Quartiere San Leonardo (Teramo): differenze tra le versioni

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== Cenni storici ==
[[File:Meisner Teramo Interamna in Italia.jpg|thumb|left|360pxupright=1.6|Mappa storica di Teramo del 1627]]
Il quartiere è uno dei più antichi di Teramo, già esistente all'epoca romana di ''Interamnia Praetutiorum'', come dimostrano i vari resti di "domus" romane patrizie, con i relativi mosaici, tra i quali quello del Leone, nonché il bastione della Torre Bruciata, poi divenuto campanile della primitiva Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. Con l'avvento del [[Medioevo]], il quartiere si popolò sempre di più, divenendo il centro pulsante della vita religiosa teramana, con la fondazione della chiesa di San Getulio, poi Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. Oggi di questo complesso rimangono solo la [[chiesa di Sant'Anna dei Pompetti]], che all'epoca del XII secolo era una cappella del primo Duomo, e la [[Torre Bruciata (Teramo)|Torre Bruciata]].
 
''Sancta Maria Aprutiensis'' era sorta in epoca bizantina (VI secolo) sopra un tempio romano, e fu distrutta da un incendio provocato dal saccheggio di [[Roberto III di Loritello]] nel [[1156]]. Della chiesa restano le arcate romaniche in mattoni, il presbiterio con dei resti romani inglobati, e un triforio con coppia di colonne di marmo, e relativi capitelli corinzi. All'interno si trovano le spoglie di San Berardo vescovo, patrono di Teramo, rimaste intatte dal saccheggio; il pavimento della chiesa di Sant'Anna è romano con mosaico d'epoca repubblicana, protetto da lastroni di vetro.
 
[[File:Largo Melatini and Chiesa Di Sant'Antonio, Teramo, Italy - 20090729.jpg|thumb|260pxupright=1.2|Largo Melatini e chiesa di Sant'Antonio di Padova]]
 
Dell'epoca romana in largo Sant'Anna, si trova una fastosa villa, accanto la chiesa, del I secolo a.C., con ampio peristilio con colonne. L'impluvium per la raccolta dell'acqua piovana è decentrata rispetto al peristilio sui cui si affacciano tre ambienti affiancati. Quello centrale è maggiore, il pavimento in ''opus spicatum'' è in mosaico bianco, con fascia perimetrale nera, i muri conservano intonaci decorati con leggere campiture geometriche sul fondo bianco, al cui centro ci sono motivi vegetali in rilievo.<br/>L'ambiente settentrionale ha l'ingresso verso l'esterno, ha il pavimento in cocciopesto con tessere bianche a forma di rombi. Gli intonaci sono dipinti a fondo rosso, con campiture geometriche e decorazioni vegetali, l'ambiente meridionale, il cui muro esterno è stato successivamente riutilizzato come fondazione della Cattedrale, reca anch'esso una soglia di pietra che immette al peristilio.
 
La Torre Bruciata è un bastione romano del II secolo a.C., addossata alla chiesa di Sant'Anna, con basamento quadrato, mura possenti, alta 10 metri. Usata come torre campanaria della vecchia cattedrale, reca ancora i segni dell'incendio di Roberto di Loritello.
[[File:Corso vecchio e Duomo - panoramio.jpg|thumb|280pxupright=1.3|Corso Cerulli con a sinistra il Palazzo Castelli e a destra i portici Savini]]
La ricostruzione di Teramo, nonostante la distruzione dei Normanni, fu molto veloce, e già ad esempio per volere del vescovo Guido II nel 1158 il nuovo [[Duomo di Teramo|Duomo di Santa Maria Assunta]] veniva consacrato solennemente, in posizione diversa dall'antica cattedrale, nella Piazza del Mercato, accanto al nuovo Episcopio, edificato a mo' di fortino protettivo. Nel [[XIII secolo]] il quartiere, come la città tutta, fu controllata dai vescovi Aprutini, tra i quali spicca [[Niccolò degli Arcioni]]. Nel secolo successivo il quartiere divenne roccaforte della famiglia [[Melatino]], che nel 1372 costruì la dimora gentilizia, ancora oggi esistente. I Melatino amministrarono la città per molti anni, e nel XV secolo, con l'arrivo della famiglia [[Acquaviva]] di [[Atri]], scatenò numerose rivolte, tra le quali la congiura del 1407 ai danni di Andrea Matteo Acquaviva.
 
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*[[Chiesa di Santa Caterina (Teramo)|Chiesa di Santa Caterina]]: si trova lungo il Corso Cerulli, e risale al [[XV secolo]]. La facciata è realizzata con pietre non lavorate, presentando un portale ogivale sovrastato da finestra a monofora. Sono inseriti inoltre alcuni elementi di reimpiego come una colonna romana con fusto decorato da foglie, due blocchi con simboli. Tali epigrafi in carattere gotico, recano simboli diversi: la prima a sinistra del portale ha una ruota dentata a otto raggi con l'iniziale S di "sanctus", riferibile al martirio di [[Santa Caterina d'Alessandria]], la seconda sopra il portale reca il simbolo dell'incudine e martello, con l'iniziale S (sempre sanctus) e G (dal santo Getulio).<ref>{{Cita web|url=http://www.teramoculturale.it/index.php?id=20&itemid=351/|titolo=Chiesa di S. Caterina}}</ref>Il blocco è riferibile alle case San Getulio, contigue alla chiesa, ossia alle fabbriche annesse alla vecchia cattedrale dopo la sua distruzione. L'interno è a navata unica, con soffitto ligneo settecentesco, e di interesse si conservano il simbolo del martirio di Santa Caterina in legno, e statue votive.
 
[[File:Chiesa di San Luca - Teramo.jpg|thumb|250px|Chiesa di San Luca]]
*[[Chiesa di San Luca (Teramo)|Chiesa di San Luca]]: la chiesetta si trova lungo via San Getulio, costruita nel tardo Trecento, e conserva ancora l'architettura originale: murature in pietrame non lavorato, in ''opus mixtum'', con rari elementi di laterizio. L'interno è a navata unica, con piccolo portale d'ingresso definito da grossi conci di pietra e architrave piano, sorretto da mensole arcuate. Sopra il portale è in opera una lastra con un toro alato, simbolo di [[San Luca]], datato 1380. Nella chiesa sono conservati alcuni oggetti di pregio, un'acquasantiera barocca poggiante sul rocchio di colonna romana, con vasca polilobata recante al centro una rosa a petali, ancora un altarino in legno dorato del Settecento con al centro una tela di San Luca che dipinge l'apparizione della Madonna; infine una modesta tela della Vergine col Bambino tra angeli, con un paesaggio campestre.
 
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*Portici medievali di Corso de Michetti: costituivano fino agli anni '60 una serie di case rinascimentali con il classico portico, sulla scia delle abitazioni toscane e bolognesi. Oggi resta solo il portico con arcate ogivali in ''opus mixtum'', poiché il resto è stato scelleratamente abbattuto nel piano di "modernizzazione" della città operato dalla giunta comunale degli anni '50-'60 di [[Carino Gambacorta]].
 
[[File:Teramo - Casa dei Melatino.jpg|thumb|250px|Casa Melatino]]
*[[Casa dei Melatino]]: il palazzo è uno degli edifici civili più anjtichi e interessanti della città, della famiglia Melatino, che si occupò della ricostruzione del quartiere dopo la distruzione di Roberto di Loritello. L'acquisto e il restauro del Palazzo Melatini da parte della Fondazione Tercasi ha permesso di rendere fruibile l'edificio attraverso la creazione di spazi museali finalizzati alla sistemazione e alla valorizzazione delle maioliche di [[Castelli (Italia)|Castelli]]. L'edificazione del primo nucleo abitativo sempre risalire al 1232, successivamente furono effettuati altri interventi, come è evidente dalla stratigrafia muraria sopravvissuta. Attualmente il palazzo ha solo una facciata a vista, oltre a quella interna che guarda sul giardino, mentre sui lati sono addossati altri palazzi. In facciata le tracce delle colonne in laterizio, di archi ogivali, anch'essi in laterizio, sono la testimonianza della presenza di un antico portico prospiciente la piazza, secondo il modello tipico dei porticati teramani. Le finestre in serie potrebbero essere coeve e costituire l'indizio di un rifacimento della facciata, avvenuto forse nel periodo rinascimentale. Alcune finestre presnetano la singolarità di avere una colonnina divisoria centrale, ossia essere bifore. Una finestra ha la colonnina ottagonale che poggia una base, da cui sporge un volto umano che regge il capitello ornato da una sere di fiori a quattro petali, e foglie lanceolate. Altre colonnine sono decorate da volti barbuti maschili o femminili, da un corpo serpentiforme che si avvolge lungo il fusto e da basi modellate in maniera antropomorfa.
 
[[File:TorreBruciata.JPG|thumb|180pxupright=0.8|Torre Bruciata]]
*[[Torre Bruciata (Teramo)|Torre Bruciata]]: fa parte del complesso di Sant'Anna dei Pompetti. Si tratta di un bastione romano del II secolo a.C., poi trasformato in campanile della vecchia cattedrale di Santa Maria Aprutiensis, alta 10 metri, con mura possenti che la circondano. L'appellativo "bruciata" proviene dalle vistose parti ancora in nero che risalgono alla distruzione di Roberto di Loritello.
[[File:Arco di Porta Melatina (da Via Aurelio Saliceti) 1.jpg|thumb|Ex ospedale psichiatrico, con l'arco di Porta Melatina]]
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la scelta di occuparsi dei malati mentali, attraverso la creazione di una struttura per accoglie i dementi, fu assolutamente strategica per la Congregazione della Carità, e ben presto affluirono all'ospedale uomini, donne e bambini allontanati dalle famiglie, e anche dagli altri ospedali della regione. Sul finire dell'800 le condizioni di vita della popolazione abruzzese, quella teramana soprattutto, erano assai precarie: malnutrizione, alta mortalità infantile, alloggi insalubri e carenze igienico sanitarie. L'ospedale disponeva della sala per l'accoglienza di 20 persone, ma già nel 1893 l'ingresso numeroso di altri pazienti fece lievitare gli internati a 203 unità. L'opera di ampliamento durò dal 1894 al 1900, con l'accorpamento di altri edifici limitrofi. La struttura si trova al confine delle mura nord, tra Porta delle Recluse e Porta Melatina, e si articola in un impianto rettangolare irregolare, che accorpa altre strutture minori al grande troncone. L'aspetto è quello severo e austero delle strutture ottocentesche d'educazione e di cura, con semplici divisioni in cornici, e finestre ogivali, che accennano a un vago stile neogotico. L'ospedale, chiuso nel 19908, è rimasto per anni abbandonato, fino a un progetto di recupero iniziato nel 2017.
 
[[File:Teramo porta Madonna.jpg|thumb|180pxupright=0.8|Antica immagine di Porta Madonna]]
*Porta Reale o Porta Madonna: si trova allo sbocco ad est del Corso De Michetti, ed è una delle storiche porte di accesso al centro storico. Insieme a Porta Melatina si tratta di un arco onorario, e non di fortificazione, edificato nel 1925 in onore di [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] che visitò la città. L'arco si chiama anche Porta Madonna perché volge verso il santuario di Santa Maria delle Grazie, e fu costruito in maniera molto rozza e semplice, con un grande arco a tutto sesto sorretto da pilastri murari laterali. L'arco infatti, come si presenta oggi, è frutto di un restauro apportato durante il Ventennio, con dei blocchi di travertino, cui furono apposti dei fasci littori, successivamente rimossi.
Davanti l'ingresso dal Piazzale Madre Teresa, dove si trova il santuario, si trova una statua ritraente [[Giuseppe Garibaldi]] nelle vesti di condottiero.
 
[[File:PortaCittadinaTeramo.JPG|thumb|left|180pxupright=0.8|Porta Melatina]]
*Porta delle Recluse: è una porta realizzata agli inizi del '900, durante l'opera di ampliamento dell'ospedale psichiatrico. Si tratta di un grande arco a tutto sesto, dove venivano fatte passare le internate di sesso femminile nelle sale di degenza.
 
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=== Siti archeologici ===
[[File:Mosaico (Palazzo Savini, TE).jpg|thumb|260pxupright=1.2|Mosaico del Leone nella domus Savini]]
*[[Domus e mosaico del Leone]]: si trova sotto il Palazzo Savini, scoperta nel 1891. Si tratta di una dimora d'età tardo repubblicana, i resti permettono di leggere alcuni ambienti: l'atrio con pavimento mosaicato di piccole tessere bianche, sui cui sono distribuite scaglie di marmi policromi (''opus scutulatum''), al centro di questa stanza la vasca per la raccolta dell'acqua (impluvium), con pavimento in mattoncini disposti a spina di pesce (opus spicatum), segue la stanza di rappresentanza (tablinum) fiancheggiata da due piccoli corridoi, uno rivestito con tessere in marmo bianco e l'altro in cocciopesto. Il mosaico del tablino ricalca quelli ellenistici del II secolo a.C., l'emblema del [[leone]] è montato su una cassetta quadrata di travertino (54,5x54,5 cm) e realizzato con tessere minutissime. Il leone è colto nell'atto di azzannare un serpente, ed è incorniciato da una doppia treccia a calice e da una ricca ghirlanda di foglie, fiori e frutti, popolata da uccelli e retta agli angoli da quattro maschere teatrali, delle quali se ne conservano due. Il pavimento musico è costituito da un tappeto con 40 cassettoni prospettici dai molteplici colori campiti al centro da rosoni, fiori e corone d'alloro. Il soggetto dell'emblema trova confronti stringenti nelle case pompeiane ([[Casa del Fauno]]), sicché è ragionevole pensare che l'opera sia assai vicina allo stile campano.
 
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*Mosaico di Bacco: in via dei Mille, è molto simile al mosaico del Leone per lo stile molto elaborato, e risalirebbe al I secolo a.C. Il pavimento musivo è in tessere bianche e nere, e l'emblema raffigura [[Bacco]] al centro, coronato di pampini, e racchiuso in una doppia cornice con meandro interno. A differenza della domus del Leone, il mosaico di Bacco è stato realizzato contestualmente al resto del pavimento.
 
[[File:Teramo, Duomo e Teatro romano.jpg|thumb|280pxupright=1.3|Scorcio notturno del teatro romano e della torre del Duomo]]
*[[Teatro romano di Teramo]]: si trova nei presso di Piazza Orsini, e costituisce uno dei monumenti più rappresentativi della città Nel corso dei secoli i suoi resti furono inglobati nelle costruzioni civili della città, che furono smantellate nel 1926 per rendere il sito più fruibile e leggibile, anche se ancora oggi parte dell'orchestra e della cavea sono oscurati da delle costruzioni. Il primo archeologo che si interessò della struttura fu [[Francesco Savini]] (1900-1902). Il monumento fu innalzato nel settore occidentale della città, molto probabilmente all'interno delle mura, collocato all'ingresso lungo la via Caecilia; il piano originario si trovava a 2,50 metri sotto l'attuale piano di calpestio, dal corridoio perimetrale si dipartivano 21 settori radiali a cuneo. Le gradinate della cavea, che aveva un diametro di 28 metri, potevano accogliere tra le 2.600 e 4.500 persone, ed erano rette da una struttura in opera cementizia, con pietre di fiume nei paramenti, racchiusa in un doppio anello di pilastri in blocchi di travertino.<ref>{{Cita web|url=http://www.teramoculturale.it/index.php?id=20&itemid=240/|titolo=Teatro romano}}</ref>Vani radiali voltati a botte sorreggevano la summa cavea. Della cavea è stato scavato il tratto orientale, assieme a poco meno della metà del pulpitum (lungo 43 metri), che presenta un fronte rettilineo alto circa 1,30 metri, articolato in due nicchie rettangolari laterali, e tre circolari mediane.
[[File:Teatroromanoteramo.JPG|thumb|left|260pxupright=1.2|Il teatro romano]]
Per la costruzione fu usato il marmo, l'orchestra è pavimentata in marmo bianco, nel pulpitum nella decorazione della fonte scenica (lesene, piccoli capitelli e cornici), sono stati impiegati il marmo lunense e quello policromo. Sulla pavimentazione dell'orchestra è visibile una canaletta, probabilmente testimonia la presenza di una transenna; i frammenti decorativi architettonici nella frons scenae hanno consentito una parziale ricostruzione dell'angolo orientale della grande esedra centrale: lo spigolo è occupato da un semipilastro angolare di cui rimane parte superiore, con elaborato capitello corinzio. L'altezza totale del rivestimento architettonico è di 12 metri, ma non si esclude che ci fosse un secondo ordine tale da portate la scena alla stessa altezza del prospetto della cavea, secondo la tipica concezione del teatro romano. Le iscrizioni rinvenute testimoniano che il teatro fu costruito intorno al 22 d.C. durante il consolato di Lucio e Gaio Cesare
 
== Campo della Fiera - Domus "Madonna delle Grazie" ==
[[File:Teramo chiesa di Santa Maria delle Grazie.jpg|thumb|300pxupright=1.4|Il Campo della Fiera con il santuario in un'incisione ottocentesca]]
 
Si tratta di un'area storica posta fuori le mura di Porta Reale, al confine con i due rioni di Santa Maria a Bitetto e San Leonardo. Vi si svolgevano le fiere del mercato, specialmente durante le festività in onore della [[Madonna delle Grazie]], di cui esiste il santuario che domina tutta l'area. Un tempo zona pianeggiante dominata solo dalla presenza della chiesa con il complesso monastico femminile, nel corso del primo '900, e poi negli anni '60, l'area è stata colonizzata da varie costruzioni, che tuttavia non hanno stravolto troppo l'aspetto paesaggistico, dato che del verde è stato conservato nel grande Parco Ivan Graziani, con l'annesso parco archeologico "Madonna delle Grazie". Il sobborgo ospita i palazzi dell'Agenzia delle Entrate e del Tribunale Civile.
 
[[File:Santuario Teramo.jpg|thumb|250px|left|Il santuario oggi]]
*'''[[Santuario della Madonna delle Grazie (Teramo)|Santuario di Santa Maria delle Grazie]]''': il monastero femminile delle benedettine, intitolato a "Santa Maria delle Grazie", fu fondato nel [[XII secolo]] (anno 1154) dall'abate Teodino, e sorgeva fuori le mura. Il monastero inizialmente era intitolato a Sant'Angelo delle Donne, ma nel 1448 fu trasformato dai Frati Minori Osservanti, che lo ricostruirono quasi totalmente tra il 1460 e il 1470, conservando solo parte del chiostro. L'assetto attuale del santuario è frutto di una ristrutturazione molto corposa del 1892-900, opera di Cesare Mariani, che ha cambiato notevolmente l'aspetto sia esterno che interno della chiesa. In passato la facciata era romanica, a coronamento orizzontale, provvista di un portico a tre arcate, e di un oculo centrale, l'interno era barocco, così come il campanile. Il tutto è stato adattato alla maniera neogotica: all'interno sull'altare maggiore si conserva la statua lignea policroma della [[Madonna col Bambino]] (XV secolo), opera di Giovanni di Biasuccio, simile all'icona della Vergine nel [[santuario di Santa Maria dei Lumi]] a [[Civitella del Tronto]]. Pregevole è anche una croce processuale del 1563, insieme ad opere ex voto databili dal XV secolo in poi, come un rilievo argenteo con la scena della Natività, due calici seicenteschi napoletani. Il chiostro romanico-gotico rivela i segni dei vari rifacimenti, i bracci lunghi, scanditi da arcate a tutto sesto impostate su tozzi pilastri ottagonali, risalgono al Quattrocento, quelli brevi articolati ad arcate a sesto acuto sono invece del Trecento, mentre le copertura sono a volte a crociera. Nel refettorio del convento ci sono alcuni affreschi del 1637 che narrano la vita di [[Gesù]], di interesse il ritratto del Cristo vendemmiatore.
 
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== Piazze e strade ==
[[File:PiazzaSAnnaTe.jpg|thumb|260pxupright=1.2|Piazza Sant'Anna]]
*[[Piazza Sant'Anna]]: è il fulcro del quartiere, dove si trovano la [[chiesa di Sant'Anna dei Pompetti]], la domus romana e la Torre Bruciata.
*Corso Cerulli: è il corso principale che dal teatro romano porta verso Est fino a Porta Reale, spezzato da via Largo Melatini, e ripreso dal Corso De Michetti. Vi si trovano il Palazzo Savini e il Palazzo Castelli.