Anfiteatro
L'anfiteatro è un edificio di forma ellittica usata per spettacoli pubblici. Nell'antichità classica (associato particolarmente all'antica Roma) veniva usato per i giochi gladiatori (chiamati anche munera) e per le venationes, ovvero gli scontri tra gladiatori (o uomini vestiti come essi) e animali (tra cui figuravano tigri, leoni, orsi, coccodrilli, rinoceronti etc.).

Anfiteatri antichi
A prescindere dalla funzione, la differenza esteriore tra un anfiteatro e un teatro romano è che l'anfiteatro è di forma ellittica mentre il teatro è semicircolare e dotato di una scena sul lato rettilineo. Il nome "anfiteatro" però non significa, come è generalmente ritenuto, "doppio teatro" o "unione di due teatri", bensì "spazio destinato agli spettatori che corre attorno all'arena".[1] L'anfiteatro è diverso anche dal circo romano che ha una forma molto più allungata (di solito supera i 555 m) con il lato breve, corrispondente ai 'carceres', rettilineo, e che era usato per corse di cavalli aggiogati a carri. Tuttavia i circhi sono forse meno comuni e certamente meno noti, mentre l'anfiteatro (assieme al teatro e alle terme) rappresenta un monumento tipico di ogni città romana grande o piccola.
Il primo anfiteatro permanente fu l'anfiteatro di Statilio Tauro a Roma, eretto nel 29 a.C.
L'anfiteatro più famoso al mondo è l'anfiteatro Flavio, detto Colosseo, costruito dalla dinastia dei Flavi. In particolare fu iniziato dall'imperatore Vespasiano e fu terminato (e sontuosamente inaugurato) dal figlio Tito. Il Colosseo ha le dimensioni maggiori (diametri esterni: 188 x 156m, arena: 86 x 54 m).
Il secondo è l'anfiteatro di Capua (I-II secolo, 170 x 140 m). Altri grandi anfiteatri sono:
- L'Anfiteatro romano di Milano (II-III secolo, 155 x 125), di cui rimangono pochi resti.
- L'Anfiteatro di Verona (152 x 123 m), probabilmente il meglio conservato e ancora utilizzato per spettacoli lirici.
- L'anfiteatro di El Jem (148 x 122 m), tardo e mai ultimato ma in buono stato di conservazione.
- L'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli (147 x 117).
- L'Anfiteatro di Siracusa (140 x 119 m).
- L'Anfiteatro di Catania (II secolo d.C.?, 125 x 105 m), oggi quasi del tutto interrato[2].
- Ad Arles (136 x 107 m), Nîmes (133 x 101), Pola (132 x105), Tarragona (109,50 x 86,50 m), Lecce (102 x m 83).
I giochi
L'edificio è legato ai giochi gladiatori (combattimenti tra gladiatori variamente armati) e alle venationes, ovvero spettacoli che comprendono animali, sia in forma di caccia più o meno ritualizzata, sia in forma di combattimento in cui uomini o animali vengono variamente penalizzati. L'origine di questi giochi risale forse a giochi che si tenevano in occasione dei funerali, ampiamente documentati nell'antichità. Nell'Italia meridionale (in particolare presso i Sanniti) sono descritti combattimenti anche cruenti in occasione delle cerimonie funebri. L'originario collegamento con funzioni religiose si attenuò col passare del tempo.
I combattimenti tra gladiatori conquistarono in breve la città di Roma, dove i giochi venivano dapprima ospitati in luoghi non propri, poi ebbero sede in una struttura in legno, e infine ebbero un edificio monumentale degno della popolarità che riscuotevano nella Capitale. Da Roma in breve tempo si espansero in tutto l'Impero, dalle grandi città fino nei luoghi più sperduti. Ed erano edifici di solito imponenti. Ad esempio, in un piccolo centro come Cividate Camuno è stato portato alla luce un anfiteatro di 73 x 65 metri dotato di vari servizi, una palestra e terme riservate ai gladiatori.
La grande espansione degli anfiteatri in tutto l'Impero si ha tra il I e il II secolo d.C.
Questi giochi godevano di una grande popolarità, e affluivano spettatori sia dalle città vicine, sia dalla campagna. Il numero di posti disponibili ci pare oggi modesto rispetto agli stadi moderni: l'anfiteatro più grande, il Colosseo, conteneva verosimilmente 40.000 o 50.000 spettatori, ma non sono rari anfiteatri con 2000-2500 posti che erano folle considerevoli per la popolazione dell'epoca.
Per facilitare gli spostamenti degli spettatori locali e dei forestieri, di solito gli anfiteatri erano collocati in periferia o fuori le mura lungo direttrici importanti.
I casi tipici di anfiteatri posti fuori le mura sono quelli di Verona o di Milano.
Dopo la diffusione del Cristianesimo i giochi furono osteggiati dalle autorità religiose per la loro disumanità. Già dal IV secolo alcuni anfiteatri iniziarono ad essere demoliti (le pietre della summa cavea a Milano furono impiegati per le fondazioni della basilica di San Lorenzo nel IV-V secolo). La popolarità dei giochi durò nel tempo, eludendo sovente le proibizioni emanate dalle autorità. Costantino li vietò fin dal 326; sembra che a Costantinopoli l'interdizione fosse osservata, mentre nel 397 a Roma sono ancora citate le scuole di gladiatori (i ludi). Costanzo II li impose di nuovo, Valentiniano III decretò la fine dei giochi, anche se gli ultimi che si tennero al Colosseo furono celebrati da un regnante barbarico Teodorico nel VI secolo.
Struttura
Il centro dell'anfiteatro è costituito da un'area pianeggiante a forma ellittica, coperta di sabbia, e chiamata arena. Tutto attorno si sviluppa la cavea, ossia l'insieme delle gradinate in muratura, dove prendevano posto gli spettatori. Queste gradinate erano di solito divise in settori, in modo che spettatori di censo e categoria sociale diversi non fossero mescolati. Da un lato vi era una costruzione speciale, in sostanza una tribuna riservata alle autorità (pulvinar). Gli spettatori entravano nella cavea e ne uscivano attraverso apposite porte poste a vari livelli, che davano accesso a scale e corridoi che, settore per settore, davano su ingressi esterni differenti, per far sì che le diverse classi sociali potessero muoversi su percorsi anch'essi separati. Questi accessi erano chiamati vomitoria.
Le gradinate terminavano esternamente con un muro che circondava tutto l'anfiteatro (il muro di summa cavea) che negli anfiteatri maggiori portava un anello di pietra con dei fori. In questi fori venivano posti dei pali che reggevano dei velaria, ovvero delle grandi tele che servivano a fare ombra (e forse a proteggere dalla pioggia) gli spettatori, che venivano manovrate da personale specializzato, a volte ingaggiato fra i marinai esperti nell'arrampicarsi sugli alberi delle navi per manovrare le vele.
Nelle sostruzioni o negli spazi dentro la costruzione vi erano molti locali di servizio finalizzati agli usi più disparati: dal magazzinaggio di attrezzature o scenari, alla ritenzione degli animali destinati ai combattimenti (carceres), ai vani destinati ai gladiatori quali palestre o terme (talvolta collocati invece nei pressi dell'anfiteatro), e luoghi di preghiera per coloro che si preparavano ai combattimenti. A Roma è famosa la meta insudans una fontana dove i gladiatori andavano a lavarsi o a medicarsi le ferite. L'apparato per la gestione degli anfiteatri era enorme, comprendendo gli addetti alla movimentazione delle scene nell'arena (o sotto l'arena), i manovratori dei velari sopra la cavea, i sorveglianti delle entrate e delle uscite, gli incaricati al nutrimento e alla cura degli animali, e altri protagonisti di svariati servizi connessi con gli spettacoli quale, ad esempio, la rimozione dall'arena di uomini e animali feriti o uccisi nel corso dei combattimenti. I locali di servizio erano dunque numerosi e articolati. Al giorno d'oggi non è ancor chiara la funzione di alcuni di essi.
A volte vi erano dei sistemi ingegnosi per fare entrare gli animali nell'arena senza che aggredissero gli addetti. Vi erano dei corridoi che permettevano di inserire dei pali da una parete all'altra, attraverso dei fori posti a distanze regolari sulle pareti stesse. Inserendo i pali dietro gli animali, si impediva che tornassero indietro, e sfilando i pali davanti agli animali gli si permetteva di progredire verso l'arena. Si tratta quindi di un sistema di gabbie mobili, di cui l'unico esempio ben conservato è presente nel piccolo anfiteatro di Cividate Camuno (vedi immagine).
I grandi anfiteatri erano costruzioni imponenti, tutte fuori terra e su un terreno in apparenza pianeggiante. Tuttavia vi sono due rilievi da fare:
1- In primo luogo vari anfiteatri sono costruiti in realtà su un avvallamento naturale o artificiale. In questo caso scavando l'arena si poteva risparmiare un po' di opera murararia. Il Colosseo stesso è costruito su un luogo dove in precedenza vi era un laghetto, e per questo era possibile allegare l'arena e svolgervi perfino delle battaglie navali. L'arena in alcuni casi poggiava sul terreno vero e proprio, in altri casi (di nuovo nel caso del Colosseo in epoca successiva) vi era un pavimento mobile, con botole o a pannelli, che mediante appositi macchinari o montacarichi consentiva di far comparire o scomparire elementi scenografici, persone o animali. Alla base degli anfiteatri non è raro verificare la presenza di varie altre costruzioni sotterranee, come l'imponente sistema di canalizzazioni sotto l'Arena di Verona.
2- In secondo luogo (soprattutto negli anfiteatri minori) si poteva appoggiare uno dei due bordi lunghi dell'ellisse ad una pendenza o ad una collina. Lo scavare le gradinate in un pendio è tipico dei teatri sia greci che romani (un esempio fra tutti quello di Efeso), e quindi per costruire un teatro si ricorreva, se possibile, proprio al fianco di una collina, tuttavia vi sono casi in cui la pendenza è stata sfruttata anche per la cavea degli anfiteatri. Per citare un caso, Verona rappresenta la situazione tipica: il teatro è scavato nella roccia e l'anfiteatro è costruito su un'area pianeggiante.
Le fondazioni di questi edifici erano di solito in opus caementicium cioè ciottoli o pietrisco legati con malta di calce, e sopra di esse iniziava l'opera in muratura che poteva comprendere componenti lapidiche e marmoree e raggiungere altezze attorno ai 50 metri. Il paramento esterno dell'anfiteatro, ad arcate, era ornato con colonne, lesene e relativi capitelli di diverso stile con l'aumentare dell'altezza, come d'uso abituale nella contaminatio architettonica romana, con varie decorazioni e statue, in modo a conferire ad esso un aspetto monumentale e fastoso.
Elenco degli anfiteatri romani
Le rovine di decine di anfiteatri sono stati individuati nelle più disparate aree dell'impero romano e la presenza di molti altri è attestata da iscrizioni ed altre fonti storiche.
Alcuni di queste località sono:
- Arelate (l'odierna Arles)
- Béziers
- Fréjus
- Grand
- Lugdunum (l'odierna Lyon)
- Lutetia (l'odierna Parigi): Arènes de Lutèce
- Mediolanum Santonum (l'odierna Saintes)
- Nemausus (Arena di Nîmes)
- Nizza
- Parigi
- Sanxay
- Camulodunum (Colchester)
- Charterhouse on Mendips
- Cirencester
- Deva (Chester)
- Durnovaria (Dorchester)
- Isirium (Aldborough)
- Calleva Atrebatum (Silchester)
- Rutupiae
- Venta Silurum (Caerwent)
- Viroconium
- Scythopolis (Bet She'an)
- Alba Fucens (nei pressi dell'odierna Avezzano)
- Allifae (l'odierna Alife, CE)
- Amiternum (nei pressi dell'odierna L'Aquila)
- Ancona
- Aquileia
- Aquinum (l'odierna Aquino, FR)
- Ariminum (l'odierna Rimini)
- Arretium (l'odierna Arezzo)
- Asisium (l'odierna Assisi, PG)
- Asculum (l'odierna Ascoli Piceno): localizzato al di sotto dell'attuale Piazza San Tommaso
- Augusta Bagiennorum (l'odierna Bene Vagienna)
- Augusta Praetoria (l'odierna Aosta)
- Auximum (l'odierna Osimo, AN): attestato da iscrizioni
- Benevento
- Cagliari
- Capua: anfiteatro campano
- Carsulae (nei pressi dell'odierna San Gemini, TR)
- Casinum (l'odierna Cassino, FR): fatto costruire dalla matrona romana Ummidia Quadratilla nel I secolo d.C.
- Castra Albana (l'odierna Albano Laziale): anfiteatro romano di Albano Laziale.
- Catania: anfiteatro romano, nella piazza di Via Stesicoro,percorribile al di sotto degli edifici Sette e Ottocenteschi
- Civitas Camunnorum (l'odierna Cividate Camuno, BS): recentemente restaurato e inserito in un parco archeologico
- Cupra Maritima (l'odierna Cupra Marittima, AP): attestato da iscrizioni
- Eporedia (l'odierna Ivrea, TO): ormai poco riconoscibile
- Fanum Fortunae (l'odierna Fano, PU): localizzato nel lato settentrionale della città e documentato
- Falerio Picenus (l'odierna Falerone, FM): visibili alcune strutture superstiti
- Firmum Picenum (l'odierna Fermo): attestato da iscrizioni
- Florentia (l'odierna Firenze)
- Forum Sempronii (nei pressi dell'odierna Fossombrone, PU): localizzato con fotografia aerea nel settembre 2009
- Herdonia (l'odierna Ordona, FG)
- Hispellum (l'odierna Spello, PG)
- Interamnia (l'odierna Teramo)
- Interamna Nahars (l'odierna Terni)
- Larinum (l'odierna Larino, CB)
- Libarna (nei pressi dell'odierna Serravalle Scrivia, AL)
- Lucca
- Luceria (l'odierna Lucera, FG)
- Lupiae (l'odierna Lecce)
- Luna (l'odierna Luni, SP)
- Mediolanum (l'odierna Milano): anfiteatro romano
- Mevania (l'odierna Bevagna, PG)
- Nola
- Neapolis (l'odierna Napoli)
- Ocriculum (l'odierna Otricoli, TR)
- Padova
- Paestum
- Pisaurum (l'odierna Pesaro):attestato da iscrizioni
- Pollentia (l'odierna Pollenzo, CN)
- Pompei
- Puteoli (l'odierna Pozzuoli, NA): Anfiteatro Flavio e Anfiteatro minore
- Roma: Colosseo, Anfiteatro castrense, Ludus Magnus
- Rusellae (nei pressi dell'odierna Grosseto)
- Siracusa: anfiteatro romano
- Spoletium (l'odierna Spoleto, PG)
- Suasa (nei pressi dell'odierna Castelleone di Suasa, AN): anfiteatro romano
- Sutrium (l'odierna Sutri, VT)
- Tarentum (l'odierna Taranto)
- Telesia (l'odierna San Salvatore Telesino)
- Interamnia (l'odierna Teramo): anfiteatro romano
- Termini Imerese
- Trebula Mutuesca (l'odierna Monteleone Sabino)
- Trieste
- Urbs Salvia (l'odierna Urbisaglia, MC)
- Veleia
- Verona: Arena di Verona
- Nijmegen: non più esistente, rimangono tracce nell'attuale pavimentazione stradale Rembrandstraat alcune ruderi delle fondazioni sono ancora visibili
- El Jem: incompleto, tra i meglio conservati al mondo
Anfiteatri contemporanei
Nell'accezione moderna, il termine anfiteatro è spesso usato in riferimento a aree semicircolari, acusticamente insonorizzate, in particolar modo se all'aperto.
Un anfiteatro naturale è uno spazio teatrale situato a ridosso di una montagna o di una formazione rocciosa particolare che naturalmente amplifica o rimanda il suono, rendendolo ideale per spettacoli musicali e teatrali. Il termine anfiteatro può anche essere usato per descrivere le formazioni naturali di questo tipo, anche se mai utilizzato per fini teatrali.
Notevoli sono gli anfiteatri naturali di Echo Rock, New Mexico, Cedar Breaks National Monument e Red Rocks, Colorado.
Note
- ^ Eugenio La Rocca, Linguaggio artistico e ideologia politica a Roma in età repubblicana, in "Roma e l'Italia. Radices Imperii", Roma 1990
- ^ R. J. Wilson, La topografia della Catania romana. Problemi e prospettive, <<CATANIA ANTICA, Atti del Convegno della SISAC>>, Pisa-Roma 1996, pp. 165-167.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su anfiteatro
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su anfiteatro
Collegamenti esterni
- (EN) "Amphitheatrum" (Smith's Dictionary of Greek and Roman Antiquities)
- Cividate Scamuno
- Anfiteatro di Caerleon
- Anfiteatro di Chester
- Anfiteatro di Pola
- Roma: Anfiteatro Castrense
- Roma: Colosseo su LacusCurtius
- Anfiteatro de Nîmes, Francia