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Chiesa dei Santi Antonino e Fermo
Chiesa dei Santi Antonino e Fermo | |
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Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Rubbiano, frazione di Solignano |
Religione | cristiana cattolica di rito romano |
Titolare | santi Antonino e Fermo |
Inizio costruzione | 1619 |
Completamento | 1892 |
La chiesa dei Santi Antonino e Fermo è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche, situato in via Centro a Rubbiano, frazione di Solignano, in provincia di Parma.
Storia
Il luogo di culto originario fu costruito in epoca medievale, all'esterno delle mura del castello di Rubbiano;[1] fu menzionato per la prima volta nel 1028 nell'atto di donazione da parte di Ildegarda, figlia di Oddone il Salico, alla chiesa di San Pietro di Parma;[2] il tempio fu successivamente dedicato a sant'Antonino.[1]
Nel 1379 Antonio Sanvitale fu investito della chiesa e di tutte le sua pertinenze dall'abate di San Savino di Piacenza Giovanni Arcelli e dal priore di Sant'Antonino Bernardo Murmurolo, in cambio della realizzazione della copertura del luogo di culto e del restauro degli edifici annessi.[3]
Nei secoli seguenti il centro abitato fu riedificato più a valle, in corrispondenza della confluenza tra il fiume Taro e il torrente Ceno; nel 1619 nella località fu costruito un oratorio intitolato a sant'Agnese. Nel 1629 il tempio medievale, ormai in rovina, fu abbandonato, mentre la cappella fu ampliata e divenne la nuova sede parrocchiale.[1]
Nel 1892 il tempio fu ristrutturato e ancora allargato; nel corso dei lavori la facciata fu riedificata in forme neoclassiche.[1]
Tra il 1951 e il 1954 il campanile fu ricostruito nella porzione sommitale.[1]
Nel 1961 la chiesa fu interamente restaurata e parzialmente modificata sia negli interni che negli esterni.[1]
Descrizione
La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da una cappella per lato, con ingresso a nord e presbiterio a sud.[1]
La simmetrica facciata a capanna, interamente intonacata come il resto dell'edificio, è scandita verticalmente in tre parti da quattro lesene doriche che si elevano su un basamento in pietra; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso, delimitato da una cornice modanata e sormontato da un architrave in rilievo; più in alto si apre un finestrone a lunetta incorniciato; a coronamento si staglia un frontone triangolare con cornice in aggetto, al cui centro è posto un piccolo oculo; in sommità si elevano nel mezzo e alle estremità tre piccoli pinnacoli.[1]
Dal fianco libero destro aggetta il volume della cappella; al termine dello stesso lato si erge su tre ordini, scanditi da fasce marcapiano e decorati con lesene sugli spigoli, il campanile; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto; a coronamento si eleva oltre il cornicione un'alta guglia piramidale.[1]
All'interno la navata, coperta da una volta a botte lunettata ornata con affreschi, è suddivisa lateralmente da paraste doriche a sostegno del cornicione perimetrale modanato; le cappelle laterali, chiuse superiormente da volte a botte, si affacciano sull'aula attraverso ampie arcate a tutto sesto.[1]
Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale a tutto sesto, retto da paraste doriche; l'ambiente è coperto da una volta a botte lunettata, ornata con affreschi, di cui quello centrale raffigurante, all'interno di un medaglione, la Colomba dello Spirito Santo; nel mezzo è collocato l'altare maggiore a mensa in pietra, realizzato tra il 1970 e il 1980 e decorato con una formella in terracotta rappresentante Gesù Cristo; sulla sinistra è posto l'ambone in pietra coevo, ornato con una formella raffigurante un angelo, mentre sulla destra si trovano tre panchette nello stesso materiale.[1]
Note
Bibliografia
- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
Voci correlate
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Rubbiano (Solignano)
Rubbiano frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Parma |
Comune | Solignano |
Territorio | |
Abitanti | 461[2] |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Rubbiano è una frazione del comune di Solignano, in provincia di Parma.
La località dista 10,82 km dal capoluogo.[1]
Geografia fisica
La frazione sorge alla quota di 166 m s.l.m.,[1] all'estremità nord-orientale del territorio comunale, nel lembo di terra stretto tra il fiume Taro e il torrente Ceno in corrispondenza della loro confluenza.[3]
Storia
Il territorio di Rubbiano risultava abitato già durante il Neolitico, quando un insediamento si sviluppò sul terrazzo fluviale compreso tra il Taro e il Ceno.[4]
In epoca medievale il borgo di Rubiano fu citato per la prima volta nel 1028, quando Ildegarda, figlia di Oddone il Salico, lo vendette, unitamente al castello, all'adiacente cappella e a numerose altre terre, alla chiesa di San Pietro di Parma.[5]
Nel 1472 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò Pellegrino e le pertinenze di Pessola, Carpadasco, Rubbiano, Mariano, Mercato, Careno, Ceriato, Metti, Pozzolo, Rigollo, Besozzola, Montesacco, Iggio, Aione, Borla, Varone, Val Mozzola e Gusaliggio al cugino Lodovico Fogliani,[6] al quale concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Sforza.[7]
Entro il XVII secolo l'abitato di Rubbiano fu ricostruito più a valle, in prossimità del fiume Taro; nel 1617 vi fu costruito un oratorio intitolato a sant'Agnese, che nel 1629 divenne la nuova sede parrocchiale, in sostituzione dell'antica chiesa abbandonata.[8]
Nel 1647 il duca di Parma Ranuccio II Farnese elevò il feudo a contea e lo assegnò a Lodovico e Gian Francesco Cantelli; gli eredi di quest'ultimo[9] mantennero i diritti su Rubbiano fino alla loro abolizione[3] sancita da Napoleone nel ducato di Parma e Piacenza nel 1805.[10]
In seguito la località divenne frazione del nuovo comune (o mairie) di Solignano.[3]
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa dei Santi Antonino e Fermo
Edificata originariamente all'esterno del castello, la chiesa fu ricostruita nel 1619 nel nuovo centro abitato di valle e ampliata dopo circa dieci anni; ristrutturata nel 1892, fu restaurata e parzialmente modificata nel 1961. Il luogo di culto, caratterizzato dalla facciata neoclassica, è internamente decorato con paraste doriche ai lati e con affreschi sulle volte a botte lunettate della navata e del presbiterio.[8]
Castello
Menzionato per la prima volta nel 1028 tra i beni venduti dalla nobile Ildegarda alla chiesa di San Pietro di Parma, il castello, posizionato probabilmente a monte del borgo odierno, fu successivamente abbandonato, fino alla sua completa scomparsa.[11]
Villa Ruffini
Costruita in epoca remota, la villa in pietra è preceduta da un'ampia corte, accessibile attraverso un portale ad arco a tutto sesto ornato con lesene doriche; l'ampio edificio in pietra è sormontato da una torre colombaia, coronata da un'altana affacciata verso il Taro; il grande giardino sul retro, cinto da un muro con torrione angolare, si allunga sul pendio fino a lambire la riva del fiume.[12]
Casatorre con balchio
Costruita in epoca remota, la casatorre fu successivamente arricchita del balchio, ossia della scala coperta d'ingresso, e fu ampliata con la costruzione di due più bassi corpi di fabbrica destinati rispettivamente a residenza e fienile. L'edificio in pietra, elevato su quattro livelli, è caratterizzato dall'ingresso posto al primo piano, raggiungibile tramite una scala coperta; in sommità si staglia un frontone triangolare con cornice in mattoni disposti a denti di sega.[13]
Casatorre
Costruita in epoca remota, la casatorre fu successivamente ampliata con due più bassi corpi di fabbrica destinati rispettivamente a residenza e fienile. L'edificio in pietra, elevato su quattro livelli, è caratterizzato dalla presenza di una portafinestra con balaustra in ferro, aperta al primo piano nel mezzo della facciata principale; in sommità è ancora visibile l'antica colombaia.[14]
Economia
L'economia della frazione è legata al quartiere industriale che si sviluppa in adiacenza all'autostrada A15; qui nel 1965 la Barilla aprì un ampio stabilimento per la realizzazione di prodotti da forno, cui nel 2012 affiancò un nuovo grande impianto destinato alla produzione di sughi.[15]
Infrastrutture e trasporti
La frazione, prossima al casello di Fornovo di Taro, è affiancata dall'autostrada A15, che separa il centro abitato dal quartiere industriale.[16]
A sud-ovest del borgo si trova un'aviosuperficie in erba ufficialmente riconosciuta dall'Ente nazionale per l'aviazione civile.[17]
Note
- ^ a b c La Frazione di Rubbiano, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 26 marzo 2019.
- ^ [1]
- ^ a b c Molossi, p. 465.
- ^ Museo Archeologico della Valle del Ceno Castello di Bardi (PR), su www.archeobo.arti.beniculturali.it. URL consultato il 28 marzo 2019.
- ^ Affò, pp. 300-301.
- ^ Poggiali, p. 9.
- ^ Molossi, p. 357.
- ^ a b Chiesa dei Santi Antonino e Fermo "Rubbiano, Solignano", su www.chieseitaliane.chiesacattolica.it. URL consultato il 28 marzo 2019.
- ^ Enciclopedia di Parma, p. 198.
- ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su www.treccani.it. URL consultato il 28 marzo 2019.
- ^ Case torri di Rubbiano a Solignano, su www.rblob.com. URL consultato il 28 marzo 2019.
- ^ Villa Ruffini (Rubbiano), su scn.caiparma.it. URL consultato il 26 marzo 2019.
- ^ Casa torre con balchio (Rubbiano), su scn.caiparma.it. URL consultato il 26 marzo 2019.
- ^ Casa torre (Rubbiano), su scn.caiparma.it. URL consultato il 26 marzo 2019.
- ^ Barilla raddoppia a Rubbiano "Legati alla nostra terra", in parma.repubblica.it, 8 ottobre 2012. URL consultato il 28 marzo 2019.
- ^ Rubbiano: entro fine anno, barriere antirumore in Autocisa, in www.gazzettadiparma.it, 14 aprile 2009. URL consultato il 28 marzo 2019.
- ^ Avios. Rubbiano, su www.ulm.it. URL consultato il 28 marzo 2019.
Bibliografia
- Marzio Dall'Acqua (a cura di), Enciclopedia di Parma, 2ª ed., Parma, SEGEA spa (su licenza FMR spa-Franco Maria Ricci), 1999.
- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
- Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo VIII, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1760.
Voci correlate
[[Categoria:Frazioni di Solignano]]
Rocca di Valle di Castrignano
Rocca di Valle di Castrignano | |
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Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Valle di Castrignano, frazione di Langhirano |
Informazioni generali | |
Tipo | corte fortificata medievale |
Costruzione | fine del XIV secolo-XIX secolo |
Materiale | pietra |
Condizione attuale | restaurato |
Proprietario attuale | famiglia Campelli |
Visitabile | sì |
Sito web | sito ufficiale |
[1] | |
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La rocca di Valle di Castrignano è una corte fortificata d'origine medievale, situata in strada della Rocca 2 a Valle di Castrignano, frazione di Langhirano, in provincia di Parma.
Storia
Le torri difensive della rocca furono edificate nella val Fabiola tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, nei pressi di uno dei rami della via Francigena; le strutture furono erette a presidio della strada di accesso al castello di Castrignano,[1] appartenente dal 1376 al 1482 ai conti Rossi[2] e dal 1483 alla diocesi di Parma.[3]
In epoca imprecisata il complesso fortificato di Valle di Castrignano fu acquistato dalla nobile famiglia Cavatorta, che tra il XVIII e il XIX secolo, venute meno le esigenze difensive, adibì le torri ad abitazioni e innalzò in adiacenza nuovi edifici residenziali e alcuni fabbricati agricoli.[1]
Nei primi anni del XX secolo la proprietà fu alienata alla famiglia Campelli, che la trasformò in azienda agricola per la produzione di Parmigiano-Reggiano; negli anni seguenti la tenuta fu arricchita con nuove strutture rurali edificate a valle del borgo, a partire dal 1940, quando fu eretto un caseificio, cui fu affiancata nel 1954 una stalla, sostituita nel 1985 da una moderna struttura più ampia.[1]
Agli inizi del XXI secolo l'antico complesso della rocca fu sottoposto a lavori di restauro e nel 2019 fu parzialmente aperto al pubblico.[4]
Descrizione
La rocca si sviluppa lungo il pendio in adiacenza al borgo di Valle di Castrignano; la corte è costituita da quattro casetorri medievali e alcuni edifici settecenteschi, tra cui la casa padronale con loggiato; in adiacenza si trova inoltre un'abitazione risalente al XIII secolo, mentre ad alcune centinaia di metri, raggiungibile attraverso un'antica mulattiera, sorge isolata la casaforte Malavilla, edificata come avamposto del castello di Castrignano.[5]
Percorso di visita
La rocca dal 2019 fa parte del circuito dei castelli dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli.[4]
Risultano visitabili ..................................[7]
Note
- ^ a b c d Azienda agricola Campelli (PDF), su www.aziendaagricolacampelli.it. URL consultato il 23 aprile 2019.
- ^ Pezzana, pp. 117-118.
- ^ Castrignano, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 1º marzo 2017.
- ^ a b Notizie - Rocca Valle di Castrignano, su www.castellidelducato.it. URL consultato il 23 aprile 2019.
- ^ Enrico Gotti, «Valle di Castrignano, gioiello da salvare», in www.gazzettadiparma.it, 16 marzo 2015. URL consultato il 23 aprile 2019.
- ^ Giacomo Galli, Valle di Castrignano: pillole di storia, ambiente e paesaggi, su visiteinsolite.com. URL consultato il 23 aprile 2019.
- ^ Rocca Valle di Castrignano, su www.castellidelducato.it. URL consultato il 23 aprile 2019.
Bibliografia
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
Voci correlate
- Castrignano (Langhirano)
- Castello di Castrignano
- Associazione dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli
[[Categoria:Castelli della provincia di Parma|Valle di Castrignano]] [[Categoria:Architetture di Langhirano]]