Palazzo del Quirinale e Fuad: differenze tra le pagine

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{{Prenome|Fuad|arabo|M|(in [[alfabeto arabo|arabo]]: فؤاد)}}<ref name=behind>{{cita web|lingua=en|url=https://www.behindthename.com/name/fuad|titolo=Fuad|sito = Behind the Name|accesso=21-02-2013}}</ref>.
{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo del Quirinale<br /><small>[[Presidente della Repubblica Italiana|Residenza ufficiale del<br />Presidente della Repubblica Italiana]]<small>
|immagine = RomaPalazzoQuirinale.JPG
|didascalia =
|paese = ITA
|divamm1 = {{IT-LAZ}}
|città = Roma
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|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è disambigua -->
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|periodo costruzione = [[1583]]
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|uso = Residenza ufficiale del [[Presidente della Repubblica Italiana]]
|architetto = [[Ottaviano Mascherino]]<br />[[Gian Lorenzo Bernini]]<br />[[Ferdinando Fuga]]<br />[[Domenico Fontana]]
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|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Stato italiano
}}
Il '''Palazzo del Quirinale''' è un palazzo storico di [[Roma]] che sorge sull'[[Quirinale (colle)|omonimo colle]] e si affaccia sull'[[Piazza del Quirinale|omonima piazza]]. Dal [[1870]] fu la residenza ufficiale del [[re d'Italia]] e dal 1946 del [[presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]]. È uno dei simboli dello [[Stato]] [[italia]]no.
 
==Varianti==
Costruito a partire dal [[1583]], è uno dei più importanti palazzi della capitale sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista politico: alla sua costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell'arte italiana come [[Pietro da Cortona]], [[Domenico Fontana]], [[Alessandro Specchi]], [[Ferdinando Fuga]], [[Carlo Maderno]], [[Giovanni Paolo Pannini]] e [[Guido Reni]]. Attualmente, ospita anche un ampio frammento d'affresco di [[Melozzo da Forlì]].
*[[Traslitterazione|Traslitterazioni]] alternative: Fouad, Fu'ad, Fuʾād
 
===Varianti in altre lingue===
Il Palazzo si impose, soprattutto a partire dal pontificato di [[Papa Paolo V|Paolo V Borghese]], come residenza stabile dei papi (il Quirinale ha ospitato 30 papi, da [[papa Gregorio XIII]] a [[papa Pio IX]]), per quanto una vulgata creata ad arte lo propose con fortuna solo come residenza estiva del romano pontefice. Dal colle del Quirinale i papi erano in più agevole contatto con le sedi delle congregazioni pontificie (ovvero la residenza dei loro prefetti o decani) in cui la [[Curia romana|Curia]] si era riarticolata negli ultimi decenni del [[XVI secolo|Cinquecento]]. Il Quirinale divenne così di fatto la residenza del pontefice nella sua qualità di sovrano, complementare a quella del [[Vaticano]], che costituiva la sede del papa vescovo.
*[[Lingua turca|Turco]]: Fuat<ref name=behind/>
 
==Onomastico==
Residenza complementare e non alternativa: è per questo che il complesso vaticano si sviluppò nel corso del 600 (fine dei lavori della basilica, costruzione della facciata, ultimazione del [[Palazzo Apostolico]], erezione del colonnato), anche se i pontefici vi risiedettero, come mostrano le fonti, saltuariamente. Per contro, il Quirinale si sviluppò quale palazzo del tutto secolare, quasi senza simboli religiosi visibili e soprattutto privo di una chiesa aperta al pubblico (unico tra i palazzi apostolici con questa particolarità)<ref>Menniti Ippolito, ''I papi al Quirinale''</ref>. Interessato da un progetto che lo voleva residenza napoleonica nel tempo dell'occupazione francese della città del papa, ma [[Napoleone Bonaparte]] non vi fece mai ingresso, dopo il 1870 divenne [[palazzo reale]] dei Re d'Italia. Con la [[proclamazione della Repubblica Italiana]], avvenuta dopo il referendum istituzionale del 2 giugno [[1946]], l'edificio divenne definitivamente la sede del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]].
Si basa sul termine arabo فؤاد (''fu'ad''), che vuol dire "cuore"<ref name=behind/>; ha quindi analogo significato ai nomi [[Lev (nome)|Lev]] e [[Cordula]].
 
==Persone==
Il palazzo del Quirinale si estende su una superficie di 110&nbsp;500 [[Metro quadrato|m²]] ed è il sesto palazzo più grande del mondo in termini di superficie,<ref>Dietro solo al [[palazzo Topkapı]] (700&nbsp;000 m²) ([[Istanbul]]), [[Istana Nurul Iman]] (200&nbsp;000 m²) ([[Brunei]]), [[Palazzo Apostolico]] (162&nbsp;000 m²) ([[Città del Vaticano]]), [[Città Proibita]] (150&nbsp;001 m²) ([[Pechino]]) e il [[Palazzo reale di Madrid|Palazzo reale]] (134&nbsp;999 m²) ([[Madrid]]).</ref> nonché la seconda più estesa residenza di un capo di Stato al mondo dietro ad [[Ak Saray]] ad [[Ankara]]<ref>{{cita web |url=http://www.loveforitaly.it/simboli/il-quirinale-la-residenza-pi-vasta-del-mondo |titolo= Il Quirinale, la residenza più vasta del mondo |editore=loveforitaly.it |accesso=18 luglio 2013}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.itineroma.it/visite-guidate/il-quirinale-casa-degli-italiani/ |titolo= Il Quirinale, casa degli Italiani |editore=ItineRoma.it |accesso=28 ottobre 2014}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2014/7/21/VOYAGER-AI-CONFINI-DELLA-CONOSCENZA-Anticipazioni-viaggio-alla-scoperta-di-Roma-Puntata-21-luglio-2014/515168/ |titolo= Voyager - Ai confini della conoscenza, Puntata 21 luglio 2014, Titolo puntata: Una notte a Roma |editore=ilsussidiario.net, voyager.rai.it |accesso=28 ottobre 2014}}</ref>. Per fare un confronto, l'intero complesso della [[Casa Bianca]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] è 20 volte più piccolo.
{{persone di nome|Fuad}}
[[File:Fuad I of Egypt.jpg|thumb|upright=0.7|[[Fu'ad I d'Egitto]]]]
*[[Fuad Amin]], calciatore saudita
*[[Fuad Ibrahim]], calciatore etiope
 
==Variante Storia Fu'ad==
{{persone di nome|Fu'ad|Fuʾād}}
=== Origini ===
*[[Fu'ad I d'Egitto]], re d'Egitto.
[[File:Gregory XIII.jpg|thumb|left|[[Papa Gregorio XIII]]]]
*[[Fuʾād II d'Egitto]], re d'Egitto.
[[File:Ricostruzione villa di Monte Cavallo Roma.jpg|thumb|right|upright=2.4 |Ricostruzione della villa del cardinale Ippolito II d'Este a Monte Cavallo, post 1550 <ref>http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Ippolito_II_d_Este_1920_reprint_1984.pdf</ref>]]
*[[Ahmad Fu'ad Muhyi al-Din]], politico egiziano.
Il palazzo fu una delle residenze romane (Palazzo di Monte Cavallo)<ref>Vincenzo Pacifici, ''Ippolito II d'Este, cardinale di Ferrara'', Tivoli, 1920, ristampa 1984, pp.147-159 [http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/misc/Ippolito_II_d_Este_1920_reprint_1984.pdf]</ref> del cardinale Ippolito II d'Este (1509-1572), che ottenne in affitto nel 1550 la villa e la vigna dei Carafa per un periodo di cinque anni, che poi più volte rinnovò insieme al nipote [[Luigi d'Este]].<ref>Vincenzo Pacifici, ''L'antico Quirinale in una affresco rinvenuto in Villa d'Este'', in Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte, vol. IX-X (1929-30), pp. 385-387 [http://www.societatiburtinastoriaarte.it/STSA-resources/pubblicazioni/amst/AMST_1929-30.pdf]</ref>. Nel [[1583]] [[papa Gregorio XIII]] cominciò la costruzione di una residenza estiva, in un'area considerata più salubre del [[colle Vaticano]] o del [[Laterano]], che venne affidata all'architetto [[Ottaviano Mascherino]]. I lavori si conclusero nel [[1585]], e quello stesso anno la morte del papa impedì a Ottaviano Mascarino di avviare un secondo progetto che prevedeva l'ampliamento del palazzetto per trasformarlo in un grande palazzo con ali porticate parallele e grande cortile interno.
*[[Tal'at Fu'ad Qasim]], fondamentalista egiziano.
*[[Fu'ad Shihab]], politico libanese.
 
===Variante Fuat===
L'edificio costruito da Mascherino è ancora riconoscibile nella testata nord del cortile d'Onore, caratterizzata da una facciata a doppia loggia e sormontata dalla torre panoramica oggi nota come torre dei Venti, o torrino, successivamente innalzata con la costruzione del [[campanile a vela]] su supposto progetto di [[Carlo Maderno]] e [[Francesco Borromini]].
{{persone di nome|Fuat}}
[[File:Ali Fuat Pasha.jpg|thumb|upright=0.7|[[Ali Fuat Cebesoy]]]]
*[[Ali Fuat Cebesoy]], generale e politico turco.
*[[Fuat Necati Öncel]], avvocato e politico turco.
 
===Variante Fouad===
L'edificio di Ottaviano Mascherino era stato costruito su un terreno ancora appartenente alla famiglia [[Carafa]] affittato a [[Luigi d'Este]], al quale pare che il papa volesse lasciare il palazzetto. Pertanto [[papa Sisto V]] nel [[1587]] fece acquistare il terreno dalla [[Camera Apostolica]] e solo dopo intervenne per ampliare il palazzo servendosi dell'opera di [[Domenico Fontana]], da lui utilizzato in tutte le grandi opere architettoniche e urbanistiche del suo pontificato, e impegnato in un rimodellamento complessivo della zona, con la costruzione dell'asse Strada Pia e Strada Felice e del conseguente crocicchio delle Quattro Fontane e con la definizione dell'altra residenza "privata" del pontefice a Termini<ref>{{cita web |url=http://lnx.montaltomarche.it/montalto2/SistoV/Monete/pag4 |titolo= Le monete e le medaglie di Sisto V |editore=montaltomarche.it |accesso=12 luglio 2009}}</ref>.
{{persone di nome|Fouad}}
*[[Khaled Fouad Allam]], sociologo e politico algerino naturalizzato italiano.
*[[Fouad Idabdelhay]], calciatore olandese.
*[[Fouad Jumblatt]], politico libanese.
*[[Fouad Laroui]], scrittore marocchino.
*[[Fouad Mebazaâ]], politico tunisino.
*[[Fouad Siniora]], politico libanese.
*[[Fouad Twal]], patriarca cattolico giordano.
 
== Il nome nelle arti ==
Al Fontana si deve anche la sistemazione della piazza antistante, con il restauro delle statue dei [[Dioscuri]] (che fin dall'antichità erano situate sul Quirinale, ed erano tradizionalmente attribuite a [[Fidia]] e a [[Prassitele]], come ancora dichiara il piedistallo), e l'erezione della prima fontana. Dal gruppo scultoreo derivò il [[toponimo]] "Monte Cavallo", che indicava la sommità del colle e la piazza, ancora oggi usato (benché ormai inesistente nelle toponomastica cittadina) da alcuni vecchi romani.
 
* Fuad, personaggio del film ''[[La tigre e la neve]]'', diretto da [[Roberto Benigni]].
=== Dal Seicento alla presa di Roma ===
[[File:Piranesi-16028.jpg|thumb|Stampa di [[Giovanni Battista Piranesi|Giovanni Piranesi]]]]
 
==Note==
[[Papa Paolo V]] fu colui che commissionò il completamento dei lavori sul corpo di fabbrica principale del palazzo. Affidò i lavori di ampliamento a [[Flaminio Ponzio]] che realizzò l'ala verso il giardino, la sala del Concistoro, oggi salone delle Feste e la cappella dell'Annunziata, decorata dal [[1609]] al [[1612]] da [[Guido Reni]] con la collaborazione di [[Giovanni Lanfranco]], [[Francesco Albani]], [[Antonio Carracci]] e [[Tommaso Campana]], caratterizzando il palazzo con una delle due sopraelevazioni tutt'oggi visibili. Con la morte di Ponzio nel [[1613]], i lavori di ampliamento vennero proseguiti da [[Carlo Maderno]], autore dell'ala sulla via del Quirinale, dove realizzò: la cappella Paolina, gli appartamenti papali e la Sala Regia, ora detta dei [[Corazzieri]].
<references/>
 
L'altezza della cappella e del salone dei Corazzieri imposero la costruzione di una seconda soprelevazione, ben visibile anche sulla facciata del palazzo. Il salone dei Corazzieri fu decorato con un fregio dipinto, opera del quadraturista [[Agostino Tassi]], autore del progetto e responsabile del cantiere della parete sud, mentre le altre tre pareti furono affidate a [[Carlo Saraceni]] e [[Giovanni Lanfranco]]; in modo minore contribuirono a questa impresa [[Alessandro Turchi]], lo [[Spadarino]], [[Paolo Novelli]], [[Marcantonio Bassetti]] e, secondo [[Roberto Longhi]], [[Pasquale Ottino]]. La presenza di quest'ultimo è stata però più volte messa in discussione negli ultimi decenni.
 
Papa Urbano VIII acquistò molti terreni ampliando la proprietà verso oriente a vantaggio soprattutto delle dimensioni del giardino che quasi raddoppiarono; lo stesso papa procedette poi all'erezione di un muro di cinta che circondò il nuovo perimetro del complesso del Quirinale. Parti superstiti di questa cinta muraria sono ancora visibili su via dei Giardini.
 
[[File:Quirinal Hill Luigi Rossini.jpg|thumb|left|Stampa del disegno di Luigi Rossini]]
 
[[Gian Lorenzo Bernini]] sotto [[papa Alessandro VII]] progettò il fabbricato detto della Manica Lunga, realizzandone il primo tratto nel [[1657]]-[[1659]]; l'edificio fu poi continuato nel [[1722]]-[[1724]] da [[Alessandro Specchi]] per [[papa Innocenzo XIII]], e terminato da [[Ferdinando Fuga]] nel [[1730]]-[[1732]] per [[Papa Clemente XII]]; a chiusura della Manica Lunga Ferdinando Fuga modificò il seicentesco casino del conte di Cantalmaggio trasformandolo nella [[Palazzina del Segretario della Cifra]], oggi nota come palazzina del Fuga e ospitante gli uffici e gli appartamenti privati del presidente della Repubblica.
 
Il 5 luglio [[1770]] [[Wolfgang Amadeus Mozart]] viene nominato cavaliere dell'[[Ordine dello Speron d'oro]].
 
Del breve intermezzo napoleonico ([[1809]]-[[1814]]) rimane la divisione della grande galleria che dava su piazza del Quirinale per ricavare tre ambienti tuttora sussistenti: la Sala Gialla, la sala di Augusto e la sala degli Ambasciatori. Questa ristrutturazione portò alla perdita dell'unità del preziosissimo ciclo di affreschi realizzati nel [[XVII secolo]] da Pietro da Cortona. Altri ambienti furono solo leggermente modificati. Ovviamente, il palazzo fu depredato dei suoi arredi e delle sue opere d'arte, in particolare due quadri di [[Tiziano]] e del [[Guercino]], tuttavia [[Napoleone Bonaparte]] non fece in tempo a utilizzare personalmente il Quirinale.
 
=== Il periodo sabaudo ===
[[File:Roma - quirinale interno.JPG|thumb|Parte del cortile corrispondente al nucleo più antico del palazzo con la torre dei Venti]]
 
Il palazzo del Quirinale fu la residenza estiva del pontefice fino al [[1870]], quando Roma venne conquistata dal [[Regno d'Italia]]; restò occupato da [[guardie svizzere]] al servizio di [[papa Pio IX|Pio IX]] fino al 1º ottobre di quell'anno, finché il [[generale]] [[Raffaele Cadorna]], comandante del corpo di spedizione italiano, le fece allontanare con la forza. Il palazzo divenne quindi la residenza dei re fino al [[1946]].
 
Durante il loro soggiorno, i [[Casa Savoia|Savoia]] ristrutturarono diversi ambienti per adattarli alle nuove esigenze della Corte regia. Il palazzo fu riarredato con mobilio proveniente da varie regge del paese, in particolare le [[residenze sabaude in Piemonte]] e il [[Palazzo Ducale (Colorno)|Palazzo Ducale]] di [[Colorno]]. Molti ambienti furono completamente ripensati, soprattutto durante il periodo di re [[Umberto I di Savoia|Umberto I]] ([[1878]]-[[1900]]), per impulso della sua consorte, la regina [[Margherita di Savoia|Margherita]]. L'antica Sala regia fu rifatta e divenne l'attuale salone delle feste, utilizzato come salone da ballo, si realizzò la raffinata decorazione della Sala degli specchi in stile neo rococò, e si modificarono gli appartamenti pontifici nel nucleo antico del palazzo per adattarli alla vita della famiglia reale. Infine, la napoleonica sala di Augusto divenne sala del [[Trono]].
 
=== I presidenti della Repubblica e il Quirinale ===
[[File:Corazzieri.jpg|thumb|left|[[Reggimento Corazzieri|Corazzieri]] a cavallo in uniforme di gran gala nel cortile d'onore del palazzo con lo [[Stendardo presidenziale italiano|stendardo presidenziale]].]]
 
I primi due presidenti della Repubblica Italiana [[Enrico De Nicola]] e [[Luigi Einaudi]] non vissero al Quirinale. [[Giovanni Gronchi]] fu il primo presidente che visse nel palazzo seguito da [[Antonio Segni]], [[Giuseppe Saragat]] e [[Giovanni Leone]] tutti con le rispettive famiglie. [[Sandro Pertini]] e [[Francesco Cossiga]] invece utilizzarono il Quirinale come ''ufficio'' ma non vi pernottarono mai continuando a vivere rispettivamente Pertini vicino alla Fontana di Trevi, Cossiga in Via Quirino Visconti. [[Oscar Luigi Scalfaro]] vi si trasferì per la prima volta, anche se continuò a usare la sua abitazione nel Quartiere Aurelio, come pure vi si trasferirono con le rispettive famiglie i suoi tre successori, [[Carlo Azeglio Ciampi]], [[Giorgio Napolitano]] e [[Sergio Mattarella]]<ref>{{Cita news|autore=Breda Marzio|url=http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/13/Coesione_sulle_riforme_messaggio_Napolitano_co_9_060513099.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/13/Coesione_sulle_riforme_messaggio_Napolitano_co_9_060513099.shtml|titolo=«Coesione sulle riforme» Il messaggio di Napolitano|pubblicazione=[[Corriere della Sera]] |giorno=13|mese=5|anno=2006|accesso=12 giugno 2006}}</ref>.
 
Gli interventi avvenuti nel Quirinale negli ultimi decenni si sono ovviamente limitati al recupero e alla conservazione dell'immenso patrimonio artistico del palazzo. In particolare, degni di nota sono stati i restauri, avvenuti durante le presidenze Ciampi e Napolitano, che hanno interessato l'ala che dà su piazza del Quirinale e che hanno visto riaffiorare le decorazioni secentesche deturpate dagli interventi dei primi anni del [[XIX secolo]], opera degli architetti napoleonici (in particolare nella Sala Gialla e nella sala di Augusto). L'intervento più appariscente, però, è stato il restauro delle facciate, che ha riportato il palazzo all'originale colore [[travertino]], in sostituzione dell'ocra di epoca sabauda. L'originalità del colore travertino fu attestata attraverso lo studio dei quadri dei grandi [[Vedutismo|vedutisti]] del [[XVIII secolo]] (come Pannini o [[Gaspar van Wittel|Gaspare Vanvitelli]]), nonché con indagini scientifiche dei successivi strati di intonaco.
 
== Arte ==
=== Interni ===
Il palazzo è composto dal corpo centrale, che si sviluppa attorno al maestoso cortile d'onore, con le più belle sale del complesso che fungono da ambienti di rappresentanza della Presidenza della Repubblica, mentre gli uffici e gli appartamenti del capo dello Stato sono ospitati negli edifici al fondo della cosiddetta ''Manica Lunga'', sul lato lungo via del Quirinale, all'inizio della quale si trovano gli sfarzosi appartamenti imperiali, che vennero appositamente sistemati, decorati e ammobiliati per due visite del Kaiser [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]] (nel [[1888]] e nel [[1893]]) e che oggi ospitano i monarchi o i capi di Stato stranieri in visita al Presidente della Repubblica<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Imperiali/Imperiali.htm |titolo= La Manica Lunga e gli Appartamenti Imperiali |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
Il palazzo, nella sua totalità, ha 1.200 stanze.
 
Gli ambienti del palazzo ospitati nel corpo centrale sono<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/luoghi.htm |titolo= I Luoghi |editore=quirinale.it |accesso=30 settembre 2010}}</ref>:
 
* il cortile d'Onore
* lo scalone d'Onore
* il salone dei Corazzieri
* la cappella Paolina
* la sala delle Stagioni
* la prima sala di Rappresentanza
* la sala delle Virtù
* la sala del Diluvio
* la sala delle Logge
* la sala dei Bussolanti
* la sala del Balcone
* il salottino San Giovanni
* la sala Gialla
* la sala di Augusto
* la sala degli Ambasciatori
* la sala di Ercole
* la sala degli Scrigni
* la scala del Mascarino
* la loggia d'Onore
* la sala del Bronzino
* la sala di Druso
* la passaggetto di Urbano VIII
* lo studio del Presidente
* la sala degli Arazzi di Lilla
* il salottino Napoleonico
* la biblioteca del Piffetti
* la sala della Musica
* la sala della Pace
* la sala della Vittoria
* la sala delle Dame
* la sala delle Api
* il salottino Don Chisciotte
* la sala dello Zodiaco
* la sala delle Fabbriche di Paolo V
* la sala degli Arazzi
* la cappella dell'Annunziata
* la sala degli Specchi
* il salone delle Feste
* l'anticamera del salone delle Feste
* la galleria dei Busti
* le Sale Rosse e la Loggia
 
==== Lo scalone d'onore ====
[[File:Melozzo da Forli, Christ.jpg|thumb|[[Melozzo da Forlì]], ''Cristo benedicente'']]
 
Fu costruito dall'architetto Flaminio Ponzio su commissione di papa Paolo V. Di proporzioni monumentali, è costruito su un sistema a doppia rampa, interrotta da un ampio pianerottolo affacciato sul giardino. Dalle due rampe successive al pianerottolo si accede, da un lato all'Anticamera del salone delle Feste, dall'altro al salone dei Corazzieri.
 
Lo scalone d'onore è dominato da un affresco di [[Melozzo da Forlì]], un ''Cristo in gloria'', o ''Cristo benedicente'', che faceva originariamente parte della decorazione absidale della [[Basilica dei Santi XII Apostoli|chiesa dei Santi Apostoli]], sempre in [[Roma]], totalmente ristrutturata nel Settecento da Carlo Stefano Fontana, la stessa dalla quale provengono i famosissimi [[angeli musicanti]] di [[Melozzo da Forlì|Melozzo]], ora nei [[Musei Vaticani]]. L'affresco è collocato sopra al primo pianerottolo, sul muro del lato verso il cortile d'onore, in modo da essere più visibile per chi esce dal palazzo che per chi entra: l'effetto desiderato era quello di ricordare un'ultima volta all'ospite, mentre stava andandosene, di avere ricevuto la benedizione papale e, quindi, fungeva da congedo beneaugurante. Una lapide latina, infine, murata sotto l'affresco, ricorda il primato di Melozzo nella prospettiva; l'insieme è circondato dai simboli araldici di [[papa Clemente XI]] Albani.
 
Nel pianerottolo sono presenti anche altri affreschi ottocenteschi dei pittori [[Annibale Brugnoli]] e [[Davide Natali]] raffiguranti una ''Scena con putti e uccelli'' e una ''Scena con putti danzanti e musicanti'', facenti parte di un ciclo unico che comprende anche le decorazioni della successiva anticamera del Salone delle Feste<ref>{{cita web |http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/scalone/scalonedonore.htm |titolo= Scalone d'onore |editore=quirinale.it |accesso=30 settembre 2010}}</ref>.
 
==== Il salone dei Corazzieri ====
[[File:1421RomaSalCorazzieriQuirinale.jpg|thumb|left|La sala dei Corazzieri]]
 
Con i suoi 37 metri di lunghezza e 12 metri di larghezza e 19 metri di altezza, si tratta della sala più grande dell'intero palazzo, il primo ambiente che si trova saliti dallo Scalone e dedicato alla rivista del reparto dei [[Reggimento Corazzieri|Corazzieri]] in occasione delle più importanti cerimonie. Nel salone hanno luogo anche molte altre attività del presidente della Repubblica, soprattutto pubbliche udienze e premiazioni ufficiali.
 
La sala fu costruita da [[Paolo V]] su progetto di [[Carlo Maderno]] nei primi anni del [[XVII secolo]]. Di quell'epoca si conservano ancora il prezioso soffitto a cassettoni e la pavimentazione marmorea riproducente lo stesso disegno geometrico del soffitto, mentre il grande fregio in affresco nella parte superiore delle pareti fu realizzato nel [[1616]] dai pittori [[Agostino Tassi]], [[Giovanni Lanfranco]] e [[Carlo Saraceni]]. Della stessa epoca le grottesche degli sguinci delle finestre di [[Annibale Duranti]]. Sotto il fregio, [[Gaetano Lodi]] nel [[1872]] dipinse gli stemmi dei principali comuni d'Italia. Del Seicento è anche il portale doppio che introduce alla cappella Paolina. Il salone è impreziosito anche da una serie di arazzi settecenteschi, quattro di scuola francese, gli altri tessuti a [[Napoli]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/SalaCorazzieri/salacorazzieri.htm |titolo= Salone dei Corazzieri |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La Cappella Paolina ====
[[File:1417RomaCappPaolinaQuirinale.jpg|thumb|Interno della Cappella Paolina.]]
 
L'ambiente ha le stesse caratteristiche architettoniche e proporzionali della [[Cappella Sistina]] in [[Vaticano]]. Il grande vano voltato, di circa 42 metri in lunghezza, 13 in larghezza e 20 in altezza. Questo ambiente fu costruito da Carlo Maderno su ordine di [[Papa Paolo V|Paolo V Borghese]]. Le dimensioni non sono casuali, tanto che qui si tennero addirittura alcuni conclavi. Tuttora, in occasione delle feste di [[Natale]] e di [[Pasqua]], viene celebrata la [[messa]] alla presenza del Presidente della Repubblica. In questo ambiente furono celebrate, nel [[1930]], le nozze tra [[Umberto II di Savoia|Umberto II]] e la principessa [[Maria José del Belgio]].
 
La volta fu ornata nel [[1616]] da un ricchissimo rivestimento in stucco bianco e dorato, realizzato da [[Martino Ferrabosco]]. Nel [[1818]] [[papa Pio VII]] fece decorare le pareti della cappella con affreschi monocromi consistenti in lesene scanalate e nicchie ospitanti le figure di Apostoli e degli Evangelisti. Sull'altare un arazzo francese del [[XIX secolo]] raffigurante ''L'ultima predica di santo Stefano''<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Paolina/paolina.htm |titolo= Cappella Paolina |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== Prima sala di Rappresentanza ====
Edificata da [[Carlo Maderno]] all'inizio del Seicento, si affaccia sul cortile interno e originariamente faceva parte dell'appartamento di papa Paolo V, fungendone da salotto. Nel [[1616]] da [[Agostino Tassi]] decorò il fregio con ''Scene della vita di san Paolo'' e con stemmi della famiglia [[Borghese (famiglia)|Borghese]]. Gli altri medaglioni con figure allegoriche risalgono all'epoca napoleonica, mentre l'affresco della volta fu realizzato nel [[1906]] da [[Alessandro Palombi]] ed [[Ernesto Ballarini]] e riproduce i ''Frutti della pace''.
 
Le pareti sono ornate da grandi arazzi con le Storie di [[Don Chisciotte (personaggio)|Don Chisciotte]] tessuti dalla Manifattura Reale di Napoli fra il [[1757]] e il [[1779]]. Vi è anche un grande quadro di [[Francesco Mancini (pittore 1679-1758)|Francesco Mancini]], intitolato ''La Castità punisce Amore''. L'orologio, della metà del Settecento, recante la firma del grande ebanista Jean-Pierre Latz e proveniente dalla Villa Ducale di [[Colorno]] completa gli arredi col piccolo stipo in ebano mirabile esempio di artigianato [[venezia]]no del [[XVI secolo]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Rappresentanza/rappresentanza.htm |titolo= Prima Sala di Rappresentanza |editore=quirinale.it |accesso=30 settembre 2010}}</ref>.
 
==== Sala delle Logge ====
In questa sala, degna di nota è la decorazione del fregio attribuita a [[Bernardo Castello]], esponente genovese del tardo [[manierismo]], invitato a palazzo da Paolo V Borghese. Sue sarebbero le figure allegoriche della Giustizia e della Temperanza e gli Angeli che sorreggono lo stemma papale di [[papa Pio IX]]; quest'ultimo affidò la decorazione della parte restante della volta ad [[Annibale Angelini]] che, ispirandosi agli affreschi cinquecenteschi della [[Sala Regia]] in [[Vaticano]], realizzò attorno al precedente affresco del Castello un finto loggiato dal quale si affacciano [[guardie svizzere]].
 
Inoltre, qui si conservano cinque affreschi strappati provenienti da un'altra sala del Palazzo commissionati da [[papa Urbano VIII]] Barberini a [[Marco Tullio Montagna]] e [[Simone Lagi]] per celebrare i luoghi legati ad alcuni tra gli interventi architettonici del suo pontificato, cioè [[Orvieto]], il [[Pantheon (Roma)|Pantheon]], [[Castel Sant'Angelo]], il [[porto di Civitavecchia]] e la [[chiesa di San Caio]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Logge/logge.htm#a |titolo= Prima Sala delle Logge |editore=quirinale.it |accesso=30 settembre 2010}}</ref>.
 
==== La Sala Gialla ====
Questa sala, assieme alle due seguenti, formavano un unico ambiente suddiviso in epoca napoleonica. Con l'occasione, furono murate tutte le finestre verso il cortile e distrutta gran parte degli affreschi seicenteschi di [[Pietro da Cortona]], con l'eccezione di alcune scene bibliche, tratte dall'Antico Testamento, nella parte alta delle pareti. Gli elementi ornamentali frapposti alle scene bibliche risalgono al periodo di [[Pio IX]]. Di epoca napoleonica il camino del [[1812]]. È attualmente in fase di restauro.
 
Ricchissimo gli arredi, tra cui quattro splendidi arazzi francesi, tre grandi consolles ottocentesche e tre vasi in porcellana del [[XVIII secolo]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Gialla/gialla.htm |titolo= Sala gialla |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La sala di Augusto ====
Fino a metà del [[XX secolo|‘900]] l'ambiente era indicato come [[Sala del trono]], perché [[Papa Pio IX]] e poi i [[Re d'Italia]] avevano destinato la stanza a quest'uso.
 
In questo ambiente, nel [[2005]] furono recuperate sia le decorazioni dell'epoca di [[Papa Alessandro VII]] (in realtà solo parzialmente), sia le cinque finestre che danno sul cortile interno. In alto continua la serie di scene dell'Antico Testamento iniziata nella Sala gialla, mentre il soffitto, che mantiene il disegno originale seicentesco con cassettoni a forma di croce greca, fu ridecorato l'ultima volta nel [[1864]].
 
Tra i ricchissimi arredi della sala, da menzionare la pendola da mensola del maestro orologiaio parigino [[Denis Masson]], Risalente alla prima metà del Settecento<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Augusto/augusto.htm |titolo= Sala di Augusto |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La sala degli Ambasciatori ====
Adibita ad ambiente di ricevimento del corpo diplomatico accreditato in occasione di visite ufficiali di Capi di Stato esteri in Italia, è stata restaurata nel [[2001]], senza subire, però, gli stessi stravolgimenti e ricostruzione della precedente.
 
Ha qui termine il ciclo di dipinti a contenuto biblico di Pietro da Cortona cominciato nella Sala gialla, accompagnati da affreschi più "laici" dell'Ottocento, raffiguranti le Virtù ed eseguiti tra il [[1823]] e il [[1864]] da [[Francesco Manno]], [[Luigi Cochetti]] e [[Tommaso Minardi]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Ambasciatori/ambasciatori.htm |titolo= Sala degli Ambasciatori |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La scala del Mascarino ====
[[File:1415RomaScalaElicoidaleQuirinale.jpg|thumb|left|La scala del [[Ottaviano Mascherino|Mascherino]]]]
 
Celebre scala elicoidale edificata tra il [[1583]] e il [[1584]] su progetto di [[Ottaviano Mascherino]], è caratterizzata da coppie di colonne in travertino che accompagnano l'andamento delle rampe a pianta ellittica. È coronata da un lucernario, ellittico anch'esso. Era la scala d'accesso al nucleo più antico del Palazzo e conduceva agli appartamenti dei pontefici, ai quali si poteva accedere direttamente a cavallo data la bassa ripidità dei gradoni della scalinata<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/ScalaMascarino/mascarino.htm |titolo= Scala del Mascarino |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La loggia d'onore ====
È l'ambiente che si affaccia sul cortile d'onore, illuminato dai grandi finestroni posti sotto il torrino. Ospita le conferenze stampa delle personalità politiche consultate per la formazione degli esecutivi. Qui il [[Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana|presidente incaricato]] annuncia l'accettazione dell'incarico e talvolta rende pubblico l'elenco dei Ministri.
 
Decorata da grandi lesene con capitelli ionici dorati e da una decorazione pittorica che ricopre l'intera volta, eseguita nel [[1908]] da [[Ernesto Ballarini]] e [[Alessandro Palombi]]. Le colonne che ornano la sala provengono dall'iconostasi della Cappella Paolina<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/LoggiaOnore/loggiaonore.htm |titolo= Loggia d'onore |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
Sopra la loggia si trova il torrino, costruito per ordine di Gregorio XIII. All'esterno è possibile vedere l'orologio del [[1626]], col [[Sistema orario italiano a 6 ore|quadrante diviso in sei ore]]. All'interno, una suggestiva sala da pranzo per gli incontri ufficiali più riservati, offre una splendida vista sulla Capitale.
 
==== Sala del Bronzino ====
Questa sala, che deve il suo nome agli arazzi cinquecenteschi tessuti su disegni di [[Agnolo Bronzino]], funge oggi da luogo di primo incontro tra il Presidente della Repubblica e i Capi di Stato ospiti provenienti dall'attigua Loggia d'onore.
 
I suddetti arazzi, dedicati alla storia biblica di Giuseppe, fanno parte della serie voluta da [[Cosimo I de' Medici]] nel [[1546]] per [[Palazzo Vecchio]] a [[Firenze]], dove ancora si trovano i rimanenti non prelevati dai Savoia. Sulla volta, domina l'affresco de ''l'Allegoria dell'Italia'' di [[Alessandro Palombi]] ed [[Ernesto Ballarini]] dei primi del Novecento. L'ambiente fu nuovamente rinnovato nei pavimenti e negli arredi in occasione della visita di [[Adolf Hitler]] nel [[1938]]: con questa occasione furono posti alcuni busti di personaggi dell'antica Roma di fattura moderna tranne che per uno databile al [[I secolo]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Bronzino/bronzino.htm |titolo= Sala del Bronzino |editore=quirinale.it |accesso=30 settembre 2010}}</ref>.
 
==== Lo studio del Presidente ====
[[File:Sandro Pertini6.jpg|thumb|[[Sandro Pertini|Pertini]] nel suo ufficio al Quirinale.]]
 
In questo ambiente il presidente della Repubblica tiene gli incontri ufficiali con i Capi di Stato e con i segretari di partito durante le consultazione per la formazione del Governo. In origine questa stanza era la camera da letto estiva dei pontefici.
 
Tra gli arredi degna di menzione è la scrivania francese del [[1750]], dalla quale il Presidente pronuncia il [[messaggio di fine anno]], mentre il dipinto dietro la scrivania, della seconda metà del Seicento, è del Borgognone<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Studio/studio.htm |titolo= Studio del Presidente |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La sala degli Arazzi di Lille ====
[[File:Consiglio Supremo di Difesa.jpg|thumb|left|Il presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] presiede il Consiglio Supremo di difesa il 2 aprile [[2007]].]]
 
Il nome di questa sala deriva dai cinque [[Arazzo|arazzi]] settecenteschi realizzati dalla manifattura reale di [[Lilla]] in [[Francia]] tra il 1715 e il 1720 (alcuni su modelli tratti da opere del pittore fiammingo [[David Teniers il Giovane|David II Teniers]] altri recano la firma dell'arazziere fiammingo [[Guillaume Weniers]]), con idilliaci episodi di vita agreste su sfondi paesistici. La sala oggi è utilizzata per le riunioni del [[Consiglio supremo di difesa]], convocato almeno due volte all'anno dal Presidente della Repubblica e le presentazioni dei nuovi [[Ambasciatore|Ambasciatori]] accreditati presso il Quirinale, prima del colloquio con il Capo dello Stato nello Studio alla Vetrata.
 
Quando il Quirinale era ancora una semplice villa, la cosiddetta Villa Gregoriana, questo ambiente fungeva da ampia anticamera che dava accesso alle stanze private del pontefice. In età napoleonica la sala fu divisa in due ambienti per ricavarne la stanza da letto dell'imperatore, per la quale fu eseguito da [[Jean-Auguste-Dominique Ingres]] il dipinto ''[[Il Sogno di Ossian]]'', e un bagno. Rientrato in Quirinale [[Papa Pio VII|Pio VII Chiaramonti]] fece ripristinare l'assetto precedente della sala e la fece decorare con soggetti religiosi. Alla fine dell'Ottocento la sala fu destinata a stanza da letto della [[Margherita di Savoia|regina Margherita]], moglie di [[Umberto I]]. All'inizio del '900 divenne il salotto dei nuovi appartamenti imperiali e sulla volta furono inserite cinque tele del tardo Seicento che raffigurano scene mitologiche e divinità del mondo greco. Il [[caminetto]], in porfido, è opera di [[Carlo Albacini]], mentre le specchiere con cornici dorate e i fregi sopra le porte risalgono alla fine del [[XIX secolo]]. Il mobilio risale per lo più alla prima metà del Settecento, mentre il grande tappeto di [[Herat]] risale all'inizio dell'Ottocento<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/ArazziLilla/arazzilille.htm |titolo= Sala degli arazzi di Lille |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La biblioteca del Piffetti ====
La piccola sala deve il nome alla grandiosa e preziosissima libreria costruita, in origine, all'incirca alla metà del Settecento, per la [[villa della Regina]] [Anna d'Orleans] nei pressi di [[Torino]] dall'ebanista piemontese [[Pietro Piffetti]]. Per volontà di re [[Umberto I]] e della regina Margherita il capolavoro del Piffetti fu trasportato al palazzo del Quirinale, dove si può tuttora ammirare.<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Piffetti/piffetti.htm |titolo= Biblioteca del Piffetti |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>. La struttura in [[pioppo]] è rivestita da una impiallacciatura con intarsi in [[palissandro]], [[Buxus|bosso]], [[taxus|tasso]] e [[Olea europaea|ulivo]] e ornati in [[avorio]].
 
==== Sala dello Zodiaco ====
 
La sala fu creata durante il periodo napoleonico, da due precedenti stanze risalenti all'epoca di papa Paolo V, per ricavare un grande salone dell'Imperatore (o sala dei Ministri). A quell'epoca risale il fregio a bassorilievo in stucco di [[Carlo Finelli]], del [[1812]] raffigurante il ''trionfo di Giulio Cesare''. L'ambiente divenne in epoca sabauda la sala da pranzo giornaliera della famiglia reale. La volta fu decorata nel [[1888]] da [[Annibale Brugnoli|Annibale Brugnòli]] con una allegoria dell'[[Aurora (mitologia)|Aurora]], nelle lunette i [[segni zodiacali]]. Alle pareti cinque arazzi settecenteschi della serie delle ''Nuove Indie'' realizzati nel [[1771]] - [[1786]] dalla manifattura francese [[Gobelins]] donati nel [[1786]] da [[Luigi XVI di Francia]] all'arciduca [[Ferdinando d'Asburgo-Este|Ferdinando]] d'Austria e alla moglie [[Maria Beatrice d'Este]]<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Zodiaco/zodiaco.htm |titolo= Sala dello Zodiaco |editore=quirinale.it |accesso=30 settembre 2010}}</ref>. L'arredo è completato da dodici poltrone di [[Andrea Brustolon]] degli inizi del [[XVIII secolo|XVIII]] secolo. Lo scultore veneto intagliò sui braccioli i segni zodiacali per ciascun mese dell'anno.
 
==== La cappella dell'Annunziata ====
È la cappella privata del palazzo, ricchissimo ambiente costituito da una piccola navata ellittica e dal [[presbiterio]]. Il progetto decorativo si deve al maestro bolognese [[Guido Reni]], esecutore dello splendido ciclo di affreschi assieme a [[Francesco Albani]], [[Antonio Carracci]], [[Giovanni Lanfranco]], [[Alessandro Albini]] e [[Tommaso Campana]]. Gli splendidi stucchi dorati, invece, si devono ad [[Annibale Corradini]] e [[Stefano Fuccaro]]. Stupenda la pala d'altare, di Guido Reni, che raffigura l'''Annunciazione'', mentre degno di nota è anche lo splendido pavimento in marmo, recante lo stemma di papa Pio VII<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Annunziata/annunziata.htm |titolo= Cappella dell'Annunziata |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== La sala degli Specchi ====
Questa sala ospita alcune udienze del capo dello Stato e il giuramento dei giudici della [[Corte costituzionale]].
 
L'attuale decorazione si deve esclusivamente al periodo sabaudo, quando la sala fu adibita a camera da pranzo, quindi, quando quest'ala del palazzo ospitava l'appartamento del principe ereditario Umberto II, a sala da ballo. È illuminata da splendidi lampadari di [[Murano]], riflessi nei numerosi specchi delle pareti, e arredata con divani e poltrone rivestiti di preziose tappezzerie in broccato bianco di seta con fiori oro, tanto che l'ambiente è anche definito come Sala Bianca<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Specchi/specchi.htm |titolo= Sala degli specchi |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>.
 
==== Il salone delle Feste ====
[[File:Visita Benedetto XVI Quirinale 6.jpg|thumb|Il presidente [[Giorgio Napolitano|Napolitano]] riceve [[papa Benedetto XVI]] nel salone delle Feste.]]
 
È l'ambiente più grande e solenne del palazzo, qui giura il nuovo [[Governo]] e si tengono i pranzi ufficiali.
 
Dal [[1616]] questa sala, un tempo Sala Regia, divenne sede dei pubblici [[Concistoro|concistori]]. Nel [[1873]] i Savoia vollero trasformarla in una sfarzosa sala da pranzo e ballo e vi predisposero una nuova elegantissima decorazione eseguita da [[Girolamo Magnani]] e [[Cecrope Barilli]]. Al centro della volta si può ammirare il ''Trionfo dell'Italia'' mentre il resto della sala è completamente ricoperto di elementi architettonici, scultorei e pittorici bianchi o dorati. Nel [[1889]] fu realizzato sulla parete verso lo Scalone d'onore un nuovo palco stabile per orchestra, destinato ai musicisti. Il pavimento è coperto da quello che è considerato il secondo tappeto più grande del mondo, che si estende per circa 300&nbsp;m²<ref>{{cita web |url=http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/luoghi/Specchi/specchi.htm |titolo= Salone delle feste |editore=quirinale.it |accesso=11 ottobre 2009}}</ref>. In questo grande salone si allestisce la tavola in occasione di importanti [[Cerimoniale|Pranzi di Stato]] con 170 persone.
 
=== Collezioni ===
Nel palazzo del Quirinale si trovano diverse collezioni artistiche<ref>[http://books.google.it/books?hl=it&id=MMbSBi9-2yoC&dq=quirinale+collezioni&printsec=frontcover&source=web&ots=rXF8tZM1Jb&sig=r5Lhp8HHSEY Notizie sulle collezioni di Palazzo]</ref> che comprendono [[arazzo|arazzi]], [[dipinto|dipinti]], [[statua|statue]], [[carrozza|carrozze]], orologi, mobili, [[porcellana|porcellane]], molti dei quali arrivati fin qui da altre residenze italiane, soprattutto quelle delle corti pre-unitarie come nel caso del mobilio appartenente al [[Palazzo Ducale di Colorno]]; presente anche un'incredibile collezione di lampadari di vetro di [[Murano]] (realizzati a partire dagli ultimi anni del [[XVIII secolo]] dalle vetrerie storiche, tra le quali [[Pauly & C. - Compagnia Venezia Murano|Pauly]] & C Compagnia Venezia Murano che disegno e realizzò un lampadario in stile "rezzonico" dell'altezza record di 6 metri con un diametro di circa 4 metri e 320 luci) e di cristallo.
 
=== Giardini ===
[[File:Sandro Pertini7.jpg|thumb|left|Il presidente [[Sandro Pertini|Pertini]] nei giardini del Quirinale.]]
 
I giardini del Quirinale, famosi per la loro posizione privilegiata che li costituiscono quasi come "isola" sopraelevata su Roma, furono nel corso dei secoli modificati a seconda dei gusti e delle necessità della corte papale.
 
L'attuale sistemazione integra il giardino "formale" seicentesco prospiciente il nucleo originale del palazzo con il giardino "romantico" della seconda metà del Settecento, conservando di quell'epoca l'elegante [[Coffee House del Quirinale]] edificata da [[Ferdinando Fuga]] come sala di ricevimento di [[Papa Benedetto XIV]] Lambertini, decorata dalle splendide pitture di [[Girolamo Pompeo Batoni]] e [[Giovanni Paolo Pannini]].
 
All'interno dei giardini del Quirinale si trova il famoso [[organo idraulico]]<ref>{{cita|Fronzuto|pp. 502-504.|Fronzuto}}</ref> costruito fra il [[1997]] e il [[1999]] da [[Barthélemy Formentelli]] in base alle caratteristiche del precedente organo [[XIX secolo|ottocentesco]]. L'organo è alimentato da una cascata con un salto di 18 metri ed è a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione integralmente meccanica]], con un'unica tastiera di 41 note con prima [[ottava scavezza]], senza [[pedaliera]], e può eseguire due [[madrigali]].
 
I giardini hanno quasi mezzo millennio e sono più antichi di quelli di [[Giardini di Versailles|Versailles]] e complessivamente misurano ben 4 ettari (40.000 [[Metro quadrato|m²]])<ref>risultando, così, molto più grandi di alcuni loro "simili", come, ad esempio, i giardini dell'[[Palazzo dell'Eliseo|Eliseo]], di soli 1,5 ettari, mentre quelli dell'[[Hôtel Matignon]], residenza del primo ministro francese, sono di 3 ettari e quelli della [[Casa Bianca]] di 7.3 ettari, battuti da [[Buckingham Palace]], con ben 17 ettari di parco.</ref>, ci sono prati per 11.000 [[Metro quadrato|m²]], viali di [[ghiaia]], alberi antichissimi come un gigantesco [[Platanus|platano]] alto più di 40 m e ha 400 anni e per molto tempo è stato il più grande in Europa, ci sono [[Cycas revoluta|cycas]] di grandi dimensioni e ci sono voluti 2 o 3 secoli, è quindi probabile che furono dei doni portati ai Papi da alcune ambascerie giunte nel Sud America nel lontano '600 o '700, poi ci sono un [[Olea europaea|ulivo]] cresciuto sulle rive del [[Giordano (fiume)|Giordano]] e donato al Quirinale, poi un [[abies|abete]] proveniente dalla [[Scandinavia]]. Ci sono [[siepi]] lunghe 3,5&nbsp;km e sono "all'italiana" cioè con la parte bassa di [[bosso]] e quella più alta, a parete, di [[alloro]].
 
In questi giardini i Reali avevano fatto installare un campo da tennis, sono rimasti solo gli spogliatoi ricoperti dal [[sughero]] per isolare chi si spogliava dal freddo esterno. Nel giardino ci sono fontane di epoche e di tipi molto diversi, come la [[Fontana delle Bagnanti]] proveniente dalla [[Reggia di Caserta]].
 
Sotto i giardini, attraverso una botola è possibile raggiungere gli scavi archeologici che hanno rinvenuto quanto resta dell'originario tempio al dio [[Quirino (divinità)|Quirino]] e alcune [[insula]]e di età imperiale.
 
I giardini del Quirinale sono aperti al pubblico il [[2 giugno]] di ogni anno e a volte fino a 20.000 persone passeggiano nei suoi viali.
 
== Dipendenze ==
=== Scuderie ===
{{vedi anche|Scuderie del Quirinale}}
[[File:RomaScuderie-del-Quirinale.jpg|thumb|Le Scuderie del Quirinale, facciata su via della Dataria, verso la piazza del Quirinale]]
 
Il palazzo delle Scuderie al Quirinale fu costruito tra il [[1722]] e il [[1732]], su terreno già dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]] appartenente alla villa al Quirinale annessa al loro [[Palazzo Colonna|Palazzo]], e si trova di fronte alla residenza presidenziale, affacciato su piazza del Quirinale. Il primo progetto si deve ad [[Alessandro Specchi]], che su commissione di [[papa Innocenzo XIII]], disegnò un edificio destinato a sostituire quello precedente di [[Carlo Fontana]] dell'inizio del [[XVIII secolo]]. Morto Innocenzo XIII, il nuovo [[papa Clemente XII]], nel [[1730]], affidò a [[Ferdinando Fuga]] il compito di completare l'opera.
 
L'edificio ha mantenuto la sua funzione originaria di [[scuderia ippica|scuderia]] fino al [[1938]], anno in cui venne adattato ad autorimessa. Tra il [[1997]] e il [[1999]] venne completamente restaurato su progetto dell'architetto friulana [[Gae Aulenti]]. Destinato ad importante spazio espositivo (circa 1.500&nbsp;m²), fu inaugurato dal Presidente [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] e concesso al Comune di Roma. Attualmente ospita grandi mostre di richiamo internazionale ed è una delle sedi per mostre d'arte temporanee di Roma più visitata insieme al [[Vittoriano]].
 
=== Caserma dei Corazzieri ===
Sotto la Caserma dei [[Reggimento Corazzieri|Corazzieri]] è stato scoperto un complesso di Roma antica comprendente un tratto delle [[mura serviane]], un [[podio]] forse templare e un edificio dell'[[dinastia flavia|età flavia]] con un ninfeo decorato da mosaici parietali di [[quarto stile]]. Forse si trattava della casa privata di [[Vespasiano]] e del [[tempio della Gens Flavia]], come sembra suggerire una [[fistula]] trovata nelle vicinanze con il nome di Flavio Sabino<ref>{{Cita|Coarelli|p.222.|Coarelli, 1984}}</ref>.
 
=== Archivio storico ===
[[File:Berlusconi-giuramento 2008.jpg|thumb|left|Giuramento del Presidente del Consiglio dei ministri [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], l'8 maggio [[2008]], di fronte all'originale della Costituzione.]]
 
Istituito sotto la presidenza Scalfaro nel [[1996]], dal [[2009]] è ospitato presso il Palazzo Sant'Andrea, così chiamato perché vicino alla [[Chiesa di Sant'Andrea al Quirinale]], già noviziato della [[Compagnia di Gesù]], poi divenuto durante il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] sede del Ministero della Real Casa. Sotto l'edificio, nel [[1888]], fu rinvenuto un importante reperto archeologico, la cosiddetta [[Ara dell'incendio neroniano]].
 
Il patrimonio dell'archivio è liberamente consultabile, salvo per i documenti riservati relativi alla politica interna ed estera dello Stato, che diventano liberamente consultabili solo 50 anni dopo la loro data, e di quelli che contengono dati sensibili, che diventano pubblici e consultabili 40 anni dopo la loro data<ref>[http://www.quirinale.it/qrnw/statico/archiviostorico/archiviostorico.htm] Cfr. il regolamento per la consultazione nel Sito del Quirinale</ref>.
 
Tra i documenti storicamente più importanti vi è la copia originale della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]] sulla quale giurano il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]], i [[Ministro della Repubblica Italiana|Ministri]] e i [[Giudici della Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Giudici costituzionali]] all'inizio del loro mandato e il carteggio originale tra il Presidente Einaudi e [[Arturo Toscanini]], nel quale si può leggere il rifiuto del celebre direttore d'orchestra alla nomina di [[senatore a vita (diritto italiano)|senatore a vita]]<ref>{{Cita news|autore=Dino Pesole|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/06/quirinale-archivio-storico-toscanini-trilussa.shtml?uuid=8458a5aa-6196-11de-9575-32a4fea0782f&DocRulesView=Libero|titolo=Nell'archivio storico del Quirinale il gran rifiuto di Toscanini |pubblicazione=[[Il Sole 24 ORE]] |giorno=25|mese=6|anno=2009|accesso=7 novembre 2009}}</ref>.
 
== Galleria d'immagini ==
<center><gallery perrow="4">
Quirinale - Fontana dei Dioscuri.JPG|Piazza del Quirinale, Fontana dei Dioscuri
RomaObeliscoQuirinale.JPG|L'Obelisco
Quirinale2.jpg|Palazzo del Quirinale
Quirinale - Paricolare.JPG|Il campanile con le bandiere
Quirinale 2.JPG|Portale del Palazzo del Quirinale con la Loggia delle benedizioni di [[Gian Lorenzo Bernini]]
Quirinale Dioscuri 04-0410.JPG|Dioscuri
Quirinale da Torre delle Milizie.JPG|Il palazzo visto dalla [[Torre delle Milizie]]
Roma-viadelladataria.jpg|Veduta particolare da via della Dataria
Quirinal.palace.in.rome.arp.jpg|Veduta del Palazzo
Quirinale 3.JPG|Particolare
Quirinale Cortile Interno.jpg|Il cortile interno del Palazzo
Retro Palazzo del Quirinale.jpg|Il Palazzo del Quirinale visto dal retro
</gallery></center>
 
== Note ==
{{references}}
 
== Bibliografia ==
{{Bibliografia|Borsi, 1991|
Franco Borsi (curatore), ''Il Palazzo Del Quirinale'', collana "Il patrimonio artistico del Quirinale", Milano, Electa, 1991. ISBN 88-435-3606-0
}}
{{Bibliografia|Ciampi, 2003|
Carlo Azeglio Ciampi, ''Il Palazzo Del Quirinale'', Roma, FMR ART'E', 2003. {{NoISBN}}
}}
{{Bibliografia|Coarelli, 1984|
Filippo Coarelli, ''Guida archeologica di Roma'', Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984. ISBN 88-04-11896-2
}}
* {{cita libro|cognome=Fronzuto|nome=Graziano|titolo=Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni|editore=Leo S. Olschki Editore|città=Firenze|anno=2007|isbn=978-88-222-5674-4|cid=Fronzuto}}
* [[Edoardo Montaina]], ''Invito al Quirinale'', Milano, Mondadori, 2002. ISBN 88-04-50585-0
* Antonio Menniti Ippolito, ''I papi al Quirinale. Il sovrano pontefice e la ricerca di una residenza'', Roma, Viella, 2004, isbn 88-8334-108-2
*
*
== Voci correlate ==
* [[Presidente della Repubblica Italiana]]
* [[Tenuta presidenziale di Castelporziano]]
* [[Villa Rosebery]]
* [[Quirino (divinità)]]
* [[Quirinale (colle)]]
* [[Piazza del Quirinale]]
* [[Obelisco del Quirinale]]
* [[Ara dell'incendio neroniano]]
* [[Tempio di Serapide (Quirinale)]]
* [[Terme di Costantino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{interprogetto|commons=Category:Quirinal Palace|b=Disposizioni foniche di organi a canne/Europa/Italia/Lazio/Città metropolitana di Roma/Roma/Roma - Palazzo del Quirinale|b_preposizione=sulla|b_etichetta=disposizione fonica dell'organo dei giardini}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.quirinale.it/qrnw/statico/palazzo/palazzo.htm|Descrizione del Palazzo nel Sito della Presidenza della Repubblica}}
* {{cita web|http://www.youtube.com/user/presidenzarepubblica|Canale della Presidenza della Repubblica su Youtube}}
* {{cita web|http://www.scuderiequirinale.it/|Sito delle scuderie del Quirinale}}
* {{CulturaItalia}}
 
[[Categoria:Prenomi di origine semitica]]
{{Palazzi della Repubblica Italiana}}
{{Residenze ufficiali di dirigenti politici}}
{{Dimore di Casa Savoia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|Casa Savoia|Roma}}
 
{{Portale|antroponimi}}
[[Categoria:Palazzi di Roma|Quirinale]]
[[Categoria:Residenze ufficiali]]
[[Categoria:Roma R. II Trevi]]
[[Categoria:Presidente della Repubblica Italiana|Q]]
[[Categoria:Residenze sabaude|Q]]
[[Categoria:Architetture di Domenico Fontana]]
[[Categoria:Architetture di Pietro da Cortona]]