Template:Comune Ariano nel Polesine è un comune di 4.719 (al 31/12/2008) abitanti della provincia di Rovigo.


Geografia

Il Comune dà il nome anche all'Isola di Ariano, un territorio compreso tra i rami del Po di Goro, del Po di Venezia e del Po di Gnocca, facente parte del Delta del Po. Esso comprende i Comuni di Ariano nel Polesine, Corbola e Taglio di Po. Il confine sud si estende per tutta la lunghezza del Po di Goro, il quale è anche confine tra le Regioni Veneto ed Emilia-Romagna.
Il Comune ha una curiosa conformazione geografica: si estende in lunghezza dalla frazione di S.Maria in Punta sino alla località Bacucco, sul mare Adriatico, per una quarantina di km; mentre dalla frazione di Rivà sino al mare, circa 20 km, il territorio è largo solo qualche centinaio di metri.
A est di Rivà il territorio è molto giovane: si è formato assieme all'attuale cuspide deltizia in seguito al taglio di Porto Viro operato dalla Serenissima.
In località Ca' Vendramin il territorio comunale si riduce in pratica al solo argine, in quanto è presente una circoscritta enclave del Comune di Taglio di Po, sede del Museo Regionale della Bonifica, ricavato all'interno di una grande idrovora dismessa, già appartenente al Consorzio di bonifica Delta Po.

È il Comune più a sud della Regione Veneto.

Fa parte del Parco Regionale Veneto del Delta del Po e del Parco interregionale Delta del Po, anche se quest'ultimo non è ancora pienamente operativo.

Il Comune è compreso nella zona climatica E. GR-G: gradi-giorno 2347.

La primavera è fresca e piovosa e l'autunno nebbioso o piovoso. Durante l'estate il clima è caldo afoso, interrotto occasionalmente da forti temporali e acquazzoni. Tutti i valori sono mitigati dalla relativa vicinanza al mare; infatti nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 1985 la temperatura più bassa registrata fu di -14 gradi centigradi, quando a meno di 70 km, a Molinella, vi fu il record a -29°.
Non risultano dati ufficiali precedenti, anche se è probabile che il record sia stato raggiunto durante l'ondata di freddo del gennaio e febbraio 1929, un periodo insolitamente lungo che portò il fiume Po a gelare, consentendo il passaggio sul ghiaccio a persone e carri, come testimoniato da foto d'epoca. [1]

Il Comune fa parte del Distretto RO 2 di Protezione Civile e Anti Incendio Boschivo, istituito con Deliberazione G.R.V. 3936 del 12/12/2006, ai sensi del D.G.R. 506 del 18/2/2005.


Storia

Il nome di Ariano deriva probabilmente da Atria, ora Adria, antica città etrusca sul mare che ha dato il suo nome anche alle lagune ed allo stesso Mare Adriatico, (assieme ad Atri). Sino al X secolo, Ariano la troviamo con il nome “Adriano” (Hadriani o Radriani), ma anche Atriano e volgarmente poi ridotta a Ariano in epoca medioevale dopo la rotta di Ficarolo che formò la parte ovest dell'isola omonima; [2] successivamente chiamato anche Ariano austriaco” o “Ariano sinistro” (Ariano alla sinistra del Po di Goro).
Il nucleo abitato più importante sino all'epoca romana era localizzato sulla via Popilia, iniziata nel 132 a.C. dal console Publio Popilio Lenate, nei pressi dell'attuale località San Basilio.
La Popilia, o meglio la Popilia-Annia, che congiungeva Rimini ad Adria, oltre ad essere una delle principali strade dirette a Roma, era anche una delle vie principali dell’Impero romano.
Tale via rimase importante anche nel medioevo, in epoca cristiana, costituendo una alternativa alla strada Romea, per mezzo della quale i pellegrini cristiani, i Romei, raggiungevano Roma.

Dalla caduta dell'Impero Romano sino al 23 giugno 1866, con l'inizio della Terza Guerra d'Indipendenza, il Comune è stato terra di confine, soggetto a conquiste e dispute territoriali.

Cronologia

Prima della dominazione romana, nel VI e V secolo a.C., il nucleo abitato più importante era nei pressi dell'attuale San Basilio, controllato dagli Etruschi, da dove attraverso il Gaurus, (solo in parte coincidente con l'attuale Po di Goro), [3] dopo un breve tratto si arrivava al mare.

San Basilio in epoca romana era una mansio (Hadriani mansio, Radriani), stazione di posta lungo la via Popilia.
Ariano era compresa nella Regio X Venetia et Histria ai tempi dell'Imperatore Ottaviano Augusto.

Il periodo che va dall'invasione dei Visigoti di Alarico nel 410 e degli Ostrogoti di Teodorico nel 493, la successiva riconquista Bizantina (535-553), non ha lasciato vestigia nel nostro territorio.

Due secoli di dominio di Costantinopoli a seguito della sanguinosissima e distruttiva guerra greco-gota [4] coincisero come nella maggior parte d'Italia con un disastroso e lunghissimo declino economico e demografico [5] in presenza di una dura imposizione fiscale.
Il nostro territorio faceva parte di un dominio che all'inizio del 700 si stava progressivamente riducendo, sotto la spinta dei Longobardi, ad una sottile striscia che congiungeva Chioggia a Comacchio, dove avevano inizio le aree allora inespugnabili di Venezia e Ravenna.
I bizantini preferivano i trasporti via mare, dove dominavano incontrastati, al passaggio via terra. Mancano quindi dalle nostre parti opere fisse civili e militari (ponti, fortificazioni, chiese) riconducibili all'epoca. Nessun intervento dell'autorità fu previsto anche per il governo delle acque in queste zone paludose, infestate dalla malaria [6] e dopo aver subìto anche la peste.
È facile immaginare le piccolissime comunità che allora abitavano queste zone, ridotte a piccoli villaggi di pescatori-agricoltori, alla mercé di qualsiasi evento.

La fine dell'esarcato bizantino ad opera di Astolfo nel 751 vide il passaggio del nostro territorio ai Longobardi, come quasi tutto il nord d'Italia, tranne la Venetia maritima.[7]
Gli stessi cessarono la loro dominazione nel 774, definitivamente sconfitti dai Franchi guidati da Carlo Magno. Il nostro territorio era comunque già passato sotto il Patrimonio di San Pietro[8] sin dal 756 in seguito alla seconda vittoria di Pipino il Breve su Astolfo, in ottemperanza alla "Promissio Carisiaca".[9]
I discendenti di Carlo Magno governarono sino al 887 il cosiddetto Regnum Italiae.

Il Papa non esercitava un effettivo potere dal momento che sin dalla nascita dell'Esarcato i bizantini avevano favorito l'autocefalia della chiesa ravennate e quindi l'indipendenza dal papato di Roma. L'autorità era esercitata dai vescovi locali, con l'appoggio dell'aristocrazia dei luoghi, in forza di questi antichi privilegi.
Sin dal VII secolo Ariano era parte della diocesi di Adria. Negli atti del Concilio Lateranense del 649, indetto da papa Martino I, si trova il primo documento certo in cui si parla della diocesi. Nell'elenco dei vescovi partecipanti è nominato: Gallinostius Hadrianensis Episcopus.
Il 14 marzo 863 papa Niccolò III, affidando un diploma al vescovo Leone, in pratica aggiunse il potere temporale alla giurisdizione spirituale sulla diocesi, dando inizio al cosiddetto Feudo vescovile.
Con privilegio emanato il 13 giugno 944 papa Marino II concesse in feudo a Giovanni II, vescovo di Adria, i possedimenti della chiesa adriese, fra cui l'isola qui vocatur Hadriana.
Inoltre Ottone I nel 963 istituì le figure dei vescovi-conti.

La situazione non cambiò molto da queste parti durante il periodo dell'anarchia feudale che vide tra l'altro i regni italici di Berengario I e II.
Nel 1111 i possedimenti di Matilde di Canossa, nominata Regina d'Italia e Vicaria Papale da Enrico V, lambirono il Po, quasi sovrapponendosi ai confini del preesistente Esarcato.
Il territorio formalmente era divenuto 'Ducatus' [10] sin dal 984 per concessione di Papa Giovanni XIV, dietro compenso, a Tedaldo di Canossa.
Il potere dei vescovi, stante anche la stretta alleanza col Papa di Matilde, rimasero forti. La giurisdizione temporale di Ariano del Vescovo di Adria è riscontrata sin dal 1054.
In quell'anno la curtis Hadriana viene confermata dall'imperatore Enrico II al vescovo. [11]

Enrico III Imperatore la confermò al Vescovo adriese Benedetto descrivendola in questo modo: De Curle quae dicitur Adriana cum aquis, terris, paludibus et sylvis, ripatico, teloneo, salinis, a Gauro policino[12] usque ad Aquam quae vocatur Conchayatula, et praedictam Aquam usque ad Canale cui dicitur Caucomanco, et inde usque in Satissa ex tribus giris Rafare vel Corbula Aurcliaca Sicea et Campo Coronato vel tomba Boniola perveniente per aquam quae vocatur Portus Laureti seu Aquam quae vocatur Anguillaria major et Anguillaria minor seu Aquam de Cornu seu in litore ad usum piscandi.

La Rotta di Ficarolo[13] del 1152 [14] sconvolse la morfologia del territorio, determinando tra l'altro la separazione di Berra dal territorio veneto, la separazione di Corbola da Adria, unendola con Ariano nell'isola omonima, creando il ramo del Po di Tramontana.
Venne così accentuata la funzione di linea di confine naturale del Po di Goro, che da allora venne chiamato anche 'Po di Ariano', divenendo negli anni successivi la via d'acqua più transitata man mano che si interravano progressivamente il Po di Primaro e il Po di Volano, sino al 'taglio di Porto Viro' tra il 1600 e il 1604.[15]

Obizzo d'Este nel 1163 aiutò il padre di Enrico VI, Federico Barbarossa, durante la sua terza discesa in Italia, dividendo anche i possedimenti pontifici approfittando delle rivalità tra guelfi e ghibellini.
Ariano, assieme a gran parte del territorio che divenne poi il Comune [16] di Ferrara, fu consegnato nel 1195 da Enrico VI agli Estensi, per avergli garantito (assieme ai Comuni del nord) la neutralità durante la sua discesa verso il meridione d'Italia. In particolare Azzo VI andò ad ossequiare l'imperatore Enrico VI mentre si trovava a Piacenza ed in quella occasione gli fu offerto un nuovo feudo dal Vescovo di Adria: ...quell'isola tra le foci del Po che chiamasi Ariano.'[17]

A quei tempi ad Ariano si ergeva un castello medioevale. Era situato in prossimità di San Basilio, quasi alla confluenza della antica via Popilia con la strada per Ariano, lungo un canale navigabile, solo in parte coincidente con l'attuale scolo Brenta. Era nella posizione ideale per il controllo dei traffici e la conseguente esazione di tasse. Di esso non ne è rimasta traccia, anche se nel XIX secolo era ancora visibile ancorché non più utilizzato. Il 27 dicembre 1195 nel Castro Adriani venne stipulato (in pratica ratificato) l'acquisto dei terreni dell'Episcopato Adriese, ...salve le decime, i beni delle Chiese, e certo dritto nel bosco..., da parte di Azzo VI d'Este, a rogito del Notaro Manfredino, in presenza di Guglielmo Arcivescovo di Ravenna; riconoscendo nello stesso atto i precedenti diritti avuti dall'Imperatore. Si parla infatti nel rogito: ... secundum quod sui antecessoret tenuerunt et possederunt a dicto Episcopato Adriensi etc. .

Nel 1208 invece Azzo VI d'Este fu legittimato da Papa Innocenzo III a governare anche questi territori, come ricompensa per l'adesione alla lega promossa dal Pontefice contro Ottone IV Imperatore.[18]

Nell'investitura del 1220 che l'Imperatore Federico II di Hohenstaufen diede ad Azzo VII d'Este vengono tra l'altro citate: Calaone, Cero, Baone , Rovigo , Adria , Ariano etc. Tra il 1222 e il 1240 vi furono le lotte tra il Papa e le città della Lega Lombarda contro Federico II di Svevia nel tentativo di aumentare il suo potere in Italia. Alla fine Azzo VII si riappropriò dei domini estensi.

Le vicende legate alla successione di Azzo VIII d'Este [19] che portarono alla guerra nel 1308 videro le truppe della Serenissima occupare anche Ferrara, successivamente sconfitte da quelle del Papa. Il ritorno della signoria estense a Obizzo III avvenne solo nel 1317.

Nel 1328 il Principe Bertoldo d’Este († 1343)[20] , Marchese di Ancona [21] e Signore del Castello e distretto di Ariano concesse uno Statuto; (in quell'anno Obizzo III d'Este era Marchese di Ferrara).

Nel 1471 vi fu il passaggio del Marchesato al Ducato di Ferrara, compresi i territori facenti parte della Transpadana Ferrarese, col benestare di Papa Paolo II.

Con la pace di Bagnolo del 7 agosto 1484 Ercole I d'Este riebbe Ariano assieme a Adria, Corbola, Melara, Castelnuovo, Ficarolo e Castelguglielmo, perduti con la guerra del sale contro Venezia; ma perdendo tutti gli altri territori a nord-est del Po (il 'Bassopolesine' [22] ed il 'Polesine di Rovigo'). [23]

Nel 1509 durante la Guerra della Lega Santa le truppe della Serenissima occuparono anche queste parti nel corso delle operazioni militari per combattere il Duca Alfonso I d'Este, alleato dei francesi. Le vicende relative ai successivi ribaltamenti di alleanze fecero si che le truppe pontificie (e alleati) presidiassero queste zone sino al 1530, quando ritornarono in possesso a Alfonso I d'Este solo grazie a Carlo V.

Il confine fu più volte messo in discussione; il Duca Alfonso II d'Este combatté contro Venezia anche nel 1585 e 1586, nonostante che nel 1559 la pace di Cateau-Cambrésis avesse tra l'altro nuovamente confermato i confini esistenti dei territori a sud del Po tra Serenissima e Estensi.

Nel XVI secolo la Serenissima, all'apice della sua potenza, occupò stabilmente solo parte del territorio; i maggiori centri abitati del Comune rimasero sotto il controllo di Ferrara. Due grandi fabbricati, originariamente adibiti anche a magazzini dagli Estensi, attorniano tutt'ora la piazza al centro del capoluogo.

Il 27 ottobre 1597, alla morte di Alfonso II d'Este, che non aveva lasciato eredi diretti, Papa Clemente VIII annette l'intero Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio in quanto il territorio stesso era feudo pontificio; non accettando la successione da Alfonso al cugino Cesare d'Este, anche se la stessa precedentemente era stata riconosciuta dall'Imperatore Rodolfo II.

Nel 1598, nonostante Ariano avesse optato per Venezia, rimase soggetta all'Autorità dello Stato Pontificio, governata dal Cardinale Legato.

Il 15 aprile 1749 venne stipulato un trattato tra Papa Benedetto XIV e il Doge Pietro Grimani e nel 1751 fu completata l’opera di demarcazione del confine dell’Isola di Ariano con la posa di grandi pilastri formati da mattonelle in cotto, uno dei quali è ancora visibile, restaurato, in località Rivà, in prossimità della congiunzione tra lo scolo Veneto e lo scolo Brenta.
Il territorio assegnato alla Serenissima entra a far parte nel 1749 della Podestaria di Loreo.

È stato confine tra la Serenissima Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio sino all'invasione di Napoleone Bonaparte nel 1796 e conseguente incorporazione nella Repubblica Cispadana. Il 9 luglio 1797 si trovò a far parte della Repubblica Cisalpina in seguito alla fusione della Repubblica Cispadana con la Repubblica Transpadana in ottemperanza ad un altro editto napoleonico. Nel 1797 con lo scioglimento della prima coalizione antifrancese fu stipulato il Trattato di Campoformio, con il passaggio degli ex territori della Serenissima all'Impero austriaco [24] con la creazione del Regno Lombardo-Veneto.

L'esile confine di pilastri fu abbandonato; Ariano rimase nella Repubblica Cisalpina in quanto l'art. 6 del trattato portava il confine est con l'Austria lungo il corso del Tartaro-Canalbianco-gran Po (Po di Venezia).

Dal 26 gennaio 1802 Ariano si trovò a far parte della Repubblica Italiana e dal 18 marzo 1805 fino all'aprile 1814 nel Regno d'Italia con Napoleone Bonaparte prima Presidente e poi Re.
Amministrativamente era incorporato nel Dipartimento del Basso Po, distretto II di Comacchio, con capoluogo Ferrara,[25] e dal 22 dicembre 1807 nel Dipartimento dell'Adriatico con capoluogo Venezia.

Il 13 ottobre 1812 una rotta dell'argine del Po allagò tutta l'isola.[26]

Sconfitto Napoleone, dopo la Restaurazione operata dal Congresso di Vienna, dal 1814 Ariano fece parte dell'impero austro-ungarico, nel Regno Lombardo-Veneto, col nuovo confine sud/est con lo Stato Pontificio sceso dal Po di Venezia al Po di Goro.
Da allora il paese visse sotto il dominio austriaco, nel Regno Lombardo-Veneto, capoluogo del Distretto di Ariano, nella Prefettura di Rovigo. [27]

Tra il 1 novembre 1816 ed il 9 febbraio 1817 Ariano Austriaco ed il prospiciente Ariano Pontificio furono colpiti da una epidemia di tifo petecchiale che provocò 29 morti; come risultante dagli atti del soppresso Comune di Massenzatica.[28]

Il nuovo compartimento territoriale delle province venete, pubblicato con dispaccio 40285/3945 del 2 novembre 1845 dell'Amministrazione austriaca, Ariano, con le frazioni di Gorino, Rivà e S. Maria in Punta, rimane incluso nella provincia di Venezia, distretto VI di Ariano.

Con la sovrana risoluzione del 28 gennaio 1853, che definisce il compartimento territoriale delle provincie venete attivato col 1 luglio 1853, Ariano viene inserito nella provincia di Rovigo, mantenendo la funzione di capo distretto. Tale situazione non cambia fino alla fine della dominazione austriaca.

Il 23 giugno 1866 ebbe inizio la Terza guerra di indipendenza e l'abbandono definitivo del territorio da parte delle truppe austriache incalzate da quelle sabaude del Generale Cialdini, comandante dell'armata schierata a sud del Po, che aveva iniziato le operazioni militari con l'attraversamento del Po di Goro da Mesola a Rivà. Fu cosi' il primo Comune del Veneto ad essere liberato ed annesso col successivo Plebiscito del 21 ottobre al Regno d'Italia. Lo stesso giorno il Sindaco Vito Violati Tescari sventolò la bandiera tricolore sulla piazza principale. Le vicende successive alla sconfitta di Custoza fecero si che le truppe italiane si ritirassero e rioccupassero i territori solo l'11 luglio, lasciando "terra di nessuno"" il nostro territorio durante quel breve periodo.[29]
La bandiera tricolore del municipio fu esposta come cimelio del Risorgimento alla XLIII Esposizione di Torino del 1884, trasferita al Museo del Risorgimento di Milano l'anno successivo.

Con il regio decreto del 13 ottobre 1866 il Comune entra a far parte della Provincia di Rovigo.

Nel 1866, quando Ariano fu unita alla madre patria, per distinguerla dalle altre Ariano (Ariano Irpino in Campania, Ariano in provincia di Ferrara), si pensò di chiedere al competente organo di Governo che accanto al nome venisse aggiunto “Nel Polesine”. Tale provvedimento venne assunto il 13 marzo 1867; Con R.D. 7 luglio 1867 n. 3507 la richiesta venne accolta e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Nel 1888 i locali annessi alla antica stazione di posta furono adibiti a locanda, che nel tempo divenne poi albergo/ristorante sito nella via centrale del capoluogo.

L'11 gennaio 1911 un incendio danneggiò il palazzo municipale e distrusse gli archivi dell'Anagrafe che furono successivamente ricostruiti.

L'antivigilia di Natale 1995 furono definitivamente traslocati gli uffici nell'attuale sede, nella centrale Piazza Garibaldi, sottoposta a importanti lavori di restauro conservativo. Gli uffici erano provvisoriamente ospitati presso le Scuole Elementari del capoluogo sin dall'estate del 1987.

Eroi di guerra

- Joâo Turolla, sottotenente artiglieria alpina, medaglia d'oro al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine il 26/7/1915, caduto sul fronte greco/albanese, Eleutero, il 9 novembre 1940;
- Enzo Gibin, partigiano, medaglia d'oro al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine l'1/1/1926, ucciso a Borgomanero (NO) il 23 febbraio 1945; l'episodio è però ricordato come l'eccidio di Cressa;[30]
- Enos Fusetti, sottotenente fanteria, medaglia d'argento al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine il 27/11/1917, caduto sul fronte greco, quota 1540 Mali Scindeli, il 14 febbraio 1941;

Caduti in guerra

Persone famose

Padre Antonio Clemente (Albino Vicentini al secolo) è stato un frate cappuccino e predicatore. Tra tanti incarichi ricoperti ha anche presieduto il capitolo provinciale Veneto. Era nato nella frazione di S.Maria in Punta il 22 gennaio 1904 e morto a Padova il 28 marzo 1986. È sepolto nel cimitero di Santa Maria in Punta.
La piazza antistante alla locale Chiesa romanica è intitolata a suo nome. [32]

Economia, commercio e mercati

Nei tempi antichi la natura dei luoghi determinava direttamente l'economia. L'ambiente paludoso era alimentato dal Po che apportava sedimenti fertilissimi, utili sia per l'agricoltura che per lo sviluppo dell'allevamento; d'altro canto la mancanza di opere per l'irreggimentazione delle acque lasciava le comunità in balia dei mutamenti del corso del fiume causati dalle repentine variazioni di portata.
Il versante interno del cordone dunoso litoraneo offriva una maggiore sicurezza per la costruzione di abitazioni, oltre a prestarsi per l'ormeggio dei natanti e consentire oltre la pesca anche una attività commerciale. Per questo i primi insediamenti in muratura arianesi si trovano a San Basilio, sopraelevati dal piano campagna circostante, con un molo nelle vicinanze.
Anche la via Popilia, in epoca successiva, percorreva il versante a monte delle dune costiere.
Gli allagamenti, quasi stagionali, provocavano lutti, carestie, e distruzione degli agglomerati abitativi costruiti in legno e canna palustre. Le ultime abitazioni in canna furono sostituite da altre più adeguate solo nel XIX secolo, sotto l'amministrazione austriaca.

Le paludi stagnanti erano l'habitat ideale per la zanzara Anopheles, vettore della malaria, endemica fino al XX Secolo, [33] che contribuiva a falcidiare le piccole comunità residenti.
Una conferma viene dalla descrizione che Giovanni B.Rampoldi fa di Ariano nella sua 'Corografia dell'Italia' pubblicata nel 1831: Alquanto insalubre è l'aere che vi si respira; e quindi, comprensivi alcuni casolari dei dintorni, vi si annoverano poco più di duemila abitanti.

Una risorsa largamente disponibile era l'argilla, sfruttata sin dall'antichità. La rigogliosa foresta planiziale allora esistente forniva legno per la cottura, per la realizzazione di imbarcazioni e per le altre necessità. Lo stanziamento presso le dune litoranee forniva maggiore protezione dalle alluvioni ed una minore diffusione della malaria dovuta alle repentine modifiche della salinità. La salinità però causava la deflocculazione delle argille rendendone impossibile l'utilizzo; la stessa era causa inoltre di gravi problemi all'attività agricola, obbligando così ad un'attività di scambio continuativo con le comunità che si trovavano più all'interno.
Questa necessità fu assecondata anche dalla costruzione di piccoli canali, chiamati fosse, che, oltre a costituire le prime opere di bonifica, permettevano le comunicazioni stante l'impossibilità di poter contare su affidabili vie di terra.
Durante il periodo imperiale romano le attività di centuriazione e bonifica ebbero maggiore impulso contestualmente alla crescita di insediamenti abitativi.
Queste vie d'acqua collegate con le foci del fiume divennero sempre più estese e capillari, utilizzate sino al XIX secolo anche per i viaggiatori.
In particolare, in epoca medioevale, dall'attuale Piazza Garibaldi al centro del capoluogo partiva un canale denominato Silvus Longus, che si immetteva nel vicino Po di Goro; in quel periodo il ramo principale del Po.

L'importanza della lavorazione dell'argilla prosegue sino ai giorni nostri. Dopo il taglio di Porto Viro le mappe medioevali chiamano Po delle Fornaci il Po di Venezia che, ricco di sedimenti, sta rapidamente formando il nuovo delta del Po creando nuove terre. Le fornaci delle golene sono state dismesse nella seconda metà del XX secolo e rimangono grandi testimoni di archeologia industriale, assieme a bietolerie e zuccherifici, dismessi gradualmente e utilizzati sino agli inizi del secolo successivo.

Il massimo dell'espansione demografica coincise anche con la grande alluvione del Po nel 1951. Il territorio dell'Isola di Ariano non ne fu coinvolto direttamente, ma il boom economico dell'Italia di quegli anni coinvolse il nostro territorio nella grande migrazione interna verso le città del Triangolo industriale Milano, Torino, Genova.
In quel periodo, grazie all'opera dell'Ente Delta Padano, si realizzarono le nuove bonifiche, con frazionamento di parte del latifondo, e venne introdotta al suo posto la piccola proprietà contadina a riscatto.
Battute di arresto si ebbero in occasione delle alluvioni che coinvolsero il territorio dovute alla rottura dell'argine sul Po di Goro: il 20 giugno 1957 in località Ca' Vendramin ed il 2 novembre 1960 in località Rivà. Allora fu costruito ed è rimasto un ulteriore argine in terra, alto circa 2 metri, che si estende dalla località San Basilio sino a Taglio di Po.

L'economia, fino agli anni settanta principalmente basata sull'agricoltura, è ora prevalentemente fondata su piccole imprese artigiane e di servizi, imprese del settore conserviero e della commercializzazione di prodotti della pesca. La popolazione dedita all'agricoltura è in netto calo, anche se la superficie coltivata è molto estesa. Si assiste ad una progressiva concentrazione delle imprese agricole in mano a grandi aziende con relativa diminuzione dei coltivatori diretti.

Nel 1987 fu chiuso definitivamente il Cinema Teatro del capoluogo.

Il mercato settimanale si svolge ogni lunedì nel capoluogo. Conseguentemente i negozi non alimentari osservano la mezza giornata di chiusura il martedì' pomeriggio. I negozi alimentari chiudono il mercoledì pomeriggio. I negozi di ferramenta possono optare tra il martedì pomeriggio ed il sabato pomeriggio.
Il Comune, facendo parte del Parco del Delta del Po, è stato riconosciuto "a prevalente economia turistica" dalla Regione Veneto con Legge Regionale 25/2/2005 n° 7, art. 7. In base a tale normativa, a seguito di richiesta rinnovata di anno in anno dall'Amministrazione Comunale, i negozi hanno la facoltà di deroga dalla chiusura infrasettimanale e festiva.

Il Comune è stato inserito nel progetto del Governo in collaborazione con Telecom Italia denominato "anti digital divide" tendente a portare il collegamento ADSL a banda larga in 5.000 piccoli Comuni d'Italia, utilizzando un sistema basato sull'installazione di ripetitori di onde radio a bassa frequenza. Dal 2007 tale tecnologia (il download non supera i 640 kbit/sec) è stata attivata e resa disponibile. [34] [35] [36] [37] [38] Nel corso del 2008 è stata resa disponibile una velocità teorica di punta di 3,6 MegaByte/s (MBps) non garantita; reale è meno della metà.[39]

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[40]

I 4.719 abitanti sono così suddivisi: Maschi 2318, Femmine 2401, nuclei familiari 1832.

Gemellaggi

In ottemperanza al Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazioni n° 10 del 28/3/2002 e n° 22 del 11/6/2005, la Giunta Municipale, con provvedimento 29/12/2005 n° 256, ha deliberato il gemellaggio con:

Parrocchie e Oratori

Il territorio fa parte della Diocesi di Adria-Rovigo, sede della Chiesa cattolica suffraganea del patriarcato di Venezia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto.

Le Parrocchie del Comune sono:

Parrocchia di Ariano nel Polesine

  • Parrocchia "Santa Maria della Neve"" del capoluogo.
    È la più antica del Comune. Vi si trovano conservati anche i registri di battesimo e matrimonio a partire dall'anno 1600. Gli stessi fanno fede di atti di stato civile fino all'anno 1870, in quanto solo dall'anno successivo sono stati istituiti i registri di stato civile del Comune.

Nel capoluogo vi sono le chiese di Santa Maria della Neve e di San Gaetano.
La chiesa di Santa Maria della Neve al suo interno contiene la Crocifissione del pittore ferrarese Giori e una copia della Madonna con Bambino di Benvenuto Tisi da Garofalo dipinta nel 1518.

Da via Matteotti, al centro del capoluogo, si accede ad una proprietà dove sorge una cappella privata di mt 3,50 x 7, benedetta il 18/7/1760 dal Vicario della Diocesi Jacopo Renovati, dopo che Don Nicola Camisotti ottenne il Breve da Papa Clemente XIII.
Sul portale vi sono due stemmi: uno estense e l'altro pontificio e la raffigurazione di un Angelo. Un anello in ferro sulla parete serviva per legare i cavalli. Giuseppe Camisotti, nipote del prete e speziale ad Ariano, ottenne la tenuta della cappella nel 1773, successivamente rimasta inutilizzata a partire dai primi anni del XX secolo.[41]

Parrocchia di Rivà

  • Parrocchia "San Rocco" di Rivà, ora denominata dei "S.S. Gaetano e Rocco", dopo l'incorporazione della Parrocchia di Gorino Veneto;

Parrocchia di Grillara

Parrocchia di Piano

Parrocchia di Santa Maria in Punta

Parrocchia di San Basilio

  • Parrocchia "San Basilio" di San Basilio, ora incorporata nella Parrocchia di Grillara;

E' stata fondata nel IX secolo dai benedettini di Pomposa. Dop i lavori di restauro sono visibili l'antico pavimento e le murature che testimoniano le diverse fasi della costruzione.

Parrocchia di Gorino

  • Parrocchia "San Gaetano" di Gorino, ora incorporata nella Parrocchia di Rivà dal 26 giugno 1986;

Sagre frazionali e Fiere

(la celebrazione patronale della Parrocchia di Ariano, Santa Maria della Neve, 5 agosto, è compresa nella sagra paesana)

  • La Fiera di Ariano, di origine medioevale, era fissata nel mese di settembre; ma probabilmente con l'accentuarsi della devozione per San Gaetano fu anticipata al mese di agosto. [42]
    Di essa, nel XIX secolo, non più esente da dazi e gabelle, rimase il mercato settimanale.
    Il mercato settimanale era fissato al mercoledì[43], spostato al lunedì nel XX secolo.

Infrastrutture

La Strada Statale 309 Romea, attraversa il Comune di Ariano nel Polesine tra le frazioni di Rivà e Piano. Il capoluogo è attraversato dalla ex Strada Statale 495 (di Codigoro) (Adria-Codigoro) in direzione nord/sud. Quest'ultima, nel tratto veneto, è ora in gestione a Veneto Strade con la denominazione di Strada Regionale 495 Adria-Ariano nel Polesine.

Trasporto pubblico

Il sistema del trasporto pubblico del capoluogo e delle frazioni principali è servito da linee extraurbane di autobus gestite dalla SITA che collega direttamente a nord con il capoluogo Rovigo con capolinea a Padova; con le principali località sulla direttiva nord-sud verso la provincia di Ferrara con capolinea a Ferrara e verso gli altri Comuni contigui;

È poi possibile contattare, dalle 5.30 alle 23.30, il servizio radiotaxi di Adria e Rovigo. Un taxi fa servizio anche nel capoluogo.

Ferrovie

Ariano nel Polesine era capolinea della parte operativa, inaugurata il 21 aprile 1933, della tratta ferroviaria Adria-Codigoro (la tratta Ariano-Codigoro era ancora a livello di progetto), sino ai bombardamenti del ponte ferroviario sul Po di Venezia il 14 luglio 1944.[44][45] Da allora la linea è stata dismessa.
Le prime carrozze a carrelli, trainate dalla locomotiva a vapore, erano state appositamente realizzate e denominate "modello Ariano".

Aeroporti

Facilmente raggiungibili da Ariano nel Polesine sono gli aeroporti di Bologna (km 102), Venezia (km 87), Verona (km 140) e Padova (Km 75), anche se quest'ultimo non effettua per ora voli regolari di linea.

Attracchi fluviali

Sul Po di Goro sono stati realizzati diversi attracchi fluviali, con fondi pubblici, ai quali si accede da rampe collegate ai terrapieni arginali. Sono formati da pontili galleggianti ancorati a palificazioni interrate. Sono presenti in località Santa Maria, Ariano nel Polesine, San Basilio, Rivà, Bacucco. Vengono utilizzati per la navigazione da diporto.

Sport

Gli sport più praticati sono il calcio (a livello maschile) e la pallavolo. È da anni presente anche una piccola società pugilistica.

La pallavolo femminile raggiunge la serie B1 nel campionato 2003/2004. La pallavolo maschile raggiunge la serie B2 nel campionato 2008/2009.

L'Arianese Calcio gioca nel Campionato "Eccellenza" nel 2003/2004.

La squadra di Calcio a 5 si è classificata al secondo posto nel campionato italiano 2002/2003 Lega Nazionale UISP.

Nel locale palazzetto dello sport sono stati disputati i seguenti incontri di boxe:
- 29/10/2004 - titolo intercontinentale maschile, categoria pesi mediomassimi, versione E.U.
- 18/09/2007 - titolo mondiale femminile, categoria pesi gallo, versione W.B.C.


Amministrazione comunale

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Voci correlate

Note

  1. ^ Fonte:Quotidiano Nazionale 7/2/2009-Cronaca di Rovigo, pag.1
  2. ^ La rotta separò ulteriormente Ariano e Corbola da Adria a nord e da Berra a sud (Memorie per la storia di Ferrara-pag 117).
  3. ^ La Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.) modificò il corso del Po. Il Po di Spina si suddivise in due rami: l'Olana (ora Po di Volano) e il Padoa (da cui deriva il nome Po), noto anche come Eridano. L'Olana verso il mare si suddivideva ulteriormente verso nord/est dando origine al Gaurus.
  4. ^ I Bizantini nelle varie campagne impiegarono quasi 1 milione di uomini; per trovare cifre simili occorre andare ai 700.000 della Campagna di Russia di Napoleone nel 1812. Nel 1266 Carlo I d'Angiò discese in Italia e occupò Napoli, le regioni del sud e la Sicilia con 30.000 uomini.
  5. ^ Fame e malattie uccisero 1/3 della popolazione italiana. Solo dopo centinaia di anni, nel Medioevo, si tornò ad una consistenza numerica equivalente.
  6. ^ Dante Alighieri contrasse la malaria nel 1321, al ritorno di una ambasceria a Venezia per conto dei Da Polenta, Signori di Ravenna. Scelse di passare dalla via Popilia, alternativa alla Romea, per evitare di essere riconosciuto.
  7. ^ Rimasero fuori dalla conquista longobarda Sicilia, Sardegna e territori corrispondenti circa a Lazio e Calabria.
  8. ^ La nascita dello Stato Pontificio col relativo potere temporale dei Papi fu una iattura per l'Italia, ritardandone per oltre mille anni l'unità territoriale. Vi fu un continuo susseguirsi di guerre, anarchia, repentini rovesciamenti di alleanze; il territorio spesso divenuto campo di battaglia delle potenze straniere.
    I Longobardi, ormai cristiani e "romanizzati", costituivano già un embrione di stato nazionale.
  9. ^ Il Papa Zaccaria aveva legittimato l'usurpazione di Pipino al trono merovingio di Childerico III.
  10. ^ Nel significato Longobardo del termine Duca
  11. ^ Fonte:http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=10879
  12. ^ Terre paludose del Goro, o "Polesine", terra emersa dalla palude.
  13. ^ In realtà un susseguirsi di rotte in quegli anni, non governate.
  14. ^ Il Delta del Po è sempre stato soggetto allo spostamento verso nord per un complesso di fenomeni geologici, uno dei quali è stato il maggior apporto di sedimenti dagli affluenti appenninici rispetto a quelli alpini; questi infatti depositano parte del materiale in sospensione nei laghi alpini che attraversano prima di raggiungere il Po.
  15. ^ Il Po di Goro è stato confine ufficiale tra due territori sovrani solo tra Austria e Stato Pontificio. Tuttavia lo spostarsi progressivo del confine nord/est tra Venezia e gli Estensi prima dalla bassa padovana all'Adige, poi all'Adigetto e al Canalbianco, di fatto spostarono investimenti Estensi, come il progettato porto e la città di Alcina, sulla riva sud del Po di Goro (Mesola e Po dell'Abate), rendendo gradualmente confine di fatto il Po di Goro.
  16. ^ Comune nell'accezione medioevale del termine; città fortificata che comandava nei territori circostanti, divenuta poi Signoria.
  17. ^ Fonte: Storia di Este e del suo territorio -di Gaetano Nuvolato, Domenico Coletti, pag. 291 -Este 1851.
  18. ^ Papa Innocenzo III, approfittando delle lotte per la successione di Enrico VI aveva nel frattempo ristabilito l'autorità papale sin dal 1197 sugli ex feudi pontifici.
  19. ^ Nel 1306 Azzo VIII, in cambio dell'aiuto di Venezia contro Bologna, Mantova e Verona, dovette accettare un Visdomino veneziano a Ferrara.
  20. ^ Fonte:http://www.prolocoeste.it/Pagine/Italiano/Medioevo3_i.asp
  21. ^ In realtà gli Estensi avevano da molto tempo perduto quei territori; tuttavia ancora per qualche anno negli atti pubblici venivano registrati aggiungendo anche quell'appellativo.
  22. ^ Per Bassopolesine si intendevano le parti di territorio allora esistenti di Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po (allora era solo la frazione di Mazzorno destro).
  23. ^ Fonte:http://www.storiaviva.it/arruolamento_compagnia_di_san_pietro/guerra_del_sale_1482_1484_375.htm
  24. ^ Napoleone pretese la rinuncia al titolo di "Sacro Romano Impero".
  25. ^ Con legge della Consulta legislativa del 23 fiorile anno IX repubblicano (1800), pubblicata dal 2 giugno 1800. Nel decreto napoleonico sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno dell'8 giugno 1805, n.46 il comune viene inserito nel dipartimento del Basso Po, distretto II di Comacchio, cantone II di Codigoro.
  26. ^ Fonte: Corografia dell'Italia - Giovanni B. Rampoldi-pag 119 vol.I
  27. ^ La sovrana patente del 7 aprile 1815 sull'istituzione del Regno del Lombardo Veneto include Ariano nella provincia di Venezia, capoluogo del Distretto VI.
  28. ^ Fonte: Gianfranco Cori. Massenzatica, dal Comune al CUM -pag. 245.
  29. ^ Fonte:http://www.adsic.it/2006/10/05/custoza-la-battaglia/
  30. ^ Fonte:http://www.resistenzanovarese.it/cressa.php
  31. ^ Fonte: Morire per la Patria - I Caduti polesani nella guerra 1915-1918, Daniela Baldo - edizioni Minelliana - Badia Polesine 2002;
  32. ^ Fonte:Il Gazzettino 24/3/2009-Cronaca di Rovigo, pag.XIII
  33. ^ La malaria è ancora oggi la seconda malattia infettiva al mondo. L'eradicazione della zanzara Anopheles è stata favorita anche dall'inquinamento che ha provocato la sua sostituzione con la variante innocua delle specie Culex pipiens.
  34. ^ Fonte:http://www.antidigitaldivide.org/print.php?sid=558
  35. ^ Fonte:http://punto-informatico.it/2367861/Telefonia/News/telecom-italia-non-anti-digital-divide.aspx
  36. ^ Fonte:http://www.webnews.it/news/leggi/4592/telecom-solo-pezze-contro-il-digital-divide/
  37. ^ Fonte:http://www.i-dome.com/flash-news/pagina.phtml?_id_articolo=12732-Telecom-Italia-e-i-progetti-Anti-Digital-Divide.html
  38. ^ Fonte:http://www.wholesale-telecomitalia.it/cgi-bin/wholesale.dll/wholesale/TI_WS_GuestLogin.jsp
  39. ^ Test effettuati on line con Libero (http://assistenza.libero.it/angolo_pc/speedtest.phtml).
  40. ^ Dati tratti da:
  41. ^ Fonte: La Piazza -aprile 2009.
  42. ^ Fonte: O. Turolla, Le Origini della Fiera di Ariano- Il resto del Carlino, 1/8/1985.
  43. ^ Fonte:Rampoldi-Corografia dell'Italia-vol.1, pag.119
  44. ^ Fonte:http://www.biografiadiunabomba.it/bombardamenti_seconda.php
  45. ^ Fonte:http://www.italia-liberazione.it/ita/newslocale.php?rete=1

Bibliografia

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  • Antonio Frizzi. Memorie per la storia di Ferrara - Ferrara, M DCC XCI, 1791;
  • Jacopo Filiasi. Memorie storiche de' Veneti primi e secondi - 1^ ediz., Venezia 1796-1798;
  • Gustavo Cristi. Storia del Comune di Ariano Polesine - Padova, 1934; ristampa Ariano nel Polesine 2008.
  • Aldo Tumiatti. Lotte contadine nell'Isola di Ariano - Rovigo, 1984;
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  • Umberto Carzoli. Ariano nel Polesine e la sua storia - Taglio di Po, 1998.
  • autori vari. Chiese e Oratori di Ariano nel Polesine - Taglio di Po, 2004.
  • Aldo Tumiatti. Il Taglio di Porto Viro. Aspetti politico-diplomatici e territoriali di un intervento idraulico nel delta del Po (1598-1648) - Taglio di Po, 2005.
  • Tino Sega. Poesie, tradizioni e ricordi del Polesine" - Corbola, 2005.
  • autori vari. Guida Turistico Stradale del Parco Regionale Veneto del Delta del Po - Lugo (RA), 2006.
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  • Tino Sega. Il Mondo Contadino - "Poesie, leggende e racconti del Polesine" - Corbola, 2007.
  • Armando Parenti. Una voce nel coro canta il Ballo della Vecia - Ariano nel Polesine, 2008.
  • Aldo Tumiatti. Comunità e Parrocchia di Ariano dal taglio di Porto Viro alla rotta di Corbola (1600-1705) - Taglio di Po, 2008.
  • Valentino Zaghi. Lettere al Duce - I Polesani scrivono a Mussolini - Minelliana - Rovigo, 2009.

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