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== Storia ==
=== Origine dei nomi ===
* '''Borgo''' indica l'espansione della città al di fuori della cerchia delle [[Mura (fortificazione)|mura]]<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/borgo/ Voce ''Borgo'' nel vocabolario Treccani]</ref>; questo significato è stato appropriato per SanPorta Nova e Santa PietroCroce fino al 1370, quando fu costruita dagli Scaligeri la secondaterza cerchia di mura, proprio per rinchiudere e proteggere illa Borgo;parte daa quelnord momentoovest indella poi,città; al di là della cinta muraria sirimase sonoil formati nuovi borghi, come [[Borgo Santa Lucia (Vicenza)|quelli di Santa Lucia]], di Padova e di Casale. San PietroFelice divenne un quartiere della città.
* '''Porta Nova'''.
* '''Santa Croce'''.
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Intorno al IX-X secolo fu costruita intorno alla ristretta area urbana la cinta di mura altomedievali, con la porta di San Pietro<ref>I cui ultimi resti andarono perduti quando a fine Ottocento venne rifatto il ponte</ref> che consentiva il transito alle parti della città al di là del fiume e che dava loro il nome di ''Porsampiero'', secondo la vecchia dizione e le descrizioni del Castellini<ref>Silvestro Castellini, ''Storia della città di Vicenza... sino all'anno 1630'', 1822</ref>; in quel periodo è certa la formazione del borgo articolato in contrade, che vengono citate nel Decreto edilizio vicentino del 1208<ref>{{cita|Franzina, 2003|pp. 33-34}}</ref>.
 
==== Il borgo di San Vito e la contradaborghetto di Santa LuciaCroce ====
Lungo l'antica Via Postumia in quel periodo si formò il borgo di San Vito, il cui nome faceva riferimento all'[[Abbazia di San Vito (Vicenza)|omonima abbazia benedettina]], eretta sul luogo in cui oggi si trova il [[Cimitero acattolico di Vicenza|Cimitero acattolico]]. Essendo al di fuori delle [[Mura di Vicenza|mura cittadine]], la chiesa aveva il [[fonte battesimale]] e la cura d'anime su un ampio territorio, esteso fino alla pieve di Santa Maria di [[Bolzano Vicentino]].
 
Nel 1206 l'abbazia fu assegnata ai [[Camaldolesi]] che nel 1314 acquistarono un edificio più vicino alla città e al suo posto costruirono un [[Oratorio (architettura)|oratorio]] dedicato a [[santa Lucia]]<ref>{{cita|Mantese, 1958| p. 222}}</ref>; questo portò un ulteriore sviluppo del borgo.
 
Nel 1370, l'erezione delle mura scaligere inglobò nella città la parte più popolosa e benestante di esso e la parte che ne rimase fuori da allora fu chiamata [[Borgo Santa Lucia (Vicenza)|borgo di Santa Lucia]]<ref name= Sottani >{{cita|Sottani, 2012|pp. 191-93}}</ref>, mentre la parte interna ''contrà de Santa Lùssia'', o contrada di Santa Lucia.
 
==== La contrada di San Pietro ====
{{vedi anche|Chiesa e monastero di San Pietro|Chiese altomedievali di Vicenza#Sant'Andrea}}
[[File:Chiesa di San Pietro - Andrea-1.jpg|thumb|Pala del Martirio di Sant'Andrea, attribuita ad [[Alessandro Maganza]], già nella chiesa di Sant'Andrea]]
Prima del X secolo a poca distanza dalla sponda sinistra del fiume fu fondato il monastero benedettino di San Pietro, dapprima probabilmente maschile, poi femminile<ref>Vi sono opinioni diverse sul momento in cui esso divenne un monastero femminile. Secondo il Mantese lo era già nella prima metà dell'XI secolo, secondo altri lo divenne qualche decennio dopo, {{cita|Mantese, 1954|pp. 46-47, 533}}</ref>. Durante l'Alto Medioevo esso ebbe una vita difficile, quasi certamente subì le scorrerie degli [[Ungari]] agli inizi del X secolo e forse fu distrutto; nel 977 un ''privilegium'' del vescovo Rodolfo lo definiva "quasi annientato e deserto di ogni culto monastico e divino ufficio". Dopo il Mille i [[Diocesi di Vicenza|vescovi]] assegnarono in feudo alle benedettine una notevole quantità di possedimenti, tutt'intorno al monastero ma anche altri in tutto il territorio vicentino.
 
Dal monastero dipendevano anche altre chiese, alcune all'interno del borgo San Pietro, come quella di San Vitale, prospiciente la piazza sulla quale si affacciava il monastero, sull'area in cui nell'Ottocento fu costruito l'Istituto Trento
<ref>Doveva essere già scomparsa nel XVI secolo, perché non si vede nella ''[[Pianta Angelica]]'' del 1580; se ne vede però ancora il campanile nella pianta del Monticolo del 1611. Aristide Dani, in {{cita|AA.VV., 1997| p. 27}}</ref>, e quella di Sant'Andrea, nei pressi della Corte dei Roda<ref>Le monache la fecero restaurare nel 1536; fu abbattuta durante il periodo napoleonico, {{cita|Mantese, 1958|p. 223}}; {{cita|Mantese, 1964| p. 448-89}}</ref>.
 
La chiesa di Sant'Andrea è citata in documenti del 1129 e del 1166, mediante i quali la badessa di San Pietro investiva gente del posto di terreni e case nella zona vicino alla chiesa. Dal XIII al XV secolo fu sede parrocchiale, il che testimonia l'esistenza della contrada, officiata da un sacerdote secolare nominato dalla badessa del monastero.
 
Agli inizi del Quattrocento la chiesa risulta fosse abbandonata e cadente, anche perché si trovava in un'area spesso alluvionata dalle esondazioni del Bacchiglione<ref>{{Cita|Mantese, 1958|p. 223}}</ref>.
 
==== Il borgo di Porta Padova ====
{{vedi anche|Chiesa di San Giuliano (Vicenza)}}
Situato lungo una delle due principali strade che uscivano dalla città attraverso la ''Porsanpiero'', sicuramente il borgo era esistente nell'Alto Medioevo. Nel 1270 le [[Ordine di San Benedetto|benedettine]] di San Pietro affittarono un appezzamento di terreno per costruire "un ospitale per benefizio dei poveri", chiamato ''Chà di Dio'', la cui chiesa, intitolata a san [[Giuliano l'ospitaliere]], risulta esistente fin dal 1319, annessa all'ospitale per mendicanti e [[pellegrinaggio|pellegrini]] che transitavano sulla strada tra Vicenza e [[Padova]].
 
Quello di San Giuliano fu in quest'epoca uno tra i più importanti ospitali situati nei dintorni della città, tanto che nel 1295 alcuni privati cittadini si proposero di aiutarlo economicamente per essere partecipi dei frutti spirituali delle opere di pietà e carità<ref>{{cita| Mantese, 1958| pp. 519-20}}</ref>. Rimasto tuttavia fuori della [[Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza#Le mura scaligere di Borgo San Pietro|cinta di mura fatta costruire dagli Scaligeri]] nel 1370<ref>{{cita|Sottani, 2012| p. 242}}</ref>, cessò di funzionare intorno alla metà del XV secolo.
 
La chiesa, comunque, continuò a essere officiata e anzi nello stesso periodo ebbe arredamenti e [[Restauro architettonico|restauri]]. Diventata proprietà della municipalità cittadina, dopo il ritiro delle benedettine, fu associata alla [[Chiesa di San Vincenzo (Vicenza)|chiesa di San Vincenzo]] e le fu attribuita la cura d'anime nel territorio circostante. Divenne tradizionale luogo di incontro tra la cittadinanza e i vescovi - quasi tutti veneziani nel XV secolo - nel giorno del loro ingresso nella [[Diocesi di Vicenza|diocesi vicentina]]<ref>{{cita| Mantese, 1964| p. 1039}}</ref>.
 
Tutto questo fa pensare che anche dopo il 1370, nonostante la costruzione delle mura avesse ridotto a contrada la parte interna dell'abitato, la parte esterna del borgo sia rimasta in notevole comunicazione con la prima, favorita dal fatto che la porta, in periodo veneziano, aveva solo una funzione di barriera per la riscossione del dazio.
 
==== Il borgo delle Roblandine (o di San Domenico) ====
Il nome di questo borgo - e quindi la testimonianza della sua esistenza nel XIV secolo - come uno tra i ''burgorum Sancti Petri Civitatis Vincentie'' è citato nel "Testamento di Guglielmo Bolognini" del 1377<ref>Riportato nella ''Storia del monistero di Santo Francesco di Vicenza'', 1789, p. 111 di [[Gaetano Maccà|Gaetano Girolamo Maccà]]</ref>.
 
Si trattava dell'abitato intorno al convento di San Domenico, fatto costruire intorno al 1264 dalle [[domenicane]]; completamente rifatti nel XV secolo e successivi<ref>{{cita|Mantese, 1954|p. 489}}</ref>, chiesa, chiostri ed edifici del convento sono attualmente sede del [[Conservatorio Arrigo Pedrollo|Conservatorio di musica "Arrigo Pedrollo"]].
 
==== La cinta muraria scaligera ====
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Il muro prosegue per contrà Mure della Rocchetta, fino ad arrivare al fortilizio. Di lì, piegando ad angolo retto verso nord, continua per contrà Mure San Rocco e Mure Corpus Domini fino a Porta Santa Croce. Da questa porta le mura - ora sostituite dalle case di contrà del Borghetto - seguivano il corso del Bacchiglione fino a Ponte Novo, per puntare poi verso il centro lungo contrà Mure Carmini e contrà Beccariette, fino ad innestarsi presso la Porta Nova, che si trovava dove oggi si incrociano corso Fogazzaro e contrà Pedemuro San Biagio.
 
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File:Scaligere ovest-3.jpg|Mura scaligere occidentali in contrà Mure Carmini
File:Scaligere ovest-1.jpg|Mura scaligere occidentali in viale Mazzini
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Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 e le campagne napoleoniche che ebbero ripercussioni negative sulla città e sul territorio,
 
==== Le istituzioni sannitariesanitarie ====
* Centro antitubercolare
* Servizio psichiatrico
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==== La demolizione delle mura e l'apertura della città ====
I primi decenni del Novecento furono caratterizzati dallo sviluppo della città e dal notevole aumento del traffico, il che rese necessario lo smantellamento di una parte delle mura e portò all'allargamento del quartierecentro urbano.
 
La cinta restò conservata, nel suo complesso, per tutto il Settecento, ma la sua demolizione sistematica cominciò agli albori del secolo XIX.
 
Significativo è quanto accadde alla Porta Nova (la seconda, quella tra la Rocchetta e il Castello). Agli inizi del Novecento, per mancanza di manutenzione, era ridotta in uno stato pietoso, tanto da scoraggiarne il restauro. Nel 1909, allora, fu aperto un varco alla sua sinistra nel cortile delle mura, avviando attraverso esso il movimento dei veicoli. Ma questo fece sì che, divenuta ormai la Porta un passaggio secondario e meno frequentato, cadesse ancora più in abbandono - ''un pubblico letamaio e indecente latrina'', la definiva l'Ufficiale Sanitario - e ne venisse proposto l'abbattimento, anche se la proposta incontrò l'opposizione della Regia Soprintendenza e della Commissione Provinciale dei Monumenti.
 
Finita la prima guerra mondiale, la questione fu ripresa, finché nel 1924 il Consiglio Comunale, ormai dominato dai fascisti, decretò all'unanimità l'abbattimento dell'antica porta, decisione che però fu rigettata dalle autorità superiori. Durante la notte del 22 luglio 1926 la porta saltò in aria. Nonostante i sospetti sulla natura e sui mandanti dell'evento fossero abbastanza chiari, dato che ormai nulla si poteva più fare, ogni indagine fu abbandonata. Due anni più tardi, nelle mura scaligere occidentali, fu aperto il semplice arcone a tutto sesto che, interrompendo le mura, permette la comunicazione con l'interno attraverso via Bonollo<ref>La storia viene ben descritta da {{cita|Giarolli, 1955| pp. 50, 366-69}}</ref>.
 
== Il quartiere attuale ==
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==== Chiesa di San Rocco ====
{{vedi anche|Chiesa di San Rocco (Vicenza)}}
, in contrà Mure San Rocco ([[Borgo Porta Nova]]).
:Costruita nel 1485 quasi a ridosso delle mura, in uno stile che rimanda a [[Lorenzo da Bologna]], benché completata da altri. Vi è annesso il convento di San Rocco, dei [[Canonici regolari di San Giorgio in Alga]], demanializzato dal 1810 e ora sede di servizi sociali.
 
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=== Palazzi ===
 
* '''[[Palazzo Barbieri (Vicenza)|Palazzo Barbieri]]'''
:Del 1799, opera di [[Carlo Barrera]]<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 141}}</ref>.
 
* '''[[Palazzo Bonin]]''', in contrà Lodi
 
* '''[[Palazzo Brusarosco]] Gallo''', contrà Porta Santa Croce 3 (Borgo Porta Nova). {{coord|45.551272|11.538278|display=inline}}
:Edificio ottocentesco in parte restaurato dall'architetto [[Carlo Scarpa]], che nell'ultimo piano del palazzo realizzò Casa Gallo. Sede della [[Biblioteca internazionale La Vigna]] - Centro di Cultura e Civiltà Contadina.
 
* '''[[Palazzo Cividale]]''', in corso Fogazzaro
:Costruito nel 1582 e attribuito a [[Vincenzo Scamozzi]]<ref>{{cita|Barbieri, 2004| pp. 324-25}}</ref>.
 
* '''Casa Dal Giglio'''
:Su disegno di [[Ottavio Bertotti Scamozzi]]<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 133}}</ref>.
 
* '''Casa Dolfi''', in corso Fogazzaro
:Rinnovamento a fine Cinquecento, di un preesistente edificio quattrocentesco<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 324}}</ref>.
 
* '''Casa Donà''', in contrà Mure San Rocco
:Su progetto di [[Bartolomeo Malacarne]]<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 145}}</ref>.
 
* '''[[Palazzo Ferrari]]''', in corso Fogazzaro
:Sistemato nel 1692 e con interventi del 1877-78<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 323}}</ref>.
 
* Casa Fontanella, in contrà Lodi
:Edificio del 1799 su progetto di [[Ottone Calderari]]<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 140}}</ref>.
 
* Palazzo Lanzi Vecchia, tra Motton San Lorenzo e contrà Cantarane → Palazzo Vecchia Romanelli.
 
* '''[[Palazzo Pigatti]]''', in corso Fogazzaro
:Edificio del 1861, progettato da [[Marco Bonelli]], ristrutturazione di precedenti<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p. 348}}</ref>.
 
* '''[[Palazzo Terzi]]''', in corso Fogazzaro
:Costruito nella seconda metà del Seicento su precedente edificio quattrocentesco, di cui resta il portone<ref>{{cita|Barbieri, 2004| p.347-48 }}</ref>.
 
* '''[[Palazzo Vecchia Romanelli]]''', tra contrà Cantarane e Motton San Lorenzo
:Edificio costruito a metà del Settecento su progetto di [[Giorgio Massari]], ha la facciata principale sul quartiere di Porta Nova, che a quel tempo si iniziava a valorizzare, e quella secondaria rivolta alla città sul tracciato delle mura altomedievali<ref>{{cita|Barbieri, 2004| pp. 128-29}}</ref>.
 
* '''[[Palazzo Velo (Porta Nova)|Palazzo Velo]]''', in contrà Lodi, angolo contrà Cantarane
:Opera del 1706 di [[Francesco Muttoni]]<ref>{{cita|Barbieri, 2004| pp. 116-17}}</ref>.
 
=== Ponti ===
[[File:Ponte Novo.jpg|thumb|Ponte Novo sul Bacchiglione]]
==== Ponte degli Angeli ====
Risalgono al [[XIV secolo|Trecento]], dopo che gli [[Scaligeri]] ebbero rinchiuso entro nuove mura il Borgo di Porta Nova, il ''Ponte di Santa Croce'' e il ''Ponte Novo''. Quest'ultimo – anch'esso anticamente in legno e rifatto in pietra negli anni 1645-55, in età della Serenissima era chiamato Ponte di Santa Maria Maddalena o delle Convertite, perché conduceva alla chiesa e al convento costruiti nel 1534 per accogliere giovani traviate che intendevano cambiar vita. Fu chiamato Ponte Novo dopo la sua ricostruzione nel 1793<ref>{{cita| Giarolli, 1955| pp. 359-60}}</ref>. Dopo essere rimasto per molti anni pericolante, è stato completamente ricostruito agli inizi degli anni duemila.
Il ponte, forse il più antico della città, fu costruito in epoca romana all'estremità orientale del [[decumano massimo]], dove cioè la [[via Postumia]] entrava in città; nel Medioevo prese il nome dal [[monastero]] [[Benedettini|benedettino]] di San Pietro, che si trovava a poche centinaia di metri al di là dell'Astico (sostituito un millennio più tardi dal Bacchiglione).
 
=== Roggia Seriola ===
Il vecchio ponte romano aveva un orientamento diverso dall'attuale: il decumano finiva più a nord sulla riva destra del fiume, così da infilarsi entro la romana porta San Pietro, che fu poi inglobata nel castello costruito dai padovani nella seconda metà del Duecento. Il ponte era a tre arcate e nel 1570 una quarta arcata fu aggiunta su progetto del [[Andrea Palladio|Palladio]]<ref>Il disegno è pubblicato ne ''[[I quattro libri dell'architettura]]'', XV, 224, {{cita| Sottani, 2012| p. 21}}</ref>.
[[File:Maddalene sorgenti Seriola-11a.jpg|thumb|left|Sorgenti della Roggia Seriola a Maddalene, Vicenza]]
 
Nel corso del Basso Medioevo e durante tutta l'Età moderna vengono documentati l'esistenza, le numerose modificazioni, le funzioni e gli utilizzi di un altro corso d'acqua, estremamente importante per la città di Vicenza: la [[Roggia Seriola]]<ref>{{cita| Sottani, 2012| pp. 168-99}}</ref>.
In epoca moderna fu chiamato ponte degli Angeli, dalla chiesa di santa Maria degli Angeli che sorgeva alla sua estremità occidentale, addossata all'antico torrione difensivo che era stato trasformato in campanile<ref>Lo ricorda una targa apposta alla base della torre Coxina</ref>. Dopo l'alluvione del 1882 che lo distrusse, fu ricostruito in ferro in posizione più disassata<ref>{{cita web|url=http://archivio.vajenti.com/opac.php?search=a%3A1%3A%7Bs%3A12%3A%22Parola%2Bti%283%29%22%3Ba%3A2%3A%7Bs%3A5%3A%22input%22%3Bs%3A6%3A%22ponte+%22%3Bs%3A4%3A%22comp%22%3Bs%3A5%3A%22match%22%3B%7D%7D&start=7&mode=view&rpp=1&orderby=Titolo&loc=S&osc=ricerca1&screen=ricerca1&temptable=tmp__20130323233620_23004400&screen=ricerca1&sub=allegato&allegato=281|titolo=Immagine del 1920, Fondazione Vajenti|accesso=25 marzo 2013}}</ref>; a causa della sua insufficiente larghezza, non più adeguata alle crescenti esigenze del traffico, fu demolito nel 1950<ref>{{cita web|url=http://archivio.vajenti.com/opac.php?search=a%3A1%3A%7Bs%3A12%3A%22Parola%2Bti%283%29%22%3Ba%3A2%3A%7Bs%3A5%3A%22input%22%3Bs%3A6%3A%22ponte+%22%3Bs%3A4%3A%22comp%22%3Bs%3A5%3A%22match%22%3B%7D%7D&start=9&mode=view&rpp=1&orderby=Titolo&loc=S&osc=ricerca1&screen=ricerca1&temptable=tmp__20130323233620_23004400&screen=ricerca1&sub=allegato&allegato=18|titolo=Immagine della demolizione, Fondazione Vajenti|accesso=25 marzo 2013}}</ref> e sostituito dall'attuale in [[cemento armato]], dalla carreggiata più larga e rettificata.
 
''Ceriola'' - o ''Civiola'', ''Ciriola'', poi Seriola - è il nome che fin dal XIII, nel vicentino e in [[Lombardia]], designa un [[canale artificiale|canale appositamente scavato]] per condurre l'acqua ai luoghi dove può essere utilizzata a scopi abitativi o commerciali. L'acqua della Seriola di Vicenza nasce da alcune polle sorgive in una zona poco a nord del Monte Crocetta che, all'inizio del secondo millennio, era incolta e paludosa. Molto probabilmente furono i monaci che si insediarono nel convento di Santa Maria Maddalena a costruire il canale per far defluire le acque, nell'ambito delle loro lavoro di bonifica del territorio. In un primo tempo il canale, dopo essersi diretto a sud ricevendo anche l'acqua della sorgente Boja, virava verso est e confluiva nel Bacchiglione (probabilmente per questo ricevette anche il nome di Bacchiglioncello). In un secondo momento - probabilmente verso la fine del secolo XII - questa confluenza fu bloccata e la costruzione del canale proseguita fino alla città per cingere il lato occidentale delle mura altomedievali, riempendo il fossato che da Porta Nova, vicino alla [[Chiesa di San Lorenzo (Vicenza)|chiesa di San Lorenzo]], continuava per l'attuale contrà Cantarane, passava davanti a Porta Castello, costeggiava il [[campo Marzo]] e giungeva a ponte Furo, per gettarsi infine nel Retrone. Prima di giungere alla città l'acqua della roggia veniva utilizzata dai conventi di San Pietro Vivarolo, di Santa Croce e di San Biagio Vecchio, situati lungo il suo percorso e tutti con comunità numerose.
==== Ponte di ferro ====
[[File:Ponte del Ferro-2.jpg|thumb|Ponte di ferro sul Bacchiglione]]
Passerella pedonale che collega gli argini del Bacchiglione (o meglio del ramo del fiume deviato nel 1876) e i due tratti stradali di via Nazario Sauro e di viale Giuriolo. Una targa, posta ad un'estremità, dice: "Andrea e Cesare Piovene, nell'anno 1911, fecero costruire questo ponte di ferro, poi divenuto di uso pubblico".
 
È documentato che nel 1223 i frati del [[Borgo Berga|convento di San Tommaso]] ottennero dal Comune che le acque della Seriola fossero ulteriormente incanalate, scavalcando il Retrone presso il ponte Furo, per riempire la fossa (l'attuale contrà della Fossetta, dietro al Porton del Luzo) che costeggiava la parte orientale delle mura, giungere fino al loro convento in [[Borgo Berga]] e scaricarsi infine nel Retrone presso il Ponte delle Barche. L'acqua serviva - e sarebbe servita nei secoli successivi - per le necessità abitative dei numerosi conventi concentrati lungo contrà Santa Caterina e per le piccole manifatture tessili che i conventi gestivano.
==== Ponte dei falliti ====
 
La corte dei Roda, che si trova a ridosso della sponda sinistra del Bacchiglione, comunicava un tempo direttamente con la piazza dell'Isola mediante un rustico ponte di legno, detto il "ponte dei falliti", la cui manutenzione era a carico degli abitanti della contrà di San Pietro, essendo quelli che del manufatto avevano maggiore e più frequente bisogno per accedere alla città. Ciò si rileva da certe domande di aiuto per restauri urgenti presentate da quegli abitanti ai "Deputati ad utilia" del Comune<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 392}}</ref>.
Nel 1381, quando furono costruite le mura scaligere a protezione del quartiere di Porta Nuova, fu creato un nuovo ramo della Seriola, che da Porta Santa Croce riempiva il fossato addossato alle mura, aggirava il forte della Rocchetta e infine si dirigeva fino a congiungersi con il vecchio ramo, rimasto attivo, presso Porta Castello.
 
Durante il periodo veneziano, quando la città vide l'aumento della popolazione - nel quartiere di Porta Nuova sorsero i conventi del Corpus Domini, di Santa Maria Nova e di San Rocco, in Borgo Berga il convento di Santa Chiara - e il moltiplicarsi delle attività artigianali, la Seriola costituì un'importante risorsa per la città, perché forniva un flusso costante e abbondante di acqua limpida, che serviva sia all'uso domestico che alle attività produttive. L'acqua veniva usata per bere, per lavare i panni e talora per scaricare i rifiuti in eccesso; faceva girare le ruote di diversi mulini, di cui si ha memoria presso Santa Croce, [[Campo Marzo]] e San Tommaso; vi si pescavano pesci e ottimi gamberi. Dai documenti rimasti si viene a sapere anche che la storia della roggia in questo periodo fu una storia di continui contrasti tra i diversi utilizzatori dell'acqua, così come di richieste e di concessioni comunali, di ulteriori piccole derivazioni concesse o abusive e di mancati interventi di manutenzione.
 
Tra le diverse attività situate lungo il canale, si ricordano luoghi per la pettinatura e la tessitura della lana, delle tintorie, una segheria e una cartiera, derivazioni per irrigare orti e giardini. Nella seconda metà del Quattrocento fu praticata un'apertura nella cinta muraria presso la chiesa di San Lorenzo, così che le balie del vicino Ospizio dei Santi Maria e Cristoforo si recavano al lavatoio, costruito sotto il ponte (delle Balie o ''Bele'') per lavare i panni degli infanti esposti. Altre derivazioni servirono a costruire peschiere, come quella di villa Bertolini o quella dei monaci di San Felice.
[[File:Loggia Valmarana.jpg|thumb|left|La [[Loggia Valmarana]] si affaccia sul canale che fu la Roggia Seriola fino a cinquant'anni fa, ai [[Giardini Salvi]]]]
 
Nella seconda metà del XVI secolo i [[Valmarana (famiglia)|Valmarana]] ottennero il terreno fuori Porta Castello per costruirvi un giardino (oggi [[Giardini Salvi]]), che in seguito aprirono al pubblico e che arricchirono di due splendide logge, sovrastanti rispettivamente il ramo più antico e quello trecentesco della Seriola, che confluivano tra loro all'interno dei giardini stessi.
 
Negli anni trenta del [[XX secolo|Novecento]] fu interrato il ramo antico della Seriola, quello che attraversava il quartiere di Porta Nova; nel 1935, in previsione dei lavori che avrebbero ristrutturato tutta la Piarda, fu interrata la Fossetta oltre ponte Furo, tolto il ponte canale e ripristinato lo scarico nel Retrone. Fino agli anni sessanta, il ramo della Seriola che scorreva a cielo aperto lungo viale Trento e viale Mazzini assicurava ancora acque pulite e fresche ai Giardini Salvi. Nel 1973, però, anche questo tratto fu coperto e il tombinamento ridusse la portata della roggia fino al punto da non garantire più il ricambio d'acqua ai Giardini. Così, alla fine del decennio, il percorso della Seriola fu nuovamente deviato e riportato a confluire nel Bacchiglione a nord della città.
 
=== Istituzioni di carattere formativo e culturale ===
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; Istituto Onnicomprensivo G.A. Farina - Paritario
: Comprende una Scuola dell'infanzia, una Scuola primaria, una Scuola secondaria di I grado e una Scuola secondaria di II grado, tutte in via IV Novembre
 
==== Conservatorio Arrigo Pedrollo ====
{{vedi anche|Conservatorio Arrigo Pedrollo}}
 
=== Istituzioni di carattere sanitario e sociale ===
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{{Portale|Vicenza}}
 
{{Categorie bozza|
[[Categoria:Storia di Vicenza]]
[[Categoria:Quartieri di Vicenza]]
}}