Codici di Leonardo da Vinci
I codici di Leonardo da Vinci sono raccolte di annotazioni, appunti e disegni realizzati da Leonardo da Vinci nel corso della propria vita su argomenti diversi.

Storia
Nel 1517 risultava esistere un'«infinità di volumi» presso Leonardo ad Amboise.
Nel 1519, alla morte di Leonardo, un numero di codici imprecisato divenne di proprietà di Francesco Melzi, come suo erede. Fu egli probabilmente a realizzare il Libro di pittura (1546 circa, poi pubblicato come Trattato della pittura), che al termine riporta un elenco di 18 manoscritti di Leonardo sull'argomento.
Nel 1523 il Melzi tornò a Milano portando con sè le carte di Leonardo.
Parte del materiale leonardesco venne però disperso in varie mani. Si trovano la citazione di un manoscritto (oggi disperso) che nel 1566 era nella biblioteca lasciata da Adolfo II Piccolomini, duca di Amalfi.[3] Nel 1586 Giorgio Vasari indicava che «sono nelle mani di ... (sic) pittor milanese alcuni scritti di Lionardo, pur di caratteri scritti con la mancina a rovescio, che trattano della pittura e de' modi del disegno e colorire. Costui non è molto, che venne a Fiorenza a vedermi, desiderando stampar questa opera, e la condusse a Roma per dargli esito, né so poi che di ciò sia seguito»;[4] questo pittore milanese era forse Giovanni Paolo Lomazzo oppure Aurelio Luini.[5] Altro testo oggi disperso venne citato nel Trattato del 1584 dal Lomazzo quando riferisce di «un suo libro letto da me questi anni passati che egli scrisse di mano stanca à prieghi di Lodovico Sforza, duca di Milano, in determinatione di questa questione se è più nobile la pittura o la scoltura».[6]
Il codice Leicester già nel 1537 era posseduto da Guglielmo della Porta.
Alla morte di Francesco Melzi, i manoscritti conservati nella villa di Vaprio d'Adda furono affidati al figlio Orazio e successivamente presero strade diverse a causa di sottrazioni e cessioni. Dei 18 manoscritti indicati nel Libro di pittura solo sei sono oggi noti.
Grazie a una breve cronaca lasciata da Giovanni Ambrogio Mazenta, è possibile ricostruire, anche se in modo vago, le vicende di parte dei testi.[7] La famiglia Melzi aveva come insegnante Lelio Gavardi d'Asola, che attorno al 1587 sottrasse 13 libri di Leonardo per portarli a Firenze al granduca Francesco. Essendo però morto il granduca, il Gavardì si trasferì a Pisa insieme ad Aldo Manuzio il Giovane, suo parente; qui incontrò il Mazenta, al quale lasciò i libri affinché li restituisse alla famiglia Melzi. Il Mazenta li portò a Orazio Melzi, che però non si interessò del furto e gli donò i libri, che egli consegno al fratello. Pompeo Leoni, informato della presenza dei libri, li chiese a Orazio Melzi per il re Filippo II; ottenne la restituzione anche di sette volumi dai Mazenta, mentre a quest'ultimo ne rimasero sei. Uno di questi ultimi (noto come manoscritto C)venne donato all'arcivescovo Federico Borromeo e passò alla Biblioteca Ambrosiana; un altro (oggi perduto) fu donato al pittore Ambrogio Figino e fu poi ereditato da Ercole Bianchi; un terzo manoscritto (anch'esso perduto) fu donato da Mazenta a Carlo Emanuele I di Savoia. In seguito Pompeo Leone, già in possesso di diversi manoscritti, ottiene anche gli ultimi tre posseduti dai Mazenta.
Leoni smembrò diversi volumi in suo possesso per formarne di nuovi, come il Codice Atlantico e la Raccolta di Windsor.
Spoliazioni napoleoniche
Nel 1796 Napoleone ordinò lo spoglio di tutti gli oggetti artistici o scientifici che potevano arricchire musei e biblioteche di Parigi. Il 24 maggio il commissario di guerra Peignon si presentava all'Ambrosiana insieme a Pierre-Jacques Tinet com l'elenco degli oggetti di cui doveva impossessarsi, fra cui «le carton des ouvrages de Leonardo d'Avinci (sic)». Le casse contenenti gli oggetti d'arte tolti a Milano erano state spedite a Parigi il 29 maggio, ma giunsero solo il 25 novembre. Il 14 agosto venne stabilito che la cassa n. 19 contenente il Codice Atlantico fosse portata alla Bibliothèque nationale de France; all'Institut de France era destinata invece altra cassa contenente «Douze petits manuscritz de Léonard de Vinci sur les sciences» (manoscritti A-M).[8]
Quando le truppe alleate occuparono Parigi nel 1815, ognuna delle potenze interessate affidò ad un proprio Commissario l'incarico di ricuperare gli oggetti d'arte di cui era stata spogliata; il barone di Ottenfels, incaricato dall'Austria di riprendere gli oggetti d'arte tolti alla Lombardia, essendo questa ritornata sotto il dominio austriaco, non ottenne tutti i codici vinciani sottratti dalla Biblioteca Ambrosiana, benchè ne avesse una nota esatta. Quando si presentò alla Bibliothèque nationale, vi trovò solo il Codice Atlantico; invece di cercare di rintracciare e riavere gli altri manoscritti, si accontentò di tre altri volumi (vecchie copie di codici vinciani che considerò originali) e il 5 ottobre 1815 rilasciò la ricevuta dei volumi «a eccezione di nove volumi manoscritti di mano di Leonardo da Vinci, che secondo la dichiarazione dei signori conservatori non sarebbero mai arrivati alla Biblioteca del Re» («à l'exception de neuf volumes mss. de main de Leonardo da Vinci, lesquels d'après la déclaration de messieurs les conservateurs, ne seraient point arrivés à la Bibliothèque du Roi».[9]
Guglielmo Libri
Codici
Dato il loro enorme numero (la maggior parte di essi ancora conservata), nella tabella che segue ci si limita a rappresentarne i principali.
Codice | Titolo | Data | No. disegni | Luogo di conservazione |
---|---|---|---|---|
Codice Arundel | (1478-1518) | 273 | British Library (Londra) | |
Codice Atlantico | (1478-1518) | 1 119 | Biblioteca Ambrosiana (Milano) | |
Codice Trivulziano | (1478-1490) | 52 | Castello Sforzesco (Milano) | |
Codice sul volo degli uccelli | (1505) | 17 | Biblioteca Reale (Torino) | |
Codice Ashburnham | (1489-1492) | 44 | Institut de France (Parigi) | |
Codici dell'Institut de France | (1492-1516) | 964 | Institut de France (Parigi) | |
Codici Forster | (1493-1505) | 300 | Victoria and Albert Museum (Londra) | |
Codice Leicester | (1504-1506) | 36 | Collezione privata di Bill Gates | |
Fogli di Windsor | (1478-1518) | 600 | Castello di Windsor (Berkshire) | |
Codici di Madrid | (1503-1505) | 349 | Biblioteca Nacional de España (Madrid) |
Ordine degli scritti
- Codice A, Parigi, Institut de France, 1492, 63 fogli di vari argomenti
- Codice B, Parigi, Institut de France, 1489, 84 fogli sull'arte della guerra
- Codice C, Parigi, Institut de France, 1490, 28 fogli sulla luce e l'ombra
- Codice D, Parigi, Institut de France, 1508, 10 fogli di vari argomenti
- Codice E, Parigi, Institut de France, 1513 - 1514, 80 fogli sulla geometria e il volo
- Codice F, Parigi, Institut de France, 1508 - 1509, 96 fogli sull'idraulica
- Codice G, Parigi, Institut de France, 1510 - 1516, 93 fogli di vari argomenti
- Codice H, Parigi, Institut de France, 1493 - 1494, 142 fogli di vari argomenti
- Codice I, Parigi, Institut de France, 1497 - 1499, 141 fogli di vari argomenti
- Codice K1, Parigi, Institut de France, 1504, 48 fogli di vari argomenti
- Codice K2, Parigi, Institut de France, 1504 - 1509, 32 fogli di vari argomenti
- Codice K3, Parigi, Institut de France, 1509 - 1512, 48 fogli di vari argomenti
- Codice L, Parigi, Institut de France, 1497 - 1503, 94 fogli di vari argomenti
- Codice M, Parigi, Institut de France, 1498 - 1500, 94 fogli di vari argomenti
- Codice Ashburnham I o Codice 2037 (già Codice B), Parigi, Institut de France, 1492, 34 fogli sulla pittura
- Codice Ashburnham II o Codice 2038 (già 'Codice A), Parigi, Institut de France, 1484 - 1486, 10 fogli di vari argomenti
- Codice Atlantico, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 1483 - 1518, 403 fogli di vari argomenti
- Codice Trivulziano, Milano, Castello Sforzesco, 1484 - 1486, 51 fogli di vari argomenti
- Codice sul volo degli uccelli, Torino, Biblioteca Reale, 1505, 18 fogli
- Codice Forster I, Londra, Victoria and Albert Museum, 1484 - 1505, 55 fogli sulla stecheometria
- Codice Forster II, Londra, Victoria and Albert Museum, 1495 - 1497, 157 fogli di vari argomenti
- Codice Forster III, Londra, Victoria and Albert Museum, 1490 - 1493, 88 fogli di vari argomenti
- Codice Arundel 263, Londra, British Museum, 1504 - 1516, 283 fogli di vari argomenti
- Fogli di Windsor, Windsor, Royal Library, 600 disegni
- Fogli di Anatomia A, Windsor, Royal Library, 1510, 18 disegni
- Fogli di Anatomia B, Windsor, Royal Library, 1489, 42 disegni
- Quaderni di Anatomia, I - VI, Windsor, Royal Library, 119 disegni
- Codice Madrid I, Madrid, Biblioteca Nazionale, 1490 – 1496, 192 fogli sulla meccanica
- Codice Madrid II, Madrid, Biblioteca Nazionale, 1503 – 1505, 157 fogli sulla geometria
- Codice Leicester (già Codice Hammer), Collezione Bill Gates, 1504 - 1506, 36 fogli sull'idraulica
Note
- ^ Beltrami 1919, p. 149.
- ^ Beltrami 1919, pp. 159-160.
- ^ Agatino d'Arrigo, Un frammento inedito di Leonardo sulla meccanica ondulatoria, in Rivista di ingegneria, n. 2, 1958, pp. 151–156.
- ^ G. Vasari, Lionardo da Vinci|Leonardo da Vinci, in Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1568.
- ^ C. Pedretti, Studi vinciani: documenti, analisi e inediti leonardeschi, 1957, p. 66.
- ^ G.P. Lomazzo, Trattato dell'arte della pittura, scoltura, et architettura, 1584, p. 158.
- ^ Gramatica, pp. 27-49.
- ^ Beltrami 1895, p. 29.
- ^ Beltrami 1895, p. 30.
Bibliografia
- L. Beltrami, La Biblioteca Ambrosiana. Cenni storici e descrittivi, Milano, [1895].
- L. Beltrami, Documenti e memorie riguardanti la vita e le opere di Leonardo da Vinci in ordine cronologico, Milano, 1919.
- L. Gramatica, Le memorie su Leonardo da Vinci di don Ambrogio Mazenta, Milano, 1919.
- C. Pedretti e M. Cianchi, Leonardo. I codici, in Art Dossier, n. 100, aprile 1995.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Manoscritti di Leonardo da Vinci, su museoscienza.org.