Associazione Sportiva Roma

club calcistico italiano di Roma
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«Io la Roma la seguo sempre! Nun me so' sposato apposta!»

L'Associazione Sportiva Roma, spesso abbreviata in A.S. Roma o Roma, è una società calcistica di Roma. È una delle principali squadre di calcio italiane.

Secondo una statistica del 2004 di Eurisko ed Iha dei 38 milioni di tifosi del calcio, gli appassionati della squadra capitolina sarebbero poco meno di 3 milioni di cui solo il 60% residenti nella regione di appartenenza[senza fonte] Secondo una statistica del 2006 della Doxa per il settimanale L'Espresso[1], è la quarta squadra per numero di tifosi in Italia con circa il 6% degli appassionati di calcio, stimabili in circa 1.440.000. Dall'anno della fondazione ha sempre partecipato, tranne che in un'occasione, ai campionati di Serie A, giungendo tre volte prima, dieci volte[2] seconda e cinque volte terza.

Storia

Sostanzialmente nella storia della Associazione Sportiva Roma possono essere riconosciuti tre grandi periodi, coincidenti con i tre titoli nazionali conquistati, nei quali la squadra visse una serie di annate decisamente positive. Gli anni che vanno dalla sua nascita fino all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, furono l'epoca degli entusiasmi iniziali, quelli del Testaccio. A seguito di un decennio in cui la squadra esprimeva un bel gioco, ottenuto grazie alle prestazioni di giocatori realmente attaccati alla maglia, il club coronò il sogno di vincere il suo primo Scudetto proprio sul finale di quello splendido periodo. Dopo una breve parentesi in cui negli anni sessanta, la squadra non andò oltre l'unica vittoria europea della sua storia con la Coppa delle Fiere, un secondo periodo d'oro si può facilmente riconoscere negli anni della gestione Viola, quelli successivi alla prima grande crisi del calcio moderno, in cui la squadra giallorossa sotto la guida di Nils Liedholm, oltre a vincere il secondo titolo della sua storia, quasi riuscì nell'impresa storica di vincere la Coppa dei Campioni, arrendendosi solo in finale di fronte ai calci di rigore. Una terza epoca infine va ricondotta al recente passato, ai primi anni del 2000 quando grazie agli sforzi economici del presidente Franco Sensi con allenatore Capello, figura discordante e poco amata dai tifosi romanisti, la Roma arrivò a conquistare il suo terzo titolo nazionale e successivamente svolse una serie di annate di buon livello.

Le origini

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Roma/Le origini.
Alba
Fortitudo
Roman

Agli inizi del XX secolo, quando il gioco del calcio stava prendendo piede in tutta la penisola italiana, nella città di Roma la situazione era molto simile a quella che si viveva (e si vive tutt'ora) a Londra. Come nella capitale britannica, la pratica di questo sport era svolta da un gran numero di piccoli club, ognuno con le sue particolarità e differenze; spesso erano squadre di quartiere o vere e proprie rappresentanti di classi sociali ben definite. Negli anni venti, a Roma, nella prima divisione regionale giocavano ben otto società: U.S.Romana, Fortitudo, Alba, Juventus, Roman, Audace, Pro Roma e la Lazio.

La nascita della A.S.Roma

 
Italo Foschi, fondatore della A.S. Roma.

La squadra capitolina venne costituita grazie alla fusione di tre delle società calcistiche della Capitale: l'Alba Audace, il Roman e la Fortitudo Pro Roma. Tale decisione venne presa per volere dell'allora segretario della federazione romana del Partito Nazionale Fascista, l' abruzzese Italo Foschi (all'epoca anche membro del CONI e Presidente della Fortitudo Pro Roma). La data di nascita dell'A.S. Roma è stata a lungo discussa: da molte fonti viene infatti indicato il 22 luglio 1927; in realtà sembra che la fusione sia stata formalizzata il 7 giugno dello stesso anno, come annunciato il giorno successivo dai quotidiani romani Il Tevere, La Tribuna e Il Messaggero.

Foschi diede corpo all'idea di avere una squadra sportiva che portasse il nome della città di Roma e che potesse ambire ai massimi risultati. Così come era accaduto in altre città del centro-sud (Firenze, Napoli e Bari), infatti, si intendeva dare vita, attraverso la fusione, a compagini di maggiori dimensioni in grado di reggere l'urto del calcio professionistico, già ampiamente praticato dalle formazioni del nord dell'Italia, fino a quel momento dominatrici assolute della scena calcistica nazionale. Della fusione avrebbe dovuto far parte anche la Società Sportiva Lazio, ma la stessa rimase fuori dall'accordo per l'intervento del generale Giorgio Vaccaro, appartenente al club biancoceleste, Presidente della F.I.G.C. dal 1933 al 1942.[3]

Il primo presidente fu lo stesso Foschi, il quale, dopo solo un anno, dovette abbandonare: venne infatti nominato membro del direttorio federale di La Spezia e lasciò così l'incarico a Renato Sacerdoti, industriale del settore alimentare. La sede della Roma venne posta nel rione di Campo Marzio, in via Uffici del Vicario 35, nei vecchi uffici del Roman. Nei primi due anni di vita, la Roma giocò provvisoriamente al Motovelodromo Appio, in attesa della costruzione del nuovo stadio, dove si trasferì e giocò fino alla fine degli anni trenta: il Campo Testaccio.

I colori, il simbolo e la sociologia

I colori scelti per la nuova compagine nata dalla fusione, furono il giallo oro e il rosso porpora, che erano i colori della società Roman ma anche quelli del gonfalone del Campidoglio:il giallo oro ed il rosso porpora o pompeiano, ereditati dagli antichi vessilli dell'Impero Romano. Come simbolo fu invece scelta la lupa che allatta Romolo il fondatore di Roma e suo fratello Remo: l'emblema della squadra, uno scudo bipartito rosso-oro sormontato dalla lupa capitolina, comprende tutti questi elementi[4]. Il fatto di rappresentare nei colori e nel simbolo la città e la tradizione di Roma oltre ad essere l'associazione di tre dei quattro club romani dei tempi, fece sì che la squadra richiamasse immediatamente a sé le simpatie della grande maggioranza del popolo appartenente sia a i nuovi quartieri che ai rioni nel cuore della città.

Gli anni trenta

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Il "mitico" Campo Testaccio.

La Roma conquistò il primo trofeo già nella stagione 1927/28, quella della sua fondazione, vincendo la Coppa C.O.N.I. (poi Coppa Italia).

La Roma "testaccina"

A partire dal 1930, la AS Roma poté finalmente trasferirsi nel nuovo stadio, il Campo Testaccio dell'omonimo quartiere popolare. A quel periodo è legata una delle più belle pagine della storia romanista: il pubblico caloroso e gremito nelle tribune di legno dipinte di giallo-rosso di quello stadio costituì un elemento fondamentale che spingeva i giocatori a dare sempre il meglio in tutte le partite. Di conseguenza la squadra di quegli anni mostrava un carattere forte ed impavido di fronte a qualsiasi avversario. Protagonisti di tale periodo furono, oltre al già citato capitano Attilio Ferraris IV, il portiere Guido Masetti, il mediano Fulvio Bernardini, ed il centravanti fiumano Rodolfo Volk che segnò 103 gol con la maglia giallorossa.

Nell'estate del 1933 la AS Roma dopo aver venduto, con l'opposizione dei tifosi, il cannoniere Volk, mise a segno tre colpi di mercato acquistando i cosiddetti tre moschettieri argentini: Enrico Guaita, soprannominato il corsaro nero, la mezz'ala Alessandro Scopelli e il centro-mediano Andrea Stagnaro. I tre campioni restarono alla AS Roma soltanto per due stagioni portando la squadra ad un quinto e ad un quarto posto. Dopo esser stati naturalizzati italiani per godere di alcuni vantaggi, tra cui anche quello di poter esser convocati nella nazionale azzurra, scapparono di nascosto in una notte del 1935 per evitare la chiamata alle armi. L'Italia in quel periodo stava infatti per entrare in guerra contro l'Etiopia.

Durante la stagione 34/35, per via di un'operazione di ringiovanimento della rosa, il presidente Renato Sacerdoti decise di vendere il capitano Ferraris IV che, poco propenso ad allontanarsi da Roma si accasò clamorosamente alla Lazio, diventandone addirittura il capitano. La notizia sconvolse i tifosi che gridarono al tradimento. Pochi giorni dopo Attilio Ferraris diventò campione del mondo con la nazionale italiana e qualche mese dopo verrà definito in una storica partita con l'Inghilterra: il "Leone di Higbury".

Gli anni quaranta

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La Roma del primo scudetto.
Il primo Scudetto

Dopo un decennio di piazzamenti più o meno buoni, nella stagione 1941/42 arrivò inaspettato il primo trionfo importante: lo scudetto, conquistato il 14 giugno 1942 battendo per 2-0 il Modena nell'allora Stadio Nazionale, sito al posto dell'attuale "Stadio Flaminio". Gli anni trenta si erano conclusi con l'egemonia del Bologna e dell'Ambrosiana che si erano divise gli ultimi due scudetti, risultando pertanto le favorite per la conquista del titolo. Il presidente Edgardo Bazzini, non avrebbe mai pensato che la Roma si sarebbe laureata Campione d'Italia: la squadra giallorossa nella stagione precedente si era addirittura classificata undicesima. Il protagonista della stagione, con 18 reti messe a segno, fu comunque un giovane centravanti: Amedeo Amadei, chiamato amorevolmente dai tifosi romanisti il fornaretto. Per la prima volta nella storia del calcio lo scudetto tricolore venne assegnato ad una squadra del centro Italia, al di sotto della pianura padana.

Il declino del dopo scudetto

L'anno dopo la vittoria dello scudetto, il presidente Bazzini, non se la sentì di non confermare in blocco la squadra autrice di quella stagione straordinaria, commettendo un gravissimo errore che lentamente portò i meccanismi della squadra ad un improvviso ed inesorabile tracollo. Lo sbaglio principale fu quello di non considerare che l'età media della risicata rosa giallorossa era notevolmente alta, soprattutto per i parametri dell'epoca quando la carriera di un atleta terminava molto prima rispetto ai tempi attuali. Se da un lato questa era la causa principale del declino immediato della squadra dello scudetto, bisogna considerare che da un altro lato cominciava ad affermarsi nella realtà del campionato italiano la squadra che avrebbe dominato la scena nei travagliati anni quaranta: il Grande Torino.

La guerra pose fine al campionato nazionale che venne sospeso per tre anni, in cui vennero giocati in maniera amatoriale solo dei campionati regionali o locali. Il torneo nazionale riprese solo nel 1945/46 venne suddiviso di nuovo in due gironi, uno per il nord ed uno per il centro sud. La squadra capitolina però non riuscì a competere con le altre formazioni provenienti dal nord Italia, ma soprattutto era impossibile per quella squadra confrontarsi con il Grande Torino che si dimostrava imbattibile per chiunque.

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Gli allenatori della A.S. Roma


Gli anni cinquanta

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La retrocessione in serie B e l'immediato ritorno.

Nella stagione 1950/51 la panchina giallorossa subì diversi cambi di allenatore. La squadra perse 11 partite per 1-0, ogni volta che la squadra subiva un gol non era in grado di rimontare crollando in una sorta di impotenza nei confronti dell'avversario, il tracollo fu inevitabile e quell'anno si realizzò così la prima ed unica retrocessione in Serie B della storia giallorossa.

Nel 1952, avversaria agguerrita di quella stagione nel torneo cadetto era il Brescia che fino all'ultimo tenne testa alla Roma che rimase prima in classifica dall'inizio del campionato che concluse arrivando prima con 53 punti, con un solo punto di vantaggio sui rivali lombardi. Il 22 giugno del 1952, a dieci anni esatti dalla conquista dello scudetto, i giallorossi festeggiarono il ritorno in serie A.

Gli anni successivi alla promozione, portarono a Roma grandi novità, la squadra nell'arco di due stagioni venne arricchita di nuovi prestigiosi acquisti. La panchina venne affidata quindi all'inglese Mario Varglien, che riuscì nelle prime giornate a creare un buon sistema di gioco che consentì alla squadra di fare un ottimo esordio, vanificato nel corso del campionato da una serie di infortuni che condussero la Roma al sesto posto in classifica.

 
Dino Da Costa in allenamento.

Il 17 maggio del 1953, la Roma si trasferì dallo Stadio Nazionale (ribattezzato "Stadio Torino" per onorare la squadra del Grande Torino caduta a Superga) nel nuovo Stadio Olimpico. A sorpresa, nell'estate dello stesso anno venne messo a segno un grandissimo colpo di mercato: la Roma ingaggiò dal Peñarol il ventisettenne, campione uruguagio Alcides Ghiggia, ala di gran classe, autore del gol vittoria nella finale tra il Brasile e l'Uruguay nei Mondiali del 1950.

Negli anni successivi la Roma alternò stagioni buone, come il terzo posto nel 1955 a stagioni disastrose, nel 1957 sfiorò nuovamente la retrocessione. Protagonisti della seconda metà degli anni 50 furono Alcides Ghiggia, campione uruguagio giunto nel '53, il brasiliano Dino Da Costa, formidabile attaccante che con la Roma vinse la classifica marcatori del 1957 con 22 reti. Da Costa divenne l'idolo dei tifosi romanisti poiché si esaltava particolarmente nei derby dove segnava puntualmente. Un altro pilastro della squadra e della storia giallorossa fu Giacomo Losi, difensore-mediano leader del reparto arretrato e fulcro del gioco romanista: è stato il giocatore con più presenze in assoluto con la maglia della Roma (386). L'attaccamento ai colori ed il suo carattere straordinario da capitano vero, gli valse il soprannome di Core de Roma.

Gli anni sessanta

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La Coppa delle Fiere

Nel 1960/61 i giallorossi riuscirono a raggiungere una dimensione "europea", grazie alla conquista della Coppa delle Fiere, torneo al quale partecipavano le squadre appartenenti a grandi città ospitanti fiere internazionali del commercio. Dal 1971/72 questa competizione venne trasformata nell'attuale Coppa Uefa alla quale si partecipa invece per merito, ovvero grazie al piazzamento in campionato.

La Roma di Giacomo Losi conquistò la coppa vincendo contro il Birmingham City; nella storia di questa competizione nessun'altra formazione italiana oltre alla squadra capitolina riuscì ad aggiudicarsi questo trofeo.

 
Giacomo Losi con la Coppa delle Fiere.

Durante gli anni Sessanta, la Roma disponeva di una formazione con un cospicuo numero di campioni:

Pedro Manfredini, attaccante argentino, grandissimo rapinatore dell'area di rigore, uno dei cannonieri più prolifici della storia giallorossa. Nel 1963 fu capocannoniere del campionato a pari merito con Harald Nielsen del Bologna. Un altro giocatore, compatriota del forte centravanti, fu la mezz'ala Francisco Ramon Lojacono, giocatore ambidestro dotato di uno straordinario tiro da fuori area, aveva anche la specialità di battere con precisione e potenza i calci di punizione. Ed infine il forte cannoniere oriundo Antonio Valentin Angelillo. Altri protagonisti importanti dell'epoca furono sicuramente: lo svedese Arne Selmosson e l'uruguagio Juan Alberto Schiaffino. Se Roma negli anni sessanta non riuscì mai a superare il 5° posto in classifica, probabilmente la causa era da ricondurre allo stile di vita lascivo dei suoi calciatori.

Nonostante la stagione deludente conclusasi con un dodicesimo posto in classifica, la squadra giallorossa nel 1963/64, conquistò la sua prima Coppa Italia, dopo aver battuto nella finale il Torino.

La crisi finanziaria

Nel 1964 La Roma si trovava invece sull'orlo del fallimento, il deficit era arrivato ad un tale punto da vedere la società impossibilitata a pagare gli stipendi e con i giocatori che minacciavano di scioperare. Il giorno di capodanno del 1965, al Teatro Sistina, l'allora allenatore della Roma Juan Carlos Lorenzo organizzò addirittura una colletta, per reperire i fondi per la trasferta di Coppa Italia che avrebbe avuto luogo qualche giorno più tardi.

Dopo la vendita di alcuni dei campioni, il presidente Evangelisti nel 1967, per completare il piano di risanamento delle casse societarie trasformò la Roma in una Società per azioni. Verso la fine degli anni Sessanta la squadra venne affidata ad Helenio Herrera, tecnico vincente che aveva portato l'Inter sul tetto del mondo. Nonostante l'arrivo del nuovo allenatore i risultati sul campo non cambiarono; la Roma arrivò alla sua prima stagione ad un grigio ottavo posto, ma vinse comunque la sua seconda Coppa Italia nel giugno del 1969.

Gli anni settanta

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Roma/Anni 70.
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Pierino Prati e Giancarlo De Sisti con la maglia della Roma negli anni settanta.
Gli anni della "Rometta"

Gli anni settanta, furono uno dei decenni meno gloriosi per la storia Romanista, ma più densi di sentimenti per la tifoseria a quei tempi molto calda. Si inizia con l'addio della mitica bandiera Giacomo Losi e la clamorosa cessione nell'ultimo anno della presidenza di Marchini, dei tre "gioielli" (Spinosi, Capello e Landini) alla Juventus, si entrò poi nell'era della cosiddetta "Rometta" di Gaetano Anzalone: una squadra fatta di gregari, giovani promesse e soprattutto vecchie glorie, giocatori che avevano già dato molto in altre piazze, come Pierino Prati, Luis Del Sol, Amarildo e il ritorno di Picchio De Sisti, grandi campioni utili solo per un anno o due. La Roma nel corso di questo decennio oscillò sempre in posizioni di media classifica, a parte il picco del 1975 con la conquista del terzo posto. Protagonisti di quest'epoca furono, oltre al giovane presidente, nella prima parte Helenio Herrera, il "mago", giunto a Roma già con Marchini, non riuscì mai ad ottenere buoni risultati, nonostante il suo prestigioso curriculum. Nella seconda metà degli anni 70 la panchina giallorossa era invece guidata da Nils Liedholm, il "barone" svedese, che realizzò il sogno dello scudetto solo negli anni 80 con l'arrivo di Dino Viola. Il momento peggiore di quegli anni si concretizzò nella stagione 1978/79, quando la Roma ebbe la certezza di rimanere in A solo alla penultima giornata: il 6 maggio 1979, grazie a un pareggio in casa con l'Atalanta per 2-2, lasciandosi alle spalle, però, quattro squadre. Dalla stagione immediatamente successiva, la Roma venne rilevata da Dino Viola che trasformò completamente la squadra cogliendo i frutti tecnici ed organizzativi che Anzalone aveva seminato.

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Una delle prime immagini del CUCS, tifo organizzato romanista.
Nascita del tifo organizzato e del CUCS
  Lo stesso argomento in dettaglio: Commando Ultrà Curva Sud.
«La Roma non si discute, si ama!»

Durante questi anni di crescente passione per i colori, all'interno dello Stadio Olimpico nella Curva Sud, la zona più calda del tifo giallorosso (che fu acquisita esclusivamente dai giallorossi l'11 marzo del 1973 dopo l'allontanamento di una minoranza di tifosi della Lazio che si erano appostati in quel settore durante i derby) cominciarono a formarsi dei gruppi organizzati di giovani, i quali, dal 1977, confluirono in un unico gruppo: il Commando Ultrà Curva Sud. La stessa società, nel nome del presidente Gaetano Anzalone, chiese ed ottenne dai personaggi carismatici del tifo di unirsi per cercare di risolvere il crescente problema della violenza. L'idea era quella di convogliare le forti energie dei giovani perlopiù impiegate fino ad allora in manifestazioni aggressive, in un sostegno fattivo per la squadra associato ad un rifiuto esplicito della violenza, la strategia si rivelò intelligente e diede il via ad una grande storia di passione sportiva, presa come esempio in tutta Europa.

Gli anni ottanta

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Roma/Anni 80.
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La Roma del secondo scudetto.
Il secondo Scudetto

La crescita societaria portò, già nel stagione 1980/81, ad un secondo posto che stava stretto alla squadra per l'ottimo rendimento visto in campo, aprendo un felice quadriennio che regalò al club molti riconoscimenti. Nella stagione 1982/83, sotto la guida del presidente Dino Viola e dell'allenatore svedese Nils Liedholm, la Roma si aggiudicò il secondo scudetto della sua storia; fecero parte della rosa della prima squadra giocatori come il capitano Agostino Di Bartolomei (chiamato con grande affetto dai tifosi "Diba" o "Ago"), il centrocampista Carlo Ancelotti, il brasiliano Paulo Roberto Falcão, il difensore Pietro Vierchowod, il centravanti Roberto Pruzzo (secondo miglior cannoniere giallorosso di tutti i tempi con 106 gol, superato a fine 2004 da Francesco Totti) e l'ala Bruno Conti, già campione del mondo con la Nazionale italiana in Spagna nel 1982.

 
Bruno Conti in azione con la maglia della Roma.
La finale della Coppa dei Campioni

Nel corso della stagione 1983/1984 la Roma raccolse i frutti del proprio gioco "a zona", giungendo in finale nella Coppa dei Campioni (il più importante trofeo continentale); pur giocando alla pari con il proprio avversario, non riuscì ad imporsi sui "reds" del Liverpool[5] e, dopo aver concluso i tempi regolamentari per 1-1 (gol del vantaggio di Phil Neal per il Liverpool al 13' e pareggio per i giallorossi di Pruzzo al 42'), ai calci di rigore perse la coppa. Dal dischetto fallirono Bruno Conti e Ciccio Graziani. La partita si trovò al centro di numerose polemiche che si moltiplicarono nei giorni successivi, volte alla ricerca di scoprire le cause di quella bruciante sconfitta. Molte proteste ci furono riguardo al gol del vantaggio del Liverpool, nato successivamente ad un'azione in cui non fu ravvisato un probabile fallo di carica sul portiere giallorosso Tancredi, ostacolato in uscita dall'irlandese Ronnie Whelan, che gli fece scappare il pallone lasciando così la porta sguarnita. Molto discussa fu inoltre la decisione di Falcão, all'epoca uno dei simboli della AS Roma e specialista nei tiri dagli undici metri, di non voler battere uno dei rigori. La sconfitta fu resa ancor più amara poiché la finale si giocò, per ironia della sorte, proprio allo Stadio Olimpico di Roma. La AS Roma fu comunque protagonista di una straordinaria stagione, aggiudicandosi nello stesso anno la Coppa Italia.

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Nils Liedholm, Bruno Conti, Dino Viola e Paulo Roberto Falcão, in una foto prima del Mondiale 82.
L'incredibile sconfitta con il Lecce

Dopo aver concluso uno dei migliori periodi della sua storia con Liedholm, ma anche dopo la sfortunata finale persa ai rigori con il Liverpool, la AS Roma di Dino Viola affidò la panchina giallorossa ad un altro tecnico svedese Sven-Göran Eriksson, osservato da qualche tempo. Dopo una prima stagione deludente, conclusasi con il settimo posto in classifica e con l'amaro addio di Falcao, nella stagione '85/'86 la Roma sfiorò nuovamente il tricolore: dopo un'incredibile rimonta di 9 punti sulla capolista Juventus, battuta all'Olimpico con un sonoro 3-0, la penultima giornata di campionato riservò alla squadra giallorossa un turno teoricamente favorevole per il sorpasso in testa alla classifica: la AS Roma doveva infatti affrontare in casa il Lecce, squadra peraltro già retrocessa. Il gol dell'ex Alberto Di Chiara ed una doppietta di Juan Alberto Barbas condannarono invece la Roma ad un'inaspettata sconfitta per 2-3 firmando una delle pagine più amare della storia del club capitolino. La conquista, nello stesso anno, della sua sesta Coppa Italia non bastò a consolare la gente, che aveva anche visto il giro d'onore del presidente Viola e del sindaco di Roma Ugo Vetere prima della partita, per un'altra favorevole occasione sfumata di aggiudicarsi il titolo.

Gli anni novanta

La morte di Dino Viola, gli anni bui

Il periodo grigio del dopo Dino Viola, morto nel gennaio del 1991, venne caratterizzato dall'avvicendamento di molti giocatori, dovuto all'allargamento delle rose, era il periodo di Giuseppe Giannini, er Principe, capitano di quella formazione, giallorosso nel cuore, che nonostante le sua indiscutibile tecnica e visione di gioco non riuscì mai a rendersi protagonista, per via anche di una squadra che durante tutti gli anni novanta non fu in nessun caso all'altezza di quella del decennio precedente.

La Coppa Uefa 90/91: un'altra finale sfortunata

L'anno della morte di Dino Viola venne segnato da una serie di avvenimenti che sconvolsero l'ambiente, dal caso Lipopil, che coinvolse i giocatori Angelo Peruzzi e Andrea Carnevale, squalificati dalla CAF per un anno, dopo che vennero rilevate delle tracce di fentermina, una sostanza dopante, nelle loro urine; fino ad arrivare ad un'altra sfortunata finale europea, la Coppa Uefa del 1990/91 contro l'Inter. Dopo aver perso l'incontro di andata a San Siro per 2-0, la partita di ritorno fu un arrembaggio da parte dei capitolini, ma nonostante le numerose occasioni da gol, la squadra giallorossa non andò oltre l'1-0, con la rete di Rizzitelli; la finale finì pertanto con i nerazzurri che sollevarono la coppa sotto il cielo di Roma. Nello stesso anno, dopo l'acquisto della società da parte di Giuseppe Ciarrapico la Roma, allenata da Ottavio Bianchi, conquistò la sua settima Coppa Italia, in finale contro la Sampdoria.

Tempi recenti

 
17 giugno 2001: la Roma conquista il suo terzo scudetto. Un immagine dei festeggiamenti della Curva Sud dello Stadio Olimpico di Roma al termine della gara decisiva.
Il terzo scudetto

Il terzo scudetto arrivò nella stagione 2000/'01, sotto la presidenza di Franco Sensi e la guida tecnica dell'allenatore friulano Fabio Capello. Tra i protagonisti della vittoria del campionato, proprio gli autori dei tre gol decisivi di Roma-Parma (3-1) del 17 giugno 2001[6]: il Capitano Francesco Totti, il centravanti argentino Gabriel Omar Batistuta e l'attaccante Vincenzo Montella.

Le occasioni sfumate

Nella stagione successiva la Roma tentò di ripetersi, arrivando però seconda ad un solo punto dalla Juventus; nel 2002/'03, invece, la squadra non ottenne i medesimi buoni risultati concludendo all'ottavo posto nel campionato, peggiore risultato dei precedenti 10 anni. Nella stagione 2003/'04 la Roma, pur avendo raggiunto il platonico titolo di "campione d'inverno" grazie ad un buon avvio di stagione, terminò il torneo al 2° posto in classifica, alle spalle del Milan.

L'addio di Capello
 
Celebrazioni della vittoria del campionato 2000-2001: un "murales" con lo scudetto tricolore e il capitano della Roma Francesco Totti su una abitazione della capitale.

Nell'estate del 2004 il rapporto tra l'ambiente giallorosso e Fabio Capello si raffreddò molto, fino a portare alla discussa partenza del tecnico di Pieris, che approdò alla Juventus. Venne allora assoldato Cesare Prandelli, precedentemente allenatore del Parma. Il nuovo tecnico concordò con la società l'acquisto di alcuni giocatori, tra i quali il centrocampista Simone Perrotta (proveniente dal Chievo) e l'attaccante egiziano Ahmed Hossam Mido (dall'Olympique Marsiglia). Prima dell'inizio del campionato Prandelli si trovò costretto ad abbandonare la guida tecnica della squadra, ufficialmente per motivi familiari. La Roma, a pochi giorni dalla partita di esordio di campionato, ingaggiò allora Rudi Voeller, ex-attaccante giallorosso degli anni 90, ed ex-allenatore della nazionale tedesca. I risultati non furono buoni: dopo un buon inizio nella prima di campionato contro la Fiorentina, si susseguirono una serie di sconfitte e pareggi, fino alle dimissioni presentate del tecnico tedesco, giunte subito dopo un episodio negativo che coinvolse la squadra giallorossa: nella prima gara di Champions League contro la Dynamo Kiev, poco dopo il fischio finale del primo tempo l'arbitro svedese Anders Frisk venne ferito alla testa da un oggetto tirato dalle tribune dell'Olimpico. Per questo episodio la UEFA impose oltre alla sconfitta a tavolino per 0-2, anche la chiusura al pubblico dello stadio per tre turni. Dopo l'abbandono di Voeller, la Roma corse ai ripari ingaggiando Luigi Del Neri, che cambiò lo schema, facendo giocare spesso Totti e l'attaccante barese Antonio Cassano insieme con Vincenzo Montella: con la decisione tattica di ricostituire il cosiddetto "Trio delle meraviglie" i risultati tornarono per un periodo a migliorare.

Nonostante un buon inizio, i risultati altalenanti, dovuti a gravi problemi di spogliatoio, spinsero il 14 marzo 2005, dopo la sconfitta per 3 a 0 a Cagliari, Del Neri a dimettersi. Un altro ex giocatore giallo-rosso, Bruno Conti, subentrò come allenatore. La Roma chiuse il campionato col bilancio, poco lusinghiero, di 5 allenatori utilizzati in 12 mesi.

A fine stagione il capitano Francesco Totti annunciò il rinnovo del contratto fino al 2010, sostanzialmente legando il suo nome alla Roma per tutta la carriera.

L'era di Spalletti e l'ottava Coppa Italia

La stagione 2005/2006 cominciò con l'ingaggio del tecnico Luciano Spalletti dall'Udinese, con la quale l'allenatore toscano aveva da poco conquistato la qualificazione alla Champions League. La società, col ritorno di Bruno Conti al ruolo di Direttore Tecnico e con quello di Daniele Pradè a Direttore Sportivo, cercò di portare avanti una campagna acquisti nonostante la stessa fosse stata bloccata, per quasi tutta l'estate, dal caso Mexès. Alla fine arrivarono, comunque, gli ingaggi a parametro zero di Samuel Kuffour, Rodrigo Taddei e Shabani Nonda, rispettivamente svincolati da Bayern Monaco, Siena e Monaco.

L'inizio della stagione non fu dei migliori e la squadra si trovò nelle posizioni di metà classifica. A dicembre arrivò però la svolta con la fine dell'ormai travagliato rapporto tra la società e Antonio Cassano, che venne ceduto al Real Madrid per circa 5 milioni di euro. Da quel momento in poi la squadra ritrovò una compattezza grazie alla quale riuscì, nonostante alcuni infortuni dei suoi elementi (tra i quali anche quello di Totti), a stabilire il record italiano di 11 vittorie consecutive in campionato, primato raggiunto proprio grazie alla vittoria per 2-0 nello storico derby del 26 febbraio 2006[7]. Il record è stato poi battuto il 13 gennaio 2007 dall'Inter, che ha ottenuto in quell'occasione la dodicesima vittoria consecutiva (poi diciassette in totale). La Roma si classificò quinta in campionato ma in seguito allo scandalo del calcio italiano e allo stravolgimento della classifica dovuta alla retrocessione all'ultimo posto per illecito della Juventus e della penalizzazione di Milan, Fiorentina e Lazio diventò seconda qualificandosi così alla Champions League.

Nel campionato 2006/2007 la Roma conferma lo stesso modulo di gioco che l'aveva portata al record di vittorie consecutive l'anno precedente, continuando a mostrare un gioco brillante ma alternando molte vittorie importanti ad alcuni risultati insoddisfacenti; tra gli alti e bassi del campionato si ricordano le due vittorie ottenute a San Siro contro Milan e Inter, e il derby perso per 3-0 contro i cugini della Lazio. La Roma chiude il campionato al secondo posto, preceduta dall'Inter.

In Champions League la Roma, dopo aver eliminato l'Olympique Lyonnais, arriva fino ai quarti di finale, dove viene eliminata dal Manchester United (vittoria dei giallorossi in casa per 2-1 e umiliante sconfitta nella gara di ritorno all'Old Trafford per 7-1). La Roma non perdeva con così tante reti di scarto in una partita nelle Coppe europee dal 1935, quando nella Mitropa Cup era stata sconfitta per 8-0 dal Ferencvaros.

Vince la Coppa Italia, dopo aver eliminato Triestina, Parma e Milan, battendo l'Inter dei record in finale: all'andata vince per 6-2 (risultato importante non solo perché la Roma conferma di essere l'unica squadra italiana a vincere nel 2006/07 contro l'Inter, ma anche per il fatto che i nerazzurri erano detentori di Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana) e perdendo al Meazza di Milano per 2-1.

Eventi chiave e curiosità

File:UniformeASRoma2007.png
  • Nella stagione 1990/91 perde la finale di Coppa UEFA contro l'Inter; dopo l'andata a Milano conclusasi 2-0 per i padroni di casa, la Roma si impone in casa 1-0 cogliendo anche un palo nel finale, ma non è sufficiente per vincere il trofeo.
  • Nel 1984, dopo aver vinto lo scudetto, la Roma gioca la Coppa dei Campioni arrivando fino alla finale contro il Liverpool dove perde ai calci di rigore. La partita venne disputata allo Stadio olimpico il 30 maggio 1984, dopo l'1-1 dei 120 minuti regolamentari, i rigori vennero battuti nella porta sotto la Curva Sud, quella che tradizionalmente ospita i tifosi giallorossi. Sembra che la "stella" della Roma, Paulo Roberto Falcão, si sia rifiutato di tirare uno dei cinque calci di rigore[8].
  • La Roma è la squadra italiana che, nelle coppe europee, ha giocato avvicinandosi di più al Polo Nord: fatto accaduto in occasione della trasferta a Tromsø, nella prima giornata del secondo turno della Coppa UEFA 2005/2006.
  • Il 26 febbraio 2006 la Roma, battendo la Lazio per 2-0[9] nel derby, stabilisce il record assoluto di 11 vittorie consecutive nella Serie A italiana, record precedentemente appartenente, con 10 vittorie, a Bologna, Juventus e Milan. La striscia positiva di vittorie viene poi interrotta, il 5 marzo 2006, col pareggio casalingo per 1-1 con l'Inter (reti di Taddei al 9', pareggio di Materazzi all'89'). La stessa Inter ha poi battuto tale record nel campionato successivo con 17 vittorie consecutive.
  • La Roma è l'unico club calcistico italiano ad avere un quotidiano monotematico dedicatogli: Il Romanista.
  • L'unica retrocessione in serie B della Roma, maturata all'ultima giornata di campionato, precede esattamente di cinquant'anni la conquista, anch'essa all'ultima giornata, del terzo scudetto: avvenne infatti il 17 giugno del 1951.
  • Nel 2006, in seguito allo scandalo di "calciopoli", tre delle squadre classificatesi prima della Roma vengono penalizzate (la Juventus viene retrocessa in serie B; il Milan e la Fiorentina penalizzati) e la Roma si trova dunque matematicamente al secondo posto della classifica 2005/2006, conquistando così l'ingresso diretto alla Champions League.
  • La curva Sud non è sempre stata giallorossa. Infatti fino all'11 marzo 1973 nei derby i tifosi di Roma e Lazio si potevano sedere liberamente in entrambe le curve. La settimana prima di quel derby l'allora dirigenza biancazzurra invitò i suoi sostenitori, essendo la S.S. Lazio la società ospitante, a sedersi nella Curva Sud sotto la quale uscivano tutti i calciatori. Furono però i tifosi romanisti a presentarsi in numero superiore e si impossessarono della Curva che da quel giorno venne dichiarata da entrambe le società destinata alla tifoseria romanista, mentre la curva Nord divenne laziale. Ironia della sorte, dopo la ricostruzione per Italia '90 i giocatori escono tutti dal sottopassaggio a centrocampo.
  • L' AS Roma, la sera del 10 aprile 2007, conquista il triste record della sconfitta più pesante avvenuta nei quarti finale della Champions League per una squadra italiana venendo travolta per 7-1 dai giocatori del Manchester United. Nella stagione 1934/35, la AS Roma venne sconfitta 8-0 in Coppa dell'Europa Centrale dagli ungheresi del Ferencvaros; tuttavia non è questa la sconfitta più pesante per una squadra italiana nelle coppe europee; tale triste primato spetta infatti all'Ambrosiana-Inter che nel 1938 nei quarti di finale della Coppa dell'Europa Centrale venne sconfitta per 9-0 dai cecoslovacchi dello Slavia Praga, poi vincitrice della competizione.
File:Asromastemma antico.png
Lo stemma in una delle prime versioni.
 
Il "lupetto" usato dal 1979 al 1997.
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L'attuale logo, in uso dal 1997.

Lo stemma

Template:NoteL'attuale logo della A.S. Roma è il restyling del primo stemma che la squadra adottò dalla sua fondazione fino alla fine degli anni '70. Durante un'amichevole internazionale nel 1978, l'ultimo anno di Anzalone alla presidenza della squadra, la Roma si trovò a giocare in trasferta negli Stati Uniti contro i New York Cosmos. I dirigenti giallorossi notarono che in America lo sport viaggiava su alti livelli, trainato dal merchandising, la vendita dei prodotti legati alla squadra. Prima di allora lo stemma non era un marchio registrato e le magliette non erano messe in vendita nei negozi specializzati. Si decise così di creare un ufficio per la pubblicità, diretto dal famoso grafico Piero Gratton (autore in quegli anni di molti stemmi famosi, su tutti quello del Tg2), che realizzò il nuovo logotipo per la società giallorossa, da cui partire per poter creare una serie di prodotti per la vendita legati ad esso. La lupa capitolina non poteva essere registrata come marchio così venne creato il celebre lupetto, poco gradito dal presidente Viola, che ha accompagnato le maglie giallorosse fino alla stagione 1997/1998.

Il 20 luglio 1997, grazie ad un accordo con il Comune di Roma venne concesso un permesso speciale alla società capitolina per poter utilizzare il simbolo della lupa e riproporre così una nuova versione dello stemma ispirato a quello originale.

L'inno

«Roma, Roma, Roma: core de 'sta città. Unico grande amore de tanta e tanta gente ch'hai fatto 'nammorà'.»

L'inno ufficiale della AS Roma è "Roma (non si discute si ama)" meglio noto con il nome di: "Roma Roma", di Antonello Venditti. Viene diffuso dagli altoparlanti dello stadio prima di ogni partita, mentre la squadra entra in campo; la prima volta fu in occasione della partita Roma-Fiorentina del 1974. "Grazie Roma" è un altro inno composto dallo stesso cantante nel 1983 in occasione della vittoria del secondo scudetto giallorosso, a differenza della prima, questa canzone viene diffusa solamente dopo la fine delle partite giocate in casa, quando la AS Roma vince. Il cantautore romano ha inoltre composto, in occasione della conquista del terzo scudetto della Roma nel campionato 2000/2001, anche la canzone "Che c'è" dedicata proprio a tale evento.

Numeri ritirati

La Roma, come tributo alla classe e all'attaccamento alla squadra del difensore centrale Aldair, ha ritirato la maglia dallo stesso indossata nel corso della sua lunga carriera nella compagine giallorossa (1990-2003), quella con il numero 6.

Gli sponsor sulla maglia

File:ViolaSponsor.jpg
Viola presenta alla stampa la nuova maglia con il primo sponsor ufficiale della Roma: Barilla.

Fornitori tecnici

Cronistoria

Cronistoria della Associazione Sportiva Roma
  • 1913 - Roman 4°, Pro Roma 5ª, Alba 6ª (Campionato Federale - Girone Laziale).
  • 1914 - Roman 2°, Fortitudo 4ª, Pro Roma 6ª.
  • 1915 - Roman 1°, Fortitudo 4ª, Pro Roma 5ª. Il Roman è secondo nel Girone finale dell'Italia Centrale.
  • 1920 - Fortitudo 1ª, Pro Roma 5ª, Roman 6°, U.S.Romana 7ª, . La Fortitudo perde la semifinale interregionale contro il Livorno.
  • 1921 - Fortitudo 1ª, Pro Roma 5ª, U.S.Romana 6ª, Roman 8°. La Fortitudo è seconda nel girone B delle semifinali interregionali.
  • 1922 - Fortitudo 1ª, Alba 4ª, Roman 5°, U.S.Romana 6ª, Pro Roma 8ª. La Fortitudo perde la finale di Campionato contro il Pro Vercelli.
  • 1923 - Alba 2ª, Fortitudo 3ª, U.S.Romana 4ª, Roman 6°. L'Alba è seconda nel girone A delle semifinali interregionali.
  • 1924 - Alba 1ª, Fortitudo 3ª, U.S.Romana 5ª. L'Alba perde la finale della Lega Sud contro il Savoia.
  • 1925 - Alba 1ª, Fortitudo 3ª, Pro Roma 5ª. L'Alba perde la finale di Campionato contro il Bologna.
  • 1926 - Alba 1ª, Fortitudo 2ª, Roman 5°, Pro Roma 6ª. L'Alba perde la finale di Campionato contro la Juventus.
  • 1927 - Campionato Nazionale: Alba 9ª nel Girone A, Fortitudo 10ª nel Girone B.
  • 7 giugno 1927 - Alba, Fortitudo e Roman si fondono dando vita alla A.S. Roma.

  • 1928 - 8ª nel Girone B del Campionato Nazionale - Vince la Coppa Coni
  • 1929 - 3ª nel Girone finale del Campionato nazionale. Ammessa alla nuova Serie A
  • 1930 - 6ª in Serie A
  • 1931 - 2ª in Serie A
  • 1932 - 3ª in Serie A
  • 1933 - 5ª in Serie A
  • 1934 - 5ª in Serie A
  • 1935 - 4ª in Serie A
  • 1936 - 2ª in Serie A
  • 1937 - 10ª in Serie A
  • 1938 - 6ª in Serie A
 
  • 1939 - 5ª in Serie A
  • 1940 - 7ª in Serie A
  • 1941 - 11ª in Serie A
  • 1942 - File:Scudetto.png Campione d'Italia
  • 1943 - 9ª in Serie A
  • 1944 - 2ª nel Campionato Romano
  • 1945 - 1ª nel Campionato Laziale
  • 1946 - 3ª nel Campionato Centro Sud - 6ª nel Girone Finale
  • 1947 - 15ª in Serie A
  • 1948 - 17ª in Serie A
  • 1949 - 14ª in Serie A
  • 1950 - 17ª in Serie A
  • 1951 - 19ª in Serie A, retrocessa in Serie B
  • 1952 - 1ª in Serie B, promossa in Serie A
  • 1953 - 6ª in Serie A
  • 1954 - 6ª in Serie A
  • 1955 - 3ª in Serie A
  • 1956 - 6ª in Serie A
  • 1957 - 14ª in Serie A
  • 1958 - 5ª in Serie A
  • 1959 - 6ª in Serie A
  • 1960 - 9ª in Serie A
  • 1961 - 5ª in Serie A -   Vince la Coppa delle Fiere
  • 1962 - 5ª in Serie A
  • 1963 - 5ª in Serie A
  • 1964 - 12ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
  • 1965 - 9ª in Serie A
  • 1966 - 8ª in Serie A
  • 1967 - 10ª in Serie A
  • 1968 - 10ª in Serie A
  • 1969 - 8ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
 
  • 1970 - 11ª in Serie A
  • 1971 - 6ª in Serie A
  • 1972 - 7ª in Serie A - Vince il Torneo Anglo-Italiano
  • 1973 - 11ª in Serie A
  • 1974 - 8ª in Serie A
  • 1975 - 3ª in Serie A
  • 1976 - 10ª in Serie A
  • 1977 - 8ª in Serie A
  • 1978 - 8ª in Serie A
  • 1979 - 12ª in Serie A
  • 1980 - 7ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
  • 1981 - 2ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
  • 1982 - 3ª in Serie A
  • 1983 - File:Scudetto.png Campione d'Italia
  • 1984 - 2ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
  • 1985 - 7ª in Serie A
  • 1986 - 2ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
  • 1987 - 7ª in Serie A
  • 1988 - 3ª in Serie A
  • 1989 - 8ª in Serie A
  • 1990 - 6ª in Serie A
  • 1991 - 9ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia
  • 1992 - 5ª in Serie A
  • 1993 - 10ª in Serie A
  • 1994 - 7ª in Serie A
  • 1995 - 5ª in Serie A
  • 1996 - 5ª in Serie A
  • 1997 - 13ª in Serie A
  • 1998 - 4ª in Serie A
  • 1999 - 5ª in Serie A
  • 2000 - 6ª in Serie A
  • 2001 - File:Scudetto.png Campione d'Italia
  • 2002 - 2ª in Serie A -   Vince la Supercoppa Italiana
  • 2003 - 8ª in Serie A
  • 2004 - 2ª in Serie A
  • 2005 - 8ª in Serie A
  • 2006 - 2ª in Serie A (a seguito di sentenza della giustizia sportiva viene promossa dalla 5ª posizione alla 2ª, classificandosi così direttamente per la Champions League)
  • 2007 - 2ª in Serie A - File:Coccarda italia.png Vince la Coppa Italia

Palmares

Ufficiali


Settore giovanile

Rosa 2006/2007

 
Formazione tipo dell' AS Roma 2006/07
Portieri
1   Gianluca Curci
12   Pietro Pipolo
24   Carlo Zotti

(gennaio 2007 ceduto alla Sampdoria)

27   Julio Sergio ( )
32   Doni
Difensori
2   Christian Panucci
3   Gilberto Martínez
5   Philippe Mexès
13   Christian Chivu
19   Rodrigo Defendi
21   Matteo Ferrari ( )
22   Max Tonetto
31   Fabrizio Grillo
33   Gianluca Freddi
37   Andrea Giacomini
77   Marco Cassetti
Centrocampisti
4   Christian Wilhelmsson

(gennaio 2007 acquistato dal Nantes)

7   David Pizarro
8   Alberto Aquilani
11   Rodrigo Taddei ( )
14   Ricardo Faty ( )
16   Daniele De Rossi
18   Valerio Virga
20   Simone Perrotta ( )
28   Aleandro Rosi
30   Amantino Mancini
34   Massimiliano Marsili
36   Simone Palermo
Attaccanti
9   Vincenzo Montella

(gennaio 2007 ceduto al Fulham)

10   Francesco Totti
17   Francesco Tavano

(gennaio 2007 acquistato dal Valencia)

23   Mirko Vučinić
35   Stefano Okaka ( )
Allenatore
  Luciano Spalletti


Rose delle stagioni precedenti

Anni 2000

 

Anni 90

 

Anni 80

 

Anni 70


Anni 60

 

Anni 50

 

Anni 40

 

Anni 30

Anni 20

 

Giocatori celebri del passato

File:Dibartolomei.jpg
Agostino Di Bartolomei, capitano indimenticato del secondo scudetto.
 

Altri giocatori rappresentativi

File:Francescorocca.jpg
Francesco Rocca detto Kawasaki, sfortunato campione giallorosso.

Giocatori della Roma campioni del mondo

 

I record giallorossi

Per le fonti dei dati vedi la bibliografia.[10]
N.B.: i dati seguenti sono aggiornati a tutto il campionato 2005/2006. Verranno nuovamente aggiornati - ove necessario - al termine dell'attuale campionato.

Squadra

File:Santarini.jpg
Sergio Santarini, 344 presenze in giallorosso.
File:Romaasstemma.png
Incontro singolo

In casa

Fuori casa

File:Romaasstemma.png
In campionato

Vittorie

  • Maggior numero di vittorie in campionato
    22 (1930-31 e 2000-01)
  • Minor numero di vittorie in campionato
    8 (1964-65 e 1992-93)
  • Maggior numero di vittorie consecutive
    11 (2005-06)
  • Partite utili consecutive
    24 (2001-02)

Gol

  • Maggior numero di gol segnati in campionato
    87 in 34 partite (1930-31)
  • Minor numero di gol subiti in campionato
    15 in 30 partite (1974-75)

Punti

  • Maggior numero di punti in classifica

    75 in 34 partite (2000-01) - 3 punti a vittoria
  • Minor numero di punti in classifica

    18 in 20 partite (1927-28) - 2 punti a vittoria

Individuali

File:Pruzzo.jpg
Roberto Pruzzo, premiato come miglior cannoniere nel campionato 1981/'82 (lo è stato anche nel 1980/'81 e nel 1985/'86).

(*) Giocatori ancora in attività con la Roma.

Partite importanti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione Sportiva Roma/Partite importanti.

Template:NotePur non potendo disporre di una bacheca ricca di trofei, i tifosi della Roma sono molto attaccati alla propria squadra e vivono visceralmente il tifo per i propri colori. Della squadra vengono ricordati soprattutto particolari incontri che hanno visto i giallorossi trionfare spesso anche con squadre di prestigio internazionale, su tutte le partite che più rimangono impresse sono certamente le vittorie nei derby, le sfide contro gli eterni rivali della Juventus e le partite che hanno permesso la vittoria nel campionato.

L'A.S. Roma S.p.A.

L'A.S. Roma S.p.A. è una società per azioni con un capitale sociale di circa 19.800 euro. A partire dal 2001 la società è stata quotata sul listino della borsa italiana (codice ISIN: IT0001008876 - codice alfanumerico: ASR) e su tale mercato vengono negoziati i circa 133 milioni di azioni ordinarie circolanti.

Organigramma

File:Romaasstemma.png
A.S. Roma S.p.A

Presidente

Consiglio di amministrazione

  • Vice Presidenti
    Ciro Di Martino
    Giovanni Ferreri
  • Amministratore Delegato
    Rosella Sensi
  • Consiglieri
    Maria Cristina Sensi
    Silvia Sensi
    Renato Bernardini
    Giuseppe P. Marra
    Angela Nanni
    Michele Baldi
    Silvio Rotunno

Collegio sindacale

  • Presidente del Collegio sindacale
    Marco Lacchini
  • Sindaci effettivi
    Alberto Dello Strologo
    Giorgio Palasciano
  • Sindaci Supplenti
    Guerrino Cavicchia
    Francesco Spanò

Bibliografia

Template:Note

  • La squadra del mio cuore "La Roma", allegato a Corriere dello Sport - Stadio - Modena, Franco Cosimo Panini Editore 1995
  • Francesco Valitutti, La storia della grande Roma - Roma, Periodici Locali Newton 1996
  • Francesco Campanella, Enciclopedia Giallorossa - Roma, Edizioni La Campanella 1999
  • Luca Prosperi, Attaccati alla maglia - le maglie della Roma dal 1927 al 2001 - Roma, Artexpò Promotion 2001
  • Lorenzo Contucci, La maglia del cuore - Roma, Ufficio Comunicazione della Regione Lazio 2004
  • Alberto Pallotta e Angelo Olivieri, Magica Roma - Storia dei 600 uomini giallorossi - Roma, Un Mondo a Parte 2004
  • Stefano Marsiglia, Maggica Roma - Roma, Malatempora 2006

Voci correlate

Note

  1. ^ Fonte: Sondaggio Doxa per L'espresso. In particolare, la Roma risultava avere le preferenze del 6% del campione intervistato, dopo la Juventus (31%), l'Inter (22,2%), il Milan (16,4%) e prima del Napoli (4,2%) e della Lazio (3,5%).
  2. ^ Includendo il secondo posto ottenuto dopo le vicende di Calciopoli (quinta classificata prima delle sentenze).
  3. ^ Calcio Romanus Sum, di Piero Strabioni, E.n.n.e B.i., 2007
  4. ^ logo
  5. ^ partite
  6. ^ partite
  7. ^ partite
  8. ^ partite
  9. ^ partite
  10. ^ biblio

Collegamenti esterni

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