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Nella città di Vicenza attorno al nucleo centrale del centro storico - esistente già in epoca romana e racchiuso dalla prima cinta di mura durante l'[[Alto Medioevo]] - durante il [[Basso Medioevo]] nacquero alcuni borghi urbani, che furono racchiusi nel XIV secolo dalle mura scaligere, poi nel XV dalle mura e fortificazioni veneziane; al di fuori di queste, durante l'[[età moderna]], si formarono altri borghi che restarono suburbani.
 
A partire dalla prima metà del XX secolo, ma soprattutto nel corso della seconda, la città assunse la sua configurazione attuale, dovuta alla forte espansione della popolazione, al notevole aumento della viabilità e del traffico, all'espansione delle strutture produttive e del [[settore terziario]], quindi alla costruzione di abitazioni e di edifici di ogni genere.
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Il territorio comunale è diviso ufficialmente in sette [[Suddivisione amministrativa|circoscrizioni amministrative]] nelle quali sono compresi, a loro volta, borghi urbani e suburbani, quartieri, zone urbanistiche e frazioni.
 
I [[quartieri]] sono le zone abitate che si individuano per particolari caratteristiche geografiche e topografiche, funzionali e storiche. La maggior parte dei quartieri di Vicenza si sono sviluppati nel corso del XX secolo fuori dalle mura storiche e lungo le strade principali in uscita dalla città; altri sono stati costruiti sulla base di piani urbanistici, soprattutto negli anni settanta del Novecento.
 
I loro nomi talora hanno origini storiche (come ad esempio Santa Croce e San Bortolo, nati al di fuori delle rispettive porte delle mura) oppure derivano dal progetto urbanistico (come Laghetto o Villaggio del Sole), talora dalla parrocchia principale (come Sant'Andrea o San Pio X), altre volte sono denominazioni di uso corrente (come il quartiere dei Ferrovieri). Non sempre ne sono ben definiti i confini, nel caso di quartieri contigui.
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[[File:Vicenza amplissima map 1588 Nucleo Altomedievale-1.jpg|thumb|''Vicenza amplissima'', mappa del 1588: Nucleo Altomedievale]]
 
Il nucleo centrale della città esisteva in gran parte già in epoca romana nella parte sinistra del fiume [[Retrone]] fino alla sua confluenza con il [[Bacchiglione]]. Nel I secolo d.C., quando Vicenza aveva acquisito una certa importanza, sulla sponda destra del Retrone fu costruito il grandioso [[Teatro Berga]], in cui si svolgevano i [[ludi scenici]] e di cui si può vedere ancora il perimetro.
 
Tra il X e il XIII secolo il nucleo fu racchiuso dalla [[Storia delle mura e fortificazioni di Vicenza#Le mura altomedievali|cinta muraria altomedievale]]. L'area, quasi circolare, è ancora chiaramente identificabile da varie tracce delle mura rimaste, da una delle antiche porte (il ''Porton del Luzo'') e dalle strade interne che costeggiavano le mura.
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Il vasto borgo è delimitato a ovest dalle mura scaligere di viale Mazzini, a sud dalle stesse mura e dai [[Giardini Salvi]], a est da Motton San Lorenzo, a nord dal Bacchiglione.
 
Durante il Basso Medioevo il borgo di Santa Croce - che da quella che allora era chiamata Porta Nova (a fianco della [[Chiesa di San Lorenzo (Vicenza)|chiesa di San Lorenzo]]) andava fino alla [[chiesa di Santa Croce (Vicenza)|chiesa di Santa Croce]] - continuò a svilupparsi sviluppando.
 
Nella seconda metà del Trecento gli [[Scaligeri]] fortificarono con un nuovo tratto di mura un'ampia area non ancora abitata che, per volontà di [[Antonio della Scala]], fu dotata di un tracciato viario ad assi ortogonali, con isolati regolari di notevoli dimensioni.
 
Nel tempo, dentro all'interno della recinzione si sviluppò un'edilizia privata non molto intensiva allineata lungo le strade, che lasciava larghi spazi interni di orti e giardini, intervallata da frequenti e imponenti complessi di ordini religiosi<ref>{{cita|Barbieri, 2011|p. 118}}</ref>.
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Anche dopo la creazione delle mura della città, lungo le principali strade che uscivano dal centro storico vi erano file o complessi di antiche abitazioni, spesso vicine a un luogo di culto che comunque, per secoli, non aumentarono di molto. Una pianta di Vicenza nell'Atlante Vallardi del 1880 li rappresenta e da essa si può vedere come, fino alla fine dell'Ottocento, la città si era ben poco espansa:
 
<gallery widths="200px200" mode="packed">
Borgo Santa Lucia e Scroffa (Vallardi).jpg|I borghi Santa Lucia e Scroffa
Borgo Padova e Casale (Vallardi).jpg|I borghi Padova e Casale
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* [[Debba]]
 
Storicamente questa zona ha avuto importanza soprattutto per il transito di persone e merci.
 
Fin dall'epoca romana fu percorsa dalla strada che dalla città di [[Este]] portava a Vicenza; nel corso dell'Alto Medioevo fu costellata di ospizi per viaggiatori e pellegrini, durante il Basso Medioevo la zona era chiamata "coltura Berica" o "coltura de Campedelo" come campagna in funzione della città; all'epoca della Serenissima fu caratterizzata dalla via di trasporto fluviale del Bacchiglione, nel Novecento dalla [[Tranvia Vicenza-Noventa-Montagnana|tranvia]] che collegava la città con il Basso Vicentino, ora sostituita dalla [[pista ciclabile della Riviera Berica]].
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Tra il [[1870]] e il [[1880]], per ridurre il pericolo delle esondazioni in città, il corso del Bacchiglione fu fatta scorrere in un canale artificiale e la confluenza con il Retrone fu spostata all'inizio della [[Strada statale 247 Riviera|Riviera Berica]], di fronte alla chiesa di Santa Caterina in Porto<ref>{{cita libro|F. Barbieri e| R. Cevese|Vicenza, ritratto di una città|p. 28}}</ref>. Nel 1876 furono costruiti un ponte e un tratto del viale Margherita che unì porta Monte a Borgo Padova<ref>{{cita|Giarolli, 1955| p. 239}}</ref>.
 
Nell'area compresa tra viale Margherita e il fiume Bacchiglione, denominata "Mezzalira ex CosMa", a partire dal 2009 fu iniziata la costruzione di grandi edifici in cui ha sede il polo universitario di Vicenza delle [[Università degli Studi di Verona]] e di [[Università degli Studi di Padova|Padova]]<ref>{{cita web| http://www.univi.it/|Università a Vicenza|2 ottobre 2012}} e {{cita web| http://www.comune.vicenza.it/cittadino/scheda.php/42728,46065|Università|2 ottobre 2012}}</ref>.
 
Nella vasta area compresa tra il Bacchiglione ed il Retrone prima della loro confluenza, in precedenza occupata dal "Cotonificio Rossi", nel 2010 è stata ultimata la costruzione, iniziata nell'estate del 2006, del nuovo [[Vicenza#Nuovo tribunale e nuovo quartiere borgoberga|Palazzo di Giustizia]] di Vicenza.
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[[File:S. Croce Bigolina - villa Squarzi-4.jpg|thumb|left|upright 0.8|Cappella di villa Squarzi]]
 
Le tre frazioni, ormai collegate tra loro dall'intensa urbanizzazione della seconda metà del Novecento, sono posizionate in un'area delimitata a nord dal tratto dell'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]], a est dal [[Bacchiglione]], a sud dalla frazione di [[Debba]] e dalla valle di Fimon, a ovest dai [[Colli Berici]].
 
A Santa Croce Bigolina la strada della Riviera Berica si biforca e il tratto a destra - la strada del Tormeno - porta all'omonima frazione, divisa tra i comuni di Vicenza e di [[Arcugnano]], per poi proseguire verso il [[lago di Fimon]]. Il nome "Tormeno" sulla base di antichi manoscritti sembra in dicare il "termine", cioè il confine tra il territorio di Vicenza e quello di Arcugnano<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 506}}</ref>.
 
Longara - un tempo piccolo abitato situato in una zona paludosa e malsana vicina al lago di Fimon - è la frazione con il maggior numero di abitazioni popolari, buona parte delle quali costruite negli anni sessanta e settanta come villaggio PEEP.
 
Nel XIII secolo a Longara si erano insediati i [[cavalieri Templari]] che qui edificarono un oratorio - dedicato a San Giovanni Battista - detto "alla Commenda", da cui il nome della strada secondaria che risale il colle fino a Villa Margherita sulla dorsale dei Berici.
 
Vicino alla chiesa parrocchiale, di origine medievale, si stacca dalla Riviera un'altre strada che sale a San Rocco di Villabalzana. Di fronte a questo bivio la villa di campagna della [[Squarzi (famiglia)|famiglia Squarzi]], uno dei primi esempi di architettura [[Vincenzo Scamozzi|scamozziana]], ampliata nel Settecento da [[Carlo Borella]]; nel Novecento l'edificio fu adibito ad asilo nido e scuola per l'infanzia.
 
Luoghi interessanti sono la chiesa parrocchiale di Longara dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, la villa Squarzi Fogazzaro, con l'annesso oratorio affacciato sulla Riviera Berica, e la villa Povegliani Capra.
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[[File:Debba - chiesa parrocchiale-3.jpg|thumb|left|upright 0.8|Chiesa di S. Gaetano]]
 
La parte storicamente più importante del territorio di Debba (l'opificio, le case operaie, la chiesa parrocchiale) appartiene al Comune di Vicenza; sulla curva della strada provinciale, subito dopo la chiesa parrocchiale, l'abitato continua con quello di Bugano, amministrato dal Comune di Longare.
 
A ovest il territorio della frazione Debba è delimitato dal tratto dei [[Colli Berici]], a est dal [[Bacchiglione]] che lo separa da San Pietro Intrigogna, a nord da Longara, queste ultime due località anch'esse frazioni del Comune di Vicenza.
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[[File:Circoscrizione 3 map.jpg|thumb|left|upright 1.0|Mappa zona est]]
 
Si tratta di un insieme di quartieri e di frazioni posti sulle antiche strade che, nel Basso Medioevo, uscivano dalle porte delle mura scaligere orientali: la Porta di Camarzo<ref>Lo stesso toponimo del Campo Marzo, a indicare una zona ancora paludosa</ref>, posta vicino al [[Chiesa e monastero di San Pietro (Vicenza)|monastero di San Pietro]] e che immetteva in Borgo Casale (suburbano), quella di Camisano o delle Torricelle o di Padova, che volgeva in direzione di Padova e la porta delle Roblandine, alla fine dell'attuale contrà San Domenico.
 
Sono quindi:
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Nella parte di Borgo Casale si trovano lo [[Stadio Romeo Menti|stadio comunale di calcio Romeo Menti]] e lIPSIA Fedele Lampertico.
 
Quanto al Quartiere di Sant'Andrea, nel 1959 l’Amministrazione Comunale di Vicenza adottò il Piano Regolatore, in cui era previsto anche lo sviluppo residenziale dell'area a campagna compresa tra via Fusinieri, la linea ferroviaria Vicenza – Treviso, via Capparozzo e via Salvi, zona che apparteneva, come giurisdizione religiosa, alla parrocchia di San Pietro.
 
Dapprima sorsero costruzioni di limitata entità, poi la forte richiesta abitativa privilegiò prevalentemente la tipologia condominiale. Favorì l'aggregazione dal punto di vista sociale la costituzione nel 1971 di una rettoria intitolata, per evidenziare il legame con la parrocchia madre, a Sant’Andrea apostolo, il fratello di Pietro; l'anno seguente la rettoria divenne parrocchia autonoma e il giorno di Pasqua 1981 fu inaugurata la nuova chiesa, il cui stile moderno si rifà alle linee del rinnovamento liturgico espresse dal [[Concilio Vaticano II]].
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[[File:San Pio X map.jpg|thumb|Quartiere di San Pio X]]
 
Quartiere sorto tra gli anni sessanta e settanta con la creazione di un apposito PEEP, si trova nella parte [[est]] della città delimitato da viale della Pace, strada Bertesina e dalla [[caserma Ederle]].
 
La zona è approvvigionata di servizi quali [[scuole]] di ogni ordine e grado, [[piscina]] scoperta, sede della [[circoscrizione]] 3, [[biblioteca]] di zona (notevole è anche la presenza di americani, vista la vicinanza con la caserma Ederle).
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Negli ultimi decenni l'abitato si è molto sviluppato, principalmente lungo strada Ca' Balbi, confinando con la frazione di [[Bertesina]] a nord, il quartiere della [[Stanga (Vicenza)|Stanga]] a ovest, la frazione [[Setteca']] e il comune di [[Torri di Quartesolo]] a sud e il comune di [[Quinto Vicentino]] a est.
 
Il nucleo più antico si trovava nell'area cui oggi si accede da stradella San Benedetto, dove esisteva un insediamento con la chiesetta dedicata a questo santo e il monastero benedettino, dipendente dall'[[Basilica dei Santi Felice e Fortunato|abbazia dei santi Felice e Fortunato]] che durante il Medioevo era proprietaria di buona parte dei terreni della zona, dove aveva bonificato e aveva sviluppato le coltivazioni agricole<ref>{{cita|Mantese, 1952|pp. 157-58}}</ref>.
 
In età contemporanea Bertesinella, prima di essere un quartiere, era una frazione di Vicenza, facente capo a Bertesina dal punto di vista civico<ref>''Repertorio alfabetico dei paesi del regno Lombardo-Veneto posti sotto l'amministrazione dell'I.R. Governo di Venezia g.p.p.''</ref> e religioso.
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"Casale" e "San Pietro Intrigogna" sono due [[frazione geografica|frazioni]] nella zona sud del comune di Vicenza, zona appartenente, durante il Medioevo e l'età moderna, alla "coltura di [[Camisano]]". Oltre ad esse vi sono altri piccolissimi nuclei abitati, come Casaletto e Ca' Perse.
 
La zona è percorsa per più di 5 &nbsp;km. dalla strada di Casale che, iniziata presso il passaggio a livello della [[ferrovia Vicenza-Treviso]], costeggia il corso del fiume Bacchiglione sulla sua sponda sinistra fino all'altezza della strada Pelosa; da qui prosegue per circa 800 m. come strada di San Pietro Intrigogna fino ad arrivare all'omonima frazione. A poca distanza dalla strada di Casale corre quella delle Ca' Perse, lungo la quale si trova anche l'[[Oasi naturalistica degli stagni di Casale|Oasi del WWF]], una delle poche zone umide della [[pianura padana]], molto importante sia per la tipica vegetazione palustre che per la fauna, riccamente rappresentata da invertebrati e anfibi, da uccelli e mammiferi, alcuni dei quali a rischio di estinzione e protetti dalle norme europee in materia.
 
=== A nordest e lungo la Via Postumia ===
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Solo nel secondo dopoguerra, però, la zona venne realmente riqualificata e si riempì di abitazioni civili e di qualche edificio pubblico. Negli anni sessanta la costruzione della [[circonvallazione]] di viale Quadri e di via Ragazzi del '99 ne delimitò il territorio, separando il nuovo [[quartiere]] – che pure mancava ancora di un proprio centro - dalle frazioni.
 
Di fronte al tratto non ancora demolito delle mura scaligere furono costruiti il Provveditorato agli Studi e il nuovo edificio dell'[[Istituto tecnico industriale]] [[Alessandro Rossi (imprenditore 1819)|Alessandro Rossi]]. Su di un'area ancora scoperta, contigua al [[Seminario vescovile di Vicenza|Seminario vescovile]], nel 1958 fu costruito dalla diocesi il Seminario minore.
 
Il quartiere è correntemente chiamato<ref>{{cita web|http://www.comune.vicenza.it/albo/notizie.php/72157|Comune di Vicenza|13 ottobre 2012}} e {{cita web|http://www.araceli.it/|Comunità Vicentina di Araceli|13 ottobre 2012}}</ref> Araceli dal nome di quella che è stata la [[parrocchia]] di riferimento fino al 1958. Solo dopo questa data ha assunto una propria fisionomia, quando è iniziata l'attività parrocchiale e, nell'ottobre 1968, fu consacrata la nuova chiesa parrocchiale intitolata a Cristo Re, che contribuì all'unificazione della comunità locale del quartiere.
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La zona si èsviluppata tra il fiume [[Astichello (fiume)|Astichello]] e viale Astichello, che la delimitano rispettivamente a ovest e a est, mentre a sud è delimitata da via Fratelli Bandiera e a nord da viale Cricoli.
 
La parte centrale, tutta campagna fino agli anni quaranta del Novecento, fu caratterizzata dalla costruzione nel 1942 del primo edificio di quella che sarebbe poi divenuta la sede dell'Istituto di San Gaetano.
 
Agli inizi degli anni sessanta si iniziò a edificare nella parte meridionale gruppi di case lungo strade private, cui furono poi attribuiti nomi di fiumi del Veneto. Nell'ultimo ventennio del Novecento nella parte settentrionale della zona furono costruiti grandi edifici per istituti scolastici di grado superiore, caratterizzandola così come "cittadella degli studi".
 
Edifici importanti sono la Casa dell'Immacolata e l'Istituto San Gaetano con il Centro di Formazione Professionale, gli IPSS Bartolomeo Montagna, IIS Almerigo da Schio, IIS Santa Bertilla Boscardin, IIS Antonio Canova.
 
Interessante è anche il [[Cimitero acattolico di Vicenza|Cimitero acattolico]] in via Fratelli Bandiera.
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Con questo nome veniva designata in passato la vasta zona di campagna situata in quella che nel Medioevo era chiamata "coltura dei SS. Vito e Lucia", zona che comprendeva anche la "Zona Astichello".
 
Il toponimo deriva da "sabbia buona", il nome del profondo strato di sabbia silicea qui deposta dalle esondazioni del fiume Astico (o addirittura del Brenta) che fino all'XI secolo scorreva in questa zona, prima di spostarsi verso est<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 475}}</ref>.
 
Partendo dall'incrocio con viale Cricoli e via Ragazzi del '99, l'attuale abitato di Saviabona si sviluppa sui due lati dell'omonima strada - lunga circa due km. - fino al confine con il comune di [[Monticello Co. Otto]], dove è stata costruita una piccola zona industriale, anch'essa denominata Saviabona.
 
Edifici religiosi sono la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, sede della parrocchia che comprende anche metà della Zona Astichello, e la chiesa della Madonna del Rosario.
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E' uno dei quartieri più recenti della città, sviluppatosi sostanzialmente negli ultimi decenni del Novecento; negli anni settanta è stata costruita la chiesa di [[San Francesco d'Assisi]] ed eretta la parrocchia che ha contribuito, con l'insieme di molte attività, a consolidare l'aggregazione della comunità.
 
La parte più meridionale del quartiere, quella del Parco Città, risale a fine [[anni 1990|anni novanta]], in parte realizzata con i finanziamenti del [[Giubileo del 2000]]. Essa è caratterizzata da moderni palazzi collegati da una grande galleria commerciale al piano terra; dietro ad essa vi è una grande area verde.
 
Gli edifici ospitano la sede della circoscrizione 4 e la residenza per anziani "Girolamo Salvi".
 
==== [[Anconetta]] e [[Ospedaletto (Vicenza)|Ospedaletto]] ====
[[File:ChiesaVicenza - frazione Anconetta -1 chiesa della Madonna del Rosario.jpg|thumb|left|Chiesa dell'Immacolata di Lourdes]]
[[File:Anconetta-1.jpg|thumb|Anconetta e Ospedaletto]]
La frazione di [[Anconetta]] si sviluppa lungo la SS 53 "Postumia", è delimitata dalla [[Ferrovia Vicenza-Schio]] a ovest e dalla frazione di Ospedaletto a est.
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Il [[Quartiere San Bortolo (Vicenza)|quartiere di San Bortolo]] e il quartiere Italia sono sostanzialmente uniti e così delimitati: a est dall'[[Astichello (fiume)|Astichello]], a sud da viale Bartolomeo D'Alviano che costeggia i resti delle fortificazioni veneziane del Quattrocento, a ovest dal [[Bacchiglione]], a nord da zone di campagna, in parte occupate dalla [[Caserma Ederle#Costruzione della seconda base Del Din|base militare americana Del Din]] e dal nuovo Parco della Pace di Vicenza. Formalmente sono separati da via Durando che, dopo piazzetta Gioia, continua con via Sant'Antonino.
 
[[Laghetto (Vicenza)|Laghetto]]. Rimasto zona completamente agricola fino al 1968, con un paio di ville e alcune fattorie, fu poi urbanizzato con la costruzione di una zona P.E.E.P. (Piano di Edilizia Economica Popolare), che venne completamente realizzata nel corso di un quinquennio, compresa la costruzione di strade, infrastrutture, scuole e una nuova chiesa. Il nuovo quartiere fu concepito come residenziale, mentre nella zona abitata in precedenza si sono sviluppate nuove piccole fabbriche e laboratori<ref name="cita|Cera, 1986|pp. 29-35">{{cita|Cera, 1986|pp. 29-35}}</ref>.
 
[[Polegge]] è l'abitato più settentrionale del territorio comunate, al confine con [[Caldogno]] (frazioni di Cresole e di Rettorgole), [[Dueville]] (frazione di [[Vivaro (Dueville)|Vivaro]]) e [[Monticello Conte Otto]] (frazione di [[Cavazzale]]) e, in quanto zona periferica, ha mantenuto l'originale carattere residenziale e agricolo.
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La zona rimase completamente agricola fino al 1968, con un paio di ville e alcune fattorie, attraversata per tutta la lunghezza dalla Roggia del Trissino. Le abitazioni erano poste lungo la strada Marosticana e tra questa e il fiume [[Astichello (fiume)|Astichello]].
 
Nel 1966 il Comune di Vicenza progettò l'urbanizzazione della zona, con la costruzione di una zona P.E.E.P. che venne completamente realizzata nel corso di un quinquennio, compresa la costruzione di strade, infrastrutture, scuole e una chiesa. Il nuovo quartiere fu concepito come residenziale, mentre nella zona abitata in precedenza si svilupparono nuove piccole fabbriche e laboratori<ref>{{ name="cita|Cera, 1986|pp. 29-35}}<"/ref>. Alle strade vennero dati i nomi di laghi italiani.
 
Nel quartiere vi sono la sede della circoscrizione 5, la scuola media "G. Ghirotti", il palasport "Palalaghetto" e la [[biblioteca]] di zona; vi è anche un parco giochi molto esteso e l'inizio di una pista ciclabile che porta verso [[Polegge]].
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[[File:Viale Mazzini-3.jpg|thumb|left|Borgo Santa Croce]]
[[File:Borgo S Croce-1.jpg|thumb|Borgo Santa Croce e viale Trento]]
Il borgo (suburbano) nacque già alla fine del Trecento, dopo la costruzione delle mura scaligere occidentali, fuori della porta Santa Croce.
 
E' costituito dall'agglomerato di case che costeggiano l'ultimo tratto di viale Mazzini e tutto viale Trento fino all'incrocio con la circonvallazione esterna. L'area è delimitata a nord e ad est dal Bacchiglione, a sud da via dei Cappuccini e ad ovest dal quartiere delle Cattane.
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[[File:Villaggio del Sole-1.jpg|thumb|Villaggio del Sole e della Produttività]]
 
Il "Villaggio del Sole" è sorto ai primi [[anni 1960|anni sessanta]] grazie al ''Piano Case'' dell'[[INA-Casa|INA]], premio In-Arch 1962, su terreno venduto dal Comune a sud del Monte Crocetta. La caratteristica del quartiere è la costruzione "a biscia" dei lunghi caseggiati che danno un andamento sinuoso anche alle stesse strade; la dotazione di verde, che caratterizza ogni edificio, attribuisce inoltre al quartiere una dimensione armoniosa.
 
Il nome deriva dal fatto che, tra le due guerre, qui era attivo un piccolo centro elioterapico detto "Casa del sole" presso la sei-settecentesca Villa Rota Barbieri, con la torre quattrocentesca; struttura che, dopo aver ospitato le scuole elementari, quindi gli sfollati del Polesine e infine la scuola materna, è ritornata a funzionare diventando un centro diurno riabilitativo per malati di [[Alzheimer]].
 
Il quartiere ospita la [[biblioteca]] di zona e il [[mercato]] settimanale. La parrocchia è dedicata a [[San Carlo Borromeo]] e la relativa [[Villaggio del Sole#La chiesa a tenda|chiesa]], sorta negli anni sessanta, ha la forma di una tenda, a simboleggiare il peregrinare del popolo di Dio sulla terra.
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[[File:Maddalene sorgenti Seriola-11a.jpg|thumb|Sorgenti della [[Roggia Seriola]] a Maddalene]]
 
Viale Pasubio è il nome dato alla strada Statale 46, già Nazionale [[Pian delle Fugazze]], già Provinciale della [[Vallarsa]] e prima ancora Strada Tirolese; la parte che va dall'Albera, presso l'incrocio con la circonvallazione esterna, fino a Moracchino, al confine con il territorio comunale di Costabissara, è lungo circa 3 &nbsp;km.
 
Il primo abitato è quello dell'Albera, che ha preso il nome da un grande pioppo (''populus alba'') che sorgeva a lato della strada vicino a un'omonima osteria campestre. Il secondo era chiamato Capitello, dal nome del tabernacolo posto all'incrocio con la strada della Lobia.
 
Intorno a Capitello a partire dai primi [[anni 1980|anni ottanta del Novecento]] ha avuto un considerevole sviluppo edilizio il quartiere Villaggio P.E.E.P. delle Maddalene, che conta una popolazione di oltre 3.000 abitanti. Al centro di esso la chiesa parrocchiale, dedicata a San Giuseppe.
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==== Viale Mazzini e "Vicenza nuova" ====
[[File:Viale Mazzini-4.jpg|thumb|left|Viale Mazzini]]
Larga arteria di circa 1 &nbsp;km. che va dall'incrocio con corso San Felice fino a Porta Santa Croce. Il primo tratto, fino alla traversale di via Carlo Cattaneo, fu costruito nel 1909 per proseguire il tronco di viale Milano, il secondo corre per quasi tutta la sua estensione lungo le mura scaligere, dalle quali è separata dal prato che copre l'area in cui fino agli anni sessanta scorreva la [[roggia Seriola]].
 
La prima area di terreno a ovest del viale - compresa tra le vie Cattaneo, Saudino e Cairoli - un tempo si chiamava "contrada del Camposanto", perché a fine Settecento vi era stato costruito un cimitero cittadino, che però fu soppresso nel 1815 perché una falda acquifera a poca profondità impediva le inumazioni.
 
Più avanti il terreno - ora compreso tra viale Milano e le vie Cairoli, dei Mille, Manara e dei Cappuccini fino al piazzale Tiro a segno - era privo di case e con poche vie campestri, chiamato "contrada Campo di Gallo". Nel Novecento su quest'area si insediarono alcuni complessi industriali, come la Montecatini poi Montedison, la fonderia Geisler poi Gresele e, al di là della via dei Cappuccini, l'azienda farmaceutica Zambon; ma soprattutto fu creata una rete di strade trasversali, in cui sorse una zona densamente popolata di abitazioni, tanto che il nuovo quartiere ebbe l'appellativo di "Vicenza nuova"<ref>{{cita|Giarolli, 1967|pp. 73, 252, 596}}</ref>.
 
Nella seconda metà del Novecento, smantellati gli impianti industriali, su quest'area sono stati costruiti grandi edifici tra i quali, nell'ordine: un supermercato, il [[Teatro comunale Città di Vicenza]] con il suo grande parcheggio, la sede della [[Banca Popolare di Vicenza]] (ora [[Intesa Sanpaolo]]) nella laterale via Btg. Framarin, vari complessi di servizi commerciali e sanitari, il palazzo della [[Questura|questura]].
 
==== Quartieri di Santa Bertilla e delle Cattane ====
[[File:Santa Bertilla-2.jpg|thumb|left|Chiesa parrocchiale di Santa Bertilla Boscardin]]
[[File:Santa Bertilla map.jpg|thumb|Santa Bertilla - Cattane]]
Si possono considerare i quartieri più vasti e più popolati della zona, caratterizzati da un tessuto sociale eterogeneo.
 
Il quartiere di [[Santa Maria Bertilla Boscardin|Santa Bertilla]], subito a ovest di quello precedente aggregato a viale Mazzini, si sviluppa intorno all'incrocio delle quattro ampie strade Divisione Julia, Legione Antonini, Battaglione Val Leogra e Pecori Giraldi. Presso quest'incrocio è stata costruita la chiesa parrocchiale di Santa Bertilla, parrocchia che ha contribuito alla coesione sociale della comunità di quartiere.
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La parte più antica di questa zona è costituita dal Borgo San Felice, sempre rimasto suburbano perché la cinta muraria altomedievale non fu mai inglobata in una più esterna, come invece prevedevano diversi progetti veneziani del Cinquecento.
 
Fino ai primi del Novecento tutta la zona, più ad ovest del borgo e lungo l'antica via Postumia che portava a Verona, apparteneva alla "coltura dei Santi Felice e Fortunato", vasta area di campagna<ref name="cita|Giarolli, 1955|p. 463">{{cita|Giarolli, 1955|p. 463}}</ref>.
 
In questo secolo la città si è ulteriormente espansa fino alla tangenziale ovest e oltre. I quartieri sono quelli di Viale Verona, di San Lazzaro, dei Pomari.
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==== Borgo San Felice ====
[[File:Basilica dei Santi Felice e Fortunato (Vicenza).jpg|thumb|left|Basilica dei Santi Felice e Fortunato]]
E' formato dagli aggregati di edifici posti a entrambi i lati del corso dei Santi Felice e Fortunato - lungo circa 1 &nbsp;km. - che esce da Porta Castello e, dopo aver attraversato la circonvallazione interna (formata da viale Milano e viale Mazzini) continua fino alla trasversale sinistra di via D'Annunzio, per poi proseguire con la denominazione di viale Verona.
 
Con una delibera del consiglio comunale del 1911 l'antico termine di "borgo" venne mutato in quello di "corso".
 
TuttoAl giorno d'oggi San Felice è un quartiere molto abitato, con stabili nuovi o rinnovati nel Novecento. Parrocchia di San Felice.
 
Luoghi interessanti del borgo sono: i [[Giardini Salvi]], l'ex [[Chiese altomedievali di Vicenza#Le tre chiese in Borgo San Felice: San Bovo (o della Misericordia), San Nicolò e San Martino|chiesetta di San Bovo]], la [[Basilica dei Santi Felice e Fortunato]], la facciata barocca dell'Istituto Piovene che ha occupato gli edifici del vecchio monastero, gli stabili e il parco interno dell'ex Istituto Psichiatrico Provinciale, ora sede di servizi sociali e sanitari dell'Ulss 6.
 
==== Viale Verona, Quartiere San Lazzaro, Pomari ====
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==== Ponte Alto e Olmo ====
Qualche centinaio di metri dopo aver superato il sottopasso della tangenziale ovest, la strada Padana Superiore riceve prima il nome di via Ponte Storto e poi di via Olmo, separando il comune di [[Creazzo]] a nord da quello di Vicenza (che finisce al ponte sul Retrone) a sud.
 
Tra questa strada e la ferrovia Venezia-Milano si trova una fila di costruzioni, soprattutto di negozi e di attività artigianali. La vecchia denominazione del primo tratto era quella di Ponte Alto, del secondo resta quella di Olmo.
 
=== A sud ovest tra la ferrovia e i Colli Berici ===
Fino a metà dell'Ottocento tutta la zona, a meridione della strada che portava a Verona, apparteneva alla parte meridionale della "coltura dei Santi Felice e Fortunato", vasta area di campagna a sud-ovest della città<ref>{{ name="cita|Giarolli, 1955|p. 463}}<"/ref>. Dopo che nel 1849 fu costruita la linea ferroviaria Vicenza-Verona, essa restò piuttosto separata dal resto della città, avendo accesso solo da piazzale Santa Libera. Vi fanno parte:
* la zona di Gogna
* il quartiere dei Ferrovieri
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[[File:Gogna.jpg|thumb|Mappa della Zona di Gogna)]]
[[File:San Giorgio facciata.jpg|thumb|left|Chiesa di San Giorgio in Gogna]]
L'ampia zona verde collinare e di campagna, con poche abitazioni, è delimitata a est da [[Monte Berico]], a sud dall'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]], a ovest e a nord dal fiume Retrone.
 
E' percorsa nella parte settentrionale da viale Arnaldo Fusinato e poi, in tutta la sua lunghezza, dalla strada di Gogna, che inizia a poche decine di metri dall'antica [[Chiesa di San Giorgio in Gogna|chiesa di San Giorgio]] e si dirige verso sud, per 2/3 asfaltata e per l'ultimo terzo sterrata per unirsi infine, dopo il sottopasso dell'A4, a un'altra strada campestre che porta alla [[Chiesa di Sant'Agostino (Vicenza)|chiesa di Sant'Agostino]].
 
La chiesa di San Giorgio in Gogna è una delle più antiche chiese della città, sicuramente anteriore all'[[anno mille]]; un [[Privilegio (diritto comune)|privilegio]] del [[983]]<ref>{{Cita|Mantese, 1952| p. 149}}</ref> attesta che il vescovo Rodolfo la assegnò ai [[benedettini]] dell'[[Basilica dei Santi Felice e Fortunato|abbazia dei Santi Felice e Fortunato]] con l'obiettivo di [[bonifica idraulica|bonifica]]re la zona paludosa. La denominazione di "Gogna" deriva dal fatto che, nel Cinquecento, per qualche tempo la chiesa di San Giorgio, una delle più antiche della città, fu destinata a prigione.
 
==== Quartiere dei Ferrovieri ====
[[File:Ferrovieri Z. Industriale map.jpg|thumb|Ferrovieri e Zona Industriale]]
[[File:Ferrovieri-1.jpg|thumb|left|Case popolari in Zona Ferrovieri]]
Il quartiere - un tempo aperta campagna e chiamato "Riva alta" dagli argini del vicino fiume [[Retrone]] - è situato a [[sud]]-[[ovest]] della città, tra la [[ferrovia Milano-Venezia]] e questo corso d'acqua.
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] il quartiere (all'epoca composto solo dalle case dei ferrovieri) venne utilizzato come caserma dall'[[Regio Esercito|esercito]]. La zona si sviluppò ulteriormente tra le due guerre con l'apertura del [[Lanificio Rossi]], assumendo uno spiccato carattere operaio e popolare, fino ad arrivare ai recenti ampliamenti residenziali degli anni novanta.
 
Il nome ufficiale, dato nel gennaio 1936, fu "Quartiere Martiri della Patria"<ref>{{cita|Giarolli, 1955| p. 245}}</ref> - molte delle vie del rione sono infatti dedicate a decorati al [[valor militare]]) - ma il fatto che i primi abitanti furono gli operai del vicino "arsenale" ([[Officine Grandi Riparazioni]]) delle [[Ferrovie dello Stato]] ospitati nelle case popolari appositamente edificate per loro (i "Casermoni"), battezzò spontanemanete il quartiere come "Ferrovieri".
 
Il quartiere è sede della circoscrizione 7 e in esso è presente il [[Retrone #Parco Retrone|Parco Retrone]]. La parrocchia, costituita nel 1959, è dedicata a [[Sant'Antonio da Padova]]; la chiesa ad esso dedicata fu inaugurata nel 1966.
 
==== Zona Industriale Vicenza Ovest ====
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[[File:Sant'Agostino map.jpg|thumb|Frazione di Sant'Agostino]]
 
La zona si estende tutta sul lato orientale di viale Sant'Agostino, lungo 2,5 &nbsp;km., che inizia davanti alla chiesa di Sant'Antonio, ancora nel quartiere dei Ferrovieri e arriva sino al confine del territorio comunale.
 
A qualche centinaio di metri dall'inizio del viale negli anni settanta-ottanta è stata creata una Zona PEEP con l'omonima denominazione. Dietro ad essa, lungo il fiume, si estende il grande [[Retrone#Parco Retrone|Parco del Retrone]], terzo parco della città per estensione (40.000&nbsp;m²); ricco di giovani alberi (il parco è stato istituito nel 1997), cespugli fioriti e spazi per lo sport (pallavolo, calcio e canoa), è gestito dalla [[Legambiente]].
 
A circa metà del viale si stacca a sinistra la strada del Ponte del Quarelo (dal nome dialettale del mattone usato per la sua costruzione), con un gruppo di case coloniche. Poco dopo il viale passa sotto l'autostrada A4 e giunge all'ultimo piccolo abitato di vecchie case poste intorno all'[[Abbazia di Sant'Agostino (Vicenza)|abbazia di Sant'Agostino]].
 
Nela chiesa e nell piccolo monastero, costruiti verso la metà del Trecento nelle forme della transizione [[architettura romanica|romanico]]-[[architettura gotica|gotica]], si succedettero per alcuni decenni vari ordini monastici, poi vennero abbandonati perché situati in zona acquitrinosa e malsana. In seguito ai radicali restauri del Novecento, che hanno demolito le sovrastrutture barocche, la chiesa può essere vista nella sua struttura originaria, vasta ed ariosa, che richiama lo schema basilicale nel gotico veneto.
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* {{cita libro|titolo=Cartografia e immagini di Vicenza cinquecentesca e palladiana|autore=Franco Barbieri|editore= Collana Carnet del turista (E.P.T.), Tip. Rumor|città=Vicenza|anno= 1980|cid= Barbieri, 1980}}
* {{cita libro|autore=Franco Barbieri|autore2= Renato Cevese|titolo=Vicenza, ritratto di una città|ISBN=88-900990-7-0|editore= Angelo Colla editore|città=Vicenza|anno=2004|cid=Barbieri, 2004}}
* {{cita libro|url=http://www.vicenzaforumcenter.it/pubblicazioni/pagina49.html|titolo=Vicenza: la cinta murata, 'Forma urbis' ''|autore=Franco Barbieri|editore=Ufficio Unesco del Comune di Vicenza|città=Vicenza|anno=2011|cid=Barbieri, 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130814071137/http://www.vicenzaforumcenter.it/pubblicazioni/pagina49.html|dataarchivio=14 agosto 2013}}
* {{cita libro|titolo=Memorie storiche di Laghetto e del grande Lago Pusterla|autore=Umberto Cera|editore=Tip. Rumor|città=Vicenza|anno=1986|cid= Cera, 1986}}
* {{cita libro|titolo=Vicenza, la città incompiuta|autore=Pino Dato e Fulvio Rebesani|id=|editore=Dedalus|città=Vicenza|anno=1999|cid= Dato, 1999}}
* {{cita libro|titolo=Vicenza nella sua toponomastica stradale|autore= Giambattista Giarolli |editore= Scuola Tip. San Gaetano|città=Vicenza|anno=1955|cid= Giarolli, 1955}}
* {{cita libro|titolo=I nomi delle nuove vie del Comune di Vicenza|autore= Giambattista Giarolli |id=|editore= Tipografia Commerciale Giuliani|città=Vicenza|anno=1967|cid= Giarolli, 1967}}
* Daniele Meledandri, ''Vicenza nuova: La difficoltà della scena urbana'', in ''Storia di Vicenza IV/2, L'Età contemporanea'', Neri Pozza editore, 1990
* Ugo Soragni, ''Architettura e società dall'Ottocento al nuovo secolo: Palladianisti e ingegneri (1848-1915)'', in ''Storia di Vicenza IV/2, L'Età contemporanea'', Neri Pozza editore, 1990