Modica
Template:Comune Modica (Muòrica in siciliano) è un comune di 54.719 abitanti della provincia di Ragusa, in Sicilia.
Geografia fisica
Territorio
Mòdica, il cui nome originerebbe dal fenicio Mùtika (albergo, dimora), o dal siculo Mùrika (roccia nuda, non coltivabile), è situata 15 km a sud del capoluogo di provincia, ed il suo territorio urbano si sviluppa su un esteso altopiano solcato da profondi canyon (detti localmente "cave"). La città sorge sulla confluenza di due fiumi a carattere torrentizio che dividono l'altopiano in quattro colline: Pizzo a nord, Itria ad ovest, Giacanta ad est e Monserrato a sud. I due fiumi, Pozzo dei Pruni e Janni Mauro (ormai asciutti e coperti nel tratto urbano), si uniscono a formare il Modicano, il cui alveo è stato coperto nei primi del Novecento divenendo l'odierno Corso Umberto I, asse principale della città. Il Modicano aveva dignità di fiume perenne, fino ai primi decenni del Novecento, in quanto alimentato da sorgenti permanenti, fra cui la più cospicua quella della Fontana Grande, la quale con le sue acque permetteva che fra il Cinquecento e l'Ottocento, lungo le rive del fiume Mothukanus, come lo chiamò il geografo greco Tolomeo nel II sec. d.C., sorgessero nel tratto modicano del fiume ben 20 mulini ad acqua! Poi vennero i mulini industriali, e l'acqua delle sorgenti fu incanalata nella rete idrica cittadina. Dal Settecento alla fine dell'Ottocento, la presenza lungo gli argini dei torrenti di 17 ponti, che consentivano il transito di uomini, animali e carri da un lato all'altro, fecero si che in una delle prime edizioni della Enciclopedia Treccani, Modica fosse definita la città più caratteristica d'Italia dopo Venezia, riportando l'impressione che la città aveva suscitato all'abbate Paolo Balsamo da Palermo, nel 1808. Il nucleo urbanistico più antico è situato sulla collina (il cui promontorio è sormontato dai resti del Castello medievale) che separa i due torrenti, e sui versanti da essi creati. Il Comune di Modica gode di un vastissimo territorio comunale sviluppato in senso longitudinale, che partendo dalle pendici dei Monti Iblei, con un'altezza sul livello del mare compresa fra i 500 ed i 550 metri, nei pressi dei comuni montani di Giarratana, Monterosso Almo e Palazzolo Acreide, degrada lentamente fino alla costa che si affaccia sul Canale di Sicilia, con le sue due frazioni marinare di Maganuco e Marina di Modica. Il punto più alto del centro urbano, con i suoi 449 metri s.l.m., corrisponde al campanile della Chiesa di San Giovanni Ev. a Modica Alta, mentre la sede comunale, a Modica Bassa, si trova a 296 m. di altezza s.l.m.
Clima
Il territorio comunale si divide in due zone climatiche, la meridionale o costiera, la settentrionale o montuoso-collinare. Il clima a Modica è mite anche d'inverno, le temperature medie non scendono sotto i 10 gradi, la neve rappresenta un evento rarissimo, mentre frequente è nella zona montuosa la formazione di brina e di gelo. Rara la formazione di banchi di nebbia notturni nell'altopiano. La temperatura media annua è di circa 17 gradi, con una media a gennaio di 9 gradi, e una media a luglio di 26 gradi. L’ estate è calda ma asciutta e ventilata, soprattutto nelle parti più alte della città (oltre i 440 m). Il vento predominante è il Maestrale, mentre in estate prevale il Ponente.
Elementi Caratteristici
Mòdica, come altri centri storici del Val di Noto, deve la sua particolare configurazione urbana alla non comune conformazione del territorio combinata ai vari fenomeni di antropizzazione. Molte abitazioni della parte vecchia della città, addossate le une sulle altre, sono spesso l'estensione delle antiche grotte, abitate fin dall'epoca preistorica. Sono state censite circa 700 grotte che una volta erano abitate, o comunque adibite a qualche uso, fra quelle visibili e quelle "inglobate" in nuove costruzioni. Di notevole rilevanza storica è l'ottimo stato di conservazione, in pieno centro storico, della necropoli del Quartiriccio, al quartiere Vignazza, con alcune decine di tombe a forno scavate nella roccia, risalenti al 2200 a.C. Il tessuto urbano, adagiato sui fianchi delle due vallate e sulla collina del Pizzo, è un intrigo di casette, viuzze e lunghe scale. Le stesse chiese solitamente non si affacciano su piazze, ma su imponenti e scenografiche scalinate. Lo stile prevalente dei monumenti è quello comunemente identificato come tardo-barocco, ma più specificatamente, per quel che riguarda Modica, dobbiamo parlare del Barocco siciliano della Sicilia sud orientale, quello successivo al catastrofico Terremoto del Val di Noto del 1693. L'aspetto molto caratteristico del centro storico è purtroppo stato turbato da alcuni scempi edilizi succedutisi dagli anni Sessanta agli anni Ottanta ad opera di alcuni imprenditori edilizi poco coscienziosi, con il permesso di una classe politica non sempre all'altezza del proprio ruolo.
Altro elemento caratterizzante il territorio, in particolare la campagna, è la fitta rete di "muri a secco" che delimita gli appezzamenti di terreno, trapunti di maestosi alberi di carrubo, molto frequenti in tutto il territorio provinciale (maggior produttore italiano del suo frutto). La ragione della fitta maglia di muri a secco va ricercata nella precoce formazione di una classe di piccoli proprietari terrieri, che dalla prima metà del ‘500 frazionarono un immenso feudo, la Contea di Modica, corrispondente grosso modo al territorio dell’ odierna Provincia di Ragusa, delimitando le nuove proprietà con tali recinti. Come retaggio ed eredità di una bizzarria storica, che ha privato Modica della sua secolare centralità politica, amministrativa e culturale, la città conserva una sua autonomia comprensoriale. Per esempio, quando nel 1955 fu istituita la Diocesi di Ragusa, la città di Modica, insieme alle limitrofe Scicli, Pozzallo e Ispica, rimase a far parte della Diocesi di Noto, a cui appartiene dal 1844. Inoltre la città ha mantenuto il suo storico Tribunale, che risale al 1361. Le Istituzioni e le strutture scolastiche, sanitarie e giudiziarie, pertanto, continuano ad essere un punto di riferimento per le popolazioni della parte orientale dell'attuale provincia iblea, oltreché dell'intero distretto geografico sud orientale dell'Isola.
Storia e cultura
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Città tarde barocche del Val di Noto | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | architettonico |
Criterio | C (i) (ii) (iv) (v) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2002 |
Scheda UNESCO | (EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily) (FR) Scheda |
Gli studi a Modica
Modica, che dal XV secolo circa fino agli anni ’30 del XX era la quarta città della Sicilia per numero di abitanti e importanza politica, è stata economicamente e culturalmente vivace, anche grazie alla presenza di enti d’ istruzione ecclesiastici e laici che l’ hanno resa un notevole centro di studi.
I Carmelitani e i Domenicani vi stabilirono degli ‘‘studia’’ nel XIV e nel XV secolo. Già nel 1549 a Modica esisteva una scuola pubblica, il cui insegnante veniva pagato dal Comune con 4 once annue. Nel 1550 i Francescani Minori Osservanti, presenti a Modica dal 1343, insegnavano filosofia, teologia, latino e lettere umane, nel loro amplissimum studium philosophiae, presso il Convento di Santa Maria del Gesù, completato per la munificenza dei conti Anna e Federico Enriquez Cabrera. I Gesuiti vi fondarono nel 1630 uno di quegli importanti collegi pubblici per cui furono giustamente famosi. Il Collegio Gesuitico rilasciava Lauree in Teologia, in Materie Umanistiche (Filosofia, Retorica, Umane Lettere) e Arti Liberali (Fisica, Matematica) fino al 1767.
Da una delibera inviata nel 1832 alla Commissione di Pubblica Istruzione di Palermo, in cui si chiedeva che si autorizzasse la riapertura delle cattedre di Leggi e di Medicina, abolite (con disposizione del 1775) nei Collegi per doversi studiare nelle Università, si deduce che fino al 1767 il Reale Collegio Gesuitico di Modica rilasciasse anche i Diplomi di esercizio in tutte le professioni libere, di Avvocati, Medici, Notari, ecc. che diventavano esecutivi col visto del Governatore della Contea.
Dal 1812 al 1860 i Gesuiti tornarono ad insegnare le discipline che oggi si studiano nelle scuole secondarie superiori (diritto, zoologia, arti, scienze e lettere). L'Istituto Tecnico "Archimede" fu, nel 1866, una delle prime scuole secondarie superiori Statali ad essere fondate in Sicilia.
Pochi anni dopo, nel 1875, il Ginnasio comunale circondariale (corrispondente alla attuale Scuola media inferiore), attivo fin dal 1862, fu trasformato in "Liceo Ginnasio" Comunale, divenuto infine nel 1878 "Regio Liceo Ginnasio" intitolato a Tommaso Campailla.
Ancora nel 1889, l'"Archimede" di Modica era l'unico Istituto Tecnico dell'intera provincia di Siracusa, ed il Liceo Classico "T. Campailla" contava più iscritti del Liceo Gargallo di Siracusa, fondato posteriormente. A tutt'oggi, l'Archimede di Modica è l'istituzione scolastica con il più alto numero di iscritti dell'intera Provincia di Ragusa.
L'istruzione universitaria attuale
Negli ultimi anni è nato a Modica un Corso di Laurea in Scienze del Governo e dell'Amministrazione della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Catania. Il corso di laurea conta oggi un triennio, con circa mille iscritti, e una laurea specialistica in "Scienze delle Pubbliche Amministrazioni". La Facoltà di Economia e Commercio della stessa università ha attivato un Corso di Laurea in "Economia Aziendale"; anche se a causa dei tagli universitari a partire dal 2008/09 sono attivi solo il secondo e terzo anno.
Infine, l'Università di Messina gestisce e coordina, dal 1989, un Corso di Laurea in Scienze Sociali, subentrando all'iniziativa privata del gesuita P. Salvatore Scimè, che aveva fondato, nel 1969, una "Scuola Superiore di Servizio Sociale", attiva nel ventennio precedente.
L'istruzione superiore attuale
- Liceo Artistico "Tommaso Campailla"
- Liceo Classico "Tommaso Campailla"
- Liceo Scientifico "Galileo Galilei "
- Istituto Magistrale Linguistico - Pedagogico - Musicale "Giovanni Verga"
- Istituto Magistrale "G. Verga": Scienze della formazione, Scienze sociali
- Istituto Tecnico per Geometri "Leon Battista Alberti"
- Istituto Tecnico Commerciale "Archimede"
- Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente "Principi Grimaldi"
- Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e di Ristorazione "Principi Grimaldi"
Personaggi legati a Modica
- Salvatore Quasimodo (1901 - 1968), premio Nobel per la Letteratura nel 1959
- Tommaso Campailla (1668 - 1740), filosofo, poeta, scienziato
- Carmelo Ottaviano (1906 - 1980), filosofo, Ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Napoli
- Giuseppe De Leva Gravina (1786 - 1861), patriota risorgimentale
- Raffaele Poidomani (1912 - 1979), romanziere e storico
- Aurelio Grimaldi (1957), regista e sceneggiatore
- Valeria Solarino (1979), attrice
- Anna Finocchiaro (1955), politico, senatore della Repubblica
- Michele Tedeschi Rizzone (1840 - 1898), senatore del Regno d'Italia
- Manfredi I Chiaramonte, primo conte di Modica dal 1296 al 1321
- Manfredi III Chiaramonte, settimo conte di Modica, Vicario del Regno di Sicilia dal 1377 al 1391
- Costanza Chiaramonte, moglie di Ladislao d'Angiò, regina di Napoli (Elenco delle regine consorti di Napoli e Sicilia) dal 1389 al 1392
- Bernardo Cabrera, (1350 - 1423), primo conte di Modica dal 1392, della famiglia catalana dei Cabrera
- Vittoria Colonna de Cabrera, (1558 - 1633), contessa di Modica, fondatrice della città di Vittoria
- Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera, (1596 - 1647), conte di Modica, Viceré del Regno di Napoli dal 1644 al 1646
- Agostino Grimaldi, (1639 - 1660), Cavaliere dell'Ordine Gerosolomitano di Malta
- Gaspare Cannata (1718-1771), medico, docente all'Università di Palermo
- Clemente Grimaldi, (1862 - 1915), Agronomo
- Giovan Pietro Grimaldi, (1860 - 1918), Fisico, Magnifico Rettore dell'Università di Catania
- Sergio Campailla, critico e saggista, ordinario di Letteratura nelle Università di Roma e di Napoli
- Giuseppe Barone, Preside della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Catania
- Emanuele Guerrieri (1900 - 1968), avvocato, membro della Costituente, parlamentare, sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici, al Tesoro
- Chiara Civello, cantautrice jazz negli USA
- Angelo Ruta (1967), scenografo, illustratore, regista
- Andrea Tidona attore
- Carlo Cartier attore
- Giovanni Blandino scultore
- San Fanzio e Santa Deodata, modicani martiri a Siracusa il 31 luglio 304
Scienziati, filosofi, medici, poeti modicani
Nel '600 e nel '900 nacquero i due più importanti filosofi cittadini: Tommaso Campailla, scienziato e filosofo vissuto fra la fine del 1600 e la prima metà del '700, per il cui ingegno venne in Sicilia, fino a Modica, nel 1718, il grande filosofo inglese George Berkeley; nel 1906 nacque a Modica il filosofo Carmelo Ottaviano, Ordinario di Storia della Filosofia all'Università di Napoli, morto nel 1980. Modicani si sono distinti nel campo della medicina, del diritto, della letteratura, della storiografia e dell'arte. Grande fama ebbe nel '700 il medico Gaspare Cannata, che ebbe la cattedra di medicina pratica dell'Università di Palermo. Gli succedette in tale cattedra il figlio d'arte Baldassarre Cannata. Nel 1860 ebbe i suoi natali a Modica il Fisico Giovan Pietro Grimaldi, erede di un ramo secondario dei Principi di Monaco, il quale nei primi del '900, dopo essere stato Ordinario di Fisica all'Università degli Studi di Catania, ne divenne anche Magnifico Rettore.
Infine, Modica ha dato i natali al Poeta e Premio Nobel per la Letteratura nel 1959, Salvatore Quasimodo.
Media
Televisioni
Video Mediterraneo: Modica è la sede del Centro Operativo del Gruppo Editoriale Radio Video Mediterraneo - Mediterraneo SAT, 4° gruppo in Sicilia per numero di radioascoltatori e telespettatori nel giorno medio, attestandosi, con 200.000 contatti quotidiani, subito dopo le emittenti "metropolitane" di Palermo e Catania. Ha sue redazioni a Modica (redazione principale), Ragusa, Vittoria, Caltagirone, Siracusa, Catania, Gela, Palermo e Roma. Con il segnale satellitare, alcune edizioni del suo telegiornale e le manifestazioni culturali più importanti vengono irradiate in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo. Le emittenti televisive Mediterraneo2 e Video Uno sono emanazioni di questo Gruppo Editoriale. Anche le trasmissioni via radio usufruiscono di una seconda emittente, Radio Mediterraneo Due.
Video Regione: dal 2006 Modica è divenuta anche centrale operativa di Tele Radio Regione, che in precedenza aveva sede legale, uffici e redazione a Siracusa. Video Regione, insieme alla sua seconda emittente BLU, trasmette i suoi notiziari ed i suoi programmi nel territorio delle provincie di Ragusa, Siracusa e Catania. Oltre che dalla originaria redazione giornalistica di Siracusa, Video Regione opera e trasmette dalle redazioni di Modica e Catania.
Radio
Radio Emmeuno, la prima emittente radiofonica per Modica e dell'intera provincia di Ragusa, trasmette dal 1976. La redazione giornalistica, fiore all'occhiello di questa emittente, si avvalse per molti anni della direzione di Concetto Iozzia, attuale caporedattore delle pagine provinciali per il quotidiano regionale Giornale di Sicilia. Si ascolta anche nella parte meridionale del siracusano.
RTM, Radio Trasmissioni Modica, arrivò nell'etere subito dopo, a partire dal 1° settembre 1977. L'emittente si avvalse sin dall'inizio di una buona redazione giornalistica, di cui faceva parte Angelo Di Natale, oggi affermato corrispondente per la Sicilia dell'ANSA e della RAI. Attualmente è la radio locale più ascoltata in città, grazie alla professionalità della sua redazione giornalistica e sportiva. Sempre aggiornato e frequentatissimo il suo sito internet [1] ed il relativo blog.
Radio Elle trasmette dal 1980
Radio Mediterraneo e Mediterraneo Due sono emanazioni radiofoniche dell'omonimo gruppo televisivo
Testate giornalistiche
Modica Info è un digital magazine che pubblica articoli dal 2004 [2]
Monumenti e luoghi d'interesse: architetture religiose
Duomo di San Giorgio
Se la città di Noto è universalmente riconosciuta come capitale del Barocco della Sicilia sud-orientale, il Duomo di San Giorgio in Modica viene spesso indicato e segnalato come monumento simbolo del Barocco siciliano tipico di questo estremo lembo d'Italia. Lo storico dell'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco ha dichiarato che tale Chiesa forse andrebbe inserita tra le sette meraviglie del mondo barocco. La chiesa di San Giorgio, inserita nella Lista Mondiale dei Beni dell'Umanità dell'UNESCO, è il risultato finale della ricostruzione sei/settecentesca, avvenuta in seguito ai disastrosi terremoti che colpirono Modica nel 1542 e nel 1693 (il più grave, vedi Terremoto del Val di Noto); lievi danni apportarono i sismi nell'area iblea succedutisi nel corso del Settecento e nel 1848. La presenza di una chiesa in tale sito si segnala in documenti dell'Archivio parrocchiale, comprendenti anche documenti della cancelleria papale, a partire dal 1150 circa, ma verosimilmente la sua prima edificazione sarebbe stata voluta, al pari del San Giorgio in Paternò, direttamente dal Conte Ruggero d'Altavilla, a partire dalla definitiva cacciata degli Arabi dalla Sicilia, intorno al 1090. San Giorgio fu eretta a Collegiata con bolla di Urbano VIII del 6 novembre 1630.
L’imponente facciata a torre fu costruita a partire dal 1702 e completata, nel coronamento finale, solo nel 1834. Una scenografica scalinata di 164 gradini, aggiunta dal gesuita Francesco Di Marco nel 1818, conduce ai cinque portali del tempio. La parte della scalinata sotto strada fu progettata nel 1874 dall'architetto Alessandro Cappellani Judica. Misterioso rimane il nome dell'autore del progetto originario settecentesco della facciata, anche se indicazioni ricavate da attenti studi inducono a pensare, anche in considerazione della lunga durata dei lavori, ad una rielaborazione continua ad opera dei più validi architetti del Settecento isolano (fra i quali Rosario Gagliardi e Paolo Labisi di Noto verso la metà del '700), sicuramente non superficiali conoscitori dello stile Barocco italiano ed anche europeo.
L'interno della chiesa è a cinque navate, con 22 colonne sormontate da capitelli corinzi. Il tempio è dedicato ai martiri San Giorgio e Ippolito, e fra le navate vi si possono ammirare un grandioso organo con 4 tastiere, 130 registri e 5000 canne, perfettamente funzionante,costruito tra il 1885 e il 1888 da Allieri Casimiro; un dipinto di scuola toscana, L'Assunta del tardo-manierista fiorentino Filippo Paladini (1610); una deliziosa pittura naif su legno, La Natività di Carlo Cane, del Seicento; una stupenda statua marmorea di scuola gaginiana, la Madonna della Neve della bottega di Mancini e Berrettaro, del 1511; il grandioso polittico dell'altare maggiore, composto da ben 10 tavole, dipinte forse dal messinese Girolamo Alibrandi nel 1513, e raffiguranti le scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, dalla nascita fino alla Resurrezione e all'Ascensione, oltre a 2 riquadri con le classiche iconografie dei due santi cavalieri, San Giorgio che sconfigge il Drago, e San Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un povero accattone. La datazione e l'autore del polittico, contestati per la difficile lettura della terza cifra sulla gamba del cavallo di San Martino, sembrano avvalorati dal fatto che Girolamo Alibrandi, oltre ad essere contemporaneo e concittadino, era anche cognato di Giovanni Resalibra da Messina, l'abile intarsiatore ed indoratore delle cornici e dell'intera tribuna che contiene le 10 pale che compongono il polittico. Nessun dubbio che l'autore del Polittico di San Giorgio sia stato Girolamo Alibrandi (1470-1524, noto come il Raffaello di Sicilia) ebbe mai lo storico dell'arte Gioacchino Di Marzo (1839-1916), il quale adduceva come prove, oltre alla datazione, anche l'affinità di stile che la Presentazione di Gesù al Tempio (una delle dieci tele di Modica), presenta con il famoso dipinto della Presentazione al Tempio eseguito nel 1519 dall'Alibrandi per la Compagnia della Candelora in Messina, oggi esposto presso il Museo Nazionale della stessa città. Peraltro possiamo aggiungere che l'ipotesi che un tale capolavoro pittorico possa essere attribuito, come fanno alcuni, al pittore greco Bernardino Niger (1558-1590), leggendo la data sulla gamba del cavallo come 1573, è resa poco verosimile sia dalla giovanissima età, 15 anni, che il Niger avrebbe avuto al compimento di un tale grandioso polittico, sia al fatto che questo pittore risulta aver operato in Sicilia sul finire della sua vita e carriera artistica, quando nel 1588 dipinse la tela di S. Agata al rogo nella Chiesa di S. Agata al Carcere di Catania.
Duomo di San Pietro
Un documento del vescovo di Siracusa ne attesta l'esistenza in situ nel 1396, ma la data della sua prima edificazione è da collocarsi dal 1301 al 1350 circa, come attestato dallo storico secentesco Placido Carrafa. Eretta a Collegiata con bolla di Clemente VIII del 2 gennaio 1597, due secoli dopo per Decreto Regio di Carlo III di Borbone (1797), ed in seguito a secolare disputa, è stata dichiarata Chiesa Madre al pari di S. Giorgio, la chiesa "ufficiale" dei Conti. Fa parte anch'essa della lista dei Monumenti Bene dell'Umanità dell'UNESCO. Danneggiata dal passare dei secoli e dalle frequenti scosse telluriche in quest'area ad alto rischio sismico, fu a più riprese ricostruita, ma alcuni elementi interni furono risparmiati dai crolli; si conserva ancora una cappella laterale dedicata all'Immacolata, che riporta la data del 1620 incisa sul cupolino, e che ha resistito anche al terremoto del 1693. I lavori di ricostruzione furono diretti da due sapienti capimastri locali, Rosario Boscarino di Modica e Mario Spada di Ragusa. Una bella scalinata con le statue dei dodici Apostoli, chiamati dal popolo Santoni, conduce alla sobria ma maestosa facciata suddivisa in due ordini, e abbellita da quattro statue, raffiguranti San Cataldo, Santa Rosalia, San Pietro e la Madonna, che arricchiscono il secondo ordine, che è infine sormontato all'apice della facciata dalla scultura, in altorilievo, di un Gesù Cristo in trionfo. L'interno della chiesa, a tre navate e con 14 colonne dai bei capitelli corinzi, è spettacolare e decoratissimo, a partire dal pavimento, del 1864, con intarsi di marmo bianco, marmi policromi e pece nera, per finire con la volta, ricca di magnifichi affreschi, raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, iniziati nel 1760 circa dal pittore locale Gian Battista Ragazzi con la collaborazione del figlio Stefano, e portati a termine intorno al 1780, probabilmente solo dal figlio. All'interno si conservano due statue marmoree, una "Madonna di Trapani" attribuibile ad un allievo di Francesco Laurana, databile intorno al 1470, ed una bellissima "Signora del Soccorso" (1507), altrimenti detta Madonna della mazza per la stretta somiglianza con l'analoga opera dello scultore Giorgio da Milano, detto Il Brigno, presente nel Duomo di Termini Imerese (altra Madonna col Bambino, datata 1497, molto simile nel panneggio a quella di Modica, sempre dello stesso scultore, si trova in Madonna delle Grazie di Naro-AG). La statua ora in San Pietro è proveniente dalla chiesa di S. Maria del Soccorso, dove a sua volta era stata portata dalla vecchia chiesa dallo stesso nome distrutta nel 1927 per costruire l'Istituto Magistrale. Giorgio Brigno da Milano, considerato dal Pitruzzella uno dei migliori artisti del rinascimento siciliano, lavorava a Palermo nella bottega di Domenico Gagini. Notevole il gruppo statuario che raffigura San Pietro e il Paralitico, del 1893, in legno di quercia, considerato il capolavoro del palermitano Benedetto Civiletti. Il lampadario centrale, che incombe sull'altare maggiore, è un notevole lavoro di vetreria proveniente da Murano. L'organo monumentale, opera dei fratelli Polizzi ed inaugurato nel 1924, è composto da 3200 canne, 32 registri e due tastiere.
Chiesa di San Giovanni Evangelista
La Chiesa di San Giovanni Evangelista presenta una facciata la cui ultima versione è stata rifatta dopo il 1869, per essere completata fra il 1893 ed il 1901. Il luogo di culto si trova in questo sito dal 1150 (bolla di papa Eugenio III). Un documento del marzo 1217 cita le Chiese di San Giovanni e di San Giorgio in Modica come poste sotto la tutela della Chiesa di Mileto, in Calabria. Si trovava in questa spianata il primo edificio religioso di Modica, la Chiesa di San Pietro extra moenia del VII secolo, con adiacente un coevo monastero di Benedettini, uno dei sei fondati in Sicilia da San Gregorio Magno. Ma un diploma di cui riferisce lo storico Placido Carrafa, riporta che il Preposto di San Giorgio ordinò la demolizione, avvenuta nel 1454, del monastero attiguo a S. Pietro fuori le mura, lasciando spazio ad una nuova e più grande costruzione, un sol corpo con quella di San Pietro, e che venne dedicata anche a San Giovanni Evangelista. Successivamente, essendo sorta nel frattempo, nel Trecento, una Chiesa dedicata a San Pietro nella parte bassa della città, la chiesa di Modica Alta mantenne la sola intitolazione a San Giovanni Evangelista, per quanto una campana fusa nel 1550 riporti ancora incise le effigie di ambedue gli Apostoli. Danneggiato il primo tempio dal terremoto del 1542, fu presto riedificato nelle dimensioni attuali, per essere poi gravemente colpito dal terremoto del 1693. Ricostruita la chiesa in forme barocche tra i primi decenni del '700 ed il 1839, il prospetto fu lievemente lesionato dall'ulteriore sisma del 1848, il che portò alla decisione di modificare ulteriormente la facciata, dando forma a quella definitiva di fine '800, in stile neoclassico, simile al prospetto della Collegiata di Catania, che possiamo ammirare ancor oggi. Ricca di pregevoli stucchi all'interno, con le rappresentazioni dei quattro Evangelisti, vi si conserva il Gruppo Statuario dell'Addolorata, del '500, composto dalle pregevoli statue della Vergine Maria e di Marta che piangono Gesù appena spirato, staccato dalla Croce, e sostenuto dalle braccia amorose della Maddalena. Al gruppo statuario originario, nell'Ottocento, furono aggiunte le statue del Redentore moribondo pendente dalla Croce, e quella del suo discepolo preferito, Giovanni (poi Evangelista). Ai piedi dell'Altare di San Giovanni Ev. è poggiata un' Arca, contenente quasi tutti i resti del corpo di Santa Temperanza martire, donati alla chiesa da un certo don Fidenzio di Ascoli, su licenza di don Ottavio Carafa, Arcivescovo di Patrasso, donazione avvenuta alla metà circa del XVII secolo (come risulta dai documenti custoditi in parrocchia, fra cui gli Atti di una ricognizione eseguita il 20 giugno 1664 dal Vicario Generale di Siracusa, Giuseppe Capobianco, su disposizione del Cardinale Ginetti). La chiesa presenta all'esterno una riposante ma scenografica scalinata, ai cui lati i muri perimetrali sono intercalati da ben ventisei pilastri, che in tempi passati dovevano sorreggere altrettante statue, mentre ora se ne conservano solo tre. La chiesa si trova nella parte alta del centro storico della città, anzi, la croce che sormonta l'apice della guglia, rappresenta, con i suoi 449 m, il punto più alto della città di Modica. Sul lato sinistro della chiesa, un tortuoso reticolo di strette viuzze dal sapore medievale conducono, dopo una breve passeggiata, al Belvedere della città alta, il cosiddetto Pizzo, da cui, in uno splendido colpo d'occhio, scivolando veloce lo sguardo fra tetti e scalinate, si domina il centro storico di Modica.
Palazzo della Cultura e Museo Civico
L'ex Monastero delle Benedettine (XVI-XIX secolo), attuale Palazzo della Cultura, ospita nelle sue ampie stanze il Museo Civico Archeologico, oltre a vari uffici municipali, mentre al piano terra è ubicata dal 1881 la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la quale racchiude al suo interno uno dei due atrii ed alcune colonne del vecchio monastero. Il Palazzo è stato la sede dello storico Tribunale di Modica dal 2 giugno 1862 fino a settembre 2003, e l'attuale salone delle conferenze sino ad alcuni decenni fa era sede della Corte d'Assise. Recentissimi lavori di restauro murario delle stanze della Società Operaia, tendenti a riportare all'antico le superfici interne, hanno riservato una bellissima sorpresa: dietro l'intonaco di una camera, che è stato ovviamente asportato, è stato riportato alla luce, dopo più di un secolo, un superbo confessionale in pietra, incassato nella muratura, con tanto di pareti divisorie e grate metalliche; non dovrebbe essere visitabile perché il luogo è struttura privata, ma con un po' di gentilezza, rivolgendosi al cortese personale di servizio...si può fare!
Portale de Leva
Il Portale De Leva, elegante esempio dello stile gotico - chiaramontano imperante in Sicilia nel Trecento, attualmente non è visitabile perché facente parte di un palazzo privato. È il più bel portale di Modica, con gli archi scolpiti a tre ordini, zig-zag, foglie di acanto e fini ricami arabeschi, e forse era la porta d'ingresso della chiesetta dedicata ai santi Filippo e Giacomo, poi divenuta cappella privata della nobile famiglia De Leva.
Chiesa del Carmine
La Chiesa del Carmine è una dei pochi monumenti che resistette alla violenza del sisma del 1693. E infatti il prospetto è arricchito da un bellissimo portale risalente alla fine del '300, Monumento Nazionale, sovrastato da un rosone francescano con dodici bracci, il tutto in stile gotico chiaramontano. Le parti superiori della facciata e del campanile sono comunque sovrastrutture barocche post terremoto. All'interno, in fondo alla chiesa sulla destra, a lato dell'altare, si conserva una cappella tardo-gotica, anch' essa databile XIV secolo, riportata alla luce di recente. Presenta essa tracce di affreschi murali, ed il suo pavimento ricopre una cripta funeraria, visibile da una botola, mentre una parete del '700 ha tenuto nascosto per tre secoli il bellissimo arco d'ingresso alla cappella, trapuntato come un merletto. Un altare sulla sinistra accoglie il prezioso gruppo statuario dell'Annunciazione, opera di Antonello Gagini del 1528. All'interno della Chiesa di Santa Maria dell'Annunziata(il nome originale del Tempio) si conserva anche la splendida tavola di Sant' Alberto, dipinta nei primi anni del '500 (durante la sua residenza siciliana fra il 1513 ed il 1517) da Cesare da Sesto, allievo di Leonardo da Vinci. Girando lo sguardo all'indietro, nella cantoria collocata sopra l'ingresso della chiesa, si ammira un delizioso organino monumentale in legno, il più antico fra quelli ancora funzionanti a Modica, datato 1774. Risale al 2006 invece il ritrovamento, da parte di un privato proprietario di un locale attiguo alla Chiesa, lato via Pellico, durante lavori di pulizia, di un altro portale gotico di fine '300, che costituiva l'ingresso alla Chiesa da quella che era la navata laterale, andata svenduta e modificata per usi civili dopo i danni causati dal terremoto del 1693. I lavori di recupero, eseguiti dal privato sotto l'occhio vigile della Soprintendenza alle Belle Arti avvisata con molto senso civico, hanno portato anche al rinvenimento di una cripta sotterranea, colma di ossa, reliquie probabilmente dei monaci carmelitani. Attualmente non visitabile, questo scrigno dovrebbe essere aperto alla fruizione pubblica a breve, con l'affidamento alla custodia ad una cooperativa turistica.
Chiesa di San Domenico, ex convento e Cripta
La Chiesa di S. Domenico, detta del Rosario (1678), presenta uno dei pochi prospetti rimasti integri dopo il terremoto del 1693. L'originaria costruzione della Chiesa, con l'annesso Convento dei Domenicani ('700) risale al 1361. Il luogo sacro è ricco di interessanti tele del '500, ed ha una cappella interna, un tempo riservata alla preghiera dei frati, riccamente decorata con pitture murali e pregevoli stucchi. Il convento attualmente è sede del Palazzo Municipale, dal 1869. Nell'atrio è visitabile una interessante cripta sotterranea ('600),scoperta da Giovanni Modica Scala a metà '900, contenente resti ossei, attribuibili ai Frati Domenicani stessi, e che lascia intravedere tracce di affreschi. Il convento era sede, per la diocesi di Siracusa, del Tribunale dell'Inquisizione, o Sant'Uffizio.
Chiesa di S. Maria di Betlem
La Chiesa di S. Maria di Betlem è una delle tre antiche collegiate (dal 1645) della città, e risale al XIV secolo. La facciata è di fine '500 nella parte inferiore, mentre è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693, per essere completata nel 1821 nel suo secondo ordine. Nasconde al suo interno una pregevolissima Cappella Palatina detta anche Cappella Cabrera ('500, Monumento Nazionale), in stile tardo gotico, sopravvissuta al terremoto del 1693 e incastonata nella nuova architettura settecentesca. L'arco di ingresso alla Cappella (che deve il suo nome al fatto che si volle dedicare ai conti Cabrera presenti al Castello di Modica nella seconda metà del '400), con elementi decorativi arabi, normanni e catalani, è uno dei più bei monumenti che l'architettura abbia prodotto in Sicilia a cavallo dei secoli XV e XVI. L'arco è composto da un fascio di colonne per lato riccamente arabescate, con infiniti e capricciosi ornamenti, svariati e bizzarri motivi vegetali e animali, figure di uomini grottesche o fantastiche; le colonne terminano con capitelli finemente scolpiti. L'organo monumentale in legno è del 1818, il soffitto a cassettoni ed il pavimento sono di fine '800. Di buona fattura, dietro l'altare, la grande tela dell' Assunzione della Vergine dipinta da Gian Battista Ragazzi nel 1713. Suggestivo in questa chiesa è altresì il Presepe Monumentale permanente (1881/82), la cui scenografia è del cappuccino Fra' Benedetto Papale, con 62 statuette in terracotta realizzate a Caltagirone; all'esterno, in una parete a sinistra della chiesa, è incassata la Lunetta di Berlon, bassorilievo con Natività (fine '300), appartenente al prospetto della chiesetta di S. Maria di Berlon che insisteva in precedenza sul luogo in cui sorge l'attuale S. Maria; alla base della scultura si intravede una iscrizione in lettere gotiche.
Chiesa di S. Maria del Gesù
La Chiesa di S. Maria del Gesù (1478-1481) e l'annesso convento, Monumento Nazionale, dei Frati Francescani Minori Osservanti, 1478-1520, conservano uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine tortili, a spiga, romaniche o arabo-normanne, variamente ricamate e ognuna diversa da quella accanto. La Chiesa fu costruita restaurando una preesistente chiesa franescana già presente almeno dal 1343, per la volontà e la munificenza della Contessa Giovanna Ximenes, al fine di celebrarvi, nel gennaio del 1481, le nozze della propria figlia Anna Cabrera con Federico Enriquez, primo cugino del Re di Spagna Ferdinando il Cattolico. Purtroppo la chiesa e il convento attualmente non sono visitabili, in quanto l'ex Convento è sede carceraria, sin dal 1865. È visibile però dall'esterno della recinzione il prospetto quattrocentesco della chiesa, in stile plateresco-catalano, da non mancare. Chiesa e Convento sono stati riaperti al pubblico per due giorni ad aprile 2009 in occasione di un'iniziativa FAI.
Convento dei Cappuccini e Chiesa di San Francesco
Il Convento dei Frati Cappuccini (1572) e la Chiesa di S. Francesco d'Assisi ('500-'600) sono assolutamente da visitare per il perfetto stato di conservazione. Il convento ha un bellissimo chiostro lastricato con suggestive basole di pietra locale, con un pozzo al centro, il tutto tipico delle silenziose e affascinanti costruzioni francescane. La chiesa, cui si arriva percorrendo un vialetto circondato da alti cipressi, nasconde al suo interno due capolavori scultorei in legno indorato, un reliquario e la custodia del SS. Sacramento.
Monumenti e luoghi d'interesse: architetture civili
Palazzo Polara
Sul lato sinistro del Duomo di San Giorgio è visibile Palazzo Polara (fine '700), [3] (XVIII secolo), sul cui frontone spicca lo stemma della famiglia con la stella polare. Palazzo Polara, è una splendida costruzione in stile tardo barocco, introdotta da un'elegante scalinata. La facciata, in un tutt' uno altamente scenografico con la scalinata monumentale ed il prospetto di San Giorgio, domina Modica Bassa e le sovrastanti colline, in un suggestivo colpo d'occhio che ci conduce verso il Belvedere della città alta.
Palazzo Napolino-Tommasi Rosso
Posto nel cuore dell'antico quartiere di Francavilla, alle spalle del Duomo di San Giorgio e nei pressi dell'entrata del Castello dei Conti, è fra le testimonianze più significative dell'architettura tardo-barocca di Modica. La sua costruzione risale alla seconda metà del XVIII secolo. La sua facciata comprende un bel portale d'ingresso, le cui colonne ai lati lasciano scendere degli eleganti tendaggi scolpiti nella pietra, ed emergenti dalla bocca di due leoni. Il portale è sovrastato da un elegante balcone in ferro battuto, sorretto da mensoloni decorati con mascheroni. Altri due balconi sono posti simmetricamente ai lati di quello centrale, a completare il prospetto di quella che è riconosciuta come la più elegante architettura civile del barocco modicano.
Casa natale del poeta Quasimodo
Casa natale di Salvatore Quasimodo, in cui il 20 agosto 1901 nacque il poeta, Premio Nobel per la Letteratura nel 1959. La casa è visitabile. Contiene, oltre ad un letto in ferro battuto , gli altri mobili ed arredi di primo Novecento ; inoltre sono presenti i mobili dello studio di Milano e una vecchia macchina da scrivere Olivetti, che il figlio Alessandro ha donato alla casa - museo nel 1996. Da un vecchio nastro, ai visitatori viene fatta ascoltare la voce del Poeta registrata durante la cerimonia di conferimento del Nobel a Stoccolma. La Casa Museo è gestita da Etnos soc. coop.
Palazzo degli Studi
Il Palazzo degli Studi (1610 - 1630) era in realtà il Convento dei Padri Gesuiti, i quali fin dal loro insediamento nella struttura ne fecero il Collegio dove istruire i rampolli dell'aristocrazia di Modica. Il Collegio, costruito ampliando e restaurando un palazzo donato al Comune dal nobile palermitano Alliata, era annesso alla Chiesa dei SS. Gesù e Maria, o del Collegio (oggi S. Maria del Soccorso), il cui prospetto barocco fu rifatto nel 1714 su progetto di Rosario Gagliardi, mentre il Convento, resistendo al terremoto del 1693, determinò la scelta dei Gesuiti e del popolo modicano di non spostare la città sugli altopiani limitrofi. L'intero edificio sorse per volontà della contessa Vittoria Colonna de Cabrera, che si fece promotrice della venuta a Modica dei Gesuiti, e contribuì finanziariamente, insieme al Comune e ai possidenti del tempo, al che nella capitale della Contea si istituissero corsi di studio di livello universitario. Fu dunque sede del Collegio Gesuitico sin dal 1630, del Ginnasio comunale nel 1862, del Regio Istituto Tecnico "Archimede" dal 1866, e attualmente ospita, dal 1878, il Liceo Classico intitolato allo scienziato e filosofo modicano Tommaso Campailla.
Teatro Garibaldi
Costruito dal 1815 al 1857 con facciata in stile liberty, è uno dei due teatri storici presenti in provincia, insieme a quello di Vittoria. Fu inaugurato nel 1857 con la Traviata di Verdi. È un piccolo vero gioiello, che in miniatura riproduce i grandi teatri delle città maggiori, con la sua platea, i suoi tre ordini di palchi molto eleganti, il loggione, la volta istoriata di recente (agosto-settembre 1999) con un grandioso dipinto, un olio su tela (diametro m. 4,40) del maestro Piero Guccione e degli altri del Gruppo di Scicli, i pittori Franco Sarnari, Giuseppe Colombo e Piero Roccasalva. Dopo lavori di restauro e di messa in sicurezza, è stato riaperto al pubblico definitivamente nel 2004.
La stagione teatrale
Da qualche anno a questa parte, il Teatro Garibaldi è ritornato ad essere il luogo di intrattenimento culturale per eccellenza per i modicani, ma anche per gli appassionati di teatro e musica di vario genere nell'intero comprensorio orientale della provincia. La stagione di prosa e la stagione musicale 2008/09 sono state curate dall'attore modicano Andrea Tidona, con la collaborazione del concittadino Giorgio Pace, direttore amministrativo del Teatro Massimo di Palermo. Ulteriori manifestazioni vi si tengono a cura dell'assessorato provinciale al turismo. Anche le sezioni locali degli Amici della Musica e della Gioventù musicale italiana svolgono il loro programma concertistico annuale presso il teatro cittadino.
Monumenti e luoghi d'interesse: architetture militari
Castello dei Conti di Modica
In cima ad una rupe, costruito sul pianoro conclusivo di un promontorio roccioso a becco d'aquila, ha rappresentato per tanti secoli la sede del potere politico e amministrativo di quella che fu la Contea di Modica. Era infatti presidio fortificato militare e carcerario, residenza dei Conti prima, del Governatore della contea in nome del Conte, dopo. Carlo I d'Angiò fece redigere due elenchi dei castelli demaniali siciliani: gli Statuta Castrorum Siciliae, emanati nel 1268 e nel 1272. È nel secondo elenco che troviamo citato il castello di Modica. Oltre che nello Statutum Castrorum Siciliae del 1272, il castello di Modica compare inserito in una Bolla datata Anagni 21 agosto 1255, indirizzata a Frate Ruffino de’ Minori, cappellano e penitenziere del Papa. Fu in questo Castello che il conte Matteo Chiaramonte ospitò nel 1366 il re Federico IV d'Aragona, e nel 1401 il conte Bernardo Cabrera vi accolse il re Martino I. Ivi si amministrava anche la Giustizia, essendo sede, dal 1361, della Gran Corte, cui si aggiunse nel 1392 la Corte delle I e II Appellazioni, per divenire poi dal 1816 Tribunale civile e penale di I grado e Corte d'Assise. La città divenne Capoluogo di Distretto della Intendenza di Siracusa, e la sede di tutti gli uffici rimase nel Castello fino al 1865. Con l'Unità d'Italia, furono cacciati dai loro conventi e monasteri gli Ordini religiosi, ed il Castello dei Conti fu definitavamente abbandonato, andandosi a trasferire il Carcere, il Tribunale e gli Uffici Circondariali pressi i vari conventi resisi disponibili. Dal punto di vista monumentale, il Castello, o ciò che di esso rimane, nato come fortificazione rupestre, modificato in varie epoche tra l'VIII e il XIX secolo, si erge su un promontorio roccioso difficilmente attaccabile, con due lati su tre costituiti da pareti a strapiombo. All'esterno rimane una torre poligonale (XIV sec). Nel cortile interno sono visitabili le carceri medievali, civili e "criminali", una serie di stanze squadrate ricavate dalla roccia, ognuna riservata ad una specifica categoria di carcerati: donne, condannati comuni, galantuomini, persone in attesa di giudizio. Per i briganti più pericolosi c' erano (una è ancor oggi visibile) due grandi fosse profonde circa sette metri, chiuse in alto da una possente grata di ferro, dalla quale entravano la luce e l'aria. Nello stesso cortile poi è presente la recente chiesa della Madonna del Medagliere (sorta nel 1930 sui ruderi della chiesa di S. Leonardo, a conforto dei carcerati fino al 1865), inoltre è visibile ciò che resta della chiesetta di S. Cataldo, che era la cappella privata del Conte e del Governatore, e infine tre nicchie campanarie oggi murate all'esterno, il suono delle cui campane indicava alla città le ore, ed i momenti che si vivevano all'interno del Castello. Crollate a causa del terremoto del 1693, o demolite perché di intralcio allo sviluppo urbanistico moderno della zona, quasi nulla più resta delle 5 torri, delle 4 porte e della cinta muraria dell'antico maniero. Recentemente è venuto alla luce, e reso fruibile, un suggestivo cunicolo sotterraneo scavato nella roccia, che trapassa lo sperone roccioso su cui sorge il Castello: era un passaggio di ronda militare.
Torretta dell'Orologio
Su una vecchia guardiola militare, ricadente nell'area del vecchio castello dei Conti, è stato apposto nel 1725 un orologio meccanico ancora perfettamente funzionante, i cui complessi meccanismi vengono controllati e riavviati ogni 24 ore circa. Gli ingranaggi che azionano quest' orologio esculsivamente in modo meccanico, fra cui gigantesche molle metalliche, pesi e contrappesi, grosse funi, sono visitabili. Dalla Torretta del Castello si gode di un panorama sulla parte bassa del centro storico, a dir poco superbo. Dopo le due Chiese maggiori di Modica, Patrimonio dell'Umanità, la Torretta del Castello è il Monumento più fotografato della città, per la sua suggestiva posizione in cima ed all'estremità della rupe, su cui si ergeva il Castello medievale.
Altri monumenti e luoghi d'interesse
- Ex Convento dei Frati Carmelitani ('700): nella parte bassa della città, è stato fortemente rimaneggiato nella seconda metà dell'Ottocento per ricavarne la Caserma dei Carabinieri. Il prospetto è stato interamente rifatto, in stile neorinascimentale-liberty.
- Ex Chiesa di S. Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta, il cui prospetto fu demolito nei primi del '900 onde ricostruirvi, in stile liberty, il Cinema Moderno 1926, chiuso intorno al 1980. Su una parete laterale resiste murata una grande Croce, simbolo della Gran Commenda dell'Ordine di Malta. È in fase di appalto il ripristino funzionale, che trasformerà l'interno nel nuovo Auditorium intitolato al musicista e compositore modicano Pietro Floridia.
- Chiesa di S. Paolo ('600-'700)
- Chiesa di S. Girolamo ('600): minuscola chiesa con un piccolo spiazzale antistante, tra strette scalinate che scendono e salgono fra le case che circondano questa chiesetta di quartiere.
- Palazzo Ascenzo (fine '700), di fronte al Palazzo di Città, è caratterizzato da poderosi mensoloni a piede unico, a sostegno dei balconi
- Palazzo Manenti, ora Cannizzaro ('700), si trova subito dopo il prec. salendo il Corso sulla sin.. Presenta tre bei balconi spagnoleggianti sostenuti da mensoloni in cui sono scolpiti vari mascheroni, uno dei quali raffigura il primo proprietario del palazzo
- Palazzo Salemi e portici (Ponti Pulera), già Palazzo Comunale dal '600 al 1869, presenta a piano terra un portico con sei arcate, sormontato al piano superiore da una lunga balconata continua
- Palazzo Papa, già Grimaldi, nei pressi del Duomo di San Giorgio, lungo la strada che porta all'ingresso del Castello
- Chiesa del SS. Salvatore ('700), ricca di pregevoli stucchi e di notevoli tele, fra cui una Immacolata (1765) del palermitano Pietro Spinosa, ha un superbo altare maggiore in marmo, con cinque medaglioni raffiguranti altrettanti episodi biblici. Della Chiesa originaria del Quattrocento si conservano solo la base del campanile, una croce di pietra scolpita ed una campana datata 1537.
- Chiesa di S. Anna (1686) ed ex Convento dei Padri Francescani Riformati (1613), sede dell'Archivio Storico di Stato, di cui parte più importante è l'Archivio della Contea di Modica. In cima all'imponente prospetto barocco dell'ex Convento, che domina sulla parte bassa della città, la bellissima aquila reale in pietra che rappresenta lo stemma della Contea.
- Palazzo Grimaldi (alle spalle la caratteristica via Clemente Grimaldi), XVIII-XIX secolo, e portale della Chiesa di S. Cristoforo, cappella privata della famiglia Grimaldi: è forse, con i suoi 14 balconi in soli due piani, il più bell'esempio di edificio in stile liberty fra quelli che si affacciano sul corso principale del centro storico modicano
- Palazzo Tommasi Rosso/Tedeschi (fine '700), si trova lungo il corso Umberto, subito dopo il Duomo di San Pietro, ed è caratterizzato dalla lunga serie di mensole che sorreggono sei dei sette balconi, le quali sono scolpite con mascheroni raffiguranti vecchioni, suonatori di flauto, putti, delfini e pettorute sirene
- Chiesetta di S. Lucia ('700), incastonata nel cuore del quartiere Francavilla, nel bel mezzo di quel grattacielo orizzontale di case che si accavallano in ordine sparso dalla parte più alta di Corso Umberto, sollevando lo sguardo verso la cima della collina, dominata dal Belvedere del Pizzo
- Chiesa di San Michele ('600), col grazioso campanile che fa compagnia in tante stampe alla maestosa cupola, alta 36 metri, del limitrofo Duomo di San Giorgio
- Chiesa di San Giuseppe (1613), a pochi metri dall'entrata del Castello, con annesso un piccolo convento (1894) dei Gesuiti. Distrutta e abbandonata dopo il sisma del 1693, fu restaurata e riaperta al culto nel 1894. La chiesetta conserva al suo interno, certamente proveniente da una chiesa demolita, una bellissima Natività in marmo, datata 1511, rappresentante un piccolo presepio con tutti i classici personaggi ed ambienti, con ai lati quattro bellissime teste di angeli, che insieme al volto della Madonna sembrano di scuola gaginiana.
- Chiesa dei SS. Nicolò ed Erasmo, con prospetto rifatto in stile neoclassico nell'Ottocento
- Chiesa di S. Teresa d'Avila ed ex Monastero delle Carmelitane Scalze
- Chiesa di San Teodoro ('600/'700)
- Chiesa di Sant' Antonino ('500, ricostruita nel '700)
- Palazzo Napolino/De Naro Papa ('800), nella parte alta della città, di fronte alla Chiesa di San Giovanni Evangelista; presenta una bella loggia, a sostegno di una terrazza, con tre arcate, sormontate da tre mascheroni
- Chiesa di San Ciro (1856), piccolissima, ma con buone tele ottocentesche, pregevoli statue nella Cappella del Cristo morto e dell'Addolorata
- Palazzo Rubino/Trombadore, con notevolissimo prospetto tardo-barocco
- Santuario della Madonna delle Grazie (1615/1624), con facciata secentesca, ed il resto ricostruito o restaurato depo il sisma del 1693.
- Palazzo ex Convento dei PP. Mercedari, con annesso Museo delle Arti e Tradizioni Popolari
- Chiesa-eremo di S. Giacomo (XIV secolo, non visitabile)
Siti archeologici
Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore
Presenta dei magnifici affreschi sulla nuda roccia, di stile tardo-bizantino, databili fra l'XI e il XIV secolo: si tratta di una grotta artificiale, in pieno centro cittadino, nella quale si osservano diversi cicli di affreschi; una chiesa rupestre definita dagli studiosi un "unicum" nel panorama della Sicilia medievale. L'affresco principale è un bellissimo Cristo Pantocratore posto al centro dell'abside, dove si raffigura un Cristo benedicente racchiuso in una mandorla seduto su un trono fra due coppie di Angeli. Sul lato destro dell'abside si trova un catino battesimale, scavato nella roccia, per il battesimo con rito orientale. Ultimi in ordine di tempo, alcuni lavori di scavo hanno portato alla luce una serie di cripte e di tombe terragne.
Cava Ispica
Cava Ispica (il nome precede quello dell'omonima, vicina città, chiamata Spaccaforno fino al 1936) raccoglie, in tredici chilometri di lunghezza, numerose testimonianze di epoche diverse: dalle grotticelle sicule a forno dell'età del bronzo, alle catacombe cristiane del Basso Impero (IV-V secolo d.C.), dagli affreschi rupestri della "Grotta dei Santi", ai ruderi della chiesetta bizantina di S. Pancrati. Notevole la catacomba della Larderia, un cimitero ipogeico che in circa 500 m2 (secondo in Sicilia per estensione) racchiude ben 464 tombe, suddivise in tre gallerie sotterranee, delle quali la principale è lunga circa trenta metri. Il sito è in effetti una vera e propria città nella roccia, dove nei pressi delle grotte abitate dagli uomini e dagli animali domestici, ce ne erano altre adibite a magazzini, o a luoghi di culto con altari e affreschi sulla nuda roccia. Infine, nascoste dalla vegetazione o protette da una certa difficoltà di accesso, negli anfratti più ripidi della cava, centinaia di grotte ad uso funerario. La cava, che in alcuni punti è profonda anche cento metri e larga più di 500, presenta una vegetazione rigogliosa, attrazione per varie specie di uccelli, tale da conferire al luogo notevole importanza anche dal punto di vista naturalistico. Lungo la vallata sono presenti una miriade di grotte naturali o scavate nelle roccia dalla mano dell'uomo, alcune difficili da raggiungere, se non con corde, stretti camminamenti tra i massi o scale. Molte grotte sono contigue, magari su piani sovrapposti comunicanti tra di loro tramite botole artificiali praticate nelle pareti rocciose. Celebre e di grande interesse storico ed archeologico è il Castello Sicano a cinque piani, interamente incassato nella roccia, vera e propria fortezza scavata in una parete calcarea che scende a picco per trenta metri di altezza. Forse era la residenza del Principe del luogo.
Cava Lazzaro
La valle di Cava Lazzaro annuncia quella di Cava Ispica, e rappresenta una fra le più interessanti stazioni archeologiche del paleolitico siciliano. Presenta grotte a forno e ad anticella, oltre a caverne templari, ad uso religioso dunque, con escavazioni a mano di pilastri e colonne. Ivi sono stati rinvenuti strumenti di amigdala, vasellame della civiltà castellucciana, manufatti vari di civiltà presicule comprese nel periodo XXII-XV secolo a.C.(facies di Castelluccio, prima età del bronzo), tutti conservati al Museo Civico di Modica. A Cava Lazzaro è stato trovato pure un cranio assegnato dal Pigorini al tipo di Neanderthal, e che è visibile al Museo Etnografico L. Pigorini di Roma.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

Etnie
Questi i numeri delle principali etnie presenti a Modica, secondo i dati del Distretto Sanitario n. 45, riferiti a immigrati regolari, al 31 dicembre 2006 (si tratta di 980 stranieri che proviene da 37 Stati europei, africani, asiatici, americani):
Albania 117 residenti, Bosnia Erzegovina 4, Bulgaria 34, Croazia 2, Ex Jugoslavia 11, Polonia 29, Romania 17, Russa Federazione 3, Ucraina 18, Belgio 3, Francia 7, Germania 29, Grecia 6, Paesi Bassi 2, Spagna 5, Cina 39, India 7, Indonesia 11, Pakistan 3, Thailandia 9, Algeria 24, Congo (Zaire) 13, Madagascar 9, Marocco 198, Mauritania 3, Mozambico 5, Nigeria 12, Senegal 38, Tunisia 212, Turchia 24, Argentina 13, Bolivia 3, Colombia 17, Cuba 5, El Salvador 21, Perù 11, Venezuela 16.
Modica, tra l'altro, è l'unica città in Sicilia ad avere promosso un progetto per rifugiati e richiedenti asilo politico, donne in gravidanza, sole o con minori.
Secondo i dati della Caritas Migrantes, riferiti al 30 novembre 2007, gli immigrati regolari presenti a Modica sarebbero aumentati del 35% rispetto al dicembre 2006, raggiungendo la cifra di 1325 unità, l’8,5 % degli stranieri soggiornanti in provincia di Ragusa che complessivamente sono 15.573. Gli stranieri, in questo dato più recente, arrivano a Modica da 44 paesi diversi. Dei 1325 immigrati presenti, in possesso di regolare permesso di soggiorno, il 54,7% è di sesso maschile e il restante 45,3% di sesso femminile, per un’ incidenza, sul totale della popolazione locale, del 2,5%.
I minori sono 265, dei quali, però, 170 nati in Italia, vale a dire figli di immigrati, ma a tutti gli effetti italiani perché nati e vissuti a Modica. Variegata la provenienza degli extracomunitari che scelgono di trasferirsi a Modica: in primo luogo si tratta di marocchini con una percentuale del 26,6% del totale degli extracomunitari; al secondo posto ci sono gli albanesi con una percentuale del 18,3%, seguiti a ruota, con un 15%, di tunisini. La Cina si attesta solo al quarto posto, con 6,7% di cinesi, che distanziano di poco gli ucraini che ammontano al 6,2% degli extracomunitari a Modica.
Età media, statistiche demografiche
Modica è una Città in cui la vita media è cresciuta in modo sensibile rispetto agli altri comuni della provincia. Questo è il dato che si evince al termine della presentazione della Relazione Sanitaria 2006 resa nota dall’ Ausl n° 7.
Nel particolare Modica insieme a Giarratana presenta il dato migliore in termini di vita media. L’età media dei maschi nel 2002 era di 75,70 quello delle donne di 79,98; nel 2006 quella dei maschi di 76,45, quello delle femmine l’82,42. Nel quadro generale, maschi più femmine, l’età media nel 2002 era di 77,84; nel 2006 di 79,80.
Altro dato in ascesa è il rapporto tra nascite e decessi. Nel 2006 si è registrato un saldo attivo di 55 unità. I morti sono stati 493 mentre i nati sono stati 548. In saldo positivo anche il rapporto tra emigrati ed immigrati. Nel 2006 si sono registrati 721 immigrati e 484 gli emigrati.
Servizi ed istituzioni
L'Ospedale Maggiore
Il primo Ospedale, nel senso stretto del termine, a Modica fu, nel 1600, l' Ospedale della Pietà (o di S.Maria della Pietà), nell'edificio della Commenda Gerosolimitana accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, dei Cavalieri di Malta, dove era appunto la loro Sacra Domus Hospitalis, ricovero per i pellegrini, sin dal 1391, come da lettera di Re Martino di Spagna e di Sicilia. Tale Ospedale restò in attività fino agli anni settanta del secolo appena trascorso, essendo assurto nel frattempo a fama nazionale come Sifilocomio Campailla. Le Botti del Campailla curarono i malati di lue celtica(sifilide) ininterrottamente dal 1698 fino all'avvento della penicillina, nel 1943. Negli ultimi decenni di attività di tale ospedale, con il metodo delle Botti del Campailla vennero curate le malattie reumatiche e nevralgiche.
Nel 1774 fu fondato a Modica Alta l' Ospedale degli Onesti, nei locali conventuali attigui alla Chiesa di San Martino. Nel 1910, dalla fusione dell' Ospedale degli Onesti con due Opere Pie presenti in città, la denominazione cambiò in quella attuale di Ospedale Maggiore, struttura sanitaria prima Circoscrizionale (serviva il territorio dell'attuale intera provincia), ora comprensoriale, al servizio di una vasta utenza, proveniente, oltre che da Modica, anche da Scicli, Pozzallo, Ispica, e dai limitrofi comuni del siracusano, Rosolini, Pachino e Portopalo.
Modica col suo Ospedale e con i suoi Poliambulatori e Uffici Sanitari, è comune capofila di uno dei 55 Distretti Socio-Sanitari della Regione Siciliana, comprendente i comuni di Scicli, Pozzallo e Ispica.
Tradizioni e folclore
- Madonna Vasa-Vasa
Si svolge nella mattinata di Pasqua. Risalente almeno al 1645, rappresenta l'incontro fra la Madonna ed il Cristo Risorto, reso caratteristico ed emozionante in questa versione modicana dal fatto che il simulacro di Maria muove le braccia, impartisce benedizioni e si china a baciare il petto del figlio risorto. A mezzogiorno in punto, fra ali di folla acclamanti, spari di bombe e campane a festa, alla Madonna, non appena "scorge" in lontananza Gesù Risorto, viene fatto cadere il manto nero che la ricopre, lasciando così scoperto il suo vestito azzurro; contemporaneamente vengono liberate in volo una decina di colombe bianche, nascoste in precedenza nel basamento del simulacro della Madonna.
- Festa del Patrono San Giorgio, il 23 aprile: il simulacro raffigurante il Santo Cavaliere che uccide il drago, viene portato a spalle lungo tutto il centro storico della città, prima a Modica Alta, poi a Modica Bassa, a partire dal primo pomeriggio, per finire con i giri festanti all'interno del Duomo dalle 22.00 circa.
- Eurochocolate: si svolge preferibilmente in primavera ed ha già celebrato quattro edizioni. L'evento rappresenta l'occasione giusta per visitare la città partecipando a tour guidati, e per degustare tutte le specialità dolciarie locali. In occasione dell'Eurochocolate si svolgono una serie di convegni ed eventi incentrati sul cacao, sulla tipica cioccolata modicana e sui prodotti dolciari per i quali Modica è rinomata. Il dolce appuntamento per il 2009 è fissato nei giorni dal 30 aprile al 3 di maggio, ma la versione di quest'anno non avrà più il marchio perugino, ma piuttusto, col nome di ChocoBarocco, sarà un'edizione organizzata in maniera autonoma dai maestri cioccolattieri modicani, ricchi dell'esperienza degli anni passati, ed animati solo dalla passione per la propria arte dolciaria.
- Palio della Contea, si svolge in pieno centro storico a Ferragosto; cavalli e cavalieri in rappresentanza dei vari quartieri della città (a volte anche dei vari comuni che facevano parte della ex-Contea) si cimentano in tradizionali prove di abilità con vari attrezzi (torneo di spada, picca da conficcare negli anelli correndo con i cavalli, prove di tiro con l'arco, un bersaglio disegnato nello scudo che protegge la sagoma del Saraceno da centrare con la lancia), il tutto in un clima rievocativo medievale, con figuranti in costume, sbandieratori, musiche riecheggianti antiche atmosfere. La prima edizione si celebrò nel 1996, in occasione dei festeggiamenti che ricordavano i Settecento anni dall'Istituzione della Contea di Modica. Per sopravvenute difficoltà di cassa da parte dell'ente Comune, sono saltate le edizioni del 2008 e del 2009.
- Settimana Quasimodiana: puntualmente come da 13 anni a questa parte, dal 17 al 23 agosto del 2009 si tengono le varie rappresentazioni culturali che ricordano, nell'anniversario della sua morte( 20 agosto), il poeta Salvatore Quasimodo, che a Modica ebbe i natali. Il programma prevede tutte le sere visite guidate ai Musei ed alla Casa natale, mentre il clou è la Notte della Poesia il 20 agosto.
- Sagra del carrubo, a Frigintini in settembre o ottobre: si degustano tutte le specialità a base di carrube: lolli (cavatelli cotti in sciroppo di carrube e ricoperti con mandorla tritata abbrustolita), gelo, biscotti e caramelle.
- Presepe vivente: durante le festività di Natale, viene rappresentato lungo i vicoletti e le scalinate del centro storico della città, oppure, a volte, fuori città, nella zona archeologica di Cava Ispica, nella suggestiva ambientazione delle grotte scavate dall'uomo lungo i secoli. L'edizione 2007 è stata ambientata nei bassi e negli anfratti rocciosi su cui poggiano i resti del Castello dei Conti.
Economia
Agricoltura e artigianato
L'economia della città trova la sua forza nell'agricoltura, l'artigianato e l'edilizia. Rilevante è la coltivazione del carrubo, dell'ulivo e del grano, da cui una buona presenza di oleifici e mulini, oltreché di mangimifici, questi ultimi legati sia all'attività agricola che agli allevamenti. L'estrazione e la lavorazione della pietra locale, il commercio ed il turismo, sono altre voci importanti. Negli ultimi 15 anni ha avuto una grande espansione il Polo Commerciale, nella zona nuova della città, che calamita gli acquisti del vasto territorio di Sud-Est siciliano, comprendente tutta la provincia iblea e la parte più a sud di quella di Siracusa. Nel campo dell'allevamento riveste particolare importanza il polo avicolo: il territorio di Modica produce circa un terzo del fabbisogno di uova della Sicilia e copre una importante quota del mercato italiano delle carni di pollo. Notevole anche l'allevamento bovino, che trae prestigio dall'antica razza bovina modicana, di millenaria origine africana (come dimostrano recenti studi genetici), e che alimenta una ricca produzione lattiero-casearia con ricotta, formaggi freschi e caciocavallo. Copre abbondantemente il mercato locale l'allevamento di suini. Per la bontà e la notorietà dei suoi prodotti tipici, oltre ad essere rinomata per la sua caratteristica cioccolata artigianale, con una produzione annua di 20 tonnellate ed esportata in tutto il mondo, Modica fa anche parte delle Associazioni Nazionali delle Città del Pane, dell'Olio e del Gelato.
Razza bovina modicana
Famosissima è la razza modicana a manto rosso, caratterizzata dalla bellezza delle forme, dalla incurvatura a lira delle corna, dalla finezza e dalla lucentezza del mantello e dalla vivacità dell'occhio. Abituata da millenni al pascolo brado, la razza modicana è nota anche per la sua frugalità, per la notevole resistenza fisica e per l'indole socievole. Le sue carni sono apprezzate in tutta la Sicilia, mentre il latte è di ottima qualità, seppure la produzione lattiera per capo è molto inferiore a quella delle razze appositamente selezionate e alimentate a questo scopo. Il mantello della Modicana è di colore uniforme rosso scuro, con sfumature dal nero dei tori al fromentino chiaro delle vacche. Sfumature nere specie nella parte anteriore e sulla fascia esterna delle cosce. Fiocco della coda nero. Il maschio presenta un mantello più scuro. La produzione di latte è di circa 18/22 kg al giorno, con una percentuale di grasso di circa il 4%. Il suo patrimonio genetico è conservato presso varie Università ed Istituti italiani, che ne fanno oggetto di studi, tesi al rilancio del suo allevamento nelle zone climatiche storicamente più consone alle sue caratteristiche, come l'intero territorio siciliano, e nell'ultimo mezzo secolo la Sardegna. Proprio in questa regione con un incrocio genetico mirato è stata selezionata la razza Modicano-Sarda.
Il cioccolato modicano
Tipica produzione della città è la famosa cioccolata, prodotta seguendo un’ antica ricetta azteca, presente in loco certamente almeno dal primo decennio del '600, quando la Sicilia dipendeva amministrativamente dal Regno di Spagna. La lavorazione è rigorosamente artigianale ed a bassa temperatura, cosa che impedisce la perdita o l'alterazione organolettica delle componenti del cacao. Inoltre la pasta di cacao non arriva a fondersi con lo zucchero (lavorazione a crudo), dando sostanza ad una cioccolata fondente, leggermente granulosa, senza grassi vegetali aggiunti, non soggetta a liquefarsi fra le mani alle temperature estive, ed in cui è possibile al gusto distinguere nettamente i tre elementi che la compongono: cacao, zucchero e spezie (nella ricetta tradizionale, la cannella o la vaniglia). Conquistato dall'originalità e dal gusto della cioccolata modicana, così di essa scriveva Leonardo Sciascia: Altro richiamo, per restare alla gola, è quello del cioccolato di Modica e quello di Alicante (e non so se di altri paesi spagnoli): un cioccolato fondente di due tipi - alla vaniglia, alla cannella - da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazza: di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all'Archetipo, all'assoluto, che il cioccolato altrove prodotto - sia pure il più celebrato - ne sia l'adulterazione, la corruzione. Il cioccolato modicano si avvia ad essere riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e dalla competente Commissione Europea come prodotto IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Turismo
Il turismo è in forte crescita anche grazie all'inserimento di alcuni importanti monumenti in stile tardo barocco nella Lista dei Beni dell'Umanità da parte dell'UNESCO. L'architettura opulenta dei palazzi e delle chiese. Le decorazioni allegoriche dei balconi e delle facciate. L'urbanistica folle. La città è un'oasi colta e felice che seduce a prima vista, grazie anche allo stile di vita rilassato (tratto dalla rivista "Dove"). La frazione balneare di Marina di Modica è indicata con una Vela nella Guida Blu di Legambiente, mentre la vicina spiaggia di Maganuco ha ottenuto le due vele nell'edizione 2008 della Guida. Notevolissimo il contributo per il turismo cosiddetto "culturale" è venuto, oltre che dall'UNESCO e dal caratteristico Cioccolato modicano esportato in tutto il mondo, anche dal fatto che la città è divenuta uno degli scenari preferiti della nota serie televisiva de Il Commissario Montalbano, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, e con attore protagonista Luca Zingaretti. Il trend di crescita del turismo ha avuto una notevole spinta dal successo della manifestazione Eurochocolate che, come detto prima, si svolge ogni anno, e attrae turisti e curiosi provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo. La versione modicana della kermesse perugina è dedicata alle produzioni artigianali del cioccolato, ed ha fatto stabilmente inserire la città di Modica nei circuiti del turismo cosiddetto enogastronomico. Il successo dei percorsi enogastronomici ed il riconoscimento dell’ Unesco hanno, inoltre, generato un boom della domanda immobiliare da parte di toscani, campani, romani e milanesi, ma anche di gruppi stranieri, inglesi e francesi, (ma anche scandinavi e russi), che hanno deciso di fare delle coste del modicano, e della zona iblea in generale, le loro coste, e dei bagli delle nostre campagne, le loro masserie o i loro Bed & Breakfast. A Marina di Modica esiste un' Aviosuperficie[2] con pista di oltre 600m in terrabattuta[3] disponibile per tutti gli amanti del volo.
Amministrazione comunale
Sport
Scherma
Lo sport bandiera tra quelli praticati a Modica è la scherma, di ottimo livello a livello nazionale per il settore giovanile, con una serie di successi nei Grand Prix Nazionali degli ultimi 15 anni che non ha pari in Italia, e che hanno portato la Federazione Italiana Scherma ad eleggere come Presidente il modicano Giorgio Scarso, promotore ed artefice di tali successi. Nel gennaio 2009, Giorgio Scarso è stato eletto alla carica di vicepresidente della Fédération Internationale d'Escrime (FIE). Nel 2006 il maestro Eugenio Migliore ha bissato il titolo di Campione del Mondo a Squadre riservato ai Maestri di scherma, già vinto nel 2002, nella specialità del Fioretto a squadre; ha inoltre vinto i titoli di Campione del Mondo 2006 Maestri nelle specialità del Fioretto e della Sciabola individuali. Pupillo e grande promessa della scherma italiana è il fiorettista Giorgio Avola, che nel corso del 2008 ha vinto, in Austria e in Francia, due tornei individuali di Coppa del Mondo under 20, e che fa già parte del gruppo di atleti attenzionati dalla federazione scherma per le prossime Olimpiadi del 2012. Giorgio Avola nel c.a. 2009 ha vinto il titolo di Campione del Mondo di fioretto a squadre con la Nazionale under 20. Le squadre di Fioretto femminile e di Spada maschile partecipano ai rispettivi campionati per società di serie A2; inoltre a marzo 2009 anche la squadra di Sciabola femminile è stata promossa in A2. Invece è da maggio 2008 che la squadra maschile di Fioretto è stata promossa in serie A1, dopo aver battuto nelle eliminatorie le società di Pisa, Siena, Bologna, Montebelluna e Treviso.
Pallavolo
La pallavolo è la prima attività in città per numero di praticanti. Le società professionistiche sono G.S. Motuka (maschile), promossa nel 2007 in serie B1, e PVT Modica '75 (femminile), che gioca in B1 già da qualche anno. La squadra maschile al termine della stagione 2007/08 è retrocessa nuovamente in serie B2, è emigrata a Giarratana, ed al termine della stagione 2008/09 ha conosciuto un'altra retrocessione, in serie C. Tuttavia, il Motuka disputerà ancora il torneo di serie B2 2009/10, grazie all'acquisto del titolo da altra squadra nazionale. La Pro Volley Team Modica 1975, al termine della stagione 2008/09 ha raggiunto la salvezza, ma dopo 19 anni trascorsi fra i professinisti, dalla A2 alla B2, ha deciso di vendere il titolo di B1 per sopraggiunta crisi finanziaria. La società continua comunque l'attività sportiva con la seconda squadra, già presente in serie C. Più di una decina di altre squadre partecipano ai campionati minori di serie C e serie D ed ai tornei giovanili per tutte le fasce di età, dai "pulcini" agli allievi e juniores, sia maschili che femminili, fungendo così da vivaio per le squadre maggiori, oltre che da fucina per eventuali nuovi "campioncini".
Calcio
Il Modica Calcio, dopo una sfortunata e fugace apparizione in serie C2 nel 2005/06, nella stagione 2006/07 ha militato nel campionato regionale di Eccellenza in fusione societaria transitoria con la Libertas Acate, dopo che per problemi amministrativi non è stato iscritto al campionato di serie D. Ha vinto il campionato di Eccellenza Siciliana nella stagione 2006/07 venendo promosso in serie D. Al termine della stagione calcistica 2008/09 il Modica ha conquistato la permanenza in serie D piazzandosi al 10° posto, chiudendo la parentesi della denominazione Libertas Acate: da luglio 2009, il comitato interreggionale ha accettato l'iscrizione per la stagione 2009/10 con la denominazione A.S.D. Modica Calcio. Una seconda squadra modicana, la Moticea, ha mantenuto il suo posto nel torneo regionale di Promozione, vincendo lo spareggio dei play-out contro il Pachino(SR). Una terza squadra di calcio maschile ha disputato il campionato regionale di Prima Categoria, il Frigintini, in rappresentanza della omonima frazione agricola modicana. Al termine degli spareggi che si sono giocati fra le squadre meglio piazzate nella griglia dei play-off 2008/09, il Frigintini ha centrato il salto di categoria, acquisendo il diritto a partecipare al prossimo campionato regionale di Promozione. L'ASD Modica di calcio femminile alla fine della stagione 2006/07 ha centrato la promozione in Serie B, oltre a vincere la Coppa Sicilia. Purtroppo difficoltà economiche hanno costretto la squadra a rinunciare alla serie B, tornando nei ranghi della serie C.
Sport vari
Il calcio a 5 è rappresentato dal Città di Modica in serie C2. È in netta ascesa la pallanuoto. Dalla stagione 2003/04 la Sikla Nuoto ha portato la disciplina di squadra più vincente in Sicilia a Modica. Due anni dopo è arrivata la promozione in serie B e nella stagione 2008/09 le ragazze del presidente - allenatore Ignazio Fiorito hanno tentato, invano ancora una volta, il grande salto in serie A/2.
Presente in città una società di Karate Shotokan di ottimo livello, con il maestro Pippo Frasca cui la federazione europea ha riconosciuto il grado di cintura nera quarto dan, e nella quale società militano bravi allievi coi gradi di cintura nera, cintura verde e cintura arancio, che partecipano ai Campionati Nazionali.
Il 21 febbraio 2009 a Catania la modicana Valeria Calabrese ha vinto per la terza volta consecutiva, dopo il 2006 ed il 2007, il titolo di Campione del Mondo di Kick Boxing ( full contact ), cat. 48 kg, battendo la portoghese Sonia Pereira. Ancora il 5 settembre 2009, titolo mondiale in palio a Modica contro la francese Habbani, e la Calabrese si conferma iridata nella sua città natale.
Attivi vari campi di tennis nelle periferie dalla città, frequentati da alcune centinaia di appassionati dilettanti. I più bravi di questi, in forza al Tennis Club Modica, partecipano da qualche anno al torneo regionale a squadre di Serie C.
Presente pure una società di baseball, la ASD Baseball e Softball, che a maggio 2009 con i ragazzini, per la cat. minibaseball, ha vinto la madaglia d'oro alla 40^ edizione del Trofeo Sicilia.
Molti sono i praticanti e gli appassionati di ciclismo; il 15 maggio 1999 la 1° tappa del Giro d'Italia, partendo da Agrigento, si concluse a Modica con la vittoria di Ivan Quaranta. Fu l'ultimo Giro a cui prese parte, anche nella tappa modicana, il grande Marco Pantani.
Frazioni e località
La città è divisa nei nuclei urbani storici di Modica Alta e Modica Bassa, cui si è aggiunto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso il nuovo quartiere residenziale del Sacro Cuore, altrimenti denominato col nome tradizionale di Sorda.
Quartieri cittadini
- Piano Gesù (Carcere)
- Consolo
- San Giovanni
- Santa Teresa
- Francavilla o Costa (quartiere storico)
- Castello
- San Giorgio
- Catena o Porta d'Anselmo (quartiere storico)
- Vignazza o Santa Margherita (quartiere storico)
- Sant' Andrea
- Santa Maria
- Fontana
- Casale o San Paolo (quartiere storico)
- Corpo di Terra o San Pietro (quartiere storico)
- San Francesco alla cava
- Cartellone (quartiere storico)
- SS. Salvatore
- S. Anna
- Cappuccini
- Dente (Quartiere d'Oriente)
- Madonna delle Grazie
- Fiumara
- San Giuliano Tirella
- Caitina
- Treppiedi
- Rocciola
Frazioni
- Frigintini: frazione rurale dell'altopiano, a 11 km dal centro storico (circa 5000 abitanti).
- Zappulla: frazione rurale, a metà strada fra il centro e la frazione balneare di Marina di Modica
- Marina di Modica: frazione e località balneare, a 20 km circa dal centro storico di Modica.
- Pisciotto: contrada costiera situata a metà tra la frazione di Sampieri del Comune di Scicli, e Marina di Modica.
- Maganuco: frazione e località balneare, in forte sviluppo ed espansione, a metà fra Pozzallo e Marina di Modica.
Contrade
Abremi, Addolorata, Aguglie, Aurnia Brizza, Badiola, Balata di Modica, Baravitalla, Barco, Baronazzo, Bellamagna, Benarifi, Beneventano, Bibiola, Bosco Serra Meta, Bugilfezza, Busita, Bussello, Cafeo, Calamezzana, Calanchi, Campanella, Cannizzara, Cappuccina, Caranzonza, Carbonara, Case Scrofani, Catagirasi, Catanzarello, Catanzaro Pizzilli, Cava Fazio, Cava dei Servi, Cava Ispica, Cella, Ciaceri Cammaratini, Ciarciolo, Cinquevie, Cipolluzze, Cisterna Salemi, Crocevie Catanese, Cozzo Freddo, Cozzo Scozzaria, Crucià, Daniele, Famagiorgia Calamarieri, Fargione, Fasana, Favarotta, Finocchiara, Fiumara Cozzo Papa, Fondo Lungo, Fondo Mosche, Gallinara, Ganzeria, Gianforma, Giarrusso, Girlando, Gisana, Gisirella, Gisirotta, Gorgodaino, Graffolongo, Graffetta Cianciò, Liccio, Mandra Vecchia, Mangiagesso, Marchesa, Margi, Margione, Mauto, Michelica, Mola, Monserrato, Monte, Montesano, Muglifulo, Musalli, Musebbi Calicantone, Nacalino, Nobile, Padre Ignazio, Palazzelle, Passo Gatta, Passo Parrino, Pezza, Piano Ceci, Piano Lauro, Pietre Bianche, Pietre Nere, Pirato Cava Gucciardo, Pirato Cava Maria, Pisciotto, Pozzo Cassero, Povere Donne, Prainito, Punta Regilione, Puntare Scarsi, Quartarella, Raddusa, Rassabia, Rito, Saitta, Sant'Angelo, San Bartolomeo, Sant'Elena, San Filippo, San Giovanni Pirato, San Marco Mista, Santa Maria Zappulla, Santa Rosalia, San Vito, Scale Piane, Scardacucco, Scorrione, Serra D'Amenta, Serrafiori, Serra Pero, Serrauccelli, Turischedda, Termini, Torre Cannata, Tre Casucce, Torre Rodosta, Trebalate, Trepizzi, Vaccalina, Vinciucci, Violicci, Zesira, Zimmardo.
Bibliografia
- Placido Carrafa. Motucae illustratae descriptio, seu delineatio, ed. Bua, Palermo, 1653. Traduzione di Filippo Renda, Ed. La Porta, Modica, 1869, col titolo Prospetto corografico istorico di Modica. Ristampa Nino Petralia editore, Ragusa, 2008
- Raffaele Solarino. La Contea di Modica, ristampa 1982, Libreria Paolino Editrice, Ragusa, 1904
- Giorgio Colombo. Collegium Mothycense degli Studi Secondari e Superiori, Edizioni Ente Liceo Convitto, Modica, 1993
- Franco Libero Belgiorno. Modica e le sue Chiese, Edizioni G. Poidomani, Modica, 1955
- Arnaldo Belgiorno. Memorie storiche e uomini illustri della Contea di Modica, Franco Ruta Editore, Modica, 1985
- Autori Vari. Archivum Historicum Mothycense, Edizioni Ente Liceo Convitto, Modica, anni dal 1995 al 2008
- Arturo Belluardo. Alla scoperta di Modica, Edizioni Corriere di Modica, Modica, 1970
- Giorgio Cavallo, Giuseppe Iacono. Modica, città d'arte e di sapori, Edizioni Tomaselli, Ragusa, 2006
- Marco e Giuseppe Iacono. La provincia iblea, Edizioni Tomaselli, Ragusa, 2005
- Salvatore Minardo. Modica Antica, Ricerche Topografiche, Archeologiche, Storiche, Scuola Tip. "Boccone del Povero", Palermo, 1952 (da Manoscritto del 1914)
- Paolo Nifosì. ORO BAROCCO, Ed. Provincia Regionale di Ragusa, Ragusa, 2006
Voci correlate
Altri progetti
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Note
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Sito Aviazione Leggera On Line
- ^ Sito dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile
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