Fernando Alonso
Fernando Alonso Díaz (Oviedo, 29 luglio 1981) è un pilota automobilistico spagnolo di Formula 1, vincitore dei Campionati Mondiali 2005 e 2006 con la scuderia Renault, team in cui è oggi titolare. Soprannominato Magic Alonso[1] e Matador, oltre a essere il pilota spagnolo di maggior successo, ha detenuto il record di "più giovane vincitore di un Campionato Mondiale di Formula 1", conseguito al termine della stagione 2005[2], ed è tuttora il più giovane bi-campione del mondo di categoria. Con la stagione 2007 è diventato il secondo pilota dopo Michael Schumacher a ottenere un punteggio maggiore di 100 punti nel Campionato Mondiale per tre stagioni consecutive.
| {{{Nome}}} | |
|---|---|
| Nazionalità | |
| Altezza | 173 cm |
| Peso | 68 kg |
| Squadra | Renault |
Lo spagnolo, inoltre, è un ambasciatore UNICEF[3] ed è un dirigente della Grand Prix Drivers' Association[4].
È considerato da gran parte della stampa e dalla maggior parte dei tifosi come uno dei più grandi talenti attuali nelle corse automobilistiche[5][6].
Biografia
Infanzia
Fernando Alonso nacque a Oviedo, nel nord della Spagna. La madre Ana Maria lavorava in un grande magazzino[7] mentre il padre José Luis era stato assunto come meccanico in una fabbrica di esplosivi nei pressi della stessa città delle Asturie[7][8]. Quest'ultimo, corridore dilettante kart, volle trasmettere la sua passione per i motori ai propri figli[7]. Costruì allora un kart che era destinato alla sorella maggiore di Fernando, Lorena[9]. Tuttavia la bambina non mostrò particolare interesse per questo sport e il fratello poté così iniziare a coltivare la passione per le quattro ruote[8][9].
Carriera
Gli inizi
Con il sostegno dal padre, partecipò da bambino a competizioni di kart in Spagna. Sebbene le risorse familiari non fossero sufficienti ad assicurare al giovane una carriera nel settore motoristico, i successi ottenuti attirarono alcuni sponsor. Tra il 1990 e il 1997 vinse 13 competizioni nelle varie categorie e tornei giovanili dei kart[10].
Adrián Campos, ex-pilota Minardi, diede ad Alonso la possibilità di guidare per la prima volta un'automobile da corsa nell'ottobre del 1998. Dopo tre giorni di test nel circuito di Albacete riuscì a eguagliare il tempo sul giro del precedente pilota, Marc Gené[10]. In seguito Campos lo portò a gareggiare nella World Series by Nissan[11]; nella seconda gara, sempre ad Albacete, Alonso vinse per la prima volta. A fine campionato risultò il miglior pilota e batté per un punto il rivale del torneo Manuel Giao, vincendo e ottenendo il giro più veloce durante l'ultima gara della stagione. Al termine della competizione, l'appena diciottenne Alonso fu nuovamente impiegato dalla scuderia di Faenza come collaudatore; le prove lo videro girare 1 secondo e 5 centesimi più veloce di ogni altro tester[11].
Approdò nella stagione seguente, con il Team Astromega, nella Formula 3000, serie propedeutica alla Formula 1. L'avvio di stagione non fu esaltante: nelle prime sette gare non riuscì a portare al proprio team neanche un punto. Tuttavia nelle ultime due corse conquistò un secondo posto e una vittoria, sufficienti per classificarsi quarto al termine del torneo alle spalle di Bruno Junqueira, Nicolas Minassian e Mark Webber[11].
2001: in Formula 1 con la Minardi
Alonso fu il terzo pilota più giovane di sempre a partecipare a un Gran Premio di Formula 1 quando esordì al Gran Premio d'Australia 2001 con la Minardi[12]. Il team fu nella prima parte della stagione sotto il controllo del nuovo proprietario Paul Stoddart[13], e la vettura affidata ad Alonso, la PS01, non si mostrò né rapida né tantomeno affidabile. Nondimeno le sue prestazioni furono buone tanto che, nella gara d'esordio, staccò in qualifica il compagno di squadra Tarso Marques di ben 2.6 secondi. Alla quarta gara di Imola riuscì a stare davanti a entrambe le Benetton, particolarità che si sarebbe ripetuta più tardi nel campionato[11]. Nella corsa finale a Suzuka chiuse 11º e il direttore del team Stoddart, quattro anni dopo, descrisse la sua prova come «53 giri da qualifica[14]». A far notizia non fu tanto la posizione conquistata, quanto il numero di avversari di maggior esperienza messi alle spalle: Heinz-Harald Frentzen della Prost (con un motore Ferrari), la BAR-Honda di Olivier Panis, le due Arrows e Alex Yoong (il nuovo compagno di squadra[11]). Chiuse la stagione a 0 punti.
I discreti risultati lo fecero conoscere a tutto il mondo e attirarono l'attenzione di molti team di punta della F1. Nel mese di settembre dello stesso anno la stampa europea sostenne che la Sauber volesse cercare di rimpiazzare Kimi Räikkönen con lo spagnolo ancorché, sia Felipe Massa, sia il collaudatore della Jaguar André Lotterer parevano essere in vantaggio rispetto allo stesso Alonso[15]. Un mese più tardi Massa fu scelto dal team svizzero per il 2002[16].
Alla fine fu decisivo Flavio Briatore il quale, convinto nelle potenzialità di Alonso, lo portò in qualità di team manager alla Renault. Briatore, in un primo momento, pensò di collocare Alonso al posto di Jenson Button, salvo poi scegliere di ingaggiare Fernando unicamente come collaudatore per il 2002[11].
2002-2006: gli anni dei successi con la Renault
2002
Alonso di conseguenza divenne collaudatore per la Renault[17], la quale aveva rilevato la Benetton[18], e nel 2002 completò 1642 giri di test[11]. Come previsto venne premiato la stagione seguente da Briatore, il quale lo pose, sostituendo Button, al fianco di Jarno Trulli[11].
2003
Al Gran Premio della Malesia 2003 conquistò la prima pole position[19]. Fu così che diventò il più giovane pilota a partire in prima fila in F1[20]. Il 2003 fu anche l'anno del primo grave incidente; durante il GP del Brasile, arrivato troppo velocemente nel luogo dell'incidente di Mark Webber, colpì una ruota di quest'ultimo e si schiantò a 290km/h contro le barriere di protezione. Alonso venne trasportato in ospedale per accertamenti e la gara sospesa dai giudici[21]; ciononostante, questo fuori pista non gli impedì di andare sul podio in quanto, per la classifica finale, vennero prese in considerazione le posizioni risalenti al giro precedente, con il pilota della Renault terzo[22].
Alla quinta gara chiuse secondo davanti al pubblico di casa, mentre durante il GP d'Europa 2003, accusato da David Coulthard e dall'amministratore delegato della McLaren di aver rallentato improvvisamente durante la gara proprio il pilota britannico, causando così un incidente tra i due, venne scagionato dai commissari FIA dopo un colloquio con i piloti e dopo un controllo accurato della telemetria[23]. Divenne in seguito alla vittoria all'Hungaroring il più giovane pilota in Formula 1 ad aver vinto una corsa[24]. Chiuse l'anno al sesto posto in classifica generale, con 55 punti e quattro podi.
2004
Per la stagione 2004, decise di rimanere alla Renault e durante l'anno salì sul podio per quattro volte, senza tuttavia vincere un GP. A Indianapolis fu nuovamente protagonista di un incidente ad alta velocità mentre stava battagliando per la terza posizione. Da menzionare il secondo posto dietro a Michael Schumacher in Francia, dove il tedesco lottò fino alla fine per riuscire a strappare il successo (nelle qualifiche Alonso aveva ottenuto la sua prima e unica pole position della stagione[25]).
Intanto verso la fine dell'anno peggiorarono sia i rapporti tra il compagno Trulli e Flavio Briatore sia le prestazioni della Renault[26]. Il pilota abruzzese si accordò infatti con la Toyota per la nuova stagione[27]. Alonso finì il torneo in quarta posizione generale, a 59 punti.
2005
Trulli fu sostituito nel 2005 con l'italiano Giancarlo Fisichella[29]. La Renault partì tra le favorite, ma i risultati furono da subito superiori a ogni più rosea aspettativa[30]: la vettura infatti fu sin dalle prime gare veloce e ben equilibrata[30], mentre, a causa delle modifiche regolamentari, i principali avversari dell'anno precedente (Ferrari, McLaren, BAR) si trovarono in ritardo o mancarono di affidabilità, specie la Rossa.
All'esordio in Australia giunse terzo per via di una posizione poco felice sulla griglia di partenza (uno scroscio di pioggia rallentò il suo giro cronometrato, facendolo partire 13º[31]) in una gara vinta proprio dal nuovo compagno di squadra Fisichella[32], ma nelle successive tre gare (Malesia, Bahrain, San Marino) una sequenza di vittorie ottenute dalla pole position lo issò in testa alla classifica mondiale[33][34][35], posizione che non avrebbe più ceduto fino alla fine del campionato.
Il resto dell'annata fu poi caratterizzato dal tentativo di Kimi Räikkönen di recuperare lo svantaggio grazie a una McLaren che via via si dimostrò la vettura più competitiva, afflitta però spesso da problemi di affidabilità che lo danneggiarono nella rincorsa[36]. Alonso contò invece sulla solidità della Renault per conquistare preziosi piazzamenti nella maggior parte delle gare e ulteriori vittorie al Nürburgring[37] e Hockenheim[38], sfruttando i problemi di Räikkönen[37][38], e in Francia[39], partendo indisturbato dalla pole come a inizio anno[40].
Dato il considerevole vantaggio, nelle ultime gare della stagione parve evidente come Räikkönen dovesse vincere tutte le corse in programma, mentre Alonso avrebbe potuto accontentarsi di perdere pochi punti sul pilota finnico, o addirittura guadagnarne come a Monza[41], dove vinse l'altra McLaren di Juan Pablo Montoya[41] a fronte di ennesimi problemi tecnici per il finlandese[41]. Questa tattica attendista generò non poche critiche al giovane pilota[42], ma lo portò a vincere matematicamente il titolo il 25 settembre in Brasile con l'ennesimo podio[43]: ottenne in questo modo il primato di campione del mondo più giovane con i suoi 24 anni 1 mese e 28 giorni[2] superando il precedente record di Emerson Fittipaldi[36]. Sarebbe stato scavalcato nella speciale classifica da Lewis Hamilton tre anni più tardi[44]. La stagione fu suggellata dalla pole e vittoria indisturbata al Gran Premio di Cina che regalò anche il primo Campionato Costruttori alla Renault[45]. Le sue vittorie incollarono alla televisione (sull'italo-iberica Telecinco e sulla catalana TV3) milioni di spagnoli, con punte di otto milioni di spettatori e 55% di share[46].
Più tardi dichiarò che quella del Brasile fu la sua gara più bella, perché sofferta e fino alla fine con il timore di non arrivare al traguardo[28]. Sempre nel 2005 fu insignito del Premio Principe delle Asturie per meriti sportivi[47].
2006
Difese il titolo nella stagione 2006 ancora al volante della Renault. Se l'anno prima era stata la McLaren con Räikkönen la sfidante principale dello spagnolo, sin dalle prove della prima gara (in Bahrain), si evidenziò il ritorno su alti livelli della Ferrari[48][49] dopo le difficoltà della stagione precedente: sarebbe stato proprio il pluricampione del Cavallino Schumacher a contendergli il titolo. Il primo round andò comunque ad Alonso, abile a passare il tedesco al pit stop, controllandolo poi nell'ultima fase di gara[50].
Approfittando di alcuni problemi tecnici palesati a inizio Campionato dalla Ferrari, il campione spagnolo portò a casa un secondo posto al successivo Gran Premio della Malesia e un altro successo in Australia. Dopo tre gare si trovò saldamente in testa al Mondiale con 28 punti, mentre il ferrarista rimase attardato, al quarto posto con sole 11 lunghezze. Questo vantaggio iniziale si sarebbe rivelato fondamentale per le future sorti della competizione. Al ritorno in Europa la Ferrari mostrò notevoli progressi, sia sul piano dell'affidabilità, che delle prestazioni; così il tedesco centrò due vittorie consecutive, a Imola e al Nurburgring, che gli consentirono di rilanciarsi per la lotta al titolo[51].
Alonso si riprese e infilò a sua volta quattro successi (Spagna, Monaco, Gran Bretagna e Canada) che sembrarono proiettarlo definitivamente verso la conquista del suo secondo Mondiale: a metà stagione, fu leader del Campionato con 25 punti di vantaggio su Schumacher[52].
La seconda parte del torneo, tuttavia, segnò una netta ripresa del team di Maranello, con il tedesco vincitore dei tre successivi Gran Premi corsi in USA, Francia e Germania. In questa fase della stagione la scuderia modenese parve più competitiva della Renault[53], anche per merito del grande recupero delle gomme Bridgestone sulle Michelin[54]. La squadra francese venne poi ulteriormente penalizzata, da un punto di vista tecnico, dall'improvvisa decisione della FIA di vietare il mass damper[55], sistema intorno al quale era stata progettata la monoposto[54].
Furono molteplici le polemiche, con Briatore che accusò la federazione di voler favorire il recupero della Ferrari. Ad alimentare ulteriormente la controversia, arrivò la decisione dei commissari in Ungheria che penalizzarono sulla griglia Alonso, reo di aver stretto il collaudatore della Red Bull Robert Doornbos contro il muretto dei box nel corso delle prove del venerdì[56], per poi punire analogamente Schumacher, colpevole di aver effettuato un doppio sorpasso in regime di bandiere rosse nelle libere del sabato[57]: perciò entrambi si ritrovarono con il proprio miglior tempo in qualifica incrementato di due secondi e di conseguenza retrocessi nelle posizioni di centro gruppo[57].
Protagonista in qualifica di un rallentamento ai danni di Felipe Massa che venne sanzionato con un arretramento di cinque posizioni sulla griglia di partenza[58], fu costretto a tentare un'ardua risalita e perse ben dieci punti a Monza, dove dovette ritirarsi per la rottura del motore. Lo stesso giorno dichiarò: «Amo la passione dei tifosi che vengono qui anche dalla Spagna, amo lo sport, ma non considero più la Formula 1 come tale[59]». Fecero discutere le affermazioni a campionato terminato del team manager Briatore, il quale paragonò l'atteggiamento dei commissari nei confronti di Alonso allo scandalo del calcio italiano 2006[60], definendo però la rottura del motore in Giappone di Michael Schumacher come una sorta di «giustizia divina[61]».
Quando mancarono solo tre gare alla fine del Campionato, i due contendenti furono separati da sole due lunghezze a favore di Fernando Alonso. Al GP di Cina Schumacher centrò la vittoria proprio davanti al rivale, che venne così superato in testa alla classifica piloti pur avendo gli stessi punti[62]. La svolta definitiva del Mondiale avvenne al 36º giro del Gran Premio del Giappone: il tedesco della Ferrari era agevolmente in testa quando ruppe il motore, spianando la strada alla settima vittoria dell'anno di Alonso che gli permise di porre una seria ipoteca sulla classifica generale[63].
I duellanti si presentarono quindi all'ultima gara in Brasile distanziati di ben dieci punti: allo spagnolo sarebbe bastato controllare, mentre Schumacher, giunto all'ultima gara della carriera[64], non avrebbe avuto altra possibilità che vincere, sperando che la Renault manifestasse problemi. Ma fu il ferrarista che, dapprima, venne costretto a non partecipare all'ultima fase delle qualifiche causa la rottura della pompa della benzina[65], poi rimase attardato in gara per una foratura[66]. A nulla sarebbe valso il suo recupero fino al quarto posto finale a suon di sorpassi e giri veloci, con Alonso che controllò tranquillamente e tagliò il traguardo in seconda piazza, alle spalle dell'altro ferrarista Felipe Massa, riconfermandosi così campione del mondo insieme alla sua Renault, vincitrice per il secondo anno consecutivo del Campionato Costruttori.
2007: il passaggio alla McLaren
Ancor prima che cominciasse la stagione 2006, il 19 dicembre 2005, Alonso annunciò la firma con la McLaren per il 2007[67]. Cominciò la sua avventura ufficiale con la casa britannica il 15 gennaio a Valencia.
L'esperienza con il team anglo-tedesco partì nel migliore dei modi, giungendo secondo nel Gran Premio d'Australia alle spalle del neo-ferrarista Kimi Räikkönen e imponendosi nel secondo appuntamento in Malesia. La seconda vittoria arrivò sul circuito del Principato, ancora una volta accompagnata da una doppietta, la terza nel Gran Premio d'Europa, dopo una gara caratterizzata dall'alternarsi del sole e della pioggia[68], mentre la quarta in Italia, a Monza.
Dopo la sentenza sulla Spy Story del 13 settembre, alla McLaren vennero tolti tutti i punti della classifica costruttori[69], mentre ai suoi piloti Hamilton e Alonso venne riconosciuto il merito di aver fornito le prove della colpevolezza del team[70], contenute in una serie di e-mail e contatti scambiati con il collaudatore Pedro de la Rosa, a sua volta informato dal capo progettista McLaren, Mike Coughlan, in cui puntualmente venivano citate informazioni confidenziali sui segreti della Ferrari[71][72]: in questo modo i due poterono evitare ogni tipo di penalizzazione[70]. Dall'e-mail emerse che Alonso fu sorpreso dai dati ricevuti e che dubitò dell'autenticità degli stessi; lo spagnolo era a conoscenza della strategia della Rossa durante il GP d'Australia e durante il GP del Bahrein, in cui si piazzò rispettivamente 2º e 5º[73].
Il boss della McLaren Ron Dennis, interrogato dalla FIA dopo il Gran Premio d'Ungheria, dichiarò che Alonso lo aveva precedentemente minacciato di rivelare queste azioni se non fosse stato posto come prima guida della scuderia[74]. Alonso non accettò la versione dei fatti di Dennis e chiese alla FIA di mostrare le prove della sua innocenza. La federazione affermò infine che aveva appreso tali fatti grazie a un errore di Coughlan[75].
Concluse la stagione al 3º posto, a pari punti con il suo compagno di scuderia Lewis Hamilton e a un solo punto di scarto dal vincitore del Campionato Kimi Räikkönen (il più esiguo margine di punti tra 1º, 2º e 3º classificato al termine di una stagione di F1).
La stagione fu segnata dalla forte rivalità tra Alonso, il direttore sportivo della scuderia di Woking, Ron Dennis e il suo compagno di squadra Hamilton[76][77][78] che, sebbene debuttante al fianco del due volte campione del mondo, si rivelò da subito competitivo[77]. Il rapporto con il team degenerò Gran Premio dopo Gran Premio, con la spaccatura definitiva durante le prove della gara in Ungheria[78]; lo spagnolo effettuò un pit stop più lungo del necessario e non permise ad Hamilton, in attesa ai box del rifornimento dell'asturiano, di completare un nuovo giro che gli avrebbe potuto regalargli la pole position[79]. Alonso venne declassato cinque posizioni alla partenza[80] e la McLaren venne estromessa dal punteggio per la classifica costruttori in quella corsa[81].
Il 2 novembre 2007 venne ufficializzato il suo divorzio dalla McLaren Mercedes[82]. Il giorno stesso il pilota spagnolo dichiarò: «Non mi sono mai sentito a mio agio in questo team[83]». Il 10 dicembre divenne ufficiale il suo ritorno alla Renault guidata da Flavio Briatore[84].
2008-2009: il ritorno alla Renault
2008
Nel 2008 fece ritorno alla Renault, che per riaverlo come prima guida dovette battere la concorrenza di Red Bull[85], Toyota[86] e Honda[87]. Venne affiancato dal giovane Nelson Angelo Piquet, esordiente nella categoria. Da subito la stagione apparve in salita a causa delle scarse prestazioni che la monoposto R-28 collezionò nei test e nelle prime prove.
La stagione del due volte campione del mondo, fino a quel punto deludente, ebbe una svolta a Singapore[88], durante il primo Gran Premio a corrersi in notturna (su pista illuminata artificialmente) e sul tracciato cittadino della città-stato asiatica: conseguì la prima vittoria dopo il ritorno alla Renault. Sebbene nei due turni di prove libere fosse stato il più veloce di tutti[89], un problema nel pescaggio della benzina della vettura durante le qualifiche lo costrinse a prendere il via dalla 15a posizione[89]. In gara partì molto scarico di carburante e dopo un brillante scatto balzò subito al 12º posto. Fu tra i primi a rientrare ai box per rifornire e al suo ritorno in pista, grazie all'ingresso della safety car per incidente del suo compagno di scuderia Nelson Piquet Jr., si ritrovò nelle prime posizioni. In regime di safety car uscirono dai giochi i piloti che avrebbero potuto contendersi la vittoria. Alonso vinse così la corsa davanti a Nico Rosberg e Lewis Hamilton.
Nel Gran Premio del Giappone corso sul tracciato del Fuji si qualificò al quarto posto e, dopo una gara movimentata ma condotta quasi sempre in testa, portò a casa il suo secondo Gran Premio stagionale precedendo Robert Kubica e Kimi Räikkönen.
A Interlagos non fu in grado di esprimersi al meglio durante le prove ufficiali e si presentò alla corsa domenicale in sesta piazza[90]. Si riscattò in gara, dove, mantenendo un ottimo passo, riuscì a stabilirsi dietro il leader della corsa Massa. Terminò il GP secondo, risultato che gli consentì di ottenere la quinta posizione in classifica generale per un punto davanti a Nick Heidfeld. Con l'ottima prestazione del Gran Premio del Brasile, che diede un seguito alle vittorie e alle buone prove delle corse immediatamente precedenti, mise fine a una della stagioni più difficili della sua carriera.
A campionato terminato confermò il prolungamento del suo contratto fino al 2010: avrebbe corso ancora per due anni con la Renault[91], scelta maturata dopo i notevoli miglioramenti tecnici che la casa francese palesò soprattutto negli ultimi Gran Premi[92].
2009
Anche nel 2009 corre per la Renault, che conferma anche il giovane compagno di squadra Nelson Piquet Jr. come seconda guida[92]. Sebbene la nuova vettura della casa francese, la R29, avesse mostrato una buona competitività nei test invernali grazie anche all'introduzione del kers, le prime gare della stagione si dimostrano piuttosto difficili per Alonso, trovatosi a lottare con i nuovi diffusori introdotti da Brawn GP, Toyota e Williams, le cui vetture sono nettamente più veloci[93].
Deluso dal rendimento della Renault, dopo il GP di Monaco, gara in cui si trova nuovamente nelle posizioni di centro classifica (finisce 7º), non nasconde il proprio rammarico al quotidiano spagnolo AS e afferma: «Ne ho abbastanza di perdere le speranze a metà Campionato. Io sono sempre molto motivato, ma sono stanco di essere dietro[94]». A quasi due anni di distanza (Monza 2007), ottiene all'Hungaroring una pole position. La posizione favorevole sulla griglia di partenza sarà poi vanificata in gara da un errore tecnico dei meccanici al pit stop, costringendolo al ritiro anticipato[95].
La vigilia del Gran Premio di Singapore è fortemente condizionata dallo scandalo relativo proprio alla stessa gara dell'anno precedente in terra asiatica; l'ormai ex-compagno di squadra Piquet – sostituito dopo il GP d'Ungheria da Romain Grosjean – rivela i retroscena di quell'incidente.
Briatore e Symonds, rispettivamente radiato e squalificato cinque anni dalla sentenza di primo grado del consiglio FIA, decidono quindi di lasciare il team[97]. Ciononostante, la R29 appare competitiva per tutto il weekend di Singapore, e Alonso concretizza la già positiva quinta piazza sullo schieramento di partenza con un terzo posto finale (primo podio della stagione).
Gli insistenti rumour che lo volevano in Ferrari a partire dal 2010 trovano conferma il 30 settembre, quando la scuderia di Maranello pubblica sul proprio sito un comunicato ufficiale: Alonso correrà con la Rossa per le prossime tre stagioni al fianco di Felipe Massa e Giancarlo Fisichella, selezionato per il ruolo di terzo pilota[98].
L'impatto sul pubblico spagnolo
Le grandi prestazioni di Alonso ebbero una forte influenza sui gusti sportivi degli spagnoli. I suoi successi infatti incrementarono notevolmente gli appassionati di F1 nel proprio paese d'origine[99]. Addirittura il 25 settembre 2005, giorno del suo storico titolo iridato, a Oviedo ebbero luogo dei festeggiamenti alquanto smisurati[9]. I supporter si riconoscevano dalla bandiera azzurra e gialla delle Asturie[100], che casualmente coincideva con il colore giallo-azzurro della Renault tra il 2002 e il 2006. Dopo la vittoria della competizione si tenne a Oviedo una vera e propria mostra dell'equipaggiamento del neo-campione mondiale[100].
Vita privata
È stato nell'infanzia compagno di scuola del cantante Melendi, che gli ha dedicato la canzone Magic Alonso in occasione del 24º compleanno, brano rilasciato dall'emittente Telecinco durante la riproposizione del Gran Premio d'Ungheria 2005.
È sposato dal 17 novembre 2006 con Raquel del Rosario, cantante del gruppo pop El Sueño de Morfeo[101].
Attualmente vive a Oxford, in Inghilterra[7] e possiede una casa a Mont-sur-Rolle, vicino al Lago di Ginevra, in Svizzera[102]. È un amante delle carte da gioco, ma anche dei trucchi che con esse si possono svolgere[7]; durante il weekend di gara, inoltre, è solito partecipare a partite di poker con il collega Robert Kubica e con altri appassionati all'interno del paddock[103]. Segue molti sport, come il ciclismo, il calcio (è un tifoso del Real Madrid[104]) e il tennis[7]. Oltre alla lingua madre, lo spagnolo, parla l'italiano, il francese e l'inglese.
L'osservatorio astronomico di Maiorca gli ha intitolato un asteroide, 73533 Alonso[105].
Nel 2006 ha prestato la sua voce a uno dei personaggi del film di animazione Cars, della Pixar Animation Studios.
Il 4 gennaio 2009 è stato coinvolto in un incidente aereo in Kenya con la moglie, dal quale è uscito completamente illeso. Il jet privato del pilota, di ritorno dalle vacanze di Natale trascorse in compagnia di Briatore, si è schiantato con l'ala sinistra contro una palazzina dell'aeroporto di Malindi[101].
Risultati
Sintesi della carriera
| Stagione | Classe | Scuderia | Gare | Pole | Vittorie | Punti | Piazzamento finale |
|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 1999 | Euro Open by Nissan | Campos Motorsport | 15 | 9 | 6 | 164 | 1º |
| 2000 | Formula 3000 | Team Astromega | 9 | 1 | 1 | 17 | 4º |
| 2001 | Formula 1 | Minardi | 17 | 0 | 0 | 0 | 23º |
| 2002 | Formula 1 | Renault | Collaudatore | ||||
| 2003 | Formula 1 | Renault | 16 | 2 | 1 | 55 | 6º |
| 2004 | Formula 1 | Renault | 18 | 1 | 0 | 59 | 4º |
| 2005 | Formula 1 | Renault | 19 | 6 | 7 | 133 | 1º |
| 2006 | Formula 1 | Renault | 18 | 6 | 7 | 134 | 1º |
| 2007 | Formula 1 | McLaren | 17 | 2 | 4 | 109 | 3º |
| 2008 | Formula 1 | Renault | 18 | 0 | 2 | 61 | 5º |
| 2009 | Formula 1 | Renault | 15 | 1 | 0 | 26 | 9º* |
*Stagione in corso.
In Formula 3000
N.B. Le gare in grassetto indicano una pole position mentre quelle in corsivo indicano il giro più veloce in gara.
(Legenda)
| Anno | Scuderia | Vettura | Motore | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | Posizione | Punti |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 2000 | Team Astromega | Lola B99/50 | Zytek V8 | IMO 9 |
SIL NP |
CAT 15 |
NÜR Rit |
MON 8 |
MAG Rit |
A1R 6 |
HOC Rit |
HUN 2 |
SPA 1 |
4º | 17 |
In Formula 1
N.B. Le gare in grassetto indicano una pole position mentre quelle in corsivo indicano il giro più veloce in gara.
(Legenda)
Vittorie
| Anno | GP Vinti |
|---|---|
| 2003 | 1 (Ungheria) |
| 2005 | 7 (Malesia, Bahrain, San Marino, Europa, Francia, Germania, Cina) |
| 2006 | 7 (Bahrain, Australia, Spagna, Monaco, Gran Bretagna, Canada, Giappone) |
| 2007 | 4 (Malesia, Monaco, Europa, Italia) |
| 2008 | 2 (Singapore, Giappone) |
Record e risultati rilevanti
| Record o risultato significativo | Luogo, stagione, numero o età del primato |
|---|---|
| Più giovane bi-campione del mondo | 25 anni e 84 giorni nel 2006 |
| Secondo più giovane pilota a vincere una gara | 22 anni e 26 giorni al Gran Premio d'Ungheria 2003 (dietro a Sebastian Vettel: 21 anni e 73 giorni al Gran Premio d'Italia 2008) |
| Secondo più giovane pilota in pole position | 21 anni e 236 giorni al Gran Premio della Malesia 2003 (dietro a Sebastian Vettel: 21 anni e 72 giorni al Gran Premio d'Italia 2008) |
| Terzo più giovane pilota a partire in prima fila | 21 anni e 237 giorni al Gran Premio della Malesia 2003 (dietro a Ricardo Rodriguez: 19 anni e 208 giorni al Gran Premio d'Italia 1961 e dietro a Sebastian Vettel: 21 anni e 72 giorni al Gran Premio d'Italia 2008) |
| Secondo più giovane pilota a far registrare un giro veloce | 21 anni e 321 giorni al Gran Premio del Canada 2003 (dietro a Nico Rosberg: 20 anni e 258 giorni al Gran Premio del Bahrain 2006) |
| Secondo più giovane pilota a salire sul podio | 21 anni e 237 giorni al Gran Premio della Malesia 2003 (dietro a Sebastian Vettel: 21 anni e 73 giorni al Gran Premio d'Italia 2008) |
| Secondo più giovane pilota a comandare la corsa per almeno un giro | 21 anni e 237 giorni al Gran Premio della Malesia 2003 (dietro a Sebastian Vettel: 20 anni e 89 giorni al Gran Premio del Giappone 2007) |
| Secondo più giovane campione del mondo | 24 anni e 59 giorni nel 2005 (dietro a Lewis Hamilton: 23 anni e 300 giorni nel 2008) |
| Secondo più alto numero di pole position consecutive dalla prima gara | 9 dal Gran Premio del Bahrain 2006 al Gran Premio del Canada 2006 (a parimerito con Lewis Hamilton: 9 dal Gran Premio d'Australia 2007 al Gran Premio di Gran Bretagna 2007 e dietro a Michael Schumacher: 17 dal Gran Premio d'Australia 2002 al Gran Premio del Giappone 2002) |
| Più giovane pilota e minor numero di gare per raggiungere 500 punti | 27 anni e 329 giorni, 113 gare al Gran Premio di Francia 2008 |
| Secondo pilota a ottenere per tre stagioni consecutive 100 (o più) punti | Nel 2007 (dopo Michael Schumacher: nel 2002) |
| Secondo più alto numero di podi in una stagione | 15 nel 2005 (dietro a Michael Schumacher: 17 nel 2002) |
| Secondo più alto numero di podi consecutivi | 15 dal Gran Premio di Turchia 2005 al Gran Premio del Canada 2006 (dietro a Michael Schumacher: 19 dal Gran Premio degli Stati Uniti 2001 al Gran Premio del Giappone 2002) |
| Terzo più alto numero di punti in una stagione | 134 nel 2006 (dietro a Michael Schumacher: 148 nel 2004 e 144 nel 2002) |
| Vincitore del primo Gran Premio di Formula 1 in notturna | Gran Premio di Singapore 2008 |
| Vincitore dell'800º Gran Premio di Formula 1 | Gran Premio di Singapore 2008 |
Note
- ^ Habemus Alonso, in La Gazzetta dello Sport, 29 aprile 2005, p. 29.
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- (FR) Martine Camus, Fernando Alonso: Le sacre de la jeunesse, Chronosports, 2006, ISBN 9782847071085.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fernando Alonso
- Wikinotizie contiene l'articolo Automobilismo, Formula 1: Alonso vince il G.P. d'Europa, 22 luglio 2007
- Wikinotizie contiene l'articolo Alonso vince il mondiale di Formula 1 2006, GP del Brasile a Felipe Massa, 22 ottobre 2006
Collegamenti esterni
- (EN, ES) Sito ufficiale
- (EN, FR, DE, ES) Profilo di Fernando Alonso, da ING-RenaultF1.com
- (EN) Profilo di Fernando Alonso, da Formula1.com
- (EN) Statistiche di Fernando Alonso, da Formula1DataBase.com
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