Sandbox Privata. Se vuoi contribuire, vai direttamente alla pagina di riferimento. Non modificare qui, grazie.

«Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare.»
{{{Nome}}}
SquadraArgentina (bandiera) Argentina
Carriera
Squadre di club
1976-1981Argentinos Juniors166 (116)
1981-1982Boca Juniors40 (28)
1982-1984Barcellona58 (38)
1984-1991Napoli188 (129)
1992-1993Siviglia29 (7)
1993-1994Newell's Old Boys7 (0)
1995-1997Boca Juniors31 (7)

Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960) è un allenatore di calcio ed ex calciatore argentino, di ruolo trequartista ed attaccante, Campione del Mondo con la Nazionale argentina nel 1986 ed attuale CT dell'Argentina[2]. Ha partecipato a quattro diverse edizioni dei mondiali: 1982, 1986, 1990, 1994, andando a segno in tutte tranne nel 1990[3]. I suoi 91 match e 34 reti con la Nazionale argentina costituirono un record, poi battuto da Diego Simeone per le presenze e da Gabriel Omar Batistuta per i gol[4].
Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d'Oro), alla fine del 2000 è stato eletto da un sondaggio popolare della FIFA miglior calciatore di tutti i tempi col 53,6% dei voti[5][6]. Fu eletto Calciatore dell'anno nel 1986 dalla rivista inglese World Soccer[7] e occupa la 2a posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla stessa rivista[8].
É stato inserito da Pelè nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi divulgata il 4 marzo 2004, in occasione del centenario della federazione[9]. La Federazione calcistica dell'Argentina (AFA) gli ha inoltre assegnato il titolo di "Miglior Sportivo del secolo" argentino nel 1999[10]. L'AFS (Association of Football Statisticians'), classificando i 100 più grandi calciatori di sempre secondo un criterio puramente statistico, lo ha incluso al 6° posto[11].

Caratteristiche tecniche

Giocatore dal fisico compatto (che gli garantiva resistenza nei contrasti contro gli avversari), eccelleva negli scatti brevi favorito da un baricentro basso e da una buona forza delle gambe. La sua ottima tecnica e agilità gli permettevano di eseguire veloci dribbling anche negli spazi stretti, specialmente sul lato sinistro, nonché numerosi assist ai compagni. Nonostante l'altezza non fosse uno dei suoi punti di forza, era dotato di una discreta elevazione che gli permetteva di rendersi pericoloso anche con i colpi di testa. Ottimo rigorista, era abilissimo nel battere calci piazzati e punizioni dal limite dell'area di rigore. Giocava preferibilmente da seconda punta, anche se spesso svariava su tutto il fronte d'attacco, rendendosi pericoloso sia come trequartista sia con affondi e cross dalle fasce.

Carriera

Club

Primi Anni

Il Pelusa (Maradona era chiamato così da bambino per l'elevata quantità di capelli in testa[12]) iniziò a giocare a calcio nella squadra del quartiere, l'Estrella Roja, dove già aveva militato lo zio come portiere[12]. Il padre intanto lo portava a vedere giocare la sua squadra preferita: il Boca Juniors, di cui anche lui diventò estimatore e grande tifoso, sognando di vestire quella maglia un giorno[12]. Nel quartiere di Villa Fiorito giocava, nella squadra avversaria delle Tres Banderas, il suo amico Goyo Carrizo, per tutti il miglior giocatore del quartiere[13]. Fu proprio questi a farlo partecipare ad una selezione nelle giovanili dell'Argentinos Juniors di Buenos Aires[12]. Entrò così a far parte delle Cebollitas (Cipolline), la squadra giovanile dell'Argentinos, il 5 dicembre 1970 a 10 anni[14][15]. Il suo primo allenatore fu Francisco Cornejo, che all'inizio non credette all'età di Maradona: data l'altezza, sembrava molto più piccolo di quanto in realtà fosse (gli fu addirittura richiesto un documento, che però non aveva con sè al momento del provino[15]). Con lui in rosa, la squadra giovanile raggiunse una striscia di 136 risultati utili consecutivi in tre anni[14][15]. Dopo una finale del Campionato Nazionale persa dalle Cebollitas contro la Santiago del Estero allenata da Elías Ganem, il figlio di questi, César, disse a Maradona: "Non piangere, fratello, perchè diventerai il più grande giocatore del mondo"[16].

Si rende famoso al pubblico quando inizia a palleggiare negli intervalli delle partite della prima squadra, tanto da indurre i tifosi a chiedergli di continuare anche con le squadre tornate in campo[17][18]. Le sue doti sono tali da attirare la televisione, che va nel quartiere a riprenderne l'abilità[19]; parteciperà anche ad una trasmissione televisiva, Sábados Circulares, palleggiando per tutta la durata dello show[20]. È in questi anni che conobbe e diventò amico di Jorge Cyterszpiler, suo futuro procuratore, al tempo coordinatore delle Cebollitas[21].

Argentinos Juniors

File:Maradona1980.jpg
Maradona nel 1980 con la maglia dell'Argentinos Juniors

Maradona iniziò la sua carriera professionistica nell'Argentinos Juniors nel 1976, debuttando il 20 ottobre nella partita contro il Talleres de Córdoba[14][22], dieci giorni prima di compiere sedici anni. Entrò infatti in campo all'inizio del secondo tempo al posto di Giacobetti, indossando la maglia numero 16[22][23]. Poco prima di farlo esordire l'allora allenatore dell'Argentinos Juniors, Juan Carlos Montes, gli disse: "Vai Diego, gioca come sai... E se possibile fai un tunnel"[14][22][24]: in tutta risposta, Maradona fece subito un tunnel al primo avversario che gli si parò davanti, Juan Domingo Patricio Cabrera[22]. Il giorno dopo, il magazine sportivo El Gráfico nella sintesi della partita lo defìni "sorprendente, molto abile e intelligente" assegnandogli come voto 7, nonostante avesse giocato solo 45 minuti[22]. La prima partita da titolare sarà contro il Newell's Old Boys[23], mentre i primi gol nell'Argentinos arrivarono il 14 novembre dello stesso anno, con una doppietta al San Lorenzo[23][25]. Dai primi spezzoni di partita a diventare titolare fisso il passo fu breve: nel Campionato Metropolitano del 1977 (il primo dopo il suo debutto) giocò infatti 37 partite consecutive da titolare[22]. Negli anni successivi diventò capocannoniere del Campionato Metropolitano per 3 anni consecutivi: 1978 (a parimerito con Luis Andreuchi[26]), 1979 (a parimerito con Élio Sergio Fortunato[26]) e soprattutto 1980[26] quando portò la squadra al 2° posto[27]. Fu anche goleador del Campionato Nacional nel 1979[26] e nel 1980[26]. Durante la sua permanenza all'Argentinos Juniors, vinse per due volte consecutive il Pallone d'Oro sudamericano, il premio che spetta al miglior giocatore del continente, rispettivamente nel 1979 e nel 1980[28].

Una simile crescita non fu ignorata dalle grandi squadre internazionali: nel 1978 arrivarono le prime offerte del Barcellona e dei New York Cosmos, rifiutate però dalla dirigenza dell'Argentinos[29]; nuove offerte del Barcellona e dello Sheffield United furono rifiutate nel 1979[30]. Dopo i Mondiali del 1978 vinti dall'Argentina l'AFA, su pressione dell'allora CT della Selección Cesar Luis Menotti, diramò nel 1979 una lista di giocatori a cui fu imposto il divieto di trasferimento all'estero: nella lista era incluso anche Maradona[31]. Ciò vieterà la sua cessione nel 1980, quando a giugno sia il Barcellona che la Juventus avevano trovato l'accordo con l'Argentinos e con il procuratore di Maradona Jorge Cyterszpiler, sulla base di 10 milioni di dollari[32]. Rimanendo solo la possibilità di trasferirsi in una squadra argentina, sia il River Plate che il Boca Juniors fecero enormi pressioni alla dirigenza dell'Argentinos per assicurarsi il suo cartellino. Dal punto di vista finanziario, il River Plate aveva molte più possibilità del Boca Juniors, ma la volontà di Maradona e la passione (sua e del padre[33]) per il Boca risolveranno lo scontro a favore dei Bosteros: nel febbraio 1981 fu infatti annunciato il trasferimento di Maradona al Boca, con la formula del prestito con diritto di riscatto fino al 30 giugno 1982, per la cifra di 4 milioni di dollari[33][34]. L'ingaggio fu pari a 600 milioni di lire, più 720 milioni di stipendi per due anni, premi per 250 milioni e altri 600 milioni di premio per le amichevoli[33].

Il Boca Juniors

File:Boca diego retro.jpg
Maradona con la maglia del Boca

Al Boca le cose non iniziarono per il verso giusto: l'allenatore Silvio Marzolini puntualizzò subito che per Maradona non ci sarebbe stato alcun tipo di "favoritismo"[35] e i dirigenti, al contrario della squadra precedente, ponevano molta pressione allo spogliatoio[35]. Per il passaggio alla nuova squadra fu organizzata un'amichevole con l'Argentinos, il 20 febbraio 1981: Maradona giocò il primo tempo con i vecchi compagni e la ripresa con il Boca, davanti a venticinquemila spettatori. L'amichevole finì 3-2 per l'Argentinos, con un gol di Maradona per la sua vecchia squadra[35]. Due giorni dopo ci fu il debutto ufficiale alla Bombonera, con il Boca che vinse contro il Talleres de Córdoba per 4-1, dove fece una doppietta segnando due calci di rigore[35] (curiosamente, la stessa squadra contro cui esordì con la maglia dell'Argentinos Juniors). Uno strappo muscolare lo fermò per quattro giornate[35], ma al suo rientro diventò l'idolo dei tifosi guidando il Boca alla vittoria del Campionato Metropolitano di Apertura 1981, segnando 17 reti[36].

Ma la squadra argentina (in forte difficoltà economica per l'esborso dovuto all'acquisto di Maradona e per l'alta inflazione che colpiva in quegli anni l'Argentina) non riusciva a trovare il denaro necessario per l'acquisto definitivo di Maradona: essendo arrivato in prestito con diritto di riscatto, il Boca avrebbe dovuto pagare altri 4 milioni di dollari all'Argentinos entro il 1982[37][38]. Pertanto organizzò una tournée di amichevoli imponente per cercare di fare cassa: otto partite in ventuno giorni in giro per il mondo a Los Angeles, Hong Kong, Malesia, Messico, Guatemala e Giappone[37] più un quadrangolare in Costa d'Avorio[37][39]. Fu addirittura organizzata una riffa in accordo con il governatore provinciale[40], senza successo: nonostante gli sforzi, il Boca dovette privarsi di Maradona, il cui cartellino tornò ad essere di proprietà dell'Argentinos. Arrivò un'offerta del Santos per 7 milioni di dollari[41]. Ma tornò alla carica il Barcellona, che trovò l'accordo sia con l'Argentinos che con il Boca: la cifra complessiva del trasferimento era pari a 15 miliardi di lire, di cui 7 miliardi e mezzo all'Argentinos, 2 miliardi e mezzo al Boca Juniors e 5 miliardi di ingaggio a Maradona tra stipendio e sponsor (premi esclusi)[37][42]. Fu il trasferimento più costoso della storia del calcio[37] e Maradona divenne il giocatore più pagato di quegli anni[43]. Il tutto venne reso pubblico il 4 giugno 1982 ma potè essere effettivo soltanto dopo i Mondiali, in seguito alla scadenza della lista degli instraferibili all'estero disposta dall'AFA[37][44].

Il Barcellona

Dopo i Mondiali, Maradona giocò la sua prima stagione con la maglia del Barça dell'allora presidente Nuñez, e subito iniziarono i primi problemi: sia con la tifoseria, che lo considerava un sudàca (termine dispregiativo per indicare gli Indios sudamericani[45]), sia con l'allenatore Udo Lattek, che Maradona non apprezzava (dato che faceva allenare la squadra con palle mediche di 8 kg[46]), sia con la dirigenza, che considerava il suo stile di vita e la sua vita notturna non idonei a quelli di un calciatore[47]. Anche se l'esordio fu con gol il 4 settembre contro il Valencia (anche se il Barcellona perse per 2-1 al Mestalla[48]), la stagione fu condizionata da diversi infortuni: prima la distorsione della rotula del ginocchio sinistro, poi la rottura parziale dei legamenti del ginocchio sinistro[46], sino a che un'epatite virale (scoperta proprio mentre si curava dall'ultimo infortunio[46][49]) lo allontanò dai campi di gioco per oltre tre mesi. Il campionato del Barça procedeva in maniera deludente rispetto alle aspettative di inizio stagione, ed anche le speranze di vincere la Coppa delle Coppe svanirono presto: i catalani furono eliminati ai quarti di finale dall'Austria Vienna (0-0 all'andata a Vienna, 1-1 al ritorno al Camp Nou[46]), e Maradona poté giocare solo la partita di ritorno a causa dell'epatite che ancora lo debilitava. Lattek fu esonerato il 3 marzo 1983 e al suo posto, dopo una partita in cui la squadra fu guidata da José Luis Romero, arrivò César Luis Menotti, l'allenatore dell'Argentina nei Mondiali del 1982. Il Barça finì la stagione solo quarto nel campionato spagnolo[50], ma Maradona trascinò i blaugrana alle vittorie sia della Coppa del Re, sconfiggendo il 4 giugno 1983 in finale per 2-1 i rivali storici del Real Madrid allenato da Alfredo Di Stefano, sia della Copa de la Liga nella doppia finale sempre contro il Real Madrid (2-2 all'andata il 26 giugno 1983 e 2-1 al ritorno il 29 giugno 1983), con un gol di Maradona in entrambe le partite[51].

La stagione 1983-84 con Menotti in panchina cominciò meglio: il 14 settembre, alla prima partita di Coppa delle Coppe contro la squadra tedesca dell'FC Magdeburgo, Maradona segnò una tripletta e la partita terminò 5-1[51]. Andò in rete anche nella successiva partita di campionato contro il Maiorca[51]. Finalmente si stava mettendo in mostra nel Barça, ma tutto si fermò alla quarta giornata di campionato durante l'incontro fra Barcellona ed Athletic Bilbao il 24 settembre 1983. Mentre la partita era sul 3-0 a favore del Barça, Maradona subì un grave infortunio per un fallo di frustrazione da parte del difensore dell'Athletic Andoni Goikoetxea Olaskoaga (che successivamente verrà soprannominato Il Macellaio di Bilbao e eletto giocatore più duro della storia del calcio dal "Times"[52]). Goikoetxea non fu neppure ammonito dal direttore di gara nonostante l'evidente volontarietà del fallo, anche se fu poi squalificato per 18 giornate (poi ridotte a 8[53][54]). Il violento intervento provocò la rottura del malleolo sinistro, lesione dei legamenti della caviglia e la rottura del legamento collaterale interno del ginocchio[54][55]. Maradona fu operato la notte stessa dal dottor Gonzalez Adrio, dopo numerosi consulti richiesti sia al medico della Nazionale Argentina Madero, sia allo specialista di fiducia di Maradona, Ruben Dario Oliva[56]. L'esito dell'operazione fu positivo: i medici però ipotizzavano 2 mesi di fermo completo e un rientro in campo dopo 4 ulteriori mesi di riabilitazione, e gli comunicarono che aveva perso per sempre il 30% della mobilità della caviglia sinistra[57]. Il dottor Oliva invece, dopo aver visto le prime radiografie, curò la sua fisioterapia e accelerò i tempi del recupero, facendolo camminare poco meno di un mese dopo l'intervento[58]. Durante il suo infortunio il Barça vinse la Supercoppa spagnola nella doppia finale sempre contro l'Athletic Bilbao (1-3 all'andata il 26 ottobre 1983 e 0-1 al ritorno il 30 novembre 1983). Il rientro ufficiale di Maradona sarà l'8 gennaio 1984, appena 106 giorni dopo l'infortunio, contro il Siviglia, dove segnerà una doppietta[51][59]. A marzo riprese la Coppa delle Coppe: il Barcellona vinse 2-0 contro il Manchester United la gara d'andata al Camp Nou, ma il 3-0 del ritorno per gli inglesi lo condannò all'eliminazione. Il Barcellona perse per 2-1 anche lo scontro diretto in campionato, il 25 febbraio, contro il Real Madrid: il Barça arriverà terzo in campionato, ad un punto dal Bilbao campione e dallo stesso Real Madrid[60]. Tra i vari infortuni Maradona giocò in campionato solo sedici partite in cui segnò comunque undici gol[51].

Maradona incominciò a subire le conseguenze delle mancate vittorie: i tifosi continuavano ad essere contro di lui (ormai considerato un bluff e una "invenzione degli argentini"[61]), peggioravano i contrasti con lo stesso presidente Nuñez (che quasi aveva vietato a Maradona di partecipare alla partita di addio di Paul Breitner l'anno prima, togliendogli il passaporto[62][63]), più naturalmente le accuse presenti sin dall'inizio sulla sua vita notturna (specie durante l'infortunio). È in questi anni che Maradona cominciò a fare uso di cocaina[54].

Dopo il campionato rimaneva comunque la Coppa del Re: il 5 maggio si tenne la finale fra Barça e Athletic Club, gara che segnava l'occasione per Maradona di reincontrare Goikoetxea (nel ritorno di campionato segnò una doppietta, ma il difensore non era in campo[51][54]). Sebbene fossero passati mesi, la questione dell'infortunio di Maradona non era ancora risolta; alla fine della partita (vinta dal Bilbao per 1-0), Maradona fu espluso per un fallo di reazione e reagì ad un gestaccio del difensore José María Núñez, innescando una plateale rissa tra le due squadre[64]. In seguito si scusò personalmente con il re di Spagna Juan Carlos prima tramite lettera e poi in un incontro ufficiale[65], ma l'episodio decretò una squalifica di 3 mesi[66] e al contempo segnò la fine della sua esperienza spagnola.

I rapporti con il Barcellona e il suo presidente Nuñez erano ormai completamente deteriorati e Maradona, ripresosi completamente dall'incidente, fu clamorosamente ingaggiato, dopo un mese di difficili trattative, dal Napoli per la cifra record di tredici miliardi e mezzo di lire. Il contratto fu firmato senza che il Napoli disponesse della liquidità per regolarizzare l'acquisto; il denaro venne versato solo in un secondo momento. Si racconta che l'allora presidente del Napoli Corrado Ferlaino abbia depositato in federazione una busta vuota, facendo credere che contenesse il contratto firmato dal giocatore. In questo modo guadagnò il tempo necessario per concludere la trattativa, sostituendo poi la busta vuota con quella regolare.

Le prime stagioni nel Napoli

Il 5 luglio 1984 Maradona venne presentato ufficialmente allo Stadio San Paolo e fu accolto da ben settantamila persone, che pagarono la quota simbolica di mille lire per vederlo. Bastarono un palleggio ed un tiro verso la porta sotto la curva B e l'entusiasmo si trasformò già in tripudio.

Nella prima stagione, però, le aspettative furono in grande parte disattese. Mal supportato da una squadra di mediocre valore Maradona dimostrò quasi esclusivamente le proprie doti di funambolo, ma il suo contributo non poté essere utile per raggiungere grandi traguardi. Il Napoli disputò un brutto girone di andata e solo nel finale riuscì a raggiungere una tranquilla posizione di centro classifica.

Era chiaro che da solo Maradona non avrebbe portato il Napoli a grandi risultati e la società dovette subito correre ai ripari. L'anno successivo arrivarono in azzurro grandi rinforzi del calibro di Bruno Giordano, Claudio Garella, Alessandro Renica e rinforzi dalle giovanili del Napoli, tra i quali Ciro Ferrara che debuttò in prima squadra proprio nel 1985-86. Quella stagione finì col Napoli al terzo posto, ma era solo un anticipo del vero trionfo.

I successi con il Napoli

 
Maradona nel 1985

In maglia azzurra Maradona raggiunse l'apice della celebrità, portando il Napoli ai vertici del calcio italiano ed europeo. Grazie ad un'ottima squadra e alla sua guida, il Napoli vinse il suo primo scudetto nel campionato 1986/87 (allenatore Ottavio Bianchi), stagione memorabile anche perché dopo ben trentadue anni il Napoli riuscì a battere di nuovo la Juventus al "Comunale" di Torino.

Il 10 maggio 1987 il Napoli pareggiò per 1 a 1 la partita casalinga con la Fiorentina conquistando matematicamente il suo primo scudetto. La città intera si abbandonò all'euforia ed alla festa. Maradona fu protagonista assoluto dell'impresa e coronò il sogno di vincere un titolo fino ad allora solo immaginato da tifosi e addetti ai lavori.

Il Napoli vinse anche la sua terza Coppa Italia, vincendo tutte le 13 gare, comprese le due finali disputate contro l'Atalanta. L'accoppiata scudetto/coppa fu un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al Grande Torino ed alla Juventus. Bruno Giordano fu il capocannoniere della manifestazione con 10 reti.

Nella stagione 1987/88 il Napoli partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, ma uno sfortunato sorteggio mise contro gli azzurri il Real Madrid: i partenopei uscirono battuti dal Bernabeu per 2-0 (con lo stadio surrealmente vuoto per via di un provvedimento disciplinare), e pareggiarono per 1-1 la gara di ritorno abbandonando subito le ambizioni europee.
In campionato il Napoli dominò fino alla ventesima giornata mantenendo cinque punti di vantaggio sulla seconda, ma inaspettatamente gli azzurri crollarono facendosi superare (perdipiù in casa) dal Milan di Sacchi. Il clamoroso crollo della squadra partenopea diede adito a qualche sospetto di "combine" mai però provato. Maradona fu comunque capocannoniere del torneo con 15 reti all'attivo.

Nel 1989 il Napoli concluse il campionato ancora al secondo posto, dietro l'Inter dei record, ma vinse la Coppa Uefa (primo titolo internazionale) dopo aver battuto nella doppia finale lo Stoccarda (2-1 all'andata e 3-3 al ritorno) e dopo aver superato avversari blasonati come la Juventus e il Bayern Monaco (che sei mesi prima aveva clamorosamente eliminato l'Inter) ed anche in quel torneo l'apporto di Maradona fu determinante, soprattutto nelle gare più importanti con assist, goal e invenzioni spesso decisivi.

Nella stagione 1989/90 a Bianchi subentrò Albertino Bigon. Maradona non giocò le prime partite della stagione e venne sostituito da Gianfranco Zola, ma rientrò ben presto in squadra ritrovando l'amore dei tifosi. Il campionato fu riconquistato dal Napoli con Maradona pronto a presentarsi ai Mondiali fregiandosi del titolo di campione d'Italia.

L'ultimo anno al Napoli

Nella stagione 1990/91, la rosa del Napoli era di poco diversa da quella laureatasi campione d'Italia. La stagione cominciò con la vittoria nella Supercoppa Italiana del 1990 ottenuta battendo la Juventus allenata da Maifredi per 5-1. Il campionato, invece, cominciò male: nelle prime tre partite la squadra ottiene solo un punto.

In Coppa dei Campioni, dopo un inizio favorevole con una convincente doppia vittoria sugli ungheresi dello Újpesti Dózsa, al secondo turno il Napoli incontrò lo Spartak Mosca; l'andata al San Paolo finì 0-0, ma alla partita di ritorno in Russia Maradona non partì con la squadra, noleggiò un aereo privato ed arrivò a Mosca solo la sera successiva, il caso fu ampiamente affrontato dalla stampa italiana, che tra l'altro riportò alcune dichiarazioni di Luciano Moggi (allora dirigente del Napoli) e Albertino Bigon[67]. Maradona entrò in campo solo nel secondo tempo, l'incontro finì 0-0 anche dopo i supplementari e i russi vinsero la partita ai rigori (nonostante Maradona avesse siglato il suo).

Iniziò il lento declino dell'esperienza italiana di Maradona che finì il 17 marzo 1991 dopo un controllo antidoping effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari che diede il responso di positività alla cocaina. Il Napoli chiuse la stagione all'ottavo posto.

Nel 2000 il Napoli, in onore ed in memoria della straordinaria e irripetibile carriera al Napoli decise che mai più nessun calciatore avrebbe indossato una maglia col numero dieci appartenuto a Maradona. Nel 2004, a causa del fallimento e della successiva iscrizione al campionato di serie C1 e per il regolamento della numerazione delle maglie di quest'ultima, il Napoli fu costretto a ristampare la maglia con quel numero, fino al nuovo ritiro nel 2006, grazie alla promozione in serie B.

La cessione forzata al Siviglia

Dopo un anno e mezzo di squalifica per doping, nel 1992, la carriera di Maradona riprese nel Siviglia. Dei sette milioni e mezzo di dollari dovuti al Napoli dalla squadra spagnola, la società italiana ne ricevette solo tre: stranamente, infatti, la FIFA autorizzò il Siviglia a non completare il pagamento.

Al Siviglia, Maradona reincontrò Carlos Bilardo, l'allenatore dell'Argentina ai mondiali del 1986. Maradona debuttò il 28 settembre contro il Bayern Monaco ed il 4 ottobre giocò la sua prima partita nella Liga in cui il Siviglia fu sconfitto dall'Athletic Club per 2-1. Il campionato continuò fra alti e bassi, con Maradona sempre più contestato dai tifosi. Tornato anche nella Nazionale argentina come capitano, vinse la Coppa Artemio Franchi contro la Danimarca e fu anche eletto dalla Federcalcio argentina miglior giocatore di tutti i tempi.

Se in Argentina andava bene, in Spagna la situazione precipitò. Il Siviglia fallì la qualificazione per la Coppa Uefa, in 25 partite Maradona segnò solo 4 gol e dopo una sola stagione, l'esperienza sivigliana di Maradona finì.

Il ritorno al calcio argentino

Maradona tornò a giocare in Argentina nel Newell's Old Boys; il 31 ottobre 1993, un giorno dopo il suo compleanno, ritornò a giocare con la nazionale, a Sydney, contro l'Australia per gli spareggi di qualificazione ai Mondiali USA 1994. La partita finì 1-1 e la rete argentina di Abel Balbo fu propiziata da un cross di Maradona. Nel ritorno del 17 novembre al Monumental l'Argentina vinse 1-0 qualificandosi per i Mondiali.

In seguito all'andamento mediocre in campionato e per via alcuni problemi fisici che lo costrinsero a giocare solo sette partite, dopo la partita contro l'Huracán, il 12 febbraio 1994, Maradona sciolse il contratto con il Newell's, recependo un milione e mezzo di dollari, la metà di quanto previsto dal contratto.

In attesa dei mondiali per alcuni mesi Maradona si ritirò dalle competizioni di club e tornò a giocare il 20 aprile, in un'amichevole tra Argentina e Marocco che terminò 3-1 per l'Argentina, con una rete di Maradona su rigore (dopo un'"astinenza da gol" durata ben 1.255 minuti di gioco).

Maradona non avrebbe potuto partecipare alla prevista tournée pre-mondiale in Giappone in quanto gli fu negato il visto di ingresso a causa dei precedenti con la droga. La Nazionale argentina decise di non recarsi in Giappone senza Maradona, cambiò quindi il programma di incontri sfidando Israele (3-0), Ecuador (1-0) e Croazia (0-0).

Gli ultimi anni della carriera

Nel 1995 gli venne assegnato il Pallone d'Oro alla carriera. In attività non poté concorrere all'assegnazione del premio perché i calciatori non europei erano allora esclusi dalla competizione.

Il 7 ottobre dello stesso anno tornò a giocare con la maglia del Boca Juniors nella partita contro il Colón (1-0). Rimase nel Boca per due anni prima di ritirarsi dal calcio, il 30 ottobre 1997, giorno del suo trentasettesimo compleanno.

Nazionale

File:Maradona y la copa - Mundial Juvenil 1979 - Gente sept 1979.jpg
Diego Armando Maradona con la Coppa del Mondo Juniores

Giovanili

Maradona esordì con la Nazionale giovanile il 3 aprile del 1977, successivamente al suo esordio con la Nazionale A[68]. Negli anni continuò a giocare sia con la Nazionale Juniores che con la Nazionale Maggiore, portando le giovanili (con in panchina Menotti) alla vittoria dei Mondiali di calcio giovanili del 1979 in Giappone (finale vinta contro l'URSS 3-1 in cui segnò un gol su punizione)[30] e in cui vinse il premio come Miglior giocatore del torneo[69].

Nazionale Maggiore

Il debutto internazionale arrivò per Maradona a soli 16 anni: il 27 febbraio 1977 l'allora allenatore della Nazionale maggiore Cesar Luis Menotti lo convocò per un'amichevole contro l'Ungheria allo stadio La Bombonera di Buenos Aires. Fece il suo ingresso al 19' del secondo tempo al posto di Leopoldo Luque: la partita finì 5-1 per la Selección[68][70]. Il suo primo gol arriverà solo dopo i Mondiali, in una amichevole giocata all'Hampden Park contro la Scozia, il 2 giugno 1979[71].

Diventato capocannoniere del campionato argentino[26], sembrò destinato a far parte dei convocati per i Mondiali del 1978, ma non venne inserito nella rosa della Selección (che divenne Campione del Mondo per la prima volta nella sua storia) in quanto Menotti lo ritenne troppo giovane per affrontare un torneo di vitale importanza per l'Argentina, sia dal punto di vista sportivo che politico (i campionati del mondo dovevano costituire per il regime militare golpista presieduto da Videla l'occasione di rivalutazione dell'immagine internazionale della Nazione). L'esclusione di Maradona era anche dovuta alla presenza di diversi altri giocatori nel suo stesso ruolo come Villa, Alonso, Valencia e Bochini: non potendo rinunciare a nessuno di questi per vari motivi, probabilmente Menotti lasciò fuori il più giovane e meno esperto in campo internazionale[72].

Subito dopo la vittoria mondiale, Maradona divenne titolare della Nazionale e giocò importanti partite che riscattarono la sua mancata convocazione. Tra queste, un'amichevole fra Argentina e Resto del Mondo allo stadio Monumental di Buenos Aires, il 25 giugno 1979: la partita finì 2-1 per gli avversari, ma con l'unico gol degli argentini segnato da Maradona[30].

Spagna 1982: il primo campionato del mondo

Nel primo turno a gironi, l'Argentina, campione uscente, perse l'incontro d'esordio del campionato del mondo 1982 per 1-0 contro il Belgio. Due vittorie contro l'Ungheria (4-1 con due goal di Maradona) e contro il debole El Salvador diedero ai sudamericani l'accesso alla seconda fase, in un gruppo che comprendeva Brasile e Italia, destinata a succedere agli argentini nella conquista della Coppa del Mondo.

L'incontro con gli italiani fu perso dagli argentini per 1-2, e Maradona soffrì la marcatura particolarmente attenta e aggressiva di Claudio Gentile. Contro i brasiliani la sconfitta fu più pesante: 1-3. Complessivamente Maradona ebbe cinque presenze e fece due gol, più un'espulsione contro il Brasile all'85°, per fallaccio di reazione su João Batista da Silva, con cui concluse senza gloria il suo primo mondiale.

Messico 1986: Argentina campione
File:Manodedios.jpg
Un murales de "la mano de Dios" ad Helsinki, Finlandia

Il culmine della carriera di Maradona fu senza dubbio la vittoria nel campionato del mondo 1986 in Messico, al termine di un torneo nel quale fu, nel bene e nel male, il protagonista: nel bene, per i suoi cinque gol e cinque assist nelle sette partite giocate nel torneo (tutte vinte, tranne l'1-1 contro l'Italia nella prima fase a gironi) e per il gol nei quarti di finale segnato contro l'Inghilterra, dopo aver dribblato tutti gli avversari che provarono ad ostacolarlo nella sua corsa dalla linea di centrocampo alla porta difesa da Peter Shilton. Nel male, per le polemiche seguite al celeberrimo gol di mano nella stessa partita contro l'Inghilterra che ruppe l'equilibrio dell'incontro e fu erroneamente convalidato dall'arbitro tunisino Ali Bennaceur. Maradona rivendicò la legittimità di quel gol come atto di giustizia a seguito della Guerra delle Falkland del 1982 (a segnare, secondo Maradona, fu la Mano de Dios), ma in effetti l'unico risultato pratico che ebbe fu quello di indurre la FIFA a escludere di fatto gli arbitri provenienti da federazioni "calcisticamente ancora in via di sviluppo" dalle fasi finali ad eliminazione diretta.

Indipendentemente da ciò, la segnatura al termine di quello slalom (che fu quella del provvisorio 2-0, alla fine l'Argentina vinse per 2-1) risultò essere il Gol del Secolo (noto altresì come il Più grande gol nella storia della Coppa del Mondo FIFA) secondo un sondaggio indetto dalla FIFA nel 2002[73].

Due gol al Belgio in semifinale valsero la finale contro la Germania Ovest. Ai goal argentini di Brown e Valdano risposero quasi in finale di partita Rummenigge e Völler, ma quando la gara stava per avviarsi ai tempi supplementari, Maradona pescò un corridoio sulla destra per Burruchaga, che batté Toni Schumacher per il 3-2 che diede all'Argentina il suo secondo titolo mondiale, il primo e unico di Maradona.

Italia 1990: la grande delusione

Maradona capitanò l'Argentina anche nei Campionati del Mondo 1990, svoltisi in Italia. Un infortunio alla caviglia pregiudicò le sue prestazioni, ma comunque fu uno dei protagonisti dei Mondiali.

Negli ottavi di finale contro il Brasile, Maradona fu autore dell'assist a Claudio Caniggia per il gol vincente. Nei quarti di finale l'Argentina affrontò la Jugoslavia che superò ai rigori nonostante l'errore di Maradona (e di Troglio).

Si giunse così alla partita successiva contro l'Italia, padrona di casa, e per giunta nella "tana" di Maradona, quello Stadio San Paolo da lui amato. La gara, soffertissima dagli azzurri, si risolse anch'essa ai rigori dopo un 1-1; questa volta Maradona segnò un tiro dal dischetto e l'Argentina si qualificò per la finale.

Nella gara decisiva, a Roma, l'Argentina perse contro la Germania per 1-0 con un rigore segnato da Andreas Brehme all'85° minuto a seguito di un fallo assai dubbio di Burruchaga su Rudolph Voeller. In quest'occasione, Maradona si rese protagonista di due episodi extra-calcistici. Prima della partita, il pubblico dell'Olimpico fischiò l'intera esecuzione dell'inno nazionale argentino e Maradona, ripreso dalle telecamere, rispose con il famigerato "hijos de puta" rivolto al pubblico. Dopo la gara, in lacrime per la finale persa, accusò l'arbitro e la FIFA di aver fatto perdere la gara ai sudamericani.

USA 1994: l'ultimo Mondiale

Ai Mondiali, iniziati a metà giugno, l'Argentina vinse 4-0 la prima partita a Boston contro la Grecia, in cui Maradona realizzò lo splendido 3° gol, dopo il quale esultò col famoso urlo ripreso in primo piano dalla telecamera di bordocampo. Gli argentini vinsero (2-1) anche la seconda partita contro la Nigeria.

L'Argentina e Maradona sembravano inarrestabili quando, ancora una volta, l'esito positivo di un controllo antidoping fermò la carriera di Maradona, che fu trovato positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. La FIFA lo espulse dal campionato e l'Argentina fu eliminata agli ottavi contro la Romania di Gheorghe Hagi.

Maradona si è sempre difeso affermando che la positività al test era dovuta all'ingerimento di una bevanda energetica, la Ripped Fuel, datagli dal suo allenatore personale in sostituzione della Ripped Fast, che in Argentina usava regolarmente e che era permessa dalla FIFA, a differenza della versione statunitense della bevanda, la Ripped Fuel appunto, che, all'insaputa dell'allenatore, disse, conteneva invece efedrina. Maradona accusò pesantemente i vertici della FIFA di averlo voluto far fuori servendosi di un pretesto quale quello dell'efedrina.

Come allenatore

Club

Maradona provò anche a lavorare come allenatore in due brevi periodi, guidando il Deportivo Mandiyú di Corrientes (1993) e il Racing Club Avellaneda (1995), ma senza molto successo.

Alla guida della Nazionale argentina

Il 28 ottobre 2008 viene nominato nuovo CT dell'Argentina, dandone l'annuncio di persona, in sostituzione del dimissionario Alfio Basile. Come suoi collaboratori vengono nominati Carlos Bilardo, tecnico dell'albiceleste ai Mondiali 1986, e Pedro Troglio, ex giocatore di Lazio, Verona e Ascoli. La prima partita della sua gestione è stata giocata il 19 novembre del 2008 a Glasgow contro la Scozia e vinta per 1-0. Il 1 aprile 2009 l'Argentina subisce però la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazioni mondiali, crollando 6-1 con la Bolivia, penultima in classifica.

Nonostante le difficoltà incontrate nella strada verso la qualificazione a Sudafrica 2010, la Nazionale riesce a guadagnare la qualificazione per il torneo all'ultima giornata del girone battendo l'Uruguay a Montevideo il 14 ottobre 2009[74].

Vita

Figlio di Diego, detto Chitoro, e Dalma Salvadora Franco, detta la Tota, Diego Armando nacque il 30 ottobre 1960 nel Policlínico Evita di Lanús, un comune della provincia di Buenos Aires. Crebbe a Villa Fiorito - una villa miseria situata a sud della Grande Buenos Aires - in una famiglia trasferitasi da Corrientes. Maradona era il quinto di otto fratelli: oltre a lui la famiglia era composta dalle sorelle maggiori Ana, Rita (Kity), Elsa (Lili) e María Rosa (Mary), dai due fratelli minori, Hugo detto "El Turco" e Raul detto "Lalo" (entrambi divenuti poi calciatori professionisti) e dalla sorella minore Claudia (Cali). Sposò Claudia Villafañe il 7 novembre 1989, a Buenos Aires, dopo la nascita delle loro figlie, Dalma Nerea (nata nel 1987) e Gianinna Dinorah (nata nel 1989). Nella sua autobiografia Maradona ha ammesso che non è sempre stato fedele a Claudia, benché la definisca "l'amore della sua vita". I due sono stati visti insieme in diverse occasioni, come ad esempio durante la Coppa del Mondo 2006. Durante le fasi di divorzio da Claudia, Maradona ammise di essere il padre di Diego Maradona jr., nato nel 1986 a Napoli in seguito ad un suo rapporto con Cristiana Sinagra.

Dopo il divorzio, Claudia intraprese la carriera di produttore di teatro, mentre Dalma, aspirando a diventare attrice vorrebbe frequentare l'Actor's Studio di Los Angeles. L'altra figlia Gianinna, invece, è legata sentimentalmente al giocatore dell'Atletico Madrid Sergio Agüero, da cui ha avuto un figlio, Benjamin.

Dopo il ritiro

 
Maradona nel giugno 2006
 
Maradona in un'intervista sui Mondiali 2006

Nel 2000 Maradona pubblicò la sua autobiografia, intitolata Yo Soy El Diego (Io sono il Diego), che in Argentina divenne subito un bestseller.

Nel 2001 l'Asociación del Fútbol Argentino (AFA) chiese alla FIFA l'autorizzazione di ritirare la maglia numero 10 dell'Argentina in onore di Maradona, ma la FIFA respinse la richiesta.

Il 26 dicembre 2003, l'Argentinos Juniors rinominò il suo stadio Stadio Diego Armando Maradona, in onore al campione argentino.

Il 27 aprile 2005 fu nominato direttore sportivo del Boca Juniors.

Il 9 giugno 2005, in occasione dell'addio al calcio di Ciro Ferrara a Napoli, Maradona, dopo quattordici anni di assenza, fece ritorno nella città partenopea, dove il pubblico del San Paolo, anche a distanza di anni, gli riservò un'accoglienza di eccezionale calore ed entusiasmo.

Il 22 giugno 2005 Maradona tornò al Boca Juniors come vicepresidente, dopo una deludente stagione del Boca, coincisa con il centenario della squadra. Il contratto iniziò il 1 agosto 2005 e tra le sue prime decisioni assunse Alfio Basile come nuovo allenatore. Nel 2005 il Boca vinse i titoli: Apertura, Clausura, la Copa Sudamericana, la Copa Libertadores e la Recopa Sudamericana.

Il 15 agosto 2005 debuttò come conduttore del programma televisivo argentino La Noche del 10 che fu molto seguito. In una puntata ospitò ed intervistò Pelè, il calciatore che gli contende la palma di miglior giocatore di ogni tempo. Altri ospiti furono Zidane, Ronaldo, Hernán Crespo, Fidel Castro e Mike Tyson. Inoltre, durante una puntata incentrata sul tema dei talenti calcistici più promettenti dell'Argentina, tra i vari Messi e Agüero, spuntava anche l'attuale stella del Napoli Lavezzi, che in quel periodo giocava nel San Lorenzo.

Il 6 giugno 2006, in occasione della manifestazione di beneficenza "Giugliano Cuore", nell'omonima cittadina a nord di Napoli, fu coinvolto in una spiacevole situazione: fermato e accompagnato in caserma dalla Guardia di Finanza, gli furono pignorati due Rolex d'oro a seguito di un suo vecchio contenzioso con il fisco italiano (risultava infatti evasore fiscale per circa 31 milioni di euro)[75].

Il 26 agosto 2006 abbandonò la carica di vicepresidente del Boca per disaccordi con l'AFA, che scelse Basile come nuovo allenatore della Nazionale argentina.

Nel 2006, in occasione degli ottanta anni del Napoli Calcio, gli fu consegnato da Gennaro Montuori, detto "Palummella", il Pallone d'Oro come miglior giocatore della storia partenopea. L'ambito premio gli è stato assegnato in seguito ad un sondaggio che ha visto partecipare tutti i tifosi napoletani. Il Boca Juniors ha voluto inoltre onorare Maradona con un statua posta all'interno dello stadio Bombonera.

Nel luglio 2007, il narcotrafficante colombiano Hernando Gómez Bustamante, uno dei capi del Cartello 'Norte del Valle', poco prima di essere estradato oggi negli Stati Uniti, ha assicurato che, quand'era agli arresti a Cuba, dove è stato catturato nel 2004, ha dato 50.000 dollari a Diego Maradona affinché influisse sul governo de L'Avana per evitare che fosse deportato in patria.

Verso la fine del 2007 Maradona torna a far parlare di se come calciatore: sponsorizza e partecipa in prima persona, in Sudamerica, ad incontri amichevoli di Showbol tra ex stelle del calcio, che riscuotono un buon successo.

Nel gennaio del 2008 il quotidiano britannico The Sun ha annunciato che Maradona, dopo quasi ventidue anni, ha chiesto scusa agli inglesi per il goal di mano segnato durante i Mondiali del 1986. Notizia poi smentita dallo stesso Maradona che protestò per un errore di traduzione da parte del giornalista che lo aveva intervistato. Nello stesso mese Maradona ha donato la sua maglia numero 10 al leader iraniano Mahmud Ahmadinejad, scatenando le polemiche della comunità ebraica in Argentina.

Problemi di salute

Dopo il ritiro Maradona ha continuato ad avere problemi di salute: sin dagli anni '90 ha combattuto contro la tossicodipendenza, curandosi in cliniche svizzere e cubane. Tra il 2002 e il 2005, passò la maggior parte del tempo proprio a Cuba.

Il 18 aprile 2004 subì un infarto da overdose di cocaina e fu ricoverato in terapia intensiva in un ospedale a Buenos Aires. Numerosi fan si riunirono intorno alla clinica. Giorni dopo l'attacco di cuore, un'infermiera, sorpresa a fotografare Maradona con un telefono cellulare, fu licenziata. Gli fu staccato il respiratore il 23 aprile e rimase in terapia intensiva per alcuni giorni prima di essere dimesso, il 29 aprile. Ritornò a Cuba a maggio.

La vita sregolata di Maradona gli comportò anche gravi problemi di obesità, sin dalla fine della sua carriera calcistica. Il 6 marzo 2005, in una clinica di Cartagena (Colombia), gli è stato applicato un bypass gastrico che gli ha permesso di perdere peso. Il 29 marzo 2007 è stato nuovamente ricoverato all'ospedale Güemes di Buenos Aires a causa di un malore, dovuto ad un nuovo aumento di peso, ad un abuso di sigari cubani (da calciatore Maradona aveva sempre evitato di fumare) ma soprattutto all'eccessivo abuso di alcol. I giornalisti scrissero che Maradona rischia la fine dell'ex campione del Manchester United George Best se continua a bere alcol in quantità eccessive e rischia addiritura la cirrosi epatica poiché il suo fegato è stato distrutto in parte proprio dalla cocaina e dalle altre droghe di cui abusava. Il malore fu ritenuto dai medici "non preoccupante", ma ha costretto Maradona ad una degenza di una ventina giorni. Il suo medico personale, Alfredo Cahe, dichiarò: quello che mi preoccupa è il suo entourage, perché tutti quelli che gli si avvicinano lo fanno per approfittarsi di lui. E da quando ha cominciato con il cosiddetto showbol (il calcio al chiuso) mangia e beve in quantità eccessive[76].

Due giorni dopo essere stato dimesso (e dopo aver "ripudiato" il suo medico personale, "reo" di avergli consigliato di prolungare la degenza), Maradona avvertì un nuovo malore che lo costrinse ad un nuovo ricovero in una clinica privata.

Idee politiche

Durante gli anni '90 Maradona sostenne il presidente argentino Carlos Menem, neoliberista. Negli anni più recenti Maradona ha mostrato maggiore affinità con le ideologie di sinistra. È diventato amico di Fidel Castro nel periodo di convalescenza a Cuba. Ha un'immagine di Castro tatuata sulla gamba sinistra ed una di Che Guevara sul braccio destro.

 
Maradona incontra il presidente dell' Argentina Néstor Kirchner il 12 agosto 2004 a Buenos Aires

Nel 2005 si recò in Venezuela per incontrare il presidente Hugo Chávez, che lo ricevette a Miraflores. Dopo questo incontro Maradona affermò di essere andato in Venezuela per "incontrare un grande uomo", ma di avere invece "incontrato un gigante"[77].

Ha dichiarato più volte la sua avversione per l'imperialismo neoliberale, specie durante il Summit delle Americhe del 2005 a Mar del Plata dove protestò contro la presenza di George W. Bush in Argentina, vestendo una t-shirt con la scritta Stop Bush e riferendosi al presidente degli Stati Uniti come "immondizia umana"[78].

Collaboratori

Procuratori

Jorge Cyterszpiler, suo amico d'infanzia, fu il primo procuratore di Maradona. Cyterszpiler fondò la Maradona Producciones, che non ottenne grossi introiti col merchandising, poiché tutti i prodotti venivano velocemente imitati dai falsificatori. Su suo consiglio, Maradona iniziò a farsi pagare per le interviste, una mossa che generò alcune controversie. A Cyterszpiller successe Guillermo Coppola, un bancario che iniziò la carriera di procuratore sportivo come hobby e che si era affermato già nella metà degli anni ottanta. Coppola seguì i più importanti contratti della carriera di Maradona, ma fu anche coinvolto nello scandalo della droga dei primi anni novanta. Il rapporto tra Maradona e Coppola si concluse non serenamente: per entrambi la fine del loro rapporto è tutt'ora una "ferita aperta". Successivamente fu seguito da Marcos Franchi.

Preparatori tecnici

Lo storico preparatore atletico di Maradona su Fernando Signorini. Come massaggiatore e fisioterapista preferì Salvatore Carmando, conosciuto al Napoli. Carmando fu scelto da Maradona come massaggiatore anche al seguito della Nazionale di calcio dell'Argentina nel Mondiale del 1986 in Messico, quando si aggiudicò il titolo di Campione del mondo, e nel Mondiale del 1994 negli USA.

Statistiche

Carriera estesa

Campionato argentino
Squadra Metropolitano Nacional
P G P G
Argentinos Juniors 1976 - - 11 2
1977 37 13 12 6
1978 31 22* 4 4
1979 14 14* 12 12*
1980 32 25* 13 18*
Boca Juniors 1981 28 17 12 11
Squadra Anno Clausura Apertura
P G P G
Newell's Old Boys 1993 - - 5 0
Boca Juniors 1995 - - 11 3
1996 13 2 - -
1997¹ 1 0 5 2
Liga spagnola
Squadra Anno Campionato Copa del Rey C. delle Coppe Copa de la Liga
P G P G P G P G
FC Barcelona 1982/83 20 11 5 3 4 5 6 4
1983/84 16 11 4 1 3 3 - -
Sevilla FC 1992/93 26 4 3 3 - - - -
Serie A italiana
Squadra Anno Campionato Coppa Italia C. dei Campioni Coppa UEFA
P G P G P G P G
Napoli 1984/85 30 14 6 3 - - - -
1985/86 29 11 2 2 - - - -
1986/87 29 10 10 7 - - 2 0
1987/88 28 15* 9 6* 2 0 - -
1988/89 26 9 12 7 - - 12 3
1989/90 28 16 3 2 - - 5 0
1990/91² 18 6 3 2 4 2 - -
Nazionale argentina
Squadra Anno Coppa del Mondo Copa América Sudamericano Amichevoli
P G P G P G P G
Nazionale Juniores 1977 - - - - 3 0 2 1
1978 - - - - - - 5 4
1979 6 6 - - 5 1 3 1
Nazionale maggiore 1977 - - - - - - 3 0
1978 - - - - - - 1 0
1979 - - 1 0 - - 7 2
1980 - - - - - - 10 7
1981 - - - - - - 2 1
1982 5 2 - - - - 5 0
1985 6 4 - - - - 4 3
1986 7 5 - - - - 3 2
1987 - - 4 3 - - 2 1
1988 - - - - - - 3 1
1989 - - 6 0 - - 1 0
1990 7 0 - - - - 3 1
1993³ 2 0 - - - - 1 0
1994 2 1 - - - - 5 1

* Capocannoniere.
¹ Giocò anche una partita nella Supercopa Sudamericana contro il Colo-Colo.
² Giocò anche una partita nella Supercoppa Italiana.
³ Giocò anche nella Coppa Artemio Franchi.

Palmarès

Club

Competizioni nazionali

Boca Juniors: 1981
Barcellona: 1983
Barcellona: 1983
Barcellona: 1983
Napoli: 1986-87, 1989-90
Napoli: 1987
Napoli: 1990

Competizioni internazionali

Napoli: 1989

Nazionale

1979
1986

Individuale

1979, 1980
1986
1985
1986
  • Pallone d'oro alla carriera: 1
1995
  • "Olimpia de Oro" al Miglior calciatore argentino dell'anno: 2
1979, 1986
  • Miglior Calciatore sudamericano dell'anno: 2
1979, 1980
  • "Calciatore del Secolo" dalla FIFA:
2000 (con Pelé)
  • Miglior sportivo AFA del secolo in Argentina:
1999
2007
Coppa Italia 1987-1988 (8 gol)
  • Capocannoniere Serie A: 1
Serie A 1987-1988 (15 gol)

Curiosità

  • Con 30 rigori realizzati nel campionato italiano su 34 tentativi, detiene una delle migliori medie realizzative dal dischetto (88,24%)[79].
 
Diego Maradona durante il Soccer Aid del 27 maggio 2006
  • È stato l'unico giocatore del Napoli a vincere la classifica cannonieri della Serie A: vinse infatti nell'anno 1987/88 con 15 gol realizzati[80].
  • Il primo e l'ultimo gol di Maradona in Serie A sono stati entrambi segnati contro la Sampdoria ed entrambi su rigore.
  • Diego non è stato l'unico Maradona ad approdare nel campionato italiano: nella stagione 1987-1988 il fratello Hugo giocò una decina di partite con l'Ascoli, allora allenato da Ilario Castagner.
  • Nel maggio 2006 ha accettato di partecipare al Soccer Aid, un programma di sostegno all'Unicef[81]. Nello specifico, Maradona giocò nel Resto del Mondo contro l'Inghilterra il 27 Maggio 2006: segnò su calcio di rigore per la rappresentativa mondiale e la partita finì 2-1 per l'Inghilterra[82].
  • Alcuni fan hanno fondato nel 1998 la "Chiesa di Maradona". Il suo quarantatreesimo compleanno, nel 2003, rappresentò l'inizio dell'anno 43 d.D. - después de Diego (dopo Diego)[83].
File:Maradona-212369675 3c30adbbb4 o.jpg
L'altarino dedicato a Maradona, a Napoli
  • In una pubblicità televisiva della bibita brasiliana Guaraná Antarctica Maradona compariva come un membro della Nazionale di calcio brasiliana, indossando la divisa gialla e cantando l'inno nazionale brasiliano con Kaká e Ronaldo; poi Maradona si svegliava, realizzando di aver vissuto un incubo provocatogli dall'abuso di Guaraná Antarctica[84]. Lo spot generò molte polemiche nei mass media argentini, sebbene fosse stato trasmesso solo in Brasile; i fan ne vennero a conoscenza tramite YouTube[85].
  • A Napoli è presente l'"altarino di Maradona", una piccola edicola dedicata al famoso calciatore. Si trova in via San Biagio dei Librai di fronte al Largo Corpo di Napoli, poco dopo la statua al dio Nilo. L'altarino contiene una foto di Maradona e, in una teca, un suo capello.
  • Il suo bisnonno materno, Matteo Carioli, nacque a Curzola, Dalmazia (ora in Croazia, ai tempi parte dell'impero Austro-Ungarico) ed emigrò in Argentina, dove nacque Salvadora, la nonna di Diego. Salvadora chiamò sua figlia Dalma per via dell'origine dalmata, e, a sua volta, Maradona ha chiamato Dalma la sua figlia maggiore.
  • Ai tempi della militanza nell'Argentinos Juniors, fu preso di mira dallo storico portiere del Boca Juniors, Hugo Gatti. Prima di una partita, il portiere cercò di intimorire il giovane e non ancora celebre Maradona, dicendogli che col suo fisico non avrebbe mai potuto giocare al calcio. Come promessogli, Maradona gli segnò ben quattro gol: il primo su rigore, il secondo con una velenosa punizione battuta quasi dalla linea di fondo, il terzo con un tocco morbido di sinistro e il quarto con una punizione dal limite[86].
  • L'11 maggio 1991 fu celebrato a Napoli un convegno in onore di Maradona, intitolato Te Diegum al quale presero parte molti intellettuali tifosi della squadra azzurra. Il report di questa esperienza (oltre che della sua preparazione) è riportato in un libro omonimo, pubblicato nello stesso anno.

Note

  1. ^ Arrigo Sacchi, su it.wikiquote.org, Wikiquote. URL consultato il 02-11-09.
  2. ^ Maradona nuovo ct dell'Argentina, su corrieredellosport.it, CorriereDelloSport.it, 27-10-2008. URL consultato il 02-11-2009.
  3. ^ (EN) Maradona International Appearances, su rsssf.com, Rsssf.com. URL consultato il 02-11-2009.
  4. ^ (EN) Statistiche della Nazionale argentina, su rsssf.com, Rsssf.com.
  5. ^ Maradona come Pelè, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 11-12-2000. URL consultato il 02-11-2009. Maradona è stato eletto da un sondaggio popolare su Internet, Pelè da una giuria specialistica nominata dalla FIFA.
  6. ^ (EN) Pelè and Maradona win Fifa century award, su sportsillustrated.cnn.com, Sports Illustrated, 11-12-2000. URL consultato il 02-11-2009.
  7. ^ (EN) World Soccer Awards, su worldsoccer.com, WorldSoccer.com. URL consultato il 02-11-2009.
  8. ^ (EN) World Soccer's Players of the Century, su englandfootballonline.com, EnglandFootballOnline.com. URL consultato il 02-11-2009.
  9. ^ (EN) FIFA 100, su news.bbc.co.uk, Bbc.co.uk. URL consultato il 02-11-2009.
  10. ^ Diego Armando Maradona, su biografieonline.it, BiografieOnline.it. URL consultato l'08-11-2009.
  11. ^ (EN) 100 greatest ever footballers, su soccernet.espn.go.com, Soccernet.Espn.go.com, 07-11-2007. URL consultato il 09-11-2009.
  12. ^ a b c d La Favola di Maradona - 1^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 05-11-2009.
  13. ^ Maradona, pag.9
  14. ^ a b c d (ES) Glorias - Maradona, su argentinosjuniors.com.ar, ArgentinosJuniors.com.ar. URL consultato il 05-11-2009.
  15. ^ a b c (ES) Storia - Cebollitas, su diegomaradona.com, DiegoMaradona.com. URL consultato il 02-11-2009.
  16. ^ Maradona, pag.13 - Frase originale: "No llores, hermano, si vos vas a ser el mejor jugador del mundo."
  17. ^ La Favola di Maradona - 2^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato l'08-11-2009.
  18. ^ Maradona, pagg.12-13
  19. ^ La Favola di Maradona - 3^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato l'08-11-2009.
  20. ^ Maradona, pag.12
  21. ^ Maradona, pag.13
  22. ^ a b c d e f (ES) Storia - Argentinos Juniors, su diegomaradona.com, DiegoMaradona.com. URL consultato il 02-11-2009.
  23. ^ a b c La Favola di Maradona - 4^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato l'08-11-2009.
  24. ^ Maradona, pag.15
  25. ^ Maradona, pag.15
  26. ^ a b c d e f (EN) Cannonieri del campionato argentino, su rsssf.com, Rsssf.com. URL consultato l'08-11-2009.
  27. ^ (EN) Campionati dal 1971 al 1980, su rsssf.com, Rsssf.com. URL consultato l'08-11-2009.
  28. ^ (EN) South American Player of the Year, su rsssf.com, Rsssf.com. URL consultato il 05-11-2009.
  29. ^ Levinsky, p.31
  30. ^ a b c La favola di Maradona - 5^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 06-11-2009. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "favolamaradona5" è stato definito più volte con contenuti diversi
  31. ^ Levinsky, p.31
  32. ^ Levinsky, p.33
  33. ^ a b c La favola di Maradona - 6^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 06-11-2009.
  34. ^ Levinsky, p.34
  35. ^ a b c d e La Favola di Maradona - 7^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 07-11-2009.
  36. ^ (EN) Campionato Argentino 1981, su rsssf.com, Rsssf.com. URL consultato il 07-11-2009.
  37. ^ a b c d e f La Favola di Maradona - 8^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 07-11-2009.
  38. ^ Levinsky, pag.39
  39. ^ Levinsky, pag.36
  40. ^ Levinsky, pag.35
  41. ^ Levinsky, pag.35
  42. ^ Levinsky, pag.39
  43. ^ Levinsky, pagg.39-40
  44. ^ Levinsky, pag.40
  45. ^ Levinsky, pag.43
  46. ^ a b c d La Favola di Maradona - 10^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 09-11-2009.
  47. ^ Levinsky, pag.43
  48. ^ (ES) Storia - Barcellona, su diegomaradona.com, DiegoMaradona.com. URL consultato il 09-11-2009.
  49. ^ Maradona, pag.42
  50. ^ (EN) Season 1982-83, su bdfutbol.com, BDFutbol.com. URL consultato il 10-11-2009.
  51. ^ a b c d e f (ES) Statistiche - Barcellona, su diegomaradona.com, DiegoMaradona.com. URL consultato il 10-11-2009.
  52. ^ (EN) Football's 50 greatest hard men, su timesonline.co.uk, Times.co.uk, 07-08-2007. URL consultato l'11-09-2009.
  53. ^ Levinsky, pag.45
  54. ^ a b c d La Favola di Maradona - 11^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato l'11-11-2009. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "favolamaradona11" è stato definito più volte con contenuti diversi
  55. ^ Levinsky, pag.44
  56. ^ Levinsky, pag.44-45
  57. ^ Maradona, pag.46
  58. ^ Levinsky, pag.45
  59. ^ Maradona, pag.46
  60. ^ (EN) Season 1983-84, su bdfutbol.com, BDFutbol.com. URL consultato l'11-11-2009.
  61. ^ Levinsky, pag.44
  62. ^ Maradona, pag.43
  63. ^ Levinsky, pag.47
  64. ^ Levinsky, pag.48
  65. ^ Maradona, pag.48-49
  66. ^ Levinsky, pag.49
  67. ^ La favola di Maradona - 77^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 04-11-2009.
  68. ^ a b (ES) Storia - Nazionale Argentina, su diegomaradona.com, DiegoMaradona.com. URL consultato il 04-11-2009.
  69. ^ (EN) FIFA World Youth Championship Japan 1979, su fifa.com, Fifa.com. URL consultato il 05-11-2009.
  70. ^ La nuova vita di Diego, su archiviostorico.corriere.it, Corriere.it, 20-11-2008. URL consultato il 05-11-2009.
  71. ^ Maradona, pag.24
  72. ^ Maradona, pag.19
  73. ^ (EN) Maradona's strike is goal of century, su newslinks.rediff.com, Rediff Sports.com, 30-05-2002. URL consultato il 02-11-2009.
  74. ^ L'Argentina batte l'Uruguay e si qualifica, su rainews24.it, RaiNews24.it, 15-10-2009. URL consultato il 02-11-2009.
  75. ^ La Gdf sequestra due orologi a Maradona, su repubblica.it, Repubblica.it. URL consultato il 02-11-2009.
  76. ^ Diego era depresso e beveva, su gazzetta.it, Gazzetta.it, 29-03-2007. URL consultato il 02-11-2009.
  77. ^ (ES) Maradona, “enamorado” de Chávez, su lanacion.com.ar, LaNacion.com, 31-03-2005. URL consultato il 02-11-2009.
  78. ^ Chavez e Maradona alla guida della massiccia campagna contro Bush, su znet-it.org, Znet-it.org, 07-11-2005. URL consultato il 02-11-2009.
  79. ^ Gli errori furono:
  80. ^ Statistiche del Campionato Italiano 1987/88, su rsssf.com, Rsssf.com. URL consultato il 04-11-2009.
  81. ^ (EN) Soccer Aid for Unicef, su unicef.org, Unicef.org, 05-06-2006. URL consultato il 02-11-2009.
  82. ^ (EN) Maradona scores but England win UNICEF match, su fifa.com, Fifa.com. URL consultato il 02-11-2009.
  83. ^ Maradona ha addirittura una chiesa, su tgcom.mediaset.it, Tgcom.it. URL consultato il 02-11-2009.
  84. ^ (ES) Video dello spot, su guaranaantarctica.com.br, GuaranaAntarctica.com.br. URL consultato il 02-11-2009.
  85. ^ Maradona, l'incubo Seleçao, su gazzetta.it, Gazzetta.it, 24-04-2006. URL consultato il 02-11-2009.
  86. ^ La favola di Maradona - 13^ puntata, su napoli.com, Napoli.com. URL consultato il 04-11-2009.

Bibliografia

Filmografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


Template:Nazionale argentina copa america 1979 Template:Nazionale argentina mondiali 1982 Template:Nazionale argentina mondiali 1986 Template:Nazionale argentina copa america 1987 Template:Nazionale argentina copa america 1989 Template:Nazionale argentina mondiali 1990 Template:Nazionale argentina mondiali 1994

Template:Link AdQ