Brinzio
Brinzio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Sergio Vanini[1] (Lista Civica Brinzio) dall'8-6-2009 (2º mandato) |
Territorio | |
Coordinate | 45°53′00″N 8°47′00″E |
Altitudine | 510 m s.l.m. |
Superficie | 6,41 km² |
Abitanti | 885[2] (31-12-2011) |
Densità | 138,07 ab./km² |
Frazioni | Pau Majur, Ranchèt, Fonte del Cerro, Monte Legnone, Monte Martica, Cascina Valicci, Roccolo, Passo Varrò, Sass dul Scurbàtt, Cascina Pregambarìt, Magolcio, Cascata del Pesegh |
Comuni confinanti | Bedero Valcuvia, Castello Cabiaglio, Induno Olona, Rancio Valcuvia, Valganna, Varese |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 21030 |
Prefisso | 0332 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 012021 |
Cod. catastale | B182 |
Targa | VA |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 751 GG[4] |
Nome abitanti | brinziesi |
Patrono | santi Pietro e Paolo |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Brinzio (/brinˈtsio/; Brin-sc o Brinš[5][6], /brinˈʃ/ in dialetto varesotto; Berentius[7], /beˈrenˈtsius/ in latino) è un comune italiano di 885 abitanti[8] della provincia di Varese in Lombardia. Situato in una valle a nord di Varese, compresa tra i massicci del Campo dei Fiori e della Martica, a un'altitudine di 510 metri s.l.m., dista 9 chilometri dal capoluogo[9].
Le sue origini risalgono al IX secolo d.C[10]. La particolare collocazione geografica conferisce al comune una posizione di grande interesse paesaggistico, in un ampio contesto agricolo collinare. Il territorio comunale è interamente compreso nel Parco regionale Campo dei Fiori[11].
Geografia fisica
Territorio
La valle in cui è situato il paese si apre a sud, tramite il passo della Motta Rossa, verso Varese, e a nord verso la Valcuvia e la Valganna[12]. L'altitudine del territorio comunale è compresa fra una quota minima di 400 metri s.l.m. e una quota massima di 1.032 metri s.l.m.[12].
Il comune confina a nord con Bedero Valcuvia, a est con Valganna e Induno Olona, a sud con Varese, a ovest con Castello Cabiaglio e Rancio Valcuvia[13].
Idrografia
Nel territorio comunale si trovano il Laghetto di Brinzio (dichiarato riserva naturale orientata) e numerosi torrenti. Confluiscono nel laghetto, alimentato anche da sorgenti perenni, i torrenti Rio di Brinzio, Intrino e Buragona. L'emissario del laghetto è il torrente Brivola, che sfocia nel torrente Valmolina, che a sua volta sfocia nel Rancina. Nel Valmolina sfocia anche il Riazzo, che nasce sul Campo dei Fiori, in territorio di Varese. Il torrente Valmolina è molto conosciuto per il salto di 30 metri che compie, detto cascata del Pesegh o Pesech. Oltre il centro di Brinzio, il Valmolina raccoglie le acque del torrente Pardomo, che scorre all'incirca parallelo al Riazzo. Successivamente il Valmolina scorre al confine tra Brinzio e Castello Cabiaglio, diventando poi Rancina. Altre importanti zone umide sono le torbiere; nella zona nord del territorio comunale se ne trovano due: il Pau Majur e il Carecc, entrambe dichiarate riserva naturale orientata[12].
Sismologia
Il territorio comunale si trova, stando alla classificazione sismica della Protezione Civile, in zona 4 (sismicità molto bassa)[14].
Clima
Data la posizione del paese, adagiato in fondo a una stretta valle, l'influenza mitigatrice del lago Maggiore e degli altri laghi minori della provincia è assente. Per la stessa ragione il territorio comunale è soggetto a un'isola climatica, per la quale può capitare che nei comuni limitrofi il tempo atmosferico e/o le temperature siano diverse da quelle brinziesi[12]. Le temperature minime tardo-autunnali e invernali scendono spesso sotto lo zero, anche a causa della scarsa esposizione al sole del territorio. La piovosità è tra le più alte d'Italia, con oltre 1500 mm di media all'anno, concentrati soprattutto nei periodi marzo - maggio e settembre - ottobre. In inverno la neve cade molto frequentemente, tra novembre e marzo. La media niveometrica del comune è di oltre 60 cm annui[12].
MILANO MALPENSA[15] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6,1 | 8,6 | 13,1 | 17,0 | 21,3 | 25,5 | 28,6 | 27,6 | 24,0 | 18,2 | 11,2 | 6,9 | 7,2 | 17,1 | 27,2 | 17,8 | 17,3 |
T. min. media (°C) | −4,4 | −2,5 | 0,4 | 4,3 | 9,0 | 12,6 | 15,3 | 14,8 | 11,5 | 6,4 | 0,7 | −3,6 | −3,5 | 4,6 | 14,2 | 6,2 | 5,4 |
Precipitazioni (mm) | 67,5 | 77,1 | 99,7 | 106,3 | 132,0 | 93,3 | 66,8 | 97,5 | 73,2 | 107,4 | 106,3 | 54,6 | 199,2 | 338,0 | 257,6 | 286,9 | 1 081,7 |
Giorni di pioggia | 6 | 6 | 8 | 9 | 10 | 9 | 6 | 8 | 6 | 7 | 8 | 6 | 18 | 27 | 23 | 21 | 89 |
Umidità relativa media (%) | 78 | 76 | 69 | 73 | 74 | 74 | 74 | 73 | 74 | 77 | 80 | 80 | 78 | 72 | 73,7 | 77 | 75,2 |
Vento (direzione-m/s) | N 3,3 | N 3,3 | N 3,4 | N 3,5 | N 3,3 | N 3,2 | N 3,1 | N 3,0 | N 3,1 | N 3,1 | N 3,4 | N 3,3 | 3,3 | 3,4 | 3,1 | 3,2 | 3,3 |
- Classificazione climatica: zona E, 2751 GG[16].
Storia
Secondo tradizioni locali il paese fu fondato attorno al IX secolo, tuttavia la presenza di un insediamento umano nella zona risale alla preistoria. Successivamente la zona continuò a essere abitata anche in epoca romana[18]. La prima fonte scritta su Brinzio è un documento del 979[19], conservato presso il Sacro Monte di Varese, nel quale si attestano alcune permute di terreni[20]. In un'altra carta, rogata l'8 settembre 1197, appaiono gli organi e le persone preposte al governo della comunità[21]. La carta annota la seguente transazione: Marcius de Vivencis e Giovanni detto Lei, consoli, Guido Sartor, decano, e i deputati Spinacius, Giovanni de Flumine, Pietro Bonacosa, Lanfranco Dodonus, Giovanni Arnaldi, Ambrogio Corda e Pietro Lixia vendono alla chiesa di Santa Maria del Monte numerosi appezzamenti di terreno, da tempo affittati dalla stessa[22]. Da ciò si deduce che il paese è governato da due consoli, un decano e alcuni deputati, più propriamente detti "vicini". Il permanere dell'ordinamento consolare e della vicinia è documentato in ulteriori carteggi risalenti alla fine del XVI secolo e ai primi del XVII; in particolare, il 6 aprile 1645 è attestata la presenza a Cuvio del console Giovanni Maria de Vanino, che presenzia alla presa di possesso del feudo della Valcuvia da parte di Stefano e Pietro Cotta[23]. Nel 1751 il paese fu inserito nel compartimento del Ducato di Milano, XVII distretto della Pieve di Val Cuvia[24].
La Rivoluzione francese e Napoleone cambiarono l'assetto amministrativo del comune[24]. Sotto la Repubblica Cisalpina le municipalità vengono sottoposte ai dipartimenti (costituzione del 9 luglio 1797), si istituiscono prefetture e vice-prefetture (6 maggio 1802), si dividono i comuni in tre classi sulla base della popolazione (24 luglio 1802) e per i comuni di terza classe (come appunto Brinzio) si istituisce per la prima volta la figura del sindaco, capo dell'amministrazione comunale, nominato dal re e sottoposto al controllo del prefetto di competenza (nella fattispecie quello di Cuvio). Brinzio venne inserito nel dipartimento del Verbano, poi conglobato in quello dell'Olona, e infine nel IX distretto di Cuvio. Nel 1800 passò sotto il dipartimento del Lario, nel 1805 venne inserito nel cantone di Cuvio[24].
Il Congresso di Vienna mischia di nuovo le carte. La Lombardia torna sotto il controllo degli Asburgo, il che significa un sostanziale ritorno al sistema in uso al tempo dell'imperatrice Maria Teresa. Il 12 aprile 1816 viene reintrodotto il consiglio degli estimati (erede della vicinia, formato dai proprietari terrieri di maggior rilevanza), che elegge tre deputati, il cancelliere del censo e l'agente comunale[25]. Per quanto riguarda l'istruzione pubblica, già nel 1822, per iniziativa del parroco don Luigi Giacometti, viene creata una scuola pubblica maschile, le cui lezioni si svolgono all'interno della casa del prete. Nel 1853 essa viene aperta anche alle ragazze[26].
Con l'Unità d'Italia, il paese venne inquadrato nel III mandamento di Cuvio, in provincia di Como.[27]. Con la promulgazione della Legge Rattazzi (23 ottobre 1859), la popolazione maschile di Brinzio viene chiamata alle urne per eleggere un consiglio comunale. Il 20 gennaio 1860, su 78 aventi diritto votano in 43 ed eleggono 15 consiglieri. Nel 1860 il Re nomina il primo sindaco del paese: il cav. Pietro Vanini[28].
Nel 1915, dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, numerosi brinziesi partono per il fronte, alcuni di loro non faranno mai ritorno a casa. Pochi anni dopo, con l'avvento del fascismo, il sindaco è sostituito dal podestà, di nomina governativa. Primo podestà è l'avv. Franco Piccinelli. Nel 1927 il paese passa dalla provincia di Como alla nuova provincia di Varese[29].
Durante la seconda guerra mondiale centinaia di persone, sfollate dalle città, si rifugiarono a Brinzio[30]. Nel referendum istituzionale del 1946 i cittadini brinziesi si espressero a larga maggioranza per la monarchia e nelle contestuali elezioni politiche diedero la maggioranza alla Democrazia Cristiana[31].
Negli anni cinquanta la Società Astronomica Varesina, presieduta da Salvatore Furia, installa in località Casée una stazione di rilevamento meteorologico, al 2025 ancora attiva[32].
Nel 1973 la comunità dibatté per la chiusura della cava di porfido sita sul monte Martica, accusata di provocare un impatto eccessivo sull'ambiente montano, oltre che a contribuire all'interramento del laghetto (le piogge causano un'imponente dilavamento di detriti, che si riversano nel bacino lacustre). La cava, al 2012 ancora esistente, fu chiusa all'attività estrattiva nel 1993[33][34][35]. Nel 1974, sempre su impulso del prof. Furia, si iniziò a discutere sull'opportunità di istituire un Parco Naturale a tutela del territorio del massiccio del Campo dei Fiori; il progetto si concretizzò dieci anni dopo, nel 1984, con l'istituzione del Parco regionale Campo dei Fiori, avente sede proprio a Brinzio.
Simboli
- Blasonatura stemma:
- Blasonatura gonfalone[36]:
Stemma e gonfalone sono stati concessi con d.P.C.m. N° 1597 del 20 marzo 1984[37].
In precedenza il comune adottava uno stemma, non ufficiale, che si può ancora ammirare sulla facciata del municipio: raffigurava un castagno verde su sfondo azzurro.
Nel 1933 fu avviato l'iter (poi interrotto e mai portato a buon fine) per dotare il comune di un'arma regolare, così composta[36]:
E così il gonfalone[36]:
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Le prime testimonianze dell'esistenza della chiesa di Brinzio, risalgono al 1197[19]. Aveva una sola navata, tre altari, un campanile e all'esterno un cimitero. Resto più evidente della vecchia chiesa è un affresco del 1607, affacciato sulla piazza prospiciente. Sul finire del Settecento, il parroco ne avviò i lavori per la ricostruzione e l'ampliamento[38], ricostruendo il tetto e allargando la chiesa[39]. Il progetto era in stile barocco. Nel 1779 avvenne la consacrazione, effettuata dal vescovo di Como[40]. Nel corso dell'Ottocento e del Novecento si susseguirono vari lavori di ampliamento e miglioramento della chiesa. In particolare, nel 1903 fu riedificato il campanile, dotandolo di un nuovo concerto di cinque campane, e nel 1947 venne effettuato un restauro e un abbellimento generale di tutto l'edificio, conferendole l'attuale aspetto[41]. Nel 2002, si attuò un ulteriore rinnovamento del campanile, rifacendo la cupola in rame, restaurando il globo dorato del pinnacolo e sostituendo i quadranti e le lancette dell'orologio, riprendendo il disegno originale del 1903[42].
Cappelletta dell'Addolorata
All'incrocio tra via Roma e via Marconi, all'estremità ovest del centro storico, si trova la cappella della Madonna Addolorata, chiamata dai brinziesi Re Gisora ("la chiesetta"). Stante ai documenti disponibili, è databile all'ultimo ventennio del XVIII secolo. La decorazione interna fu realizzata dal pittore Giovan Battista Ronchelli (Castello Cabiaglio, 1715 - 1788), prima allievo di Pietro Antonio Magatti e poi continuatore della sua opera, che realizzò tre affreschi, raffiguranti San Rocco, San Sebastiano e una Madonna Addolorata[43] . Tale cappella, a partire dal 1906, venne talvolta utilizzata per la celebrazione della Santa Messa, usanza sospesa nel 1927, dietro richiesta della sede vescovile di Como e a causa del curioso fatto che il tempietto era stato dato in custodia dalla parrocchia a un privato cittadino, che usava anche fare la questua senza autorizzazione da parte del parroco. Nel 1907 fu costruito il campanile, su cui fu posta una delle tre campane componenti l'antico concerto del campanile della chiesa, sostituite quattro anni prima[44]. Nel 1910 il decoratore Riccardo Donati di Fogliaro ritoccò l'interno, mentre nel 1934 si provvide a rifare il tetto in ardesia, ridistendere l'intonaco alle pareti e porre un'inferriata all'ingresso. Nel 1946 alcune famiglie sfollate a Brinzio durante la guerra finanziarono ulteriori interventi di restauro: la famiglia milanese Cabassi donò un nuovo altare di marmo, contenente una statua del Cristo morto, i varesini Cranna una tela raffigurante l'Addolorata, che fu posta a coprire l'affresco omonimo del Ronchelli, mentre i ritratti di San Rocco e San Sebastiano, ritenuti troppo rovinati furono del tutto rimossi. Nel 1988 il gruppo alpini di Brinzio avviò un nuovo restauro generale dell'edificio, che riportò allo scoperto l'Addolorata del Ronchelli (la tela del 1946 fu traslata nella sacrestia della chiesa parrocchiale), mentre nel 1997 è stata installata sull'abside che dà verso la strada provinciale l'affresco I volti della leggenda, realizzato dal pittore Mario Alioli in onore dei grandi campioni di ciclismo, sport che ha forti legami con Brinzio. Infine il campanile è stato ridipinto nel 2006[17].
Cimitero
La localizzazione del cimitero di Brinzio ha conosciuto diversi spostamenti nel corso del tempo. I primi accenni a riguardo risalgono alla fine del XVI secolo, allorchè monsignor Feliciano Ninguarda annotò la presenza di un camposanto contiguo alla chiesa di San Pietro, che a sua volta ospitava altre tombe al suo interno. Nel 1822 si ha notizia di un nuovo cimitero posto sul luogo dell'attuale parcheggio retrostante la chiesa. La situazione rimase tale fino al 1824, quando il camposanto fu spostato nella zona dell'attuale Parco delle Rimembranze; tale terreno si rivelò tuttavia cedevole, motivo per cui nel 1855 fu inaugurato l'attuale camposanto, situato a est del centro abitato, in località Sartiaga, prospiciente la strada provinciale per Varese. La nuova struttura, sopraelevata, si sviluppa su quattro piani, addossati alla montagna. Interessanti le cappelle gentilizie del primo piano, affrescate tra il 1920 e il 1940 da Annibale Ticinese. In questo camposanto riposano Cesare Musatti, padre della psicanalisi in Italia, e il generale dei Carabinieri Enrico Riziero Galvaligi, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1980[45][46].
Architetture civili
Per quanto concerne l'architettura civile, nell'abitato di Brinzio si osservano diversi tipi di edilizia. Il più diffuso è quello delle case a cortile, che consentiva di concentrare in un'unica costruzione abitazioni (spesso plurifamiliari), stalla, fienile e granaio, tutti quanti raggruppati attorno a cortili quadrangolari. Se ne osservano due tipi: il cortile aperto, ovvero con un lato che si apre direttamente sulla via più vicina, e il cortile chiuso, accessibile solo attraverso uno o più portoni. Un esempio di cortile aperto è costituito dalla Curt di Badoll, sita in via Vittorio Veneto, mentre un esempio di cortile chiuso è invece il Cantunasc, in via Monte Grappa. In entrambi i casi si osserva la medesima ripartizione degli spazi: a nord è posizionata l'abitazione, a sud la stalla e sugli altri lati il fienile e/o i magazzini[47].
Un altro esempio di edilizia "povera", più antico del precedente, è costituito dalle case isolate: questi edifici consistevano solo in abitazioni con annesso granaio, senza stalla (che però spesso veniva aggiunta in seguito riattando un locale del pianterreno). Ne è un esempio la Ca' di Architt, sita in via Trento. In molti casi si osserva anche la tendenza a unire più edifici separati per formare dei cortili, che risultano di forma irregolare. Ne è un esempio quello che viene ritenuto il nucleo più antico del paese, Casée, in via Trieste[48]. Appartiene a questa tipologia edilizia anche la Curt di Lobi, sita in via Monte Grappa, la cui antichità (si stima possa risalire al XVII secolo) è testimoniata dalla copertura del tetto, realizzata in beola, in luogo delle più comuni tegole. In questo cortile si trova anche un esempio di antica bottega artigiana: la fucina in cui, per circa due secoli, (fino al 1970) operò il fabbro del paese[47].
Tutti e tre gli esempi edilizi di cui sopra presentano la stessa tecnica costruttiva: i muri sono realizzati con ciottoli di fiume (perlopiù costituiti da porfido) legati da malta a base di sabbia di fiume. Molto limitato è invece l'uso di laterizi[47].
Del tutto diversa è l'edilizia "ricca", sviluppatasi a partire dai primi del Novecento, allorché alcune famiglie di industriali iniziarono a scegliere Brinzio come località di villeggiatura estiva. A tal scopo fecero costruire alcune ville, perlopiù in stile eclettico. L'esempio più importante è Villa Ranchet, sita in via Cadorna, edificata verso il 1903 su commissione dell'omonima famiglia di industriali tessili milanesi, che avevano installato proprio a Brinzio una filanda, nei pressi della cascata del Pesegh[47].
Altro
Monumento al generale Galvaligi
Situato nell'omonima piazza, a ridosso della parete dell'edificio sede della Biblioteca Comunale, è dedicato al generale dei Carabinieri Enrico Riziero Galvaligi, ucciso da due terroristi delle Brigate Rosse il 31 dicembre 1980[49].
Egli era originario di Solbiate Arno e la madre era originaria del paese, dove aveva conosciuto anche la moglie, ivi sfollata durante la Seconda Guerra Mondiale. Faceva sempre ritorno a Brinzio durante l'estate assieme alla famiglia nella sua casa situata nel centro storico.
La popolazione di Brinzio, a lui molto legata, decise di ricordarlo con questo monumento. Il monumento si compone di due lapidi in granito: quella superiore ospita il bassorilievo bronzeo con il ritratto del generale, due tondini con gli emblemi dell'Arma dei Carabinieri e l'iscrizione:
Più in basso, sulla seconda lapide, vi è una scultura raffigurante un germoglio di grano, contornata dall'epigrafe:
Monumento ai caduti
Situato in via Trieste, poco sopra Piazza Galvaligi, è costituito da un grosso basamento di granito nero, sormontato da una scultura in bronzo, che mostra un soldato morente aggrapparsi alla Vittoria, che brandisce una corona d'alloro nella mano destra. Creato dallo scultore Pierino Quagliotti di Ganna, requisito durante la seconda guerra mondiale, fu rifatto nel 1956 dal fratello Luigi Quagliotti[50]. Venne inaugurato il 29 aprile dello stesso anno dal generale Guglielmo Orengo. Sul basamento vi è questa iscrizione:
Segue l'elenco dei caduti.
Aree naturali
Laghetto di Brinzio
Cascata del Pesegh
È originata dal torrente Valmolina, che qui compie un salto di 30 metri. È situata nei pressi dei ruderi dell'ex filanda Ranchet, celebre esempio di archeologia industriale; ai tempi della rivoluzione industriale la cascata era sfruttata, tramite una turbina, per generare energia elettrica. Nel bosco circostante sopravvivono le condotte forzate e gli alloggiamenti di turbina e alternatori[51].
Masso erratico di Brinzio
È un masso di grosse dimensioni, situato in Val D'Intrino, sul versante nord del Campo dei Fiori, a 750 m s.l.m., a sud dell'abitato di Brinzio. È costituito da gneiss, roccia metamorfica molto rara nel varesotto. Fu trasportato fin qui da un ghiacciaio durante la glaciazione del Wurm[52].
Parco delle Rimembranze
Situato in Via Piave, in direzione del Campo dei Fiori, sorge sul sito dell'antico cimitero comunale, chiuso alla fine del XIX secolo. Recintato da filo spinato (a ricordo delle trincee), esso si presenta come un giardinetto con quattro aiuole d'erba, divise da un vialetto a forma di croce, con al centro una fiaccola tricolore. Nelle aiuole si trovano 26 cippi in porfido, ciascuno con la foto e il nominativo di un soldato caduto. Di questi cippi 22 appartengono a soldati caduti nella prima guerra mondiale, tre a caduti nella seconda guerra mondiale e uno al Milite Ignoto. In fondo al parco, circondato da sei cipressi, vi è un piccolo tempio contenente un affresco di Annibale Ticinese: Il soldato morente si consacra a Dio[53].
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[54]

Etnie e minoranze straniere
I cittadini stranieri residenti a Brinzio al 31 dicembre 2011 erano 46[8].
Lingue e dialetti
Oltre alla lingua italiana, a Brinzio è utilizzato il locale dialetto varesotto, una variante della lingua lombarda. Vi sono però alcune differenze dal dialetto parlato a Varese città, essendo la località di Brinzio influenzata dalle parlate locali della vicina Valcuvia e anche del Canton Ticino. Come tutti i dialetti lombardi occidentali, anche il varesotto è sostanzialmente una lingua romanza derivata dal latino[55]. L'uso del varesotto sta lentamente regredendo, anche se in maniera meno marcata di altri dialetti lombardi[56].
Religione
La parrocchia di Brinzio (costituita ufficialmente come tale il 17 novembre 1886; in precedenza si parlava di "viceparrocchia"), fa parte della diocesi di Como ed è di rito romano. In virtù di un antico privilegio vescovile, fino al 1943 poté eleggere il proprio parroco mediante suffragio diretto dei capifamiglia. Ciò fece sì che in alcuni periodi il paese restò senza prevosto, a causa del disaccordo popolare sul candidato da eleggere, che più volte sfociò anche in risse. Dal 1947, previa rinuncia dei brinziesi a tal privilegio (pur tollerato dal Codice di Diritto Canonico), i parroci furono nominati direttamente dal vescovo di Como. La prima attestazione di un sacerdote brinziese risale al 1473 e la serie dei viceparroci e dei parroci è nota senza lacune dalla fine del XVI secolo. Dal 2006 la parrocchia di Brinzio fa parte di una comunità pastorale col comune limitrofo di Castello Cabiaglio[57].
Il monastero femminile
La prima attestazione della presenza di un convento di clausura in paese risale al 1492 e consiste in un testamento il cui beneficiario unico è appunto un certo monastero di suore sito a Brinzio[58]. In un altro documento, datato 23 agosto 1493[59], l'allora reggente della parrocchia, don Andrea Cavona, stabilisce la proprietà delle monache sulla chiesa di Brinzio e delibera alcuni versamenti di denaro e altri beni. In cambio le monache si impegnano a mantenere Cavona come cappellano. In caso contrario, ai parrocchiani sarà lecito eleggere un parroco vero e proprio, il che eleverebbe Brinzio al livello di parrocchia.
In un documento, risalente presumibilmente al 1496[60], sono riportati addirittura i nomi delle romite che fondarono la comunità monastica e la regola che si diedero. In questo documento, scritto in un latino sufficientemente scorrevole, si legge che tre donne, Magdalena de Bossis, Margarita de Petrasanta e Catarina de Blanchis, da più di dieci anni avevano emesso i voti e si erano stabilite in alcune case contigue alla chiesa per praticare la vita religiosa. Tutte e tre si trovavano impossibilitate a entrare in monastero, in quanto troppo povere e prive di dote; da ciò deriva la loro intenzione di fondare una propria comunità. In questo documento le tre donne dichiarano di abbracciare la regola e l'ordine di Sant'Agostino e fanno richiesta di autonomia dalle diocesi di Como e Milano, chiedendo dunque di dipendere solo dal Papa. Non è dato sapere se la richiesta sia andata a buon fine, in quanto le notizie da allora e per un trentennio scarseggiano.
Il monastero viene citato nuovamente in una bolla papale del 9 settembre 1519, che ne sancisce la chiusura e l'unificazione con quello del Sacro Monte di Varese, dando esecuzione alla richiesta della badessa Eufemia de Zeno de Massinago (italianizzabile in "Eufemia da Masnago"). In questa carta le monache vengono definite come francescane, il che fa presumere che la loro precedente richiesta di entrare nell'ordine agostiniano fosse andata a vuoto[61]. Con il trasferimento del monastero, anche tutti i loro beni, comprendenti una vasta superficie di boschi e terreni coltivabili, oltre all'edificio in cui risiedevano, in parte tuttora esistente, passano nel patrimonio del monastero di Santa Maria del Monte.
Il rapporto tra le monache (che a dispetto del trasferimento continuarono a risiedere a Brinzio per un altro decennio) e gli abitanti del paese, stando ai documenti disponibili[61], furono sempre assai burrascosi: pare che i brinziesi, non gradendo il trasferimento del monastero, si vendicarono addirittura malmenando le suore[62]. Come se non bastasse, furono molti gli atti gratuiti di vandalismo perpetrati ai beni delle romite, che costarono ai villici, nel 1540, una reprimenda da parte del vicario generale della diocesi di Como Georgio de Panifino[60].
Nel 1540 le cronache danno come completato il trasferimento del monastero al Sacro Monte di Varese[63]. I beni di loro proprietà continueranno parzialmente a essere amministrati dal monastero varesino fino al 1822, quando saranno confiscati dalla Repubblica Cisalpina e messi all'asta[48].
Tradizioni e folclore
- Befana del Fondista, fiaccolata notturna sugli sci (5 gennaio)
- Cavagna di Oeuv, gara di bocce per le vie del paese (Lunedì dell'Angelo)
- Festa patronale dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno)
- Festa della Madonna del Rosario (settembre)
Cultura
Istruzione
A Brinzio hanno sede due istituti scolastici, entrambi pubblici: l'asilo infantile Vanini & Piccinelli, fondato nel 1889, e la scuola elementare Prof. Daniele Piccinelli, unita in istituto comprensivo con una scuola media di Varese[65][66].
Dal 1975 è attiva la biblioteca comunale Riccardo Dolcini, che dal 2007 ha sede nell'ex casa comunale di piazza Galvaligi[49].
Nel 2008 è stato aperto in un'antica casa nel centro del paese il Museo della Cultura Rurale Prealpina "Fam. Angelo Piccinelli", aperto tutto l'anno ogni fine settimana. Il museo, attraverso un'ampia esposizione di attrezzi da lavoro e oggetti di uso comune, offre un interessante spaccato della vita quotidiana di un paese a vocazione agricola e contadina, come appunto è Brinzio[67].
Media
Stampa
Il comune pubblica mensilmente, dal 1996, un notiziario a diffusione gratuita sulla situazione generale del paese[68].
Cucina
La cucina brinziese è tipica dell'Insubria. È legata a tradizioni contadine e al legame culinario con le zone vicine, soprattutto con la cucina milanese e Altomilanese. Alcuni piatti caratteristici sono la cassoeula (che in dialetto varesotto è detta anche cassoeura o casöra), l'urgiada (zuppa d'orzo) e la polenta (abbinata a vari ingredienti)[69]. Di grande importanza sono anche le castagne, principale prodotto dei boschi del territorio[70]. Esse vengono consumate cotte (mondelle), essiccate, trasformate in farina, o abbinate ad altri ingredienti. Tra i piatti principali vi è il macch (specie di zuppa a base di castagne secche, riso, acqua, latte e sale), la zuppa di castagne e, tra i dolci, una variante locale del castagnaccio[71].
Personalità legate a Brinzio
- Enrico Riziero Galvaligi (1920 - 1980), generale dei Carabinieri, ucciso dalle Brigate Rosse. Sfollato a Brinzio nella seconda guerra mondiale, vi conobbe la moglie e nel dopoguerra vi trascorse lunghi periodi dell'anno. Fu sepolto nel cimitero comunale.
- Cesare Musatti (1897 - 1989), psicologo e psicoanalista, fondatore della psicoanalisi italiana. Scelse il paese come luogo di villeggiatura e, alla morte, fu sepolto nel cimitero comunale[72].
- Giovanni Battista Peruzzo (1878-1963), vescovo della Chiesa Cattolica, già parroco di Brinzio.
Eventi
- Sagra della Madonnina del Brinzio e campionato provinciale di ciclismo (maggio)
- Festa del rock (luglio)
- Festa del Pescatore (luglio)
- Festa degli Alpini (agosto)
- Sagra del Fungo - mostra micologica (settembre)
- Castagnate e battitura delle castagne (ottobre)
- Pedala con i campioni, manifestazione cicloturistica di beneficenza con la partecipazione di ciclisti professionisti (8 dicembre)
- Presepi artistici in parrocchia ed in paese (Natale)
Geografia antropica
Urbanistica
Il centro storico del paese, ricco di scorci suggestivi, che conserva lo stile architettonico tipico dei villaggi agricoli lombardi, si sviluppa in modo piuttosto irregolare, con strade tortuose e talvolta piuttosto strette, tutte pavimentate con acciottolato (la cosiddetta rizzada). Il cuore dell'abitato è la Piazza Galvaligi, su cui si affacciano la chiesa, il vecchio municipio trasformato in biblioteca e la strada provinciale per Varese, la Valcuvia e la Valganna. Da piazza Galvaligi si diparte via Roma, il corso del paese, dalla quale si ramificano pressoché tutte le vie del centro[73].
La morfologia urbana del centro storico (che presenta perlopiù strade tortuose e strette) denota il fatto che lo sviluppo dello stesso avvenne senza una regolamentazione precisa, sebbene non caoticamente: il nucleo più antico del paese, il già citato Casée, sorse nella zona più settentrionale della vallata, alle pendici della collina dei Runchìtt, che costituisce una propaggine del monte Martica, allo scopo di beneficiare del maggior numero di ore di sole possibili. Attorno ad esso si raccolsero via via tutte le costruzioni che costituiscono il borgo antico, con una tendenza "ad onda" (da nord verso sud) fino ad arrivare a quello che oggi è il tracciato della strada provinciale n° 62. Nella prima metà del XIX secolo si può affermare che con buona probabilità lo sviluppo del centro storico fosse concluso; gli edifici non si spingevano più a sud perché in tal caso l'ombra del Campo dei Fiori li avrebbe coperti, schermandoli dal sole, per buona parte della giornata. Per la stessa ragione, fino agli anni 1930 il campanile presentò l'orologio solo sul lato nord, dovendo servire solo il centro abitato. Complice un progressivo calo della popolazione (che tendeva ad emigrare in cerca di maggiori opportunità di lavoro) e il sopraggiungere delle due guerre mondiali, lo sviluppo urbanistico del paese rimase praticamente fermo fino alla fine degli anni 1940. Solo dopo questo periodo, complice la costruzione della strada provinciale Varese-Gemonio, la nuova e migliorata situazione economica e la de-ruralizzazione della popolazione brinziese, che riprese ad aumentare (un trend che prosegue a tutto il 2011), la costruzione di nuovi edifici ripartì. Da quel momento in poi sempre più terreni prima destinati ad uso agricolo e/o boschivo furono (non senza abusi) soggetti ad inurbamento. Proprio per limitare gli abusi, dal 1970 il comune introdusse il sistema del Piano Regolatore Generale (in seguito Piano di Governo del Territorio), per regolamentare l'edilizia sul territorio municipale (che, dal 1984, è soggetto al Parco Regionale Campo dei Fiori)[73].
Frazioni
Il centro storico del paese non è suddiviso in frazioni, ma nell'intero territorio comunale ve ne sono 12 principali, tutte caratterizzate da bassissima antropizzazione e vegetazione boschiva[74][75]:
- Pau Majur: situata nella zona settentrionale del paese, nella zona del monte Martica, è costituita principalmente da una torbiera.
- Ranchèt (la Bögia in dialetto varesotto): situata a ovest, in direzione della Valcuvia. Il nome deriva da quello degli industriali milanesi che a fine XIX secolo vi impiantarono una filanda.
- Fonte del Cerro (Scér in dialetto varesotto): si trova alle pendici del versante nord del Campo dei Fiori di Varese, a sud del centro abitato di Brinzio. Prende il nome dalla sorgente che vi si trova.
- Monte Legnone: designa la porzione di territorio comunale che si comprende la suddetta montagna (altitudine 750 m s.l.m.)
- Monte Martica: designa la porzione di territorio comunale che si comprende la suddetta montagna (altitudine 1050 m s.l.m.)
- Cascina Valicci: (Valicc in dialetto varesotto), si trova a nord dell'abitato, sulla Martica. È caratterizzata dalla presenza di prati magri.
- Roccolo: nella zona ovest del territorio comunale, verso la Rasa di Varese.
- Passo Varrò: situata a nord-est del paese, prende il nome dal passaggio che porta da Brinzio alla Rasa di Varese, sul massiccio del Campo dei Fiori.
- Sass dul Scurbàtt (lett. Sasso del corvo): vicino a Fonte del Cerro.
- Cascina Pregambarìt: si trova anch'essa sulla Martica, ma più ad est di Cascina Valicci. È costituita quasi unicamente da un grande prato selvatico rettangolare.
- Magolcio (Magolch in dialetto varesotto): frazione contigua a Cascina Valicci.
- Cascata del Pesegh (Cascada dul Pesech in dialetto varesotto): prende il nome dalla omonima cascata di 30 metri d'altezza che vi si trova.
Economia
Agricoltura
L'attività agricola storicamente di maggior importanza è la castanicoltura. Fino circa agli anni settanta del XX secolo grandi aziende dolciarie (come la Zuegg) acquistavano castagne a Brinzio]][71]. Nel 2010, per tutelare questa e le attività correlate, è nato un consorzio di castanicoltori con i comuni di Orino e Castello Cabiaglio[70].
Turismo
Nei mesi estivi sono soprattutto le sagre ad attrarre i flussi turistici in paese, oltre che all'ambiente naturale ricco di boschi e campagne che circondano il paese, i quali offrono ampie possibilità di escursionismo. D'inverno l'attrazione principale è la pista di sci di fondo che si sviluppa sui prati a sud dell'abitato.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il paese è attraversato dalle seguenti strade provinciali:
- del Campo dei fiori (che collega Brinzio a Gemonio).
- del Sasso Marée (che collega Varese a Rancio Valcuvia).
Brinzio non è attraversato da strade statali. Le più vicine sono:
- del Verbano Orientale - distanza 6,5 km da Brinzio.
- Tangenziale Nord-Est o Tangenziale Est di Varese gestita da ANAS e aperta al traffico il 5 dicembre 2009 - 11 km.
Autostrade
Le uscite autostradali più vicine a Brinzio sono:
- Milano-Varese - uscita di Varese - 11 km.
- Genova-Gravellona Toce - diramazione di Gallarate-Gattico - circa 30 km attraverso l'autostrada .
- Tangenziale Nord di Varese e tangenziale Sud di Varese gestite da Autostrada Pedemontana Lombarda, i cui lavori si concluderanno nel 2014[76] - 11 km.
Ferrovie
Le stazioni ferroviarie più vicine a Brinzio sono:
- Stazione di Varese Nord, sulla linea Saronno-Varese-Laveno - 11 km.
- Stazione di Varese, sulla linea Porto Ceresio-Varese-Gallarate-Milano e la linea del servizio ferroviario suburbano di Milano (gestito da Trenord), sulla tratta Treviglio-Pioltello-Gallarate-Varese - 11 km.
- Stazione di Varese Casbeno, sulla linea Saronno-Varese-Laveno - 11 km.
Queste stazioni collegano Varese a numerose destinazioni, tra cui Laveno-Mombello (interscambio con traghetti della Navigazione Lago Maggiore), Milano, Porto Ceresio, Gallarate e Saronno. Nel 2009 sono partiti i lavori della linea Varese-Mendrisio che consentirà un collegamento diretto anche con la Svizzera e con la Città di Como (in soli 37 minuti) ripristinando un servizio in vigore sino al 1966 su altra linea gestita, all'epoca, da Ferrovie Nord Milano[77].
Mobilità urbana
Il comune, a causa delle ridotte dimensioni del territorio, non necessita di una rete di trasporti urbani. Esiste un collegamento extraurbano, a mezzo autobus:
- N13 Varese - Canonica di Cuveglio/Bedero Valcuvia/Rancio Valcuvia (gestita dalla società Autolinee Castano per conto del CTPI - Consorzio Trasporti Pubblici Insubria)[78].
Amministrazione
Di seguito è riportato l'elenco dei primi cittadini di Brinzio dall'Unità d'Italia in poi[79]:
Altre informazioni amministrative
Il comune è sede del Parco regionale Campo dei Fiori ed è (insieme a Masciago Primo) l'unico comune incluso integralmente nel suddetto Parco. Inoltre fa parte della Comunità montana Valli del Verbano.
Sport
A Brinzio ha sede il Centro Fondo Brinzio, costola della Pro Loco, preposto alla pratica dello sci di fondo e alla gestione del relativo impianto. Inoltre vi è lo Sci Club Brinzio (già Sci Club Sette Termini), preposto invece alla pratica dello sci alpino (nel territorio comunale esiste una pista di ridotte dimensioni, sita sulla Martica, in località Pregambarit). Nel laghetto si pratica la pesca amatoriale, regolamentata dall'Associazione Pescatori Dilettanti Brinzio.
Dal 1962 Brinzio annualmente ospita, nel mese di maggio, il traguardo dei campionati provinciali giovanili di ciclismo su strada, nell'ambito della cosiddetta Sagra della Madonnina del Brinzio. Il paese ha inoltre ospitato per due volte i campionati mondiali di ciclismo su strada: l'edizione del 1951 (prova in linea élite uomini) e nel 2008 (prove a cronometro delle categorie élite donne e under 23 uomini)[82].
Impianti sportivi
Sui prati a sud del centro abitato, nei mesi invernali viene battuta una pista per la pratica dello sci di fondo, dal 2012 omologata FISI. Essa si sviluppa su una distanza di 4,9 km, ad un'altitudine compresa tra i 497 ed i 530 m s.l.m. La pista è battuta meccanicamente con l'ausilio di un gatto delle nevi e di alcune motoslitte, e si presta alla pratica di entrambe le tecniche dello sci nordico (classica e pattinaggio). Un anello di 2,5 km è altresì dotato di illuminazione. L'impianto è gestito dal Centro Fondo Brinzio in collaborazione con lo Sci Nordico Varese, comprendendo un servizio di noleggio materiale e corsi di avviamento alla pratica sciistica.[83] L'apertura della pista è vincolata all'abbondanza delle precipitazioni nevose, non essendo presente un sistema di innevamento artificiale.
Note
- ^ Il Sindaco dal sito ufficiale del comune.
- ^ IL NOTIZIARIO E' IN LINEA, su comune.brinzio.va.it. URL consultato il 1º giugno 2012.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 118.
- ^ In dialetto varesotto si usa solitamente la grafia Brin-sc, che rispecchia la pronuncia locale, mentre Brins è una grafia insubre alternativa.
- ^ Template:Citaweb
- ^ a b IL NOTIZIARIO E' IN LINEA, su comune.brinzio.va.it. URL consultato il 1º giugno 2012.
- ^ ViaMichelin: mappe, itinerari, hotel, turismo, viaggi, ristoranti, week end, prenotazione alberghi, su viamichelin.com. URL consultato il 12 ottobre 2011.
- ^ Carlo Piccinelli, p. 9.
- ^ Il Territorio del Parco, su parcocampodeifiori.it. URL consultato il 23 febbraio 2012.
- ^ a b c d e Comune e Pro Loco di Brinzio, p. 122.
- ^ Brinzio: comuni limitrofi, su comuni-italiani.it, www.comuni-italiani.it. URL consultato il 16 ottobre 2011.
- ^ Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003 - Elenco dei comuni classificati.
- ^ Questi sono i dati della più vicina stazione meteorologica disponibile; la situazione specifica del paese può essere differente.
- ^ Template:Citaweb
- ^ a b Comune e Pro Loco di Brinzio, p.15.
- ^ Giovanni Antonio Adamollo – Luigi Grossi, "Cronaca di Varese" pag. 9, Varese, Tipografia Arcivescovile dell'Addolorata.
- ^ a b Cesare Manaresi, "Regesto di S. Maria di Monte Velate sino all'anno 1200" pag. 8 – 9, Roma, 1937.
- ^ Cesare Manaresi, "Regesto di S. Maria di Monte Velate sino all'anno 1200" pag. 8 – 9, Roma, 1937.
- ^ Cesare Manaresi, "Regesto di S. Maria di Monte Velate sino all'anno 1200" atto 383, pag. 259 – 261, Roma, 1937.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.16.
- ^ Carlo Piccinelli, pp. 50-51.
- ^ a b c Comune e Pro Loco di Brinzio, p.19.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.20.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.21.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.22
- ^ Archivio del Comune di Brinzio, parte prima, cart. 10, fasc. 6.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.28-30.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.158-159.
- ^ Dal Corriere Prealpino del 4 giugno 1946.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.155-157.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.162-164.
- ^ Dal settimanale Luce del 1º luglio 1973.
- ^ Comuni e Parco bloccano la cava della Rasa, in VareseNews, 30 settembre 2010. URL consultato il 2 giugno 2012.
- ^ a b c Comune e Pro Loco di Brinzio, p.30.
- ^ Statuto del Comune di Brinzio, Art. 6, Denominazione.
- ^ Archivio di Stato di Milano, culto, parte antica, cart. 664.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.88-89.
- ^ Archivio Storico della Diocesi di Como, cart CLXVI Mugiasca, 1779.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp. 85-102.
- ^ Dal Notiziario Comunale di marzo 2002.
- ^ Cristina Parravicini, Mario Perotti, Vincenzo Villa, I Teleri di San Giuliano e l'opera del Ronchelli (in italiano), Varese, Ask edizioni, 1993.
- ^ Carlo Piccinelli, p. 35.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p. 93.
- ^ Carlo Piccinelli, p. 66.
- ^ a b c d Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.197-199.
- ^ a b Comune e Pro Loco di Brinzio, p.110.
- ^ a b Comune e Pro Loco di Brinzio, p.164.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.31.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.122.
- ^ Descrizione tratta dal pannello esplicativo posto presso il masso.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.96.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ (IT) Glauco Sanga, Dialettologia lombarda, Pavia, Università di Pavia, 1984.
- ^ (IT) AA. VV., Parlate e dialetti della Lombardia. Lessico comparato, Milano, Mondadori, 2003.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.33-55.
- ^ Archivio di Stato di Milano, pergamene fondo di religione, cart. 136.
- ^ Archivio Storico della Parrocchia di Brinzio -non inventariato-.
- ^ a b Archivio di Stato di Milano, fondo di religione, cart. 3589.
- ^ a b Archivio di Stato di Milano, pergamene fondo di religione, cart. 138.
- ^ Si tenga presente che la presenza di un monastero era motivo di vanto per il paese nei confronti delle località limitrofe.
- ^ Archivio di Stato di Milano, fondo di religione, cart. 3581.
- ^ a b Pro Loco Brinzio - Le manifestazioni, su prolocobrinzio.it. URL consultato il 25 maggio 2012.
- ^ Scuole di Brinzio, su istruzione.varese.it. URL consultato il 15 ottobre 2011.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.88.
- ^ Presentazione - le ragioni di un museo www.museo.brinzio.va.it URL consultato il 15 ottobre 2011.
- ^ Il Notiziario, su comune.brinzio.va.it. URL consultato il 15 ottobre 2011.
- ^ (IT) P. Piazzesi, La cucina Lombarda, Milano, Bonechi, 2003.
- ^ a b ConsorzioCastaniColtori, su consorziocastanicoltori.it. URL consultato il 27 settembre 2011.
- ^ a b (IT) Pro Loco e Scuola Elementare di Brinzio, "Ho il riccio grinzoso ma il cuor generoso - curiosità, salute, tante ricette con le castagne", Brinzio, 1999.
- ^ Cesare Musatti, capitolo "Brinzio".
- ^ a b Comune e Pro Loco di Brinzio, p.196-198.
- ^ Brinzio (VA) - Comuni Italiani, su comuni-italiani.it. URL consultato il 23 febbraio 2012.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.191-196.
- ^ Pedemontana Lombarda, su pedemontana.com. URL consultato il 27 settembre 2011.
- ^ Linea ferroviaria Varese Mendrisio, su giost.varesenotizie.it. URL consultato il 27 settembre 2011.
- ^ Ctpi Orari (PDF), su ctpi.it. URL consultato il 27 settembre 2011.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, pp.27-170.
- ^ Primo sindaco eletto dal consiglio comunale. I precedenti erano di nomina regia.
- ^ Primo sindaco eletto direttamente dal popolo.
- ^ Comune e Pro Loco di Brinzio, p.168.
- ^ Centro fondo Brinzio, su centrofondobrinzio.it. URL consultato il 23 febbraio 2012.
Bibliografia
- (IT) Piero Chiara, Cesare Colombo, Le Prealpi Varesine, Roma, L'Editrice dell'Automobile, 1964.
- (IT) Roberto Fassi; Riccardo Prando, Campo dei Fiori, Varese, Macchione Editore, 1994.
- (IT) Cesare Musatti, Questa notte ho fatto un sogno, Roma, Editori Riuniti, 1983.
- (IT) Carlo Piccinelli, Brinzio: storia e leggenda, uomini e cose, Varese, Tipografia Galli & c., 1930 (ristampato a cura del Comune di Brinzio nel 2010).
- (IT) Carlo Scaramuzzi, Ricordi di un Brinzio lontano, collana Il vento della memoria, Varese, Macchione Editore, 2010, ISBN 978-88-6570-000-6.
- (IT) Comune e Pro Loco di Brinzio, Virginio Arrigoni; Danilo Baratelli; Maria Teresa Luvini; Giancarlo Peregalli, Brinzio, Centocase Millecose, Varese, Ask Edizioni, 1994.
- (IT) Comunità Montana della Valcuvia, Tra laghi e monti, Varese, Edizioni Nicolini, 1990.
- (IT) Touring Club Italiano, Varese e provincia, Milano, Touring Editore, 2002.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Brinzio
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Brinzio
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Brinzio
Collegamenti esterni
- Pro Loco Brinzio
- Biblioteca Comunale di Brinzio
- Museo della Cultura Rurale Prealpina
- Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo
- Parco regionale Campo dei fiori
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1860 | 1875 | Pietro Vanini | - | Sindaco | |
1875 | 1889 | Grisostomo Piccinelli | - | Sindaco | |
1890 | 1892 | Gerolamo Piccinelli | - | Sindaco | |
1892 | 1899 | Carlo Vanini | - | Sindaco | |
1899 | 1917 | Daniele Piccinelli | - | Sindaco | [80] |
1918 | 1922 | Attilio Vanini | - | Sindaco | |
1922 | 1924 | Vittorio Piccinelli | - | Sindaco | |
1926 | 1940 | Franco Piccinelli | Nominato dal Regime fascista | Podestà | |
1940 | 1945 | Carlo Piccinelli | Nominato dal Regime fascista | Podestà | |
gennaio 1945 | 25 aprile 1945 | Francesco Parini | Nominato dalla Repubblica di Salò | Commissario straordinario | |
25 aprile 1945 | 7 luglio 1945 | Battista Piccinelli | Nominato dal Comitato di liberazione nazionale | Commissario straordinario | |
1945 | 1956 | Aldo Vanini | Lista Civica | Sindaco | |
1956 | 1970 | Casimiro Piccinelli | Lista Civica | Sindaco | |
1970 | 1979 | Mario Mauri | Lista Civica | Sindaco | |
1979 | 1990 | Elia Piccinelli | Lista Civica | Sindaco | |
1990 | 2004 | Roberto Piccinelli | Lista Civica Brinzio | Sindaco | [81] |
2004 | in carica | Sergio Vanini | Lista Civica Brinzio | Sindaco |