Saggezza

particolare connotazione o capacità propria di chi è in grado di valutare in modo corretto, prudente e equilibrato le varie opportunità
Disambiguazione – Se stai cercando la raccolta di poesie di Paul Verlaine, vedi Sagesse.

La saggezza è una particolare connotazione o capacità propria di chi è in grado di valutare in modo corretto, prudente ed equilibrato le varie scelte ed opportunità, optando di volta in volta, innanzi alle varie perplessità, per quella più proficua secondo la ragione e l'esperienza o comunque aderente alla Morale ed all'Etica imperanti, in quel tempo ed in quel luogo, di cui si è permeati e condizionati.

Eraclito in un dipinto di Johannes Moreelse
Affresco della Saggezza di Robert Reid - Libreria del Congresso Thomas Jefferson; Washington, Stati Uniti

Definizione

 
La Statua della Saggezza di Pietro Baratta a San Zanipolo, Venezia

La saggezza è spesso intesa come capacità di desiderare e scegliere ciò che, valutato a lungo termine, possa ottenere l'approvazione di un buon numero di persone. In questo senso, una scelta "saggia" implica che l'azione[1] sia stata strategicamente corretta se giudicata alla luce di una teoria dei valori ampiamente condivisa. Da sempre il lemma è oggetto di analisi filosofiche profonde e mutevoli nel corso dei secoli e spiccatamente diverse per le varie culture e società.

«Aspirare alla saggezza, anche questo è filosofia.»

Colui che è dotato di saggezza, ha e rivela, nel comportamento, nel giudicare e nell’operare, un oculato discernimento, una moderazione, ed un equilibrio intellettuale ed in particolare spirituale, ovvero una conoscenza delle cose acquisita soprattutto con l’esperienza e la successiva riflessione che lo rende maggiormente consapevole.

«Guglielmo si piegò in un inchino: "Siete saggio anche quando siete severo. Come volete."
"Se mai fossi saggio, lo sarei perché so essere severo." rispose Bruzzo.»

La Saggezza per l'Etica

 
Halbig - Statua raffigurante la Sapienza a Monaco di Baviera in Germania

La saggezza, dal punto di vista dell'etica, consiste nel riconoscere la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è non-giusto, mentre dal punto di vista della morale permette di discriminare quelle azioni che sono rivolte al bene e non al male. Va tuttavia rilevato che, per chi ritiene che in ambito etico non sussista la possibilità di discernere oggettivamente il bene dal male, la saggezza è invece la consapevolezza dell'assenza di un criterio morale trascendentale. In questo senso tutto ciò che accade è il risultato di infinite forze "negative" e "positive" che, intrecciandosi, portano inevitabilmente alla situazione presente; saggio è dunque l'individuo che sa adeguarsi di volta in volta allo stato dei fatti, modificando i suoi valori secondo le concrete opportunità che gli si presentano.

Riconoscere ciò che è saggio vuol dire quindi riconoscere le conseguenze di ciò che è stolto o addirittura folle: "follia" è il termine filosofico opposto a "saggezza".

«Meglio essere un folle per propria iniziativa, che un saggio secondo il parere di un altro!»

Come ogni decisione, una decisione saggia va presa anche quando le informazioni a disposizione sono incomplete. Pertanto, per poter agire saggiamente, bisogna essere capaci di intravedere al meglio gli scenari futuri prospettati dalle conseguenze di una certa azione, di desiderare il meglio per i più (anche a scapito del proprio personale interesse) e di agire in maniera consequenziale.

Una definizione filosofica dice che la saggezza è: "In generale, la disciplina razionale delle faccende umane: cioè il comportamento razionale in ogni campo o la virtù che determina ciò che è bene o male per l'uomo.".[2]

«Lo sciocco corre dietro i piaceri della vita, e si vede ingannato; il saggio evita i mali.»

La Saggezza per la Società

 
Paolo Veronese: Allegoria della Saggezza e della Forza nel dualismo virtù e vizio (c. 1580). Originariamente dipinta per Rodolfo II del Sacro Romano Impero, è oggi parte della Frick Collection Museum di New York - Stati Uniti.

Molte autorità e governi moderni, nonché religioni ed etiche, affermano che la saggezza richiede una "prospettiva illuminata". Tale prospettiva è spesso definita in un modo meramente utilitaristico, come supporto a lungo termine per il bene comune.

«Solo il saggio è libero, perché è padrone di sé stesso»

Le azioni e le intuizioni che sono considerate dai più come sagge tendono a:

  • innalzarsi al di sopra di un singolo punto di vista, aspirando ad un modo di essere che sia compatibile con più di un sistema etico;
  • aver cura della vita, del bene pubblico e degli altri valori impersonali, senza anteporre loro il proprio ristretto interesse personale;
  • avere una solida conoscenza dell'esperienza del passato (senza per questo essere incapaci di svincolarsene), ed essere al contempo in grado di anticipare le probabili conseguenze future di certe azioni;
  • non prestare ascolto solo alla voce dell'intelligenza, ma anche a quella dell'intuizione, del sentimento, dello spirito, ecc.
«Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio.»

La Saggezza per la Tradizione

 
Ettore Ferrari, Monumento a Carlo Cattaneo (1900), La Sapienza; Milano

Tradizionalmente, la saggezza è collegata alla virtù. È tautologico affermare che chi è saggio sia anche virtuoso. Le virtù più spesso associate alla saggezza, in antichità erano quelle della condotta dell'essere perfetto; attualmente sono spesso associate, per aderenza alla filosofia cristiana, all'umiltà, alla compassione, alla temperanza, ed alla carità, intesa come capacità di amare senza distinzioni o pregiudizi; ed inoltre alla tolleranza ed alla mancanza di presunzione e prevaricazione.[3]

Tradizionalmente la saggezza è vista quale sinonimo di ponderazione ed oculatezza.

In nessun caso però la saggezza può essere valutata in termini di consenso popolare. Altresì la saggezza popolare si esprime spesso in forma di proverbi e di locuzioni tradizionali e spesso molto antiche. L'opinione popolare attribuisce numerevolmente la dote della saggezza alle persone più anziane e più colte, in virtù della loro sapienza, prudenza e maggiore esperienza di vita.[4]

La Saggezza per il Senso comune

 
Il Pensatore - Celebre statua di Auguste Rodin - Museo Rodin, Parigi Francia

Alcuni sostengono che il più universale (ed il più utile) significato del lemma saggezza sia quello di essere in grado di vivere stando bene insieme agli altri.

«Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.»

In questa prospettiva, il saggio è colui che è in grado di mostrare agli altri la pochezza delle cose del mondo e l'intrinseca interconnessione di ogni cosa ad ogni altra.

«La saggezza non è altro che la scienza della felicità.»

Spesso la saggezza è ritenuta associabile non solo all'esperienza, ma anche all'educazione ed alla formazione, ovvero alla sapienza. La Sapienza (dal latino sapientia, derivato di sapiens -entis «sapiente, saggio») traduce il termine greco σοφία (sofia) con il significato filosofico di possesso teorico di approfondita scienza e capacità morale di saggezza (φρόνησις, phronesis)[5].

La distinzione tra saggezza e sapienza viene definita chiaramente con Aristotele per il quale:

  • la saggezza è «una disposizione vera, accompagnata da ragionamento, che dirige l'agire e concerne le cose che per l'uomo sono buone e cattive»[6];
  • la scienza come «scienza delle realtà che sono più degne di pregio, coronata dall'intelligenza dei supremi principi»[7].

La saggezza riguarda pertanto il comportamento morale, l'economia e la politica, la sapienza è «la più perfetta delle scienze» poiché ha per oggetto realtà metafisiche e quindi immutabili come gli astri e il primo motore e rappresenta quindi la «filosofia prima» che indaga le prime cause ed i principi[8], mentre la saggezza, riguardando l'uomo, imperfetto e mutevole, non è una scienza suprema.

«La saggezza non è il risultato di un'educazione, ma del tentativo di una vita intera di acquisirla.»

Colloquialmente, si considera la saggezza come una progressiva qualità che sopraggiunge semplicemente con l'avanzare dell'età.

«La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi.»

La Saggezza per i Filosofi

 
Socrate che istruisce Alcibiade, opera di Marcello Bacciarelli (1776)

Per Socrate[9], definito dalla Pizia «il più saggio» tra gli uomini, è possibile scoprire che la saggezza consiste nel «sapere di non sapere».[10][11] Alla concezione della saggezza dei suoi contemporanei, insieme alle altre virtù, egli applica il metodo della maieutica per mettere in luce le contraddizioni nel loro pensiero.[12] Non accontentandosi di un mero elenco di casi da costoro additati quali esempi di saggezza, Socrate mira a definire cos'è la saggezza in se stessa.[13]

 
Testa marmorea di Platone; copia romana.

Per Platone vale l'idea che la saggezza sia essenzialmente temperanza (sophrosyne).[14] Il Carmide che è uno dei dialoghi giovanili di Platone più ricchi e più interessanti, con pagine di straordinaria profondità e attualità mette in luce i limiti dell'antica tesi della medicina greca secondo cui non si può curare una "parte" del corpo senza curare "tutto" il corpo, e si dimostra che il corpo umano stesso è solo una "parte", in quanto l'intero dell'uomo è insieme corpo e anima. Il messaggio centrale del dialogo resta particolarmente valido anche per l'uomo d'oggi: per liberarsi dai mali, bisogna innanzitutto curare la propria anima in modo che domini il corpo, ossia occorre raggiungere un adeguato auto-dominio, la temperanza, perché solo così si può acquistare la vera salute.[15]

 
Ritratto di Aristotele, conservato a Palazzo Altemps, Roma. Copia Romana in marmo di un originale greco di Lisippo (330 a.C. ca.); il mantello in alabastro è un'aggiunta moderna. Dalla Collezione Ludovisi.

Per Aristotele la saggezza va distinta dalla sapienza, pur appartenendo entrambe al novero delle virtù dianoetiche, cioè relative alla ragione vera e propria, non attribuibili dunque all'ethos, ossia al carattere o alla consuetudine. Egli stabilisce che la saggezza, da lui intesa più che altro come prudenza[16], è semmai la via per raggiungere la sapienza, la quale conduce alla felicità. La saggezza è una virtù calcolativa[17], che non presiede alla sapienza fine a se stessa, propria invece dell'intelletto, bensì alla capacità «tecnica» o arte di sapersi destreggiare, e dunque è propria di colui che opera virtuosamente, anche non essendo filosofo.

«Non è possibile essere virtuosi senza la saggezza, né essere saggi senza la virtù etica.»

Per Eraclito il logos è rivolto a tutti ma non è per tutti, poiché non tutti sanno e non tutti vogliono sapere e neppure ascoltarlo.[18] Per i tanti è difficile, se non impossibile, rivolgere lo sguardo al principio universale, poiché essi si fermano alle sole proprie opinioni, disdegnando il dialogo e la riflessione, e questo li allontana dalla verità.[19] La filosofia si determina quindi come l'unica base di contatto comunicativo e dialogo per la ricerca, ed il filosofo[20] è colui che segue la via della verità, cosa che solo in pochi sono in grado di fare, secondo la visione certamente elitaria di Eraclito: "ma pur essendo questo logos comune, la maggior parte degli uomini vivono come se avessero una loro propria e particolare saggezza", senza capire qual è la verità. Chi tuttavia intraprende questa via, sarà il migliore.[21]

 
La Saggezza - Raffigurazione a mosaico rinvenuta in un pavimento romano nella città di Coimbra in Portogallo

Per Seneca, il saggio (sapiens), è caratterizzato da due elementi: la costanza e l'imperturbabilità[22], rispondenti all'ideale stoico.[23] Per il filosofo romano bisogna perseverare e rinvigorire il nostro spirito con una assidua applicazione, finché la tendenza al bene diventi saggezza. Per il suo ideale Il saggio in ogni cosa guarda al proposito, non all'esito; cominciare dipende da noi, del risultato, invece, decide la sorte e io non le riconosco il diritto di giudicarmi. Seneca ricerca la condizione della beatitudine, quella così profonda che non si può nemmeno esprimere a parole, che si può solo sperimentare: un attimo che racchiude l’eterno e l’infinito. È la felicità il tema del De vita beata, un mirabile vademecum del pensiero di Seneca. In questo dialogo, dedicato al fratello Anneo Novato, il filosofo latino mostra che solo mediante la saggezza si può raggiungerla. Distaccandosi dalle passioni terrene, il saggio diventa imperturbabile, al punto da non temere neanche la morte. Certo, è una strada difficile e piena di ostacoli, ma non impraticabile. Perché non nel piacere, che è meschino, servile, debole e caduco, ma è nella virtù che risiede la sola, vera felicità.[24]

«Al saggio non può capitare nulla di male: non si mescolano i contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti curative non alterano il sapore del mare, né l’attenuano, così l’impeto delle avversità non fiacca l’animo dell’uomo forte: resta sul posto e qualsiasi cosa avvenga la piega a sé; è infatti più potente di tutto ciò che lo circonda.»
 
Roma, busto di Marco Aurelio, 170-180 dc ca

Marco Aurelio è stato imperatore romano ed un filosofo stoico, da molti considerato il suo ultimo grande esponente.[25] Scrisse, tra il 170 dc e il 180 dc, una serie di pensieri, poco più che appunti, che furono rivolti a se stesso, probabilmente come esercizio di riflessione e di auto-miglioramento[26], e non è certo che avesse intenzione di renderli pubblici.[27]

Gli scritti sono considerati tutt'oggi uno dei maggiori capolavori letterari e filosofici di tutti i tempi.[28]

Il Pensiero di Marco Aurelio lo resero, per l'opinione romana, un imperatore saggio, che con logica stoica si calava pienamente e stabilmente nel suo mondo interiore. Alcuni suoi pensieri sono certamente ancora più che mai attuali ed incisivi.[29]

«Sulla brevità della vita e sul perché il tempo è il nostro bene più prezioso.

Pensa quanto tempo hai sprecato rinviando continuamente la realizzazione di ciò che ti eri proposto di fare e quante volte non hai approfittato delle nuove possibilità che ti concedevano gli Dei. È ora che tu comprenda, finalmente, cosa sia questo Universo a cui appartieni, quale sia l'Entità che lo governa e di cui costituisci una emanazione; che hai un limite di tempo prestabilito che se ne andrà in fumo se non lo avrai utilizzato per conquistarti la serenità, che pure tu andrai perduto e senza alcuna possibilità di ritorno.»

«Sii come il promontorio contro cui si infrangono incessantemente i flutti: resta immobile e intorno ad esso si placa il ribollire delle acque. «Me sventurato, mi è capitato questo». Niente affatto! Semmai: «Me fortunato, perché anche se mi è capitato questo resisto senza provar dolore, senza farmi spezzare dal presente e senza temere il futuro». Infatti una cosa simile sarebbe potuta accadere a tutti, ma non tutti avrebbero saputo resistere senza cedere al dolore. Allora perché vedere in quello una sfortuna anziché in questo una fortuna?»

Per Tommaso d'Aquino che rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica, ed è ritenuto anche il punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica[30], la sapienza è definita come somma delle virtù conoscitive che attraverso la grazia viene donata da Dio agli uomini (anche se non a tutti) che possono così conoscere quelle verità alle quali prima potevano accostarsi soltanto per fede.[31] Tommaso d'Aquino si rifà pertanto alla definizione di Aristotele posta in seno alla corrente filosofica della Scolastica. Per essa la conoscenza è, quindi, un processo progressivo di adeguamento dell'anima o dell'intelletto e della cosa, secondo una formula che dà ragione del sofisticato aristotelismo di Tommaso d'Aquino e del suo concetto posto quale base per il raggiungimento ultimo della saggezza.

«Quando la fede non coincide con la ragione bisogna astenersi dal dare ragione alla fede.»
 
Descartes René (1596-1650), Filosofo e matematico francese.

Per Cartesio la saggezza è una delle espressioni della coscienza capace di trovare il giusto sentiero del bene mediante la ragione. Nella sua ultima opera: Le passioni dell'anima, si affronta il tema delle passioni, che egli distingue dalle azioni che dipendono invece solo dalla volontà. Le passioni sono atti involontari, istintivi, ancestrali, originati dai sensi e dalle emozioni; sono utili poiché stimolano l'anima a ricercare ciò che è utile per il corpo[32], ma che al contempo allontanano l'essere dalla riflessione, dal cogito ed allontanano dalla ragione, poiché fanno apparire la realtà diversa da come invero essa è. L'uomo deve quindi sempre farsi guidare dalla sua ratio, strumento unico ed ultimo mediante il quale raggiunge la sua saggezza purché agisca esclusivamente in seno al triangolo scienza, coscienza e conoscenza.[33] Il razionalismo cartesiano si esplica nel tentativo di inquadrare ogni logica in seno ad interpretazioni matematiche pur nella consapevolezza che la stessa mente, ovvero il pensiero umano è limitato a quanto i sensi possano avvertire.[34] Conseguentemente il senso, ovvero la percezione stessa dell'esistenza, è data dal solo fatto che si possa pensare[35]. Ne consegue, alla luce delle sue meditazioni metafisiche, che Il dubbio è l'origine della sapienza[36]

«Cogito ergo sum»
 
Immanuel Kant (1724-1804), Filosofo Illuminista tedesco.

Per Immanuel Kant, illuminista ed anticipatore degli elementi fondanti della filosofia idealistica e della modernità la saggezza detiene pur sempre quell'aspetto dogmatico metafisico tradizionale ma deriva dai caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere. Infatti l'obiettivo principale del suo pensiero e della sua ricerca è quello di identificare le condizioni entro le quali una conoscenza acquisita possa essere ritenuta valida sia nel campo delle nuove scienze della natura sia in quelle tradizionali della metafisica, dell'etica, della religione e dell'estetica. Con Kant la filosofia perde l'aspetto dogmatico metafisico tradizionale ed assume i caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere. Non si è più nell'ambito contemplativo dell'esistente, ma nella sfera della ragion pura e quindi fautore del pensiero moderno attuale, e da qui la concezione che la saggezza non è più frutto di un dono, ma della sola volontà critica del pensiero umano.

«Ogni interesse della mia ragione (tanto quello speculativo quanto quello pratico) si concentra nelle tre domande seguenti: Che cosa posso sapere? Che cosa posso fare? Che cosa ho diritto di sperare?»

Russell

 
Bertrand Russell (1872-1970), Filosofo, Logico, Matematico gallese.

Per Bertrand Russell la riflessione epistemologica si basa pur sempre sulla realtà sensoriale che alla luce della sua teoria delle descrizioni rileva che l'uomo potrà conoscere solo i dati sensoriali propri: percezioni razionaliste ma pur sempre momentanee e comunque soggettive per colori, odori e suoni, ecc., e che ogni altra cosa, compresi gli stessi oggetti fisici a cui vengono riferite le nostre percezioni sensoriali, non potranno quindi essere mai conosciute direttamente nel loro vero.[37] [38] Spesso si ritiene il pensiero di Russell profetico della vita creativa e razionale contemporanea ed al tempo stesso prossimo e continuatore delle correnti filosofiche del razionalismo, dell'antiteismo e del neopositivismo.[39] Le speculazioni possibili sull'atteggiamento della conoscenza e della derivata saggezza del pensiero russelliano sono da intendersi connesse alla ricerca della logica e della conoscenza in seno alla Filosofia del linguaggio e nelle metriche stesse degli enunciati. In Russell La soluzione deriva dall'analizzare non tanto le singole parti ma l'intero enunciato poiché contiene una descrizione definita, ed ogni "descrizione definita" contiene un'affermazione di esistenza e un'affermazione di unicità, che possono essere distinte e trattate separatamente dal predicato che è contenuto nell'enunciato in cui compaiono. L'enunciato contiene tre dichiarazioni circa un oggetto: la descrizione definita ne contiene due, il resto dell'enunciato contiene la terza. Se l'oggetto non esiste, o se non è unico, allora l'enunciato è falso, ma non privo di significato.

La Filosofia analitica di Russell espande quindi la mera sensorialità umana e la stessa formulazione del pensiero apparente sicuro eliminando quello che è da ritenersi invero caduco poiché in derivazione da una filosofia incoerente e priva di significato; la soluzione logica del dubbio è pertanto strumento unico per raggiungere la chiarezza e la precisione del ragionamento, anche espositivo e richiede lo sforzo intellettivo personale avulso dal pigro sensoriale-deduttivo.

«Il problema dell'umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.»

La Saggezza per le Religioni

 
Icona Russa della Sacra Saggezza del XIX sec. - Museo di Storia delle Religioni - San Pietroburgo Russia

Per le maggiori religioni la saggezza è considerata un prezioso dono offerto da Dio a taluni uomini e mai a tutti.

Il libro ebraico dei Proverbi, contenuto nel Vecchio testamento, afferma che "L'inizio della saggezza è il timore di Dio". In ogni caso, l'intera Bibbia riconosce che la saggezza, ancorché dono di Dio, non può essere ottenuta senza una adeguata preparazione dell'uomo a riceverla.

«Il timore del SIGNORE è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la saggezza e l'istruzione.»

La tradizione occidentale della chiesa tiene conto della "doppia elica" quella della cultura abramitica e di quella aristotelica. È presente anche la saggezza tra le quattro virtù aristoteliche: coraggio, temperanza, saggezza e giustizia che sono collegate alle tre virtù cristiane di fede, speranza e carità. Questi i tre cardini del fondatore della Chiesa Cattolica: Agostino d'Ippona. S. Agostino inviterà l'uomo a entrare nella sua interiorità per scoprire la verità.

«La pazienza è la compagna della saggezza e non la schiava della concupiscenza»

Nel Corano, attraverso delle massime, si lodano coloro che raccomandano il bene e contrastano ciò che è proibito; nella cultura islamica sono diffuse le parole di insegnamento e di saggezza (Hikmah) che elogiano il comportamento onesto e moderato, e biasimano l'irriconoscenza e l'impazienza di chi dimentica la sottomissione a Dio. Si ritrovano in esso una grande varietà di approcci al tema morale.

«Colui che non sa e non sa di non sapere è uno sciocco...evitalo. Colui che non sa e sa di non sapere è un fanciullo...istruiscilo. Colui che sa e non sa di sapere è addormentato...sveglialo. Colui che sa e sa di sapere è un saggio...seguilo.»

Il Buddhismo s'interessa di quegli aspetti dell'esistenza che sono osservabili invece dell'attaccamento a un credo. Tutto va verificato empiricamente. La verità è vissuta differentemente dalle persone. Ciò che veramente conta è la validità dell'esperienza, e se tale esperienza conduce a un modo di vivere più saggio e compassionevole.

«Non fatevi guidare dalla tradizione, dalla consuetudine o dal sentito dire; dai testi sacri, dalla logica o dalla verosimiglianza, né dalla dialettica o dall'inclinazione per una teoria. Non fatevi convincere dall'apparente intelligenza di qualcuno o dal rispetto per un maestro... Quando capite da voi stessi che cosa è falso, stolto e cattivo, vedendo che porta danno e sofferenza, abbandonatelo ... E quando capite da voi stessi che cosa è giusto ... coltivatelo.»

Il pensiero e la saggezza indiana mostrano una profondità e una sottigliezza particolarmente efficace, infatti l'aspetto fondamentale è il suo carattere pratico e non ideale. Fin dal suo inizio, circa quattromila anni prima dell'avvento di Cristo, il pensiero dei saggi indiani era volto a risolvere i problemi fondamentali della vita. La loro saggezza infatti nasce proprio dal tentativo di rendere migliore la vita quotidiana.

«La vera conoscenza spirituale si acquisisce vivendo, non facendo teorie. Essa è qualcosa che una volta acquisita dovremmo custodire. Non per egoismo ma perché è il solo vero tesoro che abbiamo. L'unica eccezione è condividerla per il bene di qualcun'altro ma per nessun altro motivo.»

Note

  1. ^ L'azione nel senso dell'agire con la scelta sulla particolare tematica che la richiede. Va da se che anche la non-azione ovvero il non agire è di per se una scelta dinamica in quanto si presta alla non interferenza e non necessariamente alla staticità.
  2. ^ In generale, la disciplina razionale delle faccende umane: cioè il comportamento razionale in ogni campo o la virtù che determina ciò che è bene o male per l'uomo. In Abbagnano, Dizionario di filosofia, seconda edizione, Torino, UTET, 1971, voce Saggezza
  3. ^ Cit.: Chi vuole dispensare consigli saggi a chi crede di essere già saggio, compie una fatica vana. - Democrito, Frammenti (CIX dell'edizione Luria)
  4. ^ Cfr.: La vera saggezza per un filosofo consiste nel tacere sempre più man mano che invecchia. - Carl William Brown (Pseudonimo)|[1]
  5. ^ Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute nella voce hanno come fonte: Dizionario di filosofia Treccani (2009) alla voce corrispondente.
  6. ^ Aristotele, Etica Nicomachea, VI, 5, 1140 b, 4-6
  7. ^ Aristotele, op. cit. VI, 6, 1140 b 17-20
  8. ^ Aristotele, Metafisica, I, 981 b, 13-20, 28
  9. ^ Socrate (449-390 a.C.): Filosofo greco, maestro e mentore di Platone. Insegnava con un metodo fatto di domande e di risposte che mirava a provocare una risposta plausibile a una verità universalmente ammessa. Fu giustiziato in Atene sotto l'accusa di corruzione della gioventù e di introduzione di Dei stranieri.
  10. ^ Cfr.: "[…] da buon saggio, non penserai di sapere quello che non sai." Platone, Teeteto, 210c.
  11. ^ Platone, Apologia di Socrate, 20 e-23 c.
  12. ^ Nel Socrate tramandatoci da Platone e ancora nella ricostruzione consegnataci da Aristotele, i concetti di saggezza e di σοφία sembrano confondersi nella dottrina intellettualistica per cui la conoscenza (φρόνησις/σοφία) sarebbe la condizione necessaria e sufficiente per orientare l’azione secondo virtù.
  13. ^ «Egli discorreva sempre di cose umane esaminando che cosa è santità, che cosa empietà, che cosa ingiustizia, che cosa saggezza, che cosa pazzia, che cosa coraggio, che cosa viltà, che cosa Stato, che cosa politica, che cosa governo, che cosa uomo di governo, e simili cose» (Senofonte, Memorabili, I, 1, 11-16).
  14. ^ Platone, Carmide. Sulla temperanza, a cura di Giovanni Reale, § III, pag. 93, Bompiani, 2015.
  15. ^ Cfr.: Platone, Carmide. Sulla temperanza. Editore: Bompiani 2015 (Testo greco a fronte) ISBN-13: 978-8845279232
  16. ^ Cit.: Il saggio non si espone al pericolo senza motivo, poiché sono poche le cose di cui gl'importi abbastanza; ma è disposto, nelle grandi prove, a dare perfino la vita, sapendo che a certe condizioni non vale la pena di vivere. - Aristotele
  17. ^ Cit.: Pensate da uomini saggi, ma parlate come la gente comune. - Aristotele
  18. ^ Cit.: Ad ogni uomo è concesso conoscere se stesso ed essere saggio. - Eraclito
  19. ^ Cit.: Il retto pensiero è la massima virtù e la saggezza è dire e far cose vere ascoltando e seguendo l'intima natura delle cose. - Eraclito
  20. ^ Cit.: La vera saggezza per un filosofo consiste nel tacere sempre più man mano che invecchia. - Carl William Brown
  21. ^ Cfr.: Eraclito, Frammenti.
  22. ^ Cit.: Chi muore sereno come è nato ha conquistato la saggezza. - Seneca
  23. ^ Lucio Anneo Seneca, L'arte di essere felici e vivere a lungo, a cura di Mario Scaffidi Abbate, Newton Compton Editori, 2012.
  24. ^ Per Seneca il saggio è colui il quale, distaccatosi dalle passioni e raggiunta la virtù, diviene imperturbabile e non teme neanche la morte. La strada per questa superiore autosufficienza interiore è difficile e piena di ostacoli: solo la pratica costante e illuminata della virtù la può indicare. Nel pensiero immortale di Seneca, la vera saggezza sta nella pura contemplazione e la vera felicità nel non aver bisogno di felicità.
  25. ^ Cfr.: Luciano Perelli, Storia della letteratura latina, Torino, Paravia, 1969, ISBN 88-395-0255-6; pp.320-324.
  26. ^ Cfr.: Luciano Perelli, Storia della letteratura latina, Torino, Paravia, 1969, ISBN 88-395-0255-6; pp.320-324.
  27. ^ Si consideri che per la stessa filosofia stoica, l'espressione e la comunicazione verso il vulgus era da ritenersi ignobile ed in ogni caso deprecabile. Nell'ideale stoico infatti è il dominio delle passioni o apatìa che permette allo spirito il raggiungimento della saggezza. Una possibile celebrazione in vita data dalle pubblicazioni sarebbe quindi risultata in netto contrasto con la propria filosofia.
  28. ^ Cfr.: Luciano Perelli, Storia della letteratura latina, Torino, Paravia, 1969, ISBN 88-395-0255-6; pp.320-324.
  29. ^ Si veda: Pierre Grimal, Marco Aurelio. L'imperatore che scoprì la saggezza; Editore: Garzanti Libri 2018, ISBN-13: 978-8811602712.
  30. ^ La Filosofia Classica ha i suoi fondamenti nei maestri come Socrate, Platone ed Aristotele, e specialmente in autori come Plotino.
  31. ^ Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, Ia IIae, q. 68, a. 4-5
  32. ^ Si pensi ad esempio alla paura che predispone l'essere ad essere attento, vigile, rapido e coscienzioso.
  33. ^ Cfr.: Filosofia Teoretica
  34. ^ Renato Cartesio, Discorso sul metodo (1637), Mondadori, Milano 1993, pp. 34, 90 e nota 6. L'altra formulazione più nota del principio cartesiano è in Principia philosophiae (1644), I, IV e X passim (ove si dice: «... . questa conoscenza, io penso, dunque sono, è la prima e la più certa che si presenta a chi s'appresti a filosofare secondo un certo ordine»).
  35. ^ Cartesio nacque il 31 marzo 1596 a La Haye, in Francia. Venne ampiamente educato, frequentando un collegio di Gesuiti sin dall'età di 8 anni, fino ad ottenere una laurea in legge a soli 22. Iniziò ben presto a riflettere sull'applicazione concreta della matematica e della logica per capire il mondo naturale. L'approccio ideato da Cartesio incorporava la contemplazione della natura, dell'esistenza e della conoscenza stessa, e viene ricordato con la sua osservazione più famosa: "penso, dunque sono": Cogito ergo sum.
  36. ^ Cartesio, Meditazioni metafisiche
  37. ^ Principio di indeterminazione di Russell.
  38. ^ Bertrand Arthur William Russell nacque il 18 maggio 1872, a Ravenscroft, in Inghilterra. Considerato un pioniere nel campo della filosofia, Bertrand Russell fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1950 per i suoi numerosi ed importanti scritti. Si fece conoscere soprattutto per il suo attivismo politico. Fu infatti un importante attivista contro la guerra e, per le sue manifestazioni, venne incarcerato per due volte dal governo britannico.
  39. ^ Cenni sul neopositivismo, su lovatti.eu.


Bibliografia

  • Democrito, Democrito, Raccolta dei frammenti; Curatore: Salomon Luria, Editore: Bompiani, 2007, ISBN-13 9788845258046;
  • Platone, Apologia di Socrate; Editore: Bompiani 2000, Curatore: G. Reale (Testo greco a fronte) EAN: 9788845290244;
  • Platone, Carmide. Sulla temperanza; Editore: Bompiani 2015, (Testo greco a fronte) ISBN-13: 978-8845279232;
  • Aristotele, Etica nicomachea; Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli 1986, ISBN-13: 978-8817129657;
  • Lucio Anneo Seneca, De constantia sapientis. La fermezza del saggio; Editore: Iniziative Editoriali 2018, EAN: 9788899306854;
  • Lucio Anneo Seneca, L'arte di essere felici e vivere a lungo, Editore: Newton Compton 2012, ISBN: 9788822700650;
  • Pierre Grimal, Marco Aurelio. L'imperatore che scoprì la saggezza; Editore: Garzanti Libri 2018, ISBN-13: 978-8811602712;
  • Renato Cartesio, Le passioni dell'anima; Editore: Bompiani 2003 Curatore: S. Obinu, (Testo francese a fronte) EAN: 9788845292194;
  • Lucien Jerphagnon, Sant'Agostino e la saggezza; Editore: Lindau 2008 ISBN: 9788871807607;
  • Mariannina Failla, Verità e saggezza in Kant. Un contributo all'analisi della logica e dell'antropologia; Editore: Franco Angeli 2000, ISBN: 9788846425416;
  • Arthur Schopenhauer, La saggezza della vita; Editore: Newton Compton 2012 ISBN: 9788854142848
  • Annemarie Schimmel, La Saggezza dell'Islam; Editore: Feltrinelli 2008 EAN: 9788807720635;
  • Ambra Guerrucci, La via della saggezza indiana. Induismo, jainismo, buddhismo e chakra, Editore: Risveglio 2015 Curatore: F. Bellini ISBN-13: 978-8899009168;

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


Controllo di autoritàThesaurus BNCF 70779 · LCCN (ENsh85147107 · GND (DE4065203-8 · J9U (ENHE987007558574105171
  Portale Filosofia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Filosofia