Qui ci copiamo Chiesa di San Bartolomeo, versione n. 73706340

«Una reggia degna non di un re, ma di Tre Re[1]»
chiesa di San Bartolomeo
chiesa di San Bartolomeo da Piazza Roma
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàBrugherio
ReligioneChiesa Cattolica
TitolareSan Bartolomeo
DiocesiDiocesi di Milano
Consacrazione1578, 1855, 1939
ArchitettoGiacomo Moraglia Leo Sorteni

The church of Saint Bartolomeus in Brugherio is the main religious building of the community pastoral Epiphany of the Lord and the oldest parish in town, too. It houses the relics of the Magi. Characteristic is its high bell tower tall 36.80 meters[1].

History of the building

The beginnings (1578-1613)

Between 1578 and 1582

 
Ambrogio Figino, Carlo Borromeo, dipinto, seconda metà del XVI secolo, Museo diocesano di Milano.

When Saint Carlus Borromeo decided to enstablish a parrish in Brughé[2], there was a church in ruins and ancient[3] as well as practically unsuitable accordance with Tridentine[4]. Fartheremore this small church was not consecrated[5] so the intervention of the bishop was in need. The situation was even more particular because the church housed the Blessed Sacrament[6]. Despite these shortcomings, Borromeo started proceeding to the establishment of the new entity parish, entrusted to Don Arcangelo Biancardi[7]:

«Before leaving, the Archibishop decided the new church's borderline, including farmhouse under its property and between them: Cascine de' Bastoni with the oratory of Maria Nascente, S. Cristoforo of Ottavo (because of the 8 mile distance from Milan), S. Damiano, Sant'Albino, Sant'Ambrogio, S. Donato.»

During the second parstoral visitation from cardinal-archibishop (1582), it took place the consecration of the building (enlarged, in the meanwhile, thank to the remains of S. Rocco and S. Damiano's churches[8]) and the dedication to San Bartolomeo, despite the lack of using the church's space:

(latino)
««Amplietur ecclesia e parte anteriori ... Fiat sacristia ubi nunc est coquina, quae servit pro sacristia …Fiat armarium pro recondendis paramentis num in loco ubi nunc est caminus… Aptetur pavimentum…Fiat Baptisterium ad formam».»
(inglese)
««Enlarge the church on the facade... Build the sacristy where there is the kitchen, that is used as sacristy… Bring the wardrobe to put the paraments where the is the fireplace… Adapt it to the floor... Realize the Baptistry as norm».»

During this occasion, the archibishop decided the borderline of the parish excluding Cascina Bastoni, Cascina Sant'Albino, Cascina San Donato and Cascina San Damiano[9], that argued about the separation from the richest San Gerardo di Monza's parish[10], which did not require the payment of an annual fee to be paid to the parish priest for his personal needs and those of first necessity for the conduct of religious services.

Between 1582 and 1613

  Lo stesso argomento in dettaglio: Reliquie dei Magi (Brugherio).
 
Altare dei Magi, con copia del reliquiario realizzato in occasione del 400° anniversario della traslazione nella parrocchiale (2013). L'affresco è di Vittorio Granchi.

The parish was poor and in need of resources to be able to complete what was required in the reports drawn up during pastoral visits of St. Charles. On the occasion of his pastoral visit in 1596 made by the cousin of Charles, the newly appointed archbishop Frederick, it's known that the Blessed Sacrament and the oil used for the extreme unction were in a "tabernacle... small and wood made one"[11], and it was necessary to adapt some church's areas according to the canonical norms. In the meanwhile, other two spiritual religious institutions, wanted by Trento's Council bishops: Schola del Santissimo Sacramento and Schola della Dottrina cristiana[12]. The first, founded in 1578, was appointed to get the people involved in various devotional practices and thereby increase its virtues; while, the second was to instruct the faithful in matters of faith to remove them from heresy. However, the most important event was the recognition of a portion of the relics of the Magi, that in believes was totally transfered in the far away Colonia by Federico Borromeo in 1613. In this year, on 27 May[13], the transfer from Saint Ambrogio's church to the parish took place under the parish priest Francesco Bernardino Paleario's supervision.

The 19th century

De Petri's Cronaca

Antonio De Petri (or Petro), parish priest from 1778 to 1819, took inspiration from Antonio Francesco Frisi's works, called Memorie storiche della città di Monza, and wrote a report about saint Bartolomeo's church[14]:

«The church's façade is decorated with cornices, pilasters and bands with a pediment gabled sharp that befits the structure itself. It is possible to enter through three inputs, a wider entrance to the center and two minor entrances to the sides; each input corresponds to a nave.[Navate, n.d.a], ma alquanto più vicine alle laterali pareti: Sopra la Porta principale si pare una Finestra, che da luce alla nave di mezzo. Le Navi sono tramezzate da tre Archi sostenuti da doppie Colonne di viva pietra, e d'ordine Dorico con largo intercollnio coperto da proporzionato Architrave pure di pietra ed alle Colonne corrispondono quattro lesene, sulle quali posano dalla parte del Presbiterio, e della Facciata»

From what we can read, in the period of almost two hundred years the church has undergone several changes, and compared to initial reports of Charles and Federigo Borromeo it is monumental, presents a sort of canopy that can light up the interior that does not have more than one aisle, but three as the present church. In addition, continuing in the description, the De Petri reports the presence of a number of paintings, including one depicting the Martyrdom of Saint Margaret, the seventeenth century[15].

In this period was also built the current bell tower.

The 20th century

 
Targa commemorativa dei lavori compiuti dall'architetto Giacomo Moraglia nel 1855

Commemorative plaque of the work performed by James Moraglia in 1855 Architectural and artistic ferment: Moraglia and Valtorta

A partire dalla seconda metà dell'800, sotto i parroci Gian Andrea Nova, Giuseppe Maroni e Giuseppe Schieppati si assistette ad un fermento di rinnovamento artistico ed architettonico senza precedenti. In seguito alla visita pastorale del 1851 dell'arcivescovo Romilli, ci si rese conto della necessità di ampliare la chiesa, a causa dell'accresciuto numero di abitanti[16]. Gian Andrea Nova, parroco dal 1838 al 1878[14], si prodigò immediatamente ad esaudire le richieste episcopali chiamando l'architetto Giacomo Moraglia nel 1854[17]. I lavori di ricostruzione della parrocchiale, che prevedevano nello specifico la creazione del presbiterio, il rifacimento completo della facciata e la costruzione dei bracci minori del transetto[18], si svolsero nel giro di un anno. La prima pietra fu posata il 1° aprile 1854[1], e già il 9 ottobre del 1855 la nuova chiesa era per la maggior parte costruita. Il 1º dicembre i lavori di costruzione venivano ultimati definitivamente[17]. La pianta della nuova chiesa era di croce greca[19]. Sotto la cura pastorale di don Giuseppe Maroni (1879-1884[14]), fu chiamato il pittore milanese Giovanni Valtorta per realizzare parte degli affreschi e dipinti che tutt'ora si possono vedere in chiesa[20].

Ornamenti vari

La chiesa del Moraglia necessitava di ulteriori arricchimenti artistici, e che non si limitassero esclusivamente agli affreschi ornamentali. Infatti, nella seconda metà dell'Ottocento, i parroci successori del Nova provvidero a dotare la chiesa di preziosi suppellettili: don Michele Rotti (1884-1894[14]) si preoccupò di dotare gli interni dei pulpiti laterali[21] al presbiterio centrale e dell'organo per la liturgia (l'Organo Tornaghi)[22], mentre sempre in questo periodo si provvide anche a dotare il coro di preziosi stalli scanditi da paraste scanalate[23].

Il XX secolo

L'ampliamento della chiesa: Leo Sorteni

 
Chiesa di San Bartolomeo - interno. Il colonnato e le gallerie di affreschi sono stati realizzati durante i lavori del Sorteni. L'antica chiesa del Moraglia, invece, va dal transetto al presbiterio.

Dopo alcuni lavori di minore entità compiuti sotto don LuIgi Fumagalli (1898-1921[14]), quali per esempio la commissione di ulteriori affreschi affidati al pittore Enrico Mariola[24], l'aspetto definitivo della chiesa che possiamo ammirare oggi, sia per quanto riguarda gli interni che gli esterni, è opera dell'architetto Leo Sorteni. Come nel 1854, anche in questo caso i lavori furono determinati dalle annotazioni che l'arcivescovo Ildefonso Schuster fece presente al parroco, don Giuseppe Camagni (1921-1957[14]), in occasione della visita pastorale del 1937[25]. Don Camagni, pertanto, chiese al Sorteni (di cui era amico) di guidare i lavori di ampliamento della chiesa, resi necessari per l'aumento del numero della popolazione della città di Brugherio. Il Sorteni ci mise solamente un anno a completare l'ampliamento dell'edificio (il tempio religioso fu consacrato dall'arcivescovo nella visita pastorale dell'ottobre del 1939[25]), allungandolo dal transetto della pianta a croce latina della chiesa (vale a dire dal braccio corto). Questo comportò un allungamento delle tre navate di ben 42 metri, l'abbattimento e il rifacimento della facciata e la costruzione della nuova canonica[26]. Nel 1940, nuovi cicli di affreschi volti ad abbellire le volte appena realizzate furono dipinti da Vittorio Granchi[27][28].

Dagli anni '50 ad oggi: i restauri degli anni '90 e 2000

Nel corso del secondo novecento, i parroci si occuparono della manutenzione e del restauro di alcuni affreschi della chiesa. Per esempio, don Franco Perlatti (1958-1994[14]) si preoccupò di salvare dalla rovina alcuni degli affreschi più antichi[26], mentre il successore don Giovanni Maraviglia (1994-2009) affidò alla ditta GF Marcato[28], tra il 1990 e il 2005, il restauro completo degli affreschi della chiesa: la prima fase dei restauri, avvenuta nel 1990, riguardò le cappelle laterali, il presbiterio e la cupola; la seconda (2002/2003) le navate laterali e il transetto; la terza fase (2004/3005) riguardò il restauro degli affreschi della navata centrale[28].

Analisi artistica ed architettonica

L'Interno

Dati architettonici

La chiesa, dopo le modifiche del 1939, è ritornata a presentare una pianta a croce latina, il cui transetto corrisponde all'antico limite dell'edificio realizzato dal Moraglia. È divisa in tre navate, due laterali e una principale, cui si accede attraverso le tre rispettive porte presenti sulla facciata. Queste navate, che percorrono i 42 metri di lunghezza della pianta, terminano in tre punti diversi dell'edificio: la navata di sinistra termina con l'ingresso nella sagrestia; quella centrale lascia il posto al presbiterio; quella di destra si ferma ad una porta che doveva condurre ad uno dei due pulpiti, oggi inutilizzati. L'accesso alla chiesa è permesso grazie anche a due porte laterali presenti sul lato che dà a meridione, una delle quali (quella posta accanto al campinile e che si può vedere nella foto sotto riportata) è stata realizzata dopo l'abbattimento (avvenuta per ordine del Sorteni[29]) della cosiddetta Ca de sciatt[30], cioè di una piccola zona riservata alla gente troppo povera e che si vergognava di entrare nella chiesa vera e propria[29]. Ritornando alla descrizione dell'interno dell'edificio, la navate centrale è ornata da una teoria di colonne con capitello corinzio, che sostengono la volta a galleria realizzata sotto il Sorteni[19], mentre dal transetto all'inizio del presbiterio (dunque la chiesa progettata dal Moraglia), la volta a galleria lascia il posto ad una grande cupola impostata su un tamburo. Sempre in quest'area della chiesa, ai lati sono presenti due cappelle laterali, una dedicata alla Madonna del Rosario (navata laterale di destra), l'altra a san Giuseppe (navata laterale di sinistra). L'altare dedicato allo sposo di Maria è di età tardo-barocca[23]. Il presbiterio, rialzato rispetto allo spazio destinato al popolo dei fedeli, presenta infine un abside semicircolare.

Le ricchezze di San Bartolomeo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Reliquie dei Magi (Brugherio).
 
Giovanni Valtorta, Gloria dell'Eterno Padre, affresco della cupola del presbiterio.
Gli affreschi

La chiesa di San Bartolomeo, tra il 1880 e il 1940, ha visto abbellire le sue volte e gli interni grazie a dei cicli di affreschi e a dei dipinti posti ai lati dell'abside che, nonostante siano stati realizzati da artisti minori, la rendono pregevole dal punto di vista artistico. Giovanni Valtorta ebbe l'incarico, da parte del parroco Maroni, di affrescare la volta (Gloria dell'Eterno Padre), di realizzare una Natività e una Deposizione ai lati del presbiterio[31]. Il pittore piemontese Enrico Mariola, nel 1913, fu chiamato da don Luigi Fumagalli perché provvedesse a decorare delle aree che sarebbero state poi demolite in occasione dei lavori compiuti vent'anni dopo dal Sorteni[31]. Unico lavoro del Mariola che è sopravvissuto sarebbe l'Annunciazione che si trova sopra l'ingresso della sagrestia[31]. Infine, ad affrescare le volte realizzate dal Sorteni fu incaricato Vittorio Granchi, ornate con delle figure di Santi e Profeti fortemente sentiti dalla devozione popolare dei brugheresi. Il Granchi realizzò, nella cappella della Vergine e di san Giuseppe, gli affreschi dipinti nel catino absidale[31].

L'organo tornaghi, le sculture e il baldacchino

Oltre agli affreschi, la parrocchiale può vantare anche altre ricchezze artistiche e devozionali: l'Organo Tornaghi del 1859, oggetto di un attento restauro durato tre anni (2010-2013)[32][1]; la presenza delle Reliquie dei Magi, custodite in un antico reliquiario del '600 del quale è stata realizzata una copia in occasione del 400º anniversario della traslazione nella parrocchiale; le due vetrate poste sulle cappelle absidali della Madonna del Rosario e di san Giuseppe, raffiguranti rispettivamente Il Martirio di San Bartolomeo e l'Adorazione dei Magi, realizzate nel 1937 ad opera di una squadra di artisti guidata da Gio Ponti[1]. Le cappelle laterali, inoltre, sono ornate di sculture lignee risalenti, le più antiche, al XVII secolo, mentre quelle più recenti sono del secolo scorso[33]. Tra queste, la più antica e meglio elaborata è quella raffigurante sant'Antonio da Padova[33]. Uno dei più preziosi cimeli di proprietà della parrocchia, infine, consiste nel prezioso baldacchino usato durante la solennità del Corpus Domini[34]. Risalente al 1845 e commissionato dal parroco Nova, ha vinto il primo posto dall'imperial regio governo austriaco[34].

L'esterno

L'esterno della chiesa presenta un aspetto decorativo e architettonico molto semplice, al contrario dell'interno. La facciata è sicuramente il lato architettonico più interessante, in quanto è stato oggetto di vari rifacimenti nel corso del XIX e XX secolo. La facciata costruita dal Moraglia, dal sapore neoclassico per la semplicita ornamentale e per l'ordine geometrico con cui è scandita da lesene, non differiva molto da quella realizzata poi dal Sorteni, se non per la presenza (al posto dell'attuale vetrata a lunetta) di un dipinto raffigurante i Re Magi[35]. L'attuale facciata, opera del Sorteni, è scandita da due ordini di lesene ioniche. Il lato superiore della struttura è caratterizzato da un frontone a timpano[36].

La torre campanaria

«La vaga torre delle Campane ebbe principio nel 1751, e debbono que' terrazzani riconoscerne il compimento della generosità del Co. GianLuca Pallavicini Governatore di Milano, che solea recarsi talvolta a respirare aria salubre alla grandiosa vicina Villa di Monucco»
 
La torre campanaria di San Bartolomeo vista da Via Tre Re.

Così il canonico Frisi accenna al particolare campanile che domina il panorama di Brugherio, costruito intorno alla metà del XVIII secolo (esattamente tra il 1751 e il 1771[37]) grazie ai fondi del Marchese Silva e del governatore di Milano, Luca Pallavicini[38]. Edificato su di una vecchia torre campanaria ormai completamente decadente e fatiscente, il campanile della parrocchiale presenta delle caratteristiche completamente differenti rispetto al canone architettonico usato per gli altri omologhi della regione. Il campanile di San Bartolomeo è, infatti, a forma di torrione. Ornato dalla presenza di lesene decorative, è diviso orizzontalmente in quattro settori da dei marcapiani. L'ultimo settore, posto sotto la particolarissima cella campanaria, ospita la presenza di due orologi, testimoniati dal De Petri già nel 1794[39]. La cella campanaria e il terrazzo recintanto sovrastante hanno subito una serie di interventi nel corso dei secoli. Se all'epoca del parroco De Petri le campane erano solamente tre[17], nel corso del XIX secolo Don Gioachino Farè (parroco dal 1820 al 1838[14]), Gian Andrea Nova e Giuseppe Schieppati (1895-1898[14]) procedettero all'allargamento della cella campanaria, aggiungendovi prima cinque campane (1836[17]), per poi diventare sei nel 1838[17] ed infine otto nel 1897[25]. Lo stesso discorso vale per il terrazzo ottagonale che culmina sopra la struttura. Al tempo del De Petri, probabilmente, il campanile terminava a cupola[40], e solamente con le modifiche alla cella campanaria si decise di modificarne anche la cima. L'insicurezza, dovuta all'imprecisione delle fonti scritte, scema davanti alle prime fotografie di Brugherio, risalenti ai primi del Novecento, quando il torrione presentato nella foto accanto era già presente. Gli ultimi ritocchi alla cima del campanile verranno apportati nel 1952, quando viene installato il meccanismo automatico per il suono delle campane[25].

Note

  1. ^ a b c d e La chiesa di San Bartolomeo, a cura dell'Associazione Kairòs. Per consultare la voce, cliccare sulla terza casella in alto a sinistra, nella sezione "in giro per la città". Il formato pdf parla delle chiese di Brugherio, ed una sezione è dedicata alla parrocchiale. Per consultare, cliccare qui
  2. ^ Brugherio dipendeva dal Duomo di Monza dal punto di vista religioso, e i contadini desideravano avere un parroco più vicino alle loro case per le loro esigenze spirituali
  3. ^ Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, Brugherio: una città nel segno dei Magi, p. 36: «Una chiesa dedicata a San Bartolomeo esisteva già nel XIII secolo, in Baratia de Modoetia, nella baraggia di Monza, e molto probabilmente si trovava dove sorge l'attuale chiesa»
  4. ^ Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, Brugherio: una città nel segno dei Magi, p.38:«...la chiesa...aveva una sola navata e terminava più o meno dove ora comincia il presbiterio; la cucina veniva usata come sacrestia. Inoltre, non c'era un armadio per contenere i paramenti»
  5. ^ Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, Brugherio: una città nel segno dei Magi, p. 38
  6. ^ Marco Rapetti – Mauro Bertoni – Simona Castelli et alii, San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p.12.
  7. ^ Brugherio, una città nel segno dei Magi, p. 40.
  8. ^ (Italian) Brugherio, una città nel segno dei Magi, p. 36. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
  9. ^ Storia di San Bartolomeo in Comunità Epifania del Signore, su epifaniadelsignore.it. URL consultato l'11/03/2015.
  10. ^ Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, pp. 35-36.
  11. ^ San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p. 21.
  12. ^ Brugherio: una città nel segno dei Magi, pp. 38-39.
  13. ^ Brugherio: una città nel segno dei Magi, p. 52.
  14. ^ a b c d e f g h i Brugherio la nostra gente, p. 145.
  15. ^ (Italian) San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto)
  16. ^ San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, pp. 42-43.
  17. ^ a b c d e San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p. 45. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome ":1" è stato definito più volte con contenuti diversi
  18. ^ San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p. 43.
  19. ^ a b Vicky Porfidio, San Bartolomeo su Monzaebrianzainrete, su monzaebrianzainrete.it. URL consultato il 13/03/2015.
  20. ^ Giovanna Virgilio, Brugherio, percorsi tra storia e arte, p. 11.
  21. ^ I due pulpiti, usati un tempo per le omelie, sono dorati ed entrambi sono sormontati da una croce. Se il pulpito di sinistra presenta le tavole della legge, quello di destra ha invece un serpente attorniato alla croce. Quest'ultimo riprendere l'episodio narrato da Numeri 21, 4-8, quando Mosè innalzò un serpente di bronzo per salvare la vita agli Israeliti morenti nel deserto.
  22. ^ San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p. 46.
  23. ^ a b Vicky Porfidio, Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia, p. 26.
  24. ^ San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale., p. 47.
  25. ^ a b c d San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale., p. 56. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome ":2" è stato definito più volte con contenuti diversi
  26. ^ a b San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale., p. 57.
  27. ^ guardasi l'appendice iconografica in fondo a San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale.
  28. ^ a b c GF Marcato - restauri della chiesa di San Bartolomeo, su marcatorestauri.it. URL consultato il 13/03/2015.
  29. ^ a b San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale., p. 60.
  30. ^ Espressione dialettale per indicare "casa dei poveri"
  31. ^ a b c d Vicky Porfidio, Brugherio, i suoi luoghi, la sua storia, p. 25.
  32. ^ Paolo Rappellino, Sabato 9 febbraio il primo concerto dell’organo restaurato, in NoiBrugherio, 9/02/2013.
  33. ^ a b Vicky Porfidio, Brugherio: i suoi luoghi, la sua storia, p. 26.
  34. ^ a b Guida ai Servizi (PDF), su comune.brugherio.mb.it. URL consultato il 16/04/2015.
  35. ^ Una foto del 1913 presente in San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, cit., p. 49, può servire come elemento di comparazione.
  36. ^ Chiesa di San Bartolomeo, su geoplan.it. URL consultato il 20/03/2015.
  37. ^ Brugherio, i suoi luoghi, la sua storia - 225º Anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, p. 29.
  38. ^ Cesare Cantù, Grande Illustrazione del Lombardo Veneto, I, Milano, Corona e Caimi Editor, 1858.
  39. ^ Manoscritto del De Petri, citato in San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p. 29.
    «Sotto al piano delle Campane è posto l'orologio, che a mezzo giorno ed a Ponente indica da due Quadranti le ore.»
  40. ^ San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, p. 28.

Bibliografia

  • Brugherio la nostra gente, a cura del Movimento Terza Età, edito a cura del Comune di Brugherio, Assessorato alla Cultura, Brugherio, Tipolitografia Brambilla, 1992.
  • Vicky Porfidio, Brugherio, i suoi luoghi, la sua storia - 225º Anniversario del primo volo italiano in mongolfiera con uomini a bordo, edito a cura del Comune di Brugherio, 2009.
  • Cesare Cantù, Grande Illustrazione del Lombardo Veneto, Vol.I, Corona e Caimi Editori, Milano 18582
  • Giovanna Virgilio, Brugherio, percorsi tra storia e arte, ISAL, Cesano Maderno 2004.
  • Luciana Tribuzio Zotti - Giuseppe Magni, Una città nel segno dei Magi, edita a cura della comunità pastorale Epifania del Signore e dell'Associazione Kairòs, 2012.
  • Luciana Tribuzio Zotti, Brugherio nei documenti, edito a cura del circolo Paolo Grassi, Brugherio 1986.
  • Marco Rapetti - Mauro Bertoni - Simona Castelli et alii, San Bartolomeo: una ricostruzione storica delle vicende della parrocchiale, edito a cura dell'A.R.C.O., Brugherio 1994.
  • S. Carlo Borromeo e Monza: memorie cittadine: pubblicate nel III centenario della canonizzazione, a cura del Comitato per le Feste, Tipografia sociale monzese, Monza 1910.

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