«Ho iniziato a sentirmi a mio agio come cantautore con Hunky Dory. Sentivo davvero che avevo capito come scrivere canzoni a quel punto. C'erano un paio di cose per le quali ho tentato una specie di trapianto del cervello di una canzone da cabaret su un pezzo rock. Una era Life on Mars? e l'altra era Changes
«La considero tuttora la migliore collezione di canzoni raccolte in un solo disco.»


Hunky Dory è il quarto album dell'artista inglese David Bowie, pubblicato nel dicembre 1971 dalla RCA. La prima edizione su compact disc, sempre della RCA, è del 1984 (anno in cui è uscito anche in versione picture disc), mentre nel 1990 è uscita un'edizione rimasterizzata contenente quattro tracce bonus.

Come riporta Nicholas Pegg in The Complete David Bowie, il titolo Hunky Dory (traducibile come "ottimo", "eccellente") era stato rivelato nel corso della sessione BBC registrata il 3 giugno 1971 ed era stato suggerito dal general manager della Chrysalis, Bob Grace, che raccontava di un ex ufficiale della RAF, proprietario di un pub ad Esher, il cui vocabolario «era infarcito di espressioni gergali come "prang" e "whizzo". Un'altra era "è tutto hunky-dory". Lo dissi a David e gli piacque moltissimo».

Hunky Dory è probabilmente il disco più rappresentativo del Bowie artista, presentando tutti gli elementi chiave del suo far musica in una veste "pop" (warholianamente parlando) elegante ed efficace. Ma Hunky Dory soprattutto mette in luce l'abilità acquisita del suo autore nel riscrivere il vocabolario del rock utilizzando forme già note, allo stesso tempo inconfondibilmente marchiate dalla sua impronta, dando vita a un universo artistico unico.

Tracce

Le tracce, tranne dove indicato, sono scritte da David Bowie.

  1. Changes - 3:37
  2. Oh! You Pretty Things - 3:12
  3. Eight Line Poem - 2:55
  4. Life on Mars? - 3:53
  5. Kooks - 2:53
  6. Quicksand - 5:08
  7. Fill Your Heart (Rose/Williams) - 3:07
  8. Andy Warhol - 3:56
  9. Song for Bob Dylan - 4:12
  10. Queen Bitch - 3:18
  11. The Bewlay Brothers - 5:22
  • Tracce bonus della riedizione 1990
  1. Bombers - 2:38
  2. The Supermen (versione alternativa registrata durante le sessioni di Hunky Dory) - 2:41
  3. Quicksand (demo acustico registrato nel 1971) - 4:43
  4. The Bewlay Brothers (versione mixata in maniera differente da quella dell'album) - 5:19

Formazione

Registrazione

Alla fine del 1970, dopo che The Man Who Sold the World era stato pubblicato negli USA, Bowie stava già pensando all'album successivo. Bob Grace, general manager e co-fondatore della Chrysalis, affittò gli studi londinesi di Radio Luxemburg dove il cantante iniziò a incidere alcuni demo e a provare molto del materiale che avrebbe convogliato su Hunky Dory, tra cui Oh! You Pretty Things.

Lo stesso Bob Grace ha dichiarato: «Improvvisamente tutte queste grandi canzoni cominciarono ad apparire. Usavamo fare tutti i demo allo studio Radio Luxenbourg perchè era molto economico. Ricordo che potevamo mettere non più di pochi pollici di metallo sulle chitarre, altrimenti funzionava da antenna e ricevevamo la stazione radio locale ed una vicina stazione di taxi...».(xoomer)

Dopo una breve parentesi rappresentata dal tour promozionale in America del febbraio 1971, il cantante tornò a Radio Luxemburg e riprese a sfornare nuovi demo. Tra gli strumentisti impiegati c'erano alcuni studenti di Dulwich che si erano dati il nome Runk, tra cui il chitarrista Mark Carr Pritchard (che con Bowie aveva partecipato al progetto Arnold Corns), il bassista Polak de Somogyl e il batterista Ralph St. Laurent Broadbent. Per le successive sessioni di registrazione vennero presi in considerazione anche altri musicisti con cui aveva collaborato nei mesi precedenti tra cui il batterista di Space Oddity Terry Cox e Tony Hill, che aveva fatto parte con Bowie dei Turquoise.

Ad aprile, quando The Man Who Sold the World uscì anche nel Regno Unito, Bowie stava preparando nuovo materiale a un ritmo forsennato, tra cui Changes e Life on Mars?, ma a maggio arrivò alla conclusione che c’era un altro musicista del quale non può fare a meno. Telefonò a Mick Ronson. Il chitarrista collaborava con Bowie sin dai tempi di Space Oddity e aveva fatto parte degli Hype, il gruppo che accompagnava l’artista inglese all’inizio del 1970 e che aveva poi continuato (senza Bowie) sotto il nome "Ronno". La band si era presto avviata verso lo scioglimento e Ronson era tornato a Hull. Bowie gli chiese di tornare a Londra per partecipare alle registrazioni di Hunky Dory e di portare con se un batterista e un bassista. Le prime scelte di Ronson per la nuova sezione ritmica furono i suoi precedenti colleghi Rick Kemp e Ritchie Dharma, coi quali aveva suonato in Fully Qualified Survivor di Michael Chapman, ma il proposito non durò a lungo. Secondo alcune fonti Defries pose il veto soprattutto all’ingaggio di Kemp, a causa della sua incipiente calvizie, che si unì invece agli Steeleye Span, formazione emergente di folk-rock.[2] La scelta finale cadde su Mick "Woody" Woodmansey, ex batterista degli Hype, e sul bassista dei Ronno, Trevor Bolder. Cominciava a delinearsi la band che sarebbe stata conosciuta l'anno successivo col nome di Spiders from Mars.

I tre musicisti si trasferirono nella residenza edoardiana di Bowie ad Haddon Hall per provare le nuove composizioni e il cantante decise di sfruttare l’imminente sessione BBC del 3 giugno come vetrina per la sua crescente cerchia di musicisti e per un pugno di nuove canzoni tra cui Kooks, composta per commemorare la nascita del figlio Zowie avvenuta il 30 maggio. Pochi giorni dopo l’apparizione al Glastonbury Fayre del 23 giugno, il gruppo si trasferì ai Trident Studios per cominciare a incidere il nuovo album e le registrazioni continuarono per tutta l'estate, terminando con l'incisione di Andy Warhol.

Le registrazioni ai Trident Studios in realtà erano iniziate con un serio intoppo, quando era venunto fuori che certi membri del gruppo non avevano imparato le canzoni. Come ricordava Wakeman nel documentario radiofonico Golden Years, David fu costretto a chiedere uno stop: «Disse, "avete avuto buona sistemazione per le prove, siete stati pagati, questa è un’ottima opportunità, e non le avete imparate. Adesso prendete la vostra roba e andate a provarle da un’altra parte, torneremo in studio quando avrete imparato le canzoni... se volete tornare ad essere un piccolo complesso a Hull o chissà dove, fate pure"». «Quando ripresero le registrazioni, una o due settimane più tardi», ricordava ancora Wakeman, «il gruppo era caldissimo! Erano tutti bravissimi e i pezzi fluivano a meraviglia».

A luglio, il nuovo manager Tony Defries (subentrato a Kenneth Pitt alcuni mesi prima) organizzò la stampa di 500 copie promozionali (con canzoni di Dana Gillespie da un lato e qualche canzone di Bowie dall'altro) da usare come esca per le case discografiche. Defries volò a New York con il promo BOWPROMO 1A1/1B1, che comprendeva alcune delle nuove registrazioni tra cui Oh! You Pretty Things, Bombers, Andy Warhol e Queen Bitch e le versioni iniziali di Kooks e Eight Line Poem. In pochi giorni si assicurò un contratto con la RCA, il cui capo della sezione A&R Dennis Katz, rimane sbalordito dal materiale: «Era teatrale, musicale, le canzoni erano eccellenti, c'era poesia vera, sembrava avere tutto», disse ai Gillman. Defries accettò l'offerta di Katz di 37.000 dollari a disco, un grosso miglioramento per il patrimonio di Bowie anche se una somma irrisoria secondo i parametri della RCA.

Un nuovo inserimento nella formazione in studio fu quella del pianista Rick Wakeman il quale, dopo aver collaborato a Space Oddity, aveva acquisito una certa notorietà come il musicista che aveva trasformato gli Strawbs in un progetto da alta classifica (e avrebbe rappresentato un elemento fondamentale degli Yes). «Mi invitò nella sua casa di Beckenham», raccontò in seguito lo stesso Wakeman, «Mi disse di suonare tutte le note che volevo. Le canzoni erano incredibili, Changes, Life on Mars?, una dopo l’altra. Disse che voleva arrivare all’album partendo da una diversa angolazione, che le voleva basate sul pianoforte. Così mi disse di suonarle come avrei eseguito un pezzo di pianoforte e che lui avrebbe adattato tutto il resto attorno. E andò proprio così, andammo in studio ed io ebbi la totale libertà di fare ciò che volevo nell’album. Ognuno suonava attorno a quello che suonavo io». Oltretutto il pianoforte suonato da Wakeman su Hunky Dory (e più tardi da Mick Ronson su Ziggy Stardust) era di per sé una celebrità: era infatti lo stesso strumento che era stato usato per Hey Jude dei Beatles e per molti dei primi dischi di Elton John e Harry Nilsson.

Sotto la tutela di Wakeman, Bowie e Ronson trasformarono la natura pianistica delle composizioni in una serie di arrangiamenti acustici, con le uniche eccezioni costituite dal tributo a Lou Reed e ai Velvet Underground di Queen Bitch e il fragoroso assolo di chitarra in Song for Bob Dylan. Ma il talento di Mick Ronson non venne affatto soppresso. Al posto dei pesanti interventi di chitarra di The Man Who Sold the World ora rivelava la tempra della sua educazione classica con sontuose orchestrazioni d’archi in brani come Fill Your Heart, Life on Mars? e Quicksand. Ken Scott era scioccato dall’abilità di Ronson, non solo come chitarrista («era meglio di qualunque dei Beatles»), ma anche come arrangiatore dal talento istintivo: «non sapeva realmente cosa ci si aspettasse da lui, così era molto più libero».

Dal canto suo Bowie suona la chitarra, il sax e, come ironicamente riportato nelle note di copertina, le parti meno complicate di pianoforte.

In assenza di Tony Visconti, andato a sostenere il luccicante astro nascente Marc Bolan, David reclutò Ken Scott, ingengnere del suono dei suoi dischi Mercury, per mixare le registrazioni e co-produrre l'album. Da notare che le note di copertina riportano "Prodotto da Ken Scott (assistito dall'attore)". L'attore è Bowie stesso, il cui "capriccio prediletto", nelle parole dei critici del New Musical Express Roy Carr e Charles Shaar Murray, era «pensare a se stesso come a un attore».

Scott, altra figura chiave del successivo periodo Ziggy Stardust, aveva da poco finito di lavorare con George Harrison per All Things Must Pass, la cui tessitura acustica non sarebbe stata distante dal suono di Hunky Dory. Il ruolo di arrangiatore fu rilevato da Bowie e Ronson che, insieme a Bob Grace, selezionarono i brani una notte proprio a casa di Ken Scott. Fra quelli scartati vi erano How Lucky You Are e Right On Mother (quest’ultima incisa da Peter Noone lo stesso anno) mentre altri come Bombers e It Ain’t Easy sarebbero stati incisi ai Trident ma esclusi dalla track list definitiva dell’album.

Molti elementi nella preparazione di Hunky Dory, compreso il fatto che la maggior parte delle canzoni venne scritta e registrata in forma di demo prima che cominciassero le sessioni vere e proprie, era in contrasto non solo con il precedente album di Bowie ma anche con la tendenza all'improvvisazione spontanea in studio che avrebbe dominato la sua carriera. Hunky Dory era l'accurato e coerente lavoro di un autore di canzoni, una collezione di canzoni insolitamente prolissa rispetto ai suoi standard abituali con una straordinaria fluidità dei passaggi armonici di Bowie del tutto nuova. Fondamentale anche il fatto che abbia optato per una impostazione di voce finalmente personale, un peculiare baritono-alto che scivolava impercettibilmente dentro e fuori il falsetto, le inflessioni cockney da rivista e gli innaturali americanismi di precedenti registrazioni. Gli arrangiamenti orchestrali di Mick Ronson e il virtuosismo del pianoforte di Rick Wakeman dettero il tocco finale. Tony Visconti, grande estimatore dell'album, disse in seguito che «nulla faceva supporre che avesse in mente tutto questo quando ci separammo dopo The Man Who Sold the World». L'influenzadell'album nella storia della musica pop continua a farsi sentire nell'opera di artisti come gli Eurythmics. «Hunky Dory, mi piace come suona», confermava Dave Stewart nel 1999, «lo uso tuttora come una specie di parametro di rierimento». Dougie Payne dei Travis ha detto nel 2002, «Quando ero piccolo mia sorella Jill ascoltava Hunky Dory. The Bewlay Brothers mi spaventò; tutte quelle voci stridule. Anche Kooks e Oh You Pretty Things sono incredibili».(xoomer)

L'album

Già dal titolo del brano di apertura di Hunky Dory, Changes, si percepisce l'aria di mutamento che pervade l'album al confronto con i precedenti. I cambiamenti hanno investito ogni aspetto della genesi dell'album, a partire dal nuovo manager Tony Defries che, subentrato a Kenneth Pitt, ha procurato a Bowie un contratto con la RCA, per la quale Bowie pubblicherà i successivi album fino a Scary Monsters. Hunky Dory si trova anche al primo grande crocevia della carriera di Bowie. Fu il suo ultimo album (almeno fino a Low), ad essere presentato puramente come prodotto sonoro anziché come veicolo per i teatrali elementi visivi, e fu forse anche l'ultimo disco in cui non stesse recitando una parte, in modo più o meno marcato.

Da questo punto di vista bisogna sottolineare le nuove frequentazioni di Bowie, che gli permettono di venire a contatto anche con il mondo newyorchese e quindi di toccare ed apprezzare realtà musicali ed estetiche diverse. Venire a contatto con la bizzarria di Andy Warhol durante le rappresentazioni di Pork alla Roundhouse ha svegliato in Bowie una particolare attenzione per l'eccentricità e l'ambiguità sessuale: da questo momento, e dall'incontro vero e proprio con Warhol a New York nel settembre 1971, nasce in lui il gusto della fusione totale fra musica e messa in scena, il gusto per il gesto non casuale, denso di decadenza dandy. Bowie inizia a personalizzare il look e a capire l'importanza dei media per creare di sé l'immagine di una star sfruttandoli al meglio. E il suo ruolo sulla scena non si limita più ad essere quello di cantante-musicista che fa buon uso delle movenze del corpo, ma quello di attore consapevole-musicista.

«Questo album è pieno dei miei cambiamenti e di quelli di alcuni dei miei amici», annunciò a una conferenza stampa nel 1971, e certamente Hunky Dory risulta, insieme all'album precedente, il più intimo e rivelatore fra i dischi di Bowie. «È un album che mi ha aiutato a tirare fuori molti aspetti del mio modo di sentire, un sacco di schizofrenia», ammetterà David. Non c'è dubbio che si tratta di un disco irto di significati criptici e vibrante di immaginazione provocante. Nel gennaio 1972, Bowie disse a Michael Watts di Melody Maker che le sue canzoni «possono essere paragonate al parlare con lo psicanalista. La rappresentazione è il mio divano».

Ma i cambiamenti si riflettono anche sul processo di elaborazione lungo e complesso di testi e musica. Bowie, che in studio si era spesso avvalso dell'improvvisazione (tecnica che sfrutterà molto anche in seguito), ha deciso per questo album di cambiare approccio e, abbandonato l'hard rock di The Man Who Sold the World, compone le canzoni al pianoforte anziché alla chitarra, mettendo in primo piano il pianoforte di Rick Wakeman. La chitarra di Mick Ronson è resa meno aggressiva e passa leggermente in secondo piano ma al suo grande talento viene anche affidata l'orchestrazione degli archi.

In Hunky Dory si avverte, inoltre, una personalizzazione dello stile verso un pop orecchiabile ma decisamente non banale: Bowie ha dedicato all'album tutto il tempo necessario e la sua piena creatività, probabilmente in risposta al fatto di aver trascurato gli sviluppi di The Man Who Sold the World. E l'impronta di Bowie qui è fortissima, le armonie dei brani sono eccezionali, e la voce sta iniziando ad assumere sfumature sempre più originali.

All'interno del paesaggio lirico di Hunky Dory si possono rintracciare una serie di temi ed ossessioni ricorrenti. La ricerca dello zibaldone musicale, già elemento cardine dei lavori precedenti di Bowie, viene consolidata in una serie sistematica di citazioni incrociate, una massa di riferimenti e allusioni a canzoni rock, famose o sconosciute. In modo ancora più evidente, la seconda facciata inizia con una cover, seguita da una serie di omaggi a Andy Warhol, Bob Dylan e Lou Reed, gli eroi americani di Bowie. «L'intero album Hunky Dory rifletteva il mio recente entusiasmo per questo nuovo continente che mi si era spalancato davanti», dirà David nel 1999, spiegando che «accadde perché ero stato negli USA... fu la prima volta che una situazione esterna mi influenzò al 100%, tanto che modificò il mio modo di scrivere e cambiò totalmente il mio modo di guardare le cose».

Dal punto di vista dei testi, Hunky Dory è anche il disco più apertamente "omosessuale" di David Bowie. Che recitasse o meno, la nuova sensibilità gay di David è direttamente espressa in Hunky Dory. Il disco contiene i suoi testi più dichiaratamente omosessuali, tipo Queen Bitch, mentre il contemporaneo Looking for a friend, brano scartato degli Arnold Corns, passava i confini anche più ostentatamente. Alcuni hanno rilevato segnali simili in altre parti dell'album, specificamente in The Bewlay Brothers e Oh! You Pretty Things, ma l'atteggiamento gay è semplicemente parte di un più ampio concetto di teatralità che David stava rapidamente spingendo alla sua logica conclusione. Non va dimenticato che nell'agosto 1970 i Kinks raggiunsero il secondo posto in classifica con la loro hit sovversiva transessuale Lola, annunciando il revival del corteggiamento del pop verso una frangia della società che aveva sempre affascinato Bowie fin dai giorni dei Manish Boys. La primavera del 1971, durante la quale scrisse molti dei brani di Hunky Dory, fu un periodo che lo vide abbracciare la sottocultura gay di Londra con regolari visite al Sombrero e assidue frequentazioni dell'esotica combriccola di Freddi Burretti. Secondo Angela, «la gente del Sombrero cominciò quasi subito a fornirci il carburante. Il materiale su Hunky Dory... veniva direttamente dalle loro vite e dai loro atteggiamenti». Il 24 aprile, spinto dalla circolazione di The Man Who Sold the World con il travestimento in copertina, il Daily Mirror fotografò David nel suo famoso vestito sul prato di Haddon Hall. Precorrendo di nove mesi la famosa intervista in cui avrebbe dichiarato «Io sono gay», raccontò allegramente al Daily Mirror di essere «ambiguo e tutto il resto», aggiungendo che «non riesco a respirare in un'atmosfera convenzionale... trovo la libertà solo nell'ambito della mia stessa eccentricità».

Ci sono altri temi, forse meno superficiali, che percorrono come giunzioni i testi di Hunky Dory. Un nuovo genere di esistenza fantastica è molto evidente, forse stimolata dal viaggio di David in America del 1971: Life on Mars? e Andy Warhol fanno entrambe riferimento al grande schermo che introduce una parata di icone cinematografiche, da Greta Garbo a Mickey Mouse. C'è una continuazione dell'atteggiamento ambiguo dell'album precedente nei confronti di guide, icone e profeti autoproclamati, alcuni dei quali più inquietanti di altri: Dylan, Lennon, Himmler, Churchill e Aleyster Crowley, il poeta occultista, già membro dell'Ordine Ermetico della Golden Dawn e flagello della morale comune edoardiana, che aveva e avrebbe esercitato ancora un'influenza tangibile sull'opera di Bowie. Tali figure danno corpo nel disco alla preoccupata consapevolezza della debole padronanza dell'uomo su relazioni e moralità, gli unici elementi che lo innalzano dalla barbarie.

Bowie ha confermato che il testo più impenetrabile di tutti, The Bewlay Brothers, riguarda la sua relazione col fratellastro. Le idee nietzschiane di The Man Who Sold the World vi si ritrovano in abbondanza e una ulteriore specie di Ubermenschen viene introdotta in Oh! You Pretty Things con i suoi oscuri riferimenti a The Coming Race di Bulwer-Lytton celati sotto una veste musicale disimpegnata. Sopra e al di là dei personaggi mortali, riappaiono i "superuomini" e i "diavoli" che avevano affollato The Man Who Sold the World, parte della miscela di immaginario religioso, filosofia nietzschiana e apocalittica di Bowie, che si andava rapidamente raffinando ma rimaneva oscura. I pavimenti di cattedrale, gli schianti nei cieli e il "ciarpame religioso" di Hunky Dory costituiscono un ponte tematico tra il disco precedente e il successivo.

Ma se Hunky Dory ha un tema principale è quello del timore Wildeano dell'impermanenza, la consapevolezza che gioventù e passione verranno consumate dall'inevitabilità del cambiamento e della decadenza quando Bowie si batte in "un milione di strade senza uscita" e comincia a temere di "non avere più la forza", di diventare un "re dell'oblìo" mentre una nuova generazione di "stranieri" e "cose graziose" eredita la Terra. Bowie descrisse in seguito Hunky Dory come un album molto "preoccupato" ed una persistente minaccia sembra venire dal timore che la sorgente creativa si prosciughi, che in assenza di ispirazione egli uccida con l'intelletto un talento che ha sempre considerato istintivo: «affondando nelle sabbie mobili del mio pensiero» («sinking in the quicksand of my thought»), quando dovrebbe seguire il consiglio dell'unica cover dell'album: «dimentica la tua mente e sarai libero». Il procedimento della scrittura e la sua perdita permeano l'album. In The Bewlay Brothers, «il grosso libro che abbiamo scritto, oggi non si trova più»; in Oh! You Pretty Things «alcuni libri si trovano» in «un mondo a venire»; in Song for Bob Dylan il "vecchio taccuino" si rinnova all'arrivo della «solita vecchia signora dipinta che scaturisce dalla fronte del super-cervello», presumibilmente Pallade Atena, la dea delle arti creative che emerge dalla fronte di Zeus. E su tutto incombe la minaccia che "molto presto diventerai vecchio".

Naturalmente Hunky Dory non si limita a trattare l'argomento dell'angoscia creativa di Bowie, non dobbiamo trascurare l'elemento ottimistico introdotto da Kooks, il cui soggetto attribuisce un senso più positivo a Oh! You Pretty Things e Changes. Nel luglio 1972 Ron Ross scriveva su Words & Music: «Si tratta di canzoni di padri e figli. Oh! You Pretty Things, ad esempio, si rivolge agli adolescenti ma la voce sembra essere quella di un vecchio outsider che osserva i cambiamenti che stanno attraversando. D'altra parte Kooks è una canzoncina intonata sullo stile di Your Mother Should Know che tenta di sedurre un bambino a rimanere con i suoi irrimediabilmente eccentrici genitori, vale a dire Bowie e sua moglie Angie». Ancora, «Quicksand descrive lo stato d'animo di un giovane catturato nei cambiamenti cosmici tra due modi di vita. La sua decadenza è chiaramente insoddisfacente, anche se astutamente romantica».(wonder)

Hunky Dory può quindi essere considerato il primo autentico "album classico" di Bowie, come lo ha definito Stephen Thomas Erlewine di AMG «un assortimento caleidoscopico di stili pop uniti insieme dal senso visionario di Bowie, un vasto melange cinematografico di arte alta e bassa, sessualità ambigua, kitsch e classe».(bassman). Titoli di canzoni che nominano Andy Warhol e Bob Dylan sono un buon indizio della piega musicale dell'album, molto più vicino al pop sognante di Space Oddity che agli stilemi proto-metal esibiti nell'album uscito l'anno prima. L'atmosfera è giocosa fino all'ultima traccia, The Bewlay Brothers, nelle parole di Roy Carr e Charles Shaar Murray «la canzone più densa e impenetrabile di Bowie».

Scriveva il New York Times: «Una voce che si trasforma con scintillanti metamorfosi da una canzone all'altra, una capacità compositiva che conquista e una teatralità che farà rosicchiare ai più abili attori drammatici i loro eyeliner per l'invidia». Ancora: «Una band sorprendentemente affiatata, guidata dalla figura carismatica del chitarrista Mick Ronson, che riesce a farti girare la testa con la sua intensità e a placarti il cuore con la sua delicatezza. Il nuovo album combina brani melodici irresistibili con testi che agiscono su più livelli, come una semplice narrazione o o come filosofia e allegoria, a seconda del vostro desiderio di scandagliare le profondità degli abissi».

Così Oh! You Pretty Things può esser letta come espressione dei sentimenti di chi sta per diventare padre ma, a un livello più profondo, riguarda le convinzioni di Bowie riguardo ad una razza di superuomini ("homo superior") alla quale fa riferimento in modo diretto.

I singoli

Sono ben cinque le tracce di Hunky Dory uscite su 45 giri anche se solo Changes e Andy Warhol vennero pubblicate (come lato A e lato B, rispettivamente) nel periodo in cui uscì l'album, il 7 gennaio 1972. Life on Mars? venne pubblicata il 22 giugno 1973 (con The Man Who Sold the World come lato B), mentre Queen Bitch e Quicksand uscirono entrambe come lato B (rispettivamente di Rebel Rebel e Rock 'n' Roll Suicide), il 15 febbraio e l'11 aprile del 1974. Sempre nell'aprile 1974 Queen Bitch venne ripubblicata negli Stati Uniti come lato B, stavolta di 1984,[3] mentre Changes uscì nuovamente nel 1975 in un maxi singolo che conteneva Space Oddity e Velvet Goldmine.

Le altre tracce

  • Oh! You Pretty Things

«Oh! You Pretty Things suggerisce che "l'homo superior", la razza del superuomo, sta per emergere in modo implicito nella forma di un mini-Bowie».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)


«Penso che in un certo senso abbiamo creato un nuovo genere di persone. Abbiamo creato un bambino che sarà talmente esposto al bombardamento dei media da estraniarsi dall'ambito familiare prima di aver compiuto dodici anni»
(inglese)
«Look out at your children
see their faces in golden rays,
don't kid yourself they belong to you
they're the start of a coming race.»
(italiano)
«Date un'occhiata ai vostri figli
guardate i loro visi raggianti,
non illudetevi che appartengano a voi
sono l'inizio di una nuova razza»

Scritta con l'idea iniziale di farla registrare al cantautore statunitense Leon Russell,[5] Oh! You Pretty Things fu probabilmente la prima traccia di Hunky Dory ad essere composta, dal momento che ne fu realizzato un demo negli studi di Radio Luxembourg non più tardi del dicembre 1970. «Non riuscivo a dormire», disse in seguito Bowie, «erano circa le quattro del mattino. Mi ero svegliato con questa canzone che mi ronzava in testa. Ho dovuto alzarmi dal letto e suonarla, per liberarmene e tornare a dormire».

Lo stesso Bob Grace ha dichiarato: «Eravamo lì per un'intervista di Kid Jensen e mentre stavamo aspettando David stava giochicchiando al piano. Quando gli chiesi cosa stava facendo mi disse che non era riuscito a dormire la notte precedente a causa di questa canzone che gli girava nella testa. Si era dovuto alzare per suonarla. Così gli feci fare il demo...Si trattava di Oh! You Pretty Things»".(xoomer)

Prima che la canzone fosse registrata per l'album ne era stata realizzata una cover interpretata da Peter Noone, l'ex cantante degli Herman's Hermits, che venne pubblicata il 30 aprile del 1971 e che raggiunse il dodicesimo posto in classifica ad ottobre, diventando di fatto il brano di Bowie di maggior successo dopo Space Oddity. Curiosamente, la versione di Noone risultò anche la prima canzone di David Bowie ad entrare nelle classifiche australiane, prima ancora di Bowie stesso.[6] Bowie suonava il piano e appariva come voce di accompagnamento nel singolo di Noone, il quale si mise al sicuro da eventuali censure radiofoniche cambiando il verso «the Earth is a bitch» («la Terra è una puttana») in «the Earth is a beast» («la Terra è una bestia»).[5] Lo stesso Bowie, che accompagnò Noone al piano in una performance per Top of the Pops, commentò: «Non so se Peter si rende conto del vero significato della canzone. Riguarda il concetto di Homo Superior». In effetti, il brano smentisce il suo brioso arrangiamento di pianoforte scivolando sul sinistro versante nietzschiano frequentato da gran parte dei brani di Hunky Dory. Il testo si può interpretare come il seguito ideale di The Supermen, dell'album precedente, nel quale Bowie immaginava l'avvento imminente di una razza di uomini superiori con spiccati riferimento alla filosofia di Nietzsche. Da questo punto di vista la versione di Bowie di Oh! You Pretty Things viaggia su toni più cupi dell'accattivante incisione effettuata (con l'occhio rivolto alle classifiche) da Peter Noone.

(inglese)
«Oh you pretty things,
don't you know you're driving
your mamas and papas insane,
let me make it plain
you gotta make way
for the Homo Superior.»
(italiano)
«Oh voi cose graziose,
non sapete che state facendo impazzire
le vostre mamme e i vostri papà,
fatemi essere più chiaro
dovete trovare la strada

per l'Homo Superior.»

C'è un elemento sinistro negli "Homo Superior", così come riferimenti agli scritti occulti di Aleister Crowley e a The Coming Race, uno dei primi racconti di fantascienza scritto nel 1871 da Edward Bulwer-Lytton, nel quale viene descritta una specie molto progredita di quasi-umani che vivono nelle profondità della Terra e la cui civiltà superiore ha bandito le guerre, il crimine e le disuguaglianze. Durante la sua prima famosa intervista per Melody Maker, rilasciata a Michael Watts nel gennaio 1972, Bowie insisteva nel dire che l'imminente razza di superuomini doveva essere guardata con ottimismo: «Saranno in grado di realizzare tutte le cose che noi non riusciamo a fare». Tenendo presente la sua irresistibile passione per la fantascienza di serie B, è divertente notare come "The Homo Superior" in seguito divenne il nome della generazione di giovani telepatici protagonisti della serie televisiva The Tomorrow People, trasmessa dal 1973 al 1979 dal network ITV.

Anche la recente paternità di Bowie deve aver giocato un ruolo nella stesura della canzone, come rivelò il cantante durante la campagna promozionale per Hunky Dory: «La mia reazione all'annuncio che mia moglie era incinta rientrava negli archetipi del comportamento "da papà". Oh, diventerà un altro Elvis. La canzone contiene tutto questo più una spruzzata di fantascienza». Nel 1976, nel corso di un'intervista meno coerente ma a tratti rivelatrice, accennò all'aspetto più oscuro della canzone: «Moltissime canzoni in realtà hanno a che fare con qualche forma di schizofrenia, o con problemi di Id intermittente, e "Pretty" era una di esse», spiegava, «secondo Jung, vedere fessure nel cielo non è propriamente normale...».

(inglese)
«Look out my window and what do I see,
a crack in the sky and a hand reaching down to me.»
(italiano)
«Guardo fuori dalla finestra e cosa vedo,
uno squarcio nel cielo

e una mano che scende verso me.»

Oh! You Pretty Things fu registrata in occasione di tre sessioni radiofoniche BBC, il 3 giugno 1971 (anche se poi non venne trasmessa), il 21 settembre dello stesso anno e il 22 maggio 1972. Venne eseguita successivamente durante l'apparizione televisiva a The Old Grey Whistle Test di BBC Two, l'8 febbraio 1972. Durante la performance, presente nel DVD The Best of David Bowie del 2003, Bowie cantò in playback accompagnandosi al pianoforte. La canzone non ha mai rappresentato un classico dal vivo e venne eseguita solo in alcune serate dello Ziggy Stardust Tour a partire dal maggio 1973, inserita in un medley comprendente Wild Eyed Boy from Freecloud e All the Young Dudes.[5] Una registrazione della performance televisiva del 1972 fu riesumata nel 1999 in occasione della John Peel Night trasmessa da BBC Two.

  • Eight Line Poem

«Eight Line Poem vanta il distico finale in stile haiku: "But the key to the city/is in the sun that pins the branches to the sky"».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

Nel brano più snobbato di Hunky Dory, Bowie offre una performance vocale da virtuoso, accompagnato dagli scarni accordi del pianoforte di Rick Wakeman e da una linea di chitarra che ricorda un lamento country & western suonata da Mick Ronson. Quando fu pubblicato l'album, a chi gli chiedeva notizie sulla canzone Bowie rispose con una notazione piuttosto criptica: «La città è una sorta di escrescenza di lusso sul deretano della prateria». Il testo è un'istantanea impressionistica scattata in una camera di città, nella quale un gatto ha appena sbattuto contro un telaio rotante mentre un cactus siede enigmaticamente alla finestra. Sommerso tra i brani di più ambiziosa produzione che lo circondano, Eight Line Poem è tranquillo, misterioso e possiede una strana magnificenza. William Burroughs, futuro amico di Bowie, riteneva che il testo ricordasse The Waste Land di Thomas Stearns Eliot. Ne apparve una seconda versione sul lato B del raro promo americano Bombers e anche nel sampler di Hunky Dory contenente sette brani stampato lo stesso anno da Tony Defries. La canzone fu eseguita dal vivo una sola volta, durante una sessione alla BBC registrata il 21 settembre 1971.

  • Kooks

«Kooks trova Dave che incoraggia il fanciullo a restare con i suoi, per quanto deviati e spudorati possano essere, con versi come: "Don't pick fights with the bullies or the cads/'Cause I'm not much cop at punching other people's Dads"».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

Duncan Zowie Haywood Jones nacque il 30 maggio 1971 e, secondo la leggenda, David scrisse Kooks proprio quel giorno. Se si dà credito a questa tesi dev'essere stato straordinariamente veloce, dal momento che la canzone fu eseguita per la prima volta nella Sessioni radiofoniche di David Bowie alla BBC|sessione BBC]] del 3 giugno, appena quattro giorni dopo. «Avevo appena ascoltato un album di Neil Young quando mi telefonarono per dirmi che mia moglie aveva dato alla luce un bambino la domenica mattina e allora decisi di dedicargli questo brano», annunciò David al pubblico presente in studio, precisando che il testo non era ancora definitivo. Questa e la successiva sessione del 21 settembre sarebbero state le uniche occasioni per sentirla dal vivo. Un demo realizzato in studio, nel quale Bowie si accompagna con la chitarra acustica e che contiene alcune piccole variazioni di testo, è apparsa su alcuni bootleg.(teenage) La versione di Hunky Dory, notevolmente rafforzata dall'arrangiamento per archi di Mick Ronson e dalla tromba di Trevor Bolder, fu incisa ai Trident Studios verso luglio del 1971 mentre un mixaggio leggermente differente appariva sull'album promozionale in edizione limitata stampato in agosto. Kooks, che nelle note di copertina è dedicato al "Piccolo Z", è una sorta di affettuoso messaggio augurale di chi è appena diventato padre, un motivetto orecchiabile guidato da un piano vaudeville e sottolineato da elementari interventi di tromba di Trevor Bolder. Come suggerisce la stessa notazione di David, presenta alcune somiglianze con la produzione più leggera di Neil Young. «Il bambino era nato», dichiarò David all'epoca dell'uscita dell'album, «e somigliava a me e a Angela. La canzone nacque un po' come una cosa tipo "se rimani con noi ne vedrai delle belle"».(wonder) Pur risultando spudoratamente leggero in mezzo a tracce come Quicksand e Life on Mars?, Kooks reca comunque tracce dell'ossessione, diffusa in Hunky Dory, di essere costretti a crearsi una vita immaginaria. Bowie invita infatti il figlio a «far parte della nostra storia di innamorati». Zowie fra l'altro veniva pronunciato come il nome femminile Zoe ed era inteso come una versione maschile della parola greca che significa vita (inoltre fa rima con l'esatta pronuncia di Bowie). «Gli piace», dichiarò Bowie nel 1999, «ha una passione per quel brano, sa bene che è stato scritto per lui».

  • Fill Your Heart

«Una deliziosa e opportunamente bonaria interpretazione della vivace Fill Your Heart di Biff Rose apre il lato B, con un'abile incursione nel falsetto da parte delle corde vocali Bowie e un assaggio del sassofono provocatorio di Bowie».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

L'unica composizione che non porta la firma di Bowie è opera del cantautore americano Biff Rose (descritto da Bowie come «un Randy Newman da flower power») e dal suo collaboratore Paul Williams. La versione originale del brano è contenuta nell'album The Thorn in Mrs. Rose's Side, inciso da Rose nel 1968, anche se Fill Your Heart era già stata pubblicata dal musicista Tiny Tim come lato B del singolo Tiptoe Through the Tulips.(teenage) In seguito Bowie asserì che Hunky Dory nell'insieme «è pesantemente influenzato dal modo di scrivere canzoni di Biff Rose». Il brano, che rimpiazzò Bombers come brano di apertura della seconda facciata dell'album nelle ultime fasi di lavorazione, si colloca abbastanza felicemente accanto alla stravaganza post-hippy della precedente Kooks. Con il suo inno al pensiero positivo e con la suggestiva evocazione di draghi, richiama alla mente le prime composizioni di Bowie. Pur mancando della profondità letteraria e musicale che contraddistingue i brani migliori dell’album, fornisce un convincente contrappunto all’angoscia di Quicksand e Changes coi suoi avvertimenti ammonitori: «don’t play the game of time» («non scherzare col tempo») e «forget your mind and you’ll be free» («dimentica la tua mente e sarai libero»). Il brano verrà probabilmente ricordato, comunque, soprattutto per il gradevole stacco di sax suonato da David e per lo spettacolare virtuosismo esibito da Rick Wakeman nel suo assolo di pianoforte. Fill Your Heart occupava uno spazio preminente nella colonna sonora del serial trasmesso dalla BBC nel 1993, The Buddha of Suburbia, accanto a musiche appositamente composte da Bowie. Fill Your Heart, uno dei brani più veloci di Hunky Dory, faceva parte del repertorio dal vivo di Bowie fin dal 1970, anche se il brioso arrangiamento col pianoforte in evidenza che appare nell'album è considerevolmente più sofisticato dell'accompagnamento di chitarra acustica che caratterizzava le prime esecuzioni live, comprese le sessioni BBC del 5 febbraio 1970 e del 21 settembre 1971.

  • Song for Bob Dylan

«Ecco come alcuni vedono Bob Dylan», fu il commento di Bowie a questo brano folk non molto considerato all'epoca dell'uscita di Hunky Dory. Il titolo è una parodia di Song to Woody, un omaggio dedicato nel 1962 da Bob Dylan al suo idolo Woody Guthrie, ma l'omaggio di Bowie diventa un'arringa piuttosto che un elogio. Il testo, indirizzato direttamente a Robert Zimmerman (mettendo in luce la crescente preoccupazione di David per i livelli di identità), lascia intendere che sia il folk rocker radicale di un tempo a implorare il suo "buon amico Dylan" a tornare alle radici del suo modo di comporre canzoni e a venire in soccorso di coloro che hanno perso la fede:

(inglese)
«Ask your good friend Dylan
if he'd gaze a while down the old street»
(italiano)
«Chiedi al tuo caro amico Dylan
se rimarrebbe a fissare un po' la vecchia strada»
(inglese)
«Tell him we've lost his poems
so they're writing on the walls»
(italiano)
«Digli che abbiamo perso le sue poesie
così ora le scrivono sui muri»

In un certo senso sembra anche che Bowie rivendichi il proprio diritto sul territorio di Dylan: nel 1976 dichiarò infatti a Melody Maker che la canzone «spiegava quello che volevo fare col rock. Era in quel periodo che dissi "Ok, se non vuoi farlo tu, lo faccio io". Intravedevo un vuoto di leadership». Nella sua evocazione della dea Atena, Bowie rinnova la supplica, già presente in altri brani di Hunky Dory, dell'artista che invoca il beneficio dell'ispirazione. In fin dei conti, Song for Bob Dylan sembra essere allo stesso tempo sia un tributo che una reprimenda e ci ricorda, in mezzo alle criptiche formulazioni amorali dell'album, che due anni dopo i brani di protesta contenuti in Space Oddity, Bowie continua a ritenersi quantomeno in linea con una scuola di autori più polemica. Song for Bob Dylan fu eseguita per la prima volta durante la sessione BBC registrata il 3 giugno 1971, con la voce solista di George Underwood, ex compagno di scuola di Bowie e un tempo membro dei King Bees (Bowie ha detto di averla scritta proprio per Underwood, che era un patito di Bob Dylan (5years)). Come la sconnessa introduzione di David non contribuisce certamente a chiarire, in quella fase la canzone era intitolata Song for Bob Dylan - Here She Comes. Il brano fu eseguito spesso nei primi concerti dello Ziggy Stardust Tour, prima di scomparire del tutto a metà del 1972.

  • The Bewlay Brothers

The Bewlay Brothers, probabilmente la più criptica, misteriosa, insondabile e inquietante incisione esistente di Bowie, ha sfidato ogni tentativo di interpretazione per quasi tre decenni. Dal punto di vista vocale ci mostra un Bowie che spinge alle estreme conseguenze l'affettazione alla Dylan di Hunky Dory, ricavandone un apprezzabile incrocio tra il suo immediatamente riconoscibile "marchio di fabbrica" vocale e il caratteristico tono rauco "sand and glue" di Dylan. Sotto l'aspetto strumentale, l'intersezione di diversi elementi acustici che costituisce la prima pietra su cui sono fonadte molte grandi composizioni di Bowie viene qui incrementata dalla costruzione di un muro di sinistri effetti sonori e voci di demoni, che ricordano le voci sovrapposte e gli esperimenti al synth di The Man Who Sold the World.

Gran parte dell'impatto della canzone risiede nella grazia con cui combina i migliori elementi dei due album, unendo la semplicità e la potenza melodica di Quicksand con la tremante minaccia di All the Madmen fino ad ottenre un risultato ancora più impressionante.

É interessante notare come il produttore Ken Scott ricordi che, a differenza degli altri brani di Hunky Dory, The Bewlay Brothers fu inserito nell'album all'ultimo momento, senza incidere una traccia di prova prima della registrazione finale: «Gli arrangiamenti furono elaborati in studio, ma non scritti».

I versi ostinatamente oscuri, che Bowie una volta dichiarò di avere scritto pensando ad ascoltatori americani, in modo che potessero «leggerci tutto quello che volevano loro», hanno provocato innumerevoli, intriganti e spesso disperatamente vacillanti interpretazioni. Molti hanno creduto di rintracciare nella canzone una sorta di manifesto gay, in particolare Tom Robinson, il quale una volta fece notare che «fino ad allora tutta la musica pop non parlava d'altro che di rapporti tra i due sessi. Improvvisamente ascoltavi The Bewlay Brothers e pensavi "sono io!"». Altri l'hanno interpretata come un resoconto dei rapporti tra David e il suo schizofrenico fratellastro Terry Burns, sostenendo che la canzone affronterebbe la paura della pazzia congenita alla famiglia che, come Bowie aveva ammesso, era stata un fattore determinante nelle sue prime opere. Nessuno dei due argomenti è particolarmente inusuale nelle sue incisioni dei primi anni settanta e, in un raro momento di franchezza, David confermò nel 1977 che la canzone era «in gran parte basata su me stesso e mio fratello».

Nel 2000, intervenendo al documentario di BBC Radio 2 Golden Years, la descriveva come «un altro pezzo vagamente aneddotico sulle mie sensazioni riguardo ai rapporti tra me e mio fratello, o il mio altro doppelgänger. Non ho mai avuto una visione chiara di quale posizione abbia realmente occupato Terry nella mia vita, se fosse una persona reale o se io facessi riferimento a un'altra parte di me. Penso che The Bewlay Brothers riguardasse proprio questo».

Con pochi dati certi ad ostacolare il libero fluire dell'immaginazione, vari commentatori si sono presi la briga di fornire ingegnose ma azzardate spiegazioni di The Bewlay Brothers. George Tremlett postula una teoria fantasticamente inconsistente secondo la quale la canzone sarebbe il resoconto del disastroso esito di una séance sostenuta da David e Terry «ai tempi in cui l'incipiente malattia mentale di Terry cominciava a manifestarsi chiaramente». Altri cronisti sono andati così in là da sovrapporre le disgrazie di Terry alla chiave di lettura gay, suggerendo che il brano possa essere il risultato di una fantasia riguardante un atto sessuale tra David e il fratellastro.

Non è certamente arduo rintracciare un sottotesto gay nei versi della canzone, che impiega lo slang codificato del ghetto omosessuale del Greenwich Village come del resto un altro brano dello stesso album, Queen Bitch. Sotto questa angolazione, l'enfasi è posta su "real cool traders" ("prostituti veramente fichi") che stanno appostati "in the crutch-hungry dark" ("nel buoi avido di spinelli"), costretti a mandare avanti un'esistenza clandestina giorno dopo giorno ("they wore the clothes, they said the things to make it seem improbable, the whale of a lie...", "indossavano i vestiti e pronunciavano le parole che potessero apparire più improbabili, una colossale bugia..."), appendendo i loro abiti mentre il trucco è "woven on the edging of my pillow" ("impresso sul bordo del mio cuscino"). Da questo punto di vista, l'indimenticabile immagine del fratello senza vita, altrimenti interpretata come come una visione di Terry privo di sensi dopo un attacco epilettico, potrebbe facilmente apparire post-coitale. É altresì innegabile che la strofa "I was stone and he was wax, so he could scream and still relax" ("io ero di pietra e lui di cera, così poteva urlare e allo stesso tempo rilassarsi") potrebbe essere, come i Gillman hanno sostenuto per primi nel loro libro, «il resoconto preciso di un soddisfacente rapporto omosessuale» ma anche una descrizione obliqua comunicata attraverso immagini mutuate dal noto gioco infantile di pietra, forbici e carta.

Eppure, come si verifica per tutte le migliori canzoni di Bowie, più si tenta di afferrare il testo e più questo si rivela sfuggente. Nonostante tutti i seducenti indizi che si possono produrre a suo favore, la pura e semplice lettura gay appare comunque tanto oscura e inconsistente da far pensare ad una falsa pista. Ci sono almeno altrettante immagini sul versante allucinatorio da suggerire un sottotesto orientato sull'argomento-droga ("dust would flow through our veins... shooting up pies in the sky... we were so turned on in the Mind-Warp Pavillion", "polvere che scorre nelle nostre vene... lanciando in aria promesse illusorie... così veniamo condotti nel Padiglione della Mente Alterata"). Altre immagini ricorrono in altri brani di Hunky Dory: l'osservazione che "the solid book we wrote cannot find today" ("il fantastico libro che abbiamo scritto oggi non si riesce a trovare") richiama i poemi perduti di Song for Bob Dylan e i "books... found by the golden ones" ("libri... trovati accanto a quelli preziosi") di Oh! You Pretty Things, mentre la strofa che accenna ai "falsari" ci riporta a Changes, all'inizio dell'album. É stato notato, con argomenti abbastanza persuasivi, che l'immagine del corpo senza vita, come un manichino ridotto allo stato di "chameleon, comedian, Corinthian and caricature" ("camaleonte, attore comico, libertino e caricatura") coincide con la decisione di Bowie alla fine di Hunky Dory di cancellare la sua personalità artistica e di sostituirla con la tabula rasa sulla quale verrà impresso il volto di Ziggy Stardust. Se questa interpretazione è plausibileè divertente notare che Bowie si era autodefinito un "camaleonte" molto tempo prima che i giornalisti rock adottassero il termine servendosene per definire il cliché definitivo da applicare alla sua personalità artistica.

Anche il titolo della canzone è stato a lungo oggetto di dibattito. Charles Shaar Murray e Roy Carr suggeriscono che l'ermetico Bewlay Brothers possa essere un riferimento alle divinità della mitologia classica, mentre altri hanno avanzato la congettura che "Bewlay" possa essere un'alterazione di Beulah, o addirittura di Newley, da Anthony. La realtà è più prosaica, non sono molti a sapere che "Bewlay Bros." era il nome di un negozio di tabacchi che si trovava in Brixton High Street, al tempo delle registrazioni di Hunky Dory.

Bowie non è mai entrato nei dettagli discutendo della canzone e quando si è riferito ad essa non ha fatto altro che confondere ancora di più le idee. «Non riesco a immaginare cosa avesse in mente in quel momento la persona che ha scritto quella canzone», fece notare una volta. Nel 1971 definì il brano «un'altra della serie di confessioni di David Bowie, Star Trek in giacca di cuoio», qualunque cosa ciò possa significare. Ken Scott riferisce che durante le registrazioni Bowie gli confidò che «i versi non significano assolutamente nulla». Eppure la canzone rappresentava sicuramente abbastanza per lui da fornirgli, dopo diversi anni, il nome per la sua compagnia di edizioni musicali, la Bewlay Bros. Music. Forse anche questa era una mossa studiata per incrementare la mistica della canzone. Forse è questo il motivo per cui il brano non è mai stato eseguito dal vivo e forse ciò spiega anche l'apparizione di un quasi identico "Alternate Mix" nella riedizione del 1990 di Hunky Dory.

Ma, in fin dei conti, tentare di svelare l'enigma equivale a mancare completamente il bersaglio. La stessa proliferazione di differenti letture dovrebbe evidenziare il fatto che la canzone non deve avere necessariamente un "argomento" omosessualità o schizofrenia, droga o religione, ma può abbracciare tutte queste influenze in un ventaglio di possibilità. Ascoltando Bowie che al massimo delle sue facoltà lancia oscuri lamenti riguardanti "i benpensanti di domani", "la crosta solare", "denti lampeggianti di ottone" e "il cupo volto sul pavimento della cattedrale" è difficile non azzardare una propria interpretazione.

La lenta dissolvenza di sinistre voci da cartoni animati che ridacchiano "please come away..." ("per favore allontanatevi...") rappresenta uno dei finali di album più belli e sconvolgenti della storia del rock.

Una ballata trascinante, data dal ritmo coinvolgente e lento sostenuto dalle chitarre acustiche. Pochi accordi per un'interpretazione profondamente sentita e malinconica.

I crediti di produzione riportati sulla copertina dell'album Lust for Life di Iggy Pop sono attribuiti a "Bewlay Bros.", inteso in questo caso come un'aggregazione di Bowie, Iggy e il produttore-ingegnere del suono Colin Thurston.

Descritta come "probably Bowie's densest and most impenetrable song".(enwiki)

The composer himself supposedly told producer Ken Scott that it was a track for the American market, because "the Americans always like to read things into things", even though the lyrics "make absolutely no sense".(enwiki)

Reflecting on the song in 2008, Bowie wrote "I wouldn't know how to interpret the lyric of this song other than suggesting that there are layers of ghosts within it. It's a palimpsest, then".(enwiki)

Bowie ha usato Bewlay Bros come pseudonimo per se stesso, Iggy Pop e Colin Thurston come produttori dell'album di Iggy Pop del 1977 Lust for Life.(enwiki)

Eseguita dal vivo per la prima volta per Live and Exclusive, programma di BBC Radio 2, il 18 settembre 2002.(enwiki)

Les Inrockuptibles, intervista di JD Beauvallet, estate 1993: «Avevo scritto per lui una canzone su Hunky Dory, The Bewlay Brothers». (velvet, parla del fratellastro)

Bowie ha chiamato la sua publishing company "Bewlay Bros. Music".(5years)

Secondo quanto sostenuto da Ken Scott, Bowie si è ispirato al nome di una tabaccheria vicina ai Trident Studios.(5years)

Tom Robinson ha interpretato il brano come una "gay agenda".(enwiki)

La voce accelerata di Bowie nel finale è stata paragonata dai critici Roy Carr e Charles Shaar Murray del New Musical Express all'effetto di The Laughing Gnome, ma "in una forma molto più sinistra".(enwiki)

da Iselect: «L’unica pipa che ho mai fumato è stata un’economica Bewlay. Era un oggetto comune verso la fine degli anni ’60 e per questo brano ho voluto utilizzare il cognome Bewlay al posto del mio. Questa non era solo una canzone sulla fratellanza, non volevo snaturarla utilizzando il mio vero nome. Detto questo, non saprei come interpretare il testo della canzone se non suggerendo che in essa vi sono diversi strati di fantasmi. Una sorta di palinsesto. Le circostanze che portarono alla registrazione di questo brano mi vengono a malapena in mente. Era tardi, ricordo. Stavo da solo con il mio produttore Ken Scott e gli altri musicisti se ne erano già andati via. A differenza del resto dell’album Hunky Dory, del quale avevo già scritto tutto ancora prima che lo studio fosse prenotato, questa canzone era un pezzo ancora non concretizzatosi, che sentivo di dover registrare il più immediatamente e velocemente possibile. Per tutta la giornata avevo scritto una miriade di parole. Mi ero sentito distaccato e instabile per tutta la serata, come se qualcosa si stesse articolando nella mia mente. È probabile che possa aver fumato qualcosa nella mia pipa Bewlay. Ricordo chiaramente una sensazione di espansione emotiva. Credo che terminammo tutto il lavoro quella notte. Ed è possibile che sia finito a bere al Sombredo di Kensington High Street o probabilmente che sia andato a sconvolgermi al Club La Chasse di Wardour Street».

11.12.2000 - Life on Mars è un lavoro teatrale concepito da David Hollywood, Liam Judson e Aidan Roberts. Si tratta di un pezzo di teatro urbano concettuale basato sulla musica e sulle liriche di Bowie. Presentando i temi della vita suburbana, dell'alienazione, della fama e dell'autodistruzione, lo show narra la storia di due fratelli (i fratelli Bewlay, dalla canzone Bewlay Brothers, LP Hunky Dory, Rca, 1971) dalla fanciullezza attraverso una dura adolescenza, fino alla giovane età adulta. Ispirato dal potenziale teatrale della musica, conterrà canzoni da Space Oddity, Hunky Dory, Ziggy Stardust, Aladdin Sane e Diamond Dogs. Lo show debutterà alla Wentworth Falls School of Arts in Australia nel marzo del 2001.(xoomer)

«The Bewlay Brothers suona come qualcosa lasciato fuori da The Man Who Sold the World solo perché non era abbastanza "rumorosa". Musicalmente è tranquilla, arida e sinistra, il testo è praticamente impenetrabile, un flusso di coscienza di immagini strane e (apparentemente)indipendenti, e si chiude con varie ripetizioni di un coro agghiacciante cantato con un chiaro accento cockney al quale David ricorre di solito quando sta tentando di comunicare qualcosa circa l'impossibilità di trascendere completamente dalle circostanze mondane della propria nascita».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

Melody Maker, 22 gennaio 1972, di Michael Watts: «In The Bewley Brothers ricorre ad un accento cockney molto spiccato. Dice di averlo preso da Tony Newley».

The Bewlay Brothers, sinistro folk psichedelico dalla struttura circolare e claustrofobica, memore di Syd Barrett e degli incubi acustici del precedente The Man Who Sold the World. Il testo, forte di liriche criptiche, è incentrato sul particolare rapporto tra Bowie e il fratellastro Terry, malato di schizofrenia e già da allora soggetto a cure psichiatriche (morirà suicida a metà anni 80, a lui sarà dedicata Jump They Say del 1993).

Tracce bonus della riedizione 1990

La riedizione di Hunky Dory distribita dalla Rykodisc nel 1990 contiene quatro tracce bonus tra cui l'inedita Bombers. La prima versione di questo brano, che parla di un esperimento nucleare che accidentalmente provoca una guerra di dimensioni planetarie, era un demo del 1971, poi apparso nel bootleg The Axeman Cometh, in cui Bowie cantava accompagnandosi al pianoforte. Successivamente furono effettuate due registrazioni. La prima, prodotta da Ken Scott ed eseguita con gli stessi componenti che avrebbero partecipato alla registrazione di Hunky Dory, venne pubblicata come singolo promozionale negli Stati Uniti con una versione remixata di Eight Line Poem come lato B.[7] La seconda (quella recuperata come bonus track nella riedizione di Hunky Dory del 1990) venne completata subito dopo, durante le sessioni di registrazione dell'album, con l'intenzione di inserirla come brano d'apertura della seconda facciata al posto di Fill Your Heart. Anche se venne registrata nello stesso periodo di alcuni dei suoi capolavori riconosciuti, questa frenetica satira hippy, definita dallo stesso Bowie «una specie di parodia di Neil Young», non era certamente in linea con lo standard di altri brani a struttura più complessa dell'album e venne scartata all'ultimo momento.[8] Da ricordare che esistono anche acetati di Hunky Dory con Bombers al posto di Andy Warhol. Questa versione, rintracciabile nel bootleg ChangesThreeDavidRobertJones, è un mix piuttosto metallico privo di bassi, era presente nell'album BOWPROMO 1A-1/1B-1 stampato in 500 copie nell'agosto 1971, dove sfumava fino a sovrapporsi con l'inizio di una versione alternativa di Andy Warhol.[9] Seppure esclusa da Hunky Dory, Bombers fu tenuta in considerazione per un eventuale uso futuro, ma non fu inserita nel materiale per Ziggy Stardust. La canzone venne eseguita dal vivo durante la sessione BBC trasmessa il 20 giugno 1971 e nel 2000 è stata inserita in Bowie at the Beeb, unica raccolta in cui si può trovare.

Le altre tracce bonus sono il demo acustico di Quicksand del 1971, una registrazione mixata in maniera differente di The Bewlay Brothers e una versione alternativa di The Supermen, incisa ai Trident Studios nel 1971 durante le sessioni di Hunky Dory e riarrangiata con strofe acustiche alternate ai ritornelli di Mick Ronson. Questa versione venne e inclusa nel 1972 nella raccolta Revelations - A Musical Anthology for Glastonbury Fayre.[10]

Altre uscite

Molte delle tracce dell'album si trovano in Bowie at the Beeb, nelle versioni eseguite in occasione di alcune sessioni BBC: Kooks (20 giugno 1971), Eight Line Poem (4 ottobre 1971), Queen Bitch (7 febbraio 1972), Oh! You Pretty Things, Changes (entrambre dalla sessione registrata il 22 maggio 1972, in cui la seconda non venne mandata in onda) e Andy Warhol (19 giugno 1972). Dal momento che la maggior parte delle sessioni BBC si tenne tra il 1970 e il 1972, non sorprende che le tracce di Hunky Dory siano state eseguite molto spesso nelle varie occasioni. Oltre a quelle citate, da ricordare le versioni di Andy Warhol e Song for Bob Dylan eseguite nella sessione trasmessa il 20 giugno 1971 nelle versioni cantate, rispettivamente, da Dana Gillespie e George Underwood. Andy Warhol e Quicksand vennero proposte anche nello special ChangesNowBowie trasmesso l'8 gennaio 1997.

Oh! You Pretty Things si trova nella riedizione del 2005 di Ziggy Stardust - The Motion Picture (versione registrata all'Hammersmith Odeon di Londra il 3 luglio 1973) e nelle raccolte ChangesTwoBowie (1981), The Singles Collection (1993) e The Best of David Bowie 1969/1974 (1997). Nel novembre 1971, Eight Line Poem è stata il lato B di Bombers, singolo promozionale uscito negli Stati Uniti.(teenage) The Bewlay Brothers si trova in Sound+Vision (1989) e iSelect (2008).

Nel bootleg Under the Table è contenuto il medley Oh! You Pretty Things/Eight Line Poem e Kooks, registate allo Smith's Old Bar di Atlanta l'8 aprile 1997 in occasione dello show per il terzo anniversario della stazione americana 99X Radio.

Versioni particolari di Oh! You Pretty Things si trovano in altri due bootleg: Ziggy TV (da Old Grey Whistle Test, 8 febbraio 1972) e Aylesbury Friars Club 1971 (da 25/9/1971, Aylesbury Friars Club)

Song for Bob Dylan non è stata mai inserita in alcuna raccolta ufficiale ma alcune versioni live si trovano in bootleg come Aylesbury Friars Club 1971 (concerto del 25 settembre 1971 al Friars Club di Aylesbury) e A Crash Course for the Ravers (esibizione al Russell Harty Show del 17 gennaio 1973). È stata inoltre pubblicata come picture disc all'interno della serie della RCA Life Time.

Cover

Se si esclude Fill Your Heart, che è di per sé una cover, solo Eight Line Poem e Song for Bob Dylan non sono mai state eseguite da altri artisti. Le canzoni più "reinterpretate" sono quelle pubblicate anche su 45 giri vale a dire Life on Mars? (Barbra Streisand, Frida, Anggun), Andy Warhol (Stone Temple Pilots, Generation X), Queen Bitch (Eater, Green River), Quicksand (Dinosaur Jr., Seal) e Changes (Lindsay Lohan).

Anche le tre rimanenti tracce sono state oggetto di cover nel corso degli anni:

  • Oh! You Pretty Things:

- Peter Noone, come singolo nell'ottobre 1971
- i Jun Jun Clinic, in Sound and Vision: The Electronic Tribute to David Bowie del 2002
- Seu Jorge, nella colonna sonora di Le avventure acquatiche di Steve Zissou del 2004
- Carl Barât (ex Libertines), in Under the Influence del 2005
- gli Harvey Danger, dal vivo nell'EP Little Round Mirrors del 2006
- Dylan Roth, in Hero: The Main Man Records Tribute to David Bowie del 2007
- le Au Revoir Simone, in Life Beyond Mars: Bowie Covered del 2008
- Kelley Dolan, in Molly Ozone del 2008

  • Kooks

- i Tindersticks, come singolo nel 1993
- i Danny Wilson, in David Bowie Songbook del 1997
- Robbie Williams, come bonus track del CD singolo Old Before I Die del 1997
- i Jan, in Weight of Loneliness del 2002
- Andrea Perry, in Spiders From Venus del 2003
- i Motor Ace, in Garage Days del 2003

  • The Bewlay Brothers

- i Replicants, in Replicants del 1995
- Des de Moor e Russell Churney, in Darkness and Disgrace del 2003
- John Howard, come singolo nel 2007

Uscita e accoglienza

Hunky Dory fu pubblicato dalla RCA il 17 dicembre 1971, quando Bowie era già a metà strada nella registrazione del disco successivo e stava già programmando un ulteriore cambio sia d'immagine che di stile. Ciò mise in difficoltà l'ufficio marketing della casa discografica che non sapeva come promuovere l'album.

Il New York Times riconosceva l'abilità di Bowie di «fondere soffuse melodie pop, semplici ma efficaci, con parole e arrangiamenti pieni di mistero e oscure allusioni».

Oltretutto vi furono disaccordi sulla somma di denaro già spesa per un artista da molti ritenuto un fenomeno da un brano solo e la campagna promozionale che ne risultò fu un fiasco.

Ciò nonostante Hunky Dory trovò rapidamente estimatori sia in patria sia oltreoceano.

Il New Musical Express definì Bowie «al meglio delle sue brillanti possibilità» e Hunky Dory «un capolavoro di una grande mente»(xoomer), mentre Melody Maker lo considerò «non soltanto il miglior album che Bowie abbia mai fatto, è anche l'esempio più creativo di composizione di canzoni apparso su disco da molto tempo a questa parte». La stessa recensione proseguiva definendo Bowie come "l'erede di Mick Jagger".

I critici americani si mostrarono altrettanto colpiti.

Il New York Times accolse Hunky Dory come la prova che Bowie era «l'uomo intellettualmente più brillante ad aver scelto il disco a 33 giri come mezzo di espressione»(xoomer), mentre la rivista Rock lo considerava «l'artista più singolarmente dotato che faccia musica oggi. Ha il genio per essere negli anni settanta ciò che Lennon, McCartney, Jagger e Dylan sono stati nei sessanta».

Nonstante recensioni tanto brilllanti, le vendite erano scarse e Hunky Dory fu ascoltato più diffusamente solo dopo l'impatto del disco seguente, quando, entrato timidamente nelle classifiche britanniche nel settembre 1972, l'album giunse persino due posizioni più in alto di Ziggy Stardust.

«Hunky Dory mise in movimento una fantastica onda lunga», ricordava Bowie nel 1999. «Credo che mi abbia assicurato, per la prima volta in vita mia, un vero pubblico. Voglio dire, la gente veniva da me e mi diceva "Buon disco, belle canzoni". Una cosa del genere non mi era mai successa prima».

Rock Magazine: «Hunky Dory è meglio di una settimana dallo strizzacervelli».(xoomer)

Village Voice: «Un cantente-compositore con cervello, immaginazione ed una buona idea di come usare una consolle di registrazione viene fuori con con un tour de force di cambiamento repentino che è al contempo orecchiabile e profondamente sentito».(xoomer)

Changes Magazine: «Una percezione particolarmente sensibile, elevata, precisa e veramente scintillante».(xoomer)

Billboard, 28 novembre 1971: «Il compositore-cantante britannico pubblica un album di debutto notevole per la RCA, fornito del tipo di fascino da Top 40 ed FM che dovrebbe portarlo nelle classifiche. Oltre a cantare Bowie suona il piano, il sax e la chitarra. Materiale, di sua composizione, molto forte da programmare in radio include Changes, Oh! You Pretty Things e Life on Mars?».(xoomer)

Milwaukee Journal, 1971: «Uno dei più grandi, e stranamente non riconosciuti, talenti in giro».(xoomer)

«Hunky Dory è la sua opera più facilmente accessibile, quindi più facilmente piacevole, dai tempi di Man Of Words/Man of Music del 1969. Gran parte del fascino del precedente The Man Who Sold the World derivava dall'incredibile ferocia del supporto strumentale che accompagnava Bowie e dalla produzione magistrale di Tony Visconti».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

«Hunky Dory non solo rappresenta l'album più coinvolgente di Bowie musicalmente, ma lo trova ancora una volta a scrivere in modo abbastanza letterario da permettere all'ascoltatore di esaminare le sue idee facilmente».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

«Qui il supporto strumentale, compresi gli archi, non opprime Bowie, come succedeva a volte in The Man Who Sold the World, ma crea piuttosto un atmosfera pop informale in cui la voce di Dave, che ama intrattenere la compagnia, è libera di compiere ogni sorta di piccoli trucchi per noi».(John Mendelsohn, 6 gennaio 1972, da rollingstone)

Supportato dall'uscita del singolo Changes, l'album ebbe un esordio piuttosto favorevole sia in termini di vendite sia di recensioni (la rivista Melody Maker lo definì «il più inventivo pezzo di composizione apparso su disco da parecchio tempo»).(enwiki)

Ciò nonostante Hunky Dory stentò ad entrare in classifica, soprattutto in patria, e inizialmente riucì a fare il suo ingresso solo nella Billboard 200, negli Stati Uniti, raggiungendo appena la posizione n. 93 e rimanendo in classifica per 16 settimane.[11]

Fu solo verso la fine del 1972, con il boom di Ziggy Stardust, che Hunky Dory divenne una hit anche nel Regno Unito balzando al 3o posto nelle classifiche inglesi.[12]

Nel frattempo, il 20 marzo dello stesso anno, l'album era entrato nelle classifiche australiane nelle quali sarebbe rimasto per 5 settimane toccando il 39o posto.[13]

Questo episodio rimane degno di nota per il fatto che si trattò del primo ingresso in assoluto di un album di Bowie in una classifica, cosa che fino a quel momento non era successa in nessun altro Paese, Stati Uniti e Regno Unito compresi.[13]

Nel corso degli anni l'album ha fatto nuovamente ingresso nelle charts inglesi diverse volte, soprattutto in occasione delle varie riedizioni in CD, collezionando ben 127 settimane di permanenza complessive.[14]

Di seguito sono indicati tutti gli ingressi che l'album ha fatto nelle classifiche britanniche nel corso degli anni.


Ingresso in classifica
Uscita dalla classifica
Massima posizione
Numero di settimane
Note
3a
70
32a
51
39a
2
74a
1
39a
3


Hunky Dory trova posto anche in classifiche "alternative" a quelle ufficiali, tra cui quelle stilate da riviste specializzate o da network televisivi e/o radiofonici (vedi link tra i preferiti):


Anno
Rivista/Network
Classifica
Posizione
Note
Q Magazine
Migliori album di tutti i tempi
43a
Q Magazine
100 migliori album britannici di tutti i tempi
16a
All Time Album Top 100
47a
107a
All-Time Top 1000 Albums
16a
Pitchfork Media
Top 100 Albums dei '70
80a
100 migliori album di tutti i tempi
?a


Nel 1998, il libro The Guinness Top 10 of Everything ha indicato Hunky Dory come il secondo successo commerciale di Bowie nel Regno Unito, dietro The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e davanti a molti altri best sellers come Let's Dance.(teenage o wonder)

L'album ha ottenuto il disco d'oro, d'argento e di platino dalla BPI il 25 gennaio 1982.(bpi)

Copertina

Per l'immagine di copertina di Hunky Dory, Bowie si rivolse al fotografo Brian Ward. «Feci molti esperimenti sulle immagini con Brian in quel periodo», ricordò in seguito. Fra le soluzioni vagliate c'era l'immagine di un faraone egizio, un'idea che David aveva già espresso nella sua intervista a Rolling Stone di quell'anno («Ha in mente di apparire sul palco agghindato un po' come Cleopatra», scriveva John Mendelsohn). Era un'idea d'attualità. Alla fine del 1971 scoppiò un'autentica frenesia nei media, con una quantità di servizi sulla imminente mostra su Tutankhamon al British Museum e per alcune settimane la Gran Bretagna fu affetta da "Egittomania". Sebbene le foto di Bowie, per le quali aveva posato sia come sfinge sia nella posizione del loto, siano sopravvissute (una di esse appare, in modo totalmente fuorviante, nella confezione della ristampa di Space Oddity del 1990) l'immagine, fortunatamente, non apparve in copertina. «Non ci convinceva più», commentò in seguito Bowie, «probabilmente fu una buona idea».

Optò invece per una immagine più semplice che rispecchiava i riferimenti al grande schermo contenuti in abbondanza nell'album. Nella tarda estate del 1971 David aveva abbandonato la sua predilezione per gli abiti in favore di ampie maglie, soffici bluse, ampie svasature e capelli flosci (il suo ultimo accessorio era un pretenzioso bocchino). «Mi piacevano i calzoni tipo Oxford, infatti ce n'è un paio sul retro dell'album», disse poi David, spiegando che perseguiva «ciò che presumevo fosse una specie di look alla Evelyn Waugh». L'immagine sul frontespizio era un primo piano di Bowie che impersona le sue fantasie Bacall/Garbo, con lo sguardo malinconico perso nel vuoto mentre si ravvia i riccioli fluenti. La fotografie fu ricolorata dal vecchio amico di David, George Underwood, per suggerire l'idea di un manifesto dipinto a mano dei tempi del cinema muto e, allo stesso tempo, il famoso Marilyn Diptych di Warhol. In un periodo in cui molte copertine di dischi collocavano gli artisti come figure minuscole su uno sfondo artefattto con paccottiglia post-psichedelica, Bowie sceglie apertamente di enfatizzare la sua icona (ironica) di star.

Lo sguardo sognante, i biondi capelli lunghi raccolti tra le mani. Una posa da diva del cinema muto. Un'immagine senza tempo, una vecchia foto ritoccata, dal sapore di fine Ottocento.(ondarock)

Note

  1. ^ a b David Bowie, su teenagewildlife.com. URL consultato l'08-05-2010.
  2. ^ Mick Ronson, su mickronson.com. URL consultato il 29-05-2010.
  3. ^ 1984, su teenagewildlife.com. URL consultato il 26-10-2009.
  4. ^ Melody Maker 1972, su 5years.com. URL consultato il 01-05-2010.
  5. ^ a b c Leon Russell, su 5years.com. URL consultato il 01-05-2010. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "5years 2" è stato definito più volte con contenuti diversi
  6. ^ cover Peter Noone, su bowiedownunder.com. URL consultato il 01-05-2010.
  7. ^ Bombers, su teenagewildlife.com. URL consultato il 12-05-2010.
  8. ^ Tracce bonus, su b7c.tripod.com. URL consultato il 12-05-2010.
  9. ^ BOWPROMO, su illustrated-db-discography.nl. URL consultato il 12-05-2010.
  10. ^ Tracce bonus, su b7c.tripod.com. URL consultato il 12-05-2010.
  11. ^ Hunky Dory in classifica, su teenagewildlife.com. URL consultato il 25-01-2010.
  12. ^ a b c d e f g h i j k chartstats.com, [Hunky Dory in classifica Hunky Dory in classifica]. URL consultato il 25-01-2010.
  13. ^ a b Hunky Dory in classifica (Australia), su bowiedownunder.com. URL consultato il 25-01-2010.
  14. ^ chartstats.com, [Hunky Dory in classifica Hunky Dory in classifica]. URL consultato il 25-01-2010.
  15. ^ a b chartstats.com, [Hunky Dory in classifica Hunky Dory in classifica]. URL consultato il 25-01-2010.

Bibliografia

  • Nicholas Pegg - David Bowie - L'Enciclopedia. Arcana, Roma, 2002.
  • Thomas J. Seabrook - La trilogia berlinese. Arcana, Roma, 2009.
  • Laura Gerevasi - Le canzoni di David Bowie. Editori Riuniti, Roma, 2005.
  • Roy Carr e Charles Shaar Murray - Bowie: An Illustrated Record. Eel Publishing, 1981.
  • David Buckley - Strange Fascination. Virgin Books, Londra, 1999.
  • George Tremlett - David Bowie: Living on the Brink. Carroll & Graf, 1997.
  • Friedrich Nietzsche - Al di là del bene e del male. Fabbri, Milano, 1996.
  • Peter e Leni Gillman - David Robert Jones Alias David Bowie. Sperling & Kupfer, 1989.

Voci correlate

  • [[]]
  • [[]]
  • [[]]
  • [[]]

Collegamenti esterni

  Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Rock

cs:The Man Who Sold the World]] en:The Man Who Sold the World (album)]] es:The Man Who Sold the World (álbum)]] fi:The Man Who Sold the World]] fr:The Man Who Sold the World]] ja:世界を売った男]] nl:The Man Who Sold the World]] nn:The Man Who Sold the World]] no:The Man Who Sold the World]] pl:The Man Who Sold the World]] pt:The Man Who Sold the World (álbum)]] sk:The Man Who Sold The World (album)]] sv:The Man Who Sold the World]]