Canace
Canace (in greco antico: Κανάκη?, Kanákē) è un personaggio della mitologia greca.
Canace | |
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Nome orig. | Κανάκη |
Caratteristiche immaginarie | |
Specie | Eoliana |
Sesso | Femmina |
Genealogia
Figlia di Eolo, (il re di Tessaglia) e di Enarete[1][2], fu prediletta da Poseidone[3] che la rese madre di Aloeo, Epopeo, Opleo (Ὁπλεύς), Nireo e Triopa[4].
Dal fratello Macareo e dal conseguente rapporto incestuoso divenne madre di Anfissa[5].
Mitologia
Fu costretta dal padre a uccidersi come punizione per essersi innamorata di suo fratello Macareo (re di Tirrenia), da cui ebbe un figlio. Per quanto avesse nascosto la nascita del bimbo al padre, fu un vagito del piccolo a insospettirlo e a determinarne la punizione.[6] Il padre fece consegnare una spada alla figlia, affinché si uccidesse.
Macareo, invece, fuggì a Delfi, dove fu fatto sacerdote di Apollo[2].
La storia è raccontata da Ovidio nelle Eroidi,[6] un'opera costituita da 21 epistole fittizie da parte di donne mitologiche ai loro amanti (tre delle ventuno lettere si immaginano scritte dagli amanti alle loro donne).
Ovidio scrive anche di un bambino fu fatto a pezzi da bestie feroci dopo essere stato esposto dal padre dei due amanti(Eolo)[6].
Sperone Speroni, esponente più estremo del classicismo padovano cinquecentesco, scrisse la tragedia Canace secondo i dettami della Poetica aristotelica. L'opera fu letta presso la patavina Accademia degli Infiammati nel 1542.
Note
- ^ (EN) Pseudo-Apollodoro, Biblioteca libro I.7.3 su theoi.com
- ^ a b F. S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. I, Napoli, Tipografia Nicola Vanspandoch e C., 1841, p. 74.
- ^ Callimaco, Inno a Demetra 99
- ^ (EN) Pseudo-Apollodoro, Biblioteca libro I.7.4 su theoi.com
- ^ Ovidio, Heroides 11.63 ff
- ^ a b c (EN) Ovidio, Eroidi, 11 su theoi.com
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