Villa Arduino: differenze tra le versioni

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'''Villa Arduino''' (nota anche come '''Palazzotto Arduino''') è un edificio storico di [[Torino]], considerato uno dei più interessanti esempi di residenza civile in [[Architettura neogotica|stile neogotico]] presenti nel capoluogo piemontese.<ref>{{Cita|L. Re, 1969|p. 317}}</ref>
 
Compresa nel quartiere [[Parella]], ''Villa Arduino'' sorge in una zona prettamente residenziale del capoluogo piemontese. Essa è considerata uno degli esempi più recenti di gusto eclettico e neogotico presenti in città.<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref>
 
== Storia ==
Tra l'Ottocento e il Novecento Torino fu epicentro di un'intensa attività edilizia prevalentemente orientata allo stile [[Liberty a Torino|Liberty]]. Parallelamente al naturalismo esasperato di questo stile si sviluppò la corrente del [[Neogotico]] di cui, oltre alla [[Chiesa di Gesù Nazareno (Torino)|chiesa di ''Gesù Nazareno'']], gli esempi più eminenti di tale contaminazione in città sono alcune residenze private del quartiere Crocetta, della collina e la celebre [[Casa della Vittoria]] che sorse nel vicino corso Francia nel 1924.
 
Nel [[1928]] il cavalier [[Giuseppe Arduino]], ambizioso imprenditore edìle torinese, ebbe l'idea di commissionare all’architetto [[Paolo Napione]]<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref> un edificio adatto a ospitare la sede della sua azienda e, contemporaneamente, la sua dimora. Nacque così il progetto di ''Villa Arduino'', considerata uno degli ultimi esempi di gusto eclettico e neogotico a fronte dell’incalzante incedere dell’architettura razionalista che ha caratterizzato il ventennio compreso tra gli anni trenta e gli anni quaranta del Novecento.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-16}}.</ref>
L'edificio, fortemente voluto dal cavalier Arduino, fu realizzato su uno dei lotti di terreno di sua proprietà, un appezzamento oltre l’agglomerato urbano dell’epoca e adiacente ai vari altri limitrofi in cui, negli anni successivi, sorsero gli edifici condominiali pluripiano in chiaro stile razionalista realizzati proprio dalla stessa impresa edìle del cavalier Arduino.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 12-16}}.</ref>
 
Nel corso dei decenni successivi ''Villa Arduino'' è stata erroneamente identificata come la residenza di [[Erminio Macario]], il celebre attore comico piemontese nato nel 1902 nel vicino borgo San Donato. Tuttavia questa diceria è stata smentita ufficialmente molte volte poiché priva di fondamento; il noto attore, infatti, abitò in un grande appartamento in via Santa Teresa 10, proprio sopra il teatro che aveva fatto costruire per mettere in scena alcuni suoi spettacoli di varietà. Un’altra diceria assai comune vorrebbe che Macario abbia abitato poco distante, presso ''Villa Gibellino'' nella vicina via Sismonda, ma anche questa notizia non è attendibile. L’unico ospite illustre che ha risieduto nella zona pare essere stato [[Nostradamus]], che secondo alcune testimonianze storiche sembra aver abitato tra il 1556 e il 1562 presso la cosiddetta ''Domus Victoria'', in seguito ribattezzata ''Cascina Morozzo'' ma demolita negli anni sessanta del Novecento.<ref>{{Cita|G. M. Ferretto, 2001|pp. 18-21}}.</ref>
 
Nel corso degli anni ''Villa Arduino'' ha avuto più proprietari e attualmente è una residenza privata.
Dal 2010 l’edificio è sottoposto a provvedimento di tutela ai sensi del codice dei Beni Culturali con D.D.R. 27/10/2008.
 
== Caratteristiche ==
L'edificio si sviluppa su quattro piani fuori terra e sorge sull'asse di [[corso Lecce]], in corrispondenza dell’incrocio con via Michele Lessona.
''Villa Arduino'', che nel progetto originario presentava facciate più movimentate, sfrutta strategicamente la posizione angolare per farne il suo imponente ingresso padronale composto da un primo volume che avanza sino a filo strada e ingloba un portale di ingresso caratterizzato da due archi laterali che fiancheggiano un grande arco a tutto sesto che conduce all'ingresso principale dell'edificio. Esso è sormontato da un terrazzo al primo piano con balaustra in litocemento e dal volume principale più caratterizzante, ovvero una torre dai chiari stilemi neogotici e un loggiato costituito da un'ampia trifora con archi a tutto sesto e colonne binate.<ref>{{Cita|AA.VV. 1928|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|M. L. Pistoi, 1969|pp. 21-23}}.</ref>
Attorno a questo principale corpo angolare si articolano le due ali laterali dell’edificio, le cui facciate sono interamente percorse da un ciclo di affreschi, nonché da un ricco apparato decorativo di bugnato, elementi fitomorfi, zoomorfi, allegorie e riferimenti araldici realizzati in litocemento.<ref>{{Cita|B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|pp. 11-16}}.</ref>
 
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=AA. VV., 1928-1929|titolo=Guida di Torino|editore=Paravia|città=Torino|anno=1928|ISBN=<!--|cid=AA.VV. 1928-->|cid=AA.VV. 1928}}
 
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Beni culturali ambientali nel Comune di Torino|editore=Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino|città=Torino|anno=1984|ISBN=no|cid=AA.VV., 1984}}
 
* {{cita libro|autore=B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017|titolo=Torino Liberty. 10 passeggiate nei quartieri della città.|editore=Edizioni del Capricorno|città=Torino|anno=2017|ISBN=978-88-7707-327-3<!--|cid=B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017-->|cid=B. Coda N., R. Fraternali, C. L. Ostorero, 2017}}
 
* {{cita libro|autore=M. Leva Pistoi|titolo=Mezzo secolo di architettura 1865-1915. Dalle suggestioni post-risorgimentali ai fermenti del nuovo secolo|editore=Tipografia Torinese|città=Torino|anno=1969|ISBN=no|cid=M. L. Pistoi, 1969}}
 
* {{cita libro|autore=G. M. Ferretto|titolo=Dante e Nostradamus. L'enigma della lapide di Torino|editore=Edizioni G.M.F.|città=Treviso|anno=2001|ISBN=|cid=G. M. Ferretto, 2001}}