Utente:UmbraSolis/Sandbox/Oratorio Santa Maria
- all'epoca della costruzione era la chiesa della villa vetus di Garbagna[1]; c'era anche il vico Garbaniola non lontano da Garbagna e vicino all'antica strada romana, più piccolo e recente di Garbagna, nato per scissione dal paese vero e proprio[2]
- considerazioni sul Maestro di Garbagna[3]
- Giuseppe Leoni accosta gli affreschi a quelli di Santa Maria di Rubone[4][5]
- All'interno dell'omogenea attività, derivata dalla cultura gotica e tardogotica, che decora le chiese del territorio novarese, si distingue l'attività di alcune famiglie di pittori e di personalità emergenti che tentano un aggiornamento per lo più in direzione lombarda. Tra di esse, oltre a Giovan Antonio Merli, va ricordato Tommaso Cagnola, attivo dal 1479 e noto soprattutto per l'affresco di Madonna di Campagna a Garbagna, firmato e datato 1481. L'uso ampio di stoffe a fiori e di pavimenti «embricati» emerge come uno dei dati più frequenti in uno stile pressocché immutato nel corso dei decenni, tra ricordi del tardogotico locale e tentativi di aggiornamento sulle novità rinascimentali e milanesi, forse più evidenti e talvolta con risultati migliori nella produzione contemporanea di Daniele De Bosis[6][7]
- discorso su Sant'Eustachio di Ernesto Colli, con riferimento all'affresco di Garbagna[8]
Note
modifica- ^ Franca Franzosi, Santa Maria di Campagna e Garbagna, in Angela M. Malosso, Mario Perotti e Dorino Tuniz (a cura di), La pianura novarese dal Romanico al XV secolo. Percorsi di arte e architettura religiosa, Novara, Interlinea, 1996, p. 122.
- ^ Aldo Angelo Settia, Assetto del popolamento rurale e coppie toponimiche nell'Italia padana (secoli IX-XIV), in Studi Storici - Rivista trimestrale dell'Istituto Gramsci, n. 1, Roma, Edizioni Dedalo, gennaio-marzo 1995, pp. 243-266, ISSN 0039-3037 . URL consultato il 10 ottobre 2021.
- ^ Simone Riccardi e Alessandra Montanera, La raffigurazione della Passione di Cristo nel Biellese, in La Passione di Cristo. Da Bassano a Bernini, da Conca a Mengs. Dipinti da Palazzo Chigi in Ariccia ed altre raccolte, Biella, 2015, pp. 91-111. URL consultato il 30 giugno 2024.
- ^ Giuseppe Leoni, Le corrispondenze tra gli affreschi tardo quattrocenteschi di Santa Maria di Garbagna novarese e di Rubone, su Corriere Alto Milanese, 16 febbraio 2018. URL consultato il 22 marzo 2025.
- ^ Giuseppe Leoni, Gli affreschi di Santa Maria di Garbagna e la pala d'altare di Santa Maria di Rubone, su Corriere Alto Milanese, 25 luglio 2018. URL consultato il 22 marzo 2025.
- ^ Cfr. C. Baroni 1952; G.B. e F.M. Ferro 1972; G. Romano, 1973, pp. 310-312; AA.VV., 1976, pp. 13-14; P. Astrua 19851, pp. 168-174; Id., 1987, pp. 430-435; AA.VV., 1992.
- ^ Monica Zambelli, Piemonte, in Mina Gregori (a cura di), Pittura murale in Italia - Il Quattrocento, Torino, Gruppo Sanpaolo - Edizioni Bolis, 1996, p. 194. URL consultato il 18 agosto 2024. Ospitato su Byterfly.
- ^ Ernesto Colli, Parte X, in Barbavara di Gravellona Lomellina, Novara, Tipografia La Moderna, 1964, pp. 65-77. URL consultato il 7 agosto 2022. Ospitato su Foto Emilio Alzati.
Relazione 9 luglio 2024
modificaAbstract
modificaL'oratorio di Santa Maria, localmente noto come "Madonna di campagna", è da sempre parte integrante della vita del piccolo comune a sud di Novara.
La sua storia affonda le radici nel pieno Medioevo, quando il toponimo "Garbagna" aveva un significato diverso e ancora piuttosto vago. La successiva evoluzione geografica, politica e sociale del paese ha coinvolto anche l'oratorio.
Un passo rilevante della sua storia sono le campagne decorative del XV secolo: i preziosi affreschi che ci hanno regalato forniscono un inestimabile spaccato della società di allora. I dettagli apprezzabili spaziano da aspetti più espliciti ed oggettivi, come gli equilibri dei poteri in gioco, fino ad aspetti più soggettivi legati all'animo umano, quali le speranze e le paure della gente comune.
Abstract breve
modificaL'oratorio di Santa Maria, localmente noto come "Madonna di campagna", è da sempre parte integrante della vita di Garbagna.
La sua storia affonda le radici nel pieno Medioevo, quando il toponimo stesso "Garbagna" indicava una realtà diversa dall'attuale. La successiva evoluzione geografica, politica e sociale del paese ha coinvolto anche l'oratorio.
Un passo rilevante della sua storia sono le campagne decorative del XV secolo: i preziosi affreschi che ci hanno regalato forniscono un inestimabile spaccato della società di allora.
Fonti
modifica- Lino Cassani e Ernesto Colli, Memorie storiche di Garbagna Novarese, Novara, Tipografia Pietro Riva & C., 1948.
- Franca Franzosi, Un episodio della cultura figurativa novarese: Santa Maria di Garbagna e i suoi affreschi quattrocenteschi, relatore Maria Luisa Gatti Perer, correlatore Franco Mazzini, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, 1985.
- Giancarlo Andenna, Castelli di Nibbiola, di Montarsello e di Garbagna, in Da Novara tutto intorno, Andar per castelli, Novara, Milvia, 1982.
- Emiliana Mongiat e Bruno Radice (a cura di), Il Basso Novarese, in Percorsi - Storia e documenti artistici del Novarese, Novara, Provincia di Novara, 1993.
- (minore) Aldo Angelo Settia, Assetto del popolamento rurale e coppie toponimiche nell'Italia padana (secoli IX-XIV), in Studi Storici - Rivista trimestrale dell'Istituto Gramsci, n. 1, Roma, Dedalo, gennaio-marzo 1995, pp. 243-266.
- Franca Franzosi, Santa Maria di Campagna a Garbagna, in La pianura novarese dal Romanico al XV secolo. Percorsi di arte e architettura religiosa, Novara, Interlinea, 1996.
- Fabio Bisogni e Chiara Calciolari (a cura di), Garbagna - Santa Maria, in Affreschi novaresi del Trecento e del Quattrocento: arte, devozione e società, Cinisello Balsamo, Silvana, 2006.
- Luigi Simonetta, Giovanni Lazanio architetto e restauratore, in Novara è..., n. 7, Novara, Emme Distribuzione, luglio-agosto 2018.
- Dorino Tuniz, Novarien - Pellegrini in terra novarese. Un'antologia di testi di Dorino Tuniz, Novara, Interlinea, 2020.