Lodi

comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia
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Template:Comune Lodi (IPA: ['lɔːdi][1]; Lòd[2] in dialetto lodigiano) è una città italiana[3][4] di 43.800 abitanti[5] della Lombardia centro-meridionale. Sita in Bassa Val Padana lungo il fiume Adda, è capoluogo dell'omonima provincia, istituita nel 1992[6][7].

Fu fondata il 3 agosto 1158 da Federico Barbarossa[8][9], in seguito alla distruzione dell'antico borgo di Laus Pompeia, già municipium romano[10], sede vescovile[11] e libero comune[12]. Durante il Rinascimento, conobbe un periodo di grande splendore artistico e culturale[13], dopo aver ospitato nel 1454 lo storico trattato tra gli Stati regionali italiani noto come Pace di Lodi[14].

Al giorno d'oggi, Lodi è un importante nodo stradale e centro industriale (nei settori della cosmesi, dell'artigianato e della produzione lattiero-casearia)[15]. È inoltre il punto di riferimento di un territorio prevalentemente votato all'agricoltura e all'allevamento[16]: in virtù di ciò, la città è stata scelta come sede del Parco Tecnologico Padano[17], uno dei centri di ricerca più qualificati a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari[18][19].

Sono sviluppate anche le attività legate al settore terziario; dagli anni duemila, in particolare, è in forte espansione il turismo[20]: Lodi fa parte del circuito delle Città d'arte della Pianura Padana[21] ed offre quale spunto principale la presenza di alcuni importanti monumenti, tra cui il Duomo, il Tempio Civico dell'Incoronata, la chiesa di San Francesco e palazzo Mozzanica[15].

Geografia fisica

Territorio

Lodi è situata nella parte centro-meridionale della Lombardia, lungo l'Adda. Il nucleo più antico del centro storico sorge sul colle Eghezzone, un'altura di forma approssimativamente trapezoidale[22] che sorge sulla riva destra del fiume; il resto della città si trova in parte su un terrazzo morfologico creato dall'opera di erosione dell'Adda, e in parte nell'area golenale.

Il territorio comunale è attraversato da altri corsi d'acqua, tra cui il canale della Muzza (che ne segna il confine ad ovest), la roggia Bertonica e la roggia Molina (il cui tratto urbano è oggi quasi del tutto sotterraneo)[23].

In epoca medievale la città era lambita dal lago Gerundo[24]: il territorio era in gran parte paludoso e insalubre, ma grazie alle opere di ingegneria idraulica e al lavoro dei monaci cistercensi e benedettini[25] fu bonificato e trasformato in una delle regioni più fertili d'Europa[26]. L'attività agricola è favorita anche dalle abbondanti acque irrigue delle numerose risorgive presenti[27].

Dal punto di vista litologico, il suolo è formato dai depositi glaciali e fluviali[28] che riempirono la Pianura Padana tra il Pleistocene superiore e l’Olocene, durante l’ultima glaciazione. I litotipi presenti sono diversi e distribuiti in modo irregolare[28]; generalmente sono piuttosto ricchi di matrice[28]. Lodi si trova nella fascia nota come "bassa pianura"; i terreni sono in prevalenza sabbiosi e sabbioso-limosi[28].

Il Dipartimento della Protezione Civile indica per il territorio lodigiano la classificazione sismica zona 4 ("sismicità irrilevante")[29].

Clima

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lodi.

Il clima del territorio lodigiano, analogamente al resto della Val Padana, presenta peculiarità riconducibili all'area continentale: le estati sono molto calde e caratterizzate dal fenomeno dell'afa (in base ai dati relativi al periodo di riferimento 1961-1990, la temperatura massima media della stagione estiva si attesta a +29,7 °C[30]); invece gli inverni sono spesso freddi (la temperatura minima media è pari a -0,8 °C[30]) e sono diffuse le nevicate, raramente di grossa portata. Fenomeno molto frequente durante il semestre invernale è la nebbia, che talvolta può persistere per giorni a causa dell'assenza di venti sinottici a livello del suolo[31]. L'autunno e la primavera sono le stagioni in cui si registrano le maggiori precipitazioni[32].

La classificazione climatica dei comuni italiani[33] colloca Lodi nella zona E con 2592 gradi giorno[34][35].

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Lodi.

Lodi lega le sue origini alla distruzione di Laus Pompeia, antico villaggio dei Celti Boi[36] e in seguito municipium romano[10], ribattezzato nell'89 a.C. in onore del console Gneo Pompeo Strabone. Essendo situata sulla confluenza di numerose strade importanti, Laus era un nodo di primaria importanza e divenne un fiorente borgo commerciale ed agricolo[37]. Passata sotto il controllo longobardo nel VI secolo[38], il 24 maggio 1111 Laus Pompeia fu rasa al suolo dai milanesi dopo un periodo d'assedio[12]. Gli accordi di pace prevedevano il divieto di ricostruire gli edifici distrutti[12].

Quasi cinquant'anni dopo, il 3 agosto 1158[8], la città fu rifondata dall'imperatore Federico I detto "Barbarossa" non sulle rovine di Laus Pompeia (dove oggi sorge Lodi Vecchio) ma lungo le rive dell'Adda, per consentirle una posizione di maggior controllo sul territorio[39]. L'imperatore accordò a Lodi straordinari privilegi, nonostante i quali la città crebbe con difficoltà[40]: nel 1167 fu obbligata dai milanesi ad aderire alla Lega Lombarda[41] e a partecipare alla battaglia di Legnano del 1176[42].

Nel XIII secolo Lodi continuò a svilupparsi grazie alla protezione di Federico II[44]. A partire dal 1251 si susseguirono le signorie dei Vistarini, Torriani, Visconti, Fissiraga e Vignati, finché nel XIV secolo Lodi si legò al Ducato di Milano, inizialmente sotto i Visconti che fecero costruire il maestoso castello di Porta Regale (1355-1370)[45] e in seguito sotto gli Sforza che, con Francesco, ampliarono e consolidarono il sistema difensivo con la costruzione di due fortificazioni ai capi del ponte sull'Adda[46].

In età rinascimentale si svolsero a Lodi importanti avvenimenti storici: il 9 aprile 1454, presso il castello di Porta Regale[14][47], gli Stati regionali italiani firmarono la Pace di Lodi, che garantì quarant'anni di stabilità politica[48]. Questo segnò anche uno dei periodi più felici della storia lodigiana dal punto di vista culturale, soprattutto sotto il vescovato di Carlo Pallavicino (1456-1497)[13].

File:Battaglia del Ponte di Lodi Bagetti.jpg
La battaglia del ponte di Lodi rappresentata in un dipinto di Giuseppe Pietro Bagetti

Nelle età successive Lodi fu sotto il dominio spagnolo[49], austriaco[50] e francese[51]. Questo corrispose ad un periodo di declino e di rallentamento della crescita demografica, soprattutto in epoca spagnola, quando la città fu ridotta ad una vera e propria fortezza[52]. Il 10 maggio 1796, Napoleone Bonaparte sconfisse il maresciallo austriaco Beaulieu nella celebre battaglia del ponte di Lodi, aprendosi la strada per la conquista di Milano[53]. Questo importante avvenimento giustifica la presenza in molte città, francesi e non solo, di strade e piazze dedicate al Ponte di Lodi (per esempio nel VI arrondissement di Parigi, si trova la "Rue du Pont de Lodi"[8]).

All'Unità d'Italia Lodi era ancora racchiusa entro le antiche mura medievali. Fu in questi anni che si verificò lo sviluppo dell'abitato lungo direttrici esterne, soprattutto in seguito all'apertura della linea ferroviaria Milano-Piacenza nel 1861 e all'insediamento delle prime industrie (tra cui la Polenghi Lombardo nel 1870)[54]. Verso la fine del XIX secolo si ebbero i primi scontri sociali tra i nascenti partiti di massa.

Il Comitato di Liberazione Nazionale si costituì in città nell'ottobre 1943 con una maggioranza democristiana ed un ben organizzato gruppo comunista; le azioni si concentrarono soprattutto nel corso del 1944 e culminarono con l'attentato mortale ad un gerarca fascista. La rappresaglia fu durissima ed entro la fine dell'anno vennero fucilati dieci partigiani presso il poligono di tiro a segno[55]. La città fu liberata dal CLN il 27 aprile 1945 e quando giunsero gli alleati da Piacenza la trovarono completamente libera.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

 
Facciata del Duomo

Si tratta del monumento più antico ed importante di Lodi; in stile romanico, è una delle chiese più vaste dell'intera Lombardia[56]. La sua costruzione venne simbolicamente intrapresa il 3 agosto 1158[57], giorno stesso della fondazione della città, ed ebbe termine nel 1284[58]; successivamente i restauri settecenteschi alterarono l'aspetto originario dell'edificio, che venne tuttavia riportato alla luce negli anni 1958-1965[56]. La facciata asimmetrica in cotto è tipicamente romanica[59], pur essendo caratterizzata da un alto protiro gotico e da un grande rosone rinascimentale[60]; il campanile, realizzato tra il 1538 ed il 1554 su progetto del lodigiano Callisto Piazza, rimase incompiuto per motivi di sicurezza militare[61]. L'interno, a tre navate coperte da volte a crociera, custodisce notevoli opere d'arte, tra cui un polittico di Callisto Piazza ed un mosaico di Aligi Sassu[59]. La parte più antica dell'edificio è la cripta, in cui sono conservate le spoglie del patrono san Bassiano; nell'absidiola di sinistra, inoltre, si trova un gruppo scultoreo del Quattrocento raffigurante un Compianto sul Cristo Morto[62][63].

 
Interno del Tempio Civico dell'Incoronata

Conosciuto anche con il nome di Santuario dell'Incoronata e collocato in una caratteristica via molto stretta nei pressi di piazza della Vittoria, è considerato un capolavoro del Rinascimento lombardo e rappresenta il monumento più prestigioso della città sotto il profilo artistico[64][65][66]. Progettato nel 1488 da Giovanni Battagio, fu costruito a spese del Comune come espressione della religiosità popolare sul luogo di un postribolo[66]. Il tempio si presenta come una piccola costruzione a pianta ottagonale, coperta da una cupola ad otto spicchi sormontata da una lanterna; il campanile a punta e la facciata furono completati in epoche successive[67]. L'interno è impreziosito da sontuose decorazioni in oro ed ospita numerosi affreschi, tavole e tele realizzati tra la fine del Quattrocento e gli inizi dell'Ottocento dal Bergognone[68], dalla bottega dei Piazza[69] e da Stefano Maria Legnani[66]; gli spicchi della cupola furono affrescati nel XIX secolo da Enrico Scuri[70].

 
Facciata della chiesa di San Francesco

Fu costruita tra il 1280 e il 1307[71]. La facciata in cotto, rimasta incompiuta poco sopra il rosone marmoreo, è caratterizzata da un alto protiro e da due bifore "a cielo aperto" che rappresentano il primo esempio di una soluzione architettonica che si diffuse in tutta l'Italia del nord[72]. L'interno, a tre navate e a croce latina[73], è decorato da numerosi affreschi risalenti ai secoli compresi tra il Trecento ed il Settecento[74]; la chiesa ospita inoltre le spoglie di alcuni lodigiani illustri, tra cui il librettista Francesco De Lemene, la poetessa Ada Negri ed il naturalista Agostino Bassi[75].

Si tratta della chiesa più antica di Lodi dopo la Cattedrale[76]. Nell'interno, a tre navate, sono conservate notevoli opere d'arte, tra cui due affreschi di Callisto Piazza[77]. La facciata, tipicamente romanica, è caratterizzata da due lesene semicilindriche e da un rosone incorniciato in cotto, al di sopra del quale è collocata l'edicola con la statua del santo[78].

In stile gotico lombardo del XIV secolo[62], conserva un'importante opera d'arte: il Polittico Galliani realizzato nel 1520 da Alberto Piazza[79]. È degno di nota anche il rosone decorato con maiolica policroma[79]. Accanto alla chiesa sorge l'antico convento dal chiostro scandito da archi a sesto acuto, trasformato nel corso del XIX secolo in sontuosa residenza oggi suddivisa in appartamenti privati[80].

 
Facciata della chiesa di San Filippo

L'edificio, in stile rococò, fu costruito di fronte allo sbocco di una lunga via, in ossequio al gusto scenografico dell'epoca. L'interno, a croce greca, è completamente ornato da preziosi affreschi risalenti al XVIII secolo[81].

  • Palazzo Vescovile

Edificato in epoca medievale e rinnovato nel corso del Settecento dall'architetto Antonio Veneroni (in collaborazione con i fratelli Sartorio), è caratterizzato da una struttura massiccia ed austera[82]. Degno di nota è il cortile con colonne binate[83]. L'interno elegante presenta alcuni ambienti decorati nel XVIII secolo: da segnalare la ex cappella vescovile (ora visibile all'interno del percorso del Museo diocesano) e gli affreschi di Carlo Innocenzo Carloni[83].

  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie

A croce greca, venne edificata nel 1655 per ospitare una sacra immagine della Vergine, ritenuta miracolosa. La facciata è stata rielaborata agli inizi del XX secolo; l'interno è completamente decorato da affreschi, tele e stucchi. Da segnalare nel presbiterio i deliziosi affreschi con le Storie della Vergine dipinte dall'artista valtellinese Parravicino. Nel piccolo tempio religioso vi è la tomba neoclassica di Maria Cosway, intima amica del presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson[84] e benefattrice della città di Lodi dove fondò un Collegio femminile[85][86].

 
Facciata della chiesa di Santa Maria Maddalena

Situata nei pressi del fiume Adda, in una posizione leggermente decentrata rispetto al cuore del centro storico medievale, rappresenta il miglior esempio di edificio barocco in città[87]. Completata nella prima metà del Settecento ad eccezione della facciata, la chiesa è caratterizzata da una navata unica con pianta ellittica[88]. Ospita alcuni affreschi di Carlo Innocenzo Carloni e una Deposizione attribuita a Robert De Longe, mentre l'altare è opera di Simone Cantoni[88].

  • Chiesa di Santa Chiara Nuova

È un ambiente di dimensioni raccolte che ospita notevoli testimonianze artistiche. Si trova in una via molto stretta, tipica della Lodi medievale. Il piccolo edificio è costituito da due corpi di fabbrica ben distinti, uno romanico e l'altro barocchetto.

  • Chiesa di San Cristoforo

Opera dell'architetto milanese Pellegrino Tibaldi e sconsacrata dal 1798[89], ha ospitato nel 1989 una grande mostra dedicata alla famiglia dei pittori Piazza da Lodi[90] e nel 2001 una rassegna sull'opera grafica dell'artista americano Andy Warhol[91].

  • Chiesa di San Gualtero

In stile neoclassico, venne edificata in un'area periferica nel 1835, in occasione della visita dell'imperatore d'Austria Ferdinando I[92]. L'edificio conserva le reliquie del santo lodigiano cui è dedicato[93].

Architetture civili

 
Palazzo Broletto, sede dell'amministrazione cittadina
  • Palazzo Broletto

Edificato nel 1284 a fianco della Cattedrale, dopo numerosi rimaneggiamenti si presenta in forme neoclassiche, come risulta evidente dal porticato e dalla loggia superiore (su cui si affaccia la prestigiosa Sala del Consiglio Comunale)[94]. Ai due lati del portico sono collocati il busto di Gneo Pompeo Strabone (a sinistra), che attribuì il titolo di municipium a Laus Pompeia, e quello di Federico Barbarossa (a destra), fondatore di Laus Nova[94].

  • Ospedale Maggiore

Il nucleo più antico dell'edificio risale al XV secolo[95]; la struttura venne successivamente ampliata e trasformata in ospedale[96]. La facciata in stile neoclassico venne realizzata alla fine del Settecento su disegno di Giuseppe Piermarini[95], lo stesso architetto del Teatro alla Scala di Milano. All'interno si trova un chiostro con portico, loggiato e decorazioni in cotto del Quattrocento[95].

Sorto nella seconda metà del XV secolo[97][98] nei pressi di piazza Ospitale, è il migliore esempio di dimora patrizia lodigiana[99]. La facciata è caratterizzata dalla presenza di una fascia marcapiano in terracotta, decorata con corone floreali e figure della mitologia marina (tritoni e naiadi)[100]; il portale è adornato da medaglioni che raffigurano Gian Galeazzo Visconti, Isabella d'Aragona, Francesco e Bianca Maria Sforza[99]. Il piano superiore è ricco di affreschi e decorazioni[99]. Secondo lo storico Giovanni Agnelli[101], vi soggiornò Francesco I re di Francia durante l'estate del 1509[97].

 
Palazzo Vistarini
  • Palazzo Vistarini

Sorto nel Trecento, deve il suo nome all'influente famiglia ghibellina che lo fece costruire[102]. Alla sua nascita, il palazzo occupava uno spazio molto maggiore di adesso, estendendosi da piazza della Vittoria fino a circa metà dell'attuale corso Vittorio Emanuele; parte di esso venne trasformato nella residenza privata di Giovanni Paolo Barni, quando questi divenne proprietario del palazzo[103]. Costruito secondo lo stile gotico, la facciata è in mattoni con monofore in cotto, e archi a sesto acuto nel portico sottostante[103]. Sulle volte di tale portico sono ancora presenti alcuni affreschi[103].

  • Teatro alle Vigne

L'attuale teatro in origine era una chiesa appartenente all’ordine religioso degli Umiliati (chiesa di San Giovanni e Ognissanti alle Vigne)[104]. Nel 1604, in seguito alla soppressione dell'ordine da parte di Papa Pio V, la struttura venne donata ai Barnabiti, i quali, su progetto dell'architetto Giovanni Ambrogio Mazenta[104], nel 1618 fecero apportare alcune modifiche secondo le esigenze di solennità della Controriforma: lo spazio interno fu trasformato in una grande aula e il presbiterio venne reso ben visibile da tutti. La chiesa fu quindi consacrata nel 1627[104], anche se i lavori continuarono fino al 1693, per poi riprendere nuovamente in periodo austriaco (1731-1734) quando furono rifatte le volte, il pavimento e la sagrestia[104]. Negli anni successivi la chiesa divenne sempre più ricca e sfarzosa grazie all'installazione delle campane (1752[104]) ed una serie di arredi e tappezzerie; tuttavia nel 1810, sul finire dell'epoca napoleonica, l'ordine fu sciolto e la chiesa, spogliata di tutti gli ornamenti, divenne prima deposito di granaglie, ed in seguito (1874) palestra[104]. Le operazioni di recupero iniziarono nel 1976, ma l'attività teatrale ebbe inizio solo nel 1985; il primo direttore artistico fu Carlo Rivolta[105].

  • Palazzo del Governo

Si tratta di uno degli edifici più eleganti della città; è un palazzo di notevoli dimensioni che occupa un intero isolato alle spalle del palazzo Municipale e si affaccia su piazza del Mercato. Realizzato nel 1929 su fondamenta di epoca medievale[106], l'immobile riassume stili differenti: in particolare, il bugnato dell'ordine inferiore richiama l'architettura veneziana. Dal 1995 è sede della Prefettura di Lodi[106].

 
Il ponte sull'Adda
  • Ex convento di San Cristoforo

Dopo un lungo restauro terminato nel 2004, è adibito a sede centrale della Provincia di Lodi; degno di nota è l'ampio chiostro interno.

È un ponte ad archi ribassati che, attraversando il fiume, collega il quartiere Borgo Adda con Revellino-Campo di Marte. Fu costruito nel 1864 per rimpiazzare l'originario ponte di legno dove si svolse la battaglia di Lodi, bruciato dalle truppe austriache nel 1859, durante la seconda guerra di indipendenza.

  • Centro direzionale della Banca Popolare di Lodi
File:Sede BPL.JPG
Il centro direzionale BPL

Progettato da Renzo Piano e sorto nei pressi della stazione ferroviaria a pochi passi dal centro storico, è una struttura di grandi dimensioni che rappresenta la costruzione più interessante della città sotto il profilo architettonico tra quelle della seconda metà del Novecento[107]. Il complesso si sviluppa su oltre tremila metri quadrati[108] e comprende diversi edifici che ospitano, oltre alla sede centrale della Banca, spazi sociali (come l'auditorium), negozi e bar. L'edificio principale presenta una facciata di oltre 250 metri di larghezza con pannelli modulari in cotto[108]. Lo spazio interno è in parte coperto da una tensostruttura in vetro e cavi d'acciaio[108], che si estende dall'edificio principale all'auditorium, una struttura circolare con circa 800 posti[108]; al centro è ospitata una fontana in movimento perenne creata dal giapponese Susumu Shingu[108]. Tra il 2005 e il 2006 il complesso ha ospitato un'importante mostra con opere di Tiziano, il Guercino, Lorenzo Lotto, Giorgio de Chirico e Andy Warhol[109]. È stato inoltre scelto come ambientazione per alcuni spot pubblicitari[110].

Architetture militari

 
Lavori di demolizione del forte Revellino (attuale piazzale Crema), nel luglio 1872
  • Mura di Lodi

La prima opera difensiva della città (già protetta su tre lati dalle paludi dell'Adda) consisteva in una semplice palizzata di legno protetta da un fossato nel quale fu fatta scorrere la roggia Molina; in questo modo la cittadina era diventata praticamente un'isola[111]. La costruzione delle mura ebbe inizio il 3 agosto 1160, alla presenza di Federico Barbarossa, del vescovo Alberigo Merlino e dell'architetto cremonese Tinto Muso de Gata, e terminò nel 1211[112]. Queste erano alte almeno sei o sette metri e i merli erano a coda di rondine in quanto la città era ghibellina[113]. Nel periodo sforzesco i sistemi di protezione si svilupparono particolarmente nei pressi del fiume, con la costruzione del rivellino sulla sponda cremasca e delle due torri alle estremità del ponte sull'Adda[46]. Nel 1607, in epoca spagnola, furono edificati dei baluardi molto estesi che si estendevano verso la campagna, dando alla città una struttura "stellata". Divenuti obsoleti ed inutilizzabili, in epoca austriaca furono abbattuti rapidamente a metà del Settecento, sostituiti dalla strada di circonvallazione, che nel settore meridionale fu disegnata come doppio "passeggio pubblico". Le mura antiche furono demolite in gran parte nel XX secolo a causa dell'espansione edilizia; al giorno d'oggi ne rimangono tracce in diversi punti della città, ad esempio la Specola di San Vincenzo nei pressi del parco Isola Carolina.

Si tratta di una tipica fortezza medievale, andata in buona parte distrutta; il suo alto e massiccio Torrione è uno dei simboli più noti della città[114]. Nell'edificio, storica residenza del duca di Milano Francesco Sforza[47], fu firmata la pace di Lodi[14][115][116] del 9 aprile 1454. Il Castello Visconteo non può essere visitato poiché è occupato dagli uffici della Questura di Lodi.

 
Porta Cremona
  • Porta Cremona

In epoca medievale, per accedere alla città da sud bisognava attraversare un ponte levatoio sulla roggia Molina, e quindi la porta detta "cremonese". Per difendere e controllare il territorio della sottostante palude di Selvagreca, l’imperatore Federico II, nipote di Federico Barbarossa, nel 1234 fece erigere in questa zona anche un castello che ebbe però vita breve: dopo la morte dell'imperatore, nel 1251 i Milanesi, entrati in città con l'aiuto di Sozzo Vistarini, ne imposero la distruzione. Al giorno d'oggi, dalla scalinata che porta il nome dell'imperatore si può vedere una torretta di guardia, detta specola. La porta cremonese presenta tre ingressi: quello centrale veniva utilizzato dai carri con le merci e dai nobili a cavallo, e veniva chiuso con un portone in legno al tramonto, i due laterali erano riservati ai pedoni. L'aspetto attuale è dovuto al completo rifacimento realizzato tra il 1790 e il 1792 dall'architetto Antonio Dossena.

Vie e piazze

 
Piazza della Vittoria

Denominata piazza Maggiore fino al 1924[94], rappresenta il cuore della città[75]: su di essa si affacciano, in particolare, la Basilica Cattedrale della Vergine Assunta ed il palazzo Municipale (palazzo Broletto)[103]. Caratterizzata da una pianta quadrangolare[75], è un raro esempio di piazza porticata su tutti i quattro lati[117]. Tale singolare peculiarità, unita all'eleganza dei palazzi che vi si affacciano (molto vari per colori e dimensioni) la rende un luogo particolarmente suggestivo, tant'è che il Touring Club Italiano l'ha inserita nel 2004 nella lista delle piazze più belle d'Italia[118]. La selciatura della piazza, nel tipico "ricciato" lombardo costituito da ciottoli di fiume, risalirebbe al 1471[119] oppure, secondo alcune fonti[75], al XVIII secolo.

 
Piazza Broletto
  • Piazza Broletto

Di dimensioni ridotte, è una piazza di forma trapezoidale, chiusa tra i portici di palazzo Broletto e il fianco sinistro del Duomo[94]. In epoca medievale essa rappresentava il fulcro della vita pubblica cittadina[120], ora è sede dell'autorità municipale[121]. Al centro è collocata una fontana in marmo rosa di Carrara, ricavata dal fonte battesimale della Cattedrale e risalente al XIV secolo[94]. È un'area pedonale.

  • Piazza del Mercato

È una piazza di forma rettangolare, anch'essa pavimentata con il tipico "ricciato", su cui si affacciano l'abside del Duomo, un'ala secondaria di palazzo Broletto, il palazzo del Governo ed il palazzo Vescovile[122]. È adibita a parcheggio pubblico ad eccezione dei giorni di sabato e domenica nei quali si tiene, come da tradizione, il mercato ambulante (in mattinata)[123].

  • Piazza Castello

Si tratta di una piazza di dimensioni piuttosto ampie, adibita ad area pedonale ad eccezione della fascia centrale che è aperta al traffico veicolare; prende il nome dal Castello Visconteo che vi si affaccia[75][124]. Spicca inoltre una statua dedicata a Vittorio Emanuele II, celebrativa dell'unità d'Italia[75][124]. La piazza confina con il Parco dell'Isola Carolina[75].

 
Scorcio di Piazza Ospitale
  • Piazza Ospitale

Chiamata comunemente piazza San Francesco, è cantata in molte opere della poetessa Ada Negri[125]. La suggestione di questa piazza rettangolare, anch'essa pavimentata con il "ricciato" ed adibita ad area pedonale, deriva dalla presenza dell'originale chiesa di San Francesco e della facciata dell'Ospedale Maggiore[119]; vi si trova inoltre una statua raffigurante Paolo Gorini[75].

  • Piazza San Lorenzo

Si tratta di una piazza molto piccola, quasi nascosta tra un intrico di vie strette e tortuose tipiche del centro storico medievale di Lodi[76]; la sua atmosfera raccolta ma luminosa ricorda un campiello veneziano[76][119]. La piazza prende il nome dall'omonima chiesa che vi si affaccia[76] ed è anch'essa un'area pedonale.

  • Corso Roma

Ha origine da piazza della Vittoria ed è molto frequentato in virtù delle numerose attività commerciali[75]. Analogamente ad altre vie del centro cittadino, offre quale principale motivo di interesse la presenza dei palazzi in stile liberty e dei suggestivi cortili interni delle abitazioni signorili[107].

Aree naturali

  • Parco dell'Isola Carolina

Situato a ridosso del centro storico, nelle immediate vicinanze di piazza della Vittoria e di piazza Castello, deve il suo nome alla Cascina Carolina che a sua volta fu battezzata così nel 1825 in onore di Carolina Augusta di Baviera, moglie dell'imperatore Francesco I d’Austria[126]. Il parco ha una superficie di circa 50.000 metri quadrati[126] e venne realizzato a metà degli anni cinquanta del XX secolo grazie ad una donazione di Enrico Mattei che volle in questo modo ricompensare la città presso la quale erano stati scoperti degli importanti giacimenti di gas naturale[126][127]. Mattei non badò a spese e fece piantumare delle essenze di notevole interesse botanico[128], selezionate presso il lago di Como[126]. Attualmente ospita la sede del Parco Adda Sud.

 
I giardini pubblici di viale IV Novembre
  • Giardini pubblici di viale IV Novembre

Sono collocati quasi nel cuore del centro cittadino: occupano l'area che costituisce lo spianamento del fossato in cui sino agli anni trenta del Novecento scorreva la roggia Molina[129], che tra il 1931 ed il 1937 venne canalizzata e coperta[130] grazie all'ambizioso progetto dell'architetto locale Giovanni Fugazza. Il nucleo originario dei giardini risale però al 1835, anno della visita alla città da parte dell'imperatore Ferdinando I d'Austria[130][131]. Nel corso del biennio 2008-2009, la zona è stata oggetto di una profonda riqualificazione[130].

  • Lungo Adda Bonaparte

Permette di passeggiare nei pressi del fiume Adda, a contatto con la vegetazione fluviale[132]; era uno dei luoghi prediletti dal poeta Giosuè Carducci quando visitava Lodi[133].

  • Bosco del Belgiardino

Si tratta di una piccola oasi naturalistica situata sulle rive dell'Adda[134], al confine con il territorio di Montanaso Lombardo; dall'area hanno inoltre origine numerosi sentieri che permettono di visitare i boschi circostanti, parzialmente trasformati in orto botanico[134], in cui inoltre vivono uccelli acquatici come gallinelle d'acqua, anatre, folaghe e tuffetti[135]. Durante l'estate diventa un centro ricreativo grazie alla presenza di una piscina gestita dal Comune di Lodi[134]. Vi è inoltre attivo un centro F.I.C.K. che organizza corsi di avviamento alla pratica della canoa[136].

  • Foresta di pianura

È un'area di notevole interesse naturalistico, realizzata a cura della Provincia di Lodi grazie a fondi della Regione Lombardia[137]. Situata nelle vicinanze del centro abitato, può essere visitata grazie alla presenza di percorsi ciclo-pedonali[137]. Si tratta di un rimboschimento realizzato con specie arboree ed arbustive autoctone[138], con destinazione giuridica permanente a bosco[139].

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[140]

Etnie e minoranze straniere

Evoluzione della popolazione straniera[141]
Anno Popolazione
straniera
Percentuale
del totale
[142]
2001 1.230[143] 3,0%[143]
2002 1.588[144] 3,8%[145]
2003 2.315[146] 5,5%[147]
2004 2.697[148] 6,3%[149]
2005 3.007[150] 7,0%[151]
2006 3.302[152] 7,7%[153]
2007 3.984[154] 9,2%[155]
2008 4.578[156] 10,5%[157]

Come molti altri centri dell'Italia settentrionale, nel XXI secolo Lodi è diventata una città multietnica con una presenza significativa di cittadini provenienti dall'estero: risultano infatti residenti nel territorio comunale 4.578 stranieri[156], che rappresentano il 10,5%[157][158] della popolazione totale. Tra gli abitanti stranieri, 615 sono nati in Italia[156]. Le dieci comunità più numerose sono le seguenti[156]:

Tradizioni e folclore

La festa di san Bassiano

Il 19 gennaio di ogni anno si svolge la festa patronale di san Bassiano[159]. Le celebrazioni religiose si aprono la sera precedente in Cattedrale, dove ha luogo la veglia diocesana presieduta dal vescovo[159]. La giornata festiva propriamente detta ha invece inizio la mattina del 19 gennaio, con il corteo delle autorità civiche da palazzo Broletto al Duomo, accompagnate da figuranti in costume medievale[159]; nella cripta, dove sono custodite le spoglie del santo, vengono pronunciati i discorsi ufficiali del sindaco e del vescovo[159]. Dopo la messa solenne, sotto i portici di palazzo Broletto ha luogo la distribuzione gratuita di "büšèca" (la trippa cucinata alla lombarda con pancetta, verdure e fagioli[160]), caldo e vin brulé[159]; contemporaneamente, nell'arco di tutta la giornata, in piazza della Vittoria si tiene la tradizionale fiera di san Bassiano[159]. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione dei vespri, si svolge infine la cerimonia di consegna delle onorificenze civiche e del premio "Il Fanfullino della riconoscenza"[159], attribuito ai lodigiani che si distinguono nei campi dell'impegno sociale e della promozione culturale o scientifica[161].

La festa di santa Lucia

Lodi è una delle città del nord Italia in cui santa Lucia è venerata come portatrice di doni[162]: secondo la tradizione, nei giorni antecedenti la ricorrenza del 13 dicembre, i bambini elencano i regali desiderati in una lettera che dev'essere poi inserita nell'urna collocata per l'occasione in Duomo, ai piedi della statua della santa[163]. I preparativi per la festa hanno inizio in uno dei primi pomeriggi del mese, quando in città si svolge la "veglia di santa Lucia", una manifestazione riservata ai bambini della scuola primaria e dell'infanzia[164]. Inoltre, dall'8 dicembre[165] alla mezzanotte del 12 dicembre[166][167], in piazza della Vittoria si tiene l'antica fiera di santa Lucia, con bancarelle per la vendita di giocattoli, dolciumi e articoli di artigianato[162][168].

Il mercato

Il mercato ambulante del centro storico è una delle tradizioni popolari più antiche e significative della città[122]. Al sabato e alla domenica si svolge nell'omonima piazza, mentre al martedì e al giovedì ha luogo in piazza della Vittoria[123]. È costituito da un numero di banchi variabile tra 75 e 78[169]; presso quelli specializzati in generi alimentari è possibile trovare i prodotti tipici della cucina locale[122].

Qualità della vita

Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Qualità della Vita (Italia Oggi) Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente)
2004 73ª (- 17)[170] 44ª (+ 8)[171] 17ª[172]
2005 59ª (+ 14)[173] 24ª (+ 20)[174] 60ª (- 43)[175]
2006 42ª (+ 17)[176] 35ª (- 11)[177] 33ª (+ 27)[178]
2007 48ª (- 6)[179] 28ª (+ 7)[180] 61ª (- 29)[181]
2008 60ª (- 12)[182] 84ª (- 56)[183] 61ª (+ 0)[184]
2009 -- -- 51ª (+ 10)[185]
2010 -- -- 60ª (- 9)[186]

Cultura

Biblioteche

La Biblioteca comunale laudense ha antiche origini e fu aperta al pubblico nel 1792[187]: la sua sezione storica cusodisce circa 11.000 volumi tra incunaboli, cinquecentine, codici miniati e manoscritti, oltre a preziose stampe e carte geografiche[187][188]. Il fondo moderno è invece costituito da più di 85.000 volumi[187].

Università e ricerca scientifica

 
L'ingresso del Parco Tecnologico Padano

Dal 2005[189] è attivo a Lodi un polo scientifico-universitario, composto dal Parco Tecnologico Padano[190] e da alcune strutture dell'Università degli Studi di Milano[191][192].

Il Parco Tecnologico Padano è uno dei più importanti centri di ricerca a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari[18][19][193]; esso è costituito da tre elementi chiave[194]: il Centro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico nel Campo Zootecnico ed Agroalimentare (CERSA) per le attività di ricerca da parte di ricercatori e imprese; la Casa dell'Agricoltura per il rapporto tra i ricercatori e il mondo agricolo; l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la sanità degli animali e il controllo degli alimenti.

Il polo dell'Università degli Studi di Milano comprende un ospedale veterinario per grandi animali[195], costituito da strutture didattiche e cliniche per equini, bovini e suini, accanto al quale è in costruzione un centro zootecnico didattico-sperimentale[192]. Sono inoltre presenti alcuni laboratori appartenenti alla Facoltà di Agraria[192].

A Lodi è attivo anche il corso di laurea in infermieristica dell'Università degli Studi di Pavia[196].

Scuole

Nel territorio comunale sono presenti 17 scuole dell'infanzia, 12 scuole primarie, 6 scuole secondarie di primo grado, 9 scuole secondarie di secondo grado e 3 centri di formazione professionale[197].

Musei

Hanno sede in città alcuni importanti musei, tra cui il museo civico[198], la collezione anatomica "Paolo Gorini"[199], il museo di scienze naturali[200], il museo del tesoro del Tempio dell'Incoronata e il museo diocesano di arte sacra.

Cucina

La gastronomia lodigiana è caratterizzata da numerosi elementi tipici, tra cui:

Personalità legate a Lodi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Personalità legate a Lodi.

Sono numerose le personalità significative che a Lodi sono nate, hanno vissuto a lungo oppure hanno stabilito dei saldi rapporti con la città.

Eventi

Il Palio dei Rioni

Dal 1986 ha luogo ogni anno il Palio dei Rioni[206], una rievocazione storica che consiste in una serie di sfide tra gli antichi quartieri della città. La giornata del Palio inizia nella Cattedrale, con una messa solenne presieduta dal vescovo; in seguito alla sfilata in costume tradizionale, si svolge la gara degli anelli, durante la quale un fantino monta su un cavallo di legno e ferro[207] e, spinto da due atleti, deve cercare di infilare con la sua lancia quattro anelli posti ai vertici del quadrilatero di piazza della Vittoria, nel minor tempo possibile. La competizione prosegue poi con la "cursa dei cavài"[208], nella quale i concorrenti devono far percorrere tre giri della piazza al cavallo montato dal fantino cercando di arrivare per primi al traguardo posizionato davanti al sagrato del Duomo. Il rione proclamato vincitore in base alla classifica delle varie prove riceve "El Bastón de San Bassan"[209] dalle mani del sindaco della città. Negli anni passati, la graduatoria finale era determinata anche dal alcune competizioni sportive che si svolgevano sul fiume Adda durante l'estate, tra cui una gara di canoa ed una di "biciclette fluviali"[210].

Rassegne culturali

 
Gli spettatori assiepati sul ponte per assistere allo spettacolo pirotecnico in occasione della terza Notte bianca del 18 luglio 2009
  • Il Festival dei sette peccati capitali[212], promosso dal comune, si è articolato in sette edizioni che hanno avuto luogo nella primavera di ogni anno dal 2003 al 2009, richiamando oltre 20.000 presenze per ognuno degli episodi[213]. Ciascuna delle sette edizioni è stata caratterizzata da eventi culturali, dibattiti, mostre e laboratori[214] dedicati ad uno dei sette vizi capitali della tradizione filosofica occidentale.
  • Dal 2003 Lodi ospita annualmente il Trompe-l'œil Festival, una manifestazione che accoglie opere di esponenti internazionali della tecnica artistica del trompe-l'œil[215].
  • Il 21 luglio 2007 si è tenuta in città la prima Notte bianca del Palio[216]; l'evento, organizzato dall'assessorato alla cultura, si è ripetuto in altre due occasioni. Nell'edizione del 18 luglio 2009 si è svolta in contemporanea la Notte bianca della cultura, durante la quale i principali monumenti e musei della città sono rimasti aperti fino all'una di notte.
  • Ogni anno il comune organizza la rassegna estiva Lodi al Sole, nell'ambito della quale si svolge anche il Lodi Blues Festival[217]. L'edizione del 2009 è stata caratterizzata da oltre ottanta eventi[218] distribuiti nell'arco di tre mesi, e ha visto il coinvolgimento stimato di 70.000 spettatori[219].

Geografia antropica

Urbanistica

Nei primi secoli di vita della città, lo sviluppo urbanistico procedette lentamente[220]: il corpo di fabbrica della Cattedrale, la cui costruzione fu intrapresa tra il 1158 ed il 1160, venne completato oltre cento anni dopo, se si escludono i rimaneggiamenti successivi; alla fine del XII secolo sorse la chiesa di San Lorenzo, mentre San Francesco ed il primo nucleo di palazzo Broletto risalgono agli ultimi decenni del Duecento[220]. Il secolo seguente ha lasciato in eredità il palazzo Vistarini, il Castello e la chiesa di Sant'Agnese[220]. Nel tardo Quattrocento, ricordato come il periodo di massimo splendore della città[13], sorsero numerosi nuovi edifici, tra cui il palazzo Mozzanica, l'Ospedale Maggiore ed il Tempio Civico dell'Incoronata[220]; nella stessa epoca fu consolidato il sistema di fortificazioni difensive[46] che risaliva agli inizi del Duecento[112]. Tra Cinquecento e primo Settecento, infine, videro la luce il complesso di San Cristoforo ed il palazzo Modignani[220].

 
Mappa della città nel 1753

L'aspetto attuale del centro storico, tuttavia, si deve prevalentemente alle opere compiute tra Settecento e Ottocento, che alterarono la struttura urbanistica originaria dell'antico nucleo medievale di Lodi[221]. Durante l'epoca austriaca, in particolare, grazie alla ripresa economica si registrò un forte sviluppo edilizio[221] che trasformò il volto della città nel segno dell'architettura tardo-barocca: vennero edificate le nuove chiese di Santa Maria del Sole[116], Santa Maria Maddalena[88] e San Filippo[81], mentre il palazzo Vescovile fu interamente ristrutturato[82]. Numerosi monasteri ed edifici religiosi minori vennero sconsacrati ed in alcuni casi demoliti per fare spazio a nuove abitazioni private; le vie principali, inoltre, furono allargate mediante la rimozione dei paracarri e l'abbattimento dei portici[221]. Risale al medesimo periodo l'apertura dei primi due cimiteri suburbani di Riolo e di San Fereolo[222]. Si procedette anche alla demolizione dei baluardi costruiti durante la dominazione spagnola del Seicento[223]; al loro posto venne disegnata una strada di circonvallazione lunga 3.700 metri, che raccordava tutte le porte della città, impiegate da secoli come barriere daziarie[224]. Nel 1835, il segmento meridionale della circonvallazione fu trasformato in "passeggio pubblico"[131][225].

A metà dell'Ottocento, l'abitato di Lodi era ancora interamente racchiuso entro le mura medievali[226]; all'esterno del perimetro della città murata, oltre a numerosi cascinali[227], si trovavano alcuni borghi (San Grato, San Fereolo e San Bernardo), posti in corrispondenza degli incroci stradali tra la viabilità regionale e quella locale, ad una distanza variabile tra i 2 e i 5 km dal centro cittadino[228]. Questo articolato assetto urbanistico venne modificato nel 1861 dall'apertura della linea ferroviaria Milano-Bologna, che toccava Lodi lambendo la parte meridionale del nucleo abitato: la strada ferrata, infatti, rappresentò l'ostacolo principale quando, nei decenni successivi, la città cominciò con lentezza ad espandersi nelle aree limitrofe all'anello di circonvallazione delle mura[229].

 
Case popolari edificate nel "villaggio Oliva", così chiamato dal nome del sindaco dell'epoca (1951)

Tra il 1864 e gli inizi del Novecento vennero realizzati numerosi interventi urbanistici: dei due cimiteri di Riolo e San Fereolo, venne ampliato il primo mentre l'altro fu dismesso; nel 1886 fu intrapresa inoltre la costruzione del Cimitero Monumentale (più noto come "Maggiore")[230]. Per quanto riguarda la rete stradale, le opere più importanti furono l'edificazione del nuovo ponte sull'Adda in muratura[222][231], la riqualificazione della zona di piazza della Vittoria[232], l'ampliamento di piazza Ospitale e la costruzione di un asse viario tra la stazione ferroviaria e il centro storico, con l'apertura di viale Dante e di piazza Castello[233]. A livello di infrastrutture, nel 1880 furono inaugurate quattro tranvie extraurbane a vapore: la Milano-Melegnano-Lodi, la Lodi-Treviglio-Bergamo, la Lodi-Sant'Angelo e la Lodi-Crema-Soncino[233]. Nel medesimo periodo, ebbe luogo un rapido processo di urbanizzazione del quadrilatero compreso tra il pubblico passeggio e la ferrovia: ad alcuni insediamenti produttivi, si aggiunse nel 1904 il primo lotto di abitazioni popolari[234]. Contemporaneamente, ancora più a sud, sorsero i primi grandi complessi industriali: il Linificio Canapificio Nazionale in zona San Fereolo e le Officine Meccaniche Lodigiane presso la località Camolina[235].

Dopo una fase di moderata crescita tra gli anni venti e la seconda guerra mondiale[236], a partire dal 1955 lo sviluppo della città si fece sempre più rapido e cominciò ad interessare entrambe le sponde dell'Adda[222]: vennero creati nuovi quartieri, tra cui quello delle "case Fanfani" (ad ovest del centro storico) ed il "villaggio Oliva" (a sud-ovest), entrambi realizzati nell'ambito del piano INA-Casa[237]. Tra gli anni settanta e i duemila, oltre al compimento di un sistema di strade tangenziali, ebbe luogo la dismissione di gran parte del patrimonio edilizio industriale, riconvertito in nuove aree residenziali[238].

Frazioni

 
La chiesa di santa Maria Bambina nella frazione San Grato

Altre località del territorio

Economia

Agricoltura e allevamento

 
Una cascina situata alle porte della città

L'agricoltura e l'allevamento sono di fondamentale importanza per Lodi e per il suo territorio fin dal Medioevo[16]. A testimonianza di quanto il settore primario sia tuttora significativo, i dati[250] riferiscono di 1.786 aziende[251] nel territorio della provincia che producono soprattutto mais (47% della superficie agricola utile[251]) e foraggi (24% della SAU[251]). Per quanto riguarda il territorio comunale, sono attive invece 84 aziende[252] e la superficie agricola utile è costituita da 2.130 ettari[252], dei quali il 48% coltivati a mais[252]. Sono presenti inoltre 5.495 capi bovini[252] e 23.362 capi suini[252].

Anche per questi motivi, Lodi è la sede dell'Istituto Sperimentale per le Colture Foraggere[253][254], retto dal 1948 al 1976 dall'illustre agronomo Giovanni Haussmann[255][256].

Per garantire e promuovere le eccellenze del settore, oltre che tutelare il benessere degli animali, dell'ambiente e la salute dei consumatori, nel 2004 è stato fondato il comitato del marchio "Lodigiano Terra Buona"[257].

Industria e artigianato

 
Un vassoio in maiolica policroma realizzato a Lodi nel Settecento

I primi stabilimenti industriali nati a Lodi erano legati alla trasformazione dei prodotti del settore primario: il Lanificio Varesi (1868)[16], la Polenghi Lombardo che fu la prima azienda in Italia a trattare a ciclo completo il latte (1870)[16], le Officine Sordi che costruivano macchine per il settore lattiero-caseario (1881)[16], il Linificio Canapificio Nazionale (1909)[16]. Tra le altre industrie presenti in città, particolarmente sviluppato era il settore meccanico: erano attive ad esempio le Officine Meccaniche Lodigiane (1908)[16], le Officine Meccaniche Folli-Gay (1922)[16], le Officine Curioni Spa (1925)[16] e le Officine Elettromeccaniche Adda (1926)[16]. Queste ultime negli anni ottanta furono acquistate dalla multinazionale ABB[258], che nel 1994 vi trasferì il proprio centro mondiale per la costruzione di trasformatori, di interruttori per l'alta tensione e di sottostazioni elettriche[258]; nel 2003 l'impresa contava circa circa 270 dipendenti[258].

Nel 1945 si cominciò ad estrarre il gas metano dai pozzi della vicina Caviaga e a sperimentarne le applicazioni nel locale centro studi dell'Agip. Il cane a sei zampe, logo della compagnia, sarebbe ispirato al fantastico drago Tarantasio che avrebbe infestato il lago Gerundo: quando fu scoperto il metano in quelle zone, infatti, si immaginò che l'animale, un tempo guardiano delle paludi e poi scomparso sotto terra dopo la loro bonifica, fosse riapparso in forma di gas[259]. Lodi fu la prima città in Italia a servirsi del metano per usi domestici e industriali[8]. Sempre nell'ambito dell'industria petrolchimica, dal 1963[260] ha sede a Lodi la Viscolube che si occupa di riciclaggio di oli lubrificanti usati, attraverso un processo di ri-raffinazione. Nel 2007 il fatturato è stato di 100 milioni di euro e l'azienda ha impiegato 170 dipendenti[261].

Al confine del territorio municipale di Lodi, in un'area di competenza dei comuni di Montanaso Lombardo e Tavazzano con Villavesco, sorge una grande centrale termoelettrica di proprietà della E.ON[262], alimentata a gas naturale e olio combustibile[263]. La centrale, con una produzione di 1.480 MW[262] è una delle più importanti d'Italia[264] e conta 263 dipendenti[263]. Il primo nucleo, realizzato nel 1952 nell'ambito del Piano Marshall[265], fu inaugurato da Enrico Mattei e dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi[266]; gli impianti attuali sono stati attivati in diversi scaglioni tra il 1981 e il 2005[262][266]. La centrale preleva l'acqua di raffreddamento dal canale Muzza[266], dal canale Belgiardino e dal fiume Adda[262].

Al giorno d'oggi le industrie più sviluppate sono quella casearia (il Lodigiano è una delle 14 aree in cui è concentrata la produzione del Grana Padano[203]) e quella artigianale, in particolare nei settori della ceramica (quella prodotta nei laboratori della Ceramica Artistica Lodigiana "Vecchia Lodi" è certificata con il marchio DOC[267][268]) e della cosmesi ("L'Erbolario"[269]).

Servizi

File:Lodi CentroComm MyLodi.JPG
Il centro commerciale "MyLodi" con la torre costruita alla fine degli anni settanta che ospiterà la sede della società Zucchetti[270]

Tra le più importanti imprese dell'ambito dei servizi c'è Zucchetti, che opera nel settore del software e hardware a supporto di aziende; con 1.800 addetti (di cui 900 solo a Lodi[271]) e oltre 60.000 clienti, è uno dei leader italiani nel campo informatico[272].

Lodi ha inoltre una notevole attività bancaria: la Banca Popolare di Lodi, fondata da Tiziano Zalli nel 1864, è stata la prima banca popolare sorta in Italia[273]. Attualmente fa parte del Gruppo Banco Popolare, terzo gruppo bancario in Italia, e il più grande tra quelli di matrice popolare[274].

Nel 1997, Lodi fu una delle prime città ad essere cablata con la fibra ottica nell'ambito del progetto Socrate di Telecom Italia, finalizzato a creare una rete per la TV via cavo e per la trasmissione di dati[275].

Negli anni duemila, la città ha beneficiato di una crescita economica notevole grazie agli scambi commerciali, alla rivisitazione del sistema di tangenziali, allo sviluppo di tecnologie per l'ambiente (grazie alla discreta quantità di rifiuti riciclati che i lodigiani producono[276] e alla tecnologia del teleriscaldamento[277]).

Turismo

Nel 1999 Lodi entrò a far parte del circuito delle Città d'arte della Pianura Padana[278][279]. Dagli anni duemila il turismo ha rappresentato un settore in forte espansione sul territorio[20]: nel 2006, ad esempio, sono stati registrati 137.000 arrivi[20], con un incremento del 116% rispetto a tre anni prima[20].

Oltre al turismo culturale, particolarmente importante è quello naturalistico, in virtù anche dell'efficiente rete ciclabile che dal capoluogo si diparte in tutto il territorio[280]. Il turismo enogastronomico si concentra soprattutto nei mesi di ottobre e novembre, durante i quali – a partire dal 1988 – si svolge la Rassegna Gastronomica del Lodigiano[281].

Infrastrutture e trasporti

Strade

Lodi è un nodo stradale di importanza regionale: la città è raggiunta dalla strada statale   Via Emilia e da numerose strade provinciali tra cui la ex SS 235 Pavia-Brescia e la ex SS 472 Treviglio-Lodi. Le strade convergenti sulla città sono raccordate dalle tangenziali Sud ed Est, che formano un semi-anello (interrotto nel settore nord-ovest) con caratteristiche di superstrada[23].

Nelle vicinanze transita inoltre l'Autostrada del Sole  ; l'uscita Lodi, posta nel territorio comunale di Pieve Fissiraga, si trova 6 km a sud-ovest della città.

Ferrovie

 
La stazione di Lodi è situata nei pressi del centro storico cittadino

La stazione di Lodi è posta sulla ferrovia Milano-Bologna ed appartiene al circuito Centostazioni; è servita principalmente da treni regionali (linee Milano-Piacenza-Parma e Milano-Cremona-Mantova) e da alcuni treni a lunga percorrenza. Il traffico è prevalentemente pendolare verso il capoluogo lombardo; la stazione serve un ampio bacino d'utenza[282] proveniente dai paesi limitrofi e dal Cremasco. Nelle "ore di morbida", la stazione è capolinea della linea   del servizio ferroviario suburbano di Milano[283].

Mobilità urbana

Autobus

La città è dotata di una rete urbana di autobus gestita dalla società LINE S.p.A., che fornisce il servizio attraverso le corse di cinque linee[284]:

  • linea 1: Olmo – San Grato;
  • linea 2: Chiosino – Riolo;
  • linea 3: Albarola – Ospedale – Tribunale – Albarola;
  • linea 4: Ferrovia – Polo Universitario;
  • linea 5: via Massena – Ospedale – centro storico.

La LINE adempie anche alla gestione di numerose linee interurbane aventi in massima parte Lodi come capolinea[285]. I collegamenti con i principali centri abitati della provincia e della regione sono assicurati anche dalle autolinee S.T.A.R. Lodi (acronimo di Società Trasporti Automobilistici Regionali), che dal 1922 hanno sede in città[286].

Piste ciclabili e bike sharing

Secondo i dati forniti da Legambiente[287], Lodi è la terza migliore città italiana nella classifica relativa al cosiddetto "indice di ciclabilità", un indicatore che prende in considerazione l'estensione delle piste ciclabili e delle zone in cui il limite massimo di velocità è ridotto a 30 chilometri orari[288].

Dal 2003 è attivo inoltre un servizio gratuito di bike sharing[289]. Le biciclette a disposizione degli utenti sono 88[289], distribuite in 11 postazioni di noleggio[290]: stazione ferroviaria; viale Dante Alighieri; piazza Castello; piazzale XXV Aprile; parcheggio dell'Ospedale; parcheggio di via Massimo d'Azeglio; parcheggio di via Vecchio Bersaglio; centro commerciale "MyLodi"; viale Italia; viale Pavia; via Felice Cavallotti.

Zona a traffico limitato

Una parte del centro storico della città[291] è permanentemente interdetta alla circolazione e alla sosta di tutti i veicoli a motore[292], fatta eccezione per i mezzi di trasporto pubblico, i mezzi di soccorso e di servizio[293], i veicoli adibiti al trasporto di persone diversamente abili, i commercianti e i residenti muniti dell'apposita autorizzazione[294]. Quest'area è denominata Zona a traffico limitato[291]. Gli accessi sono sorvegliati mediante un sistema elettronico di controllo[295].

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione Il comune fa parte del consorzio di gestione del Parco Adda Sud[296], la cui sede si trova a Lodi[296][297].

Amministrazioni precedenti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Lodi.
 
Divisione del suburbio di Lodi prima del 1840, con i tre chiosi e i tre comuni esterni

La storia amministrativa del comune di Lodi dall'istituzione della Repubblica Italiana ad oggi può essere suddivisa in due fasi: per i primi trent'anni si sono succeduti esclusivamente sindaci della Democrazia Cristiana, mentre dal 1975 in avanti la città è stata amministrata prevalentemente da esponenti di sinistra o di centro-sinistra[298].

Gemellaggi

Variazioni territoriali

Nel 1877 vennero annessi al territorio municipale i comuni suburbani di Chiosi Uniti con Bottedo[302][303] e Chiosi d'Adda Vigadore[304][305]. Il termine "chiosi", di origine dialettale, indicava le terre agricole circostanti la città di Lodi[306], analogamente ai più noti Corpi Santi intorno a Milano.

Sport

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sport a Lodi.

Lo sport a Lodi si articola in numerose attività[307]. Società e atleti lodigiani hanno conseguito titoli a livello italiano ed internazionale.

La disciplina sportiva più seguita è per tradizione l'hockey su pista[308][309]. La principale squadra della città, l'Amatori Lodi, ha conquistato uno Scudetto, una Coppa Italia, una Coppa CERS[310] e una Coppe delle Coppe[311]. L'attività maggiormente praticata resta tuttavia il calcio[307]; la società lodigiana A.C. Fanfulla fu protagonista nel campionato di Serie B tra gli anni trenta e gli anni cinquanta, conquistando poi nel 1984 una Coppa Italia di Serie C[312].

In città ci sono molti impianti sportivi, tra cui lo Stadio Dossenina, riservato al gioco del calcio[307].

Note

  1. ^ Lodi, su dizionario.rai.it, RAI – Radiotelevisione ItalianaDizionario italiano multimediale e multilingue d'ortografia e di pronunzia. URL consultato l'11-06-2009.
  2. ^ Bruno Pezzini, Dizionario del dialetto lodigiano, Lodi, Il Cittadino, 2000. ISBN non esistente.
  3. ^ Il titolo di "Città del Regno Lombardo-Veneto" venne riconosciuto a Lodi con la Imperial Regia Patente del 24 aprile 1815.
  4. ^ Marco Meriggi, Il Regno Lombardo-Veneto, in Storia d'Italia, Vol. 18, tomo II, UTET 1987. ISBN 8802040435.
  5. ^ Bilancio demografico mensile: popolazione residente al 30-06-2009, su demo.istat.it, Istituto Nazionale di Statistica, 23-11-2009. URL consultato il 23-11-2009.
  6. ^ Decreto legislativo 6 marzo 1992, n. 251, su italgiure.giustizia.it, ItalgiureWebCentro elaborazione dati della Corte Suprema di Cassazione. URL consultato il 27-01-2009.
  7. ^ Cenni storici della Provincia di Lodi, su provincia.lodi.it, Provincia di Lodi. URL consultato il 27-01-2009.
  8. ^ a b c d Cenni storici, su comune.lodi.it, Comune di Lodi. URL consultato il 19-09-2009.
  9. ^ [[#CITEREFagebassi|Agenore Bassi, Storia di Lodi]], pagg. 30-31.
  10. ^ a b [[#CITEREFagebassi|Agenore Bassi, Storia di Lodi]], pagg. 17-18.
  11. ^ [[#CITEREFagebassi|Agenore Bassi, Storia di Lodi]], pagg. 18-19.
  12. ^ a b c [[#CITEREFagebassi|Agenore Bassi, Storia di Lodi]], pag. 26.
  13. ^ a b c [[#CITEREFagebassi|Agenore Bassi, Storia di Lodi]], pagg. 55-59.
  14. ^ a b c [[#CITEREFagebassi|Agenore Bassi, Storia di Lodi]], pag. 55.
  15. ^ a b Enciclopedia Generale Garzanti, Milano, Garzanti Libri, 2005.
  16. ^ a b c d e f g h i j Angelo Stroppa, Le risorse, su turismo.provincia.lodi.it, Provincia di Lodi. URL consultato il 01-10-2009.
  17. ^ Inaugurato il Parco Tecnologico Padano, su provincia.lodi.it, Provincia di Lodi, 17-02-2005. URL consultato il 04-11-2009.
  18. ^ a b Caterina Belloni, Ricerca, la sfida lombarda: "Ora importiamo cervelli", in Corriere della Sera, 18 ottobre 2006, p. 13. URL consultato il 04-11-2009.
  19. ^ a b Massimo Miato, Speciale parchi tecnologici: Parco Tecnologico Padano (PDF), su apsti.it, Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, 23-09-2008. URL consultato il 09-10-2009.
  20. ^ a b c d La Provincia di Lodi torna alla BIT: dal 2003 al 2006 sono più che raddoppiati gli arrivi, il Lodigiano piace sempre di più ai turisti (DOC), su 209.85.129.132, Provincia di Lodi, 20-02-2008. URL consultato il 29-09-2009.
  21. ^ Il circuito: chi siamo, su circuitocittadarte.it, Città d'arte della Pianura Padana. URL consultato il 04-11-2009.
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