Associazione Sportiva Roma

club calcistico italiano di Roma
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L'Associazione Sportiva Roma, abbreviata in A.S. Roma o più semplicemente Roma, è una società calcistica di Roma. Tra le principali squadre italiane, fu fondata il 22 luglio 1927, e milita in Serie A. Insieme a Juventus e Lazio, è una delle tre società italiane di calcio quotate in borsa.[2]

A.S. Roma
Calcio
File:Romaasstemma.png
Giallorossi; La Maggica
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Terza divisa
Colori sociali Giallo-oro e rosso-porpora
SimboliLupa capitolina
InnoRoma (non si discute, si ama)
Antonello Venditti (1974)
Dati societari
CittàFile:Roma-Stemma.png Roma
NazioneItalia (bandiera) Italia
ConfederazioneUEFA
Federazione FIGC
CampionatoSerie A
Fondazione1927
PresidenteItalia (bandiera) Rosella Sensi
AllenatoreItalia (bandiera) Claudio Ranieri
StadioOlimpico di Roma
(72.698 posti)
Sito webwww.asroma.it
Palmarès
ScudettoScudettoScudetto Coppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa ItaliaCoppa Italia Supercoppa italianaSupercoppa italiana Coppa delle Fiere
Scudetti3
Trofei nazionali9 Coppe Italia
2 Supercoppe italiane
Trofei internazionali1 Coppe delle Fiere
1 Torneo Anglo-Italiano
Si invita a seguire il modello di voce
«La Roma non ha mai pianto e mai piangerà: perché piange il debole, i forti non piangono mai.[1]»

In 82 anni di storia ha sempre partecipato, tranne che in una sola occasione (nel 1951-52), ai campionati di Serie A, vincendo 3 scudetti, 9 Coppe Italia (primato di vittorie nella competizione, condiviso con la Juventus) e 2 Supercoppe italiane. Ha terminato il campionato per dieci volte al secondo posto e cinque volte al terzo. In 80 stagioni sportive, è arrivata sul podio nel 22,5% delle occasioni.

Il simbolo della squadra è la Lupa capitolina, emblema della città di Roma; la divisa, che prende i colori dal gonfalone cittadino, è rosso scura tendente al porpora (rosso pompeiano) bordata di giallo-arancio (giallo oro).[3]

Le principali rivali nazionali della Roma sono la Lazio, con la quale si contende il primato cittadino nei Derby della Capitale, e la Juventus, squadra contro la quale l'undici capitolino rivaleggiava negli anni ottanta per la conquista del titolo.[4] [5] A livello internazionale la rivalità più accesa è certamente legata alla squadra inglese del Liverpool, che nel 1984 batté ai rigori la Roma nella finale della Coppa dei Campioni proprio in casa dei giallorossi, allo Stadio Olimpico.[6]

Stando ad alcuni sondaggi sul numero di tifosi per squadra l'AS Roma si collocherebbe tra il quarto e il quinto posto tra le società italiane. Viene posizionata dietro Juventus, Milan ed Inter (questi due in contesa per la piazza d'onore), ed in competizione con il Napoli per il quarto posto.[7][8]

Nell'ultima classifica mondiale per club IFFHS di tutti i tempi (All-Time Club World Ranking), aggiornata al dicembre 2008, la Roma occupa il quattordicesimo posto, preceduta in Italia solamente da Juventus, Milan, Inter.[9], mentre la classifica mondiale per club IFFHS relativa al periodo gennaio-dicembre 2009 (Club World Ranking) pone la Roma all'undicesimo posto nel mondo, prima assoluta tra le squadre italiane.[10]

Secondo la rivista americana Forbes, in uno speciale reportage del 2008, il valore del club capitolino ammonta a 434 milioni di dollari, classificando la Roma undicesima nella graduatoria mondiale delle società più valutate e terza tra quelle italiane, dopo Milan e Juventus.[11] Nel 2009, dal rapporto annuale pubblicato da Deloitte, risulta essere la nona società di calcio più ricca in Europa, con un fatturato di 175 milioni di euro, posizionandosi davanti alle italiane Inter (173 milioni) e Juventus (168 milioni), ma dietro al Milan (210 milioni).[12]

Storia

 
Andamento della Roma in Serie A dalla nascita alla stagione 2008-09

Sostanzialmente nella storia della Associazione Sportiva Roma possono essere riconosciuti tre grandi periodi, coincidenti con i tre titoli nazionali conquistati, nei quali la squadra visse una serie di annate decisamente positive. Gli anni che partono dalla sua nascita fino all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, furono l'epoca degli entusiasmi iniziali, quelli del Testaccio. Al termine di un decennio in cui la squadra esprimeva un bel gioco, ottenuto grazie alle prestazioni di giocatori realmente attaccati alla maglia, il club coronò il sogno di vincere il suo primo scudetto.[13] Dopo la parentesi degli anni sessanta, in cui la squadra ottenne l'unica vittoria europea della sua storia con la Coppa delle Fiere e le sue 2 prime Coppe Italia, un secondo periodo d'oro si può facilmente riconoscere negli anni della gestione Viola, quelli successivi alla prima grande crisi del calcio moderno, in cui la squadra giallorossa sotto la guida di Nils Liedholm, oltre a vincere il secondo titolo della propria storia, quasi riuscì nell'impresa storica di vincere la Coppa dei Campioni, arrendendosi solo in finale ai calci di rigore. Una terza epoca infine va ricondotta ai primi anni duemila, quando grazie agli sforzi economici del presidente Franco Sensi con allenatore Capello, figura discordante e poco amata dai tifosi romanisti,[14] la Roma arrivò a conquistare il suo terzo titolo nazionale e successivamente svolse una serie di annate di buon livello.[15]

Le origini

Alba
Fortitudo
Roman

Agli inizi del XX secolo, periodo in cui la popolarità del gioco del calcio era sempre più crescente in tutta la penisola italiana, nella città di Roma la pratica di questo sport era svolta da un gran numero di piccoli club, ognuno con le sue particolarità e differenze: in tale contesto le formazioni erano costituite da semplici squadre di quartiere oppure da rappresentative calcistiche di classi sociali ben definite.[16][17] Negli anni venti, a Roma, giocavano ben otto società nella prima divisione regionale: U.S. Romana, S.G.S. Fortitudo, S.S. Alba, C.R. Juventus Audax, Roman F.C., C.S. Audace, S.S. Pro Roma e S.S. Lazio.[18] Template:AS Roma origini

La nascita della A.S. Roma

«Il nuovo club assume la denominazione di Associazione Sportiva Roma e veste i colori dell'Urbe, giallo-rosso, con sul petto il fascio littorio e la lupa romana in campo verde.»
 
Italo Foschi, fondatore della A.S. Roma

La squadra capitolina venne costituita grazie alla fusione di tre delle società calcistiche di Roma: l'Alba Audace, il Roman e la Fortitudo Pro Roma.[19] Tale decisione venne presa per volere dell'allora segretario della federazione romana del Partito Nazionale Fascista, Italo Foschi, all'epoca anche membro del CONI e Presidente della Fortitudo Pro Roma. La data di nascita della A.S. Roma è stata a lungo discussa: ufficialmente viene infatti indicato il 22 luglio 1927, data del primo ordine del giorno; in realtà sembra che l'accordo per la fusione sia stato raggiunto il 7 giugno dello stesso anno, come annunciato il giorno successivo dai quotidiani romani Il Tevere, La Tribuna e Il Messaggero.[20][21]

Foschi diede corpo all'idea di avere una squadra sportiva che portasse il nome della città di Roma e che potesse ambire ai massimi risultati. Infatti, così come era accaduto in altre città del centro-nord (Firenze) e del sud (Napoli e Bari), si intendeva dare vita, attraverso la fusione, a compagini di maggiori dimensioni in grado di reggere l'urto del calcio professionistico, già ampiamente praticato dalle formazioni del nord dell'Italia, fino a quel momento dominatrici assolute della scena calcistica nazionale. Della fusione avrebbe dovuto far parte anche la Società Sportiva Lazio, ma la stessa rimase fuori dall'accordo per l'intervento di un generale della Milizia fascista, il piemontese Giorgio Vaccaro, appartenente al club biancoceleste e Presidente della FIGC dal 1933 al 1942.[22]

File:Ferrarisbernardini.jpg
Ferraris IV e Bernardini, pionieri del calcio romano

Il primo presidente della neocostituita società divenne lo stesso Foschi, il quale tuttavia, dopo solo un anno, dovette rinunciare all'incarico: venne infatti nominato membro del direttorio federale della Spezia e lasciò così la presidenza al banchiere Renato Sacerdoti.[23] La sede della Roma venne posta nel rione di Campo Marzio, in via Uffici del Vicario n° 35, nei vecchi uffici del Roman Football Club.[23] Nei primi due anni di vita, la Roma giocò provvisoriamente al Motovelodromo Appio, in attesa della costruzione del proprio stadio, dove si trasferì e giocò fino alla fine degli anni trenta: il Campo Testaccio.[24] [25]

I colori, il simbolo e la sociologia

I colori scelti per la nuova compagine nata dalla fusione furono il giallo oro e il rosso porpora, gli stessi della società Roman, ma anche quelli del gonfalone del Campidoglio: il giallo oro ed il rosso porpora o pompeiano, ereditati dagli antichi vessilli dell'Impero Romano. Come simbolo fu invece scelta la lupa che allatta Romolo, il mitico fondatore di Roma, e suo fratello Remo. L'emblema della squadra, uno scudo bipartito rosso-oro sormontato dalla lupa capitolina, comprende tutti questi elementi.[26] Il fatto di rappresentare nei colori e nel simbolo la città e la tradizione di Roma, oltre ad essere l'associazione di tre dei quattro club romani di quei tempi, fece sì che la squadra richiamasse immediatamente a sé le simpatie della grande maggioranza dei cittadini appartenenti sia ai nuovi quartieri che ai rioni nel cuore della città.[27]

Gli anni trenta

La Roma conquistò il primo trofeo già nella stagione 1927/28, la stessa della propria fondazione, vincendo la Coppa CONI.

La Roma "testaccina"

 
Il mitico Campo Testaccio

A partire dal 1930, la Roma poté finalmente trasferirsi nel nuovo stadio, il Campo Testaccio dell'omonimo quartiere popolare.[23] A quel periodo è legata una delle più significative pagine della storia romanista: il pubblico caloroso e gremito nelle tribune di legno dipinte di giallo-rosso di quello stadio costituì l'elemento fondamentale che spinse i giocatori giallorossi a fornire comunque la migliore prestazione in campo.[28] Di conseguenza la squadra di quegli anni mostrava un carattere forte ed impavido di fronte a qualsiasi avversario. [29] Protagonisti di tale periodo furono il capitano Attilio Ferraris IV, il portiere Guido Masetti, il mediano Fulvio Bernardini ed il centravanti fiumano Rodolfo Volk, che segnò ben 103 gol con la maglia giallorossa.[30][31][32][33]

 
Sciabbolone Volk in azione

Nell'estate del 1933 la Roma, dopo aver venduto pur con la contrarietà dei propri tifosi il cannoniere Volk, mise a segno tre colpi di mercato acquistando quelli che furono successivamente identificati come i "tre moschettieri" argentini: Enrico Guaita, soprannominato "Il corsaro nero", la mezz'ala Alessandro Scopelli e il centro-mediano Andrea Stagnaro.[34] Sebbene i tre fuoriclasse rimasero nella squadra solamente per due stagioni, contribuirono in modo determinante a trascinare la squadra, che ottenne un quinto ed un quarto posto. Dopo esser stati naturalizzati italiani per godere di alcuni vantaggi, tra cui anche quello di poter esser convocati nella nazionale azzurra, fuggirono di nascosto in una notte del 1935, spaventati dalla possibilità di una chiamata alle armi.[35] L'Italia in quel periodo era infatti in procinto di effettuare la Guerra d'Etiopia.

Durante la stagione 1934/35, il presidente Renato Sacerdoti decise di porre in essere un'operazione di ringiovanimento della rosa, pertanto decise di cedere il capitano Ferraris IV. Questi, poco propenso ad allontanarsi da Roma, si accasò clamorosamente alla Lazio, diventandone addirittura il capitano.[36] Tale trasferimento sconvolse i tifosi romanisti, per i quali il giocatore divenne un vero e proprio traditore. In seguito, Attilio Ferraris divenne campione del mondo con la nazionale italiana e qualche mese dopo verrà definito, in una storica partita con l'Inghilterra, il "Leone di Highbury".[30]

Gli anni quaranta

Il primo scudetto

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La Roma del primo scudetto

Dopo un decennio di piazzamenti altalenanti, nella stagione 1941/42 la Roma conquista il suo primo scudetto, grazie alla vittoria per 2-0, del 14 giugno 1942, contro il Modena nell'allora Stadio Nazionale, sito al posto dell'attuale Stadio Flaminio. Il trofeo giunse inaspettato, in quanto gli anni trenta si erano conclusi con l'egemonia del Bologna e dell'Ambrosiana, le quali si erano divise i precedenti due scudetti, risultando, pertanto, le favorite per la conquista del titolo. La squadra giallorossa, invece, nella stagione precedente si era addirittura classificata undicesima. Il protagonista della stagione, con 18 reti messe a segno, fu un giovane centravanti: Amedeo Amadei, chiamato amorevolmente dai tifosi romanisti "Il fornaretto".[37] Per la prima volta nella storia del calcio, lo scudetto tricolore venne assegnato ad una squadra del centro Italia, al di sotto della pianura padana.[38]

Il declino del dopo scudetto

Nell'anno successivo alla vittoria dello scudetto, il presidente Edgardo Bazzini confermò in blocco la squadra campione d'Italia, commettendo di fatto un gravissimo errore che lentamente portò i meccanismi della formazione ad un improvviso ed inesorabile tracollo. Lo sbaglio principale fu quello di non tener conto che l'età media della ristretta rosa giallorossa era ormai notevolmente alta, soprattutto per i parametri dell'epoca, allorquando la carriera di un normale atleta era decisamente più breve rispetto a quella di un calciatore odierno.[39] Se da un lato questa fu la causa principale del declino della squadra scudettata, bisogna tuttavia sottolinare che cominciava ad affermarsi nella realtà del calcio italiano la squadra che avrebbe dominato il campionato nei travagliati anni quaranta: il Grande Torino.[40]

La guerra pose fine al campionato nazionale, che venne sospeso per tre anni. In questo periodo furono disputati solo dei campionati regionali o locali; nella capitale venne organizzato il Campionato romano di guerra. Il torneo nazionale riprese solo nel 1945/46 e venne suddiviso nuovamente in due gironi: uno per il nord ed uno per il centro-sud. La squadra capitolina non riuscì tuttavia a competere con le altre formazioni del settentrione ed oltretutto era impossibile per quella squadra confrontarsi con il Grande Torino, che si dimostrava imbattibile per chiunque.[41]

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Gli allenatori della Roma

Gli anni cinquanta

La retrocessione in Serie B e l'immediato ritorno

Nella stagione 1950/51 la panchina giallorossa subì diversi cambi di allenatore. La Roma perse 11 partite per 1-0, in quanto ogni volta che la squadra subiva un gol non era in grado di rimontare, manifestando una sorta di impotenza nei confronti dell'avversario. Il tracollo fu inevitabile e si compì all'ultima giornata di campionato: il 17 giugno del 1951, esattamente cinquant'anni prima della conquista, anch'essa all'ultima giornata, del terzo scudetto giallorosso, la Roma, per la prima ed unica volta nella propria storia, retrocesse in Serie B.[39]

La discesa nella serie cadetta scosse l'ambiente e spinse il vecchio presidente Renato Sacerdoti a riprendere la guida della società. Il Banchiere di Testaccio riuscì nel non semplice compito di far risalire subito la società nella massima serie. Nel 1951-52 avrebbe conquistato la promozione solo la prima squadra classificata mentre la seconda avrebbe dovuto confrontarsi con la quartultima classificata in serie A.[42] La squadra giallorossa disputò quindi il torneo cadetto confrontandosi con un agguerrito Brescia, che fino all'ultima giornata insidiò la squadra giallorossa. Ciononostante, la Roma rimase prima in classifica per tutto il campionato, che concluse a 53 punti, ad una lunghezza sui rivali lombardi. Il 22 giugno del 1952, a dieci anni esatti dalla conquista dello scudetto, i giallorossi festeggiarono il ritorno in Serie A.[39][43]

Negli anni successivi alla promozione, la squadra venne arricchita di nuovi e prestigiosi acquisti. La panchina venne affidata prima a Mario Varglien, poi all'inglese Jesse Carver, il quale riuscì nelle prime giornate di campionato a creare un buon sistema di gioco che consentì alla squadra di disputare ottime partite. Tuttavia, gli iniziali sforzi profusi vennero vanificati nel corso del campionato da una serie di infortuni che fecero scivolare la Roma al sesto posto in classifica.

 
Dino Da Costa in allenamento

Il 17 maggio 1953, la Roma si trasferì dallo Stadio Nazionale (ribattezzato "Stadio Torino" per onorare la squadra del Grande Torino caduta a Superga) nel nuovo Stadio Olimpico. A sorpresa, nell'estate dello stesso anno venne messo a segno un grandissimo colpo di mercato: la Roma ingaggiò dal Peñarol il ventisettenne campione uruguagio Alcides Ghiggia, ala di gran classe, autore in particolare del gol vittoria nella finale tra il Brasile e l'Uruguay nei Mondiali del 1950.

Negli anni successivi, la Roma alternò buone stagioni (come il terzo posto nel 1954/55) ad altre disastrose, e nel 1956/57 sfiorò nuovamente la retrocessione. Protagonisti della seconda metà degli anni cinquanta furono Alcides Ghiggia e il brasiliano Dino Da Costa, formidabile attaccante che con la Roma vinse la classifica marcatori del 1957 con 22 reti. Da Costa divenne l'idolo dei tifosi romanisti poiché disputava eccellenti derby, nei quali segnava puntualmente. In quegli anni, un altro pilastro della squadra fu Giacomo Losi, difensore-mediano leader del reparto arretrato e fulcro del gioco romanista. In particolare Losi è stato il giocatore con più presenze in assoluto con la maglia della Roma (386) fino al febbraio 2008, quando è stato superato da Francesco Totti. L'attaccamento ai colori ed il suo carattere straordinario, da capitano vero, valsero a Losi il soprannome di "Core de Roma".

Gli anni sessanta

La Coppa delle Fiere

Nel 1960-61 i giallorossi riuscirono a raggiungere una dimensione europea, grazie alla vittoria della Coppa delle Fiere.[44]

La Roma di Giacomo Losi conquistò la coppa vincendo la doppia finale contro il Birmingham City: dopo aver pareggiato 2-2 in trasferta, i giallorossi si imposero per 2-0 all'Olimpico. Nella storia di questa competizione nessun'altra formazione italiana riuscirà ad aggiudicarsi il trofeo, che poi sarebbe stato sostituito dalla Coppa UEFA nel 1971.[45] Nelle file della dirigenza romanista che vinse il trofeo, figurava come vice-presidente Franco Sensi, che esattamente 40 anni dopo vincerà da presidente il terzo scudetto della storia giallorossa.[46]

 
Giacomo Losi con la Coppa delle Fiere

Durante gli anni sessanta, la Roma disponeva di una formazione con diversi fuoriclasse, tra i quali si distinse l'attaccante argentino Pedro Manfredini, eccellente "rapinatore" dell'area di rigore, che fu uno dei cannonieri più prolifici della storia giallorossa. In particolare, Manfredini fu capocannoniere del campionato 1963 a pari merito con Harald Nielsen del Bologna. Un altro ottimo giocatore di quel periodo fu la mezz'ala Francisco Ramon Lojacono, giocatore ambidestro dotato di uno straordinario tiro da fuori area, che gli consentiva di battere precisi e potenti calci di punizione. Infine nella Roma giocava anche il forte cannoniere oriundo Antonio Valentin Angelillo. Altri protagonisti importanti dell'epoca furono sicuramente lo svedese Arne Selmosson e l'uruguagio Juan Alberto Schiaffino. Nonostante la stagione deludente, conclusasi con un dodicesimo posto in classifica, la squadra giallorossa nel 1963-64, conquistò la sua prima Coppa Italia, dopo aver battuto nella finale il Torino. La Roma di quegli anni nonostante sulla carta fosse molto competitiva non riuscì mai a superare il quinto posto in classifica, per questo la stampa dell'epoca accusò i giocatori di essere attratti dalla dolce vita e di condurre stile di vita poco professionale.[47]

La decade si chiuse con la semifinale della Coppa delle Coppe 1969-70, dove la Roma pareggiò per 1-1 in casa e per 2-2 in trasferta contro il Górnik Zabrze. All'epoca non era prevista né la regola dei gol fuori casa, né quella dei tiri di rigore. Lo spareggio, che si disputò a Strasburgo il 22 aprile 1970 e iniziò con oltre mezz'ora di ritardo per problemi all'impianto di illuminazione dello stadio, finì ancora in parità: 1-1 dopo i tempi supplementari (Lubański e Capello su rigore); il lancio della monetina si svolse in campo e favorì i polacchi.[48]

La crisi finanziaria

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La formazione vincitrice della seconda Coppa Italia

Nel 1964 la Roma si trovò sull'orlo del fallimento in quanto il deficit era talmente rilevante che la società era impossibilitata a pagare gli stipendi dei propri giocatori, i quali minacciavano lo sciopero. Il giorno di capodanno del 1965, al Teatro Sistina, spinti dalle polemiche dell'allora allenatore della Roma Juan Carlos Lorenzo, i tifosi organizzarono addirittura una colletta per reperire i fondi per la trasferta di campionato che avrebbe avuto luogo qualche giorno più tardi.[49]

Dopo l'inevitabile cessione di alcuni giocatori rappresentativi, tra cui Giancarlo De Sisti detto "Picchio", nel 1967 il presidente Franco Evangelisti, completando il piano di risanamento delle casse societarie, trasformò la Roma in una società per azioni.[48] Verso la fine degli anni sessanta, la squadra venne affidata ad Helenio Herrera, tecnico vincente che aveva portato l'Inter alla conquista di due Coppe Intercontinentali. Nonostante l'arrivo del nuovo allenatore, i risultati sul campo non migliorarono; la Roma concluse il campionato solamente ottava, ma vinse comunque la sua seconda Coppa Italia nel giugno del 1969.

Gli anni settanta

Gli anni della "Rometta"

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Pierino Prati e Giancarlo De Sisti con la maglia della Roma negli anni settanta
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Francesco Rocca, detto Kawasaki, sfortunato campione giallorosso

Gli anni settanta furono uno dei decenni meno gloriosi per la storia romanista, ma comunque i più densi di sentimenti per la tifoseria, a quei tempi molto calda. La mitica bandiera Giacomo Losi si vide riconsegnare il cartellino dalla società dopo diverse incomprensioni con Herrera, si ritirò senza prendere in considerazione altre porposte così da chiudere la carriera avendo giocato solo nella Roma, vennero inoltre ceduti alla Juventus, nell'ultimo anno della presidenza di Marchini, i tre "gioielli" (Spinosi, Capello e Landini).[48] Questi evidenti segnali di ridimensionamento aprirono la strada a quella che ancora oggi viene ricordata come la "Rometta" di Gaetano Anzalone: una squadra fatta di gregari, giovani promesse e soprattutto vecchie glorie, giocatori che avevano già dato il meglio di sè in altre piazze, come Pierino Prati, Luis del Sol, Amarildo.[50] Rimarcabile in tale contesto fu il ritorno di Picchio De Sisti. La Roma, nel corso di questo decennio, oscillò costantemente in posizioni di media classifica, ad esclusione del 1975, quando conquistò il terzo posto. Nella seconda metà degli anni settanta, la panchina giallorossa fu guidata da Nils Liedholm, il "barone" svedese, il quale realizzò il sogno dello scudetto solo negli anni ottanta con l'arrivo di Dino Viola. Il momento peggiore di quegli anni si concretizzò nella stagione 1978/79, quando la Roma ebbe la certezza di rimanere in Serie A solo alla penultima giornata: il 6 maggio 1979, grazie ad un pareggio in casa con l'Atalanta per 2-2. La squadra comunque precedette solamente quattro squadre. Nella stagione successiva, la Roma venne rilevata da Dino Viola, che trasformò completamente la squadra cogliendo i frutti tecnici ed organizzativi che Anzalone aveva seminato.

Nascita del tifo organizzato e del CUCS

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Una delle prime immagini del CUCS

Durante questi anni di crescente passione per i colori, all'interno dello Stadio Olimpico nella Curva Sud, la zona più calda del tifo romanista (che fu acquisita esclusivamente dai giallorossi l'11 marzo 1973 dopo l'allontanamento di una minoranza di tifosi della Lazio che si erano appostati in quel settore durante i derby), cominciarono a formarsi dei gruppi organizzati di giovani, i quali, dal 1977, confluirono in un unico gruppo: il Commando Ultrà Curva Sud.[51] La stessa società, nella persona del presidente Gaetano Anzalone, chiese ed ottenne dai personaggi carismatici del tifo giallorosso di unirsi per cercare di risolvere il crescente problema della violenza.[52] L'idea era quella di convogliare le energie dei tifosi, perlopiù impiegate fino ad allora in manifestazioni aggressive, in un sostegno fattivo e unanime per la squadra, associato ad un rifiuto esplicito della violenza. La strategia che portò al modello di tifoseria organizzata si rivelò efficace, a tal punto da essere presa d'esempio dalle altre curve italiane, e diede il via ad un decennio di grande passione sportiva, nel quale finalmente la Curva Sud si trovò unita nell'obiettivo unico di sostenera la squadra, tanto da essere premiata internazionalmente con il "Fair Play Trophy" nel 1986.[53]

Gli anni ottanta

Il secondo scudetto

File:Roma1983.jpg
La Roma del secondo scudetto
 
Bruno Conti

La crescita societaria portò, già nella stagione 1980/81, ad un secondo posto che non dava pienamente merito alla squadra per l'ottimo rendimento visto in campo. L'annata trascorsa fu comunque fautrice di un felice quadriennio che regalò al club molti riconoscimenti. La stagione fu decisa, in particolare, da un contestatissimo gol annullato al difensore Maurizio Turone nello scontro diretto con la capolista Juventus.[54] La decisione arbitrale divenne un simbolo della presunta dipendenza psicologica delle terne arbitrali.[55][56]

Nella stagione 1982/83, sotto la guida del presidente Dino Viola e dell'allenatore svedese Nils Liedholm, la Roma si aggiudicò il secondo scudetto della propria storia; fecero parte della rosa della prima squadra giocatori come il capitano Agostino Di Bartolomei, il centrocampista Carlo Ancelotti, il brasiliano Paulo Roberto Falcão, il difensore Pietro Vierchowod, il centravanti Roberto Pruzzo (secondo miglior cannoniere giallorosso di tutti i tempi con 106 gol, superato a fine 2004 da Francesco Totti) e l'ala Bruno Conti, già campione del mondo con la Nazionale italiana in Spagna nel 1982.

La finale della Coppa dei Campioni

 
Falcão in azione con la maglia giallorossa
File:Grobbelaar conti.jpg
Il rigore di Bruno Conti nella finale di Coppa dei Campioni 1983/1984
File:Dinoviola.jpg
Nils Liedholm, Bruno Conti, Dino Viola e Paulo Roberto Falcão, in una foto prima del Mondiale 1982

Nel corso della stagione 1983/1984, la Roma raccolse i frutti del proprio gioco "a zona", giungendo il 30 maggio 1984 in finale di Coppa dei Campioni, che nell'occasione si disputava proprio allo Stadio Olimpico di Roma. Pur giocando una partita di ottimo livello, non riuscì ad imporsi sui "reds" del Liverpool e, dopo aver concluso i tempi regolamentari per 1-1 (gol del vantaggio di Phil Neal per il Liverpool al 15' e pareggio per i giallorossi di Pruzzo al 44'), perse la coppa ai calci di rigore, a causa degli errori dal dischetto di Bruno Conti e Ciccio Graziani.[57] L'amarezza della sconfitta, causata anche dal fatto che la finale si era svolta in casa, fece scaturire numerose polemiche, che si moltiplicarono nei giorni successivi, volte alla ricerca di scoprire le cause della mancata vittoria. Molte proteste furono indirizzate sul gol del vantaggio del Liverpool, nato successivamente ad un'azione in cui non fu ravvisato un probabile fallo di carica sul portiere giallorosso Tancredi, ostacolato in uscita dall'irlandese Ronnie Whelan, che gli fece perdere il pallone lasciando così la porta indifesa.[58] Inoltre, fu molto discussa la decisione di Falcão, all'epoca uno dei simboli della Roma di non voler battere uno dei rigori finali, il brasiliano non era comunque uno specialista degli 11 metri.[59][60][61] La Roma fu comunque protagonista di una straordinaria stagione, aggiudicandosi nello stesso anno la Coppa Italia.

L'incredibile sconfitta con il Lecce

Dopo aver concluso comunque uno dei migliori periodi della propria storia con Liedholm, la Roma di Dino Viola affidò la panchina giallorossa ad un altro tecnico svedese, Sven-Göran Eriksson. Dopo una prima stagione deludente, conclusasi con il settimo posto in classifica e con l'amaro addio di Falcão, nella stagione 1985/86 la Roma sfiorò nuovamente il tricolore: dopo un'incredibile rimonta di 9 punti sulla capolista Juventus, battuta all'Olimpico con un sonoro 3-0, la penultima giornata di campionato riservò alla squadra giallorossa un turno teoricamente favorevole per il sorpasso in testa alla classifica: la Roma doveva infatti affrontare in casa il Lecce, squadra peraltro già retrocessa. Il gol dell'ex Alberto Di Chiara ed una doppietta di Juan Alberto Barbas condannarono invece la Roma ad un'inaspettata sconfitta per 2-3: la sconfitta, assieme a quella subita contro il Liverpool, fu identificata come una delle pagine più amare della storia del club capitolino. La conquista, nello stesso anno, della sua sesta Coppa Italia non bastò a consolare i tifosi, che avevano anche assistito al giro d'onore del presidente Viola e del sindaco di Roma Ugo Vetere prima della partita. Nelle due stagioni successive la Roma acquista, fra gli altri, gli attaccanti titolari degli anni successivi: il tedesco Rudi Völler e la promettente seconda punta Ruggiero Rizzitelli. Viola tentò di rilanciare la squadra anche acquistando il brasiliano Renato Portaluppi, ma questi, pur popolarissimo in patria, si rivelò ben presto inadatto al calcio europeo.

Gli anni novanta

La morte di Viola e gli anni bui della nuova Roma

 
Giuseppe Giannini agli esordi con la maglia della Roma

Dino Viola morì il 18 gennaio del 1991, dopo aver prelevato il forte difensore centrale Aldair, il quale sarebbe divenuto negli anni a venire il pilastro difensivo della squadra.[62] La scomparsa del presidente segnò l'inizio di un lungo periodo di caos per la Roma, che tuttavia aggiunse ai propri trofei, sotto la guida di Ottavio Bianchi, la settima Coppa Italia. La coppa fu conquistata contro la Sampdoria, che però prevalse per 1-0 nel successivo match di Supercoppa di Lega. Nella stagione, inoltre, la Roma disputò un entusiasmante cammino in Coppa UEFA, eliminando, nell'ordine, Benfica, Valencia, Bordeaux, Anderlecht, Brøndby. I giallorossi si presentarono alla finale della competizione contro l'Inter con all'attivo un ruolino di marcia invidiabile: 8 vittorie, 2 pareggi, 20 reti fatte e 5 subite, nonostante avessero incontrato diverse teste di serie.[63] Nel doppio confronto, dopo aver perso la partita di andata a San Siro per 2-0, la squadra giallorossa non riuscì a ribaltare il risultato all'Olimpico: davanti a 85.000 spettatori, vinse solo per 1-0 con una rete di Rizzitelli segnata negli ultimi minuti di gioco.[64] Forte fu la delusione dei tifosi che, dopo la sfortunata finale di Coppa dei Campioni disputata pochi anni prima, videro per la seconda volta una squadra avversaria alzare un trofeo internazionale nello Stadio Olimpico.[65]

Il nuovo presidente Giuseppe Ciarrapico era un sincero tifoso della squadra, ma difettava di competenza manageriale. Le sue controverse decisioni si tradussero nella stagione in una serie di risultati altalenanti.[66][67]

In Coppa delle Coppe, la Roma venne eliminata nei quarti di finale dal Monaco.

Al termine della stagione successiva, il tecnico Bianchi lasciò il posto a Vujadin Boškov, il quale era fautore di un gioco spettacolare che lasciava ampia libertà ai calciatori talentuosi; non a caso fece esordire in prima squadra anche un Totti appena sedicenne.[68]

La società entrò nel caos nella primavera del 1993: Ciarrapico fu arrestato per bancarotta e tradotto in carcere insieme a Mauro Leone, figlio dell'ex Presidente della Repubblica e dirigente del gruppo aziendale.[69] Ciarrapico dimostrò fino all'ultimo il proprio attaccamento alla squadra, lasciando la clinica romana dove era stato ricoverato l'8 marzo del 1993 per un malore (poche ore prima del suo arresto), per visitare i giocatori al termine della partita Roma-Milan, semifinale di Coppa Italia.

La rinascita ad opera di Franco Sensi

La bufera scatenatasi contro la Roma fu ingigantita anche dalla contestuale positività alla cocaina riscontrata all'attaccante Claudio Caniggia.[70] Ciò rese difficoltosa la successione della presidenza, che nel giro di un paio di mesi passò nelle mani degli imprenditori romani Franco Sensi e Pietro Mezzaroma.[71] A dispetto delle enormi difficoltà, la squadra raggiunse la finale di Coppa Italia da disputarsi contro il Torino, ma nella gara di andata, giocata in trasferta, la squadra perse per 3-0, compromettendo di fatto la vittoria finale. Ciononostante la squadra reagì con grande orgoglio e all'Olimpico sfiorò l'impresa, vincendo splendidamente per 5-2 con tre gol del capitano Giuseppe Giannini, tutti messi a segno su calcio di rigore.

Nel biennio successivo, Franco Sensi, divenuto l'unico proprietario della Roma, cercò di dare una decisa virata alla politica societaria.[72][73] Chiamò in panchina il trasteverino Carlo Mazzone e rafforzò in modo deciso la squadra, acquistando dall'Udinese il capocannoniere del precedente campionato, Abel Balbo. Mazzone come prima mossa inserì stabilmente in prima squadra il maggiore talento del vivaio di quegli anni, Francesco Totti, il quale, nonostante la giovane età, avrebbe reso la squadra più forte e imprevedibile. Nonostante le migliori premesse, la Roma non ottenne in questi anni piazzamenti prestigiosi, né alcuna vittoria nelle competizioni disputate. La crescente insofferenza dei tifosi sulla mediocrità dei risultati raggiunti spinsero il presidente a prendere la sofferta decisione di cambiare allenatore, sostituendolo con l'argentino Carlos Bianchi, già vittorioso della Coppa Intercontinentale col Vélez Sársfield. Ciononostante, la stagione successiva, condizionata anche da acquisti fallimentari, si rivelò disastrosa e vide l'esonero di Bianchi con un conseguente dodicesimo posto in classifica.

 
Fabio Capello

Dopo la brutta esperienza, Franco Sensi decise di rifondare la squadra affindandola al boemo Zdeněk Zeman, fautore di un gioco molto offensivo ma estremamente imprudente; questo fu il limite principale della Roma di quel periodo, che alternò vittorie spettacolari e ricche di gol a sconfitte imprevedibili e per questo brucianti. Per tali motivi Franco Sensi decise di chiamare in panchina un allenatore titolato e vincente come Fabio Capello.

Capello forgia dei vincenti

Il tecnico friulano arrivò a Roma nel 1999 con le idee chiare, l'esperienza necessaria e la capacità di trasmettere alla squadra voglia e convinzione nei propri mezzi. Gli acquisti di Vincenzo Montella e Hidetoshi Nakata rafforzarono una rosa già molto competitiva. Alla fine del campionato, però, la Roma si classificò solamente sesta.

Il nuovo millennio

Il terzo scudetto

 
17 giugno 2001: la Roma conquista il suo terzo scudetto
Formazione della Roma Campione d'Italia 2000/01, annunciata da Carlo Zampa, prima dell'incontro col Parma

Lo scudetto appena vinto dalla rivale cittadina, la Lazio, servì da stimolo per la società, che, sostenuta dall'iniezione di capitali derivata dall'ingresso in borsa, predispose una campagna acquisti di grande livello.[74] Ciò consentì alla Roma di Capello di imporsi durante l'arco dell'intera stagione successiva rimanendo sempre in testa alla classifica, grazie ai gol di Totti, Batistuta e Montella. Il pur combattuto campionato vide i giallorossi trionfare solamente all'ultima giornata, con una vittoria sul Parma per 3-1. La Roma vinse così il terzo scudetto della sua storia, e migliaia di persone si riversarono per le strade della capitale nei giorni seguenti, così come a seguito della conquista della Supercoppa Italiana, avvenuta nell'estate successiva.[75]

Le occasioni sfumate

Nella stagione seguente la Roma confermò tendenzialmente la propria rosa, eccezion fatta per l'acquisto del talentuoso Antonio Cassano di fatto concluso già nel mese di marzo.[76] I risultati forniti furono inizialmente altalenanti: in Champions League la squadra fallì clamorosamente la qualificazione ai quarti di finale,[77] mentre in campionato la Roma arrivò comunque a giocarsi lo scudetto sino all'ultima giornata: l'incredibile sconfitta della capolista Inter all'Olimpico contro la Lazio favorì però la vittoria finale della Juventus, che precedeva in classifica i giallorossi di un solo punto.[78]

Nei due successivi anni della gestione Capello, la squadra raggiunse un ottavo ed un secondo posto: nella stagione 2003/04 divenne campione d'inverno, ma alla distanza si classificò alle spalle del Milan.[79] Le prestazioni in Europa di quel biennio non furono degne di nota: in Champions League la squadra non superò il secondo raggruppamento, in Coppa UEFA gli ottavi di finale.

Dalla crisi alla nuova rinascita

 
Luciano Spalletti, alla Roma dal 2005 al 2009

L'addio burrascoso di Fabio Capello, insieme ad alcune dolorose cessioni, suggellarono la fine del ciclo della Roma scudettata.[80][14][81] La squadra ebbe così una stagione decisamente tormentata, con ben quattro allenatori che si avvicendarono nella conduzione tecnica. In tale contesto la Roma, che uscì malamente dalla Champions League, si salvò dalla retrocessione solo nelle ultime giornate di campionato.[82][83]

Questi anni videro l'ascesa all'interno della direzione societaria di Rosella Sensi, la quale sostituì de facto alla presidenza il padre Franco, gravemente malato, che si spegnerà nell'agosto del 2008.[84][85] Rosella Sensi si trovò costretta ad attuare una politica estremamente austera, basata sull'autofinanziamento, mirata a garantire, nell'immediato futuro, il mantenimento di un adeguato livello tecnico della squadra.[86]

Nella stagione 2005/06 la Roma si presentò notevolmente rinnovata, e venne ingaggiato l'emergente allenatore Luciano Spalletti, il quale, dopo un avvio stentato, riuscì a compattare la squadra, che giunse addirittura a vincere ben 11 partite consecutive e a ottenere, a seguito delle sentenze di Calciopoli, persino il secondo posto in campionato.[87][88][89]

 
Il capitano della Roma Francesco Totti alza la Coppa Italia 2008

La nuova dimensione europea e i successi in Italia

Nelle successive due stagioni, la Roma acquisisce una stabile competitività a livello europeo raggiungendo due volte i quarti di finale di Champions League. Inoltre la squadra giallorossa si aggiudica due Coppe Italia consecutive (2006/07 e 2007/08) ed una Supercoppa italiana nel 2007; mentre le edizioni del 2006 e 2008 vengono perse, rispettivamente, nei tempi supplementari (4-3) e ai calci di rigore (8-7). In campionato, la Roma ottiene due secondi posti consecutivi: in particolare, nella stagione stagione 2007/08, i giallorossi disputano un eccellente girone di ritorno, tanto da ridurre ad un punto il distacco maturato dall'Inter. L'ultima giornata del campionato consegna però lo scudetto all'Inter, mentre la Roma, che per 45 minuti era stata virtualmente campione d'Italia, pareggia 1-1 a Catania, consentendo alla squadra siciliana di rimanere in Serie A.

Da Spalletti a Ranieri

Nella stagione 2008/09 la Roma non riesce a ripetere le ottime stagioni precedenti, e conclude il campionato con un deludente sesto posto, mentre in Champions League la squadra si arrende ai rigori nell'ottavo di finale contro L'Arsenal. Spalletti si dimette all'inizio della stagione successiva, venendo sostituito dal romano Claudio Ranieri.

Simboli della A.S. Roma

Lo stemma

 
Anzalone presenta il nuovo logo della società ideato da Gratton nel 1978
File:Asromastemma antico.png
Lo stemma in una delle prime versioni
File:LupettoAnni80.png
Il lupetto

L'attuale logo della Roma è il restyling del primo stemma, quello che la società adottò dalla sua fondazione fino alla fine degli anni settanta. Infatti nel 1978, l'ultimo anno di Anzalone alla presidenza della squadra, durante un'amichevole internazionale la Roma si trovò a giocare in trasferta negli Stati Uniti, contro i New York Cosmos. I dirigenti giallorossi notarono che in America lo sport viaggiava su alti livelli, trainato dal merchandising, la vendita dei prodotti legati alla squadra[90]. Prima di allora lo stemma non era un marchio registrato e le magliette non erano messe in vendita nei negozi specializzati; si decise, così, di creare un ufficio per la pubblicità, diretto dal famoso grafico Piero Gratton, che realizzò il nuovo logotipo per la società giallorossa, da cui partire per poter creare una serie di prodotti per la vendita legati ad esso.[91] La lupa capitolina non poteva essere registrata come marchio, così venne creato il celebre lupetto nero stilizzato con l'occhio rosso, che spesso compariva incorniciato da due cerchi concentrici giallo-rossi. Lo stemma, poco gradito dal presidente Viola, poiché legato alla precedente gestione societaria, ha accompagnato le maglie giallorosse fino alla stagione 1997/98.

Il 20 luglio 1997, grazie ad un accordo con il Comune di Roma, venne concesso un permesso speciale alla società capitolina per poter utilizzare il simbolo della lupa e riproporre, così, una nuova versione dello stemma, ispirato a quello originale che aveva caratterizzato la società dagli albori fino agli anni settanta.[49]

Per la stagione 2009-2010, la società ha deciso di rispolverare il lupetto nero, riproponendolo al posto dello stemma ufficiale sulla terza divisa da gara nera, sulle tute e le maglie da allenamento.

L'inno

L'inno ufficiale della A.S. Roma è Roma (non si discute si ama),[92][93] meglio noto con il nome di Roma Roma Roma, di Antonello Venditti. Viene diffuso dagli altoparlanti dello stadio prima di ogni partita, mentre la squadra entra in campo; la prima volta fu in occasione della partita Roma-Fiorentina del 1974. Grazie Roma è un altro inno, composto dallo stesso cantante nel 1983, in occasione della vittoria del secondo scudetto giallorosso; a differenza della prima canzone, questa viene diffusa solamente dopo la fine delle partite giocate in casa, nel caso di vittoria della Roma. Il cantautore romano ha inoltre composto, in occasione della conquista del terzo scudetto della Roma nel campionato 2000-01, la canzone Che c'è dedicata proprio a tale evento.

Molti altri cantanti, tifosi d'eccellenza della Roma, hanno dedicato una o più canzoni alla squadra. Tra questi ricordiamo Lando Fiorini, Brusco, Marco Conidi e Riccardo Angelini, meglio conosciuto come Er Galopeira.

Cronistoria

Cronistoria della Associazione Sportiva Roma
  • 1901 - Nasce il F.B.C. di Roma.
  • 1901 - Nasce il C.S. Audace.
  • 1903 - Il F.B.C. di Roma assume il nome di Roman F.C..
  • 1907 - Nasce la S.S. Alba. Campionato romano di I Categoria: Roman 3°.
  • 1908 - Nasce la S.G.S. Fortitudo. Campionato FGNI: Roman 4° (ritirato).
  • 1909 - Nessun torneo ufficiale a Roma.
  • 1910 - Campionato romano di III Categoria: Roman 2°, Fortitudo 4ª.
  • 1911 - Nasce la S.S. Pro Roma. Campionato romano di III Categoria: Roman 3°.
  • 1912 - Campionato romano di III Categoria: Roman 4°, Fortitudo 4ª, Alba 6ª.
  • 1912-13 - Roman 4°, Pro Roma 5ª, Alba 6ª.
  • 1913-14 - Roman 2°, Fortitudo 4ª, Pro Roma 6ª.
  • 1914-15 - Roman 1°, Fortitudo 4ª, Pro Roma 5ª.
  • 1915-16 - Attività sospesa a causa della guerra.
  • 1916-17 - Attività sospesa a causa della guerra.
  • 1917 - Nasce l'U.S. Romana.
  • 1917-18 - Attività sospesa a causa della guerra.
  • 1918-19 - Attività sospesa a causa della guerra.
  • 1919-20 - Fortitudo 1ª, Romana 5ª, Pro Roma 6ª, Roman 7°. Fortitudo finalista interregionale.
  • 1920-21 - Fortitudo 1ª, Pro Roma 4ª, Romana 6ª, Roman 8°. Fortitudo 2ª semifinali interregionali.
  • 1921-22 - Fortitudo 1ª, Alba 2ª, Romana 5ª, Roman 6°, Pro Roma 8ª. Fortitudo in finalissima.
  • 1922-23 - Alba 2ª, Fortitudo 3ª, Romana 4ª, Roman 6°. Alba 2ª semifinali interregionali.
  • 1923-24 - Alba 1ª, Fortitudo 2ª, Romana 5ª. Alba finalista Lega Sud.
  • 1924 - La S.S. Pro Roma assorbe la U.S. Romana.
  • 1924-25 - Alba 1ª, Fortitudo 3ª, Pro Roma 5ª. Alba in finalissima.
  • 1925-26 - Alba 1ª, Fortitudo 2ª, Roman 5°, Pro Roma 6ª. Alba in finalissima.
  • 1926 - S.S. Alba e C.S. Audace si fondono nella U.S. Alba Audace.
  • 1926 - S.G.S. Fortitudo e S.S. Pro Roma si fondono nella S.S. Fortitudo Pro Roma.
  • 1926-27 - Divisione Nazionale: Alba Audace 9ª nel Girone A, Fortitudo Pro Roma 10ª nel Girone B.

  • 1927 - 22 luglio. S.S. Alba, S.G.S. Fortitudo e Roman F.C. si fondono nella A.S. Roma.
  • 1927-28 - 8ª nel Girone B Divisione Nazionale. Vince la Coppa CONI.
  • 1928-29 - 3ª nel Girone A Divisione Nazionale.
  • 1929-30 - 6ª in Serie A.
  • 1930-31 - 2ª in Serie A.
  • 1931-32 - 3ª in Serie A.
  • 1932-33 - 5ª in Serie A.
  • 1933-34 - 5ª in Serie A.
  • 1934-35 - 4ª in Serie A. Vince il Trofeo Cappelli e Ferrania.
  • 1935-36 - 2ª in Serie A.
  • 1936-37 - 10ª in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 1937-38 - 6ª in Serie A.
  • 1938-39 - 5ª in Serie A.
  • 1939-40 - 7ª in Serie A.
  • 1940-41 - 11ª in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 1941-42 -   Campione d'Italia.
  • 1942-43 - 9ª in Serie A.
  • 1944 - 2ª nel Campionato romano di guerra.
  • 1945 - Vince il Campionato romano di guerra e il camp. romano suppl. di guerra.
  • 1945-46 - 6ª nel Girone Finale Divisione Nazionale.
  • 1946-47 - 15ª in Serie A.
  • 1947-48 - 17ª in Serie A.
  • 1948-49 - 14ª in Serie A.
  • 1949-50 - 17ª in Serie A.
  • 1950-51 - 19ª in Serie A. Retrocessa in Serie B.
  • 1951-52 - 1ª in Serie B. Promossa in Serie A.
  • 1952-53 - 6ª in Serie A.
  • 1953-54 - 6ª in Serie A.
 
  • 1954-55 - 3ª in Serie A. Vince Trofeo Remo Zenobi.
  • 1955-56 - 6ª in Serie A. Vince Trofeo Remo Zenobi.
  • 1956-57 - 14ª in Serie A.
  • 1957-58 - 5ª in Serie A.
  • 1958-59 - 6ª in Serie A.
  • 1959-60 - 9ª in Serie A.
  • 1960-61 - 5ª in Serie A. Vince la Coppa delle Fiere.
  • 1961-62 - 5ª in Serie A.
  • 1962-63 - 5ª in Serie A. Finalista in Coppa delle Alpi.
  • 1963-64 - 12ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia.
  • 1964-65 - 9ª in Serie A.
  • 1965-66 - 8ª in Serie A.
  • 1966-67 - 10ª in Serie A.
  • 1967-68 - 10ª in Serie A.
  • 1968-69 - 8ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia.
  • 1969-70 - 11ª in Serie A. Finalista in Coppa di Lega Italo-Inglese.
  • 1970-71 - 6ª in Serie A. Vince il Trofeo Nazionale di Lega Armando Picchi.
  • 1971-72 - 7ª in Serie A. Vince il Torneo Anglo-Italiano.
  • 1972-73 - 11ª in Serie A.
  • 1973-74 - 8ª in Serie A.
  • 1974-75 - 3ª in Serie A.
  • 1975-76 - 10ª in Serie A.
  • 1976-77 - 8ª in Serie A.
  • 1977-78 - 8ª in Serie A.
  • 1978-79 - 12ª in Serie A.
  • 1979-80 - 7ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia.
  • 1980-81 - 2ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia.
  • 1981-82 - 3ª in Serie A.
  • 1982-83 -   Campione d'Italia.
  • 1983-84 - 2ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia. Finalista in Coppa dei Campioni.
  • 1984-85 - 7ª in Serie A. Vince Trofeo Teresa Herrera.
  • 1985-86 - 2ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia.
  • 1986-87 - 7ª in Serie A.
  • 1987-88 - 3ª in Serie A.
  • 1988-89 - 8ª in Serie A.
  • 1989-90 - 6ª in Serie A.
  • 1990-91 - 9ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia. Finalista in Coppa UEFA.
  • 1991-92 - 5ª in Serie A. Finalista in Supercoppa italiana.
  • 1992-93 - 10ª in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 1993-94 - 7ª in Serie A. Vince Trofeo Giorgio Calleri.
  • 1994-95 - 5ª in Serie A.
  • 1995-96 - 5ª in Serie A.
  • 1996-97 - 12ª in Serie A.
  • 1997-98 - 4ª in Serie A.
  • 1998-99 - 5ª in Serie A.
  • 1999-00 - 6ª in Serie A.
  • 2000-01 -   Campione d'Italia.
  • 2001-02 - 2ª in Serie A. Vince la Supercoppa italiana.
  • 2002-03 - 8ª in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 2003-04 - 2ª in Serie A.
  • 2004-05 - 8ª in Serie A. Finalista in Coppa Italia.
  • 2005-06 - 2ª in Serie A.[94] Finalista in Coppa Italia.
  • 2006-07 - 2ª in Serie A. Vince la   Coppa Italia. Finalista in Supercoppa italiana.
  • 2007-08 - 2ª in Serie A. Vince la Supercoppa italiana e la   Coppa Italia.
  • 2008-09 - 6ª in Serie A. Finalista in Supercoppa italiana.
 

Rosa 2009-2010

Dal sito internet ufficiale della società.[95]

N. Ruolo Calciatore
  P Bogdan Lobont
  D Marco Andreolli
  D Juan
  D Philippe Mexès
  C David Pizarro
  A Mirko Vučinić
  A Francesco Totti (capitano)
  C Rodrigo Taddei
  D Marco Motta
  C Ricardo Faty
  C Daniele De Rossi
  D John Arne Riise
  A Júlio Baptista
  C Simone Perrotta
  D Max Tonetto
  A Alessio Cerci
N. Ruolo Calciatore
  P Artur Moraes
  P Júlio Sérgio
  D Nicolás Burdisso
  A Luca Toni
  P Doni
  C Matteo Brighi
  P Alex Daniel Pena
  P Valerio Frasca
  C Adrian Stoian
  D Alessandro Malomo
  A Filippo Maria Scardina
  C Stefano Pettinari
  D Marco Cassetti
  A Jérémy Menez
  A Fabio Zamblera

Staff tecnico

Dal sito internet ufficiale della società.[96]

Allenatore:   Claudio Ranieri
Allenatore in seconda:   Christian Damiano
Allenatore dei portieri:   Giorgio Pellizzaro
Collaboratore tecnico:   Paolo Benetti
Preparatore atletico:   Riccardo Capanna
Preparatore atletico:   Vito Scala

Rose delle stagioni precedenti

Giocatori

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria) e Lista dei capitani dell'Associazione Sportiva Roma.
File:Dibartolomei.jpg
Agostino Di Bartolomei, capitano indimenticato del secondo scudetto

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nella Roma:

Palmarès

Competizioni ufficiali

Nazionali

1941/42, 1982/83, 2000-01
1963/64, 1968/69, 1979/80, 1980/81, 1983/84, 1985/86, 1990/91, 2006/07, 2007/08
2001, 2007

Internazionali

1960/61

Competizioni minori

Nazionali

1951/52
1927/28
1945
1945
1971

Internazionali

1971/72
1984
1934-35

Competizioni giovanili

Altri piazzamenti e partecipazioni

Campionati nazionali

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
A 80 1927-1928 2009-2010
B 1 1951-1952 1951-1952

In 81 stagioni sportive dalla fondazione della società, compresi 3 campionati di Divisione Nazionale (A) esulanti il girone unico.

Piazze d'onore

Coppe nazionali

Coppe europee

Tornei internazionali

Nota: dati a partire dalla creazione del Campionato Nazionale nel 1926 e aggiornati a metà della stagione 2008/09.

Record, statistiche e curiosità

File:Derby di Roma.jpg
Il tabellone dello Stadio Olimpico al termine del derby del 10 marzo 2002
  • Nel 1991 la Roma termina in testa alla classifica mondiale di rendimento dei club stilata dall'IFFHS (International Federation of Football History & Statistics), organismo internazionale che si occupa delle statistiche riguardanti la storia del calcio.[98]
  • La Roma è la squadra italiana che, nelle coppe europee, ha giocato avvicinandosi di più al Polo Nord; episodio accaduto in occasione della trasferta a Tromsø, in Norvegia, nella prima giornata del secondo turno della Coppa UEFA 2005/06.[99]
  • Il 26 febbraio 2006 la Roma, battendo la Lazio per 2-0 nel derby, stabilisce il record assoluto di 11 vittorie consecutive nella Serie A italiana, primato precedentemente appartenente, con 10 vittorie, a Bologna, Juventus e Milan.[100] La striscia di vittorie viene poi interrotta, il 5 marzo 2006, dal pareggio casalingo per 1-1 con l'Inter (rete di Taddei al 9' e pareggio di Materazzi all'89'). La stessa Inter ha poi battuto tale record nel campionato successivo con 17 vittorie consecutive.[101]
  • La Roma ha vinto il maggior numero di Derby di Roma giocati contro la Lazio da quando è nata. Nella stracittadina detiene, inoltre, diversi primati positivi, quali il maggior numero di vittorie consecutive (5, tra il 1958 e il 1960) e il risultato più largo, sia in casa che in trasferta (5-0, il 1º novembre 1933; 1-5, il 10 marzo 2002). Tuttavia detiene un record negativo: quattro derby persi su quattro (due in Coppa Italia) nella stagione 1997/98.
  • La vittoria più larga ottenuta dalla Roma in campionato (il 9-0 inflitto alla Cremonese nella stagione 1929/30) è anche il secondo risultato più largo della Serie A, assieme ad un identico risultato ottenuto dal Torino. Il primato (10-0) spetta sempre al Torino.[102]
  • La Roma, la sera del 10 aprile 2007, si aggiudica la sconfitta più pesante di una squadra italiana avvenuta nella fase finale della Champions League, venendo battuta per 7-1 dai giocatori del Manchester United. Tale risultato, però, non costituisce il primato assoluto per la sconfitta di una compagine italiana nel massimo trofeo continentale: la Juventus perse l'incontro con il Wiener Sport-Club per 7-0 nel primo turno della Coppa dei Campioni 1958/59. La sconfitta di Manchester non rappresenta il primato negativo per i giallorossi nelle competizioni europee, la Roma venne superata per 8-0 negli ottavi di finale di Coppa Mitropa nel 1935 dagli ungheresi del Ferencvaros; tuttavia non è questa la sconfitta più pesante per una squadra italiana nelle coppe europee. Questo primato negativo spetta all'Ambrosiana-Inter che nel 1938, nei quarti di finale della Coppa Mitropa, viene sconfitta per 9-0 dai cecoslovacchi dello Slavia Praga, poi vincitrice della competizione.
  • La Roma detiene anche il record negativo del minor numero di punti realizzati e il maggior numero di gol incassati da una squadra italiana nella fase a gironi della Champions League. Infatti, nell'edizione 2004/05, la Roma realizzò un solo punto, frutto del pareggio 1-1 all'Olimpico contro il Leverkusen e incassò 16 gol in 6 partite, realizzandone solo 4.

I record nella massima serie

Per le fonti dei dati vedi la bibliografia.

Nota: dati aggiornati alla stagione 2008-09.

Squadra

File:Santarini.jpg
Sergio Santarini, 344 presenze in maglia giallorossa
File:Romaasstemma.png
Incontro in Serie A

In casa

Fuori casa

File:Romaasstemma.png
Stagione in Serie A

Vittorie

  • Maggior numero di vittorie in campionato
    24 (2007/08)
  • Minor numero di vittorie in campionato
    6 (1975/76)
  • Minor numero di sconfitte in campionato
    2 (2001/02)
  • Maggior numero di vittorie consecutive
    11 (2005/06)
  • Partite utili consecutive
    24 (2001/02)

Gol

  • Maggior numero di gol segnati in campionato
    87 in 34 partite (1930-31)
  • Minor numero di gol subiti in campionato
    15 in 30 partite (1974-75)

Punti

  • Maggior numero di punti in classifica
    82 in 38 partite (2007/08) - 3 punti a vittoria
  • Minor numero di punti in classifica
    18 in 20 partite (1927-28) - 2 punti a vittoria

Individuali

File:Pruzzo.jpg
Roberto Pruzzo, premiato come miglior cannoniere nel 1981-82

Numeri ritirati

Nell'estate del 2002 la Roma, come tributo alla classe e all'attaccamento alla squadra del difensore centrale Aldair, ha deciso di ritirare la maglia indossata dallo stesso nel corso della sua lunga carriera nella compagine giallorossa (dal 1990 al 2003), quella con il numero 6.[103]

Società

A.S. Roma SpA è una società per azioni dal 1967 con un capitale sociale di 19 milioni e 800 mila euro (circa 132 milioni e 500 mila azioni con un valore nominale di 15 centesimi di euro). La proprietà è suddivisa come segue: il 67.1% riconducibile alla Compagnia Italpetroli SpA (quindi il 34,22% alla famiglia Sensi e il restante 32,87% di Unicredit), la holding della famiglia Sensi, che così controlla il pacchetto di maggioranza; il 2.7% alla Banca Monte dei Paschi di Siena SpA, il 2.5% a Danilo Coppola ed il restante 27.7% negoziato sul mercato.[104] Infatti, a partire dal 23 maggio 2000, la società è stata quotata sul listino della Borsa Italiana, nel segmento Standard (codice ISIN: IT0001008876 - codice alfanumerico: ASR), e su tale mercato vengono negoziate le azioni ordinarie circolanti.[74]

La sede sociale è il Centro sportivo Fulvio Bernardini, di proprietà della società fino al 28 dicembre 2005, poi ceduto con la formula del leasing a Banca Italease per un guadagno di 30 milioni di euro. Alla Roma viene concesso il diritto ad usufruirne per almeno 15 anni, per un affitto annuo di 3.2 milioni di euro, e potrà esercitare l'opzione di riscatto alla scadenza.[105]

Organigramma

Dal sito internet ufficiale della società.[106]

File:Romaasstemma.png
A.S. Roma S.p.A

Presidente e Amministratore delegato

  • Rosella Sensi

Consiglio di amministrazione

  • Vice Presidenti
    Ciro Di Martino
    Giovanni Ferreri
  • Consiglieri
    Silvia Sensi
    Renato Bernardini
    Giuseppe Pasquale Marra
    Maria Nanni Sensi
    Angela Nanni Fioravanti
    Michele Baldi
    Silvio Rotunno
    Roberto Cappelli

Comitato esecutivo

  • Rosella Sensi
    Silvia Sensi
    Renato Bernardini
    Silvio Rotunno

Collegio sindacale

  • Presidente
    Marco Lacchini
  • Sindaci effettivi
    Alberto Dello Strologo
    Lamberto Sanvitale
  • Sindaci supplenti
    Guerrino Calicchia
    Francesco Spanò
File:Romaasstemma.png
A.S. Roma S.p.A

Struttura organizzativa

  • Direttore pianificazione controllo ed affari societari
    Cristina Mazzoleni
  • Coordinatore ed ottimizzatore delle risorse umane dell'area sportiva
    Gian Paolo Montali
  • Direttore sportivo
    Daniele Pradè
  • Responsabile tecnico
    Bruno Conti[107]
  • Responsabile organizzativo e logistico
    Antonio Tempestilli
  • Responsabile organizzazione e stadio
    Maurizio Cenci
  • Responsabile biglietteria e servizi tecnici
    Carlo Feliziani
  • Responsabile area comunicazione
    Elena Turra
  • Travel manager
    Antonio Tozzi
  • Internal audit
    Flavio Mecenate
  • Responsabile amministrativo
    Francesco Malknecht
  • Responsabile rapporti con i club
    Marco Seghi
  • Responsabile segreteria generale
    Rosangela Monteiro Dornelles
  • Responsabile segreteria sportiva
    Manuela D'Ippolito
  • Responsabile commerciale
    Stefano De Alessi
  • Responsabile marketing relazionale
    Edoardo Ottaviani

Elenco degli sponsor ufficiali dalla stagione 1981/82, anno in cui la Lega Calcio permise la loro stampa sulle maglie, fino ad oggi, e la lista dei fornitori tecnici che hanno disegnato e prodotto le divise della squadra nel corso degli anni.[108]

File:ViolaSponsor.jpg
Viola presenta alla stampa la maglia con il primo sponsor ufficiale della Roma: Barilla

Fornitori tecnici

Superleague Formula

Dal 2008 la Roma è impegnata in una nuova competizione automobilistica, la Superleague Formula[110] . Insieme al Milan, la Roma è l'unica squadra italiana a parteciparvi.

Note

  1. ^ L'11 di Barberini (PDF), su ilromanista.it, Il Romanista, 30-10-2005.
  2. ^ Borsa Italiana: ASR
  3. ^ I colori e le maglie dell'AS Roma risulterebbero mutate molto nel corso degli anni, passando da un rosso più vivo ad un colore tendente al granata. Tale evoluzione dei colori della società avrebbe influenzato anche i colori del vessillo cittadino. Cfr: Salvi & Savonarelli
  4. ^ Sin dall 1927 il "primato cittadino" fu al centro delle cronache sportive, cfr: Articolo in prima pagina non firmato, Il sempre atteso confronto ROMA-LAZIO acquista interesse dalle smaglianti prove recenti di ambedue le squadre., in Il Littorale, 15 febbraio 1936, p. 1. URL consultato l'11/11/2009.
  5. ^ Juve-Roma, rivalità antica, in Tuttosport, 31-10-2008.
  6. ^ Ernesto Menicucci, Roberto Stracca, Sensi: "Roma-Liverpool è come un derby", in Corriere della Sera, 04-12-2001.
  7. ^ Fabio Bordignon, Luigi Ceccarini, Tifosi: Juventus la più amata, Inter la più antipatica, in la Repubblica, 30-08-2008.
  8. ^ Classifica tifosi serie A, su ricerchedimercato.it. URL consultato il 22-01-2010.
  9. ^ Template:Citaweb
  10. ^ Template:Citaweb
  11. ^ Special report - Soccer Team Valuations, su forbes.com, Forbes, 30-04-2008.
  12. ^ Football Money League 2009, su deloitte.com, Deloitte, 12-02-2009.
  13. ^ Lo "spirito testaccino" verrà in futuro sovente ripreso come esortazione cfr: Alessandro Catapano, Ranieri su Totti: «Deve cambiare il suo gioco», in La Gazzetta dello Sport, 20-09-2009.
  14. ^ a b Luca Valdiserri, Esplode la rabbia dei tifosi: "Capello non era la nostra bandiera", in Corriere della Sera, 29-05-2004.
  15. ^ La Storia, su asroma.it. URL consultato il 12-11-2008.
  16. ^ Sull'origine della popolarità del calcio: Salvi & Savonarelli
  17. ^ Sulle caratteristiche delle squadre romane ad inizio XX sec: Corriere dello Sport & Rai Trade, DVD 01
  18. ^ Carlo Fontanelli, Simona Carboncini, I colori del calcio, GEO Edizioni, 2000, pp. 26-29.
  19. ^ L'Unione Sportiva Alba Audace nasce dall'assorbimento del Club Sportivo Audace da parte della Società Sportiva Alba e la Fortitudo Pro Roma nasce dall'assorbimento della Pro Roma da parte della Fortitudo, entrambi avvenuti nel 1926.
  20. ^ Numero di catalogo MF.P. 74 per Il Messaggero e MF.P. 168 per Il Tevere, entrambi disponibili su microfilm nella sala emeroteca della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
  21. ^ Sandro: "Il 22 luglio è nato un sogno". Izzi: "Sì, ma il 7 giugno la Roma", in Il Romanista, 02-05-2007.
  22. ^ Piero Strabioni, Calcio Romanus Sum, E.n.n.e B.i., 2007.
  23. ^ a b c Corriere dello Sport - Rai Trade, DVD 1 (1927-1942 - Dalla fondazione al primo scudetto), in La storia della roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
  24. ^ Il campo del Montevelodromo Appio era di proprietà dell'Audace e fu tra i motivi che spinsero l'Alba ad assorbire la sua sezione calcistica: 80 Anni di tifo della Roma Montevelodromo Appio, su utronlus.it, UTR (Unione Tifosi Romanisti). URL consultato il 19-10-2009.
  25. ^ L'idea di costruire un campo nel quartiere di Testaccio era un progetto della Fortitudo ripreso dalla neonata Associazione: 80 Anni di tifo della Roma Torneo di calcio Sacchetti svolto al Campo Aurelio Madonna del Riposo, su utronlus.it, UTR (Unione Tifosi Romanisti). URL consultato il 19-10-2009.
  26. ^ La fusione delle società romane, in La Gazzetta dello Sport, 9 giugno 1927.
  27. ^ Da Il Littoriale del 9 dicembre 1929 (il giorno dopo il primo derby): «Sapevamo che a Roma la maggioranza del pubblico volge le sue simpatie ai giallorossi; credevamo, tuttavia, che anche gli azzurri avessero larga messe di simpatie. Ci siamo dovuti ricredere: i nove-decimi dell'immenso pubblico che ha gremito lo stadio della Rondinella (quello della Lazio, n.d.r.) agitavano bandierine giallorosse, rincuorando i beniamini! Si può dire obiettivamente che la Lazio ha giocato... in campo avversario».
  28. ^ Roma ritrova la leggenda: Inaugurato il campo di Testaccio, il primo stadio di calcio giallorosso, in Rai Sport, 27-11-2000.
  29. ^ Luca Prosperi, Quando uno stadio entra nel DNA (PDF), in Il Romanista, 11 ottobre 2004, p. 11. URL consultato l'11/11/2009.
  30. ^ a b Su Attilio Ferraris cfr: Luca Prosperi, Gli inglesi ai piedi di Attilio: era nato il Leone di Highbury (PDF), in Il Romanista, 13 novembre 2004, p. 9. URL consultato l'11/11/2009.
  31. ^ Su Guido Masetti cfr: Luca Prosperi, I lupacchiotti di Testaccio - Gemellata con la Roma, sarà intitolata al grande Guido Masetti (PDF), in Il Romanista, 11 ottobre 2004, p. 11. URL consultato l'11/11/2009.
  32. ^ Su Fulvio Bernardini cfr: Franco Bovaio, "Fuffo", a cent’anni dalla nascita la vendita del centro col suo nome Bernardini è nato il 28 dicembre 1905.Viola gli intitolò l’impianto nell’ottobre 1985. (PDF), in Il Romanista, 30 dicembre 2005, p. 4. URL consultato l'11/11/2009.
  33. ^ Su Rodolfo Wolk cfr: Luca Prosperi, Lo chiamavano Sciabbolone: con quel tiro strappava le reti. Volk era un vero ariete di sfondamento, e fu il grande idolo di Testaccio (PDF), in Il Romanista, 1º novembre 2004, p. 6. URL consultato l'11/11/2009.
  34. ^ L'epopea del Corsaro Nero, su enciclopediadelcalcio.com. URL consultato l'11-11-2009.
  35. ^ Una fuga organizzata?, su enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 18-12-2008.
  36. ^ Ferraris IV dalla Roma alla Lazio!, su enciclopediadelcalcio.com, enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2009.
  37. ^ Amadei ebbe il soprannome poiché figlio di fornai di Frascati. Egli stesso racconta come, fino a quando non si trasferì nella città (grazie ai soldi del contratto professionistico), si recasse agli allenamenti in bicicletta compiendo il tragitto dai castelli all'Urbe. Marco Impiglia, Pane e Pallone. Biografia del Fornaretto di Frascati, Roma, Viola, 2004.
  38. ^ Fu il primo titolo vinto da una società della ex Lega sud; per osservare un'altra squadra proveniente da tale lega vincere nuovamente il titolo, sarebbe occorso attendere la stagione 1969/70, con il Cagliari di Gigi Riva.
  39. ^ a b c Corriere dello Sport - Rai Trade, DVD 2 (1942-1964 Gli assi dello Stadio Torino e dell'Olimpico), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
  40. ^ La guerra ferma il calcio, su enciclopediadelcalcio.com. URL consultato l'11-11-2009.
  41. ^ Dopo la tempesta, su enciclopediadelcalcio.com. URL consultato l'11-11-2009.
  42. ^ Francesco Caremani, Renato Sacerdoti, il presidente dimenticato, in Il Manifesto. L'Autore ha pubblicato l'articolo anche sul suo blog personale Renato Sacerdoti, il presidente dimenticato, su fangoenuvole.blogspot.com. URL consultato il 28-10-2009.
  43. ^ Il ritorno di Sacerdoti, su enciclopediadelcalcio.com, enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2009.
  44. ^ Il calcio che non c'è più: la Coppa delle Fiere, in Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 20-01-2008.
  45. ^ A chiusura del torneo si tenne un incontro tra il Barcellona e il Leeds per l'assegnazione definitiva della coppa. Vinse la squadra catalana per 2-1 al Camp Nou.
  46. ^ Sensi e la Roma, in Sapere.it, De Agostini, 20-01-2008.
  47. ^ Template:Cita opera
  48. ^ a b c Corriere dello Sport - Rai Trade, DVD 3 (1965-1973 L'era dei maghi: da Oronzo Puglise a Helenio Herrera), in La storia della Roma in 10 DVD, Corriere dello Sport, 2006.
  49. ^ a b Valitutti & Izzi
  50. ^ La Roma di Anzalone risulta essere la prima definita come "Rometta" Cfr: Mario Gherarducci, Liedholm, una vita a insegnare calcio, in Corriere della Sera, 07 ottobre 2002, p. 47. URL consultato il 30-10-2009.. Da allora questa definizione sembra essere usata per indicare anche altri periodi come i primi anni '90 cfr: Mario Sconcerti, Addio a Sensi, una vita per fare grande la Roma, in Corriere della Sera, 18 agosto 2008, p. 19. URL consultato il 30-10-2009. ed ogni situazione in cui la squadra appare in declino Cfr: Luca Valdiserri, Un incubo chiamato Rometta, in Corriere della Sera, 23 marzo 2009, p. 39. URL consultato il 30-10-2009.
  51. ^ Autori vari, Commando Ultrà Curva Sud, Roma, MultiMedia, 1988.
  52. ^ Massimo Izzi, Fausto Josa: «Quel "Ti amo" nel derby '83» (PDF), su ilromanista.it, Il Romanista, 24-07-2005, 7.
  53. ^ (EN) «The good relations between the presidency and the Commando allowed, in the early Eighties - lucky years full of good results culminating in the victory in the championship 1982-83 - a decrease in violence. Commentators noted the transformation of the AS Roma ultras style and argued that it should be admired and taken as a model by the other ultras groups of the Country. In 1986 the South Bend was awarded the international "Fair Play Trophy".» Impiglia, Forza Roma, daje lupi
  54. ^ Stefano Petrucci, Quel gol di Turone brucia ancora, in Corriere della Sera, 10-09-1997.
  55. ^ Mario Gherarducci, Centimetri e veleni: gli Anni Ruggenti tra la Roma e la Signora, in Corriere della Sera, 13-01-1995.
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  57. ^ Gianni Mura, Si è fermata a undici metri dall' Europa, in La Repubblica, 31 maggio 1984, p. 17.
  58. ^ Ernesto Menicucci, Tancredi, un pezzo di scudetto che lascia Trigoria dopo 25 anni, in Corriere della Sera, 05-06-2004.
  59. ^ Roberto Perrone, Come sbagliare un rigore e vivere infelici, in Corriere della Sera, 01-12-1992.
  60. ^ Stefano Boldrini, Roma-Liverpool, Liedholm racconta: "Assolvo Falcao", in Corriere della Sera, 14-02-2001.
  61. ^ Falcao nella Roma tirò un solo rigore, nella finale di Coppa Italia con il Torino, anni dopo dichiarerà di non aver mai tirato rigori dopo che nelle giovanili ne sbagliò diversi consecutivamente. Cfr: Il calcio secondo Falcao - Rai.it - Sfide, su sfide.rai.it. URL consultato il 30-10-2009.
  62. ^ Aldair sarà l'unico giocatore acquistato durante la gestione Viola a vincere lo scudetto nel 2001.
  63. ^ Fulvio Bianchi, Apertura del solito Voeller, la Roma senza ostacoli, in La Repubblica, 13-12-1990. URL consultato il 20-01-2009.
  64. ^ Vittorio Zambardino, Trapattoni, l'olimpico e altre storie, in La Repubblica, 22-05-1991. URL consultato il 20-01-2009.
  65. ^ Vittorio Zambardino, Abbiamo lottato fino all'ultimo, in La Repubblica, 23-05-1991. URL consultato il 20-01-2009.
  66. ^ Massimo Fabbricini, Ciarrapico non governa, Bianchi non piace, la Roma naufraga, in Corriere della Sera, 07 gennaio 1992, p. 29. URL consultato il 30-10-2009.
  67. ^ Franco Melli, Bianchi vittima delle promesse mancate di Ciarrapico, in Corriere della Sera, 21 gennaio 1992, p. 30. URL consultato il 30-10-2009.
  68. ^ Stefano Petrucci, Boskov: Totti è un campione ma io lo feci esordire in Serie A, in Corriere della Sera, 15-04-1999.
  69. ^ Chi è Giuseppe Ciarrapico, in Corriere della Sera, 10-05-2008.
  70. ^ Franco Melli, Era proprio cocaina, in Corriere della Sera, 07-04-1993.
  71. ^ Fabrizio Caccia, Fine dell'incubo, venduta la Roma, in la Repubblica, 22-05-1993.
  72. ^ Addio Roma, sono stanco di litigi, in Corriere della Sera, 09-11-1993.
  73. ^ Franco Sensi, una vita per la Roma, in Corriere dello Sport, 18-08-2008.
  74. ^ a b Antonello Capone, Da oggi la Roma è quotata in borsa, in La Gazzetta dello Sport, 23-05-2000.
  75. ^ Massimo Vincenzi, Un milione al Circo Massimo per la notte giallorossa, in la Repubblica, 24-06-2001.
  76. ^ Cassano alla Roma, in Rai Sport, 05-03-2001.
  77. ^ Luca Valdiserri, La festa mancata della Roma si trasforma in rissa, in Corriere della Sera, 14-03-2002.
  78. ^ Stefano Petrucci, Sensi: "Occasione persa, è la Roma la squadra più forte", in Corriere della Sera, 06-05-2002.
  79. ^ La Roma abbandonò la corsa scudetto perdendo lo scontro diretto con il Milan al Meazza. Tuttavia lo stesso giorno conquistò la matematica certezza del secondo posto. Francesca Ferrazza, Panucci: "C'è chi esagera ma questo tifo è bellissimo", in la Repubblica, 08-05-2004.
  80. ^ Capello alla Juve, esplode l'ira dei tifosi giallorossi. Prandelli nuovo allenatore, in Corriere della Sera, 29-05-2004.
  81. ^ Samuel al Real, che vuole anche Emerson. Perrotta verso la Roma, in Corriere della Sera, 21-05-2008.
  82. ^ Massimo Cecchini, Andrea Pugliese, Nella Roma non c'è disciplina, in La Gazzetta dello Sport, 16-04-2004.
  83. ^ Mattia Chiusano, Cassano salva la Roma. Atalanta, applausi amari, in la Repubblica, 23-05-2005.
  84. ^ Massimo Cecchini, Rosella Sensi, un seggio rosa al governo, in La Gazzetta dello Sport, 21-09-2006.
  85. ^ Calcio, è morto Franco Sensi, in Corriere della Sera, 18-08-2008.
  86. ^ Massimo Cecchini, Roma in gol anche nei bilanci, in La Gazzetta dello Sport, 21-09-2006.
  87. ^ Alessandro Catapano, Spalletti-Roma, semaforo verde, in La Gazzetta dello Sport, 17-06-2005.
  88. ^ Luca Valdiserri, Doppio colpo Roma: un derby da record, in Corriere della Sera, 27-02-2006.
  89. ^ Stravolta la classifica di Serie A: Inter e Roma in Champions League, in la Repubblica, 14-07-2006.
  90. ^ cfr: Massimo Izzi, Dall'addio alla Lupa Capitolina al lancio delle tessere "Partner Roma". Le ultime innovazioni dell'era Anzalone, con Una testimonial d'eccezione (PDF), in Il Romanista, 15 agosto 2006, p. 11. URL consultato l'11/11/2009.
  91. ^ Nel 1978 Piero Gratton ideò il logo della A.S. Roma e curò il coordinamento grafico della nuova immagine sociale. Fu autore, in quegli anni, di molti stemmi famosi, ad esempio quello del Tg2. Fonte: Piero Gratton - Sito ufficiale
  92. ^ Roma (non si discute si ama) (JPG), su asromaultras.org. URL consultato il 19-04-2008.
  93. ^ Presente nei registri SIAE con il codice ISWC (Interational Standard Work Code) T-005.026.062-2
  94. ^ Per delibera della CAF a seguito di Calciopoli, dopo il quinto posto ottenuto sul campo.
  95. ^ Numerazione maglie 2009-2010, su asroma.it. URL consultato il 30-07-2009.
  96. ^ Staff tecnico dell'A.S. Roma, su asroma.it. URL consultato il 20-12-2008.
  97. ^ (DE) Blue Stars/FIFA Youth Cup: Siegerliste ab 1939, su youthcup.ch, FIFA. URL consultato il 21-01-2009.
  98. ^ Club World Ranking 1991, su iffhs.de, IFFHS. URL consultato il 05/10/2008.
  99. ^ Massimo Cecchini, Test norvegese verso il derby, in La Gazzetta dello Sport, 20-10-2005.
  100. ^ Gianluca Gasparini, Derby alla Roma: record storico, in La Gazzetta dello Sport, 26/02/2006.
  101. ^ Antonino Morici, L'Inter si ferma un girone dopo, in La Gazzetta dello Sport, 28-02-2007.
  102. ^ Record assoluti, su gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport. URL consultato il 06/11/2008.
  103. ^ Ritirata la maglia di Aldair, in Quotidiano Nazionale, 30-07-2002.
  104. ^ Azionariato dell'A.S. Roma S.p.A, su consob.it, Consob. URL consultato l'08/10/2008.
  105. ^ Francesca Spaziani Testa, Ora avanti con il Progetto (PDF), in Il Romanista, 30-12-2005.
  106. ^ Organigramma societario dell'A.S. Roma, su asroma.it. URL consultato il 20-12-2008.
  107. ^ Comunicato finanziario dell'A.S. Roma sul nuovo assetto societario Cristina Mazzolenti, Gian Paolo Montali, Daniele Pradè e Bruno Conti fanno parte del Comitato Tecnico di Direzione della società.
  108. ^ Luca Prosperi, Attaccati alla maglia - le maglie della Roma dal 1927 al 2001, Artexpò Promotion, 2001.
  109. ^ Kappa nuovo sponsor tecnico, in Il Romanista, 17-07-2007.
  110. ^ (EN) Superleague Formula - Pagina della Roma, su superleagueformula.com. URL consultato il 7-9-2009.

Bibliografia

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  • (IT) Lorenzo Contucci, La maglia del cuore, Roma, Ufficio Comunicazione della Regione Lazio, 2004.
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  • (IT) Massimiliano Morelli, Il divino, il principe e il gladiatore, Fratelli Frilli Editori, 2004, ISBN 88-7563-039-9.
  • (IT) Stefano Marsiglia, Maggica Roma, Roma, Malatempora, 2006, ISBN 88-8425-065-X.
  • (IT) Nino Santarelli, Un solo urlo: Roma! 1927-2007: 80 anni di passione giallorossa, Reality Book, 2007, ISBN 88-95284-04-6.
  • (PL) Piotr Leśniowski, Słynne kluby piłkarskie: AS Roma, Gazeta Wyborcza, 2007, ISBN 978-83-7552-044-6.
  • (IT) Segio Salvi & Alessandro Savonarelli, Tutti I Colori Del Calcio. Storia E Araldica Di Una Magnifica Ossessione, Firenze, Le lettere, 2008, ISBN 88-6087-178-6.

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