Giuseppe Sculli

calciatore italiano
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Giuseppe Sculli (Locri, 23 marzo 1981) è un calciatore italiano che gioca nel ruolo di attaccante nel Genoa. È alto 177 cm e pesa 71 kg.

{{{Nome}}}
Nazionalità
Altezza178 cm
Peso75 kg
SquadraGenoa
Carriera
Squadre di club
1999-2000Juventus0 (0)
2000-2002Crotone51 (8)
2002-2003Modena31 (8)
2003-2004Chievo (compr.)18 (2)
2004-2005Brescia28 (0)
2005-2006Messina34 (2)
2006-2007Genoa (compr.)11 (4)
2007-2008Genoa35 (4)
2008-Genoa9 (3)

Carriera

Viene notato da un osservatore di Luciano Moggi mentre giocava nel Brancaleone; viene quindi prelevato dalla Juventus. Dopo la trafila nelle giovanili bianconere è andato in prestito al Crotone per due anni, fra il 2000 e il 2002 in serie B.

Poi sono arrivate diverse esperienze in serie A: Modena, Chievo e Brescia. Poi passa al Messina, sempre in serie A. Nell'estate del 2006 passa al Genoa.

Profilo

Giocatore di buone qualità tecnico-tattiche nella stagione 2007/2008 cerca riscatto dopo le brutte vicissitudini disciplinari, di seguito citate, grazie alla fiducia dell'allenatore Gian Piero Gasperini, suo estimatore e conoscitore fin dalle giovanili della Juventus, fiducia che verrà ripagata visto che Sculli diventerà un tassello importantissimo nello scacchiere rossoblu. [1]

Da non dimenticare le buone esperienze con le nazionali giovanili con le quali ha vinto l'Europeo Under-21 2004 e il bronzo olimpico alle successive Olimpiadi di Atene.

Guai giudiziari

Sculli, nipote del boss della 'Ndrangheta Giuseppe Morabito, è stato messo sotto inchiesta dalla Magistratura di Reggio Calabria per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio, nell'ambito dell'inchiesta denominata "Operazione Ciaramella". L'accusa è stata poi ridimensionata a minacce nei confronti dei cittadini di Bruzzano Zeffirio, volte comunque ad orientare, sempre secondo l'accusa, la rielezione del sindaco Rosa Marrapodi.

Un'altra accusa ricevuta è di aver truccato assieme ad alcuni compagni di squadra e dirigenti, quando giocava nel Crotone, nel 2000, una gara con il Messina, con lo scopo di estorcere 20 milioni di lire ai siciliani per non alterare il presunto accordo per la vittoria degli ospiti, scopo, che gli costerà secondo una decisione posteriore della commissione disciplinare FIGC del 28 novembre 2006, 8 mesi di squalifica che dovette scontare durante la sua militanza nel Genoa, peraltro società estranea ai fatti; fu l'unico inquisito e punito poiché al momento del provvedimento disciplinare era l'unico giocatore rimasto tesserato ed in attività dopo 6 anni dalle vicende.

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