Procyon lotor

Procione

Il procione od orsetto lavatore (Procyon lotor Linneus, 1758) è un mammifero di mezza taglia della famiglia dei Procionidi, nativo del Nord America.

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Procione

Procyon lotor
Stato di conservazione
Classificazione scientifica
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SottoclasseEutheria
OrdineCarnivora
FamigliaProcyonidae
GenereProcyon
SpecieP. lotor
Nomenclatura binomiale
Procyon lotor
Linneus, 1758
Nomi comuni

Procione lavatore
Orsetto lavatore

Areale
Nativo nelle zone in rosso, introdotto in quelle in blu

Tassonomia

 
Esemplare di Procyon lotor

Nei primi decenni dopo la sua scoperta dai membri della spedizione di Cristoforo Colombo, che fu il primo a lasciare un registro scritto delle specie animali avvistate, i tassonomi pensavano che il procione fosse imparentato con molte specie differenti, come i cani, i gatti e, in particolare, gli orsi[1]. Carl Linnaeus, il padre della moderna tassonomia, nella seconda edizione del suo Systema Naturae classificò il procione nel genere Ursus, come Ursus cauda elongata ("orso dalla coda lunga"), mentre nella decima edizione come Ursus Lotor ("orso lavatore")[2][3]. Nel 1780 Gottlieb Conrad Christian Storr classificò il procione in un genere proprio, Procyon, che può essere tradotto come "prima del cane" o "simile a un cane"[4][5]. È anche possibile che Storr avesse in mente lo stile di vita notturno di questo animale: fu forse per questo che scelse di attribuirgli il nome della stella Procione[6][7].

Evoluzione

 
Teschio di Procyon lotor: 2/2 molari, 4/4 premolari, 1/1 canini, 3/3 incisivi (da sinistra a destra)

Sulla base dei fossili trovati in Francia e in Germania, possiamo affermare che i primi membri della famiglia dei Procionidi vivevano in Europa nel tardo Oligocene, circa 25 milioni di anni fa[8]. La somiglianza nella dentatura e nei teschi suggerisce che i Procionidi e i Mustelidi abbiano degli antenati in comune, ma le analisi molecolari rivelano una parentela più stretta fra i procioni e gli orsi[9]. Almeno 6 milioni di anni più tardi, dopo aver attraversato lo Stretto di Bering, la popolazione di Procionidi più consistente dell'epoca migrò probabilmente in America Centrale[10]. Il coati (genere Nasua e Nasuella) e il procione (genere Procyon), comparsi tra i 5 e i 6 milioni di anni fa, discendono probabilmente entrambi da una specie del genere Paranasua[11]. Questa assunzione, basata sulla comparazione morfologica dei ritrovamenti fossili, è in conflitto con un'analisi genetica del 2006, da cui emergono più affinità con il genere Bassariscus [12]. A differenza di altre specie, come il procione granchiaiolo (Procyon cancrivorus), circa 2.5 milioni di anni fa gli antenati del procione lasciarono le zone tropicali e subtropicali dell' America Centrale e migrarono più a Nord. Questa emigrazione è stata confermata dal ritrovamento di fossili nelle Grandi Pianure, risalenti alla metà del Pliocene[13][11].

Sottospecie

 
Esemplari di procione delle Guadalupe

Cinque specie di procione endemiche delle piccole isole dell'America Centrale e dei Caraibi erano considerate delle specie distinte dall'orsetto lavatore dopo la loro scoperta. Si tratta del procione delle Bahamas (Procyon maynardi), del procione delle Guadalupe (Procyon minor), che sono molto simili tra di loro, del procione di Tres Marias (Procyon insularis), che è più grande della media e ha un teschio angoloso, del procione di Cozumel (Procyon pygmaeus), che pesa solamente 3 o 4 kg e ha una dentatura visibilmente piccola, e dell'ormai estinto procione delle Barbados (Procyon gloveralleni). Ad esclusione del procione del Cozumel, in seguito a studi morfologici e genetici del 1999, del 2003 e del 2005, i procioni delle isole, compreso il procione delle Barbados, vennero tutti dichiarati sottospecie del procione nella terza edizione del Mammal Species of the World (2005)[14][15][16][17].
Le quattro sottospecie più piccole, con un peso medio che varia da 1.8 a 2.7 kg, vivono lungo le coste meridionali della Florida e nelle isole adiacenti: tra queste ricordiamo il (Procyon lotor marinus)[18].
La maggior parte delle altre 15 sottospecie differisce solo per il colore della pelliccia, le dimensioni e altre caratteristiche fisiche [19][20]. Le due sottospecie più diffuse sono il Procyon lotor lotor e il Procyon lotor hiruts. Entrambi hanno un manto scuro e pelo lungo, ma il secondo è più grande del primo. Il Procyon lotor lotor è presente in tutti gli stati degli USA e nelle provincie canadesi fino al Nord del South Carolina e del Tennessee. L'areale del Procyon lotor hiruts copre invece tutti gli stati degli USA e tutte le province canadesi fino al Nord della Lousiana, del Nuovo Messico e del Texas[21].

Descrizione

Caratteristiche fisiche

 
La coda del procione presenta degli inconfondibili anelli chiari e scuri alternati
 
La mascherina attorno agli occhi del procione è spesso interrotta da una striscia bruno-nerastra che si estende dal naso alla fronte [22]

L'orsetto lavatore è il più grande dei procionidi: dalla testa alla parte posteriore, il procione misura dai 41 cm ai 71 cm, escludendo la folta coda, la cui lunghezza può variare tra i 19.2 cm e i 40.5 cm. Solitamente non supera però i 25 cm [23] [24] [25]. L'altezza al garrone varia tra i 22.8 e i 30.4 cm [26]. Il peso di una procione adulto cambia considerevolmente a seconda dell'habitat: può infatti variare da un minimo di 1.8 kg ad un massimo di 13.6 kg, anche se solitamente è compreso tra i 3.6 kg e i 9 kg. Gli esemplari più piccoli si trovano al Sud della Florida, mentre quelli che vivono ai limiti settentrionali dell'areale del procione sono solitamente i più grossi [27]. Il peso dei maschi è solitamente del 15-20% maggiore di quello delle femmine [28]. All'inizio dell'inverno, grazie al grasso accumulato durante la bella stagione, il procione può arrivare a pesare il doppio che in primavera [29][30][31]. L'esemplare selvatico più grosso di cui si abbia notizia scritta pesava ben 28 kg, in assoluto il peso più elevato mai registrato per un procione [32][33].
La caratteristica principale del procione è la mascherina di pelo nero attorno agli occhi, in forte contrasto con il colore bianco che la circonda. Essa sembra quasi ricordare la maschera di un bandito, particolare che ha sicuramente incoraggiato la sua reputazione di animale birichino [34][35]. Anche le orecchie, leggermente arrotondate, sono ricoperte di pelo bianco. Si ritiene che il procione riconosca l'espressione facciale e la postura degli altri membri della sua specie più rapidamente di altre grazie alla ricca colorazione del muso e agli inconfondibili anelli chiari e scuri che si alternano sulla coda [36]. In altre parti del corpo, il rigido e lungo pelo esterno, che protegge la pelle dall'umidità, è grigiastro e, in parte, presenta delle sfumature marroni [37]. I procioni con una pelliccia particolarmente scura sono più diffusi in Germania, perché individui con una colorazione simile erano tra quelli che vennero liberati in principio [38]. Il folto sottopelo, la cui lunghezza varia dai 2 cm ai 3 cm, costituisce il 90% della sua pelliccia e lo isola dalle basse temperature[37].

 
Osso del pene di un Procyon lotor
 
Impronte di Procyon lotor

Il procione, la cui locomozione è considerata quella di un plantigrado, può sostenersi sulle zampe posteriori per analizzare gli oggetti con quelle anteriori (estremamente sensibili). [39][40]. Dal momento che ha zampe corte rispetto al torso, solitamente non riesce a correre molto velocemente o a compiere grando balzi [41][42]. La velocità più elevata che il Procyon lotor può raggiungere sulle corte distanze varia tra i 16 km/h e i 24 km/h [43][44]. Il procione riesce a nuotare con una velocità media di 4.8 km/h e può rimanere in acqua per molte ore [45][42]. Per scendere dagli alberi a testa in giù, abilità piuttosto inusuale per un mammifero di queste dimensioni, il procione ruota le sue zampe posteriori, in modo da avere un saldo punto di appoggio[46][42]. Il procione ha un doppio sistema di raffreddamento per regolare la sua temperatura: infatti, è in grado sia di sudare che di ansimare per dissipare il calore[47][48]. La dentatura, 40 denti di cui 2 molari, 4 premolari, 1 canino e 3 incisivi, è adatta alla sua alimentazione onnivora: i carnassiali non sono così affilati come quelli dei carnivori, mentre i molari non sono così ampi come quelli degli erbivori[49]. L'osso del pene del maschio è lungo circa 10 cm e viene spesso utilizzato dai biologi per classificare lo stato riproduttivo dei vari esemplari [50][51] .
Ben 10 dei 13 versi vocali identificati sono usati nella comunicazione tra le madri e i loro cuccioli: tra questi, vi è il conguettio simile a quello degli uccelli dei neonati [52][53][48].

Sensi

 
Parte inferiore delle zampe anteriori del Procyon lotor, con vibrisse ben visibili sulla punta delle dita
 
Il Procyon lotor è in grado sostenersi sugli arti posteriori: questo gli permette di analizzare gli oggetti con le zampe anteriori

Il senso più sviluppato nel procione è quello del tatto[54][55][56]. Le ipersensibili zampe anteriori sono protette da uno strato corneo che diventa flessibile quando è bagnato[57][58], mentre le cinque dita che le compongono non hanno membrane interdigitali tra di loro, il chè è inusuale per un carnivoro[59]. Quasi i due terzi dell'area presposta alla percezione nella corteccia cerebrale del Procyon lotor sono adibiti ad interpretare gli impulsi tattili, più dunque che in ogni altro animale studiato fino ad oggi[60] . Sappiamo che è in grado di identificare gli oggetti prima di toccarli con le vibrisse localizzate sopra alle sue unghie affilate e non retraibili [61][56]. Le zampe anteriori non hanno un pollice opponibile e per questo non hanno l'abilità di quelle dei primati[58][56]. Non è noto come mai non si osservino effetti negativi sulla percezione tattile delle zampe quando un procione rimane per ore in acque di temperature inferiori ai 10 °C [62].
Si ritiene che il procione sia, se non totalmente daltonico, per lo meno scarsamente capace di distinguere i colori, sebbene i suoi occhi si siano ben adattati a percepire la luce verde[63][64][65]. Nonostante la sua accomodazione di 11 diottrie sia comparabile a quella dell'uomo e il procione riesca a vedere bene nella penombra grazie al tapetum lucidum posto dietro alla retina, la percezione visiva è di secondaria importanza a causa della debolezza della vista su lunghe distanze [66][67][68] .
Oltre ad essere utile per orientarsi, l'olfatto è anche uno strumento di comunicazione. Le secrezioni delle ghiandole (in particolare delle ghiandole anali), l'urina e le feci sono infatti utilizzate per marcare il territorio [69][70][71] .
Grazie al suo udito, il Procyon lotor riesce a percepire una vasta gamma di suoni, dai toni fino a 50-85 kHz ai rumori più quieti, come quelli prodotti dai vermi nel sottosuolo [72][73].

Intelligenza

Pochi studi sono stati intrapresi per comprendere le abilità mentali del procione, la maggior parte dei quali basati sul senso del tatto dell'animale. In uno studio condotto dall'etologo H.B.Davis nel 1908, si evidenziava come il procione fosse capace di aprire 11 su 13 serrature in meno di 10 tentativi e non avesse problemi a ripetere l'operazione quando le serreture venivano richiuse o addirittura capovolte. David concluse che il procione capiva i complicati meccanismi delle serrature e che la sua velocità di apprendimento era equivalente a quella del Macaca mulatta[74]. Ulteriori studi nel 1963, nel 1973, nel 1975 e nel 1992 si concentrarono sulla memoria del Procyon lotor e dimostrarono che era in grado di ricordare la soluzione dei compiti assegnatigli per più di tre anni [75]. Uno studio condotto da B.Pohl nel 1992 mostrò come il procione fosse capace di separare simboli diversi e riconoscere simboli uguali tre anni dopo una breve, iniziale, fase di apprendimento[75]. Stanislas Dehaene scrive nel suo libro The Number Sense che il procione è in grado di distinguere scatole contenenti 2 o 4 chicchi d'uva da scatole che ne contengono 3 [76].

Comportamento

Il procione è un animale tipicamente notturno.
È molto abile nell'arrampicarsi e vive prevalentemente sugli alberi o comunque nelle foreste, nei pressi di laghi o fiumi. È capace di vivere anche sottoterra.

Socialità

 
Esemplari di Procyon lotor che mangiano insieme

Alcuni studi condotti negli anni 90 dall'etologo Stanley D. Gehrt e da Ulf Hohmann mostrano che il procione assume comportamenti sociali specifici a seconda del genere e che non è quindi un animale tipicamente solitario, come si riteneva in precedenza [77][78]. Le femmine imparentate spesso vivono insieme nella cosiddetta fission-fusion society : in parole povere, dividono un' area comune e occasionalmente si incontrano nei luoghi dove si cibano e si riposano [79][80]. I maschi anche non imparentati spesso formano dei gruppi sociali maschili per mantenere i loro privilegi sociali contro i maschi stranieri durante la stagione degli amori o contro altri potenziali invasori [81]. I gruppi di questo tipo solitamente non contano più di quattro esemplari [82][83]. Dal momento che alcuni maschi mostrano un atteggiamento aggressivo verso i cuccioli con cui non hanno legami di parentela, le madri di procione si isolano con i piccoli fino a quando questi ultimi non sono abbastanza grandi per difendersi da soli [84]. Riferendosi a questi tre tipi principali di comportamenti sociali, Hohmann chiama la loro struttura sociale una società di tre classi [85]. Samuel I. Zeveloff, professore di zoologia alla Weber State University e autore del libro Raccoons: A Natural History, è più cauto in quest' interpretazione e conclude che almeno le femmine sono solitarie per la maggior parte del tempo e che, in accordo con gli studi condotti da Erik K. Fritzell nel North Dakota nel 1978, nelle aree dove vi sono popolazioni meno dense anche i maschi lo sono[86].
La forma e la dimensione del territorio del procione variano a seconda del genere e dell' habitat. Gli esemplari adulti hanno un territorio che è grande più del doppio di quello degli esemplari più giovani [87]. Mentre le dimensioni del territorio del Procyon lotor nelle inospitali praterie del Nord Dakota variano tra i 6.7 e i 49.5 km2 per i maschi e tra i 2.3 e i 16.3 km2 per le femmine, la dimensione media in una palude al Lago Erie è di 0.49 km2 [88]. Indipendentemente dal fatto che i territori di gruppi adiacenti si sovrappongano o meno, eccetto che nella stagione degli accoppiamenti non vengono difesi attivamente se il cibo è sufficiente per tutti [89]. Si ritiene che i segnali olfattivi lasciati su punti in rilievo servano al proposito di stabilire i confini del proprio territorio e di identificare gli inividui [71]. Le urine e le feci lasciate in latrine comuni possono fornirci delle ulteriori informazioni sui luoghi dove i procioni si cibano, dal momento che è stato osservato che i procioni vi fanno spesso ritorno per mangiare insieme, riposare e giocare [90].

Alimentazione

 
Un procione alla ricerca di cibo sulle rive di un lago
 
Esemplari di Procyon lotor intenti a mangiare della frutta

Sebbene sia un animale tipicamente notturno, il procione qualche volta è attivo anche alla luce del giorno per sfruttare le risorse di cibo disponibili [91][92]. Il Procyon lotor è onnivoro: la sua dieta consiste per il 40% di invertebrati, per il 33% di piante e per il 27% di vertebrati (pesci, crostacei, anfibi e roditori)[93]. Poiché la sua dieta è caratterizzata da una così grande varietà di cibi diversi, Zeveloff afferma che il procione "potrebbe benissimo essere uno degli animali più onnivori del mondo" (in lingua originale: "may well be one of the world's most omnivorous animals" [94]). Nonostante la sua dieta in primavera e all'inizio dell' estate consista per lo più di insetti, vermi e di altri animali già disponibili nei primi mesi dell'anno, il Procyon lotor preferisce frutta fresca e frutta secca, come ghiande e noci, che maturano in tarda estate e in autunno e rappresentano una ricca fonte di calorie per fabbricare il grasso necessario per l'inverno[95][96]. Contrariamente alle credenze popolari, il procione si nutre di prede grandi come uccelli o mammiferi solo occasionalmente, perché preferisce prede più facili da catturare, quali pesci e anfibi[97]. Quando c'è abbondanza di cibo, il procione può sviluppare forti preferenze personali per tipi di alimenti specifici[98]. Nella parte settentrionale del suo areale, il procione va in letargo, riducendo drasticamente le sue attività per tutto il tempo che la coltre di neve invernale rende impossibile la ricerca del cibo [99].

L'abitudine di "lavare il cibo"

 
Un esemplare di procione mentre "lava" del cibo in acqua

In cattività è stato osservato il curioso modo del Procyon lotor di immergere nell'acqua o sfregare nell'erba il cibo come per lavarlo (da questo il nome "Procione Lavatore"). Il procione tasta il cibo e altri oggetti con le zampette anteriori per esaminarli o per rimuovere parti indesiderate e, in effetti, la sensibilità al tatto viene accresciuta se queste azioni vengono compiute sott'acqua, grazie al fatto che l' acqua ammorbidisce lo strato corneo che copre le zampe [100][101]. Tuttavia, il comportamento osservato nei procioni in cattività di prendere il cibo e portarlo alla pozza d' acqua più vicina per "lavarlo" prima di mangiarlo non è stato osservato negli esemplari selvatici[102][103]. Il naturalista Georges-Louis Leclerc, Comte de Buffon (1707–1788) credeva che il procione non disponesse di un' adeguata salivazione per inumidire il cibo e che per questo dovesse bagnarlo, ma quest' assunzione è certamente non corretta [104][102][105][101]. I procioni in cattività lavano il loro cibo più frequentemente quando una pozza d' acqua con la forma simile a quella di un fiume non è più lontana di 3 metri da loro [105]. La teoria più condivisa è che quella di lavare alcuni alimenti sia un' azione istintiva che imita la ricerca di cibo lungo le rive dei fiumi [106][107][105][101]. Quest'affermazione è sostenuta dall'osservazione che alcuni cibi vengono lavati più frequentemente di altri. Non si ritiene plausibile, invece, che il procione immerga il cibo nell' acqua al fine di pulirlo [105]. Gli esperti mettono in dubbio l' attendibilità di osservazioni di esemplari selvaggi che lavavano il loro cibo [108][109][110].

Riproduzione

Dopo un periodo di gestazione di 2 mesi, le femmine di procione danno alla luce dai 2 ai 5 piccoli a primavera. I cuccioli vengono cresciuti dalle madri fino al tardo autunno, quando vengono lasciati a se stessi. Sebbene i procioni in cattività possano vivere anche più di 20 anni, gli esemplari selvatici hanno in genere un'aspettativa di vita tra i 2 e i 3 anni: la caccia e gli incidenti mortali sulle strade sono le principali cause di morte di questi animali in molte aree.

Distribuzione

 
Distribuzione di Procyon lotor

     nativo

     introdotto


L'areale della specie comprende il sud del Canada, buona parte degli Stati Uniti, il Messico e parte dell'America centrale sino a Panama.

Verso la metà del ventesimo secolo il procione è stato deliberatamente introdotto anche nel continente europeo, nelle regioni del Caucaso e in Giappone. Il suo habitat naturale è costituito da foreste decidue e temperate, ma grazie alla sua spiccata adattabilità può vivere anche in zone montane, paludi in prossimità delle coste, e perfino nelle aree urbane, dove spesso non è visto di buon grado dagli abitanti.

Note

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  2. ^ Holmgren, pp.64–67
  3. ^ Zeveloff, pp.6-7
  4. ^ Holmgren, pp.68–69
  5. ^ Zeveloff, p.6
  6. ^ Hohmann, p.44
  7. ^ Holmgren, p.68
  8. ^ Zeveloff, p.19
  9. ^ Zeveloff, pp.16-18, 26
  10. ^ Zeveloff, pp.20, 23
  11. ^ a b Zeveloff, p.24
  12. ^ Klaus-Peter Koepfli, Gompper, Matthew E.; Eizirik, Eduardo; Ho, Cheuk-Chung; Linden, Leif; Maldonado, Jesus E.; Wayne, Robert K., Phylogeny of the Procyonidae (Mammalia: Carnivora): Molecules, morphology and the Great American Interchange (PDF), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 43, n. 3, Elsevier, June 2007, pp. 1076–1095, DOI:10.1016/j.ympev.2006.10.003. URL consultato il 7 dicembre 2008.
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  91. ^ Bartussek, p.10
  92. ^ Zeveloff, p.99
  93. ^ Hohmann, p.82
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  105. ^ a b c d MacClintock, p.57
  106. ^ Hohmann, pp.44-45
  107. ^ Lagoni-Hansen, pp.41-42
  108. ^ Holmgren, p.22 (pro)
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Bibliografia

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  • (EN) Dorcas MacClintock, A Natural History of Raccoons, Caldwell, New Jersey, Stati Uniti, The Blackburn Press, 1981, ISBN 978-1930665675.
  • (EN) Mustelid Specialist Group 1995, Procyon lotor, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  • (EN) Samuel I. Zeveloff, Raccoons: A Natural History, Washington, D.C., Stati Uniti, Smithsonian Books, 2002, ISBN 978-1588340337.

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