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Disambiguazione – Se stai cercando lo stato sull'isola di Taiwan, vedi Repubblica di Cina.

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Cina
Cina - Localizzazione
Cina - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Popolare Cinese
Nome ufficiale中华人民共和国
(cinese semplificato)
中華人民共和國
(cinese tradizionale)
Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó
(pinyin)
Lingue ufficialicinese mandarino
CapitalePechino
Politica
Forma di governoStato socialista
Capo di StatoHu Jintao
Capo di GovernoWen Jiabao
Indipendenza1º ottobre 1949 dalla Repubblica di Nanchino
Ingresso nell'ONU25 ottobre 1971[1]
Superficie
Totale9.596.960 km² (3/4º)
% delle acque2,82%
Popolazione
Totale1.330.503.015 ab. (2008) ()
Densità137 ab./km² (54º)
Nome degli abitanticinesi
Geografia
ContinenteAsia
Fuso orarioUTC +8
Economia
ValutaRenminbi
PIL (nominale)7,916,429 milioni di $ (2008) ()
PIL pro capite (nominale)7,198 $ (2005) (87º)
ISU (2005)0,777 (medio) (81º)
Varie
Codici ISO 3166CN, CHN, 156
TLD.cn
Prefisso tel.+86
Sigla autom.CN
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleLa Marcia dei Volontari
Festa nazionale1 ottobre
Cina - Mappa
Cina - Mappa

La Repubblica Popolare Cinese (Template:Zh-t, 中华人民共和国S, Template:Zh-p), anche nota più semplicemente come Cina (Template:Zh-t, 中国S, Template:Zh-p, letteralmente «Paese di Mezzo»), è un Paese dell'Asia, il più popoloso del mondo. La sua capitale è Pechino. Essa è membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui è Paese fondatore e del cui Consiglio di sicurezza è membro permanente con diritto di veto.

La superficie della Cina è di 9.671.018 km², che ne fanno lo Stato più esteso dell'Asia orientale: la popolazione è di 1.306.313.813, pari a circa il 20% della popolazione mondiale.

Si tratta di una Repubblica socialista governato dall’unico sistema di partiti Partito comunista cinese, ha una giurisdizione su 22 province, 5 regioni autonome, 4 comuni, e 2 regioni amministrative speciali.

La Cina confina con 14 Paesi: a nord con Russia e Mongolia; a est con la Corea del Nord; a sud con Vietnam, Birmania, Laos, Bhutan e Nepal; a ovest con India, Pakistan, Kazakistan, Tagikistan, Afghanistan e Kirghizistan. Si affaccia inoltre a est sul Mar Giallo e sul Mar Cinese Orientale e sud-est sul Mar Cinese Meridionale.

Dal 1º ottobre del 1949 la Cina ha un sistema di governo socialista e non va confusa con la Repubblica di Cina, più nota come Taiwan: entrambe le entità statuali rivendicano sovranità territoriale sull'intero territorio della Cina e delle sue isole, benché a livello internazionale l'entità che riceve il maggior riconoscimento è la Repubblica Popolare Cinese.

Appartengono alla Repubblica Popolare Cinese anche le città di Hong Kong[2] e di Macao[3], che fino alla fine del XX secolo erano le ultime colonie in terra d'Asia rispettivamente di Regno unito e Portogallo.

L’importanza della Cina nel ventunesimo secolo [4][5] si riflette in virtù del suo ruolo come la seconda potenza economica per PPP (la terza per grandezza del PIL nominale); inoltre è membro fondatore delle Nazioni Unite (è uno dei cinque membri permanenti con il diritto di veto), aderisce al Shanghai Cooperation Organisation (SCO), e fa parte del OMC, dell'APEC, dell’ASEAN e del G20. Con l’introduzione della riforma economica basata sul capitalismo, nel 1978 la Cina è diventata il paese con lo sviluppo economico più veloce al mondo, (secondo maggiore esportatore e il terzo più grande importatore di merci)[6]. Molti studiosi hanno definito la Cina come la nuova superpotenza militare emergente; già nel 1964 riesce a sviluppare i suoi armamenti nucleari e mantiene dalla fine della Seconda guerra mondiale l’esercito di terra più grande al mondo (Esercito di Liberazione Popolare), il suo budget per la difesa (con un aumento annuale più 10%) è secondo solo a quello degli USA. La rapida industrializzazione ha ridotto il suo tasso di povertà dal 53% nel 1981 all'8% nel 2001.[7] Tuttavia, la Repubblica popolare cinese è ora di fronte a una serie di altri problemi, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione a causa della politica del figlio unico[8], un ampliamento urbano-rurale, uno squilibrio economico tra regione costiere e interne, e il degrado ambientale.[9][10]

La Cina rivendica l'isola di Taiwan al governo di Taipei, le isole Ryukyu al Giappone, la provincia dell'Arunāchal Pradesh all'India e le isole Paracel [11].

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Cina.
 
Una delle statue che fa parte dell'esercito di terracotta, a Xi'An

La Cina è stata abitata dall'uomo fin da tempi antichissimi: i resti umani ritrovati e classificati come specie ominide a sé (Sinanthropus pekinensis o uomo di Pechino) risalgono a circa 500.000 anni fa. La società cinese passò da matriarcale (10.000 anni fa) a patriarcale (5.000 a. C.) sviluppando l'agricoltura e l'artigianato. Di questo periodo non abbiamo fonti storiche al di fuori di miti e leggende tramandate oralmente: le tre grandi figure di questi miti sono Huang Di, l'Imperatore Giallo, il primo a unificare la Cina, Lei Zu, sua moglie, che introdusse il baco da seta, e Yu il Grande[12] (2205-2197 a.C.) che introdusse l'uso delle armi di bronzo e la dinastia Xia, la prima della storia nazionale. Successivamente ci fu l’epoca dei regni combattenti conclusa con l’unificazione di tutta la Cina nel 221 a.C. con la fondazione della dinastia Qin. Da qui in poi la storia cinese si identifica con l'impero Han, seguito da varie dinastie ufficiali, fino allo scoppio della Guerra dell'oppio fra Cina e Inghilterra, aprendo il periodo delle concessioni agli stranieri.

Dopo un secolo di rivolte e turbolenze, sedate con l'aiuto di potenze europee e del Giappone, l’autorità imperiale si indebolì sempre di più e nel dicembre 1911, a Nanchino viene proclamata la Repubblica, ponendo fine al Celeste Impero.

Due guerre civili fra nazionalisti e comunisti (1927-1937 e 1945-1949) e l'invasione giapponese (1937-1945) termineranno con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese di Mao Zedong il 1º ottobre 1949.

Nella seconda metà del Novecento, si afferma una linea economica che inizialmente segue il modello sovietico e poi tenta un percorso alternativo che porterà al disastro del Grande balzo in avanti. La terribile carestia, la repressione, i lavori forzati e la Rivoluzione Culturale in cui furono protagoniste le Guardie Rosse, provocheranno decine di milioni di morti.

Dopo le diverse carestie nel Paese, gli scontri politici interni del Partito, si afferma Deng Xiaoping, che riorganizza l'economia cinese, favorendo il riconoscimento costituzionale della proprietà privata e l'apertura del mercato ad investimenti esteri.

Le proteste di Tien An Men, non fermano la politica del Partito Comunista, che dopo il ritorno di Hong Kong e Macao, porta l'economia cinese ai primi posti del globo.

La prima unificazione

La prima dinastia di imperatori cinesi è la dinastia Xia, fondata dal Grande Yu che lasciò il trono al figlio Qin e ai suoi discendenti, nel 2200 a.C.: l'ultimo Xia fu Jie, che venne detronizzato dai fondatori della successiva dinastia Shang nel 1766 a.C. Durante quest'ultima nascono i primi pittogrammi, incisioni su dorsi di tartaruga a scopo augurale e divinatorio, che in seguito divennero gli ideogrammi della scrittura cinese: questa venne poi codificata durante il regno della dinastia successiva, gli Zhou, che regnarono dal 1122 a.C. al 770 a.C. In questo periodo il regno è sempre più diviso e iniziano le prime lotte fra province, che si accentua durante il periodo Chunqiu (Primavere e Autunni) 770-476 a.C., che segna l'ingresso della cina nell'età del Ferro: in questo periodo nasce e insegna Confucio. Alla fine la litigiosità dei principi locali smembra il regno degli Zhou e si apre il periodo dei Regni Combattenti, in cui la Cina è frammentata in una decina di regni in perenne lotta fra di loro. In realtà, anche se queste dinastie sono incluse tra quelle imperiali, fino al 221 a.C. l'Impero Cinese propriamente detto non esiste, poiché questi regni non estendono il loro controllo se non che su una parte della Cina. Inoltre i poteri locali sono ancora molto forti e l'economia è basata sulla schiavitù, un po' come succede nell'Impero Romano. Sarà lo stesso primo imperatore della dinastia Qin ( in cinese 秦始皇帝 ) che unificherà la Cina a inventare un nuovo titolo, Huangdi, per designare una forma più alta di autorità e potere: quello dell'Imperatore di tutta la Cina.

La Cina nel periodo dell'impero

 
La Grande Muraglia Cinese, lunga 6.350 km, che doveva servire a contenere le incursioni dei popoli confinanti, in particolare dei Mongoli. Eretta a partire dal III secolo a.C., venne modificata in epoche successive.
 
Il Palazzo d'Estate a Pechino, con il lago Kunming utilizzato come pista da pattinaggio; oggi il complesso fa parte di un parco, uno dei più belli della capitale cinese

Nel 221 a.c. Ying Zheng, re dello stato di Qin, nell'odierna provincia dello Shaanxi, unifica definitivamente la Cina e nominandosi Qin Shihuangdi, cioè "primo augusto imperatore di Qin", fonda la prima dinastia imperiale moderna, la dinastia Qin, che dura solamente undici anni. In questo periodo inizia la costruzione della Grande Muraglia, vengono unificate le unità di misura e la lunghezza dell'asse dei carri. Viene codificata per la prima volta la scrittura cinese, ad opera del primo ministro Li Si, che pubblica il primo catalogo ufficiale con 3.300 caratteri.

Dopo un periodo di turbolenza seguito alla caduta dei Qin, si consolida il potere della dinastia Han, che regna per circa quattro secoli, fino al 220 d.C.: sotto la dinastia Han si apre la via della seta e inizia il commercio con le province romane d'oriente. L'impero comincia ad espandersi nell'Asia continentale, mentre il confucianesimo si afferma come ideologia della classe dirigente cinese. Viene inventata la carta, nel 105 a.C. Al cadere della dinastia Han, l'impero si spezza di nuovo in tre stati (periodo dei Tre Regni, 220-265): regno Wei a nord, regno Shu nell'attuale provincia del Sichuan e il regno Wu a sud. la divisione è favorita dall'introduzione del Buddismo.

Segue la dinastia Jin denominata "occidentale" nel periodo tra il 265 e il 316, durante la quale si verifica una riunificazione per un breve periodo, e "orientale" nel periodo tra il 317 e il 420 che vede Nanchino come capitale; dal 420 al 589 circa la Cina resta divisa tra le dinastie del Nord e del Sud, una nuova riunificazione avviene sotto la Dinastia Sui 581- 618 durante la quale la capitale diventa Xi'an; succede la Dinastia Tang dal 618 al 907, uno dei periodi di massima fioritura della cultura cinese, mentre il periodo dal 907 al 960, detto "delle Cinque Dinastie e Dieci Regni", porta alla Dinastia Song dal 960 al 1279. Tra il periodo Tang e quello Song viene inventata la polvere da sparo, la stampa e la bussola.

Il periodo successivo è segnato dall'invasione dei Mongoli sotto la guida di Gengis Khan e dei suoi discendenti, i quali liquidano la dinastia Song e fondano con Kublai Khan la dinastia Yuan dal 1279 al 1366, all'inizio della quale risalgono i viaggi di Marco Polo in Cina. Inizialmente la Cina fa parte dello sterminato Impero Mongolo e Kublai Khan era al tempo stesso sovrano di entrambe le entità territoriali; con la frammentazione dei vari Khanati, la dinastia Yuan si limita a governare la Cina. Il dominio mongolo è caratterizzato da una grave crisi demografica e gli invasori faticano a integrarsi con i vinti fino a che una rivolta popolare porta alla cacciata dei Mongoli ed alla fondazione di una nuova dinastia nazionale, la dinastia Ming dal 1368 al 1644. Sotto i Ming la Cina nel XV secolo costruisce in tre anni 1681 navi di cui molte oceaniche, cosa all'epoca impossibile in Europa, tanto che si può definire sicuramente la superpotenza mondiale di quest'epoca. Successivamente per una profonda crisi politica e d'identità, dovuta in parte alle pressioni dei mongoli e dei tartari a causa delle quali la Cina dovette impiegare le sue forze nella difesa dei confini sottraendole all'espansionismo marittimo, nel 1525 fu dato ordine all'esercito di distruggere qualsiasi vascello oceanico cinese che fosse stato trovato lungo le coste; tale decisione fu la premessa del declino l'impero cinese.

In seguito alla crisi dei Ming, i Manciù invadono la Cina e la conquistano fondando la dinastia Qing, rimasta al potere dal 1644 al 1911, la quale porta l'Impero alla massima estensione territoriale ma lentamente verso la crisi irreversibile dell'impero. Ad aggravare la crisi è il movimento Taiping, una guerra civile che l'impero riuscì a reprimere solo grazie all'aiuto delle potenze europee. Le potenze europee non aiutarono il movimento Taiping pur avendo gli stessi radici religiose cristiane, in quanto il movimento non consentiva la vendita dell'oppio. Una guerra che ha causato oltre 20 milioni di morti. Successivamente particolare dell'Inghilterra, la quale scatena le Guerre dell'oppio. Interi territori finiscono sotto l'influenza degli europei e dei giapponesi e la crisi dell'Impero si fa irreversibile. Tutto ciò si conclude con l'abdicazione del giovane Pu Yi[13], il 12 febbraio 1912.
Diversi furono i tentativi di modernizzazione in questo periodo: in giappone, invece questa veniva portata a compimento con notevoli risultati, lo stesso processo in Cina fu represso prima e dopo la morte dell'imperatore Kuang-Hsiü, lontano parente dell'ultimo imperatore Pu Yi. La vedova Tsu-hsi, zia di Kuang Hsiu, aveva assunto il ruolo di reggente da molti anni ormai e per timore che la riforma confucianista da lei messa in atto allo scopo di rafforzare l'apparato amministrativo dell'impero andasse in frantumi, represse con una certa durezza ogni tentativo di aprire il paese all'occidente.

Anche l'occidentalizzazione della Cina, tentata più volte dagli europei a partire dal secolo XVII e culminata con l'irruzione coloniale dalla seconda metà del secolo XIX, è stata assorbita e trasformata nel corso del XX secolo in una singolare forma di comunismo nazionale, uno dei fattori dominanti nella scena internazionale del secondo dopoguerra, facendo dell'antico "Impero di Mezzo" uno dei poli della politica mondiale anche nell'era post-comunista.

Geografia fisica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Cina.

Territorio

 
Questa foto dal satellite mette bene in evidenza l'aridità della Cina occidentale e, al contrario, l'umidità della zona sudorientale.

La Cina è il terzo paese del mondo per estensione (dopo la Federazione Russa e il Canada) e di conseguenza offre una grande varietà di climi e paesaggi.

Il sud è diviso tra l'altopiano dello Yunnan-Guizhou, con un'altitudine che parte dai 2000 m per arrivare ai 550 m, e i bacini dei grandi fiumi che lo attraversano.

Si potrebbe idealmente dividere la Cina in sei grandi regioni:

  • Il Nord Ovest - che si divide in tre fasce climatiche, la parte settentrionale fredda, la centrale più temperata e la meridionale umida. Questa regione comprende a nord il bacino di Zungaria, che,nonostante sia caratterizzato da zone rocciose e sabbiose, è una zona piuttosto fertile dove l'agricoltura viene praticata grazie a vasti sistemi di irrigazione; a sud si trova il bacino del Tarim situato tra gli elevati rilievi del Kunlum. Esso comprende il deserto più arido di tutta l'Asia: il Taklimakan.
  • la Mongolia interna- questa regione ha un clima molto secco ed è situata nella parte centro-settentrionale della Cina. La Mongolia interna è un altopiano caratterizzato da deserti di sabbia, roccia e ghiaia che a est degrada in fertilisteppe. Questa regione, delimitata ad est dalla boscosa catena del grande Khingan, comprende pianure ondulate divise da aridi piani rocciosi.
  • il Nord Est- comprende tutta la Manciuriaa est della catena del grande khingan: si tratta di una vasta e fertile pianura circondata da monti e colline tagliate da moltissime valli e piccoli pendii. A sud si trova la penisola di Lioodang, le cui coste sono ricche di porti naturali. Nella parte occidentale del nord est si trovano ampie zone desertiche.
  • la Cina Settentrionale- questa regione si trova nella zona delimitata a nord dalla Mongolia Interna e, a sud, dal bacino del fiume Chang Jiang; qui si trovano l'altopiano del Loes, caratterizzato da profonde vallate, gole e terrazze coltivate,il basso piano cinese, i monti dello Shandang e infine, gli aspri e inaccessibili rilievi del sud ovest.
  • la Cina Meridionale- questa regione abbraccia la valle del Chan Jiang e numerose regioni del sud. La valle del grande fiume consiste in una serie di bacini i cui fertili terreni alluvionali sono solcati da canali navigabili e vi sono molti laghi. A ovest si estende il bacino dello Sishuan, un fertile territorio collinare, circondato dagli irregolari altopiani centrali. Gli altopiani meridionali sono compresi tra i monti Tibetani e il mare. A est si estendono zone collinari disboscate e soggette ad erosione; lungo la costa si trovano gli irregolari altopiani sud orientali, dove le baie formano incantevoli porti naturali.
  • L'estrema regione sud - occidentale della Cina è occupata dall'altopiano del Tibet conosciuto anche come il Tetto del Mondo, che posto ad un'altitudine media di 4510 m sul livello del mare, è la regione. in cui si trovano le montagne più alte del mondo, con ben 14 cime che si ergono al di sopra degli 8.000 mt tra cui K2 e Monte Everest,), Morfologicamente tormentato, costituito da vasti affioramenti rocciosi, alternati da pianure alluvionali, laghi salati e paludi, l'altopiano è attraversato da numerose catene montuose e orlato dall'Himalaya a sud, dal Pamir e dal Karakaram a ovest, e dal Quiliam sham a nord. Qui si trova la sorgente del Gange. In estate la catena Himalaya fa da scudo protettivo alle più basse nuvole monsoniche provenienti dai versanti indolo e nepalese. Le piogge sono dunque limitate , presenti soprattutto in luglio/agosto.

Idrografia

 
Le precipitazioni in Cina

La Cina ha un gran numero di fiumi. I tre maggiori fiumi cinesi, Huang He, Chang Jiang e Xi Jiang, che nella parte media e bassa del loro corso segano i tre grandi assi orografici della Cina orientale, hanno la loro origine sull'altopiano tibetano. Lo Huang He o fiume giallo,nasce nelle montagne del Qinghai, percorre il territorio cinese per circa 4.850 km prima di sfociare nel Pacifico presso la penisola dello Shandong. Il Chang Jiang o fiume azzurro è il maggiore fiume cinese e il quarto per lunghezza al mondo. Anch'esso nasce dalle montagne del Qinghai, ma procede verso sud-est attraversando così zone di montagne ricche di acqua che gli garantiscono una notevole portata. Lo Xi Jiang nasce sull'altopiano dello Yunnan ed ha notevole importanza dal punto di vista agricolo, dato il clima subtropicale delle regioni irrigate. Nel Guandong confluisce nello "Zhu Jiang" o Fiume delle Perle che è un'altra importante arteria di trasporto fluviale con il suo delta che arriva fino alla città di Canton e oltre verso un territorio pieno di canali e dighe.

Circa la metà dei fiumi della Cina, compresi i tre più lunghi Chang Jiang (fiume Azzurro), Huang He (fiume Giallo) e Xi Jiang, scorre da ovest a est e sfocia nei mari cinesi aperti all'Oceano Pacifico; in minore quantità sfociano nel Mar Glaciale Artico, mentre altri sono privi di sbocco sul mare e quindi si gettano negli aridi bacini occidentali e settentrionali, dove le acque filtrano nel sottosuolo formando profonde e importanti riserve d'acqua. Le piene dei grandi fiumi portano inondazioni che hanno sovente conseguenze disastrose sugli insediamenti umani e sulle coltivazioni.

Flora e fauna

Il territorio della Cina, terzo Paese del mondo per estensione, varia in altitudine dal livello del mare ad est alla vetta dell'Everest al confine con il Nepal. Le regioni meridionali confinanti con Laos, Vietnam e Myanmar sono ricoperte da foreste pluviali tropicali, mentre in Mongolia Interna sul permafrost dei Monti Da Hinggan cresce una vegetazione simile alla tundra. La Cina ospita inoltre le più importanti zone umide dell'Estremo Oriente, il più lungo fiume dell'Asia (lo Yangtze) e le sorgenti di due fiumi di inestimabile importanza per centinaia di milioni di persone dell'Asia meridionale e sud-orientale - il Gange e il Mekong. Ma un quinto della Cina è coperto anche da deserti, soprattutto nel nord-ovest del Paese, e aride steppe ricoprono vaste zone dei monti Altai, Tian Shan e Kunlun, nell'estremo ovest, regioni che non possono essere raggiunte né dal monsone di sud-ovest, bloccato dall'altopiano tibetano, né da quello di sud-est, che non raggiunge la zona per la notevole distanza dal mare. Questa gran diversità di topografia ed habitat ha portato ad un notevole sviluppo della vita vegetale e animale.

Foreste

In Cina si riscontra una gran varietà di tipi diversi di foreste. Sia nelle zone nord-orientali che in quelle nord-occidentali si innalzano montagne ricoperte da gelide foreste di conifere in cui vivono animali come l'alce e l'orso dal collare, oltre a circa 120 specie di uccelli. Nelle foreste di conifere più umide spesso si sviluppano boschetti di bambù, rimpiazzati da boscaglie di rododendri, ginepri e tassi ad altitudini più elevate. Le foreste subtropicali, che dominano le regioni della Cina centrale e meridionale, sono il regno di circa 146.000 specie vegetali, ma anche del famoso panda gigante, della scimmia dorata e della tigre della Cina meridionale. Le foreste pluviali tropicali e quelle monsoniche, confinate allo Yunnan e ad Hainan, contengono attualmente circa un quarto di tutte le specie vegetali e animali della Cina.

Praterie

Le praterie ricoprono circa un terzo della superficie totale della Cina. Di queste, le più vaste e fertili sono concentrate quasi tutte in Mongolia Interna, Ningxia, in alcune zone del Qinghai e in Tibet. Queste distese erbose sono l'habitat principale di tre specie in pericolo critico d'estinzione: il cavallo di Przewalski, l'asino selvatico asiatico e il cammello della Battriana (l'antenato dei cammelli domestici). Spesso gli animali selvatici entrano in competizione diretta con quelli domestici e perciò i carnivori presenti nell'area vengono avvelenati o catturati con trappole; molto frequenti sono anche gli incendi appiccati volutamente dall'uomo per incrementare le zone di pascolo. Tale pratica è stata recentemente vietata dal Governo, ma nelle aree più remote la legge è difficile da far rispettare.

Ecosistemi d'acqua dolce

Gli habitat d'acqua dolce ricoprono un ruolo importantissimo in Cina e un'altissima percentuale della popolazione dipende direttamente dalle zone umide - paludi, fiumi e laghi - per l'attività economica, l'irrigazione e l'acqua potabile. Sette dei più importanti fiumi del mondo nascono dagli altopiani della Cina occidentale. Il Fiume Giallo (Huang He), il Fiume Azzurro (Chang Jiang), il Lancang Jiang (Mekong) e il Salween nascono dalle zone orientali dell'altopiano del Tibet-Qinghai, mentre l'Indo, il Gange e il Brahmaputra da quelle meridionali. Questi fiumi sono una fonte inesauribile di acqua, utilizzata sia per bere che a scopo agricolo, ma anche un'importantissima via di comunicazione; non bisogna inoltre dimenticare l'importanza culturale e religiosa che rivestono per circa due miliardi di abitanti di Cina, India, Pakistan, Bangladesh e Asia sud-orientale. I fiumi suddetti danno origine a molte delle migliaia di laghi d'acqua dolce della regione.

Nel nord-est si trova la maggior parte delle paludi d'acqua dolce della Cina. Un'area di 20.000 chilometri quadrati della pianura di Sanjiang, nell'Heilongjiang, è essenzialmente una distesa di laghi d'acqua dolce poco profondi e di letti fluviali dove i fiumi Heilongjiang, Sungari e Wusuli si riuniscono insieme. Questo ecosistema si riscontra anche nel Jilin, nel Liaoning e in Mongolia Interna. Una delle più note aree protette di palude è la Riserva Naturale di Zhalong, un'area di 2000 chilometri quadrati creata nel 1979 per proteggere i siti di nidificazione della gru della Manciuria e di altri uccelli che vi trascorrono l'inverno. Queste paludi sono anche di grande valore per la raccolta di canne, la maggior parte delle quali viene trasformata in pasta per carta. Gli uccelli acquatici possono vivere nei terreni di raccolta delle canne, almeno ai livelli attuali, dando vita, quindi, ad uno splendido connubio tra conservazione della natura e sviluppo economico. Nel Sichuan occidentale, le paludi offrono terreno di nidificazione alle gru collonero e alle oche indiane.

Tra i laghi della Cina vi sono le più famose zone umide del Paese: il Poyang Hu, nel Jiangxi, e il Dongting Hu, nell'Hunan. Il Dongting Hu, il secondo lago d'acqua dolce più grande della Cina, è di estrema importanza per varie specie di animali selvatici, come il delfino di fiume dello Yangtze e lo storione cinese, ma anche per molti uccelli acquatici che vi svernano. Il Poyang Hu è formato da un complesso di laghetti e zone paludose la cui estensione varia stagionalmente; le inondazioni estive rendono fertilissimo il terreno circostante in autunno e tale caratteristica attrae sia i contadini che gli uccelli migratori. L'importanza dell'area è difficile da sopravvalutare, dato che questi laghi costituiscono l'habitat di svernamento per la quasi totalità della popolazione globale di gru siberiana (circa duecento esemplari), così come per cinquecentomila uccelli che fanno del Poyang Hu la propria dimora durante i mesi invernali. Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni dei più grandi laghi del Poyang sono rimasti in secca alla fine dell'autunno e gli uccelli acquatici si sono ritrovati con una minore disponibilità di cibo.

 
Le principali regioni della Cina

Laghi d'acqua salata

Circa metà dei laghi della Cina sono salati e anche questi, come quelli d'acqua dolce, offrono rifugio a moltissimi uccelli acquatici. Quasi tutti sono concentrati in Cina nord-occidentale, nei bacini endoreici dell'altopiano tibetano settentrionale e del bacino dello Zaidan. Il più grande di essi è il Qinghai, uno specchio d'acqua di 4426 chilometri quadrati che ogni estate attrae migliaia di uccelli, compresi cormorani, gabbiani del Pallas, oche indiane e avocette bianche e nere. Allo stesso modo, il bacino del Tarim, nello Xinjiang, dà sostentamento ad una delle più grandi popolazioni di cicogne nere della Cina. La zona dell'altopiano di Ordos, in Mongolia Interna, così come il Taolimiao-Alashan Nur (un lago dello Xinjiang), offre terreno di nidificazione al raro gabbiano relitto. La maggior parte di questi laghi e paludi varia di livello a seconda delle stagioni ed è minacciata dal sempre più consistente bisogno d'acqua per l'utilizzo umano.

Zone umide costiere

La linea costiera della Cina si snoda per circa 18.000 km e si estende dal Golfo di Bohai, gelato in inverno, alle acque tropicali del Mar Cinese Meridionale. Le zone umide costiere sono un'importante zona di sosta per gli uccelli che seguono la rotta migratoria tra la Siberia e l'Australia. L'isola di Chongming, nel delta dello Yangtze, presso Shanghai - la più grande città della Cina ed una delle regioni a maggior sviluppo demografico - gioca un'importanza vitale per questi migratori.

Politica

La Repubblica Popolare Cinese è ufficialmente una repubblica popolare. In passato ha avuto una serie di governi estremamente autoritari e nazionalisti, sin dalla prima rivoluzione cinese del 1912 (anche detta rivoluzione xinai, da non confondere con la Rivoluzione culturale cinese).

Il Partito Comunista(anche se ormai di comunista è rimasto solo il nome e qualche simbolo), a capo del governo dal 1949, è il più grande partito del mondo, con più di 66 milioni di membri. Negli ultimi anni la Cina sta lentamente trasformando il suo sistema politico/economico in un sistema capitalistico. Il governo cinese ha recentemente rilasciato delle dichiarazioni ufficiali, sostenendo che lo Stato debba essere governato da strutture democratiche[senza fonte].

 
Soldati dell'Esercito di Liberazione Popolare che sfilano


Ordinamento dello Stato

La Cina è una Repubblica popolare. Organo Supremo del potere statale è l'Assemblea nazionale del popolo (ANP), i cui 2979 membri sono eletti per 5 anni dalle province, dalle regioni autonome, dalle municipalità e dalle forze armate.

L'ANP, che si riunisce di regola una volta all'anno, forma al suo interno un comitato permanente di 155 membri, che ne esercita le funzioni negli intervalli fra le sessioni; l'Assemblea elegge il presidente della Repubblica, il primo ministro e il Consiglio di Stato (che svolge le funzioni di governo), formula le leggi, approva i piani e i bilanci dello Stato.

Le assemblee popolari e locali e i Comitati da esse eletti sono gli organi locali del potere statale.

Militare

  • Esercito Popolare di Liberazione (PLA): si stima (2006) che le forze militari della Cina contino 2,25 milioni di soldati attivi[14], di cui circa 1,6 (70%) schierati nell'esercito, 470 000 (16%) nell'aviazione e 200 000 (10%) nella marina. Quello cinese è l'esercito tuttora più numeroso al mondo, con a disposizione ben 14 580 carri armati, 4 000 mezzi per la fanteria e 25 000 pezzi d'artiglieria. La Cina ha aderito nel 1992 al Trattato di Non Proliferazione nucleare e possiede 400-600 testate, fra cui 120 armi tattiche e 280 con un raggio d'azione fino a 13 000 km
  • Marina dell'esercito popolare di liberazione (PLAN, cinese semplificato:中国人民解放军海军; cinese tradizionale:中國人民解放軍海軍; Pinyin: Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Hǎijūn): fino ai primi anni novanta del XX secolo la marina militare ha ricoperto un ruolo subordinato alla PLA Forze terrestri. Ha subito in seguito una rapida modernizzazione, e attualmente è la terza più potente al mondo, con oltre 200 000 uomini, organizzata in tre grandi flotte: Flotta del Mare del Nord con sede a Qingdao, la Flotta del Mar Oriente con sede a Ningbo, e la Flotta del Mar del Sud con sede a Zhanjiang. Il suo teatro d'operazioni si estende fin dove la Cina ha o prevede di avere basi d'appoggio: Maldive, Bangladesh, Pakistan e Birmania.
  • Aeronautica dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLAAF, cinese semplificato:中国人民解放军空军; cinese tradizionale: 中國人民解放軍空軍; pinyin: Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Kōngjūn): con 470 000 avieri, 3000 aviogetti da combattimento e circa 400 aerei da attacco al suolo è la più grande forza aerea nella costa orientale dell'Asia. È organizzata in sette regioni militari e 24 divisioni aeree.

Geografia umana

 
Evoluzione demografica della Cina dal 1961 ad oggi
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Shanghai, una delle città più moderne della Cina

Popolazione

La Cina ha una popolazione di 1.303.720.330 (fino ad agosto 2008) abitanti, con una densità di 137 ab./km2. La popolazione è sparsa in modo molto irregolare; è infatti concentrata prevalentemente nelle province orientali nelle grandi pianure, mentre a ovest, zona più aspra e arida, vi è una densità bassissima.Il tasso di crescita della popolazione nel 2006 è 0,59%.Cina riconosce ufficialmente 56 gruppi etnici distinti, il più grande dei quali sono la cinese Han, che costituiscono circa il 91,9% della popolazione totale.ma la distribuzione è molto irregolare; esistono quindi vaste zone della Cina occidentale in cui l'etnia Han è una minoranza. Inoltre la riunione di molti cinesi nella maggioranza Han oscura alcune delle grandi differenze linguistiche, culturali e razziali che sussistono tra persone all'interno di questo stesso gruppo.Le grandi minoranze etniche comprendono Zhuang (16 milioni),Manciù (10 milioni),Hui (9 milioni),Miao (8 milioni),Uiguri (7 milioni),Yi (7 milioni), Tujia (5,75 milioni), Mongoli (5 milioni), tibetani (5 milioni), BuyeiBuyei (3 milioni) e coreani(2 milioni). La natura multietnicha della Cina è il risultato in parte dei territori incorporati dalla Dinastia Qing, i cui imperatori erano essi stessi di etnia Manchu e non membri della maggioranza Han. Le teorie etniche cinesi sono pesantemente influenzate da quelle dell'Unione sovietica. La politica ufficiale afferma di essere contro l'assimilazione e sostiene che ogni gruppo etnico dovrebbe avere il diritto di sviluppare i propri linguaggio e cultura. Il grado di integrazione dei gruppi entici di minoranza con la comunità nazionale varia largamente da gruppo a gruppo. Alcuni di essi, come i tibetani e gli Uiguri provano tutt'oggi un forte sentimento di ostilità verso la maggioranza. Invece altri gruppi come gli Zhuang, i cinesi Hui e l'etnia Manciù sono invece ben integrati.

Oggi,la Repubblica Popolare Cinese ha una dozzina di grandi città, con uno o più milioni di residenti di lungo periodo, tra cui le tre città globali diPechino, Hong Kong e Shanghai. Le principali città della Cina svolgere ruoli chiave a livello nazionale e l'identità regionale, cultura ed economia.

Lingue

La lingua cinese fa parte della famiglia Han-Zang (sino-tibetana), la sua scrittura deriva dai pittogrammi incisi nella terracotta risalenti a 6000 anni fa. Pur avendo il sistema degli ideogrammi subito trasformazioni, la grafia ha subito meno cambiamenti dato che rimane molto simile alla scrittura di ventidue secoli fa quando l'unificatore della Cina, l'imperatore Qin Shihuangdi, uniforma gli ideogrammi sviluppatisi localmente durante le dinastie Xia, Shang e Zhou in modo che una unica scrittura possa essere letta nelle varie lingue parlate nella Cina appena unificata. La lingua ufficiale parlata oggi in Cina è il Cinese mandarino semplificato; che però presenta vari dialetti importanti, come lo Yue (Canton e provincia), il Wu (Shanghai), il Minbei (Fuzhou), il Minnan (Repubblica di Cina o Taiwan): oltre a questi, altri dialetti sono lo Hakka, il Gan, lo Xiang. Sopravvivono anche alcuni linguaggi Miao nelle zone abitate da questa minoranza, una delle 55. Dongba, la lingua dei Naxi, è un pittogramma ancora in uso.

In Cina sono poi diffusi nelle regioni di confine, il coreano e il kazaco e in alcune aree del Paese anche il mongolo, l'uiguro e alcuni dialetti tibetani. Questi dialetti a loro volta si evolvono localmente dando origine a lingue minori che hanno pronunce differenziate fra loro e utilizzano le parole in modo diverso. La lingua cinese prevede in tutto 415 sillabe che possono essere pronunciate in 4 toni diversi. Nella traslitterazione Pinyin, il sistema adottato a partire dal 1958 per trascrivere con caratteri latini la pronuncia degli ideogrammi, i 4 toni vengono trascritti sopra le sillabe con i seguenti segni: tono continuo; tono ascendente; tono discendente poi ascendente; tono discendente breve. I toni si riducono in pratica nell'altezza della voce e sono molto importanti perché alterando il tono di una sillaba se ne altera il significato. La lingua cinese parlata non prevede flessioni né differenziazione del genere (maschile, femminile), i verbi non hanno tempi (passato, futuro), si usa sempre il presente aggiungendovi una parola che dica tempo fa, anticamente, ieri, domani, in futuro, ecc... Nella grammatica ha maggiore enfasi la sintassi che la morfologia. Nella lingua scritta, si utilizzano gli ideogrammi, un sistema ingegnoso di simboli che disegnano l'idea di oggetti, verbi, cose astratte. Ognuno li può leggere con una propria fonia ma il significato non cambia.

Religione

La Repubblica Popolare di Cina è ufficialmente atea. La popolazione religiosa si suddivide però in:

Economia

  • Prodotto Interno Lordo (PIL):
    • a parità di poter d'acquisto: 7.916.429 milioni di dollari (2008) (2°)
    • nominale: 4.401.614 milioni di dollari (2008) (3°)
  • PNL pro capite:
    • a parità di potere d'acquisto: 5.963 dollari (2008) (101°)
    • nominale: 3.315 dollari (2008) (105°)
  • Inflazione: 1,5%.
  • Disoccupazione: ufficialmente è a circa il 4% degli abili al lavoro nelle aree urbane.

Il settore primario

 

La Cina è il primo produttore mondiale di frumento (86,1 milioni di tonnellate nel 2006), è in testa alla classifica per produzione di riso (167,6 milioni di tonnellate) ed ha anche il primato per le patate (66,8 milioni). Inoltre il Paese possiede oltre 1/3 degli allevamenti mondiali di suini, ed è ai primi posti per la pesca.

Il settore secondario

La Cina ha attirato sul proprio territorio le industrie dei paesi in cerca di manodopera a buon mercato, diventando così l'officina manifatturiera del mondo, in particolar modo delle imprese asiatiche. Il paese è riuscito a mantenere ritmi sostenuti per un arco di tempo molto lungo e nonostante una popolazione estremamente numerosa.
Li Gongyou [15] ha sintetizzato quattro fasi lo sviluppo dell'economia del suo Paese nel secolo che fa seguito alla caduta dell'Impero Cinese (1911). La prima fase, precomunista, fino alla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese avvenuta nel 1949, viene definita a economia semicoloniale e semifeudale. La seconda, comunista vera e propria e ispirata alle idee guida della Rivoluzione culturale, fino alle riforme di Deng Xiaoping, è stata caratterizzata dal tentativo di realizzare un'economia pianificata centralizzata (il primo piano quinquennale, di stampo sovietico, fu quello 1953-1957). La terza fase, partita con il programma delle "quattro modernizzazioni" (agricoltura, industria, scienza e tecnica, forze armate), è durata fino metà degli anni Novanta, e coincide con l'apertura a un'economia socialista "quasi di mercato". Infine, la quarta fase sarebbe cominciata nel 1995-1996, con la 5a sessione plenaria del XIV Comitato centrale del Partito comunista cinese, la quale ha stabilito la necessità di due fondamentali trasformazioni socio-economiche, da realizzare entro l'anno 2010: trasformare il tradizionale sistema pianificato cinese in un sistema di "economia socialista di mercato" (senza quasi, stavolta) e trasformare lo sviluppo economico da estensivo a intensivo. Il che, nei termini occidentali ormai largamente mutuati anche in Cina, significa anche puntare implicitamente allo sviluppo sostenibile, o almeno ispirarsi idealmente a questo traguardo.
Oggi in Cina sono presenti tutte le maggiori produzioni industriali, sia di base (acciaio, alluminio, petrolio, chimica industriale, cemento) che manifatturiere (mezzi di trasporto, elettronica di consumo, microelettronica, informatica, telefoni, giocattoli, armi, abbigliamento, chimica fine, lavorazione del legno, prodotti alimentari). Inoltre le varie attività vanno incontro ad un rapido ammodernamento ed alla crescente competitività internazionale, specie grazie ai bassi costi di produzione. Attualmente le industrie cinesi sono in mano a grandi aziende private e statale[senza fonte]; in gran parte sono situate sulle coste e nelle cosiddette "zone economiche speciali", nel Sud-Ovest.

La svolta di piazza Tian'anmen

Il fenomeno Cina è estremamente interessante perché permette di affrontare gran parte delle questioni fondamentali nel campo dell’economia internazionale e della geopolitica. Il punto di svolta di questo fenomeno si può far risalire all’epoca degli episodi di piazza Tian'anmen a Pechino (aprile-maggio-giugno 1989): in quell’occasione un gruppo di studenti occupò la piazza al grido di “Abbasso la rivoluzione, viva la democrazia, viva la Cina”. Dopo qualche settimana gran parte della popolazione era scesa in piazza, nonostante il regime avesse istituito il coprifuoco e la legge marziale, e per le strade ci fossero già i carri armati. Poi, agli inizi di giugno, l’esercito spara: seguono giorni di lotta nelle strade ma, alla fine, il regime riconquista la piazza, seppur con migliaia di morti e un’immagine internazionale bruciata.

Tuttavia, anche se la battaglia è stata perduta, è rimasto un segnale forte di cui i dirigenti del partito comunista avrebbero tenuto conto in seguito; da allora, infatti, il potere si rese conto che se avesse voluto conservarsi in futuro, avrebbe dovuto portare la Cina sulla via della modernità. Già questo è piuttosto interessante: fino ad allora il potere aveva potuto vivere tranquillo entro i confini della Grande Muraglia, ma con l’avvento di mezzi di comunicazione globale questo non sarebbe più stato possibile perché una fetta di popolazione che aveva accesso al mondo esterno rimaneva e sarebbe rimasta sempre più insofferente allo stile di vita occidentale, ai beni di consumo occidentali e alla speranza di una vita "migliore". È chiaro però che i cinesi sono attratti dallo stile e il modello di vita occidentale perché questo è, almeno all'apparenza, un modello di vita più auspicabile agli occhi della popolazione.

Dopo questo episodio, per tutti gli anni ’90 la Cina ha intrapreso a tappe forzate la via del capitalismo attraverso uno sviluppo rapidissimo, supportato sia dai massicci investimenti statali, specialmente nei settori dell’energia e delle materie prime, sia dagli investimenti sempre maggiori da parte delle multinazionali di tutto il mondo, le quali, dall’apertura del mercato cinese vedevano e vedono tuttora un immenso serbatoio di occasioni per produrre a basso costo e con estreme semplificazioni dal lato del mercato del lavoro. Tutto questo è avvenuto e avviene ancora con tassi di incremento del PIL compresi fra il 7 e il 10 per cento e, ad oggi, la Cina è la seconda economia del mondo, avendo già superato Italia, Francia e Regno unito, e anche la Germania.

Cina e WTO

L’adesione della Cina all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO)[16] avvenuta nel dicembre del 2001 rappresenta senza dubbio una pietra miliare per la Cina e per il commercio internazionale. La Cina è riuscita a persuadere gli altri Stati membri della WTO che senza la propria partecipazione, la WTO non può essere davvero considerata un’organizzazione mondiale. Tuttavia, questo grande traguardo ha portato con sé conseguenze giuridiche, politiche e sociali di rilevante impatto per il mercato globale, che deve integrare un paese con numerose diversità strutturali, culturali e comportamentali. Fin da prima della sua adesione alla WTO il Governo cinese aveva avviato riforme significative del proprio sistema giuridico interno. Ciò nonostante, molte questioni devono essere ancora affrontate e risolte per garantire un pieno ed effettivo rispetto degli accordi su tutto il territorio della Repubblica Popolare di Cina (RPC). Durante il negoziato per l’adesione alla WTO, erano già chiare le difficoltà del governo cinese a garantire il rispetto del principio di trasparenza e delle condizioni implicite nell’adesione. Era dunque diffusa fra tutti gli Stati membri, Stati Uniti e Unione Europea in primis, la consapevolezza della situazione del mercato e della necessità di una profonda riforma dell’ordinamento giuridico cinese per garantire nel lungo periodo il buon funzionamento del sistema WTO. Come nel caso dell’adesione all’UE dei nuovi dieci Paesi avvenuta nel maggio del 2004, è stata fatta una precisa scelta politica. Si è ritenuto che un’integrazione, anche prematura, della Cina all’interno della WTO, oltre a rafforzare le posizioni della parte più riformista della classe dirigente cinese, avrebbe indirettamente accelerato il processo di riforme in atto, con il pretesto del rispetto degli impegni previsti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio. I negoziati duravano da quasi quindici anni e non si è voluto rinviarne nuovamente la conclusione in attesa di ulteriori miglioramenti del contesto interno cinese.

Investimenti stranieri

Tra i paesi in via di sviluppo la Cina si trova al primo posto per quanto riguarda il flusso degli investimenti esteri, che negli ultimi anni è in costante aumento. La materia degli investimenti stranieri è attualmente regolata dal "Foreign Investment Industrial Guidance Catalogue" e dalle "Directory of Foreign Investment Tentative Provisions" del 1995, i quali suddividono gli investimenti stranieri in incoraggiati, permessi, limitati o vietati. Le forme previste per gli investimeni stranieri sono:

1. la società mista, per la cui costituzione è necessaria l'approvazione del MOFTEC e la registrazione presso l'ufficio SAIC. Per questo tipo di società la legge prevedel'obbligo per il partner straniero di sottoscrivere una quota minima del 25% del capitale dell'impresa.

2. La società cooperativa o contrattuale, assimilabile alla precedente, sebbene più semplice e caratterizzata da maggiore flessibilità operativa e giuridica.

3. La società a capitale interamente straniero, prevista a condizione che la società risulti prevalentemente a vocazione all'export o impieghi tecnologie avanzate. Le agevolazioni previste per gli investitori stranieri sono di varia natura, sebbene prevalentemente di carattere fiscale, mentre particolari agevolazioni esistono per le imprese che si insediano nelle aree economiche speciali.

Infrastrutture e Trasporti

La rete stradale si estende per una lunghezza complessiva di 1,87 mln/km, sviluppandosi maggiormente lungo la zona costiera e comprende 34.300 km di strade a scorrimento veloce. La rete ferroviaria operativa ha raggiunto 73.100 km di cui 23.700 km di ferrovie a più binari e 18.500 km di ferrovie elettriche. Per quanto riguarda il trasporto marittimo nella costruzione dei porti è stato recentemente ottimizzato il sistema dei cointainer. Tutti i maggiori porti (Hong Kong, Shanghai, Shenzhen, Qingdao, Tianjin, Canton, Xiamen, Ningbo, Dalian) fanno parte del circuito dei primi 50 containers-ports del mondo, dove ogni anno transitano anche più di 100 milioni di tonnellate di merci.

Alfabetizzazione

Tasso di alfabetizzazione: 98% (sopra i 15 anni; uomini: 99,2%; donne: 96,7%) (stime 2001).
Studenti universitari: 1,4%; 18 milioni (2003).

Diritto

  Lo stesso argomento in dettaglio: Diritto cinese.

Suddivisione amministrativa

  Lo stesso argomento in dettaglio: Suddivisione amministrativa della Cina.

Le province cinesi da sempre rivestono un importante ruolo culturale in Cina. I cinesi tendono ad identificarsi con la provincia nativa e solitamente ad ogni territorio provinciale corrispondono determinati stereotipi riferiti alla popolazione. I confini della maggior parte delle province cinesi furono stabiliti ai tempi della tarda Dinastia Ming. La Cina ha una giurisdizione su ventidue province (e considera Taiwan la ventitreesima), cinque regioni autonome, quattro comuni, e due regioni amministrative speciali

Le 22 province (省 shěng) cinesi :
Nome Pinyin Abreviazione Capitale Superficie Popolazione
Anhui 安徽 Ānhuǐ Wǎn Hefei 139 600 km²> 59 860 000
Fujian 福建 Fújiàn Mǐn Fuzhou 121 400 km² 34 710 000
Gansu 甘肃 Gānsù Gān,
Lǒng
Lanzhou 390 000 km² 25 620 000
Guangdong 广东 Guǎngdōng Yuè Guangzhou 197 000 km² 86 420 000
Guizhou 贵州 Guìzhoū Qián,
Guì
Guiyang 176 000 km² 35 250 000
Hainan 海南 Hǎinán Hǎi,
Qióng
Haikou 34 000 km² 7 870 000
Hebei 河北 Héběi Shijiazhuang 187 700 km² 67 440 000
Heilongjiang 黑龙江 Hēilóngjiāng Hēi Harbin 460 000 km² 36 890 000
Henan 河南 Hénán Zhengzhou 167 000 km² 92 560 000
Hubei 湖北 Húběi È Wuhan 187 500 km² 60 280 000
Hunan 湖南 Húnán Xiāng Changsha 210 500 km² 64 400 000
Jiangsu 江苏 Jiāngsū Nanjing 100 000 km² 74 380 000
Jiangxi 江西 Jiāngxī Gàn Nanchang 169 900 km² 41 400 000
Jilin 吉林 Jílín Changchun 187 400 km² 27 280 000
Liaoning 辽宁 Liáoníng Liáo Shenyang 145 900 km² 42 380 000
Qinghai 青海 Qīnghǎi Qīng Xining 720 000 km² 5 180 000
Shaanxi 陕西 Shǎnxī Shǎn,
Qín
Xi'an 206 000 km² 36 050 000
Shandong 山东 Shāndōng Jinan 156 700 km² 90 790 000
Shanxi 山西 Shānxī Jìn Taiyuan 150 000 km² 32 970 000
Sichuan 四川 Sìchuān Chuān,
Shǔ
Chengdu 480 000 km² 83 290
Taiwan 台湾 Taiwan Jìn Taipei 35.980 km² 22.749.838 ab.
Yunnan 云南 Yúnnán Diān,
Yún
Kunming 394 000 km² 42 880 000 ab.
Zhejiang 浙江 Zhèjiāng Zhè Hangzhou 101 800 km² 46 770 000

Città principali

 
Pechino, la città delle Olimpiadi 2008.
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Shanghai

Giustizia e diritti umani

La Repubblica Popolare Cinese, nonostante le riforme e la conversione al libero mercato degli ultimi 15 anni, non ha introdotto alcuna libertà dal punto di vista politico. Essa è considerata responsabile di crimini contro i suoi stessi cittadini[17]. La situazione dei diritti umani nella Repubblica Popolare Cinese continua a subire numerose critiche da parte della maggior parte delle associazioni internazionali che si occupano di diritti umani che riportano numerose testimonianze di abusi ben documentati in violazione delle norme internazionali. Da un lato il governo ammette le deficienze, dall'altro parla della situazione dei diritti umani come la migliore di tutti i tempi. Il sistema legale è stato spesso criticato come arbitrario, corrotto e incapace di fornire la salvaguarda delle libertà e dei diritti fondamentali. Nelle carceri laogai ("riforma attraverso il lavoro"), secondo molte fonti, vigerebbero condizioni di vita disumane al limite dello schiavismo e sarebbero applicati sistematicamente tortura e tecniche di lavaggio del cervello.

La Cina è il paese al mondo in cui si eseguono più condanne a morte, sebbene le autorità si rifiutino di rendere pubblica alcuna statistica ufficiale. Riguardo le condanne eseguite nel 2007, Amnesty International ha raccolto notizie su 470 esecuzioni, ma ne stima un totale di almeno 6000 nell'arco dell'anno[18]. Nessuno tocchi Caino stima una cifra simile di almeno 5000 esecuzioni nello stesso periodo, con un'incidenza dell'85,4% sul totale mondiale[19]. Entrambe le associazioni riconoscono però che c'è stata una diminuzione nel numero delle esecuzioni, dopo che è stata reintrodotta la norma per cui tutte le condanne a morte devono essere confermate dalla Corte suprema del popolo: ciò consente di attutire la piaga delle condanne a morte comminate dopo processi sommari e iniqui. Alcune stime, tuttavia, sono ben più pessimistiche: un esponente politico cinese, Chen Zhonglin, delegato della municipalità di Chongqing, giurista e preside della facoltà di legge dell'Università sudorientale cinese, in un'intervista al China Youth Daily ha parlato di 10.000 esecuzioni l’anno. In quell'occasione Chen dichiarava la sua intenzione di lavorare per migliorare la situazione dei diritti umani in Cina.

Secondo quanto rivelato dal viceministro della salute Huang Jiefu nel corso del 2005, è dai condannati a morte che proviene la maggioranza degli organi espiantati in Cina[20], spesso senza che il donatore abbia dato il suo consenso, sebbene la legge lo esiga[21]. L'espianto non consensuale pare che venga praticato sistematicamente ai condannati appartenenti al movimento spirituale del Falun Gong[22], perseguitato dal regime di Pechino. Questo fenomeno, che ha determinato di fatto un traffico illegale di organi umani, ha generato il sospetto che le condanne vengano eseguite quando c'è richiesta di organi compatibili con il condannato[23].

Il governo cinese assicura di dispensare la pena capitale solo in caso di gravi reati (omicidio, strage, terrorismo…), escludendo reati politici o di qualsiasi altro genere, e ha pubblicato sul web [24] una copia del proprio codice penale che conferma questa versione. Tuttavia Amnesty International afferma che in Cina sono 68 i crimini punibili con la pena di morte, inclusi reati non violenti come l'evasione fiscale, l'appropriazione indebita, l'incasso di tangenti e alcuni reati connessi al traffico di droga[25].

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pena di morte nella Repubblica Popolare Cinese.

Il governo cinese si è frequentemente macchiato di violazioni dei diritti umani nei confronti di minoranze etniche e religiose e dissidenti politici: l’esempio più celebre, per l’opera di sensibilizzazione mondiale in cui si è prodigato il Dalai Lama, è l’occupazione armata del suolo tibetano, oltre che il sopracitato esempio della setta del Falun Gong. Si pensa da più parti, inoltre, che in Cina vengano applicate gravi limitazioni alla libertà di informazione, alla libertà religiosa, quella di parola e persino alla libertà di movimento dei cittadini. Non esistono sindacati indipendenti ed è permesso solo il sindacato statale. Lo stato, almeno sulla carta, assicura i diritti dei lavoratori; ma la quantità annua di morti sul lavoro ha destato molte preoccupazioni e parecchie critiche e denunce non solo da organizzazioni umanitarie, ma anche dall’interno degli stessi organi di governo cinesi[26].

In vista delle Olimpiadi di Pechino 2008 il CIO espresse forti perplessità sui ritmi di lavoro con cui gli impianti sportivi venivano costruiti. Sempre in vista delle Olimpiadi la comunità internazionale richiese al governo cinese "un’ulteriore apertura" sul piano delle libertà politiche.

L'evento più conosciuto in occidente delle azioni di forza perpetrate dalla Cina nei confronti dei dissidenti politici è rappresentato dalla repressione della Protesta di piazza Tiananmen il 4 giugno 1989, in cui perse la vita un numero imprecisato di manifestanti e soldati (200 secondo il governo cinese, 600-800 secondo la CIA, tra 2 e 7 mila secondo alcuni dissidenti).

Un'altra accusa di lesione dei diritti umani rivolta al governo cinese è la pianificazione famigliare obbligatoria, voluta dallo stesso Mao Zedong e tuttora impiegata. La legge che la regola, in vigore dal 1979, è la ‘’“Legge eugenetica e protezione della salute”’’, altrimenti detta ‘’Legge del figlio minore”. La commissione governativa responsabile del progetto è la NPFPC[27], ovvero ‘’National Population and Family Planning Commission’’. Secondo le stesse fonti governative, grazie all’introduzione di questa pratica le nascite evitate nella Repubblica Popolare Cinese sono state 300 milioni. La legge prevede ufficialmente un figlio nelle zone urbane, e due in quelle rurali. I trasgressori potranno portare a termine un’eventuale gravidanza dietro pagamento di un’ingente multa, oppure saranno obbligati a rinunciare al figlio. Le accuse verso questo progetto sono molto pesanti:

  • la lesione della libertà dei genitori [28];
  • l’uso massiccio e obbligatorio dell’aborto, per di più in modi particolarmente dolorosi (soprattutto in passato);
  • le dure repressioni contro i cittadini che, specialmente in zone rurali o povere, opponevano resistenza al progetto[10];
  • la violenza verso le donne, visti i casi certificati di sterilizzazioni forzate, operate in molti casi ai danni delle colpevoli [29];
  • discriminazione verso le donne; in moltissime famiglie (dato anche il divieto di diagnosticare il sesso del nascituro), specialmente nelle zone rurali, le neonate sarebbero uccise, oppure non registrate all’anagrafe (costringendole alla totale assenza di diritti politici e alla rinuncia di istruzione e di qualunque assistenza sanitaria) [30];
  • discriminazioni sociali, perché il sistema fa in modo che i più facoltosi possano “pagarsi” il diritto al secondo (o al terzo) figlio pagando la sanzione corrispondente (in genere di 50.000 yuan, circa 6.200 dollari, 3.980 euro).

Questo genere di politica è in Cina un punto di frizione molto critico nei rapporti fra governo e opinione pubblica; il 68 % dei cinesi, in un sondaggio del China Youth Daily (un giornale del partito), si è dichiarato contrario alla pratica di “comprarsi” il diritto di un altro figlio. Pareri sfavorevoli sono stati espressi anche dall’Accademia Cinese delle Scienze [31]. Zhang Weiging, direttore del NPFPC, assicura comunque che la normativa prevede molte eccezioni, e che si sia molto ammorbidita dai primi anni di applicazioni[32]. Il governo assicura inoltre di aver preso seri provvedimenti contro i membri del Partito che abbiano più figli di quanti ne preveda la normativa[33].

Bibliografia

Note

  1. ^ Membro permanente del CdS
  2. ^ Sotto sovranità britannica dalla fine della Guerra dell'oppio e tornata sotto quella cinese il 1º luglio 1997; la città oggi gode di un alto statuto amministrativo speciale
  3. ^ Sotto sovranità portoghese per acquisto della durata di 500 anni alla fine del XVII secolo come base commerciale, e trasferita sotto alla sovranità cinese il 20 dicembre 1999; attualmente gode di uno statuto amministrativo simile a quello di Hong Kong
  4. ^ Peter Gordon, Review of "China: The Balance Sheet -- What the World Needs to Know Now About the Emerging Superpower", su asianreviewofbooks.com, The Asia Review of Books. URL consultato il 24 dicembre 2007.
  5. ^ Lyman Miller, China an Emerging Superpower?, su stanford.edu, Stanford Journal of International Relations. URL consultato il 24 dicembre 2007.
  6. ^ Country profile: China, su news.bbc.co.uk, BBC News, 1º luglio 2009. URL consultato il 14 luglio 2009.
  7. ^ Fighting Poverty: Findings and Lessons from China’s Success (World Bank). Retrieved 10 August 2006.
  8. ^ Jim Landers [China's rapidly aging population may strain its economy August 11, 2008. Accessed October 15, 2008.
  9. ^ Beijing’s Olympic Quest: Turn Smoggy Sky Blue - New York Times
  10. ^ Asia-Pacific | China fails environment targets, BBC News, 10 gennaio 2007. URL consultato il 15 giugno 2009.
  11. ^ ufficialmente le isole non appartengono a nessun Stato, ma è presente la Marina Cinese
  12. ^ è famoso anche per aver massacrato i suoi stessi figli, per paura di perdere il trono
  13. ^ Pu Yi de facto ritornò a governare lo stato fantoccio instaurato dagli invasori giapponesi, il Manchukuo (Manciuria)
  14. ^ China's Armed Forces, CSIS (Page 24) (PDF), 25 luglio 2006.
  15. ^ un economista cinese di primo piano
  16. ^ Articoli sull'adesione della Cina alla WTO
  17. ^ Il governo cinese ha aperto un sito nel tentativo di sconfessare le accuse a lui rivolte. La sua parzialità è dunque intrinseca, ma se ne consiglia comunque la visione [1].
  18. ^ http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/500
  19. ^ http://www.nessunotocchicaino.it/news/index.php?iddocumento=10314566
  20. ^ Fonte Asianews
  21. ^ Fonte: Nessuno tocchi caino
  22. ^ (EN) Rapporto indipendente dei canadesi David Masa, legale esperto in diritti umani, e David Kilgour, ex parlamentare.
  23. ^ secondo il presidente della Società britannica per i trapianti (BTS) Stephen Wigmore Fonte Asianews
  24. ^ Codice penale cinese
  25. ^ Rappordo in pdf di Amnesty International sulla pena di morte in Cina
  26. ^ A proposito delle condizioni di lavoro dei minatori, Li Yizhong ha comunicato all’agenzia statale Xinhua i seguenti dati: nel 2007, almeno 12 incidenti in miniera sono stati occultati. Le morti certificate, nell’anno 2006, sono state 4.750 secondo lo stesso Li. Si parla ufficiosamente di un numero effettivo di 20.000. Fonte Tempus Vitae[2].
  27. ^ sito ufficiale: [3]
  28. ^ art. 12 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, [4]
  29. ^ si veda [5], anche riguardo al punto precedente
  30. ^ si veda anche l’art. 6 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo [6]
  31. ^ Fonte Asianews. [7]
  32. ^ fonte Asianews. Si veda [8], anche per alcune considerazioni presenti nei paragrafi precedenti.
  33. ^ Fonte Asianews. [9].

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