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== Operazione Giacinto ==
L' '''operazione Giacinto''' (in polacco: Akcja "Hiacynt") è stata un'operazione segreta di massa della [[polizia comunista polacca|Milicja Obywatelska]], condotta negli anni 1985-87. Il suo scopo era quello di creare un database nazionale di tutti gli [[omosessuali|omosessualità]] polacchi e delle persone che erano in contatto con loro,<ref name="IWO">[https://web.archive.org/web/20110606161618/http://www.shef.ac.uk/content/1/c6/07/76/55/Iwona_paper2.pdf Who is afraid of sexual minorities?], Iwona Zielinska </ref> e ha portato alla registrazione di circa 11.000 persone.
==Inizio==
Ufficialmente, la propaganda polacca affermava che le ragioni per l'avvio dell'azione erano le seguenti:<ref name="INNA">[http://queer.pl/artykul/186288/wokol-akcji-hiacynt What to do with "pink cards"? www.innastrona.pl] </ref>
* paura del virus [[HIV]] scoperto di recente, poiché gli omosessuali erano considerati un gruppo ad alto rischio,
* controllo delle bande criminali omosessuali
* lotta alla prostituzione.
Tuttavia, molto probabilmente, i funzionari della Służba Bezpieczeństwa (SB) volevano raccogliere prove compromettenti, che sarebbero poi state utilizzate per ricattare le persone coinvolte. Inoltre, queste persone sarebbero state più disponibili a collaborare con i servizi di sicurezza, inoltre si ipotizza che l'operazione facesse parte della più ampia azione volta a combattere l'opposizione anticomunista. Gli agenti dell'SB sono stati inviati per verificare la presenza di movimenti illegali di opposizione nei gruppi LGBT.
==L'operazione==
L'Operazione Giacinto, su ordine del Ministro degli Interni [[Czesław Kiszczak]], iniziò il 15 novembre 1985. Quella mattina, in diversi collegi, fabbriche e uffici in tutta la Polonia, funzionari dell'SB arrestarono numerose persone sospettate di essere omosessuali o di avere rapporti con gruppi omosessuali.<ref name="INNA"/> Gli arrestati avevano fascicoli speciali intitolati 'Karta homoseksualisty' (Carta di un omosessuale) e alcuni di loro sono stati convinti a firmare una dichiarazione:
<blockquote>Io (nome e cognome) sono omosessuale dalla nascita. Ho avuto più partner nella mia vita, tutti erano adulti. Non sono interessato ai minori.</blockquote>
Oltre a firmare il documento, agli arrestati fù ordinato di fornire le impronte digitali, alcuni di loro sono stati ricattati per descrivere parti intime della loro vita sessuale, e altri sono stati ricattati per denunciare i loro colleghi.
L'operazione è durata fino al 1987, ma i file sono stati aggiunti fino al 1988. È stato stimato che siano stati documentati circa 11.000 omosessuali,<ref name="NEWW">[https://web.archive.org/web/20071012003050/http://www.neww.org.pl/en.php/news/news/1.html?&nw=1809&re=3] </ref> e questi file sono ora chiamati "Różowe kartoteki" (Indice delle carte rosa). I membri della comunità [[LGBT]] avevano chiesto all'Institute of National Remembrance di distruggere i file, ma l'IPN ha risposto che sarebbe stato illegale.<ref name="INNA"/>
==Conseguenze==
A causa dell'Operazione Giacinto, i membri della comunità gay decisero di andare "in clandestinità"<ref name="IWO"/> e di coprire ancora più a fondo il loro orientamento sessuale, molti di loro lasciarono la Polonia e l'operazione stessa fu criticata dai mass-media occidentali. Il governo polacco ha negato le accuse, il portavoce [[Jerzy Urban]], interrogato nel dicembre 1988 da [[Kay Winthers]] del ''[[Baltimore Sun]]'',<ref name="INNA"/> ha affermato che un'operazione del genere non ha mai avuto luogo.
La prima persona che divenne nota come vittima di questa operazione fu un attivista gay [[Waldemar Zboralski]].
L'8 dicembre 1988, il professor [[Mikołaj Kozakiewicz]] ha discusso l'operazione con il generale Kiszczak. Quest'ultimo ha ammesso che i servizi di sicurezza polacchi possedevano "fascicoli rosa", ma solo con documentazione di persone coinvolte in attività criminali. Kozakiewicz in seguito ha affermato di avere prove a sostegno dell'affermazione secondo cui i file coprivano anche quegli omosessuali che non erano coinvolti in crimini. Durante lo stesso incontro, entrambi hanno discusso della creazione della prima organizzazione [[LGBT]] legale in Polonia.
Nel settembre 2007, due attivisti LGBT, [[Szymon Niemiec]] e Jacek Adler di www.gaylife.pl, hanno chiesto all'Institute of National Remembrance di aprire un'indagine contro il "crimine comunista" e il generale Kiszczak.<ref name="ZW">[http://www.zw.com.pl/artykul/1,224429.html IPN will not open investigation for homosexuals in Poland, www.zw.com.pl] </ref> In data 15 febbraio 2008 l'Istituto ha emesso un comunicato in cui scriveva che l'operazione era legale, alla luce della normativa degli anni '80. L'Istituto si rifiutò di aprire un'inchiesta, sostenendo che Giacinto fosse un'operazione di carattere preventivo, il cui scopo era quello di infiltrarsi nei circoli omosessuali ermetici e nei loro collegamenti con la criminalità organizzata.<ref name="ZW"/> Questa decisione è stata criticata tra i membri della comunità LGBT.
== L'operazione Giacinto nella cultura popolare polacca ==
Nel 2015, in occasione del 30° anniversario dell'evento, sono stati pubblicati due libri che raccontano dell'operazione Giacinto:
* "Pink files" (in polacco "Różowe Kartoteki") di Mikolaj Milcke (ed. polacca Dobra Literatura) - storia romanzata del politico di destra, che in gioventù fu detenuto sotto l'operazione Giacinto
* "Codename Hyacinth" (in polacco "Kryptonim Hiacynt") di [[Andrzej Selerowicz]] (ed. polacca Queermedia)
Nell'ottobre 2021, un thriller poliziesco polacco [[Operation Hyacinth]] diretto da Piotr Domalewski e interpretato da [[Tomasz Ziętek]] è stato distribuito su [[Netflix]].<ref>{{cite web| url = https://www.thefirstnews.com/article/new-netflix-production-based-on-shocking-true-life-story-of-secret-police-operation-to-track-down-all-homosexuals-24832 |title=New Netflix production based on shocking true life story of secret police operation to track down homosexuals | access-date = 20 September 2021}}</ref>
==Note==
<references />
==Link esterni==
*[http://homiki.pl/index.php/2006/09/newsweek-homorodziny-gr/?file=article&sid=1916 Contents of the letter of Szymon Niemiec and Jacek Adler, sent to the IPN] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150402132132/http://homiki.pl/index.php/2006/09/newsweek-homorodziny-gr/?file=article&sid=1916 |date=2015-04-02 }}
{{Storia LGBT}}
{{Portale|LGBT|storia|Polonia}}
== Elena Donazzan ==
{{Carica pubblica
|nome = Elena Donazzan
|carica = [[Assessore|Assessora]] Regionale dell'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità
|mandatoinizio = 2020
|mandatofine = in corso
|presidente = [[Luca Zaia]]
|carica2 = [[Assessore|Assessora]] Regionale dell'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità
|mandatoinizio2 = 2015
|mandatofine2 = 2020
|presidente2 = [[Luca Zaia]]
|carica3 = [[Assessore|Assessora]] Regionale dell'Istruzione, Formazione, Lavoro
|mandatoinizio3 = 2010
|mandatofine3 = 2015
|presidente3 = [[Luca Zaia]]
|carica4 = [[Assessore|Assessora]] Regionale alle Politiche della istruzione e della formazione
|mandatoinizio4 = 2005
|mandatofine4 = 2010
|presidente4 = [[Giancarlo Galan]]
|partito = [[Fratelli d'Italia]] <br />''In precedenza:''<br />
[[Alleanza Nazionale]]
[[Movimento Sociale Italiano]]
|titolo di studio = Licenza media
}}
{{Bio
|Nome = Elena
|Cognome = Donazzan
|Sesso = F
|LuogoNascita = Bassano del Grappa
|GiornoMeseNascita = 22 Giugno
|AnnoNascita = 1972
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = politica
|Nazionalità = italiana
}}
Membro di [[Alleanza Nazionale (Italia)|Alleanza Nazionale]] (e, prima ancora, del partito [[Movimento Sociale Italiano]]), è stata eletta nel [[Consiglio Regionale del Veneto]] nel [[Movimento Sociale Italiano]] alle [[Elezioni regionali venete 2000|Elezioni regionali 2000]].<ref name="Consiglio">{{cite web|url=http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=5&p=5&c=1&e =12&t=0&key=41|title=Consiglio Regionale Veneto - Il Consiglio|editore=consiglioveneto.it}}</ref>
Rieletta alle [[elezioni regionali venete del 2005|2005]], ha servito come assessora regionale dell'Istruzione nel [[Governo Galan III]] (2005–2010). Rieletto in [[elezioni regionali venete 2010|2010]] per [[Il popolo della libertà]], in [[elezioni regionali venete 2015|2015]] per [[Forza Italia (2013)|Forza Italia]] e in [[Elezioni regionali venete 2020|2020]] per i [[Fratelli d'Italia]], è stata nominata assessora dell'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità nel [[Governo Zaia I]] (2010–2015), [[Zaia II Governo]] (2015–2020) e [[Governo Zaia III]] (2020–oggi).<ref name="Consiglio"/><ref>{{cite web|url=http://www.regione. veneto.it/web/guest/la_giunta_1970|title=Regione Veneto - La Giunta dal 1970 ad oggi|publisher=regione.veneto.it}}</ref><ref>{{cite web|url=http://www .regione.veneto.it/web/guest/giunta-regionale|title=Regione Veneto - Giunta Regionale|publisher=regione.veneto.it}}</ref> È quindi l'assessora regionale più longeva della politica veneta.
<ref>{{https://www.regione.veneto.it/ottava-legislatura}}</ref>
== Controversie ==
Ha cantato un inno fascista ("Faccetta nera") durante la trasmissione radiofonica "La zanzara" l'8 gennaio 2021.<ref>{{Cite web|url=https://www.repubblica.it/politica/2021/01 /11/news/assessora_veneta_donazzan_faccetta_nera-282053549/|title = FdI, assessora veneta Donazzan canta alla radio "Faccetta nera". Il centrosinistra: "Dimissioni subito". Zaia: "Si scusi"|data = 11 gennaio 2021}}</ref>
In seguito a queste affermazioni, è stata aperta una petizione online per chiedere le dimissioni per apologia di fascismo.
<ref>{{https://www.change.org/p/luca-zaia-dimissioni-di-elena-donazzan-per-apologia-di-fascismo}}</ref>
Nel 2015 Elena Donazzan aveva pubblicato la lettera di un genitore che si lamentava per l’abbigliamento da donna della docente transgender Cloe Bianco, l'anno stesso la docente viene demensionata a ruolo. Sette anni dopo, in seguito al suicidio di Cloe Bianco l’assessora all’Istruzione della regione Veneto, ai microfoni di [[Radio24]], ha ribadito la sua posizione: “Ho definito Cloe Bianco ‘un uomo vestito da donna’ e cos’è se non questo? Oggi a Milano c’è il sole o la pioggia? Qui c’è il sole e anche se volessi la pioggia il sole splende nel cielo”. attaccando il movimento [[LGBT]] e accusando gli attivisti di voler strumentalizzare la morte di Cloe Bianco, sostenendo inoltre che il coming out di Bianco “venne usato allora, come bandiera di grande coraggio ed oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia”.
<ref>{{https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/06/17/cloe-bianco-gli-studenti-chiedono-le-dimissioni-dellassessora-del-veneto-donazzan-fdi-e-transfobica-e-luca-zaia-tace/6631112/}}</ref>
In seguito a queste affermazioni, è stata aperta una petizione online per chiedere le dimissioni dell'assessora.
<ref>{{https://www.change.org/p/giustizia-per-cloebianco}}</ref>
==References==
{{Reflist}}
<!-- {{DEFAULTSORT:Donazzan, Elena}}
[[Category:Living people]]
[[Category:1972 births]]
[[Category:National Alliance (Italy) politicians]]
[[Category:Members of the Regional Council of Veneto]] -->
{{F|matematici|Marzo 2022}}
{{Bio
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{{Controllo dell'autorità}}
<!--{{DEFAULTSORT:Naimark, Mark}} [[Categoria:Matematici sovietici|Naimark, Mark A.]]
[[Categoria:Scienziati di Odessa|Naimark, Mark A.]]
[[Categoria:1909 nascite|Naimark, Mark А.]]
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{{Authority control}}
<!--{{DEFAULTSORT:Fais, Antonio}}-->
== Prova 3 ( Caso unidimensionale ) ==
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