Provincia di Brindisi
Template:Provincia La Provincia di Brindisi è una provincia della Puglia di 402.934[1] abitanti, con capoluogo Brindisi. È stata istituita nel 1927 per scorporazione dall'antica Terra d'Otranto e comprende 19 comuni, oltre al capoluogo. Sia da un punto di vista demografico, che per quanto riguarda la superficie, rappresenta la quinta provincia della regione.
Affacciata a nord-est sul mar Adriatico, confina a nord con la Provincia di Bari, a ovest con la Provincia di Taranto e a sud-est con la Provincia di Lecce.
Negli ultimi anni questa provincia ha conosciuto un processo di cambiamento del proprio assetto economico, con una progressiva diminuzione del peso dell'Industria e una crescita del settore terziario. Significativo l'aumento del turismo, dovuto ad una buona dotazione infrastrutturale, rispetto al resto del Mezzogiorno[2], ed alla valorizzazione delle numerose risorse naturali e artistiche presenti in tutto il territorio.
Geografia fisica
Territorio
La provincia di Brindisi, estesa per 1.839 chilometri quadrati[2], è la seconda provincia più piccola della regione, dopo la provincia di Barletta-Andria-Trani, ma al suo interno comprende vari territori: all'estremo nord, restringendosi fino a toccare il confine con la provincia di Bari, tocca il limite meridionale della Terra di Bari; a sud, invece, confina con la provincia di Lecce e rientra nella subregione del Salento; al centro e al nord rientra nella subregione delle Murge, mentre, in direzione nord-ovest, al confine con la provincia di Taranto e parte della provincia di Bari, rientra nella Valle d'Itria. Ad est vi è il litorale adriatico, lungo 80,606 km in parte roccioso, ricco di piccoli approdi ed insenature che si alternano a lunghe spiagge sabbiose.
Essendoci tutti questi sotto-paesaggi, il territorio cambia notevolmente da zona a zona: nei settori ad ovest, al centro ed a nord il paesaggio è caratterizzato da colline, lame, boschi e dai tipici trulli. A sud, invece, il paesaggio si presenta sostanzialmente piatto e in gran parte adibito alle coltivazioni (come quasi tutto il paesaggio salentino)[3].
Il territorio provinciale, secondo la Carta Geologica d'Italia, redatta dal Servizio Geologico d'Italia[4][5][6], è composto da vari tipi di terreni: nella zona centro-meridionale prevalgono calcari dolomitici[4] (presenti generalmente nella zona occupata dall'altopiano delle Murge), piccoli depositi eluviali[4], sabbie, anche argillose, talvolta ben cementate[4], limi grigi lagunari-palustri recenti[4] (presenti nei territori di Francavilla, Oria e San Donaci[4]), calcareniti e calcari tipo panchina[4], calcari bioclastici ben cementati[4] e sabbie calcaree poco cementate[4]. Nella zona centro-settentrionale, invece, prevalgono calcari di Bari e di Mola[6], risalenti al Cretacico superiore[6], e depositi calcareo-arenacei[6] o calcareo-arenacei-argillosi[6], risalenti al Pleistocene[6].
Orografia
L'altezza massima raggiunta all'interno della provincia è di 396 m s.l.m., nei pressi di Selva di Fasano[7]. Tutti gli altri rilievi sono più bassi, si aggirano tra i 250 ed i 350 m d'altezza, e sono collocati tutti nella zona centro-settentrionale. Lungo il versante adriatico le colline si elevano bruscamente dalla pianura costiera (in particolare nella zona che va da Ostuni a Fasano), mentre a sud, verso la Piana di Brindisi, scendono formando vasti gradini delimitati da scarpate poco elevate.
Idrografia
Non ci sono fiumi significativi, a causa del terreno carsico, ma si contano numerose sorgenti che sgorgano improvvisamente dal sottosuolo e alimentano piccoli corsi d'acqua di minima portata. Tra questi corsi d'acqua, il più grande è il Canale Reale; esso sgorga lungo il confine tra i territori di Francavilla Fontana e Villa Castelli e sfocia nella Riserva Naturale di Torre Guaceto, per una lunghezza complessiva di 27 km.
Lungo il litorale, inoltre, ci sono numerosi stagni e piccoli laghi d'acqua dolce, alimentati dalle falde acquifere che, trovandosi vicino il mare, fuoriescono dal sottosuolo.
Clima
Il clima della provincia è generalmente mediterraneo, con estati calde ed inverni non eccessivamente freddi. Lungo la costa gli sbalzi termici sono meno frequenti che nelle zone interne e l'azione mitigatrice del Mar Adriatico fa lievitare leggermente le temperature medie. In collina e nelle zone pianeggianti interne la temperatura è generalmente più bassa rispetto alla costa.
Il clima della zona può essere influenzato da correnti fredde provenienti dai Balcani, che fanno abbassare di parecchi gradi le temperature (provocando in inverno estese gelate e, in alcuni casi, anche abbondanti nevicate) o da correnti calde provenienti dal Nordafrica (che d'estate rendono il clima particolarmente caldo e afoso).
La precipitazioni non sono molto abbondanti e si aggirano attorno ai 600 mm di pioggia annui.
Storia
Origini
Dai numerosi ritrovamenti archeologici effettuati in tutta la provincia, si è potuto affermare che già dalla Preistoria questo territorio era abitato da alcune popolazioni che vivevano principalmente in grotte e cacciavano nelle foreste abbondanti di selvaggina. In seguito, nel Neolitico, sono sorti alcuni villaggi (ne sono state trovate tracce a Francavilla Fontana e Ostuni), dove si formò una primitiva organizzazione sociale[8].
Successivamente, tra VIII e VII secolo a.C., giunsero dall'Illiria i Messapi[9], che formarono diversi centri, anche di grandi dimensioni; alcuni di questi divennero le odierne città di Brindisi, Mesagne, Oria, Carovigno, Villa Castelli, Ceglie Messapica e San Pancrazio Salentino. Importanti i siti archeologici situati a Pezza Petrosa nel territorio di Villa Castelli, a Egnazia presso Fasano e a Muro Tenente presso Mesagne. Nel periodo messapico la terra di Brindisi disponeva di due porti principali: Egnazia, vicino l'odierna Fasano, e Brindisi.
Periodo classico
La provincia seguì la storia dell'intero Salento: fu conquistata dai Romani nel 267-266 a.C., Brindisi divenne colonia latina nel 244 a.C. e poi municipio nell'89 a.C., crescendo economicamente e strategicamente per la posizione e per la ricchezza dei prodotti agricoli: l'olio, il vino e il frumento. Anche Oria, per la sua posizione tra Taranto e Brindisi, conservò la sua importanza tanto da farvi passare la via Appia. Successivamente, nel 109 d.C., l'imperatore Traiano ordinò di lastricare la via che prese appunto il nome di Via Traiana, seguendo la costa.
Medioevo
Tra il IV e V secolo d.C. cominciarono a nascere i primi luoghi di culto cristiani e nei secoli successivi si diffusero anche degli insediamenti rupestri, come le Grotte di San Biagio, nelle vicinanze di San Vito dei Normanni[10].
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 il territorio della provincia, come tutta l'Italia meridionale, fu teatro di scontri tra Goti e Bizantini, che distrussero e saccheggiarono numerose città[11]. Perciò, dal VI al IX secolo le popolazioni conobbero un periodo di migrazione dalle zone costiere verso l'entroterra, in particolare sulle Murge meridionali, che offrivano maggiore sicurezza dovuta all'altezza, e formarono i Casali, centri di piccole dimensioni[12]; intorno all'850 arrivarono i Franchi, guidati da Ludovico II, che, dopo aver liberato Bari dai Saraceni, nell'866 fecero altrettanto ad Oria e si stanziarono in alcuni casali vicini[13].
Il territorio, dopo il IX secolo, conobbe un nuovo periodo di rinascita con i Normanni, che elevarono la sede episcopale ad arcivescovado e costruirono numerosissime chiese e castelli (Carovigno, San Vito dei Normanni, Mesagne) ancora oggi esistenti. Il porto di Brindisi divenne importantissimo per le crociate e la popolazione ritornò ad abitare le città sul mare. Anche gli Svevi, con Federico II, lasciarono il loro segno: costruirono il castello fortezza di Oria per controllare l'Adriatico e il Mar Jonio[14], il castello "di terra" a Brindisi, nel punto in cui termina la via Appia, ampliarono il castello di Mesagne[15] e del resto della provincia.
Nel 1450 circa, il principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, volendo difendere meglio la città, realizzò l'interramento del canale che collegava il porto interno a quello esterno; gli effetti collaterali furono disastrosi: le acque stagnanti causarono la malaria, che fece rispopolare la città. Gli insediamenti rurali, al contrario, si svilupparono con fortuna soprattutto nei territori di Francavilla Fontana, San Vito dei Normanni, Ostuni, Fasano dove, sempre negli stessi anni, erano state erette numerose fortificazioni[16].
Sotto il dominio degli Aragonesi e il nuovo pericolo degli attacchi dei Turchi, che nel 1480 avevano assediato Otranto, furono costruite numerose fortificazioni anche lungo la costa (molte di esse sono ben visibili ancora oggi).
Storia moderna
Verso la metà del 1500 la provincia, come il resto del Regno di Napoli, fu invasa dai Cappelletti, che saccheggiarono diverse città[17]. Successivamente, dopo il Concilio di Trento, anche in questo territorio si diffusero nuovi ordini religiosi, come i Carmelitani ed i Cappuccini[18]. Intorno al 1575 l'arcivescovado di Brindisi ed il vescovado di Oria si separarono, dividendosi anche le città da controllare[19].
Nella prima metà del XVII secolo in molti comuni della provincia scoppiarono rivolte popolari contro le oppressioni feudali, che da secoli ormai impoverivano i ceti deboli[20]. Ben presto, però, i nobili si organizzarono per un contrattacco, riunendosi a Francavilla e stabilendo di iniziare ad attaccare Taranto, per poi spargersi in tutta la Terra d'Otranto e sedare, anche nel sangue, tutti i fermenti rivoluzionari[21].
Per tutto il corso del XVIII secolo si succedettero numerose carestie e pestilenze, che causarono numerose vittime in tutta la provincia. Successivamente, con l'arrivo della notizia della Rivoluzione Francese, si ebbero violenti scontri tra Giacobini, sostenitori degli ideali francesi, e Sanfedisti, sostenitori del governo borbonico[22]. Alla fine degli scontri i Borboni ristabilirono il loro potere, seppur in modo molto precario[23].
Storia contemporanea
La provincia fu istituita nel 1927 dalla scissione dell'antica regione della Terra d'Otranto, suddivisa nelle tre province salentine. La provincia fu realizzata con l'unione di parte della allora Provincia di Lecce (18 comuni) e con due comuni della allora Provincia di Bari (Cisternino e Fasano). Il suo stemma è quello di un cervo. Sono tre le ipotesi sulle sue origini: la città potrebbe essere sorta in luogo che già i Messapi sapevano essere l'habitat naturale del cervo, in lingua Messapica brunda, da cui il nome Brindisi; le due colonne che indicavano la fine della Via Appia Antica vengono identificate con le corna del cervo; lo stesso nome sarebbe stato attribuito per via della conformazione della costa dove oggi sorge il porto cittadino, penetrata da un braccio di mare biforcuto, che ricorderebbe le corna di un cervo.
Nei primi anni dell'Ottocento si svilupparono i movimenti carbonari e la piaga del brigantaggio crebbe d'intensità, soprattutto nei comuni interni[24]. Per questo il Regno delle due Sicilie inviò l'esercito, riducendo il fenomeno con l'arresto e la fucilazione di numerosi briganti (tra cui Ciro Annichiarico, uno dei maggiori esponenti della malavita locale[25]) ma non riuscendo a sradicarlo del tutto.
Durante tutto il XIX secolo, inoltre, furono avviate in tutta la provincia numerose opere infrastrutturali, come la costruzione della ferrovia Taranto-Brindisi (inaugurata nel 1886[26]) e l'avvio della costruzione di strade di collegamento fra i comuni. Inoltre si fecero progressi anche nel migliorare le condizioni igieniche delle città[27]. Nel 1871 (ma in realtà già da qualche anno prima) Villa Castelli presentò le prime richieste di autonomia dal comune di Francavilla Fontana, ma inizialmente non ottenne ascolto[28].
Negli stessi anni, con l'apertura della cosiddetta "Valigia delle Indie", una linea mercantile marittima che collegava rapidamente, attraverso il porto brindisino e il canale di Suez, Londra all'India, Brindisi ritrovò un nuovo slancio.
Tra il XIX e il XX secolo si è sviluppata l'industria della trasformazione dei prodotti agricoli a Brindisi, San Pietro Vernotico, Mesagne, Ostuni e Fasano; inoltre si sono diffusi stabilimenti vinicoli e oleari. Inoltre, sempre a Brindisi, sono nate fabbriche di botti per il commercio del vino.
Durante la Grande Guerra Brindisi contribuì in maniera preponderante agli eventi bellici sfruttando l'ampiezza e la sicurezza del porto, e le industrie meccaniche lavorarono a ritmi frenetici. Non mancarono i conflitti interni, durante il Biennio rosso.
Nel 1927, in pieno ventennio fascista e nonostante la resistenza di molti comuni, fu istituita la provincia di Brindisi, con un territorio che comprende venti centri urbani[29].
Nei primi anni sessanta, a Brindisi, fu realizzata una grande industria petrolchimica, che si aggiungeva alle imprese meccaniche e aeronavali che hanno potuto dare lavoro a tecnici e operai provenienti del territorio provinciale, ma anche dalle province e regioni limitrofe. Il territorio provinciale invece si specializzò nell'agricoltura di tipo intensivo caratterizzata da piccole e medie imprese.
Con la crisi della grande industria chimica e la creazione di un grande polo industriale a Taranto, si è verificata una migrazione di operai specializzati verso Bari e Taranto.
Data la sua posizione geografica (porto per l'Europa orientale) Brindisi, e anche la sua provincia, negli anni '80 e '90, è stata un punto nevralgico del traffico di sigarette di contrabbando provenienti dai Balcani e destinate a tutto il mercato europeo[30]. Negli stessi anni la criminalità organizzata pugliese raggiunse il suo apice, favorendo maggiormente il fenomeno del contrabbando e aumentando la serie di estorsioni ai danni dei commercianti brindisini. Questo fenomeno criminale è stato quasi completamente sradicata dopo le grandi operazioni antimafia condotte nel 1995[31] e nel 2000[32] dall'esercito italiano.
Oggi tutta la provincia sta conoscendo il successo del processo di terziarizzazione dell'economia che punta sullo sviluppo e la commercializzazione di prodotti locali di qualità, nonché una valorizzazione del suo patrimonio artistico e naturalistico che sono alla base di un solido turismo culturale.
Simboli
Descrizione araldica dello stemma[33]:
Descrizione araldica del gonfalone[33]:
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Tra le più grandi e belle chiese della provincia, da segnalare:
Architetture religiose a Brindisi
- Duomo San Giovanni Battista: fu voluto da papa Urbano II nel 1089 e completato nel 1143. Ricostruito dopo il terremoto del 1743, in seguito è stato sottoposto a numerosi restauri. La posizione odierna della facciata della chiesa è la stessa di quella originaria: tripartita verticalmente in fasce corrispondenti alle varie navate. Accanto alla cattedrale, si innalza il campanile, ultimato nel 1795.
Architetture religiose in provincia
- Chiesa Matrice San Giovanni Battista a Fasano: sorta nel XIV secolo, ma decorata e modificata in epoca successiva, presenta una facciata tardo-rinascimentale ed il campanile barocco del 1763. L'interno, a tre navate, conserva alcune tele ottocentesche.
- Chiesa Matrice Madonna Santissima del Rosario a Francavilla Fontana: ricostruita nel 1743 dopo che un terremoto aveva distrutto l'antica chiesa angioina risalente al 1310, presenta una sobria ed imponente facciata barocca, un campanile ed una grande cupola maiolicata. L'interno, a tre navate, conserva numerose tele e statue in legno e in cartapesta. Alle spalle dell'altare maggiore è conservata l'icona bizantina scoperta da Filippo I d'Angiò nel 1310.
- Santuario Maria Santissima della Croce a Francavilla Fontana: costruito nel XVI secolo ma ampliato nel XVII. All'interno, alle spalle dell'altare maggiore, è posta un'icona bizantina risalente al XII secolo. Il convento annesso si articola attorno ad un chiostro secentesco.
- Duomo Santa Maria Assunta a Ostuni: posto sul colle più alto della città, fu iniziato nel 1435 e completato tra il 1470 ed il 1495. Ha una facciata romanica, in cui si aprono tre grandi portali ogivali. L'interno, a tre navate, è stato rifatto in forme settecentesche.
- Chiesa Madre Basilica Santa Maria della Vittoria a San Vito dei Normanni: fu eretta nel 1745 ed è in stile barocco. All'interno vi sono alcune tele pregevoli.
- Chiesa di San Vincenzo de Paoli a Villa Castelli: la sua costruzione avvenne nel 1898. La facciata è scompartita da contrafforti, che seguono la divisione interna in tre navate, ed è dotata di tre portali. Nella parte alta al centro vi è un rosone affiancato da trifore. Il campanile, al lato, ricalca forma gotiche. L'interno della chiesa è a croce latina a tre navate.
Architetture militari
La provincia è molto ricca di castelli e architetture fortificate sparse in tutto il territorio[34].
Architetture militari a Brindisi
- Castello Svevo o Castello di terra: voluto da Federico II, risale al 1227, ma al nucleo originario fu aggiunto un antemurale con poderosi torri angolari ad opera degli Aragonesi.
- Castello Aragonese o Forte a Mare: è una fortezza realizzata sull'isola di Sant'Andrea, antistante il porto di Brindisi, da Ferdinando I d'Aragona (1445) e ampliata nel XVI-XVII secolo.
Architetture militari in provincia
- Castello Dentice di Frasso a Carovigno: costruito tra il XV ed il XVI secolo, fu restaurato nel 1906. Ha l'impianto triangolare con torrioni ai vertici.
- Castello di Serranova: situato nei pressi della borgata omonima, fu eretto nel 1629 dal nobile genovese Ottavio Serra.
- Castello Ducale a Ceglie Messapica: il primo impianto risale all'età normanna, quello attuale alla fine del XV secolo. Si configura esternamente come un agglomerato di torrioni cilindrici collegati da cortine murarie; su tutte le altre parti domina un mastio quadrangolare alto 34 metri, coronato da un cornicione molto aggettante munito di merli, barbacani e piombatoi. A ridosso di questo c’è una torre quadrangolare più bassa. Internamente i vari ambienti si articolano intorno ad un cortile centrale nel quale si conserva una pregevole scala addossata alla muratura.
- Palazzo del Balì a Fasano: restaurato nel 1589 da Balì Avogrado, nei secoli XVII e XVIII fu ingrandito con l'atrio, gli archi, le cupole e la chiesa sottostante.
- Castello Imperiali a Francavilla Fontana: realizzato nel 1450 da Giovanni Antonio del Balzo Orsini, inizialmente era una torre quadrata circondata da fossato. Successivamente è stato allargato e nel XVIII secolo ha assunto l'attuale conformazione a metà tra fortezza e palazzo gentilizio.
- Palazzo Imperiali a Latiano: datato XII secolo, ma rimaneggiato più volte, sino all'attuale aspetto settecentesco. È passato in proprietà del Comune dopo la morte di Guglielmo Imperiali nel 1909, ultimo discendente della casata francavillese.
- Castello Del Balzo Orsini a Mesagne: presumibilmente esistente già in periodo bizantino (XI secolo), anche se la costruzione di un Castrum Medianum è attestata solo nel 1062, nel 1195 donato ai Cavalieri Teutonici. Nel XVI secolo la parte più antica del castello, pericolante, venne abbattuta e sostituita dal torrione ancora esistente, dotato di un ponte levatoio.
- Castello Carissimo a Oria: occupa il colle più alto della città ed ha forma di triangolo isoscele, con il vertice, costituito dalla torre detta dello Sperone, rivolto a Nord. Vi è poi il mastio centrale (probabilmente normanno-svevo) e due ulteriori torri cilindriche: "del salto" e "del cavaliere".
- Castello marino di Villanova a Ostuni: ampiamente rimaneggiato e ristrutturato durante il XX secolo, ben poco è ciò che rimane visibile della primitiva struttura trecentesca.
- Castello Dentice di Frasso a San Vito dei Normanni: all'inizio, con molta probabilità, era formato solo dalla torre, voluta, si crede, da Boemondo il Normanno, che nel XII secolo si contendeva, con il fratello Ruggero, il dominio della Puglia.
- Castello Filo a Torre Santa Susanna: iniziato nel 1588 quasi certamente su una preesistente struttura medievale, la sua costruzione fu portata a termine nel 1595. Nel secolo successivo l'edificio passò ai nuovi feudatari della località, i conti Filo di Napoli, che vi si stabilirono e decisero di apportare modifiche al suo aspetto di dimora gentilizia, aggiungendo tra l'altro sulla sua sommità dei merli per rafforzarne le caratteristiche di fortezza[35].
- Palazzo Ducale a Villa Castelli: la fortezza di età medioevale che fu proprietà della nobile famiglia degli Orsini era già in rovina nel XV secolo; si conserva una torre, oggi sede dell'aula consiliare, con elementi architettonici del XIV secolo. Nel XVII secolo la famiglia Imperiali acquistò la fortificazione, trasformandola in castello e vi venne impiantato un allevamento di cavalli di razza murgese. Il castello conservava ancora le merlature e alcuni cannoni, rimossi solo alla fine del XVIII secolo. Con il passaggio agli Ungaro il castello venne ulteriormente arricchito e adibito a palazzo ducale.
Siti archeologici
La provincia è ricca di siti archeologici, anche di vaste dimensioni, disseminati in tutto il territorio; appartengono a varie epoche (preistorica, messapica, romana, medioevale) e sono molto differenti tra loro: vi sono grotte cultuali, resti di templi pagani greci, messapici o romani, terme romane, necropoli, mura e perfino resti di antiche città. Tra i più grandi ed importanti siti archeologici provinciali vi sono Pezza Petrosa, un antico phrourion datato tra il IV secolo a.C. e l'alto medioevo, affiancato da una vasta necropoli, ed Egnazia, antica città di origine messapica, importante scalo portuale per i romani, situata nel territorio di Fasano.
Aree naturali
Nel territorio provinciale ci sono inoltre varie riserve naturali:
- Riserva naturale regionale orientata Bosco di Santa Teresa e dei Lucci[36]: è un'oasi naturale composta dai due boschi da cui prende il nome, inserita nell'elenco dei Siti di Importanza Comunitaria[37].
- Salina di Punta della Contessa: è un'area protetta speciale di Brindisi, situata tra Capo di Torre Cavallo e Punta della Contessa. È caratterizzata dalla presenza di alcuni laghi d'acqua dolce e da molti canali che scendono a mare raccogliendo l'acqua piovana[38].
- Riserva naturale statale Torre Guaceto: è una vasta zona umida situata sulla costa adriatica e a poca distanza da Carovigno e San Vito dei Normanni. Prende il nome dalla torre di avvistamento omonima situata sulla spiaggia. La riserva si estende per 1.200 ettari ed ha un fronte marino di 8.000 metri. La spiaggia è caratterizzata da abbondante macchia mediterranea e grandi dune, mentre l'interno è caratterizzato da grandi stagni. In questa riserva naturale sfocia il Canale Reale[39].
- Riserva naturale regionale orientata Bosco di Cerano: è situata nei territori di Brindisi e San Pietro Vernotico. È composto da abbondante macchia mediterranea e da leccete; inoltre si trovano numerose specie di roditori, tassi e volatili[40].
- Parco naturale regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo: ricade nei territori comunali di Ostuni e Fasano. Anche qui è notevole la presenza di macchia mediterranea, lecci e varie zone umide[41].
- Gravine dell'Arco Jonico e Fonte Strabone: si tratta di imponenti fenomeni carsici situati a Villa Castelli. Questa è l'unica vera gravina della Provincia di Brindisi e taglia il paese in due parti (unite da un ponte costruito negli anni trenta. Nel centro della gravina, sul versante ovest, è situato il caratteristico Trappeto del Duca scavato nella roccia[42].
Società
Evoluzione demografica
La tabella seguente riporta l'evoluzione del numero dei residenti nella provincia dal 2001 al 2007[43]:
Anno | Residenti |
---|---|
2001 | 402.093 |
2002 | 400.974 |
2003 | 400.569 |
2004 | 401.217 |
2005 | 403.786 |
2006 | 402.831 |
2007 | 402.985 |
Etnie
Al 31 dicembre 2007 nel territorio provinciale risultano essere iscritti 5.034 stranieri (2.366 uomini e 2.668 donne)[44], pari all'1,25%[45] dell'intera popolazione.
Di sotto sono riportate le comunità con più di 100 persone:
- Albania: 2035
- Romania: 608
- Marocco: 433
- Regno Unito: 289
- Cina: 200
- Germania: 169
- Stati Uniti: 105
Lingue e dialetti
La provincia di Brindisi è varia anche dal punto di vista linguistico. I dialetti, infatti, appartengono a diverse famiglie:
- il dialetto leccese nella cintura meridionale e il brindisino nella parte centrale (e oltre i confini, nella provincia di Taranto), entrambi sottocategorie del salentino;
- I dialetti di transizione apulo-salentini, che comprendono caratteristiche di entrambi i ceppi, pur non rientrando in nessuno;
- Il dialetto barese (a Fasano e Cisternino), al confine con la provincia di Bari.
Dialetto brindisino
Il dialetto brindisino o salentino settentrionale[46] è una variante del salentino e, pur esistendo delle differenze minime tra i vari comuni, la radice resta invariata. Esso è parlato, oltre che a Brindisi, nel territorio di alcuni comuni limitrofi e, con piccole differenze, in alcuni comuni della provincia di Taranto. Il brindisino, inoltre, influenza alcuni dialetti del nord leccese e del sud brindisino.
Dal salentino standard si distingue, oltre che per la pronuncia di alcune parole, per la caratteristica di trasformare la "e" finale di parola in italiano in "i". Ad esempio:
- Il mare diventa lu mare in salentino standard e lu mari in brindisino. Il melone diventa lu milune in salentino standard e lu muloni in brindisino.
Il gruppo della doppia ll in italiano, diventa dd in brindisino. Ad esempio:
- Il Cavallo diventa lu cavaḍḍu in salentino standard e lu cavaddu in brindisino.
Dialetto leccese
Il dialetto leccese o salentino centrale è una variante del salentino e si differenzia dal salentino settentrionale per la presenza di cambiamenti metafonetici solo parziali. In particolare, si nota il dittongamento in /jɛ/ e /wɛ/ per i soli continuatori di Ĕ,Ŏ seguiti da -/i/, -/u/ (dente-denti vengono resi con tente-tienti; buona-buono vengono resi con bona-buenu), ma anche qualche esito
metafonetico condizionato per i soli continuatori di Ē (mese-mesi vengono resi con mese-misi).
Pur con alcune differenze tra un comune e l'altro, il salentino centrale copre la parte centro-settentrionale della provincia di Lecce e quella meridionale della provincia di Brindisi (Cellino San Marco, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico e Torchiarolo).
Dialetti di transizione apulo-salentini
Sebbene la distinzione tra dialetti pugliesi settentrionali e dialetti salentini segua una linea piuttosto netta che corre al di sotto delle città di Taranto, Villa Castelli, Ceglie Messapica e Ostuni, le varietà dialettali parlate lungo questa demarcazione (indicata spesso con il termine soglia messapica) presentano nel lessico o nei costrutti caratteristiche di transizione tra il dialetto barese e il salentino; pertanto l'ipotesi di classificarli all'interno dei dialetti pugliesi settentrionali, sebbene abbastanza diffusa, non è universalmente accettata.
All'interno della provincia fanno parte di questo gruppo di transizione i seguenti dialetti:
- il dialetto ostunese, parlato ad Ostuni. L'ostunese è un idioma nel quale si possono notare importanti contributi del dialetto salentino e tarantino ma anche alcune influenze baresi, soprattutto nella pronuncia.
- il dialetto cegliese[47], parlato a Ceglie Messapica e, con sostanziali varianti, a San Michele Salentino e a Villa Castelli. Il dialetto parlato a Ceglie Messapica è un idioma irto e arcaico, chiuso in un'enclave, o meglio al discrimine tra diverse aree linguistiche, individuabili la salentina, l'apula e la sannitico-lucana, sicché ha goduto nel tempo di una propria insularità che l'ha preservato da contaminazioni massificanti e imbastardimenti consumistici[48]. I dialetti dei piccoli centri limitrofi di San Michele Salentino e Villa Castelli[49] derivano direttamente dal cegliese, per cui ne conservano moltissime assonanze e similitudini (le due cittadine furono infatti fondate da contadini e coloni cegliesi ivi trapiantatisi secoli or sono). Queste parlate restano molto vicine all'ostunese e presentano affinità e convergenze anche con il dialetto di Taranto.
Dialetto barese
Il dialetto barese è la varietà linguistica italoromanza parlata nella città di Bari e in generale nell'area centrale della Puglia.
Si tratta di un idioma sviluppatosi gradualmente su di una base latino-volgare e modificatosi via via nel tempo anche grazie agli apporti linguistici ricevuti dalle popolazioni straniere che si sono avvicendate nell'area geografica interessata, dagli Arabi, agli Spagnoli, fino alle genti balcaniche, e che hanno contribuito a caratterizzarne l'inflessione per molti incomprensibile, soprattutto in relazione al livello fonologico dell'analisi linguistica.
Se si tiene conto delle dimensioni di variazione linguistica, non bisogna concepire i dialetti come delle varietà linguistiche unitarie e univocamente circoscritte ad una zona geografica, ma come un continuum di varietà, il cui contatto reciproco è determinato da diversi fattori geografici; questo fenomeno è definito variazione diatopica dagli studiosi della geografia linguistica.
Il barese viene parlato, oltre che in tutta la provincia di Bari e in quella di Barletta-Andria-Trani, anche nella provincia di Matera, quindi a sud arriva fino alla soglia messapica, raggiungendo il nord della provincia brindisina e comprendendo i comuni di Fasano e Cisternino.
Religione
Nella provincia di Brindisi la religione maggiormente diffusa è il Cristianesimo nella confessione cattolica. Sono comunque presenti numerose minoranze, come ortodossi, musulmani, buddisti e testimoni di Geova, come conseguenza diretta dell'immigrazione avvenuta nel corso degli ultimi anni.
Nel territorio provinciale si estendono la diocesi di Conversano-Monopoli (comprendente i comuni di Cisternino e Fasano), l'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni (comprendente i comuni di Brindisi, Ostuni, Mesagne, Carovigno, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Cellino San Marco, San Donaci e San Pancrazio Salentino), la diocesi di Oria (comprendente i comuni di Oria, Francavilla Fontana, Latiano, Ceglie Messapica, Villa Castelli, Erchie e Torre Santa Susanna) e l'arcidiocesi di Lecce (comprendente i comuni di Torchiarolo e San Pietro Vernotico). Inoltre, sempre nel territorio provinciale, si registra la presenza di 91 parrocchie[50].
Cultura
Biblioteche
File:Provincia di Brindisi-Stemma.png | Biblioteche |
---|---|
Brindisi | Biblioteca Provinciale |
Biblioteca Arcivescovile "Annibale De Leo" | |
Carovigno | Biblioteca Comunale "S. Morelli" |
Ceglie Messapica | Biblioteca Comunale "Emilio Notte" |
Cisternino | Biblioteca Comunale |
Erchie | Biblioteca Comunale |
Fasano | Biblioteca Comunale "Ignazio Ciaia" |
Francavilla Fontana | Biblioteca Comunale "G. Calò" |
Latiano | Biblioteca Comunale "G. De Nitto" |
Mesagne | Biblioteca Comunale "Ugo granafei" |
Oria | Biblioteca Comunale "De Pace Lombardi" |
Ostuni | Biblioteca Comunale "F. Trinchera" |
San Pietro Vernotico | Biblioteca Comunale "G. Melli" |
San Vito dei Normanni | Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII" |
Biblioteca Pubblica "San Benedetto" | |
Villa Castelli | Biblioteca Comunale |
Galleria "Biblioteche della Provincia di Brindisi"
Biblioteche
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Università e istruzione
Le principali università sono collocate a Brindisi: sono le sedi distaccate dell'Università di Bari[51] e dell'Università del Salento[52]. Inoltre, a Mesagne, a poca distanza dalla SS7 è stata istituita la Cittadella della Ricerca[53], centro di ricerche e polo universitario in cui vi prendono parte varie aziende e l'Università del Salento. Simile alla Cittadella è il CIASU[54] (Centro Internazionale Alti Studi Universitari), grande stabilimento universitario nato a Fasano con lo scopo di contribuire con le università, le imprese, i Centri di ricerca e gli enti locali allo sviluppo del territorio attraverso ricerche e sperimentazioni nei campi di grande interesse scientifico e didattico.
L'istruzione secondaria superiore è molto ampia e si concentra maggiormente, oltre che nel capoluogo, nei comuni più grandi della provincia come Fasano, Francavilla Fontana e Ostuni, centri diventati punto di riferimento per tutti i paesi circostanti più piccoli.
Musei
Tra i musei principali della provincia[55]:
Musei a Brindisi
- Museo Archeologico Provinciale "Francesco Ribezzo"[56]: prende il nome omonimo archeologo e glottologo (1875-1952). Si trova a Brindisi in piazza Duomo e dispone di numerosi e ampi locali: conserva vasi attici di notevole interesse, i famosi Bronzi di Punta del Serrone e altri oggetti che risalgono dal periodo preistorico a quello medioevale.
- Museo Diocesano "Giovanni Tarantini"[57]: è di recente istituzione e accoglie reperti prevalentemente del periodo medioevale e alcune tele databili dal XVI al XVIII secolo.
- Museo Etnico della Civiltà Salentina "Agrilandia Museum": accoglie reperti della civiltà contadina del Salento, realizzati in legno o in pietra: orci, aratri, mulini ed altri oggetti agricoli.
Musei in provincia
- Pinacoteca "Emilio Notte" a Ceglie Messapica: aperta nel 1977[58] a Palazzo Allegretti, conserva le opere del pittore locale Emilio Notte (1891-1982), coautore del Manifesto futurista del 1917[59].
- Museo Archeologico Nazionale di Egnazia a Fasano: si sviluppa in vari padiglioni e conserva principalmente reperti databili all'età del bronzo ed al periodo greco e romano[60].
- Museo dell'Olio di Oliva a Fasano: situato presso la Masseria di S.Angelo de' Graecis, conserva macchinari, attrezzi e oggetti che raccontano la storia della produzione dell'olio di oliva[61].
- Museo della Manovella a Fasano: situato nello Zoo Safari Fasanolandia, è una collezione privata che raccoglie gli attrezzi usati anticamente dagli artigiani per realizzare le loro opere[62].
- Museo del sottosuolo a Latiano: trasferito nel 1993 da Taranto a Latiano, offre una panoramica generale su come è composto il sottosuolo sotto il profilo geologico, paleontologico e biologico[63].
- Museo delle Arti e Tradizioni a Latiano: situato nel centro storico, è stato inaugurato nel 1974 a cura della Pro Loco di Latiano. Espone vari oggetti usati anticamente dai contadini nell'ambiente casalingo, artigianale e agricolo[64].
- Museo Archeologico "Ugo Granafei" a Mesagne: situato nel castello normanno-svevo, ospita corredi funebri, tombe, vasellame, risalenti al periodo greco, messapico e romano[65].
- Centro di documentazione messapica a Oria: è il più importante museo nella cittadina, situato sotto il piazzale della basilica cattedrale. Accoglie reperti provenienti dalle campagne di scavo effettuate nel territorio comunale e nella città stessa. Vi sono custoditi all'interno corredi funebri, tombe, vasi aventi una datazione che oscilla tra il IV secolo a.C. fino all'età imperiale romana[66][67].
- Collezione "Martini Carissimo" a Oria: è esposta nella sala delle civiltà pre-classiche del Castello Svevo ed ospita reperti messapici, una pinacoteca, mobili, armi, monete e resti architettonici di epoca romana e medioevale[68].
- Museo Archeologico "Francesco Milizia" a Oria: situato nel complesso del santuario di San Cosimo alla Macchia, ospita reperti del IV-II secolo a.C., in particolare arredi e corredi tombali[69].
- Museo Didattico Zoologico a Oria: è un museo naturalistico, anch'esso situato nel complesso del santuario di San Cosimo, attiguo allo zoo, espone vari animali impagliati ed imbalsamati, diversi crani e pelli conciate[70].
- Raccolta "Kalefati" a Oria: ubicata in piazza Cattedrale, espone materiale ecclesiastico ed una sezione dedicata all'archeologia classica[71].
- Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale a Ostuni: situato in via Cattedrale, è stato aperto nel 1989. Inizialmente esponeva reperti archeologici risalenti all'età preistorica e messapica rinvenuti solo nel territorio ostunese, ma, dopo l'avvio di numerosi altri scavi tutt'attorno, ha accolto anche reperti provenienti da comuni limitrofi[72].
- Museo della Civiltà Rurale a San Vito dei Normanni: aperto nel 2001 dal GAL Altosalento, raccoglie utensili utilizzati da contadini, calzolai, artigiani, fabbri, che testimoniano la quotidianità della vita rurale dal XVIII secolo alla prima metà del XX[73].
- Museo Archeologico Comunale di Pezza Petrosa a Villa Castelli: aperto al pubblico il 24 maggio 2009, espone i reperti ritrovati durante due campagne di scavo nel 1989 e nel 1990, che hanno portato alla luce una necropoli (Pezza Petrosa) con trentatré tombe intatte contenenti reperti databili dal periodo neolitico al 600 d.C. Nel museo si possono ammirare vasi, corredi funebri, lastroni di copertura delle tombe e utensili vari, in gran parte provenienti dalla necropoli[74].
Media
Radio
Le principali emittenti radiofoniche provinciali sono CiccioRiccio, ascoltata in quasi tutto il sud Italia e con sede a Brindisi[75], e 4° Canale Radio, ascoltata principalmente entro i confini provinciali e con sede a Francavilla Fontana[76].
Stampa
Per quanto riguarda la stampa, le principali redazioni hanno tutte sede nella città capoluogo. È presente la Gazzetta del Mezzogiorno[77], con la redazione della Gazzetta di Brindisi, che tratta esclusivamente la cronaca della provincia, il Nuovo Quotidiano di Puglia, anch'esso con redazione provinciale, ed i quotidiani BrindisiSera[78] e Senza Colonne[79]. Vi sono anche altri quotidiani, settimanali e periodici, con sede nei rispettivi comuni, che trattano solo la cronaca comunale.
Cinema
La provincia di Brindisi è stata più volte scelta come set cinematografico, soprattutto nei film di Sergio Rubini. Tra i più noti film e serie televisive girate in questo territorio, vi sono La Terra, del 2006, L'uomo nero, del 2009, e Il giudice Mastrangelo, fiction di Canale 5.
Televisione
Tra le numerose emittenti televisive con sede in provincia, spiccano per popolarità Puglia TV[80], Studio 100 Tv[81], Telerama[82], Puglia Channel[83] (canale dalla piattaforma Sky), quasi tutte con sede distaccata a Brindisi, e TRCB[84], con sede centrale a Ostuni.
Teatro
Tra i teatri più importanti della provincia:
Teatri a Brindisi
- Teatro "Giuseppe Verdi"[85]
- Teatro "Impero"
Teatri in provincia
- Cinema Teatro "John Kennedy" a Fasano
- Teatro Sociale a Fasano
- Cinema Teatro "Italia" a Francavilla Fontana
- Teatro Pubblico "Pugliese" a Mesagne
- Cineteatro "Melacca" a San Vito dei Normanni
Cucina
La cucina di tutta la provincia di Brindisi è lagata alla tradizione agricola e peschereccia. Molti piatti, infatti, sono insaporiti dalle spezie e dalle erbe che crescono spontaneamente sul territorio (come il rosmarino, il timo, ecc.)[86].
Paste fresche, prodotti della panetteria, pasticceria, confetteria
In tutta la provincia la pasta per eccellenza sono le orecchiette. Inoltre ci sono anche altri tipi di pasta anch'essi usati nelle ricette locali tipo i cavatelli con le cime di rape o i ravioli con ripieno di ricotta. Nelle panetterie, oltre al pane di grano duro, ogni giorno si sfornano i tipici taralli pugliesi, i panini con olive dentro e le frise.
Tra i dolci troviamo le cartellate, nastri di sottile pasta sfoglia, tipiche del periodo natalizio; ci sono inoltre le zeppole, fritte o al forno e la pasta di mandorla. Infine, prodotte solo nel territorio di Francavilla Fontana, troviamo le mandorle ricce, prodotto tradizionale pugliese: si tratta di mandorle dure incamiciate di zucchero, arricciate grazie ad un continuo movimento oscillatorio ed infine glassate.
Prodotti vegetali, allo stato naturale o trasformati
Tra i prodotti vegetali troviamo i fichi secchi, fatti essiccare al sole e poi scottati in acqua bollente e cosparsi di zucchero. Altre specialità sono i lampascioni, le melanzane ed i carciofi sott'olio, i pomodori secchi al sole, la salsa di pomodoro e il rinomato olio Collina di Brindisi DOP. Viene prodotto soprattutto nei territori di Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, Ostuni, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni e Villa Castelli. In questi territori passa la strada dell'olio, percorso enogastronomico che porta alla riscoperta del vero gusto dell'olio.
Vino
Nella provincia di Brindisi è possibile produrre Aleatico di Puglia Doc, Ostuni Doc, Brindisi Rosso DOC, Brindisi Rosato DOC e Puglia Igt.
Anche per il vino è stata ideata la Strada Appia dei vini, che passa attraverso i territori di Ostuni, San Vito dei Normanni, Latiano, Mesagne e Brindisi, in cui è possibile vedere vitigni indigeni come la Malvasia nera di Brindisi, il Sangiovese, il Negroamaro, l'Ottavianello ed il Susumaniello.
Eventi
La Scamiciata
La Scamiciata è una rievocazione storica che si tiene a Fasano in ricordo della vittoria contro i Turchi nel 1678. Dopo essere stata abbandonata nel XIX secolo, nel 1978 la tradizione è stata ripresa da un gruppo di cittadini che hanno costituito il "Comitato per il Giugno Fasanese", e che hanno organizzato un Corteo Storico. Il corteo è composto da numerosi figuranti (che indossano rigorosamente i vestiti dell'epoca) e si apre con un gruppo di sbandieratori seguiti da trombe, tamburi e bandiere. Seguono i gruppi che rappresentano le famiglie nobili dell'epoca (ognuna con il proprio stendardo) e, dopo, le autorità civili, religiose e militari del tempo nelle loro uniformi, a bordo di carrozze d'epoca, tirate da cavalli. Vengono dietro gli armati, gli alabardieri, tra cui avanzano i Turchi, e infine il popolo nel suo tipico costume tradizionale che esegue canti e danze intorno alla barca del trionfo.
Il Corteo si conclude con la consegna delle chiavi della Città alla Madonna da parte del giovane che impersona il General Sindaco, presso la sacra immagine esposta in piazza Ciaia[87][88].
Fasano Jazz
Fasano Jazz è una manifestazione musicale, inaugurata nel 1998, che si tiene solitamente in concomitanza con La Scamiciata. Questa manifestazione ha lo scopo principale di valorizzare il talento di giovani musicisti emergenti della musica jazz[89].
Settimana Santa di Francavilla Fontana
I riti che si susseguono durante la Settimana Santa a Francavilla Fontana vantano origini antiche, risalenti alla dominazione spagnola in Italia meridionale. Tradizioni molto sentite anche da parte della popolazione, questi riti si aprono il venerdì che precede la Domenica delle Palme con la processione della Madonna Addolorata. Il mercoledì è la volta dei "piatti", cestini addobbati con germogli di grano che vengono portati in giro per la città dai bambini: anticamente era un segno di riappacificazione tra famiglie o amici. Dal Giovedì Santo alla mattina del Venerdì i Pappamusci, caratteristiche figure incappucciate (in modo da non farsi riconoscere), con un cappello in testa e con il tipico bordone, volendo espiare i peccati commessi, girano in coppia per le chiese della città scalzi. La sera del Venerdì Santo e per tutta la notte sfila per le vie della città la processione dei Misteri, che ripercorre tutte le tappe della Via Crucis. La processione avviene in modo lento ed il silenzio è interrotto solo dal rumore della "troccola". Una della caratteristiche di questa processione sono i "Crociferi": penitenti, anch'essi scalzi ed incappucciati, che, seguendo l'esempio di Gesù, portano per tutta la durata della processione una grande croce di legno sulle spalle. A chiudere i riti della Settimana Santa è la processione del Cristo Risorto, che esce la domenica di Pasqua. Quasi tutte le statue che sono portate in spalla durante le processioni sono realizzate in cartapesta policroma e sono databili all'Ottocento[90].
Fiera Nazionale dell'Ascensione
La Fiera Nazionale dell'Ascensione, terzo polo fieristico regionale dopo Bari e Foggia[91], è un'esposizione campionaria che si svolge a Francavilla Fontana, nel quartiere fieristico. Ideata già nel 1700 come esposizione di prodotti agricoli da Michele Imperiali, fu via via abbandonata per poi essere ripresa nel 1926 dal podestà Pompeo Pisciotta. Oggi la fiera si sviluppa in vari settori (gastronomia, artigianato, industria, ecc.) e attrae aziende da molte parti d'Italia.
Torneo dei Rioni di Oria
Il Torneo dei Rioni di Oria è una competizione che si svolge dal 1969 (durante la seconda domenica di agosto) tra i vari rioni della città di Oria. La tradizione vuole che il Torneo dei Rioni sia stato ideato da Federico II nel 1225 in attesa della moglie Jolanda di Brienne[92], perciò oggi la competizione si basa su diverse gare in stile medioevale (l'ariete, il ponte, la pertica ed il forziere) ed i partecipanti indossano anch'essi abiti medioevali. Il rione che ottiene più punti vince il palio, consegnato direttamente dall'imperatore (impersonato da personaggi famosi).
Barocco Festival di San Vito dei Normanni
Il Barocco Festival è una manifestazione musicale che si tiene a San Vito dei Normanni solitamente tra agosto e settembre. È nata nel 1997 per ricordare il musicista sanvitese Leonardo Leo e attrae musicisti e appassionati di musica barocca[93].
Salento Finibus Terrae Festival di San Vito dei Normanni
Il Salento Finibus Terrae Festival è una rassegna cinematografica e di cortometraggi organizzata in estate a San Vito dei Normanni; ha lo scopo di promuovere gli attori ed i registi emergenti dedicando varie sezioni (Diritti Umani, Animazione, Bullismo, ecc.). Il Festival è patrocinato dall'Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, dalla Provincia di Brindisi, dall'Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di San Vito dei Normanni e dal I Circolo Didattico "Don Tonino Bello", dalla Commissione Italiana dell'UNESCO e dal Comitato Italiano UNICEF[94].
Altri eventi
In provincia si svolgono numerose altre manifestazioni durante tutto l'anno:
File:Provincia di Brindisi-Stemma.png | Manifestazioni |
---|---|
Brindisi | Expocomics, Torneo della Civetta |
Carovigno | Battitura della 'Nzegna, Madonna di Belvedere |
Fasano | Cronoscalata "Fasano-Selva", Presepe Vivente di Pezze di Greco, La notte bianca, Mostra dell'Artigianato, Stella sulla grotta, Fasanomusica, Fasanfestival |
Francavilla Fontana | Notte degli Imperiali (notte bianca), Corteo Storico, Notte di San Giovanni, Festa della Madonna della Fontana |
Latiano | Sagra ti li Stacchioddi, Fiera di Ottobre |
Mesagne | Mesagne in Moda & show, Fashion Mesagne, Children's World, Grande Salento in vetrina |
Oria | Campionato degli Sbandieratori Categoria A1, Cena Medievale |
Ostuni | La cavalcata di Sant'Oronzo, Moda a 5 stelle a Rosamarina, Sagra dei vecchi tempi, La notte bianca |
San Vito dei Normanni | La Desolata, Palio, Ballo di San Vito, Focara dell'Epifania |
Villa Castelli | Fiera Autunnale, Misteri, Presepe Vivente della gravina, Maggio della Madonna Odigitria, Giornata degli Studenti, Estate Castellana |
Economia
Agricoltura, pesca e allevamento
Tutta la provincia rappresenta un territorio storicamente vocato al settore agricolo, con una superficie adibita a produzione agricola di 131.481 ettari, che riesce a raggiungere mediamente una Produzione Lorda Vendibile di 339 milioni di euro, contribuendo in maniera determinante all’economia dell’intera regione[95]. Tra le coltivazioni dominano l'olivo, circa 60 mila ettari di uliveti con piante secolari che assumono forme uniche e particolari, un patrimonio di assoluto valore paesaggistico, e i vigneti (25 mila ettari) con le uve tipiche come il Negroamaro o la Malvasia, dal quale si producono vini a Denominazione di Origine Controllata. Sulle colline della Valle d'Itria, non mancano i mandorleti, mentre in pianura i pescheti si alternano agli altri frutteti. Numerose e differenti coltivazioni ortive di qualità, come il pomodoro, il carciofo, i cereali, e le angurie. Da questi nascono gli originali piatti della gastronomia locale, genuina e profumata.
Le aziende agricole iscritte nel registro della Camera di Commercio di Brindisi sono 13.768, mentre 1.861 sono le aziende di coltivatori diretti iscritte all’INPS[95].
Anche il patrimonio zootecnico è consistente con 400 imprese che allevano 15 mila capi bovini e 34 mila ovi-caprini[95].
La pesca, data la mancanza di comuni che si affacciano direttamente sul mare (a parte Brindisi), non ha avuto un grande sviluppo come l'agricoltura.
Industria
Il piano regolatore dell'Area di Sviluppo Industriale di Brindisi, la prima ad essere istituita in Puglia insieme a quella di Taranto, prevede un agglomerato industriale principale a Brindisi, e tre agglomerati satelliti a Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana[96].
Fino a poco tempo fa in provincia risultavano disponibili oltre 1.000 ettari per nuovi insediamenti industriali[96]. La buona dotazione infrastrutturale, inoltre, rende Brindisi e e tutto il territorio provinciale adatto ad accogliere nuovi insediamenti industriali e commerciali[96].
Nel capoluogo si concentrano numerosi grossi impianti industriali attivi nei settori del chimico, del petrolchimico, dell'energia e dell'aeronautica (con gli impianti industriali dell'Alenia Aeronautica, Avio e Agusta). Negli agglomerati industriali satelliti, invece, si sono sviluppate piccole e medie imprese attive nei settori del tessile, della meccanica leggera, dell'abbigliamento e altro, che offrono lavoro anche agli abitanti dei centri più piccoli, dove le aziende sono per la maggior parte di trasformazione agricola.
Per quanto riguarda l’industria alimentare, dal 1991 è cresciuta particolarmente la dimensione media in addetti, con un incremento del 19,5% nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi e del 6,2% nel comparto vitivinicolo[95].
Energia
La provincia di Brindisi è una delle maggiori produttrici di energia elettrica in Italia, grazie alla presenza di tre grandi centrali elettriche, tutte collocate a Brindisi:
- Centrale ENEL Federico II: entrata in servizio tra il 1991 ed il 1993, ha una capacità totale di 2.640MW installati.
- Centrale Edipower di Brindisi: centrale a carbone che ha una potenza di 1.280MW.
- Centrale EniPower di Brindisi: centrale termoelettrica a ciclo combinato con una potenza di 1.170MW.
Inoltre sono in progetto, sempre nel territorio comunale di Brindisi, la costruzione di un parco fotovoltaico grande 84.343 metri quadrati che produrrà un'energia annuale di 15,12GW orari, diventando di fatto il più grande parco fotovoltaico in Europa[97] e di un rigassificatore[98] che, però, stenta a partire poiché sono in corso indagini sulla valutazione di impatto ambientale ed anche perché, nel 2007, un'operazione giudiziaria ha fatto scattare diversi arresti, avvisi di garanzia e perquisizioni per un'ipotesi di corruzione continuata e aggravata.
Commercio e servizi
Il commercio è molto sviluppato a Brindisi e nei centri maggiori. In queste aree, infatti, sono sorti numerosi centri commerciali, per la maggior parte succursali di grandi catene commerciali internazionali, anche di grandi dimensioni.
Durante il decennio 1991-2001, in provincia sono aumentati del 38,1% (da 16.784 a 23.186) gli addetti nel settore dei servizi, sia tradizionali che sofisticati (escluso solo il commercio) che comprendono tutte le numerose attività che vanno dai trasporti e dalle comunicazioni al turismo, dal credito e dalle assicurazioni alle libere professioni[96].
Turismo
La costa è sicuramente uno dei punti di forza del turismo della provincia e presenta importanti ed avviati insediamenti turistici, specie a nord del capoluogo. Una caratteristica è, però, il fatto che la domanda è in gran parte italiana (74%, contro il 26% di quella straniera) e molto stagionale[99]. Bisogna considerare, però, che da questo punto di vista, negli ultimi anni, sono stati fatti molti passi in avanti, registrando performance migliori rispetto al resto della Puglia[99].
Non mancano importanti zone naturalistiche protette: di particolare pregio ambientale sono da segnalare Torre Guaceto ed il Parco delle Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo.
Lungo tutto questo percorso sono stati individuati i resti di ben 431 fortificazioni[2], tra torri e altri sistemi di avvistamento e difesa della costa.
Testimonianze storiche di grande interesse sono i numerosi castelli, presenti quasi in ogni paese, da quelli importanti nati come poderosi sistemi di fortificazione a quelli realizzati come residenze di alcuni sovrani, ad altri trasformati nel tempo in abitazioni fortificate o palazzi baronali.
Alle zone coltivate seguono le aree boschive e la macchia mediterranea. La campagna è divenuta nel tempo ideale sede di vacanze agrituristiche nelle tante Masserie, alcune fortificate, o in abitazioni signorili e nei tipici e bianchi trulli, dove è facile incontrare importanti insediamenti rupestri, con cripte e tempietti originari del VI secolo ad opera dei monaci basiliani (Grotte di San Biagio a San Vito dei Normanni). Alti cumuli di pietre, che rappresentano le misteriose specchie, installazioni megalitiche nate in epoca remota come torri di avvistamento o come luoghi di sepoltura, spiccano all’improvviso nelle zone tra Francavilla, Villa Castelli e Ceglie.
Aree archeologiche di epoca messapica e romana sono presenti in tutta l’area provinciale, con necropoli, terme, strade, cinte murarie e domus, hanno fornito numerosi reperti (monete, ceramiche, statue) oggi custoditi nei musei.
In città come Francavilla Fontana, San Vito dei Normanni, Ceglie Messapica, Cisternino ed Ostuni ci sono importanti esempi di architetture risalenti al periodo romanico e barocco.
Infrastrutture e trasporti
Strade
La provincia di Brindisi è attraversata da numerose strade provinciali e stradali. Il capoluogo è il punto di incrocio tra le tre maggiori arterie stradali della provincia: la Strada statale 7 Via Appia, che collega Brindisi a Taranto, la Strada statale 16 Adriatica, che collega Venezia ad Otranto, passando da Brindisi, e la Strada statale 613 Brindisi-Lecce, che collega Brindisi a Lecce.
Ferrovie
Le principali ferrovie della provincia sono due:
- la linea Bari Lecce, facente parte della Ferrovia Adriatica.
- la linea Brindisi-Taranto
Entrambe le linee sono gestite dalla RFI e si congiungono a Brindisi. Vi è inoltre un raccordo ferroviario con la zona industriale di Brindisi e il porto mercantile, che facilita le operazioni di carico e scarico della merce. In alcuni comuni dell'entroterra il servizio ferroviario è garantito dalle Ferrovie del Sud Est, con la linea Martina Franca-Lecce.
Stazioni
La stazione ferroviaria principale della provincia è quella di Brindisi collegamento e baricentro delle due prinicipali direttrici ferroviarie della provincia, quella adriatica e quella che collega il capoluogo con Taranto.
Le stazioni della Ferrovia Taranto-Brindisi:
- Stazione di Mesagne
- Stazione di Latiano
- Stazione di Oria
- Stazione di Francavilla Fontana
- Stazione di Villa Castelli
Le stazioni della Ferrovia adriatica:
- Stazione di Fasano
- Stazione di Cisternino
- Stazione di Ostuni
- Stazione di Carovigno
- Stazione di San Vito dei Normanni
- Stazione di Tuturano
- Stazione di San Pietro Vernotico
Porti
Il porto principale della provincia è quello di Brindisi[100], mercantile, peschereccio e turistico. Effettua collegamenti principalmente con l'Albania, la Grecia e la Turchia. Per gli scambi commerciali è considerato la Porta d'Oriente.
Altri porti pescherecci e turistici di rilievo si trovano nei territori di Fasano (Torre Canne e Savelletri), Ostuni (Villanova), Carovigno (Torre Santa Sabina e Specchiolla) e San Pietro Vernotico (Campo di Mare).
Aeroporti
L'aeroporto di Brindisi (Papola-Casale)[101] ha collegamenti giornalieri con le maggiori città italiane ed europee. Lo scalo, distante 6 km dal centro cittadino, serve l'intera provincia di Brindisi, quella di Lecce e parte della provincia di Taranto. Nel 2004 sono transitati complessivamente 754.289 passeggeri, sono state imbarcate e sbarcate merci per 805.108 t, vi hanno fatto scalo 9.418 aeromobili[102]. Collegato con le città della provincia attraverso la linea della Pugliairbus, progetto della società Aeroporti Pugliesi.
L'aeroporto è dotato di due piste, una in direzione NW-SE lunga 2.628 m, l'altra in direzione NE-SW lunga 1.970 m[103].
Attivo già prima della seconda guerra mondiale, l'aeroporto di Brindisi ebbe dal 1928 regolari collegamenti aerei con Valona in Albania cui seguirono quelli, dal 1933, sulla linea Brindisi - Atene - Rodi e Brindisi- Atene - Istanbul. Interrotta nel 1943 per gli eventi bellici, l'attività civile riprese regolarmente nel 1947. Tra il 1960 e il 1970 la seconda pista viene allungata fino ai 2.628 metri attuali. Negli anni ottanta le strutture vengono sostanzialmente modificate con l'edificazione di una serie di edifici, tra cui una caserma dei Vigili del Fuoco ed una struttura per il traffico merci[102].
Attualmente, la struttura è gestita dalla S.E.A.P. - Aeroporti di Puglia[104], ed è parte del sistema aeroportuale pugliese con gli scali "Karol Wojtyla" di Bari, "Gino Lisa" di Foggia e "Marcello Arlotta" di Taranto-Grottaglie.
Amministrazione
Giunta e consiglio provinciale
Dopo i ballottaggi del 21 e 22 giugno 2009 il nuovo presidente della provincia è Massimo Ferrarese, che ha ricevuto i voti di Unione di Centro, Partito Democratico, movimento Io Sud e Partito Socialista. Tutti i nuovi organi di governo, al 9 luglio 2009, sono[105]:
- Il presidente della Provincia Massimo Ferrarese, che ha mantenuto per sé la delega all'Ambiente, Ecologia e Politiche energetiche;
- Francesco Mingolla, vice presidente con delega alle Politiche sociali, Pari opportunità e Politiche della solidarietà;
- Donato Baccaro, assessore ai Trasporti, Protezione civile, Viabilità;
- Paola Baldassarre, assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione Università, Beni Culturali, Musei, Biblioteche e Teatri;
- Vincenzo Baldassarre, assessore al Bilancio e Finanze;
- Maurizio Bruno, assessore alla Pianificazione territoriale, Programmazione e Attuazione del programma Opere Pubbliche;
- Natale Curia, assessore alle Politiche giovanili, Turismo, Spettacolo, Sport e Tempo libero;
- Vincenzo Ecclesie, assessore al Mercato del Lavoro e Formazione professionale;
- Antonio Martina, assessore al Personale, Affari generali, Gare e Appalti, Contenzioso, Rapporto con Enti, Istituti di Democrazia e partecipazione;
- Pietro Mita, assessore allo Sviluppo, Programmazione economica, Cooperazione, Politiche comunitarie, PIT 7 e PIT 8;
- Cosimo Pomarico, assessore alle Attività produttive e gestione Faunistica.
Comuni
I comuni della provincia sono 20. In ordine di popolosità sono i seguenti[1]:
Comuni con più di 15.000 abitanti
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Comuni con meno di 15.000 abitanti
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Area Vasta Brindisina
Il 12 settembre 2007, nella sede del comune di Brindisi (comune capofila) i sindaci di 19 comuni della provincia (escluso Cisternino, che fa parte dell'Area Vasta della Valle d'Itria) più la Provincia di Brindisi, hanno firmato un piano strategico al fine di condividere un nuovo metodo, suggerito dalla Regione Puglia, per la spesa dei Fondi Comunitari 2007-2013. Sono previsti numerosi interventi nel campo dell'economia e dello sviluppo, in quello della cultura e del welfare, dell'ambiente e del territorio e nel campo della mobilità e dei trasporti. Questi interventi saranno coordinati tra le varie amministrazioni comunali ed anche tra gli Enti Locali[106].
Sport
Calcio
Football Brindisi 1912 Società Dilettantistica[107] è la principale società calcistica della provincia. Al termine della stagione 2008/2009, dopo un campionato condotto al vertice della classifica, il Brindisi ha ottenuto la promozione nel campionato di Lega Pro Seconda Divisione, ritornando nel calcio professionistico dopo cinque anni trascorsi nelle serie dilettantistiche.
L'A.S.D. Francavilla Calcio[108] è un'altra importante realtà calcistica nella provincia. Da qualche stagione a questa parte, infatti, anche grazie ad una nuova gestione societaria, ha ottenuto interessanti risultati. Nel 2008 la squadra è stata promossa in Serie D, divisione che le mancava da 17 anni. Nella stagione in corso milita nel girone H della Serie D.
Un'altra squadra importante è l'A.S. Calcio Fasano[109], anch'essa militante nella Serie D. Tutte le altre squadre della provincia giocano a livelli nettamente inferiori.
Basket
La principale società di basket della provincia e di tutta la Puglia è la New Basket Brindisi[110], che ha disputato nella sua storia cestistica un campionato nella massima serie di A1 e diversi campionati in Legadue.
Un'altra squadra che sta facendo grandi progressi è il Basket Francavilla, seconda squadra più vecchia della regione dopo la Ferrini Brindisi: dopo varie stagioni nel campionato di Serie C2, nella stagione 2007/08 è stata promossa in Serie C1, divisione che dalla stagione 2008/09 assume la denominazione di Serie C Dilettanti.
Nella stagione in corso milita nel campionato di Serie C Dilettanti girone G.
Impianti sportivi
L'impianto sportivo più capiente della provincia è lo Stadio "Franco Fanuzzi" di Brindisi, che può contenere fino a 10.300 persone. Gli altri stadi della provincia sono considerevolmente più piccoli; tra questi, uno dei più grandi è lo Stadio Giovanni Paolo II di Francavilla Fontana, con una capienza di 2.000 persone.
Tra i palazzetti dello sport, il più grande della provincia è il PalaPentassuglia a Brindisi, con una capienza massima 2.502 spettatori.
Personalità sportive legate alla provincia
Tra le personalità sportive più famose nate in provincia, figurano:
- Giacomo Leone (Francavilla Fontana, 10 aprile 1971), maratoneta, nel 1996 ha vinto la Maratona di New York[111].
- Cosimo Caliandro (Francavilla Fontana, 11 marzo 1982), mezzofondista, nel 2007 si è laureato campione europeo indoor dei 3000 metri[112].
- Flavia Pennetta (Brindisi, 25 febbraio 1982), tennista, prima tennista italiana ad essere entrata nella Top 10 WTA[113].
Galleria fotografica
La costa
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Alba sulla costa adriatica
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Costa Morena, Brindisi
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Spiaggia di Torre Guaceto
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Particolare della costa di Savelletri, Fasano
Alcuni comuni
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Stradine del centro storico, Ceglie Messapica
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Piazza Leonardo Leo, San Vito dei Normanni
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Palazzo del Balì, Fasano
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Chiesa Matrice, Fasano
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Duomo, Brindisi
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Ostuni di sera
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Fontana in Piazza Umberto I, Francavilla Fontana
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Cupola della Chiesa Matrice, Francavilla Fontana
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Il Palio di Oria
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Centro storico, Mesagne
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Palazzo Ducale, Erchie
Il territorio
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Abazia di San Lorenzo, Fasano
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Una specchia
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Grotta dell'Angelo, San Pancrazio Salentino
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Grotte di Montevicoli, Ceglie Messapica
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Dolmen Montalbano, Fasano
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Ttrullo in calce bianca, Contrada Giannaricchiella
Note
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