Utente:Lele giannoni/Sandbox 4
Diffusione fuori degli Stati Uniti
In Italia
L'euforia borsistica d'inizio Novecento
In Italia le premesse della crisi risalivano al 1903. A partire dall'ultimo decennio dell'Ottocento era in corso l'industrializzazione del paese, favorita dal governo mediante la creazione di liquidità. I titoli quotati alla Borsa di Milano erano passati dai trenta del 1897 ai settantadue del 1903, ma soprattutto i valori delle azioni crescevano impetuosamente[1].
Il ruolo più importante nell'improvvisa ed eccessiva crescita della borsa lo ebbe il sistematico ricorso ai riporti da parte delle banche universali per controllare le imprese industriali. Il motivo per cui le banche avevano scelto di ricorrere ai riporti era apparentemente dettato da prudenza, era infatti quello di evitare di acquistare partecipazioni significative nelle industrie che si volevano controllare. Questa cautela era dovuta all'esperienza dei decenni precedenti, da cui si era imparato che quando un istituto di credito era in difficoltà, risultava difficile smobilizzare le partecipazioni azionarie per procurarsi liquidità. Perciò era meglio prendere i titoli a riporto, in modo che in caso di bisogno, era sufficiente non rinnovare il riporto. Tuttavia, la pratica dei riporti si rivelò anch'essa pericolosa, sebbene per altri motivi. Infatti, gli speculatori si erano accorti che le banche prendevano a riporto tutte le azioni che trovavano sul mercato per poter controllare le industrie, e conseguentemente gli operatori più spregiudicati iniziarono a fare incetta di azioni per poi darle a riporto alle banche. Questo meccanismo provocò una vera e propria euforia borsistica e una crescita incontrollata delle quotazioni delle azioni, particolarmente nel settore elettrico, in quello siderurgico e in quello automobilistico, settori nei quali erano maggiormente impegnate le banche miste, a partire dalla Banca Commerciale Italiana[1].
Benché il mercato fosse chiaramente gonfiato, un primo cedimento della borsa, nel 1905, fu "tamponato" con un'iniezione di liquidità da parte della Banca d'Italia e il mercato riprese a crescere sconsideratamente, senza comprendere che si era trattato di un'avvisaglia della crisi[1].
Alla fine del 1906 si ebbe un'altra avvisaglia della crisi. Il presidente della Terni speculò sui titoli della propria società, operando soprattutto sulla Borsa di Genova, tuttavia, alla liquidazione di novembre non poté pagare il dovuto. Questo determinò il panico alla borsa ligure, che poi si diffuse in altre piazze italiane. Un crollo nelle quotazioni ci fu, ma ancora una volta intervenne la banca centrale, diretta da Bonaldo Stringher, con la propria politica di sconti ed anticipazioni e riuscì a porre rimedio alla situazione. Così anche in questa seconda occasione non si capì la gravità della situazione e la corsa al rialzo riprese come prima[1].
Lo scoppio della crisi
Chi aveva ormai capito il circolo vizioso che si era creato, erano proprio le banche universali che ne erano la causa. Per questo la Commerciale ed il Credito Italiano nel 1907 decisero di restringere il ricorso al credito alle operazioni di borsa, ed in particolare ai riporti. Di conseguenza, nel maggio di quell'anno crollarono le posizioni speculative al rialzo e questo determinò il crollo dei corsi di borsa e l'inizio di un periodo di stagnazione che durò fino allo scoppio della prima guerra mondiale[1].
Non si comportò nello stesso modo la terza banca mista italiana, la Società Bancaria Italiana. La SIB era una banca universale nata da pochi anni e che era diventata il "terzo pilastro" del credito nelle regioni del triangolo industriale[2].
Per raggiungere in pochi anni le dimensioni delle sue maggiori concorrenti, la Banca Commerciale Italiana ed il Credito Italiano, la "bancaria" si era però lanciata in operazioni rischiose, dal momento che i clienti più solidi se li erano già accaparrati le banche che operavano da più tempo[2].
Benché la "Bancaria" avesse sede a Milano, la quota di capitale facente capo ad azionisti genovesi era rapidamente aumentata: i Raggio lo erano del 1904[3], in seguito si erano aggiunti i Bruzzone ed i De Ferrari. Nel 1907 queste famiglie erano ormai diventate proprietarie di circa il 50% delle azioni della banca e operavano sulla Borsa di Genova.
Il crac della Ramifera
Anche in Italia il primo settore colpito fu quello del rame. Nei primi mesi del 1907 il prezzo del rame, che era cresciuto di un quarto durante il 1906, crollò di circa il 40%[4]. Si erano avute speculazioni su imprese metallurgiche in diversi paesi: in Giappone (le società debitrici della Banca di Nagoya e della Banca Fukui), negli Stati Uniti (United Copper), in Romania (Teplitz) ed in Cile (Compania Gatico and San Bartolo)[4].
La "Società Ligure Ramifera", nata nel 1904, era diventata il primo produttore italiano di rame[4]. L'ideatore dell'impresa era stato l'ingegner Fortunato Gardella, ma negli anni successivi avevano sottoscritto i diversi aumenti di capitale finanzieri come i De Ferrari (azionisti anche della SIB), Federico Brown, i Bombrini ed il Credito Italiano. Di conseguenza il capitale della società era passato da uno a sei milioni di lire. Le azioni, del valore nominale di duecento lire, nel marzo del 1907 erano quotate 1.355 lire[5].
La Società Bancaria Italiana aveva contribuito in modo particolare alla crescita del titolo della "Ramifera", attraverso l'acquisto ed il riporto di azioni della società.
Il crollo delle azioni della Ramifera mise in difficoltà i suoi azionisti, che erano fra i maggiori operatori sulla Borsa di Genova, e creò panico in quella che era allora la più importante borsa italiana.
Banca Commerciale et Credito Italiano ont assez vite cessé leurs tentatives de contenir la baisse du prix des actions, tandis que SBI a seule persévéré dans la tentative de faire remonter le prix de ses propres actions et de celui de ses débiteurs principaux[2].
Il settore automobilistico
Entre-temps, le marché boursier a pris conscience des risques de l'industrie du cuivre et se fait plus modéré, les spéculateurs préférant se tourner vers les sociétés automobiles.
settore automobilistico fu fra i più colpiti FIAT su Impreseneltempo Giovanni Agnelli su Leonardo.it
L'intervento della Banca d'Italia
salvataggio titoli industriali
salvataggio SBI
La riforma della borsa
Une crise de liquidité commence en 1907 à Gênes, comme sur les autres marchés. Mais elle est bien plus sévère à Gênes, qui se montre plus instable et moins réglementée, et se fait ensuite doubler par Milan, qui a beaucoup plus coopéré avec les autorités du gouvernement[6].
Gênes a maintenu sa domination en Italie tout au long du XIXe siècle. Elle concentre 3 milliards de lires échangées en 1873 contre 1,5 milliard à Milan, où cependant 25 sociétés sont désormais cotées, dont 15 banques[6].
Le mécontentement domine les réunions des courtiers officiels milanais, consacrée à l'intermédiation non autorisée[7], très importante à Gênes. En 1906, il y a toujours environ 1200 courtiers à Gênes[6], qui a contourné régulièrement les tentatives de réglementer leur nombre, la puissante chambre de commerce locale s'y refusant. La criée ne devient obligatoire à Gênes qu'en 1912 alors que c'est le cas à Milan depuis 1885[6] et la spéculation y est débridée, ouverte à tous mais concentrée sur peu de titres
Note
- ^ a b c d e Alessandro Aleotti, Borsa e industria. 1861-1989: cento anni di rapporti difficili, Milano, Comunità, 1990, pagg. 63-6
- ^ a b c Alfredo Gigliobianco e Gianni Toniolo (a cura di), Financial Market Regulation in the Wake of Financial Crises: The Historical Experience, [1]
- ^ Doria, cit. p.658
- ^ a b c Mary Tone Rodgers e James E. Payne, The Role of Copper Prices as a Transmission Mechanism of the Panic of 1907,[2]
- ^ Giorgio Doria, Investimenti e sviluppo economico a Genova alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, Milano, Giuffré, 1973, pag. 310-2
- ^ a b c d Caroline Fohlin, Mobilizing Money: How the World's Richest Nations Financed Industrial Growth, pag. 37
- ^ "History Tour", site officiel de la Bourse italienne [History Tour - Borsa Italiana]
Bibliografia
- Rudolf Bonnet: Das Lessing-Gymnasium zu Frankfurt am Main. Lehrer und Schüler 1897–1947. Verlag Dr. Waldemar Kramer, Frankfurt am Main 1954.
- Heinz-Joachim Heydorn, Karl Ringshausen (Hrsg.): Jenseits von Resignation und Illusion: Festschrift zum 450-jährigen Bestehen des Lessing-Gymnasiums, der alten Frankfurter Lateinschule von 1520. Verlag Moritz Diesterweg, Frankfurt am Main 1971.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Catégorie:Scuole in Germania Catégorie:Cultura a Francoforte]
Commercio estero
Durante l'epoca Ming (1368-1644), in conseguenza del trauma della dominazione mongola, erano stati emessi una serie di bandi sul commercio marittimo (haijin) che limitavano il commercio estero cinese e per qualche periodo cercarono di proibirlo del tutto.
Finzione delle ambascerie
Nel 1684 l'imperatore Kangxi permise agli stranieri di commerciare con la Cina nei quattro porti di Canton, Amoy, Songjiang e Ningpo[5]. A Canton i rapporti commerciali dovevano avvenire attraverso la mediazione dei mercanti cinesi appartenenti alla gilda detta Cohong.
Trattamenti particolari erano concessi ai membri di tre nazioni: i coreani e i giapponesi commerciavano a Zhapu;
Giappone
Lo shogunato Tokugawa autorizzava i Cinesi (oltre che gli Olandesi) a commerciare nel porto di Deshima[6], tuttavia la Cina rifiutava di avere relazioni diplomatiche e commerciali con il Giappone[7]. Perciò poche navi cinesi attraccavano a Deshima[8].
Il governo imperiale cinese era in realtà interessato a procurarsi la seta giapponese, che era di buona qualità. A tal fine incoraggiava il regno delle Ryūkyū ad acquistare seta giapponese da inviare in Cina. La triangolazione attraverso le Ryūkyū sfruttava il fatto che queste isole fossero tributarie dell'Impero Cinese dalla fine del Trecento e perciò inviassro missioni tributarie in Cina. E però dal 1609 fossero anche diventate vassalle del feudo giapponese di Satsuma (famiglia Shimazu). Questo doppio vassallaggio, almeno formale,
Corea
Russia
Invece i rapporti con l'Impero Russo erano regolati dal Trattato di Nerčinsk. In base a tale accordo la carovana cinese e quella russa si incontravano annualmente nella città di Kjachta.
Note
- ^ storia del liceo Beccaria
- ^ Aranna De Felice, Collegio di sant'Alessandro
- ^ sito Nuova orchestra Scarlatti
- ^ Ermanno Corsi, Scarlatti cento anni di prestigio Napoli su "Il Roma"
- ^ Yibing Gong, The Circulation of Foreign Silver Coins in Southern Coastal Provinces of China 1790-1890, Hong Kong, University of Hong Kong, agosto 2006.
- ^ Voce national seclusion su Japan. An illustrated encyclopedia, Tokyo, Kodansha, 1993
- ^ Voce Ryūkyū trade su Japan. An illustrated encyclopedia, Tokyo, Kodansha, 1993
- ^ Voce China and Japan su Japan. An illustrated encyclopedia, Tokyo, Kodansha, 1993
Bibliografia
Collegamenti esterni
- storia dell'Italia idroelettrica
- Elenco provvisorio delle famiglie nobili e tiolate della regione romana, Roma, Civelli, 1895
Gegründet | Universität | Geschichte |
---|---|---|
1500 | Valencia | Gründung durch Papst Alexander VI. und König Ferdinand II.; Vorgängereinrichtung 1416–1498 |
1502 | Wittenberg | gegründet durch Kurfürst Friedrich III. den Weisen von Sachsen; durch die Lehrtätigkeit Martin Luthers (1508 berufen) wichtigste Lehrstätte der Reformation; 1813 geschlossen, 1817 mit der Universität Halle zusammengelegt |
1505 | Sevilla | päpstliche Bulle durch Papst Julius II. |
1521 | Toledo | |
1526 | Santiago de Compostela | päpstliche Bulle durch Clemens VII.; seit 1495 akademische Schule; 1504 Anerkennung durch Julius II. |
1527 | Marburg | von Landgraf Philipp dem Großmütigen als protestantische Hochschule gegründet; 1541 Universitätsprivileg von Kaiser Karl V. |
1531 | Granada | gegründet auf Initiative Kaiser Karls V. mit päpstlicher Bulle von Clemens VIII.; Fortführung der arabischen Universität La Madraza |
1534 | Sahagún | |
1538 | Santo Domingo | erste Universität auf dem amerikanischen Kontinent; seit 1518 Studium Generale des Dominikanerordens, 1538 Universidad Santo Tomás de Aquino durch päpstliche Bulle Pauls III., 1558 Bestätigung durch kaiserliches Dekret Karls V., 1823 geschlossen |
1539 | Nîmes | hugenottische Universitätsgründung |
1540 | Macerata | päpstliche Bulle durch Papst Paul III. |
1540 | Oñati | in Hernani gegründet, 1548 nach Oñati verlegt, 1901 geschlossen |
1542 | Baeza | |
1542 | Tournon | |
1544 | Königsberg | von Herzog Albrecht I. von Brandenburg-Ansbach als lutherische Universität gegründet; als erste Universität hatte die Königsberger Universität weder ein Privileg des Kaisers noch eines des Papstes, erhielt aber 1560 ein polnisches Privileg |
1547 | Gandía | 1772 im Zuge der Auflösung des Jesuitenordens geschlossen |
1548 | Reims | auf Anraten des Kardinals von Lothringen von Papst Paul III. zur Universität erhoben; 1793 aufgelöst; Neugründung 1971 |
1548 | Messina | Rechtsschule seit dem 13. Jahrhundert |
1548/49 | Osuna | |
1550 | Almagro | |
1551 | Lima | älteste Universität Perus |
1551 | Tortosa | |
1552 | Orihuela | |
1553 | Mexiko-Stadt | älteste Universität Mexikos; 1865 aufgelöst, 1910 neu gegründet |
1553 | Dillingen | 1549 als „Collegium S. Hieronymi“ durch Kardinal Otto Truchsess von Waldburg gegründet und 1551 durch Papst Julius III. zur Universität erhoben, Privileg Kaiser Karls V. 1553 |
1555 | Burgo de Osma | |
1555 | Évora | gegründet von Kardinal Heinrich I., päpstliche Bulle von Papst Paul IV.; getragen von der Gesellschaft Jesu |
1556 | Mailand | Neugründung 1923 |
1558 | Jena | 1547 Gründung als Hohe Schule durch Kurfürst Johann Friedrich von Sachsen; kaiserliches Universitätsprivileg durch Ferdinand I. |
1559 | Nizza | |
1559/60 | Douai | gegründet durch Philipp II. von Spanien, päpstliche Bulle von Paul IV., 1560 von Pius IV. bestätigt |
1559 | Genf | von Johannes Calvin als Akademie gegründet; Universitätsrang seit 1873 |
1560 | Mondoví]] | |
1562 | Ancona | |
1565 | Estella | |
1568 | Braunsberg | |
1572 | Pont-à-Mousson | |
1573 | Olmütz | 1566 als Jesuiten-Seminar gegründet |
1574 | Oviedo | |
1575/76 | Helmstedt | erste Neugründung einer protestantischen Universität in Norddeutschland; von Herzog Julius von Braunschweig-Wolfenbüttel gegründet; 1810 geschlossen |
1575 | Leiden | älteste Universität der Niederlande, von Wilhelm I. von Nassau-Oranien gegründet |
1576 | Ávila | |
1578 | Palermo | Medizin- und Rechtsschule seit 1498; 1767 aufgelöst, 1806 wiedergegründet |
1578/79 | Vilnius | älteste baltische Universität; 1832–1919 und 1943–44 geschlossen |
1580 | Santo Tomás | älteste kolumbianische Universität; |
1582/83 | Edinburgh | von Jakob VI. ohne päpstliche Bulle gegründet |
1583 | Orthez | |
1585 | Fermo | |
1585 | Franeker | als zweitälteste Universität der Niederlande gegründet von der Provinz Friesland, 1811 von den Franzosen aufgehoben. |
1585/86 | Graz | durch Erzherzog Karl II. von Innerösterreich gegründet und an die Societas Jesu übergeben |
1587 | El Escorial | |
1592 | Dublin | Gründung des Trinity College |
1592 | Malta | Gründung des Collegium Millitense der Jesuiten; seit 1769 staatliche Universität |
1594 | Zamość | |
1595 | Cebu-Stadt | älteste Universität der Philippinen |
1596/1604 | Saumur | |
1599/1602 | Sedan | |
1598 | Montauban | |
1599 | Vich | |
1601 | Die | |
1606 | Cagliari | |
1607 | Gießen | von Landgraf Ludwig V. von Hessen-Darmstadt als lutherische Universität gegründet, da die benachbarte Marburger Universität mit der Teilung des Landes Hessen 1605 calvinistisch geworden war; kaiserliches Patent durch Rudolf II. |
1611 | Manila | auf die Universität von Cebu zurückgehend; vom Dominikanerorden getragen; durch Papst Innozenz X. zur Universität ernannt |
1612/14 | Groningen | gegründet von Ubbo Emmius |
1614 | Paderborn | gegründet durch Dietrich IV. von Fürstenberg; 1972 Neugründung |
1614 | Solsona | |
1617 | Molsheim | |
1617 | Sassari | durch den Kaufmann Alessio Fontana gegründet und finanziert und anfangs von einem Jesuitenkolleg geleitet |
1619 | Córdoba | älteste Universität Argentiniens |
1619 | Pamplona | |
1620 | Rinteln | erste lutherische Volluniversitätsgründung in Nordwestdeutschland |
1621/85 | Straßburg | aus dem protestantischen Gymnasium hervorgegangen, das Johannes Sturm 1538 gründete; 1556 wurde das Gymnasium in den Rang einer Akademie erhoben, 1621 in eine Universität |
1622 | Santiago de Chile | älteste Universität Chiles |
1620/25 | Salzburg | vom Salzburger Fürsterzbischof Paris Lodron gegründet; 1810 aufgelöst und in ein Lyzeum umgewandelt; seit 1850 Universitätsfakultät; 1962 als Universität neu gegründet |
1623 | Altdorf | seit 1575 Akademie; 1809 aufgelöst |
1624 | Sucre | |
1629 | Osnabrück | bereits 1633 wieder geschlossen; 1974 neu gegründet |
1632 | Dorpat (Tartu) | gegründet von König Gustav II. Adolf von Schweden; 1710 geschlossen; 1802 durch den russischen Zaren Alexander I. als deutschsprachige Universität neu gegründet, seit den 1880er Jahren russischsprachig, seit 1919 im neu entstandenen Staat Estland estnischsprachige Nationaluniversität. |
1632 | Kiew | die älteste Universität in der Ukraine; 1817 geschlossen; 1992 als moderne Universität wiedergegründet |
1633 | Kassel | 1653 nach Marburg verlegt; 1970 als erste Gesamthochschule Deutschlands neu gegründet |
1635 | Trnava (Tyrnau) | 1777 nach Buda verlegt; heute Lorand-Eötvös-Wissenschaftsuniversität in Budapest |
1636 | Utrecht | |
1636 | Harvard | älteste Universität der USA |
1640 | Turku | 1827 nach Helsinki |
1640 | Harderwijk | 1811 geschlossen |
1647 | Bamberg | 1803 im Zuge der Säkularisation aufgehoben; Wiedergründung 1972 |
1653 | Rosario | gegründet in Bogotá, Kolumbien |
1654 | Duisburg | von Kurfürst Friedrich Wilhelm von Brandenburg gegründet; 1818 aufgelöst; 1972 als Gesamthochschule neu gegründet |
1655 | Nijmegen | 1923 Neugründung einer katholischen Universität |
1657 | Košice (Kaschau) | von Kaiser Leopold I. gegründet |
1661 | Lemberg | die älteste kontinuierlich funktionierende Universität in der Ukraine |
1663 | Laval | älteste Universität Kanadas |
1665 | Kiel | von Herzog Christian-Albrecht von Holstein-Gottorf gegründet |
1666/68 | Lund | seit 1425 studium generale |
1668 | Innsbruck | von Kaiser Leopold I. gegründet |
1669 | Zagreb | älteste Universität Kroatiens |
1671 | Montbéliard | |
1671 | Urbino | |
1674 | Linz | 1966 Neugründung als Hochschule, 1975 Umwandlung in eine Universität |
1676 | Guatemala-Stadt | älteste Universität Zentralamerikas: Gründung durch den Dominikanerorden; bereits seit 1562 gab es ein Studienkolleg (Colegio Universitario de Santo Tomás) mit den Studiengängen Philosophie, Jura und Theologie |
1691 | Besançon | |
1693 | Halle | gegründet von Friedrich III. von Brandenburg |
1693 | Williamsburg (Virginia) | College of William and Mary |
1701 | Yale | Gründung als Collegiate School |
1701 | La Laguna | Gründung des Augustinerordens |
1702 | Breslau | auf Betreiben der Jesuiten von Kaiser Leopold I. gegründet; 1811 mit der Universität Viadrina vereinigt; erste deutsche Universität mit einer katholischen und einer protestantischen Fakultät |
1721 | Caracas | älteste Universität Venezuelas |
1722 | Dijon | gegründet durch Ludwig XV. |
1722 | Pau | |
1714/17 | Cervera | 1717–1842 Verlegung der Universität Barcelona nach Cervera |
1724 | St. Petersburg | gegründet von Zar Peter I. nach Plänen von Gottfried Wilhelm Leibniz; 1803 bis 1819 existierte die Universität lediglich als Pädagogisches Institut, da die an die Universität gekoppelte Akademie der Wissenschaften sich aufgelöst hatte |
1727 | Camerino | bereits 1336 gegründet; 1727 offizielle Anerkennung durch Papst Benedikt XIII. |
1728 | Havanna | älteste Universität Kubas |
1732/34 | Fulda | durch Adolph von Dalberg gegründet; 1805 geschlossen |
1733 | Rennes | durch Wechsel der Rechtsfakultät der Universität Nantes nach Rennes; 1793 aufgelöst; 1806/09 Neugründung einzelner Fakultäten; seit 1896 Universitätsstatus |
1737 | Göttingen | von Georg August, Kurfürst von Hannover, Herzog zu Braunschweig-Lüneburg und als Georg II. zugleich König von Großbritannien, gegründet; kaiserliches Privileg durch Karl VI. |
1742/43 | Erlangen | zunächst durch Markgraf Friedrich von Brandenburg-Bayreuth in Bayreuth gegründet, 1743 nach Erlangen verlegt |
1746 | Princeton | als College of New Jersey in Elizabeth gegründet, 1756 nach Princeton verlegt |
1748 | Altamura | gegründet durch Karl III. von Spanien |
1754 | New York | Columbia University; Gründung als King's College |
1755 | Philadelphia | von Benjamin Franklin als College of Philadelphia gegründet; seit 1765 erste medizinische Fakultät in Nordamerika |
1755 | Moskau | von Elisabeth I. auf Anregung Michail Lomonossows gegründet |
1760 | Bützow | durch Herzog Friedrich von Mecklenburg-Schwerin auf Grund einer Auseinandersetzung um die Besetzung eines theologischen Lehrstuhls der Universität Rostock in Konkurrenz und unmittelbarer Nachbarschaft zu dieser gegründet; 1789 wieder aufgelöst |
1764 | Providence | Brown University; Gründung als College of Rhode Island |
1765 | Corte | Neugründung 1980 |
1766 | New Brunswick (New Jersey) | Rutgers University; Gründung als Queen's College |
1768 | Nancy | von den Herzogen von Lothringen in Pont-à-Mousson gegründet, 1769 nach Nancy verlegt |
1770 | Hanover (New Hampshire) | Dartmouth College |
1772/73 | Modena | eine Vorgängereinrichtung existierte 1175–1338 |
1773 | Istanbul | Technische Universität als Ingenieursschule gegründet; erst 1928 als Universität anerkannt |
1780 | Münster | 1631 von Papst Urban VIII. und Kaiser Ferdinand II. Gründungsprivilegien für eine Universität nicht umgesetzt; erneutes Privileg 1773 durch Papst Clemens XIV. und Kaiser Joseph II. |
1781 | Stuttgart | 1770 als Hohe Karlsschule durch Herzog Carl-Eugen von Württemberg gegründet. 1781 von Kaiser Joseph II. zur Universität erhoben. Geschlossen 1794. 1829 Gründung der Vereinigten Real- und Gewerbeschule, die seit 1876 technische Hochschule war und 1967 zur Universität ausgebaut wurde |
1783 | Murcia | |
1784 | Bonn | 1777 als Kurkölnische Akademie Bonn; 1784 Universitätsprivileg von Joseph II.; 1798 aufgehoben; 1818 von Friedrich Wilhelm III. als preußische Universität wiedergegründet |
1785 | Fredericton | älteste englischsprachige Universität Kanadas |
1789 | Washington | durch den Jesuitenpater John Carroll gegründet; 1814 offizielle Anerkennung durch den Kongress |
Bibliografia
- Walter Rüegg (Hrsg.): Geschichte der Universität in Europa. 3 Bände, Beck Verlag, München 1993, ISBN 3-406-36956-1 (Band 2, S. 98 f. enthält eine alphabetische Liste der ältesten europäischen Universitäten)
- Die Universitäten in Europa bis zum Anfang des 16. Jh. und Die Universitäten in Mitteleuropa vom Beginn des 16. Jh. bis zum Beginn des 19. Jh. In: Atlas zur Geschichte. 1. Band, Hermann Haack Geographisch-Kartographische Anstalt Gotha/Leipzig 1973, S. 44, 53.