrici Diesel | BCFm 2/4 7÷9 | 1951-54 | Schindler-Saurer | vendute tra il 1969 e il 1972 alla ferrovia del Montafon |
Automotrici elettriche | ABDe 4/4 11÷15 | 1965 | SIG-SWS-SAAS-MFO-BBC | ABDe 4/4 12 conservata dalla VHMThB[10]; 14 e 15 demolite nel 2006; 11 e 13 cedute alla TPF, dal 2019 11 conservata dal DSF[12] |
Automotrice elettrica | ABDe 4/4 16 | 1965 | SIG-SWS-SAAS-MFO-BBC | acquistata nel 1984 dalla GFM, ceduta nel 2004 alla Travys |
Automotrici elettriche | RBDe 566 631÷634 | 1994 | Schindler-SIG-ABB | cedute alle FFS nel 2006 |
Note
modifica- ^ (FR) Installations fixes et matériel roulant, in Chemins de fer fédéraux suisses - Rapport de gestion 1971, Berna, Ferrovie Federali Svizzere, pp. 48-49.
- ^ (FR) Investissements et achats, in Rapport de gestion 1984 CFF, Berna, Ferrovie Federali Svizzere, p. 26.
- ^ (FR) Les CFF en 1990, in Rapport de gestion 1990 SBB CFF FFS, Berna, Ferrovie Federali Svizzere, p. 7.
- ^ a b Streckendaten (PDF), su tp-info.ch. URL consultato il 19 luglio 2023.
- ^ (DE) A. Meyer, Die 300 PS-Diesel-mechanischen Triebwagen der Mittel-Thurgau-Bahn, in Schweizerische Bauzeitung, vol. 121, n. 25, Zurigo, Verlag C. & W. Jegher, 1943, pp. 302-306. URL consultato il 22 luglio 2020.
- ^ (DE) Neues von der Mittelthürgaubahn, in Neue Zürcher Nachrichten, Zurigo, 28 agosto 1951, p. 2. URL consultato il 26 novembre 2020.
- ^ a b Mittel-Thurgau-Bahn (MThB) Triebwagen, su pospichal.net. URL consultato il 18 novembre 2020.
- ^ Mittel-Thurgau-Bahn (MThB) Lokomotiven, su pospichal.net. URL consultato il 21 luglio 2020.
- ^ Die Triebfahrzeuge der Mittelthurgaubahn, su le-rail.ch. URL consultato il 21 luglio 2020.
- ^ a b Unsere Fahrzeuge im Depot, su mthb.ch. URL consultato il 21 luglio 2020.
- ^ Dampflokomotive Eb 3/5 Nr. 5810 ehemals SBB (PDF), su dbb.ch. URL consultato il 21 luglio 2020.
- ^ Triebwagen - BDe 4/4 176, su dsf-koblenz.ch. URL consultato il 24 settembre 2020.
Bibliografia
modifica- (DE) Placid Weissenbach, Das Eisenbahnwesen der Schweiz. Erste teil: Die Geschichte des Eisenbahnwesens, Zurigo, Orell Füssli, 1913.
- (DE) Die Neubaustrecke der Zürcher S-Bahn, in Schweizer Ingenieur und Architekt, n. 48/84, Zurigo, Verlags-AG der Akademischen-technischen Vereine, 22 novembre 1984, pp. 951-972. URL consultato il 24 luglio 2023.
Altri progetti
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Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Die Geschichte der Regionalverkehr Mittelland AG, su bls.ch.
Officine Meccaniche Lodigiane | |
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Stato | Italia |
Prodotti | Veicoli ferrotranviari |
Dipendenti | circa 400 |
Le Officine Meccaniche Lodigiane furono un'impresa di costruzione di veicoli ferroviari con sede a Lodi, attiva fra il 1908 e gli anni Sessanta del XX secolo.
Fra i protagonisti della nascente industria meccanica italiana, l'azienda curò la fornitura di diversi veicoli per le ferrovie e le reti tranviarie dell'epoca, oltre che la revisione degli stessi. La crisi del secondo dopoguerra e la concorrenza delle più grandi aziende del settore condussero al fallimento di tale azienda.
Settori di attività
modifica- Tram ATM serie 1500: dieci unità, costruite nel 1929[1]
- Gassogeni tipo "Eva"
- Costruzione, riparazione e demolizione di carri ferroviari
Storia
modificaL'azienda fu fondata nel 1908 da Melchiorre Sordi, imprenditore nato a Lodi nel 1881 e già noto per le sue attività nel settore caseario, Cesare Castellotti e l'ing. Bassano Folli[2] con un prestito di 55.000 lire da parte del Piccolo Credito Sant'Alberto[3].
Già nel 1912 ebbe commissioni per la costruzione e riparazione di carri ferroviari[4].
Entrata in grave crisi finanziaria, nel 1963 la società entrò in concordato preventivo e fu occupata dai dipendenti per quattro giorni[5].
Dati societari
modificaNote
modifica- ^ Francesco Ogliari, Milano in tram, Hoepli, Milano, 2010, p. 213, ISBN 978-88-203-4562-4.
- ^ Ambizioni e reputazioni. Élite nel Lodigiano tra età moderna e contemporanea, a cura di Pietro Cafaro, Franco Angeli, Milano, 2013, p. 168, ISBN 9788856849721.
- ^ Pietro Cafaro, Emanuele Colombo, Un'antica nobiltà. L'altro credito cooperativo a Lodi nel Novecento, Franco Angeli, Milano, 2009, p. 80, ISBN 9788856815252.
- ^ Rassegna dei lavori pubblici e delle strade ferrate, 1912, p. 76
- ^ Atti parlamentari Camera dei Deputati - IV Legislatura - Discussioni - Seduta del 24 settembre 1963 - Risposte scritte ad interrogazioni, pp. 257-258
Voci correlate
modificaCategoria:Aziende della Lombardia Categoria:Costruttori di tram italiani del passato Categoria:Costruttori di treni italiani del passato