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Aguti di Azara
Stato di conservazione
Dati insufficienti[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineRodentia
SottordineHystricomorpha
InfraordineHystricognathi
FamigliaDasyproctidae
GenereDasyprocta
SpecieD. azarae
Nomenclatura binomiale
Dasyprocta azarae
H. Lichtenstein, 1823

L'aguti di Azara (Dasyprocta azarae H. Lichtenstein, 1823) è un roditore della famiglia dei Dasiproctidi (Dasyproctidae).

Etimologia

L'appellativo specifico azarae commemora il naturalista spagnolo Felix Manuel de Azara.[2]

Descrizione

L'aguti di Azara ha una lunghezza testa-corpo di 40-64 cm[2][3] e una coda di circa 2,5 cm. Il peso di questo roditore oscilla tra uno e quattro chilogrammi.[2] La pelliccia va dal bruno-verdastro al nero-verdastro ed è screziata di marrone più o meno scuro. Il dorso è generalmente marrone scuro, talvolta con riflessi arancioni, mentre il ventre è chiaro.[2] La pelliccia della parte anteriore del corpo va dal giallastro al bruno-giallastro. I peli del mantello possono essere sia lucidi che opachi; quelli della parte posteriore del corpo sono più lunghi.[2] L'aguti di Azara ha le orecchie prominenti, una forma del corpo arrotondata e la testa simile a quella di tutti i caviomorfi. Le zampe sottili hanno quattro dita funzionali e un pollice rudimentale sui piedi anteriori e tre dita su quelli posteriori. I molari hanno una corona cilindrica.[2]

Distribuzione e habitat

L'aguti di Azara abita le regioni orientali e centrali dell'America del Sud, nel Brasile orientale e sud-orientale, in Paraguay e nel nord dell'Argentina.

Questi roditori abitano principalmente nelle foreste pluviali e in altre zone umide, come le paludi. Raramente si possono trovare anche nella pampa aperta. Preferiscono gli habitat vicino all'acqua.

Biologia

Gli aguti di Azara sono animali diurni, ma apossono essere particolarmente attivi durante il crepuscolo.[2]

Conducono un'esistenza prevalentemente solitaria,[2] tuttavia sono monogami. Gli esemplari territoriali occupano aree fisse, le cui dimensioni dipendono dalla disponibilità alimentare della zona. Qui costruiscono dimore sotto le rocce o vicino agli alberi.[2] I territori vengono difesi dalle intrusioni dei conspecifici. Gli aguti di Azara sono creature sociali che dedicano molto tempo a pulirsi a vicenda. Quando si sente minacciato, l'aguti può emettere dei richiami simili all'abbaiare di un cane.

L'aguti di Azara ha un udito eccellente che gli consente di individuare i predatori e localizzare il rumore prodotto dai frutti caduti.[2][4] Ciò si riflette anche nell'anatomia dell'orecchio esterno.

Quando non è minacciato l'aguti di Azara si sposta al trotto o saltellando con una serie di brevi balzi.[2] È in grado di nuotare e si trova spesso in prossimità dell'acqua.[2]

Alimentazione

Gli aguti di Azara sono onnivori, nonostante vengano per lo più considerati dei mangiatori di frutta.[5]

È risaputo che si nutrono principalmente di noci,[6] semi, frutti, radici e altre sostanze vegetali. Possono anche rompere le dure noci del Brasile, motivo per cui sono molto importanti per la loro dispersione. Talvolta gli aguti di Azara immagazzinano anche i semi di cui si nutrono e pertanto aiutano il rimboschimento delle foreste, in modo simile agli scoiattoli originari dell'Europa centrale.[2][7] Spesso seguono le scimmie, che frequentemente lasciano cadere i frutti mentre mangiano.[2] Possono causare danni nelle piantagioni di canna da zucchero e banane, dato che amano molto mangiarle.[2][8] Poiché sempre più vasti appezzamenti di foresta vengono destinati all'agricoltura, l'aguti di Azara si nutre sempre più a spese dei raccolti.[2]

Quando mangiano, gli aguti di Azara di solito si siedono sulle zampe posteriori e tengono il cibo con quelle anteriori.[2]

Riproduzione

Gli aguti di Azara raggiungono la maturità sessuale verso la fine del primo anno di vita; la stagione degli amori si protrae per tutta la durata dell'anno. Dopo un periodo di gestazione di circa 100-120 giorni, la femmina partorisce 1-3 piccoli. L'aspettativa di vita è di quasi 20 anni.[2]

Predatori

Nemici naturali dell'aguti di Azara sono i boa,[2] lo speoto (Speothos venaticus),[9], l'ocelot,[2] il puma (Puma concolor),[10][11] il giaguaro (Panthera onca)[2][11] e l'uomo, che gli dà la caccia da migliaia di anni.[2]

Quando si sente minacciato, può rimanere immobile,[2] ma se la distanza di sicurezza viene superata, può correre via procedendo a zig-zag.[2]

Conservazione

Das Azara-Aguti ist insbesondere durch die Rodung der Regenwälder gefährdet[2][4] und wurde 1996 als gefährdet eingestuft.[12] Die Bejagung wegen seines Fleisches trägt in besiedelten Gebieten zusätzlich zur Gefährdung bei.[2]

Unterarten

Die beiden Unterarten Dasyprocta a. azarae und Dasyprocta a. paraguayensis sind bekannt.

Note

  1. ^ (EN) Catzeflis, F., Patton J., Percequillo, A., & Weksler, M. 2016, BlackPanther2013/Sandbox/rapaci, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Rekoske
  3. ^ M. A. Johnson, P. M. Saraiva e D. Coelho, The role of gallery forests in the distribution of Cerrado Mammals, in Journal of Mamology, vol. 64, n. 3, pp. 531-523.
  4. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Fleming
  5. ^ Deborah A. McWilliams, Determinants for the Diet of Captive Agoutis (Dasyprocta spp.), in Veterinary Clinics of North America: Exotic Animal Practice, vol. 12, n. 2, 2009, pp. 279-286, DOI:10.1016/j.cvex.2009.01.001.
  6. ^ Brian K. McNab, The influence of food habits on the energetics of eutherian mammals, in Ecological Monographs, vol. 56, n. 1, marzo 1986, pp. 1-19.
  7. ^ Juan Carlos Guix e Xavier Ruiz, Plant-disperser-pest evolutionary triads: how widespread are they (PDF), in Orsis, vol. 15, 2000, pp. 121-126.
  8. ^ C. A. Chapman e L. J. Chapman, Survival without dispersers: seedling recruitment under parents, in Conservation Biology, vol. 9, 1995, pp. 675-678.
  9. ^ Gerald L. Zuercher, Philip S. Gipson e Osvaldo Carrillo, Diet and habitat associations of bush dogs Speothos venaticus in the Interior Atlantic Forest of eastern Paraguay, in Oryx, vol. 39, n. 1, 2005, pp. 86-89, DOI:10.1017/S0030605305000153.
  10. ^ Gabriela Ludwig et al., Cougar Predation on Black-and-Gold Howlers on Mutum Island, Southern Brazil, in International Journal of Primatology, vol. 28, n. 1, 2007, pp. 39-46, DOI:10.1007/s10764-006-9103-7.
  11. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore De Azevedo
  12. ^ F. Catzeflis, J. Patton, A. Percequillo, C. Bonvicino, M. Weksler, M.: [(EN) BlackPanther2013/Sandbox/rapaci, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. Dasyprocta azarae]. In: IUCN, 2008, IUCN: Red List of Threatened Species, Version 2010.1. Eingesehen 12. Juni 2010.

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