Lucio Battisti
Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998) è stato un musicista e cantante italiano. È considerato uno dei massimi autori ed interpreti nella storia della musica leggera italiana sia come interprete della sua musica, sia come autore per altri artisti.[3][4][5]
Lucio Battisti | |
---|---|
![]() | |
Nazionalità | ![]() |
Genere | Pop rock[1][2] |
Periodo di attività musicale | 1966 – 1994 |
Strumento | Chitarra, pianoforte, voce |
Etichetta | Dischi Ricordi, Numero Uno, CBS, Columbia |
La sua produzione ha rappresentato una svolta decisiva nel pop e nel rock italiani: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha personalizzato e innovato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica (intesa come susseguirsi di strofa - ritornello - strofa - inciso - finale).
Grazie ai testi scritti da Mogol, Battisti ha rilanciato temi ritenuti esauriti o difficilmente innovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana, ma ha saputo esplorare anche argomenti del tutto nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura nel successivo periodo di collaborazione con Pasquale Panella.
Biografia
Lucio Battisti nacque a Poggio Bustone (Provincia di Rieti) alle 13,30 del 5 marzo 1943 in via Roma 40,[6] secondo figlio di Alfiero (1913 – 2008[7]) e Dea Battisti (1918 – 1983). Il loro primogenito, anch'egli di nome Lucio, morì nel 1942 a 2 anni di età.[8] L'atto di nascita originale del cantautore non esiste perché, durante la seconda guerra mondiale, un bombardamento colpì il palazzo comunale, distruggendo anche i registri dello stato civile, ma una copia venne ricostruita nel 1976.[9] La sorella Albarita nacque nel 1946 e morì nel 2003[10], a causa di un tumore.
Esordi
1943-1964: gli inizi
Nel 1947 si trasferì con la famiglia nella frazione Vasche di Castel Sant'Angelo,[11] sempre in provincia di Rieti, e nel 1950 a Roma.[11] A seguito della promozione della seconda o terza media[11] chiese ai suoi genitori di avere una chitarra. L'interesse per lo strumento fu dovuto anche all'influenza di due ragazzi che abitavano nel suo condominio, da cui aveva sentito suonare i primi brani stranieri di rock and roll arrivati in Italia.[11] Secondo i vari racconti sulle primissime esperienze musicali di Battisti (spesso poco attendibili e misti a leggende) ad insegnargli a suonare la chitarra fu il «pazzo del paese»[11] o l'elettricista di Poggio Bustone; quello che è sicuro è che in ogni caso l'apporto principale fu quello da autodidatta.
1965-1966: i primi passi e l'incontro con Mogol
Dopo il diploma in elettrotecnica nel 1962 e un periodo di gavetta a Napoli con I Mattatori e successivamente con I Satiri, si trasferisce a Milano, dove si unisce a I Campioni, il gruppo che accompagna Tony Dallara, capitanato da Roby Matano. Battisti vivrà tutto il resto della sua vita a Milano, prima nel quartiere popolare del Giambellino, poi nella zona di città studi esattamente in una villetta in Largo Rio de Janeiro, per trasferirsi negli ultimi anni della sua vita in una villa a Molteno, in Brianza.
È proprio Matano, che ha più volte rivendicato una sorta di "primogenitura" nella scoperta del talento di Lucio, a spronarlo a scrivere canzoni. Ne nacquero alcuni pezzi, come Se rimani con me, i cui testi erano stati scritti da Matano (ma depositati a nome di Lucio perché l'amico non era iscritto alla SIAE), che rimasero perlopiù o sconosciuti o addirittura mai pubblicati. Tuttavia, alcuni di questi pezzi furono successivamente rimaneggiati da Lucio sulla base di nuovi testi di Mogol, come Non chiederò la carità, che diverrà Mi ritorni in mente.
Il 14 febbraio del 1965 Battisti riesce ad avere un appuntamento con Franco Crepax: durante il provino viene notato da Christine Leroux, una discografica di origine francese arrivata a Milano negli anni '60, contitolare delle edizioni El & Chris. Cacciatrice di talenti per la casa discografica Ricordi, fu lei una delle prime a credere nel talento di Battisti, e fu lei a procurargli il "fatale" appuntamento col paroliere Giulio Rapetti, in arte Mogol.
Riguardo a questo primo incontro con Battisti, Mogol ha raccontato di non essere rimasto particolarmente impressionato dalle canzoni che Lucio gli aveva proposto, ma di aver comunque deciso di collaborare con lui per la sua umiltà nell'ammettere i propri limiti e la voglia di fare e di migliorarsi.[12]
Nel 1966, fu lo stesso Mogol a insistere con Battisti, scettico egli stesso circa le proprie doti vocali, perché cantasse in prima persona le sue canzoni, anziché limitarsi ad affidarle ad altri artisti. Mogol dovette superare non poche resistenze presso la Ricordi, la loro casa discografica, ma alla fine minacciando di dare le dimissioni l'ebbe vinta.[13]
Lucio esordì quindi come solista con il 45 giri che includeva Per una lira e Dolce di giorno, con modesti risultati di vendite, tanto che oggi il disco gode di grande considerazione nel circuito collezionistico. Le due canzoni vennero poi portate al successo rispettivamente dai Ribelli capitanati da Demetrio Stratos e dai Dik Dik. Nel circuito degli "addetti ai lavori", Per una lira si fece notare come brano fortemente innovativo nel testo e nella scrittura musicale.
1967-1968: il successo di 29 settembre e Balla Linda
Nel 1967 Mogol e Battisti sono gli autori di 29 settembre, interpretata dall'Equipe 84, un clamoroso successo che arriva al primo posto della hit parade grazie alla trasmissione radiofonica Bandiera gialla. Sempre in quell'anno scrivono un altro grande successo per l'ex Camaleonte Riki Maiocchi, la celebre Uno in più, considerata una canzone-manifesto della cosiddetta linea verde con cui Mogol intendeva perseguire un rinnovamento della tradizione musicale italiana, lavorando con giovani cantanti e autori quali Battisti. Per quanto riguarda la carriera da solista, in quell'anno produce il suo secondo singolo, Luisa Rossi/Era, un blando Rhythm and Blues che non riscuoterà grande successo (sul lato B è incisa Era, una delicata canzone dalle atmosfere quasi medievali). Sempre nel 1967 suona la chitarra ne La ballata di Pickwick, sigla iniziale e finale, mai pubblicata su disco, dello sceneggiato di Ugo Gregoretti Il Circolo Pickwick; la canzone è cantata da Gigi Proietti, che in seguito ricorderà il suo unico incontro con Battisti. Nel 1967 Battisti scrisse Non prego per me per Mino Reitano.
Nel 1968 Battisti incide Prigioniero del mondo, una canzone scritta da Carlo Donida con testo di Mogol, che doveva essere originariamente interpretata da Gianni Morandi, e che Battisti porta con scarso successo alla manifestazione Un disco per l'estate 1968. Di questo brano esiste anche un videoclip girato su pellicola in bianco e nero, che è anche il primo filmato dove compare il cantante, girato a Tonezza del cimone. Di maggiore successo è il retro, Balla Linda, una canzone melodica ma già "sperimentale" per i canoni musicali dell'epoca, in cui Battisti rifiuta la convenzione delle rime baciate per i testi, in accordo con Mogol.[14]
Con Balla Linda partecipa al Cantagiro, dove si classifica al quarto posto, entrando per la prima volta, con una canzone da lui interpretata, in hit parade; la canzone, in una versione in inglese intitolata Bella Linda, otterrà, eseguita dai Grassroots, un notevole successo negli Stati Uniti, piazzandosi al numero 28 della classifica di Billboard[15].
1969: la consacrazione come cantante e autore
Nel gennaio 1969 Lucio partecipa per la prima e unica volta come cantante al Festival di Sanremo 1969 con la canzone Un'avventura, dove riesce a conciliare la melodia italiana con le atmosfere e i suoni del rhythm and blues, in particolare con una caratteristica e vigorosa sezione fiati; non a caso l'interprete straniero che gli viene affiancato è Wilson Pickett, un importantissimo esponente di quel genere musicale. Il brano si piazza al nono posto nella classifica finale,[16] con 69 voti.[17] La partecipazione a Sanremo aumentò di molto la sua popolarità, ma lo espose anche a critiche di vario genere: Alfonso Madeo sul Corriere della Sera definì l'interpretazione di Battisti «impacciata»,[18] Natalia Aspesi su Il Giorno criticò duramente la sua voce parlando di «chiodi che gli stridono in gola»,[19] mentre Paolo Panelli su Il Messaggero ironizzò sulla sua capigliatura anticonformista e "selvaggia", equiparandolo a Pierino Porcospino e ad Attila, re degli Unni.[20] In corrispondenza con la partecipazione a Sanremo, il 31 gennaio[21] pubblica il singolo Un'avventura/Non è Francesca.
Il 28 marzo 1969[21] pubblica il secondo singolo dell'anno, Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze; sempre in quel mese esce anche il suo primo album, intitolato Lucio Battisti, che è una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli più sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti qui interpretati da Battisti.
In primavera in alcune interviste rivela il fidanzamento con Grazia Letizia Veronese,[22][23] di professione segretaria del Clan Celentano, sua futura compagna di vita.
Il 15 aprile partecipa per la prima volta a una trasmissione televisiva, Speciale per voi di Renzo Arbore, all'epoca in onda sul secondo canale della RAI. Nella trasmissione viene lanciata la canzone Acqua azzurra acqua chiara, che diventerà un tormentone estivo nell'estate 1969: con questa canzone, Battisti arriva terzo al Cantagiro 1969 con 861 voti[24] e vince il Festivalbar di quell'anno[25] con Template:Numero preferenze, distaccando i Camaleonti, secondi classificati, di quasi Template:Numero voti.[26]
Durante l'estate esegue il suo primo tour, composto di 21 serate.[27] Sempre durante il periodo estivo Battisti fonda insieme a Mogol una casa discografica indipendente, la Numero Uno. In questo progetto vengono coinvolti la Formula 3, Bruno Lauzi, Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, Oscar Prudente e altri, tuttavia Battisti non può ancora passare all'etichetta per via degli obblighi contrattuali che lo legano alla Ricordi.
Il 14 ottobre[21] pubblicò il terzo singolo dell'anno, Mi ritorni in mente/7 e 40; il lato A fu presentato il 19 ottobre nel programma radiofonico Gran Varietà condotto da Walter Chiari. Tra i singoli che pubblicò quell'anno, questo fu quello che incontrò il successo maggiore: fu l'11° singolo più venduto del 1969 e arrivò a raggiungere anche il primo posto in Hit parade.[28]
Nonostante il successo come interprete, la sua attività di autore per altri cantanti continuò con successo: sue furono canzoni di grande successo come Questo folle sentimento, dall'atmosfera vagamente psichedelica, affidata alla Formula Tre; Mamma mia, affidata ai Camaleonti; infine Il paradiso della vita (una canzone scritta nel 1968 da Mogol e Battisti per La ragazza 77 ma che non ottenne alcun successo) quell'anno venne ripresa dal gruppo inglese degli Amen Corner, con il titolo (If Paradise Is) Half as Nice, raggiungendo il primo posto delle classifiche di vendita britanniche.[29] Inoltre Patty Pravo, in un viaggio nel Regno Unito, rimase affascinata dal brano degli Amen Corner, ignorando che fosse stata scritta in origine dagli italiani Battisti e Mogol, e decise di farne una cover con il titolo di Il paradiso, rendendo la canzone popolare anche in Italia.[30]
Sebbene sia abbastanza disponibile a rilasciare interviste ai mass media, già in questo periodo inizia a delinearsi il suo carattere: in un'intervista relativa al suo fidanzamento con Grazia Letizia Veronese, seppure in tono scherzoso, definisce i giornalisti dei «dannati curiosi»,[23] inizia a manifestare il desiderio di privacy e di non essere costantemente sotto i riflettori («Noi gente dello spettacolo non riusciamo mai a farci gli affari nostri senza che interveniate voi […] a togliere anche quel minimo di riservatezza della nostra vita privata»[23]) e la convinzione di dover essere giudicato solo per la sua musica e non per il gossip che si crea attorno al personaggio («Lucio Battisti deve essere giudicato per le canzoni che scrive e per le canzoni che canta.»[27]).
Battisti, Mogol e la Numero Uno
Gli anni settanta, in particolar modo nella prima metà, sono gli anni in cui Lucio Battisti arriva al culmine della popolarità e successo. I suoi album sono costantemente tra i primi posti nelle classifiche di vendita degli anni 1971[32], 1972[33], 1973[34], 1975[35], 1976[36], 1977[37], 1978[38] e 1980[39]. Nel 1973, caso raro nella storia discografica italiana, riesce a conquistare il primo ed il secondo posto in classifica (con Il mio canto libero e Il nostro caro angelo), distanziando opere di respiro e successo internazionali come The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (3°) e Don't Shoot Me I'm Only the Piano Player di Elton John (4°).[34]
1970: la fortuna del sodalizio con Mogol
Durante il 1970 scrive Sole giallo, sole nero e Io ritorno solo per la Formula 3, Insieme e Io e te da soli per Mina, Per te per Patty Pravo, Mary oh Mary ed E penso a te per Bruno Lauzi, Uomini e Perché dovrei per una cantante da lui lanciata senza successo, Sara; rimangono dubbi invece sulla composizione da parte sua di La spada nel cuore (che alla Siae risulta essere composta da Mogol per il testo e da Donida per la musica).
Sempre nello stesso anno suona la chitarra nella canzone La prima cosa bella di Nicola Di Bari, che si classifica al secondo posto al Festival di Sanremo.
Il 2 giugno partecipa per la seconda volta a Speciale per voi di Renzo Arbore. Durante il dialogo con il pubblico in sala ribadisce di non essere un cantante politicamente impegnato e ancora una volta viene criticata la sua voce, stavolta dal giornalista e conduttore Renzo Nissim; alla fine Battisti, evidentemente stanco di tutte quelle chiacchiere, tronca bruscamente il discorso chiedendo al pubblico:
Dopo aver ricevuto un coro di «sì» canta Il tempo di morire e Fiori rosa, fiori di pesco. Con questo episodio dimostra ancora una volta la sua avversione per le discussioni e i pettegolezzi e il desiderio di essere giudicato solo per la sua musica. L'8 giugno 1970[21] esce il singolo Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire, che contiene le due canzoni interpretate in anteprima a Speciale per voi.
Dal 21 giugno al 26 luglio di quell'anno, su iniziativa di Mogol, i due intraprendono un viaggio a cavallo da Milano a Roma; il viaggio sarà raccontato dallo stesso Battisti in tre articoli su TV Sorrisi e canzoni.[40][41][42] Appena tornato dal viaggio iniziò i preparativi per il tour che intraprenderà quell'estate con la Formula 3: dieci date eseguite tra "L'altro mondo" di Rimini, "La bussola" di Viareggio e il locale di Gino Paoli a Sestri Levante.[42] Sarà anche il suo ultimo tour.
Il 2 settembre Battisti vince il Festivalbar 1970 con la canzone Fiori rosa fiori di pesco.[43][44] In questa occasione annuncia di avere in mente di realizzare un concept album basato sul tema dell'amore visto con angolazioni nuove.[44]
Il 15 ottobre[21] esce il singolo Anna/Emozioni. Nel novembre 1970 il concept album annunciato in occasione del Festivalbar, Amore e non amore, è pronto[45]: essendo però un album piuttosto sperimentale e di difficile comprensione (la metà dei brani sono strumentali e tendenti verso il rock progressivo) la Ricordi decide di metterlo da parte e a dicembre[46] pubblica invece un'altra raccolta, intitolata Emozioni, dove si trovano in versione stereofonica i brani tratti dai singoli già pubblicati, stavolta senza neanche un inedito. Con questa operazione commerciale da parte della Ricordi i rapporti di Battisti con la casa discografica si cominciano a incrinare.
Alla fine dell'anno, annuncia che non parteciperà al Festival di Sanremo 1971 (se non come autore) e dichiara di cominciare a dubitare sull'utilità dei festival musicali, ritenendo che una buona canzone non abbia bisogno di essere promossa per arrivare al pubblico.[47]
1971: il passaggio alla Numero Uno
Ad aprile[21] Battisti pubblica il singolo Pensieri e parole/Insieme a te sto bene. Il produttore discografico Alessandro Colombini, prima della pubblicazione, era molto scettico riguardo il singolo ed era sicuro che Pensieri e parole avrebbe decretato la fine del sodalizio Mogol-Battisti,[48] invece il 45 giri ebbe un successo tale da essere definito da Lelio Luttazzi «regina di Hit parade».[49]
In questo anno la stampa inizia a lamentare la calante disponibilità di Battisti a essere intervistato e fotografato,[45] così il 27 aprile si esibisce al Circolo della stampa di Milano appositamente per i giornalisti e le loro famiglie, accompagnato da Mario Lavezzi alla chitarra e Mogol, con lo scopo di far capire che non si tratta di avversione personale contro i giornalisti ma solo della sua volontà di essere giudicato unicamente per la sua musica.[50][51]
Il 1º maggio 1971 partecipa alla trasmissione televisiva Teatro 10, dove canta in playback Pensieri e parole (in un video molto originale che mostra in sovrapposizione due immagini di Battisti che cantano le due parti della canzone) mentre canta dal vivo con la chitarra Eppur mi son scordato di te, canzone all'epoca affidata alla Formula 3. Sembra che Battisti, recandosi negli studi RAI a Roma, dimenticò la propria chitarra a Milano e ne acquistò all'ultimo momento una da pochi soldi alla stazione Termini[52][53]; nonostante ciò la sua esibizione mandò in visibilio il pubblico, che nel finale iniziò anche a urlare.
Per l'estate Mogol aveva in progetto di ripetere un'impresa simile a quella dell'anno precedente scendendo a nuoto il fiume Po fino alla foce, ma a causa dei reumatismi di Battisti il medico sconsigliò l'impresa e il progetto sfumò.[54] A luglio si reca a Campione d'Italia per dirigere un'orchestra di 25 elementi nell'esecuzione di 7 agosto di pomeriggio[55], brano proveniente dall'album Amore e non amore, che nel frattempo è "congelato" da otto mesi negli archivi della Ricordi suscitando preoccupazione in Battisti riguardo al fatto che, dopo tutto quel tempo, potesse essere già "superato" e meno moderno delle sue composizioni più recenti.[56][45]
Sempre nel mese di luglio, finalmente, la Ricordi pubblica l'album Amore e non amore[57], accompagnato dal singolo Dio mio no/Era[21]; il brano Dio mio no viene censurato, a causa della frase «la vedo in pigiama e lei si avvicina» che conteneva dei significati erotici considerati inaccettabili.[58] Il 31 luglio[55] viene registrata negli studi della RAI Tutti insieme, una trasmissione televisiva musicale ideata da Mogol dove si esibiscono dal vivo molti artisti appartenenti (o comunque legati) alla Numero Uno: Lucio Battisti, Alberto Radius, i Dik Dik, i Flora Fauna Cemento, la Premiata Forneria Marconi, Lally Stott, Mia Martini, Mauro Pagani, Adriano Pappalardo, la Formula 3, Bruno Lauzi ed Edoardo Bennato. Verrà trasmessa il 23 settembre[59], con un ottimo esito soprattutto tra il pubblico più giovane.[60]
A settembre scade il contratto che lo legava alla Dischi Ricordi, ed è finalmente libero di passare alla Numero Uno.[45][61] Per ricavare il più possibile da Battisti, che in quel momento godeva di grande popolarità, la Ricordi iniziò a sfruttare al massimo il materiale inedito che, come da contratto, aveva ancora diritto a pubblicare, così il 21 ottobre[62] mette sul mercato un'altra raccolta, Lucio Battisti vol. 4 e il 24 ottobre[21] pubblica il singolo Le tre verità/Supermarket. In Le tre verità sono evidenti gli echi internazionali, in particolare dei Led Zeppelin.
A novembre[63] pubblica il suo primo singolo per la Numero Uno, La canzone del sole/Anche per te; per la semplicità degli accordi e del brano in generale, che tuttavia non scade mai nel banale, La canzone del sole ha raggiunto nel tempo una popolarità tale da diventare la canzone più eseguita da chi si appresta a imparare a suonare la chitarra.[64][65]
Il 31 dicembre partecipa alla trasmissione televisiva Cento di queste notti, dove prima di cantare La canzone del sole accenna l'introduzione strumentale di Dio mio no.
Durante questo anno scrive Vendo casa per i Dik Dik, Eppur mi son scordato di te, Nessuno nessuno e Mi chiamo Antonio tal dei tali e lavoro ai mercati generali per la Formula 3, Amor mio e La mente torna per Mina, Amore caro amore bello e L'aquila per Bruno Lauzi e Un papavero per i Flora Fauna Cemento; rimangono dubbi su La folle corsa, interpretata da Little Tony e dalla Formula 3.
1972-1973: l'apice della popolarità e del successo discografico
Evidentemente turbata dal successo de La canzone del sole, la Ricordi nel marzo del 1972 compie un ultimo tentativo commerciale pubblicando il 45 giri Elena no, un ritmato pezzo rock con una sezione centrale più lenta e blues: le scarse vendite del disco (poche migliaia di copie) segnano definitivamente la resa della casa discografica di fronte alla concorrenza della Numero Uno.
In un anno straordinario per produzione discografica e successo di vendite riscosso (forse l'anno in cui Battisti raggiunge l'apice della popolarità), Lucio pubblica nuovamente un album di inediti, "Umanamente uomo: il sogno". che contiene due tra i pochi brani unicamente strumentali della carriera di Battisti, quello omonimo e Il fuoco. L'LP, insieme al singolo I giardini di marzo (sul retro Comunque bella), otterrà un enorme successo, dimostrando definitivamente la piena maturità artistica di Battisti, capace di articolarsi sul discorso complessivo di un album e non più solamente su singoli destinati a LP antologici. Tra i brani, oltre a quelli del singolo, la maliziosa Innocenti evasioni, la divertente Il leone e la gallina, il suggestivo strumentale e "fischiettato" Umanamente uomo: il sogno, l'ipnotica Sognando e risognando (poi interpretata anche dalla Formula Tre) e poi un altro brano che diventò un evergreen: E penso a te.
Nel gennaio del 1973 il 33 giri "Il mio canto libero" (pubblicato nel novembre 1972) arriva in testa alle classifiche e vi rimane per undici settimane: è considerato uno dei vertici della sua carriera e contiene tra le altre canzoni la celebre Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…, incisa in inglese da Mick Ronson, il chitarrista di David Bowie, su testo scritto dallo stesso Bowie col titolo Music is lethal[66]
Appare evidente ormai come i dischi di Lucio Battisti siano frutto di un lavoro lungo e meticoloso dove nulla è lasciato al caso, nemmeno le copertine, per anni realizzate dallo stesso fotografo, Cesare Montalbetti, in arte Caesar Monti, fratello del leader dei Dik Dik Pietruccio Montalbetti e grande amico di Lucio. Battisti cura ogni aspetto degli arrangiamenti, senza delegare niente, suonando personalmente la chitarra folk, talora le tastiere, e persino il basso e la batteria.
Nel settembre dello stesso anno esce il nuovo album del cantante: Il nostro caro angelo. Caratterizzato da parallelismi e simmetrie con Il mio canto libero, tanto che alcuni lo interpretano come un seguito o un ideale complemento[67], è un album dalle sonorità e dagli arrangiamenti più rock ed essenziali: prevalgono chitarre elettriche e acustiche, basso e batteria, con un uso dell'elettronica importante in alcuni brani ma mai eccessivo; si riduce invece il peso di archi e fiati, punto fermo dei lavori realizzati negli anni precedenti. Nascono voci riguardo al titolo dell'album: la più verosimile è quella per cui Il nostro caro angelo sottintenderebbe "il nostro caro figlio", in onore della nascita del primogenito Luca. In realtà, secondo le dichiarazioni dello stesso Mogol, Il nostro caro angelo, la canzone che dà il titolo all'album, ha un significato critico nei confronti della Chiesa cattolica:
Ancor più del precedente, si tratta di un disco ricco di canzoni che sembrano voler commentare in modo marcato diversi aspetti della società contemporanea: dall'avversione per la pubblicità e il consumismo di Ma è un canto brasileiro al tema dell'omosessualità affrontato in Io gli ho detto no, al rifiuto delle convenzioni palesato in La collina dei ciliegi e in Le allettanti promesse. L'album riscuote un successo notevole e risulta il secondo più venduto del 1973[66].
Nello stesso anno, inoltre, Battisti compare per la prima e unica volta nella locandina di un film, per la colonna sonora del film di Ermanno Olmi La circostanza, nella quale compaiono canzoni scritte da Battisti per la Formula 3.[69]
1974: Anima latina
Alla fine del 1974, ispirato da un viaggio in Sudamerica con Mogol, Battisti pubblica "Anima latina": probabilmente il suo disco più ambizioso, complesso e sfaccettato[70], originale tentativo di fusione delle sonorità latine con alcune delle modalità espressive tipiche del progressive (brani lunghi, dall'orchestrazione e strumentazione estremamente composita e stratificata; ampio uso di sintetizzatori). È un disco che, come dirà lo stesso Battisti, è votato alla valorizzazione del ritmo, reso a tratti ossessivo nelle sezioni per fiati, cori e percussioni; i testi si fanno sempre più criptici, quasi esoterici, in controtendenza col modo di scrivere di Mogol, tradizionalmente ispirato alla quotidianità; ed il canto di Lucio è soffuso e volutamente tenuto a volume basso nel missaggio, alla pari con gli altri strumenti, tanto da essere talvolta quasi impercettibile.
Tra i brani che ottengono maggior riscontro, la stessa Anima latina, con un testo che Mogol ritenne essere il più bello da lui mai scritto[71]; Due mondi, una frenetica ballata in crescendo a metà strada tra il genere salsa e la tradizione sudamericana, in cui duetta con la brava cantante monzese Mara Cubeddu; Anonimo, una canzone che parla delicatamente dell'iniziazione di un fanciullo ai rapporti sessuali e che reca in coda una singolare citazione de I giardini di marzo; e Macchina del tempo, giustapposizione di più linee melodiche che formano il brano musicalmente più complesso dell'album, incentrato sulle estreme conseguenze dell'alienazione per sofferenza amorosa. Nonostante l'osticità della proposta (nessuna canzone è davvero rimasta nella memoria collettiva), il disco ottiene vendite eccezionali, rimanendo in classifica per 65 settimane (a tutt'oggi il record per un disco di Battisti[66]).
1975-1980: gli ultimi successi e la fine del sodalizio
Tra maggio e giugno del 1975 parte per un viaggio negli Stati Uniti visitando New York, San Francisco e Los Angeles, città dove lo raggiungono anche Mogol e la moglie Grazia Letizia Veronese; l'ultima tappa, Nashville, viene eliminata in favore di una permanenza più lunga a Los Angeles. Durante questo periodo Battisti assorbe le novità musicali nello stile e nella tecnica di registrazione, in particolare le sonorità della disco music. La RCA gli propone di realizzare un album con i suoi maggiori successi cantati in inglese per conquistare il mercato statunitense, ma Battisti, contrario a utilizzare brani già pubblicati, dichiara che «è sciocco continuare a guardarsi indietro» pur confessando di essere «eccitato dall'idea di incidere un album qui». Inoltre risale a questo soggiorno la bozza di una canzone, ispirata dall'autostrada americana Interstate 5 e provvisoriamente intitolata San Diego Freeway, che sarebbe poi diventata Ancora tu.[72][73]
Tornato in Italia, il 16 luglio 1975 l'Anonima sequestri tenta di rapire suo figlio Luca Battisti, ma il tentativo viene sventato dalla babysitter;[74] da questo momento in poi Battisti, la sua fidanzata e il figlio Luca incominciano a recarsi a Londra sempre più spesso, si dice per paura dei rapimenti.[75]
Il 17 settembre nello studio di registrazione Il mulino di Anzano del Parco venne organizzato un incontro tra Mogol, Battisti, il direttore della rivista di estrema sinistra Re Nudo Andrea Valcarenghi e alcuni personaggi che facevano parte dell'ambiente della rivista, tra cui Nanni Ricordi, Gianfranco Manfredi con la sua fidanzata Mirella Lisignoli e Cesare Montalbetti con la fidanzata Wanda Spinello, alla presenza del giornalista Renato Marengo. L'incontro venne organizzato per far ascoltare in anteprima le tracce del nuovo album di Battisti, discutendo la partecipazione di Battisti al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro del 1976, che era organizzato dalla rivista e a cui Battisti intendeva partecipare per farsi conoscere dai frequentatori del festival, particolarmente attenti al genere di musica trattato da Battisti in Anima latina ma poco interessati alla musica italiana. Durante l'incontro vennero ascoltati i brani con spiegazioni di Mogol per il testo e Battisti per le scelte musicali; però sul brano Io ti venderei (allora intitolato con il titolo provvisorio di Se potessi ti venderei) le fidanzate di Gianfranco Manfredi e di Cesare Montalbetti sollevarono una polemica sul maschilismo del testo; tuttavia sul momento non ci fu un vero scontro, tanto che a seguito dell'incontro Mogol organizzò una partita a pallone. La collaborazione sfumò definitivamente quando, il 12 dicembre, Marengo pubblicò un articolo su Nuovo Sound nel quale criticò l'esasperato atteggiamento femminista delle fidanzate di Montalbetti e Manfredi asserendo che «il femminismo serio è un'altra cosa, per fortuna»[76] suscitando l'ira di Manfredi e degli altri organizzatori di Re Nudo.[77][78]
A settembre realizza due filmati con la regia di Ruggero Miti e Cesare Montalbetti in cui canta Ancora tu e La compagnia: si tratta del primo videoclip italiano e anticipa di circa 2 mesi il anche videoclip di Bohemian Rhapsody dei Queen, che viene solitamente considerato il primo videoclip della storia della musica.[79]
Nel gennaio 1976, quando i brani del nuovo album sono pronti, cede Un uomo che ti ama a Bruno Lauzi e Io ti venderei a Patty Pravo; Ancora tu fu offerta a Mina, ma la cantante la rifiutò.[80] A febbraio[80] il nuovo album, influenzato dai ritmi della disco music e intitolato La batteria, il contrabbasso, eccetera viene pubblicato, accompagnato dal singolo Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio. L'album vende circa Template:Numero copie[81] ed è il 3° album più venduto del 1976.[82]
Il 3 settembre 1976[83] si sposa in matrimonio civile con Grazia Letizia Veronese.
In questo periodo accoglie la proposta fattagli dalla RCA l'anno precedente e inizia a lavorare ad un album in lingua inglese sulla base dei nuovi brani che stava componendo per il suo prossimo album. Alla traduzione dei testi lavora Marva Jan Marrow, una cantautrice statunitense immigrata in Italia dove faceva parte già da tempo della Numero Uno. Realizzati i provini, si reca con la Marrow in California per la realizzazione del disco e il 4 ottobre[84] iniziano le sessioni di registrazione. Alla fine del lavoro, dopo circa nove mesi, Mogol, non contento del fatto che il significato originale venisse perso e secondo Marva Jan Marrow invidioso del risultato raggiunto[85][86], decise di far riscrivere i testi da capo affidando l'incarico a Peter Powell, chiedendogli di tradurli in maniera più letterale.
L'album in italiano, realizzato sempre in California, viene pubblicato nel marzo 1977[87] con il titolo di Io tu noi tutti, accompagnato dal singolo Amarsi un po'/Sì, viaggiare. Il disco è il 2° album più venduto dell'anno.[88]
L'album in inglese, intitolato Images, invece viene pubblicato a settembre[89] sul mercato statunitense e inglese. Contiene i brani presenti su Io tu noi tutti (tranne L'interprete di un film, Ami ancora Elisa e Questione di cellule) con l'aggiunta di La canzone del sole e Il mio canto libero. L'album, però, ottiene scarsissimo successo: tra le cause dell fiasco ci furono i difetti nella pronuncia inglese di Battisti[90], i testi tradotti male e in maniera troppo letterale per conservare un senso in una lingua diversa[90] e la scarsa pubblicizzazione del disco da parte della RCA[91]. Per alleggerire le perdite la RCA Italiana commercializza l'album anche in Italia, dove ottiene comunque scarso successo e si piazza al 59° posto nella classifica degli album più venduti.[88]
Nel dicembre 1978[92] Battisti pubblica l'album Una donna per amico, accompagnato dal singolo Una donna per amico/Nessun dolore. Una donna per amico fu il 4° album più venduto del 1978[93] e le sue vendite sono stimate tra Template:Numero[94] e Template:Numero[95] di copie, affermandosi come il più grande successo commerciale della carriera di Lucio Battisti.
In questo periodo Battisti realizza anche un secondo album in inglese che sarebbe dovuto essere il secondo tentativo di sfondare nel mondo anglofono dopo Images e che si sarebbe dovuto chiamare Friends o A Woman As A Friend;[96] avrebbe dovuto contenere i brani pubblicati su Una donna per amico (tranne Maledetto gatto e Al cinema) con l'aggiunta di Ancora tu ed E penso a te, ma a seguito di pareri negativi e scoraggianti da parte di discografici e collaboratori, Battisti decise di non pubblicare il disco; solo Baby It's You (Ancora tu) e Lady (Donna selvaggia donna) saranno pubblicate in un singolo nel 1979, senza particolare successo. Le registrazioni delle tracce dell'album sono ad oggi inedite (sebbene circolino da tempo su Internet[97]).
Nel gennaio del 1980[98] pubblica l'album Una giornata uggiosa, accompagnato dal singolo Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa. Fu il 5° album più venduto del 1980.[99]
Il 4 luglio 1980 avviene la sua ultima apparizione televisiva (avvenuta, si dice, per aver perso una scommessa con degli amici), nella quale canta in playback Amore mio di provincia nella trasmissione Music & Gasle della televisione svizzera di lingua italiana.[100] Da questo momento il silenzio di Battisti sarà totale.
Dopo Mogol
1980: la rottura con Mogol
A Una giornata uggiosa non seguiranno altri album con testi di Mogol. Lo scioglimento, avvenuto silenziosamente e senza litigi[102], fu dovuto principalmente alla divergenza artistica tra i due, tra un Mogol ancorato a un universo poetico dai ben saldi punti fermi e un Battisti perennemente impegnato a innovare, a sperimentare e a superare se stesso. La causa occasionale fu la discrepanza nata sulla ripartizione dei diritti d'autore: gli introiti infatti andavano per un quarto a Battisti e un quarto a Mogol mentre il rimanente spettava alla società editoriale, la edizioni Acqua azzurra; all'interno di essa, però, Battisti aveva una quota del 40% mentre Mogol controllava appena il 10%. Mogol non era d'accordo con tale ripartizione (più che per questioni economiche, per questione di principio[103]) e voleva cambiare le quote azionarie della società, ma da Battisti ricevette solo il silenzio[104].
Su questi eventi sono sorte molte leggende metropolitane: si parlò anche di banali liti di condominio (i due abitavano nello stesso complesso residenziale, a Dosso di Coroldo) per quanto riguarda la divisione di un piccolo pezzo di terreno[105] o di un tombino;[106] in realtà, a detta di Mogol, questa questione nacque anni più tardi[104].
Mentre Mogol inizierà una collaborazione con Riccardo Cocciante, per il quale continuerà a scrivere testi simili a quelli che scriveva per Battisti secondo il suo consueto stile alato e sognatore, Lucio continuò la sua strada con Velezia prima e con Pasquale Panella poi, soddisfacendo il suo bisogno di esplorare nuove mete, nuovi orizzonti, nuove esperienze musicali.
1981-1985: E già e le prime collaborazioni con Panella
Dopo essersi liberato del rapporto con Mogol, che stava diventando pesante e insostenibile, Battisti attraversò un periodo felice e spensierato durante il quale si dedicò ad hobby come il windsurf (praticato assieme all'amico Adriano Pappalardo).[107]
Nel settembre 1982 pubblica l'album E già, lavoro che lascia spiazzato il suo pubblico: si tratta infatti di un disco decisamente diverso dai precedenti, composto di melodie più brevi (solo un brano su 12 supera i quattro minuti di durata), su arrangiamenti completamente elettronici, dove gli unici strumenti sono i sintetizzatori mentre archi e chitarre sono totalmente assenti.
I testi di E già sono scritti dalla moglie di Lucio, Grazia Letizia Veronese, sotto lo pseudonimo Velezia; tuttavia, i numerosi spunti autobiografici presenti nei testi (come la passione per il Windsurf e la gioia di fare e ascoltare musica) fanno ritenere da parte della critica che autore o almeno coautore dei medesimi sia lo stesso Battisti.[107] La canzone Mistero contiene un verso da molti interpretato come un diretto riferimento a Mogol: «Io mi ero lasciato entusiasmare da quel tipo intellettuale appariscente che in fondo in fondo non valeva niente»; effettivamente la tensione tra i due perdurerà per alcuni anni, tanto che Mogol, nel 1990, affermò di non ascoltare più da anni i dischi di Battisti.[108]
Il disco, pur conquistando il primo posto in classifica[66], non ebbe il riscontro di vendita dei precedenti, complici l'assoluta mancanza di promozione (alla quale Battisti era strenuamente contrario) e caratteristiche eccessivamente "avanzate" per il mercato musicale italiano, come le sonorità elettroniche, cui molti musicisti anglosassoni peraltro facevano già ampiamente ricorso.
E già, oltre che per il suo valore musicale, viene ricordato per il messaggio che Battisti volle comunicare: era avvenuto un cambiamento radicale, e nulla sarebbe più rimasto come prima.[109]
Tra il 1982 e il 1983 collabora con Adriano Pappalardo alla realizzazione degli album Immersione e Oh! Era ora: è proprio durante la lavorazione di Oh! Era ora che conosce il paroliere romano Pasquale Panella, che aveva scritto i testi dell'album.
1986-1994: la collaborazione con Panella
Nella seconda metà degli anni Ottanta comincia la collaborazione tra Lucio Battisti e Pasquale Panella, l'ultima fase della carriera del musicista. In questo periodo pubblica cinque album musicalmente molto avanzati, che continuano l'esplorazione musicale iniziata con E già trattando generi musicali all'epoca emergenti nella scena musicale italiana (come la musica rap, techno e eurodance); i testi di Panella sono molto diversi da quelli scritti in precedenza da Mogol: di difficile comprensione, sono densi di giochi di parole e doppi sensi. Per volere di Battisti gli album non vengono pubblicizzati in alcun modo nei mass media[110]; saranno accolti dal pubblico con un successo via via calante e dalla critica con pareri estremamente discordi.
Nel marzo 1986[111] Battisti torna sul mercato discografico con l'album Don Giovanni. Gli arrangiamenti sono meno elettronici rispetto al precedente E già e coniugano sonorità sintetiche con quelle tradizionali. La critica accoglie l'album con pareri molto contrastanti: Michele Serra scrive che «Don Giovanni ridimensiona gran parte della musica leggera degli ultimi dieci anni»[112], mentre Gianfranco Manfredi dichiara senza mezzi termini che «il disco è una palla».[113] Don Giovanni comunque ottiene un buon successo commerciale: vende Template:Numero copie[114] e risulta essere il terzo album più venduto dell'anno.[115]
Il 7 ottobre 1988[116] esce l'album L'apparenza. Su richiesta di Panella stesso, a partire da questo album la tecnica di scrittura dei brani viene inversa, con Panella che scrive i testi e Battisti che successivamente scrive la musica sopra[117]; anche per questo motivo in questo album la struttura tradizionale della canzone comincia ad essere utilizzata sempre di meno. Con L'apparenza le vendite registrano un calo rispetto al precedente Don Giovanni: l'album è il 17° disco più venduto dell'anno[118], con poco più di Template:Numero copie vendute.[114]
Nel settembre 1990[119] esce La sposa occidentale, pubblicato dalla CBS (e non dalla Numero Uno, come era accaduto per gli album precedenti). Nonostante le Template:Numero copie vendute[120] l'album si piazzò solo al 34° posto nella classifica[121] e non ottiene successo tra il grande pubblico. In questo periodo comincia a farsi strada un sentimento di nostalgia verso il Battisti con Mogol, più classico e immediato, rinnegando la produzione recente di Battisti.
Nell'ottobre 1992[122] pubblica Cosa succederà alla ragazza, stavolta sotto l'etichetta della Sony/Columbia, nel quale esplora generi musicali nuovi come la musica rap e techno. Dal punto di vista commerciale rappresentò un'ulteriore passo indietro piazzandosi al 57° posto nella classifica degli album più venduti, dove invece ottiene più successo una raccolta di brani scritti con Mogol, Le origini (al 26° posto).[123] Per quanto riguarda la critica Mario Luzzatto Fegiz scrisse che «Cosa succederà alla ragazza è un disco senza amore, un incubo»[124]; Alfredo Saitto parlò di «insulto al suo pubblico e alla sua stessa musica»[124]; Fabrizio Zampa dichiarò che «ricorda le sofferenze di Fantozzi al cineclub»[124]; al contrario, Marco Mangiarotti scrisse che «Cosa succederà alla ragazza è un altro capolavoro».[124]
Nel gennaio 1994, quando il suo nuovo disco è quasi pronto, Battisti decide di non rinnovare il contratto con la Sony.[125] L'album, intitolato Hegel, viene pubblicato a settembre di quell'anno[126] per la Numero Uno; musicalmente è molto vicino all'eurodance, mentre i testi contengono numerosi riferimenti al filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Si piazzò al 68° posto della classifica degli album più venduti.[127] La critica, come al solito, fu estremamente discorde nel guidicare l'album: Sandro Veronesi dichiarò che «di Hegel si può anche guardare solo le figure […] e poi dire in coro che "Mogol-Battisti però era un'altra cosa", ma esaminato poco più attentamente […] finisce di farci vedere quanto è piccina, in confronto, l'attuale musica italiana»[128] mentre Gigio Rancilio parlò della musica di Battisti come di «uno scandalo non più accettabile».[128] Nel periodo della pubblicazione di Hegel Panella dichiara che non scriverà più testi per Battisti.[129]
1994-1998: gli ultimi anni e la morte
Negli anni trascorsi dall'uscita del suo ultimo disco al fatale 1998, si parlerà con insistenza di un riavvicinamento artistico tra Lucio e Mogol[130], ma tali voci non troveranno mai conferma e, comunque, non si concretizzeranno.
Il 30 marzo 1998 Franco Zanetti, pubblicò sul sito www.rockol.it una notizia che destò scalpore: Lucio Battisti, a causa di problemi nel trovare una casa discografica, pubblicava il suo nuovo disco (chiamato L'asola) su Internet,[131] nel neonato sito www.luciobattisti.com. Numerosissimi giornali riportarono la notizia (come il Corriere della Sera[132], la Repubblica[133] e altre importanti testate nazionali). Il giorno successivo un altro articolo sullo stesso sito[134] dichiarava che si era trattato solo di un pesce d'aprile (spostando l'accento sul nome del disco si ottiene La sola, termine romanesco equivalente a "bufala") messo in scena dalla stessa redazione del sito; anche il sito www.luciobattisti.com era stato realizzato da Zanetti. A causa dell'enorme rilievo che i mass media diedero alla notizia, ancora nei mesi successivi alcuni giornalisti indicarono come ultimo album di Battisti L'asola.[135]
Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in una clinica milanese.[135][136] Durante gli 11 giorni di ricovero, per volere della stessa famiglia, non viene diffuso alcun bollettino medico.[137] Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e l'8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Paolo di Milano.[138] Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all'età di 55 anni; il bollettino medico riporta che «il paziente, nonostante tutte le cure dei sanitari che lo hanno assistito, è deceduto per intervenute complicanze in un quadro clinico severo sin dall'esordio».[139] Ai funerali, celebratisi in forma strettamente privata a Molteno, dove è sepolto, furono ammesse appena 20 persone, tra le quali Mogol,[140] a riconferma della ricomposizione almeno umana del sodalizio. La sua tomba, molto semplice, rimane una costante meta di pellegrinaggi.
Dal 1998 a oggi: dopo la morte
Nell'autunno 1998 l'impatto che la notizia della morte ebbe nei mass media suscitò un'onda di commozione talmente imponente da essere stata studiata nella tesi di laurea di una studentessa di scienze della comunicazione dell'università di Salerno.[141]
A distanza di più di dieci anni dalla morte la popolarità di Battisti rimane ancora alta: i suoi brani vengono spesso interpretati dagli artisti della scena musicale attuale in tributi e manifestazioni in suo onore e i suoi album e le sue raccolte, in occasione dell'anniversario della scomparsa, sono tornati nelle classifiche dei dischi più venduti nel 1999[142], 2005[143], 2006[144], 2007[145], 2008[146], 2009[147].
La vedova Grazia Letizia Veronese ha deciso di proseguire con la politica protezionistica del marito bloccando manifestazioni e pubblicazioni, non senza sollevare polemiche e dibattiti nelle file degli appassionati, tra chi considera ciò una giusta protezione contro chi specula sull'arte del musicista e chi invece critica il continuo annullamento di iniziative.
Eredità delle opere battistiane ai giorni nostri
Alla sua scomparsa, Battisti ha lasciato 19 album ufficiali. I brani scritti con Mogol sono rimasti nella memoria popolare al punto che che alcune frasi di testi sono entrate nel linguaggio comune alla pari dei proverbi: tra queste, «lo scopriremo solo vivendo»[149], tratta da Con il nastro rosa e la locuzione «un … per amico»[150], derivata dal brano Una donna per amico; un'ulteriore dimostrazione è che all'inizio degli anni '80, la frase «Le discese ardite e le risalite», tratta dal brano musicale Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…, fu scelta dalle Brigate Rosse come titolo per un loro documento programmatico.[141]
Innovazioni introdotte da Battisti
Oltre alla sua produzione, Lucio Battisti ha lasciato in eredità alla musica italiana un consistente numero di innovazioni tecniche e stilistiche, derivate dalla fusione della tradizione melodica italiana con le sonorità nuove della musica rock e pop internazionali. L'opera battistiana risulta essere stata particolarmente efficace nell'aver continuato a traghettare la musica "leggera" italiana verso la modernità e la molteplicità dei linguaggi musicali, offrendo in ogni fase dell'esperienza artistica un interessante sovrapporsi di tonalità e testo lirico.
Dal punto di vista stilistico, l'artista fu spesso anticipatore di generi e mode che sarebbero esplose di lì a poco: da citare l'album La batteria, il contrabbasso, eccetera (1976), di stampo disco music, e Cosa succederà alla ragazza (1992), disco molto vicino al rap e al techno. Le sonorità innovative degli ultimi dischi di Battisti, in particolare da La sposa occidentale in poi, sono divenute, sia pure in contesti spesso più melodici e tradizionali, patrimonio comune degli arrangiamenti delle canzoni di moltissimi artisti italiani. Inoltre Battisti fu uno dei primi cantanti in Italia a riuscire ad affermarsi pur non avendo una voce tecnicamente perfetta.
Battisti, apprezzato anche come tecnico in sala di registrazione, fu tra i primi in Italia a utilizzare la tecnica di capovolgere i nastri nelle registrazioni, già a partire dal brano Era del 1967.[152]
Artisti che stimano Lucio Battisti
Molti artisti, italiani e non, tra i più celebri e discograficamente fortunati hanno apertamente ammesso che Lucio Battisti è stato per loro un esempio e una fonte di ispirazione. Tra i molti:
- Claudio Baglioni[153]
- Blonde Redhead[154]
- David Bowie[155]
- Cesare Cremonini[156][157][158][159]
- Francesco De Gregori[160]
- Zucchero Fornaciari[161]
- Gianluca Grignani[162]
- Luciano Ligabue[163][164][165][166]
- Fiorella Mannoia[167]
- Mia Martini[168]
- Gianna Nannini[169]
- Max Pezzali[164]
- Eros Ramazzotti[170]
- Vasco Rossi[171]
- Tricarico[172]
- Renato Zero[173][174]
Discografia
Album
- 1969 – Lucio Battisti (Ricordi, SMRL 6063)
- 1970 – Emozioni (Ricordi, SMRL 6079)
- 1971 – Amore e non amore (Ricordi, SMRL 6074)
- 1971 – Lucio Battisti vol. 4 (Ricordi, SMRL 6091)
- 1972 – Umanamente uomo: il sogno (Numero Uno, ZSLN 55060)
- 1972 – Il mio canto libero (Numero Uno, DZSLN 55156)
- 1973 – Il nostro caro angelo (Numero Uno, DZSLN 55660)
- 1974 – Anima latina (Numero Uno, DZSLN 55675)
- 1976 – La batteria, il contrabbasso, eccetera (Numero Uno, ZSLN 55685)
- 1977 – Io tu noi tutti (Numero Uno, ZPLN 34006)
- 1977 – Images (RCA, PL 11839)
- 1978 – Una donna per amico (Numero Uno, ZPLN 34036)
- 1980 – Una giornata uggiosa (Numero Uno, ZPLN 34084)
- 1982 – E già (Numero Uno, ZPLN 34182)
- 1986 – Don Giovanni (Numero Uno, PL 70991)
- 1988 – L'apparenza (Numero Uno, PL 71850)
- 1990 – La sposa occidentale (CBS, 466727 1)
- 1992 – Cosa succederà alla ragazza (Sony / Columbia, 472328 1)
- 1994 – Hegel (Numero Uno, 74321 22916 2)
Singoli
- 1966 – Per una lira/Dolce di giorno (Ricordi, SRL 10430)
- 1967 – Luisa Rossi/Era (Ricordi, SRL 10460)
- 1968 – Prigioniero del mondo/Balla Linda (Ricordi, SRL 10495)
- 1968 – La mia canzone per Maria/Io vivrò (senza te) (Ricordi, SRL 10513)
- 1969 – Un'avventura/Non è Francesca (Ricordi, SRL 10529)
- 1969 – Acqua azzurra, acqua chiara/Dieci ragazze (Ricordi, SRL 10538)
- 1969 – Mi ritorni in mente/7 e 40 (Ricordi, SRL 10567)
- 1970 – Fiori rosa fiori di pesco/Il tempo di morire (Ricordi, SRL 10593)
- 1970 – Anna/Emozioni (Ricordi, SRL 10614)
- 1971 – Pensieri e parole/Insieme a te sto bene (Ricordi, SRL 10622)
- 1971 – Dio mio no/Era (Ricordi, SRL 10637)
- 1971 – Le tre verità/Supermarket (Ricordi, SRL 10657)
- 1971 – La canzone del sole/Anche per te (Numero Uno, ZN 50132)
- 1972 – Elena no/Una (Ricordi, SRL 10666)
- 1972 – I giardini di Marzo/Comunque bella (Numero Uno, ZN 50144)
- 1972 – Il mio canto libero/Confusione (Numero Uno, ZN 50267)
- 1973 – La collina dei ciliegi/Il nostro caro angelo (Numero Uno, ZN 50316)
- 1976 – Ancora tu/Dove arriva quel cespuglio (Numero Uno, ZN 50345)
- 1977 – Amarsi un po'/Sì, viaggiare (Numero Uno, ZBN 7004)
- 1978 – Una donna per amico/Nessun dolore (Numero Uno, ZBN 7110)
- 1980 – Una giornata uggiosa/Con il nastro rosa (Numero Uno, ZBN 7178)
- 1982 – E già/Straniero (Numero Uno, ZBN 7287)
Brani affidati ad altri interpreti
Per l'elenco completo dei brani affidati ad altri interpreti, vedi Discografia di Lucio Battisti#Per altri. |
Gli inediti
A partire dalla seconda metà degli anni Novanta sono stati rinvenuti e quindi divulgati al pubblico, sia attraverso la radio e la televisione sia (in modo non sempre regolare) attraverso la distribuzione peer2peer (Napster, WinMX, eMule, ecc.), numerosi brani inediti o versioni alternative che l'artista di Poggio Bustone aveva accumulato durante la sua carriera scartandoli, modificandoli o riscrivendone ora il testo, ora l'arrangiamento.
Si possono dividere i brani inediti in quattro gruppi:
- Brani scritti con Roberto Matano tra il 1964 e il 1966, alcuni dei quali furono ripresi e riadattati in seguito con Mogol, di cui rimane la registrazione su nastro magnetico di Battisti;
- Canzoni scritte originariamente per altri cantanti a cui Battisti ha lasciato la registrazione di una sua versione da usare come linea guida;
- Prove di registrazione e versioni alternative di brani pubblicati;
- Brani del tutto inediti, che non furono pubblicati in alcun modo e di cui non esiste alcuna versione edita.
Il postumo
A partire dal 1998 si iniziarono a diffondere delle voci sulla presunta esistenza di un ultimo album a cui Battisti stava lavorando prima della sua scomparsa e che la moglie, Grazia Letizia Veronese, avrebbe preferito lasciare inedito dopo la morte del marito.
Ad alimentare i rumor, a dicembre di quell'anno ci fu anche l'uscita di LB - Lucio Battisti, un cofanetto a tiratura limitata che contiene i 19 album della discografia ufficiale, 2 singoli e un misterioso spazio vuoto che molti hanno interpretato come l'alloggiamento per il fantomatico postumo[175]. I mass media diedero per scontata l'imminente pubblicazione del disco per Natale[176][177][178]; invece ad oggi (luglio 2009) non si hanno ancora notizie certe sul disco, tanto che molti pensano che non sia mai esistito.
Battisti e la politica
A differenza di quanto è accaduto negli anni sessanta e settanta per la gran parte dei cantautori italiani, nelle canzoni di Lucio Battisti non c'è stato alcun impegno politico e Battisti stesso ha dichiarato più volte di non avere interesse nella politica[179]. Battisti fu anzi all'epoca spesso criticato per la scelta di parlare solamente di sentimenti, o delle piccole cose del quotidiano, ritenuta espressione di un approccio "piccolo-borghese". Addirittura, non mancò chi lo indicava apertamente come fascista, in contrapposizione al gran numero di cantautori emergenti dell'epoca vicini alla sinistra o a movimenti anarchici. Tutto questo non senza dare corpo a voci, mai provate, secondo cui Battisti avrebbe anche finanziato organizzazioni di estrema destra.
Pierangelo Bertoli dichiarò come "negli anni settanta si sapeva che Battisti stava a destra e che era vicino al MSI. Non c'era bisogno di prove, lo si sapeva e basta".[180]
La tesi fu alimentata anche dalle discutibili interpretazioni di alcuni versi dei suoi più celebri pezzi: il celebre "o mare nero, mare nero" in La canzone del sole, o il "planando sopra boschi di braccia tese" da La collina dei ciliegi, secondo alcuni avrebbero un significato strettamente politico, chiaramente da riferirsi al mondo fascista; persino la canzone Il mio canto libero fu ritenuta a suo tempo una metafora dell'innalzarsi dell'ideologia di destra. Altre canzoni, come La luce dell'est, furono accusate di essere apertamente anticomuniste e antisovietiche.
In ogni caso Battisti si disinteressò sempre della politica attiva. Il solo ideale che egli sosteneva con costanza, come del resto Mogol, pareva essere appunto quello ecologico, in curiosa sinergia peraltro con Adriano Celentano, precursore assoluto della "canzone ecologica". Mogol non mancò più volte di dichiarare come lui e Battisti fossero stati etichettati come fascisti con il preciso scopo di renderli antipatici ad una grossa fetta del pubblico giovane, all'epoca particolarmente politicizzato.[181] I due furono poi accusati di maschilismo per alcune canzoni, fra cui Innocenti evasioni, Il tempo di morire, Dio mio no, Comunque bella, e La canzone della terra, che secondo il movimento femminista proponevano un ideale di donna datato e tradizionalista.
Con il passare degli anni, mutò gradualmente a sinistra la considerazione verso l'opera battistiana da parte dei media, tanto che i dischi pubblicati da Battisti nel periodo del sodalizio con Panella ebbero un'accoglienza entusiastica da parte di Michele Serra in veste di critico per il quotidiano l'Unità. Il risultato fu che in occasione della morte del cantante nel 1998, nei commenti e nelle interviste pubblicate dai mass media italiani Battisti fu avvicinato un po' a tutte le parti politiche, a dimostrazione di quanto controversa fosse ancora la questione.
Mogol dal canto suo ha sempre smentito e ha messo la parola fine alla leggenda metropolitana del Battisti fascista in un'intervista al Corriere della Sera del 28 giugno 2005: secondo il paroliere l'origine dell'equivoco ebbe luogo durante un concerto, quando il braccio levato di Battisti per incitare il pubblico a cantare fu scambiato per un saluto romano. Secondo quanto riferisce Mogol, a Battisti non interessava la politica e non andava neanche a votare alle elezioni.[182]
L'unica occasione in cui l'opera musicale di Battisti poté essere messa in relazione con l'impegno politico fu nel corso del programma Tutti insieme[183], ideato da Mogol e realizzato dalla struttura tecnica della RAI che lo trasmise il 23 settembre 1971, sul secondo canale in prima serata. Durante la fase iniziale dello spettacolo, Battisti uscì dalle quinte raggiungendo il centro della scena e iniziò ad intonare Let the sunshine in, accompagnandosi con la sola chitarra. Mano a mano, venne raggiunto da un nutrito gruppo di cantanti e musicisti, tra i quali Mario Totaro, Sergio Panno, Pietro Montalbetti, Erminio Salvaderi e Giancarlo Sbriziolo dei Dik Dik, Franz Di Cioccio, Mauro Pagani, Giorgio Piazza, Flavio Premoli e Franco Mussida della Premiata Forneria Marconi, Tony Cicco, Gabriele Lorenzi e Alberto Radius della Formula Tre, Ciro Dammicco, Damiano Dattoli, Babelle Douglas, Mario Lavezzi e Barbara Michelin dei Flora, Fauna & Cemento, John Kongos, Mia Martini, Edoardo Bennato, Lally Stott e Bruno Lauzi[184]. La valenza indubbiamente politica del brano, assurto a simbolo mondiale di opposizione all'intervento militare statunitense in Vietnam, suscitò un subitaneo clamore cui, tuttavia, non fece seguito alcuna dichiarazione di Battisti o di Mogol[185].
Note
- ^ Lucio Battisti, in www.rockit.it. URL consultato il 25-07-2009.
- ^ (EN) Lucio Battisti, in All Music Guide. URL consultato il 25-07-2009.
- ^ Treccani – appendice 2000, Istituto della enciclopedia italiana, 2000, Pagina 158..
- ^ (EN) Lucio Battisti, 55, Italian Pop Performer, in New York Times, 24 settembre 1998. URL consultato il 23-02-2009.
- ^ (ES) Ramón F. Reboiras, Lucio Battisti, cantante italiano, in El País, 10 settembre 1998. URL consultato il 23-02-2009.
- ^ Certificato di nascita di Battisti, riportato su Tullio Lauro, Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995, Pagina 25..
- ^ Morto padre di Lucio Battisti, in Yahoo! Musica, 29 novembre 2008. URL consultato il 26-07-2009.
- ^ Leo Turrini, Battisti - La vita, le canzoni, il mistero, Pagina 5..
- ^ Biografia di Lucio Battisti, 1943-1964, in www.luciobattisti.net, 12-04-2001. URL consultato il 23-02-2009 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2001).
- ^ Il padre di Battisti: dolore rinnovato a ogni anniversario della morte, in Corriere della Sera, 02 settembre 2003. URL consultato il 26-07-2009.
- ^ a b c d e Paolo Cucco, L'autobiografia di Lucio Battisti, in Sogno, 12 dicembre 1970. URL consultato il 16-05-2009.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Pagine 47-48..
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Pagine 58-60..
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Pagina 101..
- ^ Luciano Ceri, Lucio Battisti - Pensieri e parole, 1996, Pagina 51..
- ^ Sanremo 1969 - 19a edizione, in www.musicaitaliana.com. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ Francesco Mirenzi, Battisti talk, Castelvecchi editore, pagina 38..
- ^ Alfonso Madeo, Sanremo, in Corriere della Sera, 31 gennaio 1969.
- ^ Natalia Aspesi, Sanremo, in Il Giorno, 31 gennaio 1969.
- ^ Paolo Panelli, Sanremo, in Il Messaggero, 02 febbraio 1969.
- ^ a b c d e f g h Singoli Ricordi (1966-1972), in www.luciobattisti.info. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ Giuliana Bonomo, La mia non è una voce, è una "non voce", in Giovani, 1º maggio 1969.
- ^ a b c Giuliana Bonomo, Vi presento Grazia Letizia Veronese, in Giovani, 26 giugno 1969.
- ^ Francesco Mirenzi, Battisti talk, Castelvecchi editore, 1998, Pagina 55..
- ^ Vincitori del Festivalbar 1969, in www.festivalbar.it. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ Francesco Mirenzi, Battisti talk, Castelvecchi editore, 1998, Pagina 62..
- ^ a b Ha vinto il cantante antifestival, in TV Sorrisi e Canzoni, 14 settembre 1969.
- ^ Singoli più venduti del 1969, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ Luciano Ceri, Lucio Battisti - Pensieri e parole, Firenzepagine=Pagina 81., Tarab editore.
- ^ S. G. Biamonte, Patty Pravo: Il paradiso, in Radiocorriere TV, 25 maggio 1969.
- ^ Luigi Reggi, Mogol, in Oggi, 03 maggio 1971.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1971, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1972, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ a b Classifica degli album più venduti del 1973, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1975, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1976, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1977, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1978, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1980, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 04-03-2009.
- ^ Lucio Battisti, Vado a Roma a cavallo ma non mi riconoscerete, in TV Sorrisi e canzoni, 21 giugno 1970.
- ^ Lucio Battisti, Ci hanno preso per cow boy, in TV Sorrisi e canzoni, 28 giugno 1970.
- ^ a b Lucio Battisti, A Roma solo il tempo di riabbracciare la mamma, in TV Sorrisi e canzoni, 26 luglio 1970.
- ^ Vincitori del Festivalbar 1970, in www.festivalbar.it. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ a b Paolo Valente, Lucio Battisti, il conquistatore, in Sogno, 12 settembre 1970.
- ^ a b c d Gigi Vesigna, Ecco perché dico sempre di no!, in TV Sorrisi e canzoni, 11 luglio 1971.
- ^ Emozioni, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 03-07-2009.
- ^ Alessandro Berlendis, Che cosa vuol dire fidanzarsi?, in Eva express, 30 dicembre 1970.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagina 159..
- ^ Pensieri e parole, Rete 4, 07 settembre 2004, a 0 h 0 min 28 s.
- ^ Battisti e Mogol al Circolo della Stampa, in Corriere della Sera, 27 aprile 1971.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagina 165..
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagina 160..
- ^ Pino Casamassima, Lucio Battisti. Il mio canto libero, De Ferrari editore, 2002, Pagina 107..
- ^ Aldo Cazzullo, Mogol: un braccio alzato per dirigere il coro, in Corriere della Sera, 28 giugno 2005. URL consultato il 22-07-2009.
- ^ a b Videografia anni 70, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ Paolo Giaccio, Per voi giovani, Radio rai, 03/07 gennaio 1972.
- ^ Amore e non amore, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ Tino Roberti, La TV censura Battisti «Dio mio no, il pigiama no!», in Oggi, 25 ottobre 1971.
- ^ Tutti insieme, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ Romolo Belardi, Pino Guzman, Lucio Battisti ha miracolato la TV, in Ciao 2001, 20 ottobre 1971. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ Luciano Ceri, Pensieri e parole. Lucio Battisti: una discografia commentata, Coniglio editore, 2008, Pagina 178..
- ^ Vol.4 (Pensieri e parole), in www.luciobattisti.info. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ Singoli Numero Uno (1971-1982), in www.luciobattisti.info. URL consultato l'08-07-2009.
- ^ Lucio Battisti - La canzone del sole, in www.chitarradaspiaggia.com. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ Lucio Battisti - La canzone del sole, in www.ucm-fishing.com. URL consultato il 16-07-2009.
- ^ a b c d Sono stati consultati il volume di Dario Salvatori, Storia dell'hit parade, edizioni Gremese, 1989, e le classifiche pubblicate negli anni in questione dai settimanali Ciao 2001 e TV Sorrisi e Canzoni e dal mensile Musica e dischi
- ^ Gianfranco Salvatore, Mogol-Battisti, l'alchimia del verso cantato, Castelvecchi, 1998, pag. 288 e segg.
- ^ Intervista di Claudio Bernieri a Mogol, in Claudio Bernieri - Non sparate sul cantautore, 1978, edizioni Mazzotta, Milano
- ^ Amodio, Gnocchi, Ronconi, Innocenti evasioni. Lucio Battisti: una bio-discografia commentata, pagina 159
- ^ Gianfranco Salvatore, Mogol-Battisti, l'alchimia del verso cantato, Castelvecchi, 1998, pag. 304 e segg.
- ^ Affermazione fatta da Mogol in più occasioni, e citata in moltissimi volumi tra i quali ricordiamo Renzo Stefanel, Ma c'è qualcosa che non scordo. Lucio Battisti gli anni con Mogol, edizioni Arcana, pag. 153
- ^ Armando Gallo, In California per ritrovare l'ispirazione, in Tv sorrisi e canzoni, 20 luglio 1975. Consultabile anche su Francesco Mirenzi, Battisti talk, 1ª ed., Castelvecchi editore, 1998, Pagine 201-203.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagine 201-202..
- ^ Hanno tentato di rapire il figlio di Battisti, in Il corriere di informazione, 18 luglio 1975. Consultabile anche su Francesco Mirenzi, Battisti talk, 1ª ed., Castelvecchi editore, 1998, Pagine 199-201.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagina 203..
- ^ Renato Marengo, Lucio Battisti: «Non sono un mostro!», in Nuovo Sound, 12 dicembre 1975. Consultabile anche su Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, 2009, Pagine 368-376.
- ^ Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, 2009, Capitolo 27 (pagine 355-389)..
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagine 207-209.
- ^ Michele Bovi, Tg2 Dossier, Rai Due, 09 marzo 2008.
- ^ a b Luciano Ceri, Pensieri e parole. Lucio Battisti: una discografia commentata, Coniglio editore, 2008, Pagina 253..
- ^ Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, 2009, pagina 361..
- ^ Album più venduti del 1976, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 01-08-2009.
- ^ Atto di pubblicazione del matrimonio, riportato su Tullio Lauro, Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995, Pagina 52..
- ^ Maurizio Becker, Sognando California: l'avventura americana. Conversazione con Bones Howe, in Musica leggera, novembre 2008.
- ^ Christian Calabrese, Intervista a Marva Jan Marrow, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 14-08-2009.
- ^ Franz di Cioccio, Riccardo Bertoncelli, Sulle corde di Lucio, Mondadori, 2008, Pagina 139-140..
- ^ Io tu noi tutti, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 31-07-2009.
- ^ a b Album più venduti del 1977, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 07-05-2009.
- ^ Images, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 01-08-2009.
- ^ a b Franz di Cioccio, Riccardo Bertoncelli, Sulle corde di Lucio, Mondadori, 2008, Pagina 135-136..
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagina 215..
- ^ Una donna per amico, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 01-08-2009.
- ^ Album più venduti del 1978, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 07-05-2009.
- ^ Mario Luzzatto Fegiz, Battisti boom, in arrivo 3 milioni di dischi, in Corriere della Sera, 16 settembre 1998. URL consultato il 13-06-2009.
- ^ Viva Lì, Lucio Battisti: Una giornata uggiosa, in www.debaser.it, 18-03-2006. URL consultato il 17-06-2009.
- ^ Inediti, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 09-08-2009.
- ^ (EN) Search results for "friends lucio battisti", in figator.com. URL consultato il 09-08-2009.
- ^ Una giornata uggiosa, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 01-08-2009.
- ^ Album più venduti del 1980, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 07-05-2009.
- ^ Videografia anni 80, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 31-07-2009.
- ^ Intervista a Lucio Battisti, Radio svizzera di lingua italiana, 18 maggio 1979, a 0 h 17 min 09 s.
- ^ Claudio Sabelli Fioretti, Giorgio Lauro, Il mio amico Lucio Battisti, Alberti editore, 2008, Pagina 53.. «Avete mai litigato tu e Lucio?» «Litigi no. Ci sono stati dei silenzi. Periodi di silenzio.»
- ^ Target: Ci ritorni in mente, Canale 5, ? ? 1994.
- ^ a b Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, pagina 224. URL consultato il 06-06-2009.
- ^ Mario Luzzatto Fegiz, Artista enigmatico e imbattibile, litigò con Mogol per la percentuale sulle canzoni, in Corriere della Sera, 30 agosto 1998. URL consultato il 06-06-2009.
- ^ Mario Luzzatto Fegiz, Un ermetico autodidatta, in Corriere della Sera, 29 settembre 1992. URL consultato il 06-06-2009.
- ^ a b Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, pagina 226. URL consultato il 06-06-2009.
- ^ Tullio Lauro e Leo Turrini, Emozioni - Lucio Battisti vita mito note, 1995, edizioni Zelig Milano, pag. 120
- ^ Si veda il testo del brano di apertura di E già, Scrivi il tuo nome: «Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale, mostra a te stesso che non sei un vegetale, e per dimostrare che si può cambiare sposta il confine di ciò che è normale […] il momento migliore per cominciare un'altra vita, un altro stile».
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, 2000, Pagina 232..
- ^ Don Giovanni, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 28-07-2009.
- ^ Tullio Lauro, Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995, Pagina 116-117.
- ^ Tullio Lauro, Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995, Pagina 117.
- ^ a b È ancora tra i 're' dei diritti d'autore, in ANSA, 31 agosto 1998. URL consultato il 26-07-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1986, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 14-06-2009.
- ^ L'apparenza, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 28-07-2009.
- ^ Luciano Ceri, Pensieri e parole. Lucio Battisti: una discografia commentata, Coniglio editore, 2008, Pagina 323-324.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1988, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 14-06-2009.
- ^ La sposa occidentale, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 28-07-2009.
- ^ Ernesto Assante, Lucio Dalla è il re di denari, in la Repubblica, 19 febbraio 1991. URL consultato il 07-05-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1990, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 29-07-2009.
- ^ Cosa succederà alla ragazza, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 28-07-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1992, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 29-07-2009.
- ^ a b c d Tullio Lauro, Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995, Pagina 123.
- ^ Battisti lascia la Sony, chi offre di più?, in la Repubblica, 20 gennaio 1994. URL consultato il 15-06-2009.
- ^ Hegel, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 28-07-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1994, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 29-07-2009.
- ^ a b Tullio Lauro, Leo Turrini, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Zelig editore, 1995, Pagine 130-135.
- ^ Patrizia Orpello, Ecco l'uomo che ha licenziato Battisti, in Sette, 22 settembre 1994. Consultabile anche su Francesco Mirenzi, Battisti talk, Castelvecchi editore, 1998, Pagina 260..
- ^ Mario Luzzatto Fegiz, Mogol Battisti, torna l' intesa?, in Corriere della Sera, 14 settembre 1995. URL consultato il 27-07-2009.
- ^ Lucio Battisti, come Prince, vende il suo nuovo disco su Internet?, in www.rockol.it, 01-04-1998. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Mario Luzzatto Fegiz, "Nuovo disco di Battisti". Ma è un pesce d'aprile, in Corriere della Sera, 01-04-1998. URL consultato il 01-07-2009.
- ^ Che spasso quel disco di Luc(c)io Battisti, in Repubblica, 02-04-1998. URL consultato il 01-07-2009.
- ^ Un pesce di nome Lucio, in www.rockol.it, 01-04-1998. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ a b Paura per Lucio Battisti: operato, in la Repubblica, 29 agosto 1998. URL consultato il 07-06-2009.
- ^ Alberto Berticelli, Francesco Folda, Maria Volpe, Lucio Battisti in ospedale: è grave, in Corriere della Sera, 30 agosto 1998. URL consultato il 07-06-2009.
- ^ Luigi Offedu, Qualche mazzo di fiori e pochi fans rispediti a casa, in Corriere della Sera, 31 agosto 1998. URL consultato il 07-06-2009.
- ^ Mauro Covacich, Lucio Battisti in terapia intensiva, 08 settembre 1998. URL consultato il 07-06-2009.
- ^ Lucio Battisti è morto stamattina, in ANSA, 09 settembre 1998. URL consultato il 07-06-2009.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Giunti editore, pagina 244. URL consultato il 07-06-2009.
- ^ a b Carlo Vulpio, Concerti e inediti tv per ricordare Battisti, in Corriere della Sera, 08 settembre 2000. URL consultato il 17-07-2009.
- ^ Classifica degli album più venduti del 1999, in www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 27-07-2009.
- ^ Classifica settimanale dal 09-09-2005 al 15-09-2005, in www.fimi.it. URL consultato il 27-07-2009.
- ^ Classifica settimanale dal 08-09-2006 al 14-09-2006, in www.fimi.it. URL consultato il 27-07-2009.
- ^ Classifica settimanale dal 21-09-2007 al 27-09-2007, in www.fimi.it. URL consultato il 27-07-2009.
- ^ Classifica settimanale dal 12-09-2008 al 18-09-2008, in www.fimi.it. URL consultato il 27-07-2009.
- ^ Classifica settimanale dal 24-07-2009 al 30-07-2009, in www.fimi.it. URL consultato l'08-08-2009.
- ^ Le parole degli amici, in www.repubblica.it, 09-09-1998. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ Il termine è utilizzato in moltissimi articoli giornalistici, ad esempio:
- Giancarlo Falletti, Valentino applaude il trionfo di Biaggi, in Corriere della Sera, 21 agosto 2000. URL consultato il 10-08-2009.
- Andrea Montanari, Penati: noi riformisti e non leghisti, in la Repubblica, 13 dicembre 2008. URL consultato il 10-08-2009.
- Cavallito & Lamacchia, Il fascino di una cantina e la sicurezza del cuoco, in la Repubblica, 27 dicembre 2008. URL consultato il 10-08-2009.
- ^ La locuzione è utilizzata in moltissimi articoli giornalistici, ad esempio:
- Chiara Vanzetto, Un triceratopo per amico e all' Oasi delle farfalle una crisalide in dono, in Corriere della Sera, 13 dicembre 2008. URL consultato il 10-08-2009.
- Severino Colombo, Hazel, un incubo per amico, in Corriere della Sera, 06 dicembre 2008. URL consultato il 10-08-2009.
- Alberto Costa, Il Milan rifiorisce con Inzaghi, in Corriere della Sera, 28 aprile 2008. URL consultato il 10-08-2009.
- Paolo Tomaselli, L'hacker per amico Landis sospettato, in Corriere della Sera, 15 novembre 2006. URL consultato il 10-08-2009.
- ^ Lucio, quante emozioni, Rai Uno, 09 settembre 1998.
- ^ Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno - Storia vera di Lucio Battisti, Giunti editore, Pagina 89..
- ^ Tullio Lauro e Leo Turrini, Emozioni - Lucio Battisti vita mito note, 1995, edizioni Zelig Milano, pag. 121
- ^ Mino Speranza, Interview: Blonde Redhead, in Indie-rock.it, 27-07-2008. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Gianfranco Salvatore, Pagina 179, in L'arcobaleno - Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e gli altri che c'erano. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Cesare Cremonini, Fan, in www.cesarecremonini.it, 04-06-2006. URL consultato il 17-05-2009.
- ^ Stesso mare, nuovi miti il falò suona Lùnapop, in Repubblica, 11-08-2001. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ "Il primo bacio sulla luna" di Cesare Cremonini, in www.soundmagazine.it, 25-09-2008. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ "Le sei e ventisei" di Cesare Cremonini, in Lolliradio italia. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Leo Turrini, Tullio Lauro, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Milano, Zelig editore, gennaio 1995, pp. 85-86 e 115, ISBN 88-864-7105-X.
- ^ Rita Celi, La prima volta di Zucchero in chat, in Repubblica, 31-10-1998. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ A colloquio con Gianluca Grignani, che in una intervista-video di Tio si toglie qualche sassolino dalla scarpa, in Ticinonline, 07-11-2008. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Tullio Lauro e Leo Turrini, Emozioni - Lucio Battisti vita mito note, 1995, edizioni Zelig Milano, pag. 135
- ^ a b Edmondo Berselli, Dal magico dna di 'Volare' la mappa delle note italiane, in Repubblica, 26-02-2006. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Ligabue: Forza Lucio, sono con te, in Repubblica, 30-08-1998. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Andrea Scanzi, L'uomo che vuole essere Battisti ma è solo Mogol, in La stampa, 14-12-2008. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Fulvio Paloscia, Fiorella Mannoia - "In un paese senza memoria canto le canzoni del passato", in Repubblica, 22-07-2008. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Pippo Augliera, Le cover della raccolta "Grazie, amici miei" recensite da Mia Martini, in www.musicalnews.com. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Concerti, Gianna Nannini porta il rock sinfonico all'Arena di Verona, in www.rockol.it, 06 giugno 2009. URL consultato il 06-06-2009.
- ^ Vincenzo Mollica, Intervista a Eros Ramazzotti, su mollica.rai.it. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ La compagnia: mini album per Vasco Rossi, in www.jugo.it. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Intervista sulla pagina 187 del televideo RAI, 2 marzo 2008
- ^ Maria Volpe, Zero apre con una poesia di Mina, in Corriere della sera, 22-03-2000. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Giancarlo Dotto, Renato Zero "Senza circo ma sempre un clown", in La Stampa, 29 giugno 2009. URL consultato il 01-07-2009.
- ^ Il cartoncino vuoto, in www.luciobattisti.info. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Mario Luzzatto Fegiz, Battisti, è giallo sull'ultimo disco, in Corriere della Sera, 05 dicembre 1998. URL consultato il 19-06-2009.
- ^ Battisti, già pronto il disco di inediti?, in www.rockol.it. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Vincenzo Mollica, Lucio, quante emozioni, Rai Uno, 09 settembre 1998, a 1 h 44 min 24 s.
- ^ Speciale per voi, in www.youtube.com, 02-06-1970. URL consultato il 03-01-2009.
- ^ Tullio Lauro e Leo Turrini, Emozioni - Lucio Battisti vita mito note, pag. 151
- ^ Lucio Battisti su Ondarock, su ondarock.it. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Aldo Cazzullo, Mogol: un braccio alzato per dirigere il coro, in Corriere della sera, 28-06-2005. URL consultato il 28-12-2008.
- ^ Giancarlo Governi, Lucio Battisti: Il suo canto libero, Rai Tre, 9 gennaio 2004
- ^ Romolo Belardi, Ciao 2001 del 20 ottobre 1971
- ^ Giancarlo Governi, Lucio Battisti: Il suo canto libero, Rai Tre, 9 gennaio 2004
Bibliografia
- Gianfranco Manfredi, Lucio Battisti - Canzoni e spartiti, Roma, Lato side, marzo 1979.ISBN non esistente
- Nadia Arduini, Lucio Battisti, Milano, Forte editore, dicembre 1989.ISBN non esistente
- Leo Turrini, Tullio Lauro, Emozioni. Lucio Battisti vita mito note, Milano, Zelig editore, gennaio 1995, ISBN 88-864-7105-X.
- Luciano Ceri, Lucio Battisti - Pensieri e parole. Una discografia commentata, Firenze, edizioni Tarab, maggio 1996, ISBN 88-86675-08-9.
- Gianfranco Salvatore, Mogol-Battisti, l'alchimia del verso cantato. Arte e linguaggio della canzone moderna, Roma, Castelvecchi editore, luglio 1997, ISBN 88-86232-85-3. URL consultato il 15-07-2009.
- Alberto Paleari, I giardini di Lucio. Un cantautore un poeta un uomo. La sua vita, Milano, Sonzogno editore, settembre 1998, ISBN 88-454-1627-5.
- Manola Mineo, Lucio Battisti. La vita, i grandi successi, Palermo, Antares editore, settembre 1998.
- Nino Romano, Mi ritorno in mente. La leggenda Lucio Battisti, Milano, edizioni Cà bianca, ottobre 1998, ISBN 88-87446-01-6.
- Francesco Mirenzi, Battisti talk. La vita attraverso le sue parole: interviste, dichiarazioni, pensieri, Roma, Castelvecchi editore, ottobre 1998, ISBN 88-8210-087-1.
- Mara Queirolo, Lucio nel cuore, nell'anima. Storia di un mito, Milano, Edizioni G.E.S., ottobre 1998.
- Andrea Mariotti, Maurizio Macale, Lucio Battisti. Davanti a me c'è un'altra vita: storia di un'anima di musica, Bastogi editore, novembre 1998, ISBN 88-8185-179-2.
- Lidia Castellani, Florian Snyder, Lucio Battisti. La leggenda della musica italiana, Napoli, Tullio Pironti editore, novembre 1998, ISBN 88-7937-200-9.
- Silvio Sabatini, Lucio Battisti, Città, Gremese editore, ottobre 1998, ISBN 88-7742-335-8.
- Paolo Jachia, Capitolo 3, in La canzone d'autore italiana 1958-1997, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 1998, Pagine 63-70.
- Amalia Mancini, Lucio Battisti, l'enigma dell'esilio, Luigi Pellegrini Editore, maggio 1999, ISBN 88-8101-061-5. URL consultato il 15-07-2009.
- Alfonso Amodio, Mauro Ronconi, Lucio Battisti. Al di là del mito, Padova, Arcana Editore, novembre 1999, ISBN 88-7966-205-8.
- Filippo Angora, Nel cuore, nell'anima. Omaggio a Lucio Battisti, Bastogi editore, febbraio 2000, ISBN 88-8185-256-X.
- Francesca Bellino, È ancora vivo! Lucio Battisti risorge attraverso i mezzi di comunicazione, Sottotraccia editore, settembre 2000, ISBN 88-86351-17-8.
- Gianfranco Salvatore, L'arcobaleno. Storia vera di Lucio Battisti vissuta da Mogol e dagli altri che c'erano, Firenze, Giunti Editore, ottobre 2000, ISBN 88-09-01805-2. URL consultato il 15-07-2009.
- Maurizio Bianco, Emozioni. In memoria di Lucio Battisti, Firenze, L'autore libri editore, 2002, ISBN 8851700729.
- Francesco Mirenzi, Battisti talk. Tutte le interviste alla stampa, radio e televisione, Mare Nero editore, settembre 2002, ISBN 88-87495-66-1.
- Pino Casamassima, Lucio Battisti. Il mio canto libero, De Ferrari editore, ottobre 2002, ISBN 88-7172-450-X.
- Roberto Matano, A Robè… Lucio Battisti: la nascita di un mito, a cura di Michele Neri e Maria Grazia Bazza, Roma, Ciliegia bianca editore, ottobre 2002, ISBN 88-900180-4-6.
- Roberto Matano, Battisti - Così è nato il sogno, Edizioni Piemme, settembre 2003, ISBN 88-3847993-3.
- Alfonso Amodio, Italo Gnocchi; Mauro Ronconi, Lucio Battisti. Innocenti evasioni. Una bio-discografia illustrata, Editori Riuniti, settembre 2003, ISBN 88-359-5431-2.
- Francesca Bellino, Non sarà un'avventura. Lucio Battisti e il jazz italiano, Elleu editore, marzo 2004, ISBN 8874762399.
- Marco Rossi, Battisti-Mogol - Tradizione spirituale ed esoterismo, Ibiskos editore, marzo 2005, ISBN 88-546-0277-9. URL consultato il 15-07-2009.
- Igino Domanin, Gli ultimi giorni di Lucio Battisti, Pequod editore, 2005.ISBN non esistente
- Francesco Marchetti, Dieci canzoni per te. Raccontare Lucio Battisti, Città, Zona editore, 2006, ISBN 88-89702-42-7.
- Cesare Montalbetti, Lucio nelle fotografie di Cesare Monti, Rizzoli editore, giugno 2007, ISBN 978-88-1701604-9.
- Renzo Stefanel, Ma c'è qualcosa che non scordo. Lucio Battisti gli anni con Mogol, Arcana Editore, novembre 2007, ISBN 978-88-7966-370-0.
- Ivano Rebustini, Specchi opposti. Lucio Battisti gli anni con Panella, Arcana Editore, novembre 2007, ISBN 978-88-7966-399-1.
- Autori vari, Enciclopedia del Rock Italiano, a cura di Gianluca Testani, Arcana Editore, 2007, pagine 58-60.
- Francesco Marchetti, Lucio Battisti. Due ragazzi attraversano l'estate, Città, Sperling & Kupfer editore, marzo 2008, ISBN 88-6061-222-5.
- Franz Di Cioccio, Riccardo Bertoncelli, Sulle corde di Lucio, Giunti Editore, giugno 2008, ISBN 88-09-05841-0.
- Jeff Aliprandi, Ines Aliprandi, Lucio Battisti. La luce dell'estetica, Fratelli Frilli Editori, 2008, ISBN 8875633789.
- Leo Turrini, Battisti. La vita, le canzoni, il mistero, Mondadori editore, 2008, ISBN 978-88-04-58144-4.
- Claudio Sabelli Fioretti, Giorgio Lauro, Il mio amico Lucio Battisti - Intervista a Mogol, Aliberti editore, settembre 2008, ISBN 978-88-74-24342-6.
- Umberto Piancatelli, La vera storia di Lucio Battisti (PDF), Barbera editore, novembre 2008, ISBN 978-88-7899-257-3. URL consultato il 15-07-2009.
- Luciano Ceri, Pensieri e parole. Lucio Battisti: una discografia commentata, Coniglio editore, novembre 2008, ISBN 978-88-60-63161-9.
- Anna Maria Chiarello, Lucio Battisti - Emozioni ischitane, Valentino Editore, dicembre 2008, ISBN 88-87642-26-5.
- Renzo Stefanel, Anima latina, No Reply editore, marzo 2009, ISBN 88-89-15-5396.
- Lisa Tibaldi, La canzone del sole. Una storia di trecce bionde, occhi azzurri e innocenza perduta (PDF), Zona editore, maggio 2009, ISBN 978 88 6438 003 2. URL consultato il 15-07-2009.
- Francesco Mirenzi, Battisti talk. Tutte le interviste alla stampa, radio e televisione, Coniglio Editore, maggio 2009, ISBN 978-88-6063-183-1.
- Enrico Casarini, Insieme Mina Battisti. 1972: il duetto a Teatro 10 e la fine del sogno italiano, Coniglio Editore, giugno 2009, ISBN 978-88-6063-200-5.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Lucio Battisti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lucio Battisti
Collegamenti esterni
- Template:Dmoz
- Template:Mvideo
- www.luciobattisti.info - sito non ufficiale sulla produzione di Lucio Battisti
- Newsgroup it.fan.musica.lucio-battisti (accesso da Google Groups)
- Discografia completa su hitparadeitalia.it