Utente:BlackPanther2013/Sandbox/1.0
Boschi e foreste mediterranei Mediterranean woodlands and forests | |
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Ecozona | Paleartica (PA) |
Bioma | Foreste, boschi e macchie mediterranei |
Codice WWF | PA1214 |
Superficie | 357 900 km² |
Conservazione | In pericolo critico |
Stati | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Scheda WWF |
I boschi e foreste mediterranei sono un'ecoregione dell'ecozona paleartica, definita dal WWF (codice ecoregione: PA1212), che si estende attraverso le pianure costiere del Maghreb, a nord dei monti dell'Atlante[1].
Territorio
L'ecoregione occupa una superficie di 357.900 km² in Marocco, Algeria, Tunisia, nelle plazas de soberanía spagnole e in Libia. La porzione principale dell'ecoregione si estende lungo le pianure costiere e le colline del Maghreb, dalle vicinanze di Agadir sulla costa atlantica del Marocco, ad ovest, fino a Sfax sul golfo di Gabès in Tunisia, ad est. L'ecoregione si estende nell'entroterra fino a coprire le pendici più basse delle catene del Medio e dell'Alto Atlante in Marocco, con enclaves isolate lungo la catena dell'Atlante Sahariano in Algeria. Più ad est, lungo il mar Mediterraneo, si trovano due enclaves costiere: una lungo la costa sud-orientale del golfo di Gabès, in Tunisia, che comprende anche l'isola di Gerba; e l'altra sui monti del Gebel el-Achdar lungo la costa della penisola della Cirenaica, nel nord-est della Libia.
L'ecoregione dei boschi e foreste mediterranei confina a sud con la più arida ecoregione dei boschi secchi e steppa mediterranei, che occupa gli altopiani e le catene montuose che cingono il Sahara; e a nord con il mare di Alborán, il settore più occidentale del mar Mediterraneo. I boschi secchi mediterranei di Acacia-Argania e macchie di succulente, che occupano la pianura costiera del Marocco meridionale, cingono i boschi e foreste mediterranei a sud-ovest. I boschi e foreste mediterranei, a loro volta, circondano l'ecoregione delle foreste di conifere e miste del Mediterraneo, presente in una serie di enclaves sulla catena costiera del Rif e sulle catene interne del Medio ed Alto Atlante in Marocco, sulla catena costiera dell'Atlante Telliano e sulla parte orientale dell'Atlante Sahariano in Algeria, e sui monti della Crumiria e i monti Mogod in Tunisia. L'ecoregione della steppa a ginepro mediterranea dell'Alto Atlante occupa le cime più elevate dell'Alto Atlante.
Dal punto di vista climatico, l'ecoregione è caratterizzata da estati molto calde e secche e da inverni relativamente miti ed umidi. Le temperature annue medie variano tra i 13 e i 19 °C, mentre quelle minime medie tra gli 1 e i 10 °C. La parte di questa ecoregione situata lungo la costa atlantica del Marocco subisce l'influsso di correnti marine fredde che tendono a mitigare le temperature. Ogni anno sulla regione cadono tra i 350 e gli 800 mm di pioggia[1].
Flora
La vegetazione spontanea è costituita da foreste, boschi e macchia mediterranea. Si possono individuare cinque principali comunità di piante:
- le foreste e boscaglie di pini xerofili, presenti specialmente nelle regioni più secche dell'entroterra, nelle aree dove questa ecoregione cede il passo ai boschi secchi e steppa mediterranei, dove ogni anno cadono in media tra i 300 e i 600 mm di pioggia. Qui l'albero predominante è il pino d'Aleppo (Pinus halepensis). It is often found in mixed stands with evergreen holm oak—(Quercus ilex spp.) (Quercus ilex subsp. ballota) and xeric junipers (Juniperus phoenicea and Juniperus oxycedrus). The forests and woodlands have an understory of shrubs, including Cistus, Genista, and rosemary, which also form pockets of shrubland.[1]
- le foreste e boscaglie di tuia berbera: These forests and woodlands are found in the milder lowlands of northern Morocco, western coastal Algeria, and pockets in the coastal mountains in northwestern Tunisia, typically on soils derived from limestone. They are characterized by Berber Thuya—(Tetraclinis articulata), a conifer that can form coppice woodlands. The understory is chiefly of shrubs.[1]
- le foreste di sughera: are found in low and medium elevations with mild winters and relatively high rainfall (600 to 800 mm), often on soils formed over siliceous rocks. Cork oak—(Quercus suber) forests are found on the coastal plains between Casablanca and the Rif Mountains in northern Morocco, and several areas further inland around the Rif and Middle Atlas ranges. They also found on along the Tell Atlas of northern Algeria, and in the Kroumerie and Mogod mountain ranges of northwestern Tunisia.
Cork oak (Quercus suber) is the predominant tree, accompanied by a rich mix of evergreen small trees and large shrubs, including bay laurel - (Laurus nobilis), strawberry tree - (Arbutus unedo), tree heath—(Erica arborea), holly—(Ilex aquifolium), Phillyrea spp. (Phillyrea angustifolia and Phillyrea latifolia), Laurustinus—(Viburnum tinus), hairy broom—(Cytisus villosus), and common myrtle—(Myrtus communis).[1]
- le foreste e boscaglie di leccio e quercia spinosa: forests, woodlands, and shrublands of holm oak—(Quercus ilex) and kermes oak—(Quercus coccifera) are the most widespread plant community, found from the coast to the mountains on a variety of climates and soils. Holm oak forests formerly found in lowland areas with deep and humid soils have mostly been displaced by agriculture.[1]
- le boscaglie e macchie mediterranee di olivo selvatico e carrubo: open woodlands of wild olive—(Olea europaea spp.) (Olea europaea europaea and Olea europaea maroccana), and carob—(Ceratonia siliqua) once covered lowland areas with deep, drier soils, but these areas have mostly been converted to agriculture. The remaining wild olive and carob woodlands have been transformed by fire, grazing, and firewood collection into maquis shrublands. Wild olives have also been displaced by cultivated varieties to produce olive oil, and carob is harvested for fodder[1].
Fauna
Sul continente la fauna comprende un misto di specie di origine paleartica e afrotropicale, nonché alcune forme endemiche. Tra i mammiferi qui presenti ricordiamo il tasso del miele (Mellivora capensis), la mangusta egiziana (Herpestes ichneumon), lo scoiattolo berbero (Atlantoxerus getulus), il macroscelide nordafricano (Elephantulus rozeti), il gerbillo di Hoogstraal (Gerbillus hoogstraali), il topo striato berbero (Lemniscomys barbarus) e il cinghiale (Sus scrofa). Il caracal (Caracal caracal) e il gatto selvatico (Felis silvestris) sono piuttosto rari, così come la gazzella dorcade (Gazella dorcas), la gazzella di Cuvier (Gazella cuvieri) e la capra berbera (Ammotragus lervia), minacciate dai bracconieri. La lontra (Lutra lutra) è stata avvistata, ma è estremamente rara. Nell'ecoregione è situata una Important Bird and Biodiversity Area, il parco nazionale di Souss-Massa, che ospita un'importante colonia riproduttiva di una specie di uccello quasi endemica, l'ibis eremita (Geronticus eremita), presente in questa ecoregione e in una o due altre parti del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente. Ad Essaouira è stata segnalata la presenza di specie subtropicali come il serpente mangiatore di uova africano (Dasypeltis scabra), lo scoiattolo terrestre del Senegal (Xerus erythropus) e l'astore cantante scuro (Melierax metabates). Tra le farfalle di quest'area sono numerose le specie paleo-endemiche, forme relitte dell'era cenozoica. Tra le specie minacciate di lepidotteri ricordiamo Zerynthia rumina, Tarucus rosacea, Colotis evagore e Gegenes nostrodamus.
La crocidura delle Canarie (Crocidura canariensis) è l'unico mammifero endemico della porzione insulare di questa ecoregione. Endemiche di Lanzarote e Fuerteventura, nonché degli isolotti più piccoli ad esse associati, sono anche la tarantola delle Canarie orientali (Tarentola angustimentalis) e la lucertola atlantica (Gallotia atlantica), con le sue due sottospecie G. a. atlantica e G. a. mahoratae. Nel settore insulare dell'ecoregione si trovano inoltre numerose specie o sottospecie endemiche di uccelli. Tra esse ricordiamo il saltimpalo delle Canarie (Saxicola dacotiae) e varie sottospecie endemiche di gheppio comune (Falco tinnunculus dacotiae), ubara africana (Chlamydotis undulata fuertaventurae), barbagianni (Tyto alba gracilirostris) e occhione (Burhinus oedicnemus insularum). Sono presenti anche un certo numero di specie e sottospecie che questa ecoregione condivide con quella delle foreste e boschi secchi delle isole Canarie. Tra esse vi sono il rondone unicolore (Apus unicolor), la pispola di Berthelot (Anthus berthelotii) e varie sottospecie di poiana (Buteo buteo insularum), sterpazzola della Sardegna (Sylvia conspicillata orbitalis), averla meridionale (Lanius meridionalis koenigi), calandrina (Alaudala rufescens polatzeki) e fanello (Linaria cannabina harterti). Gli invertebrati delle isole non sono ancora stati studiati a fondo e rimangono per la maggior parte sconosciuti. Un rappresentante della famiglia dei Pieridi, Euchloe hesperidum, presente a Fuerteventura, è l'unica farfalla endemica della porzione insulare di questa ecoregione[1].
Conservazione
L'aspetto delle isole Canarie è mutato notevolmente dopo la colonizzazione da parte degli europei nel XV secolo. I vari habitat, inoltre, erano già frammentati a causa della loro originaria distribuzione sulle diverse isole dell'arcipelago. Su ognuna di queste isole, la coprtura vegetale originaria è più o meno frammentata a seconda delle condizioni climatiche e della storia dell'occupazione umana. L'ambiente naturale originario delle isole di questa ecoregione (Fuerteventura e Lanzarote) e degli isolotti più piccoli, come La Graciosa, si è conservato molto meglio che sulle isole occidentali dell'arcipelago, grazie al minor numero di abitanti e al clima molto più arido, generalmente sfavorevole all'agricoltura. Sfortunatamente, esse sono state pesantemente colpite dal sovrapascolo. Ciononostante, gli ultimi decenni hanno visto un aumento dei programmi di conservazione e protezione dell'ambiente, stimolati dal gran numero di turisti che ogni anno visitano queste isole. Nonostante il turismo abbia portato al sovrasfruttamento e al degrado di alcune aree, la rete di aree protette è riuscita più o meno a stabilizzare la situazione ambientale sulla maggior parte delle isole.
In Marocco, gli alberi di argan costituiscono circa il 7% della copertura forestale del paese e svolgono inoltre un importante ruolo ecologico e socio-economico. Le boscaglie di argan offrono un gran numero di prodotti, come olio, pascolo, miele, carbonella e legname da costruzione. Il loro sfruttamento assicura la sopravvivenza di due milioni di abitanti. Gli argan producono inoltre ombra e sono molto importanti per la conservazione del suolo. Nella regione di Essaouira ogni anno vengono prodotte tra le 1000 e le 2000 tonnellate di olio di argan. Malgrado la loro importanza, nel periodo compreso tra il 1918 e il 1924 andarono distrutti ogni anno 20 km² di questa boscaglia a favore dell'espansione urbana e di altre attività umane. A partire dal 1925, la specie è protetta dalla legge, che ne regola il diritto all'uso da parte dei locali. Tuttavia, le boscaglie di argan sono ancora minacciate dal continuo degrado dovuto all'abbandono dei metodi di gestione tradizionali e dal sovrasfruttamento. Lo spostamento di numerose greggi di animali nelle boscaglie di argan non fa altro che peggiorare una situazione già delicata, ed è stato stimato che ogni anno vada persa una superficie di boscaglia pari a 6 km². Durante gli ultimi venti anni, inoltre, il suolo sotto agli alberi di argan ha visto un incremento delle attività agricole, specialmente nella regione di Souss-Massa.
Se paragonata alla distruzione dell'habitat riscontrata sulle isole Canarie, la perdita di habitat sul continente appare molto meno grave, in quanto qui il numero di abitanti è inferiore e le aree rimaste sono più estese. Tuttavia, attualmente le aree meglio conservate sono quelle situate all'interno di parchi nazionali e altre aree protette. Il più importante tra questi è il parco nazionale di Souss-Massa, che comprende nei suoi confini anche la riserva biologica di Oued Massa. Attualmente, ricopre una superficie di 33.800 ettari, rigorosamente protetti. Sito Ramsar e riserva della biosfera dell'UNESCO è il parco nazionale di Khenifiss, che protegge importanti zone umide. Data l'importanza di questa ecoregione per lo sviluppo socio-economico del Marocco, la boscaglia di argan è stata dichiarata riserva dell'uomo e della biosfera dall'UNESCO sotto richiesta del governo del Marocco: la riserva della biosfera dell'arganeto è stata istituita nel 1998 ed è la prima di questo genere nel paese. Essa comprende, oltre alle boscaglie di argan, anche le aree urbane e agricole limitrofe. Al suo interno sorgono due cooperative, una di pescatori e un'altra, esclusivamente a personale femminile, dedicata alla produzione di olio di argan. Sulle isole Canarie, rientrano in questa ecoregione il parco nazionale di Timanfaya e numerose altre aree protette più piccole[1].