Seriola dumerili

specie di pesce
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La ricciola[2] (Seriola dumerili Risso, 1810) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Carangidae[3].

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Ricciola
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseOsteichthyes
SuperordineAcanthopterygii
OrdinePerciformes
SottordinePercoidei
FamigliaCarangidae
GenereSeriola
SpecieS. dumerili
Nomenclatura binomiale
Seriola dumerili
(Risso, 1810)
Sinonimi

Caranx dumerili, Regificola parilis, Seriola boscii, Seriola gigas, Seriola purpurascens, Seriola rhombica, Seriola simplex, Seriola tapeinometopon, Trachurus aliciolus, Trachurus fasciatus

Giovanile
Banco di ricciole

Distribuzione e habitat

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La ricciola è quasi cosmopolita nei mari caldi e tropicali mancando solo nell'oceano Pacifico orientale[1]. Nell'oceano Atlantico orientale è presente tra il golfo di Biscaglia a nord[4], occasionalmente individui erratici possono raggiungere le isole Britanniche, e il Sudafrica a sud; nella parte occidentale dell'oceano Atlantico si incontra fra la Nuova Scozia (Canada) e il Brasile meridionale, è presente anche nelle isole oceaniche dell'Atlantico, nel mar dei Caraibi e nel golfo del Messico. Nell'Indo-Pacifico è presente sulla costa africana, nel golfo Persico, in India, in Indonesia, alle Filippine, in Australia, in Cina, in Giappone e fino alle Hawaii[1].

La ricciola è un pesce pelagico ma che spesso si incontra vicino a scogliere esposte al mare aperto[1], a secche del largo e nei presso delle isole, dei promontori[4] e dei relitti sommersi[1]. Raramente frequenta zone riparate come baie e golfi. L'intervallo di profondità noto per questa specie è tra 1 e 385 metri ma comunemente si trova tra 18 e 70 metri[5], in acque più profonde durante la stagione fredda[6]. I giovanili possono incontrarsi vicino alle coste anche in acque poco profonde, sono talvolta associati a sargassi o altri oggetti galleggianti[1].

Descrizione

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La ricciola ha corpo ovale allungato e abbastanza compresso lateralmente[7], con profilo dorsale nettamente più convesso di quello ventrale[4]. I denti e le scaglie sono molto piccoli[6]. La bocca è relativamente ampia e la parte posteriore dell'osso mascellare, ben visibile, è alta quanto il diametro dell'occhio[4] e mandibola leggermente sporgente. Le pinne dorsali sono due: la prima è piccola e bassa, con una spina anteriore rivolta in avanti, è composta da 6-8 raggi spiniformi, la seconda è lunga con un lobo anteriore elevato[6] con apice arrotondato[4], ha 1 raggio spinoso e 29-35 raggi molli (di solito tra 31 e 33)[6]. La pinna anale ha 1 o 2 raggi spiniformi e 18-21 raggi molli, è opposta e di forma simile alla seconda dorsale[7] ma più breve. Le pinne pettorali sono poco più lunghe delle pinne ventrali[6], entrambe le pinne pari sono piuttosto piccole. La pinna caudale è ampia e forte, falcata con lobi appuntiti[7], è portata da un peduncolo caudale piuttosto sottile dotato di una carena laterale più vistosa nei grandi individui e bordato sopra e sotto da un solco longitudinale[4].

La colorazione del corpo è grigio azzurra[6] o brunastra sul dorso e argentea sui fianchi. Una striscia obliqua brunastra più o meno vistosa attraversa l'occhio[4]. Le pinne sono scure[5]. Spesso una fascia giallastra longitudinale poco distinta attraversa i fianchi. I giovani hanno colorazione molto diversa dagli adulti: a fondo giallastro con 6 fasce verticali sul corpo che non si estendono sulle pinne pari[4].

La ricciola raggiunge dimensioni di tutto rispetto: la taglia massima nota è di 190 cm di lunghezza per oltre 80 kg di peso, normalmente la taglia massima è di circa 1 metro[5]. Le femmine sono più grandi dei maschi[1].

Biologia

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Può vivere fino a 15 anni[5].

Comportamento

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Gli adulti possono vivere solitari o in piccoli gruppi[4] mentre i giovanili sono spesso gregari[5]. I giovanili stazionano spesso all'ombra di oggetti galleggianti[4].

Riproduzione

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La riproduzione avviene in primavera estate[6], di solito di notte con luna piena o calante. Per l'occasione si possono formare banchi fino a 120 individui[1]. Le uova e i giovanili sono pelagici[5]. L'uovo misura tra 1,04 e 1,12 mm, la larva alla schiusa misura circa 3,5 mm[6]. La femmina produce un'enorme quantità di uova: tra 18 e 59 milioni per stagione riproduttiva, deposte in piccole quantità ogni cinque giorni per circa due mesi[1]. Le uova si schiudono dopo circa 40 ore e lo sviluppo larvale dura da 31 a 36 giorni[5]. La maturità sessuale viene raggiunta a una lunghezza media di 64,4 cm nei maschi e di 73,3 cm nelle femmine[1].

Alimentazione

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Gli adulti si nutrono prevalentemente di pesci e cefalopodi mentre i giovanili consumano anche plancton. Una frazione minoritaria della dieta è composta di invertebrati bentonici[8].

Predatori

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Tra i predatori noti in letteratura si ha la sterna stolida bruna, la sterna fuligginosa e il tonno pinna gialla[9].

È una preda ambita per i pescatori sportivi che la insidiano soprattutto alla traina ed è preda anche dei pescatori subacquei. I pescatori di professione la catturano con reti da posta, reti da circuizione e palamiti. Le carni sono ottime e molto apprezzate[7]. Fuori dal Mediterraneo il suo consumo ha causato avvelenamenti da ciguatera[5].

Itticoltura

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La ricciola presenta diverse difficoltà nell'allevamento soprattutto legate a problemi sanitari e a difficoltà nell'approvvigionamento di giovanili. Questi problemi hanno fatto sì che i primi tentativi di allevamento mediterranei effettuati negli anni 1980 non avessero seguito. Più di recente altri tentativi hanno avuto migliori risultati e si è iniziato anche ad effettuare la riproduzione artificiale tanto che la ricciola è una delle più importanti specie emergenti nell'acquacoltura mediterranea. I paesi che producono le maggiori quantità sono Cina, Giappone e Corea del Sud[10].

Conservazione

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S. dumerili è una specie ad ampio areale e comune in buona parte di esso. Lo sforzo di pesca è importante in buona parte dell'areale ma sembra che le situazioni di sovrapesca siano limitate e localizzate, ad esempio nel golfo del Messico. La situazione conservazionistica della specie appare dunque abbastanza buona e la IUCN la classifica "a rischio minimo"[1].

Bibliografia

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  • Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, 1991, ISBN 8842510033.
  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.
  • Tortonese E., Osteichthyes: pesci ossei. Vol. 1, collana Fauna d'Italia, Bologna, Calderini, 1975, ISBN 9788870190977.

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