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«Lo vedi ecco Marino
la Sagra c'è dell'Uva
fontane che danno vino
quant'abbondanza c'è!»

La Sagra dell'Uva di Marino ('a Sagra per antonomasia in dialetto marinese) è una nota festa tradizionale di Marino, cittadina in provincia di Roma, che ricorre ogni prima domenica di ottobre.

La Sagra dell'Uva di Marino è una delle più antiche ricorrenze del genere che continuano ad essere celebrate: fu istituita infatti nel 1925 per iniziativa del poeta Leone Ciprelli e da allora è stata organizzata puntualmente ogni anno. L'Opera Nazionale Dopolavoro concesse all'evento il titolo di Sagra, di cui si potevano fregiare solo pochi eventi simili in Italia.[1] La Sagra tuttavia affonda le sue radici in accadimenti storici precedenti: in coincidenza con la festa profana si tiene infatti la festa della Madonna del Rosario, celebrata per commemorare la vittoria della Santa Alleanza contro l'Impero Ottomano nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571.

Storia

Origini della festa religiosa

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Marino.

Il 7 ottobre 1571 le forze congiunte di Spagna, Stato Pontificio, Repubblica di Genova, Repubblica di Venezia, Ducato di Savoia e dei Cavalieri di Malta sconfissero nella battaglia di Lepanto, nell'Istmo di Corinto in Grecia, le forze navali ottomane comandate da Mehmet Alì Pascià. I cristiani, riunitisi per l'occasione nella Santa Alleanza, erano comandati da don Giovanni d'Austria, mentre il contingente pontificio era guidato da Marcantonio II Colonna, signore di diversi feudi del Lazio fra cui Marino.

Dopo la vittoria, i comandanti cristiani tornarono nelle proprie nazioni: Marcantonio Colonna sbarcò a Gaeta e si recò immediatamente a Marino, dove a Palazzo Colonna alloggiaano la moglie Felice Orsini ed i figli. L'ingresso del comandante vittorioso a Marino avvenne il 4 novembre 1571, e la sua permanenza durò fino al 4 dicembre, data dell'ingresso trionfale in Roma che papa Pio V volle concedere all'ammiraglio.

La spedizione, conclusasi con esito vittorioso, era stata posta sotto la protezione della Madonna del Rosario raffigurata nello Stendardo di Lepanto, ora conservato nella Cattedrale di Gaeta dove venne depositato proprio da Marcantonio Colonna al momento del suo sbarco. Pertanto, papa Pio V proclamò la Madonna del Rosario protrettrice dello Stato Pontificio ed ordinò che in tutte le località sottoposte al suo dominio temporale si festeggiasse, il 7 ottobre di ogni anno, la solennità della Madonna del Rosario. Ovviamente, anche a Marino subentrò questa pratica, sicuramente incentivata dai Colonna. Marcantonio inoltre depositò nel feudo diversi cimeli di guerra sottratti agli Ottomani, depositati in seguito nella Basilica di San Barnaba: oggi rimane solo uno scudo turco sopravvissuto allo spoglio francese del 1798.[2]

Con l'istituzione della Sagra dell'Uva nel 1924 e la fissazione della data dell'evento alla prima domenica d'ottobre, di fatto a Marino la festa religiosa della Madonna del Rosario si celebra generalemente in una data differente da quella prefissata dalla Chiesa cattolica, a meno che la prima domenica d'ottobre non cada di 7 ottobre.

Origini della festa profana

La produzione vitivinicola nel territorio di Marino affonda le sue radici già in età romana: gli antichi autori infatti conoscevano e apprezzavano buona parte del vino bianco prodotto nell'area dei Colli Albani col nome di Albanum, dal nome dell'antica città di Alba Longa, leggendaria città-madre di Roma che sorgeva appunto sulle sponde del Lago Albano. Durante il Medioevo e poi nell'età moderna la viticoltura rappresentò la principale fonte di occupazione a Marino e nel suo territorio, così come anche in tutti i comuni vicini.

Nel 1536 l'imperatore Carlo V d'Asburgo, in visita a Roma, durante un banchetto ebbe occasione di bere il vino di Marino, e a quanto dicono le cronache espresse apprezzamento al riguardo.[3]

I marinesi erano molto legati alla viticoltura, tanto che in varie occasioni si rivolsero alla protezione della Madonna del Popolo, una miracolosa effige duecentesca conservata nella Basilica di San Barnaba, perchè scampasse le campagne da grandinate o pioggie inopportune.[4] Addirittura nel 1611 la Comunità in un'assemblea straordinaria il giorno 2 febbraio scelse si adottare come santo patrono "appresso Sua Divina Maestà" San Barnaba, poerchè proteggesse il feudo da alcune continue grandinate che si erano verificate nei tre anni precedenti.[5]

All'inizio del XX secolo nacque l'idea di creare una festività per sponsorizzare il prodotto delle vigne marinesi ed attirare in città visitatori provenienti da Roma: le comunicazioni erano state notevolmente facilitate grazie al completamento della ferrovia Roma-Albano nel 1889; il completamento progressivo delle Tramvie dei Castelli Romani, che collegavano capillarmente quasi tutte le località castellane con la Capitale, non potè che giovare al tipico turismo fuori porta dei romani.

Nel 1904 così il Comune iniziò ad organizzare le Feste Castromenie, un evento collegato all' Ottobrata Romana che riscosse evidentemente interessamento soprattutto nell'ambiente culturale romanesco: difatti il poeta romanesco di origini marinesi Leone Ciprelli nel 1924 curò l'organizzazione della prima Sagra dell'Uva di Marino.

«Si può ben dire che tutta Roma s'interessi alla originale ed eccezionale festività, ideata, con alto senso di poesia da Leone Ciprelli, la quale si celebrerà domani a Marino. [...] Quella di domani sarà per Marino una data davvero memorabile.»

Il Comitato dei Festeggiamenti incaricato dell'organizzazione della prima Sagra era presieduto da Luigi Capri Cruciani, il quale offrì anche buona parte del vino distribuito dalle fontane alle ore 19 di domenica 4 ottobre 1925. Fra gli eventi da segnalare per la prima edizione, c'è una corsa di cavalli organizzata lungo via Castrimeniense, un monumentale sistema di illuminazione a luci colorate, e l'elezione del Grande Magistrato dell'Uva, che aveva l'incarico di sccegliere il miglior grappolo. Inoltre, alle ore 18 sfilarono i carri allegorici a tema.[6]

Durante la seconda edizione, domenica 3 ottobre 1926, viene eletta per la prima volta la reginetta della vendemmia, in piazza San Barnaba, secondo modalità non dissimili da un moderno concorso di bellezza; per la sfilata dei carri allegorici vi è la straordinaria partecipazione dell'attore Bruto Castellani. Si tiene inoltre il I Concorso Poetico Musicale, con la giuria presieduta dal poeta romanesco Trilussa.[7] L'edizione del 1926 cadde in contemporanea con i festeggiamenti del VII centenario della morte di San Francesco d'Assisi che si tenevano nella vicina Albano Laziale: nè le autorità di Albano nè quelle di Marino acconsentirono a spostare le rispettive manifestazioni.[8]

La terza edizione, domenica 2 ottobre 1927, è accompagnata da un tempo sfavorevole: tuttavia il presidente del Comitato dei Festeggiamenti, Barnaba Ingami, comunica alla stampa che "le fontane di Marino pur sott'acqua gettan vino".[9] Visto che il sindaco di Londra, sir Rowland Blades, era in visita a Roma, i marinesi lo invitarono a vedere la Sagra, dichiarandosi disposti a replicare il "miracolo delle fontane" il martedì successivo. Tuttavia sir Blades non si spostò a Marino.[10]

In occasione della quarta edizione, domenica 7 ottobre 1928, l'abate parroco monsignor Guglielmo Grassi decise di portare nella processione religiosa per la prima volta anche lo scudo turco conservato nella Basilica di San Barnaba, bottino della battaglia di Lepanto. [11] Alla stessa edizione della Sagra risale un dissidio tra il podestà Ugo Gatti e l'abate parroco: il podestà pretendeva che si ripetesse una seconda volta la scena della supplica alla Madonna di Pompei per farla riprendere alla troupe ritardataria dell'Istituto Luce: monsignor Grassi rifiutò.[12]

Nella quinta edizione si tenne per la prima volta il corteo storico in costume, su iniziativa di Leone Ciprelli. Inoltre, sul giornale La Tribuna un articolo anonimo polemizza per la prima volta sui danni che possono verificarsi alla seicentesca fontana dei Quattro Mori, che annualmente viene soffocata da installazioni in cartongesso.[13]

«Ormai la Sagra di Marino è entrata nel numero delle grandiose feste che si celebrno in Italia.»
File:10° Sagra dell' Uva 1934.jpg
Locandina della 10^ Sagra dell'Uva (1934).

Il 28 settembre 1930, per ordine del governo fascista centrale, in tutti i comuni d'Italia si celebrò una Festa dell'Uva. A Marino, questa ricorrenza fu solo l'anteprima della tradizionale Sagra che si tenne domenica 5 ottobre.Per l'occasione della sesta edizione della Sagra, venne aperta nei locali al piano terra di Palazzo Colonna la prima Bottega del Vino in Italia.[14]

Per la Sagra del 1931 Il Piccolo calcolò un'affluenza di quasi 50.000 persone.[15] In occasione invece della Sagra del 1932 venne nuovamente portato in processione lo scudo turco conservato nella Basilica di San Barnaba.[16] In occasione della nona edizione della Sagra, domenica 1 ottobre 1933, le Ferrovie dello Stato e le Tramvie dei Castelli Romani concessero l'applicazione della tariffa popolare ridotta per le tratte tra Roma e Marino.[17]

Domenica 6 ottobre 1934, per l'undicesima edizione della Sagra, l'EIAR, ente radiofonico di Stato, dichiara di aver installato alcuni microfoni a Marino per la trasmissione delle varie fasi della festa.[18]

Nel 1936, a causa della guerra d'Etiopia, i festeggiamenti della Sagra avvennero sotto-tono e furono ignorati dalla stampa nazionale.[19] In compenso, le Sagre degli anni successivi divennero una specie di vetrina per sponsorizzare l'autarchia imposta dal regime fascista. Nel 1940, per la sedicesima edizione della Sagra, l'ultima celebrata in grande stile sotto il regime fascista, vennero versati quasi 2000 litri di vino dalla fontane.[20]

«Così ridotta
piovve ancora vino
di buon augurio
agli ospiti e a Marino!
»
 
Un'immagine simbolo dei bombardamenti di Marino del 1944: la Torre Frangipane in piazza Giacomo Matteotti messa a nudo dalle bombe.

Fra il 1941 ed il 1944, la Sagra sarà estremamente limitata a causa della seconda guerra mondiale e consisterà nella sola celebrazione religiosa. Il 2 febbraio 1944 Marino fu colpita dal primo bombardamento alleato[21], e venne colpita altre volte nei mesi successivi. Palazzo Colonna e la fontana dei Quattro Mori furono completamente distrutti dalle bombe a grappolo, e la Basilica di San Barnaba fu gravemente danneggiata. Circa duecento civili persero la vita nei bombardamenti anglo-americani.[22]

La prima Sagra del secondo dopoguerra, la ventunesima edizione, si tenne domenica 7 ottobre 1945 ancora una volta sotto la gestione di Leone Ciprelli, tra i ruderi di una Marino distrutta. Molti marinesi volevano far cessare questa tradizione, vista come una rimanenza del cessato regime fascista, ma il Ciprelli riuscì a convincere tutti della bontà della Sagra, che apparteneva a nessun altro se non ai marinesi.[23]

Per la ventunesima Sagra, nel 1946, il sindaco pro tempore Zaccaria Negroni, Leone Ciprelli e i 49 membri del Comitato dei Festeggiamenti riprendono a costruire le strutture di cartongesso attorno alla fontane da cui deve sgorgare il vino.[24] Domenica 5 ottobre 1947, per la ventiduesima edizione, viene anche riportato in precessione lo scudo turco.[25]

Nel 1945 era stata fondata la Cantina Sociale Gotto d'Oro, che all'epoca aveva la denominazione di "Goccia d'Oro", cambiata in seguito per analogia con una cantina pugliese: dalla Sagra del 1948 la nuova istituzione iniziò a collaborare attivamente nell'organizzazione dell'evento, distribuendo vino dalla fontana dei Quattro Mori semi-distrutta.[26] In occasione della Sagra del 1949 fanno la loro prima apparizione le scenografiche luminarie ad archi dislocate lungo Corso Trieste.[27]

Durante la ventinovesima Sagra dell'Uva, domenica 4 ottobre 1953, il Comitato dei Festeggiamenti, le autorità e alcuni giornalisti organizzano una commemorazione in memoria di Leone Ciprelli, deceduto il 30 gennaio dello stesso anno. Presenti tra gli altri il senatore Zaccaria Negroni e l'abate parroco Giovanni Lovrovich.[28]

Per l'organizzazione della trentunesima edizione della Sagra, domenica 2 ottobre 1955, si viene a costituire la Pro Loco di Marino, con lo scopo di curare anno per anno con continuità l'organizzazione dell'evento.[29] Per la Sagra del 1956 così vengono stilati i registri delle spese: sono entrate £ 4.221.153 ed uscite £ 4.187.172.[30] Iniziano inoltre la loro attività numerose associazioni e bande folcoristiche come la Volemose Bene, ancora attiva o la storica Marino Brinda.

Per la trentatreesima Sagra del 1957, il senatore Zaccaria Negroni propone al commissario prefettizio Nicola Marini d'Armenia di riaprire la Bottega del Vino, di fascista apertura, per darla in gestione alla Pro Loco.[31] Dopo la Sagra del 1959 invece una delegazione di marinesi si recò da papa Giovanni XIII per offrire un simbolico dono di uva e vino[32] : il Papa ricambiò la visita nell'agosto 1962.

In occasione della trentaseiesima edizione della Sagra dell'Uva di domenica 2 ottobre 1960, l'aria è ancora permeata dagli strascichi dei XVII Giochi Olimpici tenutisi a Roma: numerosi sportivi e visitatori stranieri colgono l'occasione per venire a Marino in vista dei festeggiamenti. Tra le presenza illustri registrate a Marino in quell'edizione, quella dell'attore statunitense Charlton Heston, assediato dalla folla e costretto alla fuga.[33]

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Locandina della 37^ Sagra dell'Uva (1961).

Per la trentasettesima edizione del 1 ottobre 1961, il sindaco Giulio Santarelli invita come ospiti d'onore l'attrice Sophia Loren con il marito regista Carlo Ponti: la coppia possiede infatti una storica villa lungo la Strada Statale 217 Via dei Laghi, in territorio marinese. La madrina d'onore dell'evento è Virna Lisi. Lunedì 2 ottobre 1961 in piazza San Barnaba si svolge un concerto con la partecipazione di Carla Boni, Gino Latilla, Little Tony, Jenny Luna, Alighiero Noschese, Nunzio Gallo e Wolwer Beltrami.[34]

L'anno successivo, 1962, viene organizzato uno spettacolo d'arte varia con la partecipazione di Domenico Modugno ed Edoardo Vianello. Inoltre si svolgono in città il III Concorso Ippico Regionale e la XIX Mostra dei vini e dell'uva.[35] Nell'ambito degli eventi della trentanovesima edizione dell'evento, nel 1963, la salma di Leone Ciprelli viene traslata da Roma presso il cimitero comunale di Marino.[36]

Durante la quarantunesima edizione, domenica 3 ottobre 1965, Marino sarà partenza e arrivo del Giro del Lazio, competizione ciclistica della durata di 250 km.[37] Nel 1967, giunti alla quarantatreesima edizione, la fontana dei Quattro Mori viene spostata dalla collocazione originaria in piazza Lepanto e collocata in piazza Giacomo Matteotti: inoltre nella stessa edizione si segnala una ripresa dell'usanza di addobbare a festa i balconi di Corso Trieste.[38]

Nel 1969, in occasione della quarantacinquesima edizione della Sagra, il gruppo Storia ed Arte riprende ad organizzare il corteo storico in costume che era stato un pò dimenticato nel corso degli anni.[39]

File:46° Sagra dell' Uva 1970.jpg
Locandina della 46^ Sagra dell'Uva (1970).

Per la Sagra dell'Uva di domenica 4 ottobre 1970, quarantaseiesima edizione, da segnalare il concerto serale del Banco del Mutuo Soccorso, gruppo rock progressive fondato dal marinese Vittorio Nocenzi.[40] La quarantasettesima edizione della Sagra dell'Uva è funestata dal traffico. Le principali cronache locali riferiscono dell'imponente traffico che da e per Roma che ha paralizzato tre strade consolari. Momento Sera del 4 ottobre 1971 dichiara addirittura che "l'ottobrata dei roimani ha fatto impallidire la buonanima di Napoleone che dopo la Beresina cercava di raggiungere Parigi".[41]

Per il concerto dell'edizione 1973 invece vengono chiamati i Ricchi e Poveri e Pippo Baudo, e la sfilata del corteo storico si svolge eccezionalmente anche nella frazioni di Frattocchie e Santa Maria delle Mole, in costante crescita urbanistica.[42] Il cinquantenario della Sagra, domenica 6 ottobre 1974, passa quasi inosservato a causa della crisi in cui Marino è caduta dopo la separazione della frazione di Ciampino, divenuta comune autonomo nel mese di luglio: l'organizzazione dell'evento ricade in mano alla Pro Loco. I carri allegorici sfilano anche per le strade delle frazioni.[43]

Nel corso delle edizioni degli anni '70 c'è una grande diffusioni di rappresentazioni teatrali in dialetto o di autori locali, segno della vitalità del teatro marinese. Per la cinquantaquattresima edizione del 1978, la spesa globale per l'organizzazione è pari a £ 17.150.000.[44] Domenica 7 ottobre 1979, in occasione della cinquantacinquesima edizione si svolge la II Mostra Biennale dell'Artigianato di Marino all'interno del parco pubblico di Villa Desideri. Il Comitato dei Festeggiamenti dichiara che sono stati ordinati 100 quintali di uva e 3500 bottiglie di vino.[45]

Domenica 5 ottobre 1980 ricorre la cinquantaseiesima edizione della Sagra dell'Uva. L'amministrazione comunale sigla i gemellaggi con i comuni di Zaanstad (Olanda) e Neukoln (Repubblica Federale Tedesca). Si svolge in città un importante raduno bandistico con ilConcerto Filarmonico "Enrico Ugolini" e altre bande del Lazio. L'evento più atteso tuttavia è sicuramente il concerto serale di Ivan Graziani, costato £ 5.280.000 agli organizzatori.[46]

Nel 1981, per la cinquantasettesima edizione viene effettuata una raccolta pubblica di fondi tra i cittadini, che rende £ 7.820.000.[47] Tra gli eventi da segnalare per questa edizione il concerto del Banco del Mutuo Soccorso presso lo Stadio Comunale e il ricevimento dei rappresentanti delle cinque città gemellate a Palazzo Colonna.

Domenica 3 ottobre 1982 il programma televisivo della RAI Domenica in, condotto da Pippo Baudo, dedicò uno spazio alla Sagra dell'Uva.[48] Durante la Sagra 1983 viene ricollocato nel cortile di Palazzo Colonna un busto di Leone Ciprelli. Nello stesso anno, oltre sessanta cantine del Lazio partecipano alla Mostra dei vini tipici dei Castelli Romani.[49]

La locandina della sessantesima edizione, domenica 7 ottobre 1984, è firmata da Umberto Mastroianni, che risiede da alcuni anni stabilmente a Marino presso il prestigioso Casino Colonna. Durante questa edizione, si sollevano alcune proteste, guidate dall'abate parroco Giovanni Lovrovich, per drappeggiare le nudità di un enorme Dionisio nudo in cartongesso che troneggia nella centralissima piazza Pompeo Castiglia.[50]

In vista dell'edizione della sessantaduesima edizione, domenica 5 ottobre 1986, il sindaco Giulio Santarelli crea l' Ente Sagra dell'Uva, che si incarica dell'organizzazione dell'evento in maniera professionistica allontanando ogni contributo volontario.[51] I festeggiamenti per questa edizione iniziano il 20 settembre con la partenza del Giro del Lazio e continuano tra mostre, eventi culturali e convegni fino allo spettacolo della sera di lunedì 6 ottobre, con la partecipazione di Gigi Sabani ed Anna Oxa.[52]

Dopo le polemiche legate all'edizione 1987, dove l' Ente Sagra non ha organizzato il corteo storico in costume per evitare le onerose spese di noleggio, le associazioni di volontariato e la Pro Loco decisero di realizzare un pò per volta gli abiti storici che ancora oggi sono l'attrazione del corteo.[53] Da segnalare che Pippo Franco fu mattatore dello spettacolo conclusivo della sessantatreesima edizione.[54]

Nel 1988, per la sessantaquattresima edizione l' Ente Sagra organizza il I Stage Internazionale della Pietra,mentre lunedì 3 ottobre, giorno della "Sagretta", Rai Due riprese lo spettacolo d'arte varia Marino Star tenutosi in piazzale degli Eroi.[55]

Il 1989 è l'anno del gemellaggio con Irving (Stati Uniti d'America), solennizzato durante la sessantacinquesima edizione della Sagra dell'Uva. In occasione della stessa edizione, un omaggio di vino e uva viene portato dai marinesi a papa Giovanni Paolo II durante l'udienza generale in Vaticano.[56]

Con la sessantottesima edizione della Sagra, domenica 4 ottobre 1992, viene decretata la fine dell'Ente Sagra dell'Uva, i cui poteri organizzativi vengono attribuiti al sindaco e alla Pro Loco. Per quella edizione, da segnalare il II Incontro Polifonico Città di Marino, rassegna di cori tenutasi nella Basilica di San Barnaba, e il concerto del Banco del Mutuo Soccorso.[57] In quell'anno si tiene anche la prima edizione del Palio della Quintana organizzato dal rione Vascarelle assieme agli altri rioni e quartieri cittadini.

Nel 1993, per la sessantanovesima edizione viene omaggiata la memoria di Leone Ciprelli nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa, con la recita della sua commedia La Parrocchietta.[58] Domenica 2 ottobre 1994, sotto la gestione del commissario prefettizio dottor Guglielmo Iozzia si tiene la settantesima edizione della Sagra dell'Uva: viene organizzata una mostra fotografica curata da Vittorio Rufo, 70 anni di Sagra, e una mostra dei vini a Denominazione di Origine Controllata della provincia di Roma.[59]

In occasione della settantaduesima edizione, domenica 6 ottobre 1996, vengono riaperti i locali, seppur non ancora restaurati, dell'ex-Convento dei Padri Agostiniani presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie nel quartiere Borgo Garibaldi, per la presentazione di un' enoteca comprensoriale con la partecipazione dell'allora sindaco di Roma Francesco Rutelli. Lo stesso anno la Cantina Sociale Gotto d'Oro festeggia i suoi cinquant'anni di attività con la distribuzione di 12.000 bottiglie di spumante locale. Da segnalare anche una partita tra la squadra titolare della Società Sportiva Lazio e una rappresentativa di giovani locali allo Stadio Comunale, finita 10-0 in vantaggio per i bianco-celesti.[60]

Per l'edizione del 1996 vengono distribuiti 5000 litri di vino e 12.000 tonnellate di uva: 70.000 i partecipanti secondo le stime della Questura di Roma.[61] Nel 1997, settantatreesima edizione, si tiene una mostra delle opere del maestro Umberto Mastroianni, mentre viene proposta per la prima volta una Sagra dei Piccoli.[62]

La locandina dell'edizione 1998 è firmata dal disegnatore Giorgio Forattini, e ritrae tutti i più noti personaggi politici dell'epoca -da Oscar Luigi Scalfaro a Giulio Andreotti- imbottigliati in una bottiglia di vino bianco: per la stessa edizione, viene fatta giungere da Spelonga, frazione di Arquata del Tronto, Marche, un a bandiera turca cimelio della battaglia di Lepanto del 1571.[63]

Programma

Il programma della Sagra dell'Uva di Marino è frutto di ottant'anni di esperienza, di esperimenti e di cambiamenti. Generalmente, ormai da diversi anni, si segue un programma prestabilito senza apportare significative variazioni. Il nucleo centrale della festa è la domenica pomeriggio, con la ricorrenza profana e il "miracolo", tuttavia a seconda dei cambiamenti delle giunte comunali e delle disponiblità economiche, i festeggiamenti possono incominciare un mese prima come non incominciare affatto. Negli ultimi anni, l'animazione inizia il giovedì o il venerdì e si protrae non oltre il lunedì della "Sagretta", usanza voluta dai marinesi come replica meno affollata della festa tanto amata. Oltre agli eventi della domenica, ci sono altri eventi fissi stabiliti il sabato della vigilia e il lunedì della "Sagretta".

Sabato della vigilia

Nel pomeriggio del sabato della vigilia, generalmente verso le ore 18, per le vie del centro storico si assiste alla rievocazione storica dell'annuncio della vittoria cristiana nella battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571. Un araldo a cavallo, accompagnato da trombettieri, tamburini e sbandieratori, percorre Corso Vittoria Colonna e Corso Trieste leggendo il proclama che convoca il popolo davanti Palazzo Colonna. Quindi, figuranti in costume cinquecentesco che interpretano il governatore e i notabili del feudo si affacciano alla balconata del palazzo che affaccia su piazza della Repubblica e danno l'annuncio della vittoria cristiana e soprattutto della vittoria del feudatario Marcantonio II Colonna, rendendo noto che l'indomani questi rientrerà solennemente nel suo feudo.

Negli ultimi anni, il tono del proclama è stato reso più pacifico, evitando di rimarcare le enormi perdite inflitte al nemico turco e il numero dei prigionieri catturati, che comunque fanno ancora bella mostra di sè, scolpiti nel peperino, legati alla fontana dei Quattrio Mori.

Domenica della Sagra

La domenica è il fulcro e la ragion d'essere della Sagra dell'Uva di Marino. Vi si concentrano tutti gli eventi più importanti ed attesi, dalla processione religioso alla supplica alla Madonna di Pompei, dal corteo storico in costume alla sfilata dei carri allegorici e al "miracolo delle fontane che danno vino".

La processione religiosa

 
Il corteo delle autorità con i rispettivi gonfaloni durante la processione religiosa del 2007.

La domenica mattina si tiene nella Basilica di San Barnaba una messa solenne presieduta dal vescovo di Albano Laziale e dall'abate parroco. Alla funzione religiosa assistono le autorità civili e militari, il sindaco e i rappresentanti dei comuni limitrofi o gemellati.

Al termine della funzione, si inizia a snodare per le vie del centro storico la processione in onore della Madonna del Rosario. I membri delle confraternite portano in processione due grandi arazzi seicenteschi e altri oggetti di fabbricazione sei-settecentesca, mentre i membri della Confraternita del Santissimo Rosario portano a spalla, avvicendandosi, la pesante macchina processionale su cui è innalzata la statua lignea della Madonna del Rosario. Questa usanza, faticosissima specialmente nei tratti in forte dislivello o in salita, è stata ripresa da poco ed ufficializzata con la ricostituzione della Confraternita nel 2002, per volere dell'abate parroco Aldo Anfuso.

La processione percorre tutte le strade e le piazze principali del centro storico, ovvero piazza San Barnaba, via Roma, via Cavour, piazza Giacomo Matteotti e Corso Trieste, seguendo un itinerario circolare che riporta il corteo davanti alla Basilica di San Barnaba per la supplica alla Madonna di Pompei.

«Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.»

Una volta che la processione religiosa è tornata in piazza San Barnaba, davanti alla Basilica di San Barnaba i portatori della Confraternita del Rosario posano la statua della Madonna del Rosario su un trabiccolo e l'abate parroco, alla presenza delle autorità con i gagliardetti delle rispettive istituzioni e di tutta la folla, recita il testo della supplica alla Madonna del Santissimo Rosario di Pompei.

Al termine della recita, dei bambini in costume tradizionale portano simbolicamente alla statua un omaggio di vino ed uva a nome di tutta la comunità marinese. Quindi, i portatori riportano la statua all'interno della Basilica, dove rimarrà alcuni giorni esposta a fianco dell'altar maggiore. A questo punto, la ricorrenza religiosa può dirsi conclusa.

Il corteo storico

Nel primo pomeriggio della domenica la folla di visitatori e marinesi si accalca ai lati di Corso Vittoria Colonna e di Corso Trieste per poter assistere al corteo storico in costume cinquecentesco. Il corteo, svoltosi per la prima volta nell'edizione 1929 per iniziativa dello stesso Leone Ciprelli, fu efficacemente ripreso a partire dal 1970 grazie a una serie di associazioni di volontariato che si occupano di fabbricare i pregiati costumi e di custodirli. Nel corso degli anni, la ricchezza del guardaroba è cresciuta in maniera esponenziale, ma anche la partecipazione popolare. I vestiti più gettonati sono ovviamente quelli della nobiltà, mentre l'abito tradizionale da semplice popolano è ovviamente meno gettonato. Con gli anni, l'evento si è arricchito della partecipazione di gruppi di rievocazione storica di altre zone d'Italia, come gli sbandieratori di Cori e i frombolieri di Ischia.

 
Un'immagine del corteo storico del 2007.

Il corteo dovrebbe ricpercorrere l'ingresso trionfale di Marcantonio II Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto, nel suo castello di Marino, e il suo primo incontro con la moglie Felice Orsini ed i figli, che durante la sua assenza risiederono proprio a Palazzo Colonna.[64] La data storica dell'ingresso di Marcantonio Colonna nel castello è 4 novembre 1571: dalle cronache storiche non risulta alcun ingresso trionfale, anzi possiamo immaginare il fastidio arrecato ai marinesi dal bivacco dei soldati che probabilmente il Colonna aveva portato con sè. Il vero ingresso trionafale di Marcantonio Colonna avvenne il 4 dicembre 1571 a Roma, per volere di papa Paolo V: come un condottiero romano, il Colonna entrò da Porta San Sebastiano ed arrivò alla Basilica di Santa Maria in Ara Coeli passando attraverso il Foro Romano.[65] Una prima osservazione critica a riguardo del corteo storico venne fatta già nel 1935 dal giornale parrocchiale della Parrocchia San Barnaba, Il Campanile, che il 10 novembre 1935 avrebbe voluto che il corteo storico coprisse la distanza tra Marino e Roma, per essere più fedele all'originale storico.[66]

Ad ogni modo, il corteo è stato negli ultimi anni sviluppato in due tronconi: il corteo con Marcantonio II Colonna e il suo seguito parte dal parco pubblico di Villa Desideri e percorre Corso Vittoria Colonna, mentre il corteo di Felice Orsini e della nobiltà parte da Palazzo Colonna e percorre Corso Trieste. I due tronconi del corteo si incontrano in piazza Giacomo Matteotti, dove il governatore consegna le chiavi del castello al suo signore; al Marcantonio Colonna da alcuni anni viene fatto leggere un appello alla pace e alla fratellanza tra i popoli, e poi il corteo riunificato si avvia verso Palazzo Colonna per ricevere il saluto delle autorità, sia in costume che non.

Fra le apparizioni più importanti nel corteo, sono da segnalare i suggestivi vestiti della nobiltà, specialmente quelli delle dame. Sono belli anche gli abiti dei prigionieri turchi, ai quali da alcuni anni sono state tolte le catene e restituite le scimitarre, un segno politically correct di distensione. Nel corteo sono inclusi i gruppi autoctoni di sbandieratori Colonnae Signifer e Città di Marino. Generalmente, in linea con le disponibilità economiche delle amministrazioni comunali, la parte di Marcantonio Colonna e della consorte Felice Orsini viene interpretata da attori ed attrici di fama nazionale: tra gli altri, Andrea Giordana (1998), Giuliano Gemma (1999), Orso Maria Guerrini (2000) ed Enzo De Caro con Flavia Vento (2003). La pesante corazza del Colonna è stata del resto dipinta dal maestro Umberto Mastroianni.

La sfilata dei carri allegorici

La sfilata dei carri allegorici è l'evento coerografico che fino all'invenzione del corteo storico raccoglieva tutti gli entusiasmi degli organizzatori e dei visitatori. A Marino il Carnevale è sempre stato organizzato in maniera accurata, soprattutto dal forte schieramento anticlericale che ogni mercoledì delle Ceneri organizzava il Carnevalone, evento che richiamava migliaia di persone dai Castelli Romani e da Roma. Il regime fascista, non appena salito al potere, ritenne opportuno sopprimere questo evento, di chiara matrice repubblicana e antifascista, ma lo stesso entusiasmo che si rivolgeva al Carnevalone venne rivolto dal 1925 alla sfilata dei carri allegorici, una sorta di carnevale autunnale.

Durante tutto il periodo delle Sagre fasciste i carri seguivano e sviluppavano un tema unico, magari biblico -l'amore di Noè per il vino (1925), Mosè tocca la roccia ed esce vino (1926)- o storico. In seguito, compatibilmente con le disponiblità economiche, vennero realizzati pure carri imponenti, ma l'iniziativa andò scemando via via nel corso degli anni. Oggi non restano che pochi carri, organizzati dalla Cantina Sociale Gotto d'Oro o dall'Oratorio Parrocchiale San Barnaba, seguiti dai pochissimi carretti a vino rimasti in efficienza.

Assieme ai carri allegorici, sfilano anche le bande musicali cittadine o castellane: il Concerto Filarmonico "Enrico Ugolini", la Società di Divertimento "Volemose Bene" e la Banda Musicale "Ferentum", uniche rimaste delle molte società di divertimento che una volta si adoperavano durante la Sagra.

Il "miracolo delle fontane che danno vino"

«Le fontane marinesi, in questa occasione, sono inesauribili, perchè collegate segretamente ad una cantina misteriosa, una specie di sorgente vinicola, di cui solo il podestà conosce l'ubicazione.»
 
La fontana dei Quattro Mori addobbata prima del "miracolo" del 2007.

E' l'evento fondamentale della Sagra dell'Uva. Che le fontane diano vino invece che acqua non è una cosa inventata a Marino nel 1925: a Roma già in due occasioni, nel 1644 per l'elezione di papa Innocenzo X e nel 1670 per l'elezione di papa Clemente X, le fontane alla base della scalinata del Campidoglio diedero vino alla folla meravigliata. In Francia, nella cittadina alsaziana di Wangen, ogni 3 luglio una fontana distribuisce vino.[67] Tuttavia, il "miracolo" di Marino è il più famoso in Italia ed è, a quanto sembra, rimasto inimitato nel nostro paese.

Proceduralmente il "miracolo" è molto semplice: nelle condutture delle fontane cittadine vienne fatto scorrere vino mentre l'erogazione di acqua è sospesa. La fontana-simbolo del miracolo è quella dei Quattro Mori, edificata nel 1636 su progetto di Pompeo Castiglia per volere del principe Filippo I Colonna che voleva commemorare la vittoria sui Turchi ottenuta dal suo avo Marcantonio II Colonna: infatti nella fontana compaiono otto turchi o mori, uomini e donne, denudati e incatenati ad una colonna di marmo, simbolo araldico della famiglia Colonna.

Tuttavia, per motivi di ordine pubblico fin dalla prima edizione dell'evento la distribuzione avviene in più fontane: tra le più importanti la fontana del Tritone in piazza San Barnaba, eretta nel 1889 su disegno di Michele Tripisciano; il Fontanile Comunale, eretto alla fine del XIX secolo lungo la via Castrimeniense, e la moderna fontana di Corso Vittoria Colonna all'altezza del Villa Colonna di Belpoggio|parco pubblico di Villa Desideri. Talvolta vengono montate delle fontane posticcie nelle strade: l'ultima volta accadde nel 2004, quando una serie di "beverini" posticci furono collocati lungo Corso Trieste.

Come prevedibile, al termine della distribuzione del vino, che avviene nel tardo pomeriggio, le strade cittadine sono invase da gente brilla, specie i giovani. Le forze dell'ordine sono sempre schierate, talvolta con forze imponenti, per vigiliare su eventuali degenerazioni, e numerose ambulanze sono dislocate nei punti strategici della città. La cronaca nera locale ascrive purtroppo anche episodi di violenza che si sono verificati durante la Sagra dell'Uva, ma non per questo l'evento è stato mai completamente adombrato.

La "vendemmiata"

Lunedì della Sagretta

Il giorno seguente alla domenica della Sagra vera e propria, è invalsa l'usanza, a partire dal secondo dopoguerra, di replicare il programma della festa profana per un pubblico in genere più ristretto. Non vengono svolte ovviamente la processione e la supplica alla Madonna di Pompei, ma solo il corteo storico, però senza la partecipazione dei personaggi famosi o dei gruppi forestieri, la sfilata dei carri allegorici e il "miracolo della fontane che danno vino".

Questa replica della Sagra in versione un pò più economica prende nome di "Sagretta", ed è ormai un appuntamento fisso nel programma di ogni edizione.

Concerti e spettacoli

Abitualmente, nella serata della domenica o del lunedì l'amministrazione comunale organizza uno spettacolo di arte varia o un concerto musicale.

Festeggiamenti alle frazioni

Cronologia delle Sagre dell'Uva

{{ |- |1 ||domenica 4 ottobre|| 1925 || Prima edizione della Sagra dell'Uva, con la presenza dell'inventore Leone Ciprelli. |- |- |2 ||domenica 3 ottobre|| 1926 || |- |- |3 ||domenica 2 ottobre|| 1927 || |- |- |4 ||domenica 7 ottobre|| 1928 ||Viene portato in processione lo scudo preso ai Turchi nel 1571 che è conservato nella Basilica di San Barnaba. |- |- |5 ||domenica 6 ottobre|| 1929 ||Primo corteo storico in costume. |- |- |6 ||domenica 5 ottobre|| 1930 || |- |- |7 ||domenica 4 ottobre|| 1931 ||Coincidenza con la festa di San Francesco d'Assisi nella vicina Albano: piccolo battibecco tra gli organizzatori dei due eventi. |- |- |8 ||domenica 2 ottobre|| 1932 || |- |- |9 ||domenica 1 ottobre|| 1933 || |- |- |10 ||domenica 7 ottobre|| 1934 || |- |- |11 ||domenica 6 ottobre|| 1935 || |- |- |12 ||domenica 4 ottobre|| 1936 || |- |- |13 ||domenica 3 ottobre|| 1937 || |- |- |14 ||domenica 2 ottobre|| 1938 || |- |- |15 ||domenica 1 ottobre|| 1939 || |- |- |16 ||domenica 6 ottobre|| 1940 || |- |- |17 ||domenica 5 ottobre|| 1941 || Solo festa della Madonna del Rosario, a causa della Seconda guerra mondiale. |- |- |18 ||domenica 4 ottobre|| 1942 ||Solo festa della Madonna del Rosario, a causa della Seconda guerra mondiale. |- |- |19 ||domenica 3 ottobre|| 1943 ||Solo festa della Madonna del Rosario, a causa della Seconda guerra mondiale. |- |- |20 ||domenica 1 ottobre|| 1944 ||Solo festa della Madonna del Rosario, a causa della Seconda guerra mondiale. |- |- |21 ||domenica 7 ottobre|| 1945 ||Prima Sagra post-bellica: dice Leone Ciprelli a chi voleva sopprimere la festa in quanto memoria del cessato regime: La Sagra è dei marinesi e di nessun altro: sarà compito vostro difenderla da chi vorrà impadronirsene. |- |- |22 ||domenica 6 ottobre|| 1946 || |- |- |23 ||domenica 5 ottobre|| 1947 || |- |- |24 ||domenica 3 ottobre|| 1948 || |- |- |25 ||domenica 2 ottobre|| 1949 || |- |- |26 ||domenica 1 ottobre|| 1950 || |- |- |27 ||domenica 7 ottobre|| 1951 || |- |- |28 ||domenica 5 ottobre|| 1952 || |- |- |29 ||domenica 4 ottobre|| 1953 || |- |- |30 ||sabato 2 ottobre - lunedì 4 ottobre|| 1954 || |- |- |31 ||sabato 1 ottobre - lunedì 3 ottobre|| 1955 || |- |- |32 ||domenica 7 ottobre|| 1956 || |- |- |33 ||sabato 5 ottobre - domenica 6 ottobre|| 1957 || |- |- |34 ||sabato 4 ottobre - domenica 5 ottobre|| 1958 || |- |- |35 ||sabato 3 ottobre - lunedì 5 ottobre|| 1959 || |- |- |36 ||domenica 2 ottobre - lunedì 3 ottobre|| 1960 || |- |- |37 ||sabato 17 settembre - domenica 8 ottobre|| 1961 || |- |- |38 ||sabato 5 ottobre - domenica 6 ottobre|| 1962 || |- |- |39 ||sabato 6 ottobre - domenica 7 ottobre|| 1963 || |- |- |40 ||venerdì 2 ottobre - lunedì 5 ottobre|| 1964 || |- |- |41 ||sabato 2 ottobre - domenica 3 ottobre|| 1965 || |- |- |42 ||domenica 2 ottobre|| 1966 || |- |- |43 ||domenica 1 ottobre|| 1967 || |- |- |44 ||domenica 6 ottobre|| 1968 || |- |- |45 ||sabato 4 ottobre - lunedì 6 ottobre|| 1969 || |- |- |46 ||domenica 27 settembre - lunedì 5 ottobre|| 1970 || |- |- |47 ||domenica 3 ottobre|| 1971 || |- |- |48 ||sabato 30 settembre - lunedì 2 ottobre|| 1972 || |- |- |49 ||sabato 6 ottobre - lunedì 8 ottobre|| 1973 || |- |- |50 ||domenica 4 ottobre - lunedì 5 ottobre|| 1974 ||La Sagra, seppur alla sua cinquantesima edizione, viene organizzata interamente dalla neonata Pro-Loco senza alcun coinvolgimento del Comune.[68] |- |- |51 ||domenica 27 settembre - lunedì 6 ottobre|| 1975 || |- |- |52 ||domenica 26 settembre - lunedì 4 ottobre|| 1976 || |- |- |53 ||domenica 25 settembre - lunedì 3 ottobre|| 1977 || |- |- |54 ||domenica 24 settembre - lunedì 2 ottobre|| 1978 ||Il Comune spende per l'organizzazione di questa edizione della Sagra la somma di £ 17.150.000.[69] |- |- |55 ||venerdì 5 ottobre - lunedì 8 ottobre|| 1979 || |- |- |56 ||domenica 29 settembre - domenica 6 ottobre|| 1980 || |- |- |57 ||domenica 30 settembre - lunedì 5 ottobre|| 1981 || |- |- |58 ||venerdì 30 settembre - lunedì 4 ottobre|| 1982 || |- |- |59 ||sabato 24 settembre - lunedì 3 ottobre|| 1983 || |- |- |60 ||venerdì 30 settembre - lunedì 4 ottobre|| 1982 ||Poste Italiane emette per la prima volta lo speciale annullo postale figurato celebrativo della Sagra.[70] |- |- |61 ||venerdì 30 settembre - lunedì 4 ottobre|| 1984 || |- |- |62 ||domenica 20 settembre - lunedì 6 ottobre|| 1986 ||L'8 aprile 1986 viene costituito per la prima volta l'Ente Sagra per la gestione della festa.[71] |- |- |63 ||domenica 26 settembre - lunedì 5 ottobre|| 1987 || |- |- |64 ||domenica 10 settembre - domenica 9 ottobre|| 1988 || |- |- |65 ||sabato 10 settembre - lunedì 2 ottobre|| 1989 || |- |- |66 ||sabato 6 ottobre - lunedì 8 ottobre|| 1990 || |- |- |67 ||sabato 19 settembre - lunedì 7 ottobre|| 1991 || |- |- |68 ||domenica 26 settembre - lunedì 5 ottobre|| 1992 || |- |- |69 ||sabato 18 settembre - lunedì 4 ottobre|| 1993 ||Nel quartiere Vascarelle si tiene il primo Palio della Quintana.[72] |- |- |70 ||sabato 18 settembre - lunedì 3 ottobre|| 1994 || |- |- |71 ||sabato 24 settembre - lunedì 2 ottobre|| 1995 ||Per la Sagra vengono utilizzati 5000 litri di vino e 12.000 tonnellate di uva.[73] |- |- |72 ||giovedì 3 ottobre - lunedì 7 ottobre|| 1996 || |- |- |73 ||domenica 29 settembre - lunedì 6 ottobre|| 1997 || |- |- |74 ||venerdì 2 ottobre - lunedì 5 ottobre|| 1998 || |- |- |75 ||sabato 20 settembre - lunedì 4 ottobre|| 1999 || |- |- |76 ||venerdì 29 settembre - lunedì 2 ottobre|| 2000 || |- |- |77 ||martedì 9 ottobre - domenica 21 ottobre|| 2001 ||Il Prefetto di Roma ordina di spostare la Sagra da domenica 7 a domenica 14 a causa del referendum popolare sull'abrogazione dell'articolo 18 (6-7 ottobre).[74] |- |- |78 ||venerdì 4 ottobre - lunedì 7 ottobre|| 2002 || |- |- |79 ||venerdì 3 ottobre - lunedì 6 ottobre|| 2003 || |- |- |80 ||venerdì 29 settembre - lunedì 4 ottobre|| 2004 || |- |- |81 ||venerdì 1 ottobre - lunedì 3 ottobre|| 2005 || |- |- |82 ||venerdì 29 settembre - lunedì 2 ottobre|| 2006 || |- |- |83 ||venerdì 5 ottobre - lunedì 8 ottobre|| 2007 || |- |- |84 ||venerdì 29 settembre - lunedì 4 ottobre|| 2008 || |- }}

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva, p. 1.
  2. ^ Antonia Lucarelli, La Basilica di San Barnaba in Marino, in Memorie marinesi, pp. 45-55.
  3. ^ Giuseppe Tomassetti, La Campagna Romana antica, medioevale e moderna - Marino, vol. IV p. 176.
  4. ^ Girolamo Torquati, Della prodigiosa figura di Maria SS del Rosario conservata nella Basilica di San Barnaba in Marino, p. 14.
  5. ^ Ugo Onorati, San Barnaba Apostolo nella storia e nelle tradizioni di Marino, p. 9.
  6. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 145.
  7. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 145-146.
  8. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 146.
  9. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 146.
  10. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 146.
  11. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 147.
  12. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 147.
  13. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 148-149.
  14. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 150.
  15. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 151.
  16. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 152.
  17. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 152.
  18. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 153.
  19. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 153.
  20. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 155.
  21. ^ Vedi anche Marino (RM) durante la seconda guerra mondiale (1943 - 1944)
  22. ^ Vedi anche Marino (RM), i Caduti della Seconda Guerra Mondiale
  23. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 155.
  24. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 156.
  25. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 156.
  26. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 156.
  27. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 156.
  28. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 156-157.
  29. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 157.
  30. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 157.
  31. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 157.
  32. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 158.
  33. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 158.
  34. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 158-159.
  35. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 159.
  36. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 159.
  37. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 159.
  38. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 160.
  39. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 160.
  40. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 161.
  41. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 161.
  42. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 161.
  43. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 161.
  44. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 163.
  45. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 163.
  46. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 164.
  47. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 164.
  48. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 165.
  49. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 165.
  50. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 166.
  51. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 166.
  52. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 166.
  53. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 167.
  54. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 167.
  55. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 168.
  56. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 168.
  57. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, pp. 168-169.
  58. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 169.
  59. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, pp. 169-170.
  60. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, pp. 170-171.
  61. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 171.
  62. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, pp. 171-172.
  63. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 172.
  64. ^ Giuseppe Tomassetti, La Campagna Romana antica, medioevale e moderna - vol. IV - Marino, p. 156.
  65. ^ Antonia Lucarelli, Il trionfo di Marcantonio Colonna, in Memorie marinesi, pp. 39-48.
  66. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 154.
  67. ^ Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino, p. 4.
  68. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.
  69. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.
  70. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.
  71. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.
  72. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.
  73. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.
  74. ^ Ugo Onorati, Storia e storie della Sagra dell'Uva.

Bibliografia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia sui Castelli Romani.
  • (IT) Ugo Onorati, La Sagra dell'Uva di Marino - Vicende, aspetti, curiosità di una delle più antiche e popolari feste d'Italia, A.G.C. Arti Grafiche Ciampino, Ciampino settembre 2004.

Collegamenti esterni

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